B. P. R. Bollettino della Provincia Romana C. Ss. R. Anno 59. Nuova serie, n. 1 – 21 gennaio 2014 ____________________________________________________________________________________________________________________________ Natale 2013 Carissimi Confratelli, Cari Missionari Laici del Santissimo Redentore, Cari associati alla missione, Che la speranza, nutrita dal dono della nascita di Dio, ci aiuti a discernere la bellezza della presenza di Dio in mezzo a noi, e ci dia la forza e il coraggio di proclamare la sua redenzione abbondante. P. Jacek Zdrzałek CSsR Lettera del Coordinatore, n. 13 (2013) Qoèlet ha detto: “Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C’è un tempo per nascere… (Ecc 3,1-2). Durante questo tempo della nascita di Gesù, la nostra Conferenza è anche vicina a dare la nascita alla nostra prima Comunità Interprovinciale (CI). Fra pochi mesi vogliamo iniziare la missione in Albania. L’ultima Assemblea della CRE (Madrid, 28-30.10.2013) ha deciso di aprire due CI: una a Tirana (Albania) in estate 2014, e un’altra in Lussemburgo, nell’estate 2015. Inoltre, nel 2014, il Consiglio della CRE esplorerà la possibilità di un nuovo futuro per la nostra presenza missionaria in Danimarca. L’invito per i volontari alla comunità in Albania Il Consiglio della CRE ha deciso che il posto migliore per iniziare la nostra missione in Albania sarà una parrocchia alla periferia di Tirana, in un sobborgo chiamato Kamëz. La parrocchia conta circa 15-20 mila cattolici. È un quartiere rumoroso, popolare, e c’è una chiesa abbastanza grande, con la casa accanto dove possiamo vivere. Le sfide pastorali sono (principalmente): l’annuncio esplicito della Parola di Dio, il catechismo dopo la confermazione (compresi gli adulti), e il rafforzamento delle strutture pastorali. Le sfide sociali sono: la povertà, la situazione delle donne (ancora molto indietro), la disoccupazione, la formazione dei giovani. La chiesa è stata ristrutturata e ampliata. Ci sono due chiese filiali. Il Vescovo immagina che quando inizieremo il nostro lavoro in Kamëz, saremo in grado anche di dare una mano nella creazione di un centro spirituale per i sacerdoti, di lavorare nei mass-media, e forse anche dare le lezioni di teologia morale presso il Seminario interdiocesano. Dopo qualche anno di presenza, quando ci familiarizzeremo con la lingua albanese, questo posto sarà per noi come un centro di missione per l’avvio delle missioni parrocchiali e ritiri per tutta l’Albania. Stare nella capitale è un Pagina 2____________________________________________________________________CONFERENZA vantaggio per: l’educazione, i trasporti, l’apprendimento delle lingue, la possibilità di conoscere meglio la Chiesa e la cultura locale. Per altri informazioni sull’Albania vedere La lettera del Coordinatore nr 11. Abbiamo pensato che questa nuova comunità potrebbe essere costituita da 3-5 confratelli (provenienti da varie Unità), ma in futuro forse potrebbero unirsi a questo progetto anche le Suore Missionarie del Santissimo Redentore e i Laici Redentoristi. I membri di questa comunità inizieranno i preparativi necessari dall’1 agosto 2014, in qualche parte, al di fuori dell’Albania, per un paio di settimane, poi andranno a Tirana. I confratelli avranno il tempo per conoscersi, imparare la lingua comune per loro, decidere sul piano comunitario e sulla visione per il loro futuro lavoro pastorale. L’invito per i volontari alla comunità in Lussemburgo L’Assemblea della CRE ha riconosciuto che la città di Lussemburgo riunisce tutte le condizioni per creare una comunità interprovinciale, visto che la città ha il 64% di immigrati e ha una popolazione molto giovane. Lussemburgo è una città multiculturale, ben collegata con gli altri paesi, in posizione strategica all’interno dell’Unione Europea, e con grandi possibilità di lavoro con i migranti. La Chiesa di Sant’Alfonso si trova nel centro della città ed è ben conosciuta e frequentata. La nuova comunità sarà governata da un progetto comunitario di vita apostolica, elaborato dai membri che costituiranno la nuova Comunità e dal Consiglio della Conferenza. Il progetto deve favorire la vita comune e di preghiera, la coltivazione della vita fraterna, l’organizzazione interna, la formazione continua e la capacità di accoglienza. Le priorità del progetto pastorale sono: la pastorale dei migranti (comunità linguistiche), il ministero dell’ascolto (confessione, direzione spirituale), l’evangelizzazione attraverso la Liturgia, la missione condivisa (religiosi e laici), la coltivazione delle devozioni nella Chiesa di Sant’Alfonso, la pastorale di strada, ecc. La chiesa di Sant’Alfonso diventerà il centro della missione redentorista, da questa chiesa si focalizzerà il nostro lavoro, e, in questa, si incontreranno le differenti comunità linguistiche delle quale noi ci prenderemo cura: inglese, tedesca – olandese, spagnola, francese e portoghese. Sarà importante che i confratelli presenti nella Comunità parlino almeno due lingue in modo che possano aiutarsi e sostituirsi. Pensiamo che questa nuova comunità sarà