risonanze veglia 2015 - CENTRO PER LA PASTORALE FAMILIARE

La nostra Chiesa
venerdì 20 febbraio 2015
L’amore è la
nostra missione
P
er la Veglia di S.Valentino di
venerdì 13 febbraio scorso, il
tema è stato tratto
dall’Incontro Mondiale delle
Famiglie che si svolgerà a Philadelphia
nel prossimo settembre. Ecco alcune
riflessioni su una caratteristica
importante dell’amore: quello della
missione sponsale nelle diverse
sfaccettature vocazionali.
San Giovanni Crisostomo sostiene che
l’unione degli sposi non è solo
l’immagine di qualcosa di terreno, ma
anche di Dio stesso. Infatti, amandosi
l’un l’altro gli sposi amano Dio;
l’immensità e le diverse
manifestazioni dell’amore sponsale
testimoniano il valore peculiare della
loro vita. Attraverso il mistero della
vita coniugale, i coniugi sono come
avvolti dalla Presenza divina: la stessa
vita sponsale quotidiana è un’opera
d’arte spirituale che si crea e si
rigenera giorno per giorno ed è la
stessa quotidianità che diviene forma
di preghiera e innalza quel ministero a
cui noi sposi siamo chiamati.
Essere avvolti e sostenuti in questo
modo dallo sguardo amorevole di Dio
è una splendida e sconvolgente
sicurezza e protezione,
contemporaneamente, per quanto
riguarda noi, è una grande
responsabilità.
Una responsabilità che si definisce
prima di tutto con la fondante
consapevolezza che “l’amore è la
nostra missione”. L’amore è già
naturalmente la nostra vocazione, dal
momento in cui abbiamo scelto, con
Tante co ppie
d i g i o va n i a l l a
ve g l i a ;
i n b a s s o i l ve s c o vo C l a u d i o
e d on Br u n at o
fedeltà, di farci coinvolgere, di vivere e
intensificare la relazione l’uno verso
l’altro e l’uno con l’altro verso i
famigliari, la comunità e la società a
cui apparteniamo, anche verso coloro
che sono soli, sofferenti o disperati.
Non sono necessarie modalità
sconvolgenti! L’amore è la nostra
missione e può significare, ad
esempio, accorgersi che l’anziana
signora vicina di casa, che si lamenta
in continuazione, soffre in realtà di
solitudine e ha bisogno di parlare o di
sentirsi ancora utile e valorizzata;
oppure accompagnare con
discrezione quella famiglia che si
prodiga tanto in parrocchia ed è così
disponibile a svolgere mille servizi ma
che, al suo interno, non possiede un
vero dialogo di coppia o un dialogo
genitoriale, e come famiglia sta poco a
poco morendo senza rendersene
conto…
L’amore è la nostra missione e per noi,
Giorgio e Laura, assume l’immagine di
riconoscimento.
Con tale parola intendiamo sia
gratitudine e consapevolezza.
Gratitudine per i grandi doni che il
Signore ci ha dato in questi anni: i
nostri figli, le relazioni familiari e
interpersonali, seppure a volte non
facili sono comunque arricchenti, e il
servizio pastorale a cui siamo stati
chiamati verso la comunità diocesana.
Tutto questo perché anche attraverso
il nostro piccolo contributo possa
essere sempre più visibile il Suo
grande Amore. A questa gratitudine si
aggiunge però anche la
consapevolezza che siamo soprattutto
e prima di tutto mancanti di molte
cose, che solo l’Amore divino di Cristo
Sposo può sopperire e manifestarsi
nel nostro maldestro amore umano di
sposi consentendoci di non sentirci
completi e arrivati e di ripartire
continuamente da dove la nostra
relazione sponsale o interpersonale si
interrompe.
Ma soprattutto l’amore è la nostra
missione nel riconoscere che noi,
“piccola chiesa”, siamo strumenti
nelle mani del Signore e che nella
Gioia armoniosa, insieme alla grande
Chiesa, possiamo e vogliamo suonare
un’unica sinfonia!
Giorgio e Laura Obrizzi
co-responsabili Centro diocesano
per la Pastorale Familiare
Siamo bisogno di amore! Bisogno di Dio
A
nche per noi consacrate l’amore
è la nostra missione. Il teologo
Silvano Fausti bene dice quando
esprime “siamo bisogno di Dio! Siamo
bisogno di amore! Siamo bisogno di
perdono!” Quanto è vero per me,
quanto è vero per ogni consacrato! È
solo questa sete di amore, riempita da
Dio, che ci dona passione, creatività,
coraggio, gioia, fedeltà, servizio a tutti ogni giorno, in ogni istante, in mille modi e in mille occasioni.
Per noi religiosi la relazione con Dio è
continua e ci porta sempre più al desiderio profondo di essere “vino nuovo, luce che splende, lievito di bene,
speranza per il futuro, pienezza di
realizzazione”, in sostanza ci impegna
a diventare “come Dio”: solo amore
per tutti i fratelli del mondo. Ma che
cosa intendiamo con questa parola
così vasta e così usata che è “amore”?
Per noi religiosi, sposati con Cristo,
Amore è quello divino che accoglie,
perdona, rinnova, serve, incoraggia,
illumina, rispetta, ascolta, valorizza,
ricrea, dona nella gratuità e nella gioia! Sono tutti valori umani, che diventano “divini” nella fede e nel rapporto
profondo, quotidiano con Dio.
Amore è per noi “Dio stesso”, che dà
senso profondo ed eterno alla nostra
vita, è l’essere chiamati e inviati ogni
giorno perché i fratelli scoprano il vero volto di Dio, come noi e si rendano
sempre più coscienti della presenza
di un Dio “vivo e operante” nella nostra vita quotidiana, di un Dio innamorato delle sue creature e che ripete nell’intimo di ciascuno: “Per favore,
amami! È solo questa la tua vocazione! Solo per questo io ti ho creato!”
Ho riflettuto a lungo su come esprimo la mia relazione di amore a Dio
nella vita religiosa, ho pensato alla
mia lunga esperienza nei percorsi di
preparazione al sacramento del matrimonio; ho rivisto nella mente, molte volte, come i miei genitori mi hanno testimoniato Dio-Amore; ho avuto l’esempio prezioso di coppie-guida che hanno raccontato con molta
semplicità e concretezza la loro fede.
Quanto stupore ho provato e provo
nel sentire la capacità che ognuno ha
nell’accogliere il mistero dell’Amore
di Dio, qualunque vocazione viva!
Sento sempre più vera la frase, piena
di significato, di don Primo Mazzolari: “…Non è importante la strada che
prendiamo nella vita, ma come la percorriamo!”
Qualunque sia la strada, qualunque la
chiamata, l’ideale è concretizzare,
ogni giorno, l’amore che Dio ci dona,
è diventare noi stessi Amore per la nostra gioia e per offrirlo a tutti, vicini e
lontani. Questo richiede molto impegno di formazione e di preghiera, profonde convinzioni e attenzione continua al Mistero di un Dio-Amore,
sempre presente e desideroso di vivere un’amorosa relazione con ciascuno di noi, che ci rende “divini” come
Lui!
s u or Ro s el m a Sa r tore
responsabile diocesana Usmi
e operatore PF
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