CONVEGNO NAZIONALE "Liberare la dirigenza scolastica: valorizzare la specificità, togliere oneri impropri, impedire invadenze esterne” Firenze, 17 e 18 novembre 2014 Grand Hotel Mediterraneo Sintesi Relazione Angela Pecetta, Dirigente Scolastica Toscana L’intervento della Toscana intende focalizzarsi sui problemi derivanti dal mancato completamento dell’iter normativo di molte leggi e delle conseguenze che questo determina nella gestione delle scuole. Solitamente questo mancato completamento si verifica o perché cambia il governo o perché cambiano i responsabili a livello ministeriale o perché intervengono nuove disposizioni che cambiano gli indirizzi precedenti. La legge n. 135 del 2012 nell’ambito delle norme sulla razionalizzazione della spesa pubblica, aveva dato un importante impulso al processo di dematerializzazione, ma stiamo ancora aspettando i regolamenti attuativi che sarebbero dovuti seguire. Nel frattempo però tutte le scuole si sono dotate degli strumenti necessari, affrontando e a volte forzando il Collegio dei docenti, recuperando risorse importanti dai nostri esigui bilanci. Non solo ma le scuole hanno dovuto implementare le reti wi-fi, acquistare computer, tablet, lim. Continuano però a mancare indicazioni chiare ed univoche ad esempio, sulla conservazione dei dati contenuti nei registri e sui supporti da utilizzare, tenuto conto che la tecnologia si evolve in modo rapido, facendo diventare obsoleti, quindi a breve non più utilizzati i supporti di oggi. In mancanza di questa chiarezza, a nostra tutela, dovremmo seguire le indicazioni dei nostri gestori che ci suggeriscono di procedere, al termine di ogni anno scolastico alla stampa su cartaceo dei vari registri! Certamente lo sforzo economico che le scuole stanno sostenendo per implementare le risorse tecnologiche riguarda anche e soprattutto la didattica: disporre di LIM in tutte le aule ci sembrava un traguardo irrinunciabile!. Sorprende scoprire nel documento del governo la “buona scuola”, che la nuova frontiera è il cosiddetto BYOD (bring your own device), ponendo seri dubbi sulla democraticità della soluzione e sulle conseguenze che questa modalità potrebbe avere rispetto all’inclusione di tutti gli alunni, senza contare i problemi che porrà a livello di sicurezza dei dati e anche, non ultimo, sulla correttezza didattica se è vero che, non solo il mezzo non è neutro, ma che il controllo del docente sul mezzo sarà determinato da conoscenze non più certe. Nell’a.s. 2013/14 sono partiti i primi corsi di formazioni per i docenti che saranno impegnati nell’insegnamento CLIL. Un primo gruppo ha terminato il corso linguistico per la certificazione B2, altri gruppi non hanno ancora terminato, altri devono ancora cominciare. Nessuno però ha fatto il corso, successivo ed obbligatorio, il corso metodologico. Questa la situazione alla fine dell’a.s. 13/14. www.flcgil.it 1 Il 25 Luglio 2014 le scuole ricevono la nota MIUR prot. n. 4969, avente per oggetto l’avvio in ordinamento dell'insegnamento di discipline non linguistiche (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL nel terzo, quarto, quinto anno dei Licei Linguistici e nel quinto anno dei Licei e degli Istituti tecnici Si tratta di norme transitorie per l’a.s. 2014/15, ma che bene mostrano la situazione e come i D.S. devono affrontare le questioni anche le più importanti dal punto di vista didattico e organizzativo. “La Nota intende offrire alle Istituzioni scolastiche un quadro riassuntivo della normativa che regola l'insegnamento di una Disciplina Non Linguistica (DNL) in lingua straniera secondo la metodologia CLIL e che definisce i requisiti richiesti ai docenti. Essa è finalizzata a fornire suggerimenti su modalità di attuazione e indicazioni operative a Licei e Istituti tecnici in questa prima fase di applicazione degli Ordinamenti”. La nota fa il punto della normativa che riguarda le CLIL: l'insegnamento di una Disciplina Non Linguistica negli Ordinamenti viene prevista nell'ambito della revisione degli ordinamenti della Scuola Secondaria di secondo grado, e precisamente nel Regolamento emanato con Decreto del Presidente della Repubblica n. 89/2010, mentre per quanto riguarda gli Istituti tecnici si fa riferimento al DPR n. 88/2010 Per due anni non viene fatto niente e poi…il Decreto Direttoriale n. 6 del 16 aprile 2012 della Direzione Generale per il Personale scolastico definisce gli aspetti caratterizzanti dei corsi di perfezionamento del valore di 20 Crediti Formativi Universitari (CFU) per l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera secondo la metodologia CLIL, rivolti ai docenti in servizio nei Licei e negli Istituti tecnici. L'Allegato A chiarisce le competenze richieste al docente CLlL, che caratterizzano il profilo di questa figura professionale. La dirigente ne sottolinea soltanto una, fondamentale: Ambito linguistico: I • ha una competenza di Livello C I nella lingua straniera Ai corsi di perfezionamento Universitari possono accedere i