composta da 4-6 Confratelli. Anche se le celebrazioni si svolgeranno in gruppi linguistici, si inizierà a fare la pastorale globale con le varie comunità linguistiche, delle quale noi ci prenderemo cura. La Provincia di Strasburgo si è impegnata a mettere a disposizione la casa, adattandola alle esigenze dei membri della Comunità. Nel settembre 2015 inizierà ufficialmente tale Comunità Interprovinciale. Cari Confratelli, si tratta di progetti impegnativi, ma non abbiate paura. Sono sicuro che ci sono confratelli nella nostra Conferenza che possono iniziare queste missioni. Per favore, pregate per discernere. Attendo la vostra disponibilità, e se avete domande o siete pronti a essere membri di una di queste comunità, vi prego di contattarmi: [email protected] In dialogo con i rispettivi Superiori Maggiori, nella piena libertà e con il dovuto riservo, ogni candidatura sarà oggetto di attento e rispettoso discernimento. La Commissione della CRE per la Pastorale Sociale invita per il colloquio “Ministero per i Migranti come opportunità e sfida”, il 5-9 maggio 2014 a Bochum (Germania) (informazioni presso la nostra web-page). La pagina web della CRE inizia la sua nuova vita e attività (dopo alcuni problemi con gli hacker): http://www.cssr-europe.com Possa Gesù Bambino darci il coraggio, la saggezza e la Sua benedizione per queste nuove sfide. P. Jacek Zdrzalek, CSsR GOVERNO PROVINCIALE_____________________________________________________pagina 3 Prot. 01.14 A tutti i confratelli Della Provincia LORO SEDI Carissimi confratelli All’inizio di questo nuovo anno che abbiamo iniziato vi giunga il mio saluto e il mio augurio fraterno. Vogliamo sperare che sia un anno importante per la Provincia, considerando che vivremo alcuni avvenimenti notevoli. Il primo di questi lo vivremo fra un mese circa, quando avremo la gioia di condividere la nostra vita con i visitatori del Governo Generale, che dovrebbero aiutarci a riflettere sulla situazione attuale e sulle prospettive future del nostro essere Provincia redentorista della Conferenza europea. Il secondo è già in corso e ci accompagnerà fino al 9 novembre: è l’Anno speciale della promozione della vocazione missionaria redentorista. Dopo qualche anno, a Dio piacendo, avremo anche la gioia di una ordinazione sacerdotale, è bene che ci interroghiamo su quello che abbiamo già fatto in questo senso e cosa vogliamo fare nei prossimi mesi per la promozione vocazionale. È anche l’anno nel quale saremo chiamati a rinnovare il Capitolo Provinciale: non sarà una formalità o una semplice espressione democratica, ma un interrogarci religiosamente e responsabilmente sul presente e il futuro della Provincia e della sua Missione nei prossimi anni. Riportando la vostra attenzione sulla ormai imminente visita dei consultori generali, vi allego alla presente il questionario da loro preparato che servirà per curare adeguatamente la preparazione: sarà compito del superiore consegnare copia del questionario ad ogni confratello perché ognuno possa fare le sue riflessioni e considerazioni. Il superiore dovrà convocare poi una riunione comunitaria nella quale si predisponga una risposta comunitaria al questionario, che dovrà essere inviata entro il 28 gennaio ai due visitatori (C. Alberto Eseverri: [email protected] ; Jacek Zdrzalek: [email protected]). Prego i superiori di darmi tempestiva comunicazione dell’avvenuto invio delle risposte. Affidiamo al Signore quanto ci accingiamo a vivere, chiedendogli che sia per la nostra Provincia particolare tempo di grazia, nel quale sperimentare ancora una volta la sua benevolenza verso di noi, e rinnovare la nostra disponibilità alla risposta positiva. Un fraterno saluto a tutti e a ciascuno dal vostra fratello in Cristo Redentore San Sperate, 3 gennaio 2014 p. Giovanni Congiu (Superiore Provinciale) Pagina 4_____________________________________________________GOVERNO PROVINCIALE QUESTIONARIO 1.- DATI DEI CONFRATELLI DELLA COMUNITÀ Una lista dei membri della comunità, con le date di nascita, professione e ordinazione; indicando anche il rispettivo lavoro apostolico e il servizio svolto nella comunità. 2.- RIFLESSIONE DELLA COMUNITÀ A.- Dimensione Missionaria Quali sono gli aspetti più positivi della vostra missione? Quali sono le principali difficoltà o sfide e che cosa suggerite per migliorare la realizzazione del vostro compito e le condizioni in cui lo svolgete? B.- Vita Comunitaria e consacrazione religiosa Quali sono gli elementi, aspetti e valori più positivi della vostra comunità? Quali sono le principale difficoltà e quali i vostri suggerimenti per migliorare la vita comunitaria e l’osservanza della nostra consacrazione religiosa? C.