A La respirazione La respirazione (aerobica) è un processo di ossido-riduzione Con la RESPIRAZIONE si genera un gradiente di pH e un potenziale elettrochimico che causano l’energizzazione della membrana (in modo simile ad una batteria) e parte di questa energia può essere conservata dalla cellula Così come lo stato di energia di una batteria è espresso in termini di forza elettromotrice (in volt), così lo stato energizzato della membrana viene espresso in termini di forza proton-motrice (pure in volt) Peter Mitchell nel 1961 propose la teoria della chemiosmosi, secondo la quale la forza per indurre la sintesi di ATP risiede nel gradiente protonico 1 OUT A RESPIRAZIONE: catena di trasporto ATP degli elettroni SINTASI Al posto dell’ossigeno si possono avere altri accettori finali di Mn4+, IN e- Ferro-proteina NON EME eCoenzima Q O2 e- Citocromo (EME) e- NO3-, SO42-, Fe3+, CO2, S° ... : http://www.youtube.com/ watch?v=oyR-cMu6DfQ Flavoproteina e- e- http://www.youtube.com/w atch?v=PjdPTY1wHdQ http://www.youtube.com/w atch?v=3y1dO4nNaKY 2 B La fermentazione È un processo metabolico anaerobico in cui il donatore e l’accettore di elettroni (e-) sono molecole organiche. Più precisamente, nel corso della fermentazione, un composto organico funge da donatore di e-, ossidandosi e generando nel contempo NADH (cioè NAD in forma ridotta). Il piridindinucleotide ridotto (NADH) non può scaricare i suoi e- sulla catena di trasporto; perciò, per rigenerare il pool di NAD+ necessario alla cellula per proseguimento del COME processo, avviene la riossidazione del LAil FERMENTAZIONE PROCESSO NADH a spese di un composto intermedio del processo, che funge da accettore di e-. OSSIDO-RIDUTTIVO BILANCIATO AL SUO INTERNO La FERMENTAZIONE è quindi un processo ossido-riduttivo bilanciato al suo interno sostanza organica prodotto finale NAD+ NADH ATP La fermentazione è un processo metabolico anaerobico tipico di microrganismi anaerobi obbligati (es. Bifidobacteria spp.). Inoltre, molti anaerobi facoltativi (es. E. coli ), per la loro flessibilità metabolica, possono attuare la respirazione in aerobiosi e la fermentazione in assenza di O2 3 B La fermentazione Nella fermentazione non si ha la completa demolizione del composto di partenza, che viene solo parzialmente fermentato in uno o più prodotti finali per lo più ancora organici, che mantengono ancora parte dell’energia del composto iniziale. Pertanto la resa energetica della fermentazione non è paragonabile a quella dei processi respiratori e l’ATP viene generato soltanto per trasferimento di un gruppo fosfato legato ad un intermedio del processo con un legame ad alto contenuto energetico all’ADP (fosforilazione a livello di substrato) Rese teoriche in ATP per molecola di glucosio RESPIRAZIONE: 36-38 molecole teoriche di ATP (2 da glicolisi, 2 dal ciclo di Krebs (GTP) e 32-34 dalla catena di trasporto degli elettroni) FERMENTAZIONE ALCOLICA e LATTICA: 2 ATP FERMENTAZIONE dei BIFIDOBATTERI: 2,5 ATP Il metabolismo respiratorio è circa 15 volte più efficiente del metabolismo fermentativo 4 B La fermentazione La glicolisi è la principale via che precede numerose fermentazioni. Per la maggior parte dei processi fermentativi la stessa glicolisi è anche la via che frutta alle cellule l’energia, scopo del processo metabolico (2 moli di ATP per mole di glucosio fermentato) attraverso le già citate reazioni di fosforilazione a livello di substrato. Le tappe successive della fermentazione hanno invece lo scopo di consentire la riossidazione delle due moli di NADH, prodotte nell’ossidazione della 3fosfo gliceraldeide ad acido 1,3-difosfoglicerico, in quanto nei microrganismi anaerobi la catena di trasporto degli elettroni è incompleta. Pertanto l’equilibrio ossido-riduttivo si