docenti in possesso di: a) certificazioni nella lingua straniera oggetto del corso, rilasciate da Enti Certificatori riconosciuti dai governi dei paesi madrelingua, almeno di livello Cl di cui al "QCER -Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue", che attestano le abilità ivi previste (Ascolto, Parlato/Interazione, Scrittura, Lettura); b) competenze linguistiche certificate in relazione alle abilità di cui alla lettera a), di livello B2 del QCER, iscritti e frequentanti un corso di formazione per conseguire il livello C l del QCER. In sintesi,il requisito richiesto, ribadito più volte, per l'insegnamento di una DNL in lingua straniera è il titolo rilasciato dalla Università al termine del corso di 20 CFU al docente in possesso di certificazione linguistica di livello Cl. Il Decreto Direttoriale della Direzione Generale per il Personale scolastico n. 89 del 20/11/2013, precisa però che “in questa fase di prima applicazione della metodologia CLIL, negli Ordinamenti scolastici, essendo in pieno svolgimento le attività di formazione dei docenti sia sul fronte linguistico che sul fronte metodo logico, può trovare impiego nella didattica della disciplina veicolata in lingua straniera anche il docente in possesso di una competenza linguistica di Livello B2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue e impegnato nella frequenza dei percorsi formativi.” Subito dopo si sostiene che: “L'avvio graduale, attraverso moduli parziali, può essere sperimentato anche dai docenti comunque impegnati nei percorsi di formazione per acquisire il livello B2.” (Successivamente, almeno a Firenze si ammetteranno ai corsi anche docenti con livello A2). www.flcgil.it 2 Potrebbe quindi verificarsi che il docente di DNL con un livello B2, se pure lo ha, si trovi a veicolare in lingua 2 la propria disciplina, possedendo competenze linguistiche inferiori di quelle di alcuni suoi allievi che hanno seguito corsi avanzati a scuola con certificazione finale. Rispetto al monte ore si suggerisce “l'attivazione in classe quinta preferibilmente del 50% del monte ore della DNL veicolata in lingua straniera.” L’ obiettivo verso cui tendere è quindi quello di insegnare con modalità CLIL orientativamente il 50% del monte ore della DNL veicolata in lingua straniera.” Dal punto di vista organizzativo e didattico i suggerimenti non mancano, si va da forme modulari, a programmazioni pluriennali, laboratori, momenti intensivi, organizzazioni flessibili. Molti Dirigenti però hanno dovuto affrontare un problema molto serio e cioè la mancata disponibilità dei docenti a frequentare corsi molto impegnativi anche dal punto di vista quantitativo (2 corsi obbligatori, uno linguistico e uno metodologico! Del secondo però a tutt’oggi non sappiamo niente!) Ed allora nei casi di totale assenza di docenti di DNL in possesso delle necessarie competenze linguistiche e metodologiche all'interno dell'organico dell'Istituzione scolastica, “si raccomanda lo sviluppo di progetti interdisciplinari in lingua straniera nell'ambito del Piano dell'Offerta Formativa, che si avvalgano di strategie di collaborazione e cooperazione all'interno del Consiglio di classe, organizzati con la sinergia tra docenti di disciplina non linguistica, il docente di lingua straniera e, ove presenti, il conversatore di lingua straniera e eventuali assistenti linguistici” Quindi dopo aver dovuto operare con tutte le tecniche di convincimento possibile nei confronti dei docenti, tranne ovviamente l’assicurazione di un giusto compenso economico, dobbiamo attivare altre modalità che non prevedono comunque neanche in questo caso l’unico incentivo che ci consentirebbe di raggiungere l’obiettivo e cioè il giusto compenso per i docenti che dovranno affrontare un carico di lavoro “culturalmente” molto impegnativo. La nota è molto ricca di suggerimenti: “L'attivazione di percorsi CLIL potrà essere facilitata dalla conoscenza e condivisione tra i docenti di best practices nazionali o internazionali, dall'utilizzo di tecnologie multi mediali e di tecniche comunicative multimodali. Le modalità di realizzazione definite nell'ambito dell' autonomia organizzativa delle Istituzioni scolastiche possono prevedere una organizzazione didattica flessibile finalizzata ad una migliore utilizzazione delle competenze professionali disponibili nell'istituto. Possono anche essere promossi incontri tra scuole o reti di scuole, sia in presenza, sia a distanza (videoconferenze o webinar con esperti nazionali o internazionali), che permettano di condividere competenze ed esperienze. Ad esempio, la didattica a classi aperte (il coinvolgimento di più classi o gruppi classe) e l'utilizzo di insegnamento a distanza (lezioni condotte da docenti esperti anche di altre scuole italiane o straniere) possono rappresentare utili strategie organizzative, funzionali all'ampliamento di percorsi formativi CLIL all'interno dell'Istituzione scolastica.” La dirigente non aggiunge commenti, ma rileva che ancora una