- Per quanto riguarda la Provincia Quali sono, in concreto, i punti forti e aspetti positivi della Provincia? Quali sono le preoccupazioni dei membri della vostra comunità riguardo alla Provincia e al suo futuro? Cosa implica la Ristrutturazione per la Provincia? In che modo la Provincia si può coinvolgere di più nella collaborazione a livello di Conferenza e della Congregazione? Per noi è una grande gioia venire a trovarvi. Insieme auspichiamo che la Visita sia esperienza significativa e tempo di grazia, nella condivisione della nostra vocazione missionaria redentorista. Vostri fratelli nel Cristo Redentore, Jacek Zdrzalek e C. Alberto Eseverri CRONACA____________________________________________________________________________pagina 5 Centenario del presepio della chiesa di San Gioacchino (dal Bollettino della Parrocchia, n. 41, 2013) I n questi mesi le nostre bellissime statue del presepio compiono 100 anni. Le ultime statue sono arrivate nel 1913 e hanno completato il bellissimo presepe della nostra chiesa. Il bollettino parrocchiale e la cronaca di San Gioacchino dell’inizio del secolo scorso ci aiutano a conoscere meglio la storia delle stupende sculture che anche quest’anno possiamo ammirare. Nel maggio 1911 il Bollettino mensile pubblica l’avviso del parroco P. Giacomo Gasparini: “Assecondando il desiderio di pie persone, si è determinato di fornire nel prossimo venturo Natale questa Chiesa di un devoto, artistico presepio. Tutti coloro che vogliono concorrere ad un’opera così santa, sono pregati di far pervenire in Sacrestia le loro offerte che mensilmente saranno riportate in questo bollettino. Si prega di non tardare a fare queste offerte, perché per averlo devoto ed artistico si deve ordinare subito”. La richiesta del parroco è stata accolta con grande entusiasmo e il nome di ogni offerente veniva pubblicato sul mensile. Purtroppo la somma raccolta era ancora “troppo lontana per ammirare un Presepio degno di questa Chiesa monumentale”. Nonostante le difficoltà economiche P. Gasparini ha deciso di comprare le statue informando tutti i parrocchiani: “Il parroco, fallitagli la speranza, attesa la esiguità della somma raccolta, di fornire in quest’anno la nostra Chiesa del progettato presepio artistico si vede nella necessità di contentarsi per ora di avere soltanto il gruppo principale, cioè Gesù, Maria e Giuseppe, rimettendo all’anno venturo l’acquisto di altre statue”. Il bollettino comunicava che la quota raggiunta ammontava a L. 259,45 per cui “anche le sole 3 statue artistiche fatte venire, importano una somma quasi tripla della raccolta”. Le statue arrivano nel dicembre del 1911 e sono opere di egregia fattura di Ferdinando Stuflesser di S. Ulrico-Gardena (Tirolo). Il primo presepio artistico viene collocato nella Cappella di S. Edvige (Polonia) e dà la possibilità ai numerosi fedeli di vivere più profondamente le feste natalizie. Nell’anno successivo il parroco ordina le altre 5 statue: i tre Magi, un paggio ed un soldato pagando L. 1000. Così al Natale i nostri parrocchiani possono ammirare un presepio più ricco e più bello. L’opera viene completata nel dicembre 1913 quando il presepio si arricchisce di altre statue, soprattutto di pastori e di animali. Lungo tutti gli anni il presepio è stato allestito diverse volte in varie cappelle della nostra chiesa. La sua originalità e la bellezza delle sculture hanno suscitato l’interesse del Vaticano. Negli anni Ottanta per due volte le statue hanno lasciato San Gioacchino per essere collocate nella Basilica di San Pietro in occasione delle feste di Natale. Così il Papa Giovanni Paolo II ha avuto la gioia di pregare davanti al presepe fatto delle nostre famose opere. Anche quest’anno gli instancabili fr. Antonio, Stefano Baini e Simone Casalvieri ci hanno permesso, grazie alla loro creatività e al loro lavoro (foto in basso), di rendere ancora più profonda e splendida la nostra meditazione del mistero dell’Incarnazione. Pagina 6________________________________________________________________________NOTIZIARIO TWITTER DEL PADRE GENERALE I messaggi brevi riportati su Twitter da Padre Michael Brehl, Superiore Generale dei Redentoristi, appariranno sulla parte superiore della pagina internazionale e verranno sempre aggiornati con una parola di animazione missionaria e con la condivisione delle sue visite in tutto il mondo. Il Communicanda n. 9, del 1986, che tratta del ruolo e della missione dei Superiori e li considera “pastori spirituali”, riporta una frase che suggerisce il desiderio del Superiore nei confronti dei Confratelli: “Il Pastore spirituale vive con l’ansia di aiutare la sua comunità nel suo cammino”. In questo modo, il Padre Generale sarà in grado di arrivare rapidamente a coloro che navigheranno nel nuovo Portale dei Redentoristi e voi potrete accompagnarlo ricevendo le sue informazioni e pregando per il suo apostolato. Non è necessario essere un utente di Twitter, dal momento che i messaggi di Padre Michael verranno tutti pubblicati. Per coloro che hanno già un account in questo social network e desiderano dialogare con lui, basta diventare un suo “follower” APOSTOLO DEGLI USA VESCOVO DELLE PERIFERIE Matteo Liut, AVVENIRE, 5 gennaio 2014 Come san Paolo, apostolo per le vie di un mondo bisognoso del Vangelo, ma spesso eroico missionario in luoghi ostili e difficili. Per san Giovanni Nepomuceno Neumann l’Apostolo delle genti fu un vero modello: era nato in Boemia nel 1811, figlio di artigiani, entrò presto in