ristabilisce mediante riossidazione del NADH a spese di un intermedio del processo a valle dell’acido piruvico. In qualche caso, in questo tratto della fermentazione si ha ulteriore produzione di ATP, che porta la resa energetica della fermentazione a valori comunque di ben poco superiori a 2 Quasi sempre le varie vie fermentative sono caratteristiche di ben definiti gruppi microbici, i quali dimostrano un’elevata specificità di processo 5 La fermentazione alcolica B1 È caratteristicaFERMENTAZIONE dei lieviti, che sono eumiceti unicellulari anaerobi facoltativi di cui è ALCOOLICA ben noto il genere Saccharomyces. L’enzima-chiave di questa fermentazione è la piruvato decarbossilasi glucosio 2ATP 2 gliceraldeide-3- P 2 etanolo NAD+ NADH 2 acetaldeide 2 CO2 NAD + NADH 2 piruvato 4ATP Avviene anche nel già citato batterio Zymomonas Equazione generale: glucosio Resa energetica = 2 ATP 2 etanolo + 2 CO2 6 La fermentazione omolattica B2 È operata dai batteri omolattici od omofermentanti, anaerobi obbligati ossigeno-tolleranti appartenenti ai generi Gram positivi Streptococcus, Pediococcus, Lactobacillus… In questa fermentazione è lo stesso acido piruvico di origine glicolitica a fungere da accettore di elettroni per la riossidazione del NADH, riducendosi così ad acido lattico lattato deidrogenasi 7 La fermentazione acido-mista B3 Escherichia, enterobatteri come Salmonella, Shigella e i generi Proteus, Vibrio e Photobacterium sono microrganismi Gramnegativi anaerobi facoltativi che in anaerobiosi fermentano il glucosio secondo questa via. I diversi prodotti finali caratteristici di questo provesso sono acidi organici a basso peso molecolare quali acido formico, acido acetico, acido lattico e acido succinico e piccole quantità di etanolo (in E. coli e Proteus l’acido formico è scisso in CO2 e H2 dalla formico idrogenoliasi, un enzima la cui presenza assume una rilevante importanza tassonomica e diagnostica) FERMENTAZIONE ACIDO-MISTAGli glucosio 2NADH NADH succinato ossaloacetato 2ATP CO2 fosfoenolpiruvato (PEP) 2ATP NADH piruvato lattato CoA NADH acetaldeide NADH acetil-CoA formiato etanolo acetil- P CO2 H2 ATP acetato formico idrogenoliasi I rapporti percentuali di questi prodotti variano nei diversi microrganismi e a seconda delle condizioni colturali e ambientali, sempre nel rispetto dell’equilibrio ossido-riduttivo del processo 8 FERMENTAZIONE 2.3-BUTILENGLICOL B4 La fermentazione 2,3-butilenglicolica glucosio 2 NADH NADH lattato 2 ATP piruvato NADH formiato acetil-CoA acetaldeide NADH 4 etanolo CO2 H2 Tipica di altre Enterobacteriaceae aventi come habitat il suolo o le acque (Enterobacter aerogenes e i generi Erwinia, e Serratia, patogeni delle piante). Il prodotto principale è il 2,3-butilenglicol che si forma dalla condensazione di due molecole di piruvato con la liberazione di due molecole di CO2. In minore quantità si producono anche gli acidi della precedente fermentazione accanto a notevoli quantità di etanolo per il mantenimento dell’equilibrio ossido-riduttivo. In E. aerogenes è presente la formico idrogenoliasi CO2 α-acetolattato L’uso di questa via causa il decremento della formazione di acidi (il butilenglicole è neutro) e la formazione dell’intermedio ACETOINO. Coloro che si occupano di analisi microbiologica dell’acqua possono distinguere i coliformi fecali (ferm. acidomista) dai non fecali (ferm. butileglicolica tipica dei generi come Klebsiella) andando a svelare la presenza di acetoino ed un pH più alto CO2 acetoina acetoino NADH 2,32,3-butilenglicol butilenglicole o butandiolo B5 9 La fermentazione propionica FERMENTAZIONE PROPIONICA VIA DEL METILMALONIL-CoA in Propionibacterium e Veillonella 1.5 glucosio 3NADH 3ATP ac. acetico CO2 NADH 3 CH3 - C O - C OOH 2 HOOC - CH 2 - C O - COOH 3NADH NA DH 3 C H3 - CHOH - C OOH 2 HOOC - CH 2 - C HOH - COOH H2 O 2 HOOC - CH -- CH - COOH Il glucosio viene fermentato ad acido acetico, CO2 ed acido propionico dal genere Propionibacterium attraverso una via complessa detta del metilmalonilCoA. Veillonella, il cui habitat è il rumine dei bovini, compie la stessa fermentazione partendo dall’acido lattico. Altri microrganismi producono acido propionico da acido lattico attraverso una via diversa NA DH CO 2 B iotina Biotina ATP 2 HOOC - CH 2 - C H2 - COOH 2 HOOC - CH 2 - C H2 - CO 2 C H3 - CH2 - COOH S CoA Coenzima B 12 2 C H3 - CH2 - CO SCoA 2 HOOC - CH - CO CH 3 S CoA La resa energetica, tra le più elevate, include anche una mole di ATP prodotto per fosforilazione ossidativa tramite una breve catena di trasporto degli elettroni nella riduzione del fumarato a succinato (respirazione del fumarato) CoA transferasi Resa energetica = 5 ATP / 1,5 glucosio o 2 ATP / 3 ac. lattico 10 FERMENTAZIONE BUTIRRICA B6 La fermentazione butirrica CH3 - CH2 - CH2 - COOH Si ritrova in Clostridium, sporigeno anaerobio obbligato ossigeno-intollerante, in grado di fermentare il glucosio. Caratteristica di questa via è la produzione di CO2 e H2 nella reazione del coenzima A (CoASH) con il piruvato. Il principale prodotto finale è l’acido butirrico, la cui formazione consente il mantenimento dell’equilibrio ossido-riduttivo butirrato ATP CH3 - CH2 - CH2 - CO - O - P butirril fosfato glucosio Ferredossina CoA Pi 2NADH CH3 - CH2 - CH2 - CO - CoA butirril-CoA 2H2 NADH In altre condizioni e per la presenza di ferredossina, parte dell’H2 liberato viene trasportato al NAD+, che si riossida scaricandosi sui prodotti acidi con conseguente produzione degli alcooli corrispondenti 2CH3 - CO - COOH 2FdOX Ferredossina idrogenasi 2ATP 2FdRED 2CO2 2CoA 2H+ CH3 - CH CH - CO - CoA crotonil-CoA 2CH3 - CO - CoA CoA H2O CH3 - CH - CH2 - CO - CoA CH3 - CO - CH2 - CO - CoA acetoacetil-CoA OH L (+) -β-idrossibutirril-CoA NADH Equazione generale: glucosio butirrato + 2CO2 + 2H2 Alcuni Clostridi producono in particolari condizioni butanolo e acetone, che sono di interesse industriale N.B.: la ferredossina è una ferro-zolfo proteina che media il trasferimento di elettroni in diverse reazioni metaboliche 11 Resa: 3 ATP B7 La fermentazione omoacetica In alcuni clostridi, il glucosio (1 mole) viene stechiometricamente fermentato a 3 moli di acetato, una delle quali deriva dalla riduzione delle 2 moli di CO2, che provengono dalla scissione del piruvato ad acetil-CoA Non va confusa con la produzione di acido acetico da parte di Acetobacter e Gluconobaceter, i quali, per produrre acido acetico, non operano una fermentazione, ma ossidano l’etanolo ad acido acetico per recuperare potere riducente (NADH + H+) 12 4 B8 Il metabolismo fermentativo dei bifidobatteri Ha scarsa attività nei bifidobatteri È assente nei bifidobatteri Aldolasi Il fruttosio 1,6 bisfosfato funge da induttore della lattato deidrogenasi 13 4 Fruttosio-6-P Pi B8 H2O F6PPK (xfp) Acetil-P ADP 1 ATP D-eritrosio-4-P Diidrossiaceton transferasi Fruttosio-6-P Acetato D-gliceraldeide-3-P Via fermetativa di Bifidobacterium o via della Fruttosio-6-P Fosfochetolasi D-sedoeptulosio-7-P D-xilulosio-5P D-ribosio-5-P D-ribulosio-5-P D-xilulosio-5-P Pi 2 H2O F6PPK (xfp) 2 Acetil-P ADP 2 ATP Acetate 2 D-gliceraldeide-3-P ACETATO:LATTATO = 3:2 Formiato Etanolo 14 I BATTERI LATTICI Sono batteri Gram POSITIVI, immobili, chemioeterotrofi a forma di bastoncino o cocco Il loro nome deriva dal fatto che formano ACIDO LATTICO come principale (e talvolta unico) prodotto finale del loro metabolismo energetico Hanno un metabolismo fermentativo; sono tutti anaerobi con variabile capacità di tollerare l’ossigeno (con rare eccezioni, legate alla