volta sarà il Dirigente a dover trovare soluzioni organizzative molto complesse. L’insegnamento CLIL avrà ripercussioni importanti anche sulle modalità dell’esame di Stato, almeno in terza prova. Le soluzioni pertanto dovranno essere coerenti ed efficaci. E veniamo a: “ Il ruolo del Dirigente Scolastico. Il Dirigente Scolastico ha il compito di individuare i docenti con le più elevate competenze sia linguistiche sia metodologiche CLIL da destinare alle prime esperienze di attivazione della DNL in lingua straniera. Tra le sue iniziative può prevedere anche la costituzione o l'adesione a reti di www.flcgil.it 3 scuole che abbiano come finalità lo sviluppo di pratiche di insegnamento CLiL. Il Dirigente Scolastico potrebbe favorire attività e iniziative di mobilità e scambi di docenti e studenti, anche attraverso progetti finanziati con fondi europei, al fine di promuovere l'internazionalizzazione del piano dell'offerta formativa. E' auspicabile l'attivazione di iniziative di job shadowing con docenti della stessa scuola, di altre scuole italiane o straniere, oppure di iniziative di formazione in servizio "sul campo" inerenti la metodologia CLIL. Il ruolo del Collegio dei Docenti: il Collegio dei Docenti ha il compito di definirei criteri per l'individuazione delle discipline da destinare all'insegnamento secondo la metodologia CLIL e attivare i Dipartimenti con indicazioni funzionali alla progettazione di percorsi CLlL, anche in riferimento alle strategie e alle modalità attuative precedentemente menzionate. Il ruolo dei Dipartimenti e dei Consigli di Classe: i Dipartimenti, ove attivati, sono chiamati a individuare modalità operative e contenuti da sviluppare con la metodologia CLIL, soprattutto nella fase di definizione dei nuclei disciplinari da veicolare in lingua straniera e relative modalità di realizzazione. I Consigli di Classe sono chiamati a lavorare in sinergia e nell'ottica del confronto e del supporto reciproco, in tutte le fasi di progettazione ed implementazione dell'insegnamento della DNLin lingua straniera. Il ruolo del docente di lingua straniera, del!'eventuale conversatore di lingua straniera e dell 'eventuale assistente linguistico. A livello ordinamentale, per il docente di lingua straniera e, ove presenti, il conversatore di lingua straniera o l'assistente linguistico, non è previsto un diretto coinvolgimento attraverso forme di compresenza o codocenza, anche se è auspicabile una interazione al livello progettuale. Va osservato infatti, che queste figure professionali rivestono un ruolo fondamentale all'interno del Consiglio di Classe, soprattutto per le sinergie che potrebbero essere create con il docente DNL. Esse potranno infatti fornire preziosi ed imprescindibili strumenti per l'analisi del profilo della classe in relazione alle competenze linguistico-comunicative e per una progettazione condivisa e pienamente rispondente ai bisogni formativi degli studenti, oltre a suggerire tecniche e modalità di insegnamento CLIL. Si auspica quindi: la costituzione di veri e propri team CLIL (docente di DNL, docente di lingua straniera, eventuale conversatore di lingua straniera o assistente linguistico), finalizzati allo scambio e al rafforzamento delle reciproche competenze. Il ruolo degli Uffici Scolastici Regionali: agli Uffici Scolastici Regionali è affidato il compito di coordinare le attività delle reti di scuole per lo sviluppo di pratiche di insegnamento secondo la metodologia CLIL, da sostenere anche con interventi formativi a cura degli Uffici stessi in collaborazione con strutture universitarie, enti culturali, associazioni professionali o altri soggetti.” Vorrei sottolineare il ruolo fondamentale del Collegio Docenti, dei Dipartimenti e dei consigli di classe nella • • • definizione dei criteri per l'individuazione delle discipline da destinare all'insegnamento secondo la metodologia CLIL (Collegio) individuazione delle modalità operative e dei contenuti da sviluppare con la metodologia CLIL, soprattutto nella fase di definizione dei nuclei (Dipartimenti) lavoro in sinergia e nell' ottica del confronto e del supporto reciproco, in tutte le fasi di progettazione ed implementazione dell'insegnamento della DNL in lingua straniera (Consigli di classe) e porre l’elenco di questi compiti fondamentali a confronto con la data della nota Miur che li esplicita: A questo punto dell’anno scolastico non è possibile convocare un Collegio perché i docenti di norma, dopo aver terminato tutte le operazioni conclusive dell’a.s., compresi gli esami di www.flcgil.it 4 Stato, sono in ferie, così come risulterebbe molto difficile per la stessa ragione convocare i dipartimenti o consigli di classi che di fatto non esistono più o non esistono ancora. Chi ha redatto la nota non ha però evidentemente dimenticato che effettivamente qualcuno a scuola il 25 luglio a lavorare c’è, e cioè il Il DIRIGENTE SCOLASTICO. Magari solo, ma c’è. www.flcgil.it 5
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