seminario, ma l’0rdinazione sacerdotale ebbe dei rinvii. Nel 1836 emigrò negli Stati Uniti e venne ordinato sacerdote a New York, dove c’era molto lavoro per i pochi preti presenti. Lui cominciò dalle campagne e dalle periferie, facendosi pellegrino in mezzo alla gente. Nel 1842 entrò tra i Redentoristi e nel 1852 fu nominato vescovo di Filadelfia: anche in questa città il suo campo prediletto furono le periferie cittadine ed esistenziali. Morì nel 1860. RICORDO DI PADRE ORLANDI La rivista CHIESA E STORIA – dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa, 3 (2013) 315-317 – in memoria del nostro confratello riporta l’intera omelia tenuta dal Provinciale p. G. Congiu il 13 agosto 2013 e invita gli interessati a consultare la bibliografia completa di p. Orlandi all’indirizzo web http//www.storiadellachiesa.it/, Sezione In memoriam. P. Giovanni Vicidomini plaude all’iniziativa di dedicare a p. Orlandi tutto un numero del BPR. Ne conserva una copia nell’archivio della Provincia di Napoli. Don Franco Borsari da Modena scrive: «Ottimo padre Marcelli, ho ricevuto l bollettino della Provincia romana dei redentoristi con l’ampio ricordo di padre Giuseppe Orlandi. Le sono grato peri il ricordo e ho letto con interesse sia i testi che l’ampia bibliografia oggi facilmente non trovabile.» Don Alberto Zironi da Modena comunica: «Grazie, padre Ezio, dell’invio della monografia su padre Giuseppe Orlandi. La ricambio con il nostro bollettino.» STUDIO______________________________________________________________________________pagina 7 FRAMMENTI DI RIFLESSIONE SULLA MISSIONE AL POPOLO p. Desideri, ricordando la missione di Treporti, 21.10.2013 __________________________________________________________________________ Una premessa Il temine “missione”, per noi Redentoristi, ha un significato ampio, include varie forme apostoliche, come il ministero parrocchiale, la formazione catechetica, gli esercizi spirituali, la promozione della giustizia e della persona umana, l’apostolato attraverso i mass media, lo studio della teologia morale e pastorale sia in senso di base che accademico, la direzione spirituale e l’aggiornamento del metodo apostolico. La missione celebrata a Treporti nel 1913 (BPR, 58 (2013) 191-192), di cui si parla questa sera, è la missione al popolo, la forma apostolica per eccellenza dei Redentoristi (cf. Costituzioni 13-16). Chi sono i Redentoristi? Sono Sacerdoti e Fratelli coadiutori parte di un “Corpo” apostolico. La prima Costituzione così recita: ‹‹La Congregazione del ss. Redentore, fondata da sant’Alfonso, è un istituto religioso, missionario, clericale, con diversità di riti. E’ di diritto pontificio ed esente, ha per fine “di seguitare l’esempio del nostro Salvatore Gesù Cristo in particolare in predicare ai poveri la divina parola, come egli già disse di se stesso: Evangelizare pauperibus misit me”›› (Cost. 1). Dopo i Redentoristi è ora doveroso passare a una breve presentazione del nostro Fondatore: sant’Alfonso Maria de Liguori. Nasce il 27 settembre 1696 a Marianella, presso Napoli. I genitori sono Giuseppe de Liguori, ufficiale della flotta reale, e Anna Cavalieri, della nobile famiglia dei marchesi di Avenia, di origine spagnola. Da questo legame, il primo nome dato al bambino, è Alfonso, che ricorda i re spagnoli. ‹‹Ancora in fasce gli si avvicinò un prete gesuita, Francesco de Geronimo, che fissatolo attentamente, dopo aver espresso i soliti convenevoli ai genitori, proclamò: “Questo bambino vivrà molto a lungo, oltre i 90 anni. Sarà vescovo. E farà grandi cose per Gesù Cristo”. Sembra che Alfonso de Liguori e Francesco de Geronimo non si siano mai più incontrati nella vita. Li metterà a fianco l’uno dell’altro Gregorio XVI il 26 maggio 1839, quando li eleverà insieme alla gloria degli altari›› (EZIO MARCELLI, AA.VV., Ordini religiosi cattolici a Venezia, Rinascimento e Epoca moderna, Quaderni delle Scuole di Venezia, vol 4, 2010, p. 101). Alfonso non frequentò le scuole pubbliche, come tutti i ragazzi di famiglie nobili. Tuttavia a 16 anni, il 21 gennaio 1713, Alfonso venne proclamato dottore in diritto civile e ecclesiastico. La carriera di avvocato di Alfonso inizia e prosegue con entusiasmanti successi, e nonostante gli impegni professionali diventa membro della Confraternita dei Dottori della Visitazione, che aveva lo scopo di visitare e assistere i malati del più grande e malfamato Ospedale di Napoli, il Santa Maria del Popolo, indicato anche come “Gli Incurabili”. Poi arrivò la torrida estate del 1723 che segnò la sua sconfitta in tribunale, accompagnata dalla irrevocabile decisione di non mettere più piede in un’aula giudiziaria: “Addio, tribunali, per sempre”. Alfonso decise di darsi a Dio, con profonda delusione e avversione da parte del padre, che gli disse: ‹‹Prego Dio che tolga o te o me dal mondo, perché io non ho il coraggio di guardarti più in faccia››. Quindi di nuovo sui libri. Per essere sacerdote alle discipline giuridiche occorreva dedicarsi allo studio della Teologia dogmatica, Teologia morale e sacra Scrittura. Nel frattempo, con una diecina