presenza di EME esogeno) Sono incapaci di produrre ATP attraverso un metabolismo aerobio, a causa dell’incapacità di sintetizzare citocromi o altri enzimi contenenti il gruppo eme. A causa dell’impossibilità di produrre proteine eminiche, sono CATALASI NEGATIVI e quindi non possono operare la decomposizione dell’H2O2 in H2O e O2 Una caratteristica propria dei batteri lattici è la loro elevata ACIDO-RESISTENZA, la quale consente loro di crescere fino a quando il pH raggiunge valori inferiori a 5. Questa caratteristica fisiologica è di grande importanza ecologica, perché permette loro di vincere la competizione di altri batteri in ambienti ricchi di materia organica. Come risultato della loro specializzazione fisiologica, i batteri lattici sono confinati in pochi e caratteristici ambienti naturali: alcuni vivono in associazione con le piante e crescono a spese delle sostanze nutritive liberate in seguito alla morte e alla decomposizione dei tessuti vegetali; si trovano quindi in alimenti e bevande preparate con materiale vegetale come sottaceti, crauti, foraggi insilati, vino e birra. Altri fanno parte del normale microbiota degli animali (bocca, intestino, mucosa vaginale). Infine, alcuni sono spesso associati al latte (per es. Streptococcus thermophilus) 15 Alcuni generi di batteri lattici Streptococcus Lactococcus Oenococcus Carnobacterium Pediococcus Leuconostoc Enterococcus Lactobacillus 16 Immagini al SEM I BATTERI LATTICI Sulla base dei loro prodotti di fermentazione, sono divisi in tre sottogruppi metabolici 1 – OMOFERMENTANTI: degradano il glucosio via glicolisi e non sono in grado di utilizzare i pentosi. Il piruvato viene poi ridotto ad acido lattico, unico prodotto della loro fermentazione 2 – ETEROFERMENTANTI OBBLIGATI: non possono degradare il glucosio via glicolisi in quanto non possiedono l’enzima FRUTTOSIO 1,6 DIFOSFATO ALDOLASI che catalizza la scissione del fruttosio 1,6 difosfato in gliceraldeide-3fosfato e diidrossi-acetone-fosfato. Per tale ragione essi fermentano il glucosio attraverso la via dei pentoso fosfati, ottenendo tre prodotti finali in rapporto equimolare: ACIDO LATTICO, ETANOLO e CO2. Possono utilizzare anche i pentosi, nel qual caso senza produzione di CO2. Possono produrre anche piccole quantità di acido acetico 3 – ETEROFERMENTANTI FACOLTATIVI: in presenza di ESOSI essi li fermentano attraverso la glicolisi con produzione di solo ACIDO LATTICO, comportandosi perciò come omofermentanti. In presenza di PENTOSI, effettuano l’ossidazione di tali composti attraverso la via dei pentoso fosfati, senza produzione di CO2 L’acido lattico prodotto può essere in configurazione L, D oppure in miscela racemica DL 18 Omofermentanti Zuccheri Zuccheri pentosi esosi X Eterofermentanti facoltativi esosi Esosi Eterofermentanti obbligati Pentosi in quantità ridotte ( ) 19 TERRENI COLTURALI PER BATTERI LATTICI Terreno MRS a pH 6,2-7: non selettivo, adatto per il mantenimento dei lattobacilli Terreno SL: selettivo per l’isolamento dei lattobacilli (tripticase, estratto di lievito, citrato, glucosio, arabinosio, saccarosio, acetato, pH finale 5,4) Terreno ATB: adatto per l’isolamento di Oenococcus oeni (peptone, estratto di lievito, succo di pomodoro 25 %, pH finale 4,8) Poiché i batteri lattici sono anaerobi (sebbene ossigeno tolleranti), i migliori risultati di crescita si ottengono incubando le piastre di isolamento in giare di anaerobiosi (Gas-Pak) 20 I BATTERI ACETICI Appartengono alla famiglia delle Acetobacteraceae Sono bastoncini Gram NEGATIVI, aerobi chemio-eterotrofi, catalasi positivi, termolabili e psicrotrofi Sono marcatamente acidofili (crescono fino a pH 4, a concentrazioni di ac. acetico fino a 0,4 M) Il pH ottimale è compreso tra 5,4 e 6,3. Acetobacter pasteurianus