di preti e alcuni laici, Alfonso ‹‹diede vita a una istituzione che anticipava gli impegni dell’Azione cattolica e dei laici, richiamati nel 1965 dal concilio Vaticano II: le “Cappelle Serotine”, ossia riunioni che avvenivano dopo il tramonto, composte di piccoli gruppi di persone alle quali si spiegava il Vangelo o una verità di fede o una virtù cristiana (…). I partecipanti appartenevano alle categorie più umili e più povere di Napoli (…). Esse avevano un duplice scopo: convertire e rinvigorire la vita di fede e di preghiera, prima di tutto; poi, formare in tutti loro gli “apostoli” che nella vita, attraverso i lo- Pagina 8______________________________________________________________________________STUDIO ro mestieri, sarebbero stati capaci di testimoniare il Vangelo e la fede ricuperata›› (EZIO MARCELLI, op.cit., p. 108 e passim). Il 9 novembre 1732, nella Città di Scala, presso Amalfi, Alfonso insieme all’avvocato Cesare Sportelli, al sacerdote Giovanni Mazzini e 4 postulanti danno inizio alla Congregazione del ss. Salvatore, poi Redentore, con la celebrazione della santa Messa e il canto del Te Deum di ringraziamento. Dopo una lunga vita, come missionario, vescovo e scrittore, Alfonso muore il 1° agosto 1787 all’età di novant’anni e dieci mesi. Viene canonizzato da Gregorio XVI il 26 maggio 1839. Pio IX, il 7 luglio 1871, concede a sant’Alfonso il titolo di Dottore della Chiesa e Pio XII, col Breve datato 26 aprile 1950, lo nominò e designò Patrono celeste presso Dio di tutti i Confessori e Moralisti. Davanti al suo patrimonio culturale si sono chinati anche autorevoli protestanti, ne ricordiamo uno per tutti, A. Harnack, che ha scritto: ‹‹Voltaire e il Liguori, che furono contemporanei, sono stati gli uomini più influenti nella direzione delle anime delle nazioni latine›› (EZIO MARCELLI, op. cit., pp.116 e passim). I Redentoristi a Venezia I Redentoristi, già prima dell’invito del Cardinale Patriarca Aristide Cavallari, risiedevano a Mestre nella Casa del Sacro Cuore: un Centro missionario che in pochi anni raggiunse notorietà e forza irradiante. Vi ‹‹facevano capo tutti i Vescovi della Regione del Veneto: “se si desiderava avere delle missioni ben fatte – si diceva – bisognava rivolgersi ai Padri di Mestre: essi hanno il monopolio”›› (Riccardo Pitigliani, Litterae Annales, anni 1912-1913, p. 39 ss.). Mestre, come si sa, in quel tempo apparteneva alla Diocesi di Treviso. Voci entusiaste certamente arrivarono alle orecchie del Patriarca di Venezia che pensò di chiamare i Redentoristi, avendo a disposizione il complesso della Fava nel quale viveva l’ultimo filippino, il P. Ferdinando Palmieri, ormai in età avanzata. Così inizia la trattativa tra il Patriarca e il P. Patrizio Murray, Superiore generale dei Redentoristi. L’atto formale del passaggio del complesso della Fava dal P. Palmieri ai Redentoristi ha luogo il 16 giugno 1912. Il trasferimento dei Padri da Mestre a Venezia avviene gradualmente e si concluse nell’anno successivo. L’anno della missione a Treporti. LA MISSIONE AL POPOLO: MEMORIA GRATA DEL PASSATO 1° PERIODO: secondo la tradizione Fino alla seconda guerra mondiale. Gli accordi per la missione avvenivano direttamente tra il Parroco e il Direttore della missione. Non esisteva quindi una preparazione o pre-missione. L’inizio della missione consisteva nell’accoglienza solenne all’ingresso del paese e nella presentazione dei missionari all’assemblea in chiesa. Questo modello, seguito certamente anche a Treporti nel 1913, evidenzia sullo sfondo una società di “cristianità”, cioè sostanzialmente cristiana quando la chiesa è un punto di riferimento sia nella pratica religiosa che nella vita sociale. Questo si riflette anche nei temi della predicazione, più orientati a rianimare la vita pratica che a illustrare la fede. Solo negli anni immediatamente dopo la guerra viene inserito il dialogo tra il dotto e l’ignorante, un modo per rispondere in qualche modo a una carenza di fede. Un elemento però che dura pochi anni. 1.1. Svolgimento della missione: Il p. Direttore assegnava a ciascun missionario il lavoro che doveva svolgere secondo le categorie sociali: giovani, bambini, mamme, uomini, anziani. In questo periodo era ancora facile incontrare i giovani e i bambini nelle scuole, naturalmente sempre previo accordo e permesso del Direttore scolastico. STUDIO______________________________________________________________________________pagina 9 1.2. I temi: Come già accennato, i temi riguardavano non tanto la fede, poiché era supposta, ma erano relativi a un risveglio per una autentica vita cristiana. Tra questi non dovevano mancare, secondo sant’Alfonso, il tema del peccato, della misericordia di Dio e della Vergine Maria. 1.3. Frutto della missione: La missione non doveva restare un evento a se stante, aspetto eminentemente redentorista. Un primo impegno che doveva restare in permanenza, affinché la comunità vivesse un cristianesimo responsabile, era la pratica della meditazione quotidiana, almeno di 15 minuti, secondo il pensiero e gli scritti di sant’Alfonso. Un secondo impegno, la Visita al ss. Sacramento in chiesa. A tale scopo il Santo ha scritto le Visite al ss. Sacramento e a Maria santissima. EVOLUZIONE DELLA MISSIONE AL POPOLO 2° PERIODO: dopo la seconda guerra mondiale Periodo movimentato. Dopo diversi segnali, a noi Redentoristi diventa chiaro negli anni ’60 un cambiamento significativo sul piano socio-religioso nella vita cristiana delle parrocchie. I fedeli, durante le missioni, non vengono in chiesa quando nel periodo precedente tutto si svolgeva in chiesa e le chiese erano affollate. L’Ufficio missioni del tempo propone una vera inversione di marcia imperniata sullo slogan La missione dalla famiglia alla chiesa. La vita ecclesiale, che in precedenza, coincideva sostanzialmente con la vita sociale, muta di segno. L’identità ecclesiale tende a dissociarsi da quella civile. La persona accentua il senso della propria identità rispetto alla vita ecclesiale ma anche civile e sociale. Le Università entrano in forte fibrillazione. Pertanto alla base della predicazione andava riscoperto il rapporto umano – direbbe oggi Papa Francesco – con tutti i suoi valori e conflitti. Per carisma i Redentoristi sono sensibili a questo: la persona al centro della sua identità umana e cristiana. Il concilio Vaticano II che si apriva nel 1962, convocato dal grande Pontefice Giovanni XXIII, rendeva stabile un aspetto importante della nostra identità pastorale. Al centro c’è la persona col suo vissuto esistenziale, su cui innestare la proposta di fede e di cui già si avvertiva l’insufficienza. La vita cristiana non è il risultato di un insieme di pratiche religiose ma il frutto che nasce dalla conoscenza e dall’essere in comunione con Cristo Redentore. Ricorda Benedetto XVI che ‹‹all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva›› (Dio è Amore, 1). L’elemento innovativo della missione, in questo contesto, sono “I Centri di Ascolto”, preceduti nella fattispecie dalla “Visita alle famiglie”. Riprendo da La Missione Redentorista, stilata dal p. Bruno Visuri nel 1988, dove si dice: “Al mattino della prima settimana, il missionari fanno visita alle famiglie della parrocchia, portando la benedizione del Signore, si mettono in dialogo con coloro che trovano e li invitano, assieme ai familiari assenti, al centro di ascolto che avrà luogo ogni sera presso una famiglia o in altro luogo da concordare”. Il “Centro di Ascolto”, invece risulta una specie di rivisitazione delle “Cappelle serotine” escogitate da sant’Alfonso a Napoli. L’incontro cordiale, l’ascolto della parola di Dio, la preghiera, la risposta competente ai vari problemi che assillano le persone, le famiglie, la società, sono ingredienti importanti per la riuscita di una missione. Come punto di riferimento, per la missione al popolo, resta ancora valido La missione popolare redentorista, il cui metodo completo si articola su tre precise fasi: 1. La preparazione; 2. Lo svolgimento; 3. Il dopo missione Pagina 10_____________________________________________________________________________STUDIO LE URGENZE DELLA STORIA: APRIRE CON FIDUCIA IL FUTURO I Capitoli generali, che si sono succeduti alla puntuale scadenza di ogni sei anni dal 1991, hanno iniziato a focalizzare diversi aspetti che imponevano un cambiamento alla missione dei Redentoristi a livello mondiale, sia pure con modalità e accentuazioni diverse. Tra questi: a. La diseguale presenza del personale nelle diverse aree geografiche, soprattutto tra i paesi cosiddetti sviluppati dove si registrano l’invecchiamento e le scarse vocazioni, e i paesi dell’America Latina, Oceania, Africa dove aumentano le vocazioni e l’età media si aggira sui 40 anni. b. La riforma del dopo Concilio aveva decentralizzato il potere centrale della Congregazione, proprio per un maggiore adattamento alle diverse situazioni, potenziando le Province, ma il tempo ha messo in evidenza l’indebolimento del Governo generale e quindi la sua capacità di coordinamento. c. La questione dei destinatari della missione redentorista: i poveri. Dove sono e chi sono? Così il Capitolo generale del 2003 ha messo in opera un progetto di “ristrutturazione” al fine di ripensare complessivamente la Missione redentorista a livello mondiale. Un progetto che non riguardava solo e prima di tutto le strutture quanto una vera e propria conversione del modo di pensare la stessa fede cristiana con le sue implicazioni sulla predicazione e sul piano morale, un nuovo approccio con la cultura, e la conoscenza delle altre fedi cristiane e non (cf. SERAFINO FIORE, in AA.VV., op. cit., p. 126 e passim). In realtà già dagli anni ’90 si erano intensificati gli incontri nazionali e internazionali dei Superiori maggiori, convegni dei moralisti, dei missionari, degli addetti all’ecumenismo e convegni tematici per tutti i confratelli. Questo movimento ha creato le condizioni per l’organizzazione della Congregazione in cinque grandi “Conferenze”, attuata dal capitolo del 2003, esse sono: Asia-Oceania; Africa-Madagascar; Europa; America Latina e Caraibi; America del Nord. Questo ordinamento permette alle singole Province