cresce anche a pH 3 se l’etanolo è inferiore all’8% Si localizzano soprattutto sulla superficie di piante, in particolare fiori e frutti Sono microrganismi mesofili che crescono con temperatura ottimale intorno a 30 °C; alcuni ceppi si riescono a sviluppare anche a 5 °C, altri sono blandamente termotolleranti (37-40 °C) Tollerano basse concentrazioni di acido acetico; tollerano bene l’etanolo e molti ceppi crescono in un range compreso tra 8 e 15 %. La concentrazione tollerata dipende da pH, temperatura e concertazione di O2 I tre generi più noti: Acetobacter: A. xylinus, A. aceti, A. pasteurianus, A. cerevisiae, A. pomorum Gluconoacetobacter: G. xylinus, G. diazotrophicus, G. intermedius, G. liquefaciens Gluconobacter: G. oxydans, G. frateurii Altri generi e specie: Acidomonas methanolica, Asaia spp., Kozakia baliensis, Saccharibacter spp., Swaminathania spp., Frateuria spp. 21 Le specie più importanti nella produzione industriale dell’aceto sono: - Acetobacter aceti subsp. orleanensis - Acetobacter aceti subsp. xylinum (madre dell’aceto) - Acetobacter pasteurianus subsp. lovaniensis - Acetobacter pasteurianus subsp. ascendens - Acetobacter pasteurianus subsp. paradoxus In particolare, i membri del genere Acetobacter sono particolarmente importati da un punto di vista industriale (sia positivamente che negativamente) per diversi motivi, tra i quali: 1. sono usati per la produzione dell’aceto (usati per convertire intenzionalmente l’etanolo del vino o di altri prodotti alcolici in acido acetico) 2. possono deteriorare il vino producendo quantità eccessive di acido acetico o etil-acetato (entrambi rendono sgradevole il vino). La crescita di Acetobacter nel vino può essere inibita attraverso la completa eliminazione dell’ossigeno durante la conservazione del vino oppure con l’aggiunta di moderate quantità di SO2 3. sono usati per acidificare intenzionalmente alcune birre aventi periodi di maturazione lunghi (per esempio per la produzione della birra tradizionale Flemish Sour Ale) 22 Peculiarità metaboliche I batteri acetici sono aerobi obbligati aventi metabolismo aerobio (respirazione aerobica) In particolare, i batteri acetici sono caratterizzati da metabolismo aerobio con ossidazione incompleta dei substrati organici Utilizzano diverse fonti di carbonio, dagli zuccheri agli aminoacidi. Preferiscono etanolo, glicerolo, lattato, mannitolo, sorbitolo, fruttosio, glucosio Come fonte di azoto molti ceppi utilizzano NH4+ Gli zuccheri sono ossidati esclusivamente attraverso la via del pentosio fosfato L’acetato deriva dalla ossidazione parziale della materia organica e non da un vero processo di fermentazione Il PIRUVATO è trasformato attraverso una decarbossilazione non ossidativa ad acetaldeide (la decarbossilazione ossidativa del piruvato ad Acetil-CoA e CO2, tipicamente presente nel processo di respirazione, non avviene in quanto il COMPLESSO DELLA PIRUVATO DEIDROGENASI nei batteri acetici è inattivo) 23 I BATTERI ACETICI Glucosio tutto il NADH generato in queste reazioni di ossidazione è destinato alla catena di trasporto degli elettroni, per creare il gradiente di H+ che permette la sintesi dell’ATP NAD+ ACIDO LATTICO pentosi-P interconversione non ossidativa triosi-P ultime tappe della glicolisi NADH+H+ lattato deidrogenasi NAD+ ETANOLO via del pentosio fosfato NADH+H+ alcol deidrogenasi Ac. piruvico decarbossilazione non ossidativa CO2 Acetaldeide NAD+ NADH+H+ acetil-CoA ligasi Gluconobacter non ha un ciclo di Krebs funzionale e non può dunque ossidare l’acetato per opera dell’enzima aldeide deidrogenasi Ac. acetico Acetil-CoA Ciclo dei TCA CO2 CO2 In Acetobacter il ciclo di Krebs è inibito solo a concentrazioni elevate di etanolo 24
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