di uscire da un certo provincialismo, che peraltro le penalizzava perché insufficienti a portare avanti isolatamente la propria missione; invece, le rispettive Conferenze possono venire in aiuto sia in relazione al movimento delle persone che al fattore economico, e soprattutto nell’ organizzare comunità specifiche per missioni specifiche, dove si verifichino urgenze pastorali. Attuale ministero dei Redentoristi a Venezia Quale ministero svolgono oggi i Redentoristi nella Casa di Venezia? L’assistenza spirituale alla Fraternità dei santi Nicola e Sergio, che annovera un consistente numero a Mestre e che opera in campo ecumenico in particolare con gli Orientali ortodossi; agli Amici di Maria Immacolata (A.M.I.), che si riferisce all’Istituto di Maria Immacolata, che nasce dopo il Concilio, ma che riprende e sviluppa il carisma suscitato dalla Fondatrice, la Serva di Dio Brigida Postorino, e che opera nel campo della formazione giovanile. La comunità esercita il suo ministero anche attraverso l’Oratorio San Filippo Neri, struttura per la formazione culturale e religiosa. Il ministero della confessione ogni giorno, al mattino, a san Marco, oltre che nella propria chiesa. Un padre della comunità è il Segretario della CISM diocesana (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) per la Diocesi di Venezia. La CISM svolge un servizio di comunione e di orientamento tra gli Istituti religiosi maschili e tra questi e le Chiese locali o Diocesi. A partire dal 1988, la nostra chiesa di Santa Maria della Consolazione (o della Fava) è diventata un riferimento stabile dei migranti delle Isole Filippine. Un Redentorista è il loro Cappellano. Secondo l’Ufficio Statistico del Comune di Venezia, al giorno d’oggi, i filippini ammontano a 1.089 persone e risiedono nel Centro storico, a Mestre e a Campalto. Ogni anno il Cappellano celebra una missione, adattata alla situazione. Non mancano pellegrinaggi, gite e altri incontri, in particolare, con i giovani sia da soli che aggregati ai giovani della pastorale giovanile redentorista. ORDINE Ss. R.______________________________________________________________________pagina 11 DAL MONASTERO DI SANT’AGATA DE’ GOTI Carissimi, Natale è alle porte. E’ il momento dell’anno in cui è più intenso il desiderio di condividere con quanti ci sono cari lo spirito di una celebrazione nella quale Dio si fa dono per ognuno di noi. Condividiamo la gioia di un Dio che si è fatto bambino per ciascuno di noi. E condividiamo la lettera di Natale: un sunto per benedire e ringraziare il Signore per quanto ha operato per la nostra Comunità, raccontando le mirabilia Dei nelle vicende lieti e tristi dello scorrere dei giorni. Innanzitutto gli accadimenti della Chiesa che in quest’anno ci hanno calamitato su Roma con le dimissioni di Papa Benedetto e l’elezione di Papa Francesco, entrambi doni di Dio per guidare e custodire il gregge di Cristo. L’anno della fede, l’enciclica Lumen Fidei e l’esortazione Evangelium Gaudium, la GMG di Rio de Janeiro, ci facilitano la traversata nella fragile barca di Pietro, nelle vicende tumultuose della storia, verso il mare della salvezza. Un viaggio imprevisto in gennaio ha aperto l’anno 2013: la superiora, sr. Anna Maria Ceneri si è recata, insieme a p. Davide Perdonò, superiore provinciale dei Redentoristi di Napoli, e a p. Alberto Ceneri, in Madagascar, presso la missione redentorista della Provincia Napoletana, per animazione vocazionale e per verificare le possibilità di far venire ragazze candidate per la formazione in Italia nel nostro Monastero. Nella Novena di Pentecoste abbiamo vissuto gli Esercizi Spirituali comunitari con P. Maurizio Iannuario, redentorista, dal tema: le grandi virtù, cardini della nostra vita religiosa. Mentre il ritiro mensile è stato predicato da p. Clemente Basilicata, Oblato di Maria Immacolata. Per la nostra formazione permanente beneficiamo dei Sacerdoti diocesani e dei Padri Redentoristi. Tra tutti desideriamo menzionare don Severino Hizekwa, sacerdote dell’Angola, che è stato a S. Agata per due anni, coadiuvando in parrocchia e molto disponibile per la nostra comunità, e p. Antonio Molinaro, giuseppino del Murialdo, che ogni tanto viene da Roma. Nel nostro monastero l’Evangelium Gaudium avviene in modo particolare quando i fedeli entrano in Chiesa e possono partecipare alle varie azioni liturgiche: la S. Messa, l’adorazione eucaristica, la recita dei Vespri, o le proposte settimanali come la Lectio Divina e la recita del s. Rosario per intero, e iniziative mensili come la scuola di preghiera per i giovani in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana. Ma anche attraverso l’accoglienza gioiosa dei vari gruppi parrocchiali, dei bambini del catechismo, dei cresimandi, delle famiglie, e gruppi di preghiera; per non parlare delle scolaresche, giovani e ragazzi, che invadono la chiesa. Il nostro contributo specifico sta proprio nel fatto che apriamo le porte della Casa e del cuore ad ogni fratello o sorella che viene indicando e rinviando ad un Altro, il Redentore, colui che può dare consolazione e risposta alle proprie attese. Per le ragazze apriamo anche la foresteria per giorni di ritiro o esperienze di vita monastica o semplicemente per un cammino di fede. Con questo spirito proponiamo le varie iniziative. Ricordiamo la grande novena in onore di S. Alfonso, un percorso di preghiera e cultura con l’intervento di alcuni sacerdoti della nostra diocesi; e a conclusione un concerto tenuto dal maestro Margherita Puccillo del teatro S. Carlo di Napoli, con i suoi allievi. Ogni anno, in occasione della festa di S. Alfonso incontriamo i nostri cari seminaristi, speranze della diocesi. Per la processione del Santo Vescovo patrono di S. Agata, quest’anno abbiamo accolto un tris di vescovi: il nostro Pastore Mons. De Rosa, Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, e Mons. Orazio Francesco Piazza, neo-eletto vescovo di Sessa Aurunca, sacerdoti che questa diocesi ha donato alla Chiesa. Abbiamo ricevuto le gradite visite dei gruppi di studio di spiritualità alfonsiana dei Padri Redentoristi da tutto il mondo guidati da p. Serafino Fiore, direttore del Centro di Spiritualità redentorista di Roma; e degli Studenti del Collegio Maggiore S. Alfonso di Roma con p. Medina accompagnati da p. Ceneri. Le Messe celebrate con loro nelle varie lingue ci hanno fatto rivivere lo Spirito di Pentecoste. Pagina 12_____________________________________________________________________ORDINE Ss. R. In giugno hanno bussato al nostro portone Sr Petra Amershuberper, la novizia sr. Ancilla Pirschner, del monastero austriaco di Lauterach e due amiche, Maria e Valentina: sono state con noi per una settimana. Mentre per qualche giorno in settembre abbiamo gioito per la presenza di sr. Valentina Sawadogo del monastero di Diabo del Burkina Faso, in quella occasione la superiora del Monastero di Scala, sr. Imma Di Stefano, è venuta con alcune consorelle a visitarci. Nell’accoglienza annoveriamo anche sr. Marianne Be, suora battistina malgascia, sorella minore della nostra sr Giuliana Be, venuta in Italia per studio: è restata da noi per alcuni giorni. Un altro illustre ospite è stato Mons. Mario Paciello, vescovo di Altamura-Gravina-Acquavite delle Fonti, che abbiamo accolto con il suo clero giovane, in una visita lampo, ma di un luminoso flash! Una Celebrazione Eucaristica abbiamo vissuto con p. Francesco Bamonte, dell’Istituto del Cuore Immacolato di Maria, presidente dell'Associazione Italiana Esorcisti, venuto a Sant’Agata per un aggiornamento al Clero diocesano. Da aprile a ottobre, il 16 di ogni mese, in onore di s. Gerardo Maiella, protettore delle mamme e dei bambini, abbiamo celebrato una s. Messa in difesa della vita, contro gli aborti, con grande partecipazione di persone sensibili a questo tema; la conclusione di questo ciclo è stata la novena a s. Gerardo durante la quale ogni sera è venuto un gruppo di ragazzi delle catechesi parrocchiali per animare il s. Rosario. La celebrazione nella festa del Santo è stata presieduta da p. Luis Josè Medina, redentorista, Direttore del Collegio Maggiore dell’Accademia Alfonsiana di Roma. La sofferenza ha visitato la nostra sr. M. Cecilia Ferrara, a causa della perdita della sua unica sorella, Agata, e sr. Francesca Calabrese con un lungo ricovero in ospedale a causa del suo cuore che ogni tanto fa i capricci. La notizia del Decreto dell’eroicità delle virtù della nostra Fondatrice, Madre Maria Celeste Crostarosa, col quale le è stato riconosciuto il titolo di Venerabile, ci ha riempite di gioia. La nostra viva gratitudine al postulatore p. Antonio Marrazzo. Nella giornata Pro Orantibus abbiamo presentato la figura della nostra venerabile Madre Fondatrice, e celebrato la vita contemplativa con il nostro Vescovo e le suore della diocesi. In comunione con la Comunità del monastero di Scala, in marzo, la Superiora con sr. M. Francesca Attanasi, sr. Giuliana Be e tre ragazze di Sant’Agata hanno partecipato alla Professione temporanea di sr. Mariella Salvato; e in ottobre, alla novena in onore della Madre Crostarosa. Mentre la Superiora ha partecipato all’inaugurazione della Statua della venerabile M. Celeste Crostarosa collocata nel giardino del Monastero Ss. Salvatore di Foggia, il 14 settembre, festa della nostra Fondatrice. Ringraziamo p. Generale Brehl per tutte le comunicazioni sulla Congregazione del SS. Redentore e per la sua lettera di incoraggiamento al nostro Ordine, ringraziamo vivamente le suore della Commissione di Servizio, per tutto il lavoro svolto a favore dell’Ordine. Ci uniamo ai Redentoristi nella preghiera per l’anno delle vocazioni missionarie, senza lasciare la preghiera per le vocazioni contemplative redentoriste. La nascita di Gesù riporti nei nostri cuori lo stupore dell’infanzia della creazione. Che sia un Natale sereno e un nuovo anno benedetto da Dio. Auguri. Sant’Agata, Avvento 2013 sr. Anna Maria Ceneri e Comunità _____________________________________________________________ Direttore p. Ezio Marcelli Via Monterone 75 00186 Roma [email protected] http://portale.cssr.it/Bollettino
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