> Panther interviste interviste di Marco UGLIANO F&C: Fino a questa nuova rinascita. Marco Dal Medico: La proprietà di Panther appartiene a imprenditori che hanno diverse attività e una forte radicazione nel territorio del Veneto. È per questo che hanno deciso, invece di arrendersi, di provare a cambiare radicalmente strategia e il mio arrivo in azienda è stato parte di questa inversione di marcia. Nel 2009 siamo ripartiti da quei valori che sono sempre stati alla base del nostro successo abbinandoli a nuove strategie. Abbiamo chiuso gli stabilimenti produttivi in Asia e siamo ripartiti dal Made in Italy, acquistando una macchina per la produzione e contiamo di aggiungerne un'altra entro la fine del 2014. Quindi siamo in piena crescita e stiamo investendo sia sull'efficienza che sulla qualità del prodotto. Un passo alla volta cerchiamo di portare il prezzo medio su standard soddisfacenti. Panther torna a ruggire Fin dal 1995, anno del suo “debutto” nel mondo dell’antinfortunistica, Panther si è sempre segnalata per una produzione DOC, punto di riferimento in termini di qualità per tutto il suo comparto. Dopo aver affrontato alcune difficoltà, il marchio si sta riprendendo il suo posto sul mercato. Vediamo come. opo un periodo turbolento, Panther marchio di prestigio nel mondo delle calzature di sicurezza, sta tornando sulla cresta dell'onda. Grazie alla caparbietà della sua proprietà, alle intuizioni del nuovo CEO Marco Dal Medico, e a una politica aziendale in controtendenza rispetto ai canoni classici di questi anni. Siamo stati a Bovolenta (PD) per farci raccontare proprio da Dal Medico come nesce questo progetto e quali risultati sta dando. D F&C: Comincerei dalla storia dell’azienda e soprattutto da questi ultimi anni. 38 FERRAMENTA&CASALINGHI Marco Dal Medico: L'azienda nasce nel 1982 per la produzione di calzature sportive. Per anni siamo stati fornitori di punta di grandi marchi come Puma, Reebok, Adidas. In un periodo in cui la manifattura italiana era un'eccellenza, Panther era una delle aziende leader nel mondo della produzione delle calzature sportive. Negli anni '90, quando è cominciato lo spostamento della produzione verso l'Asia, abbiamo dovuto reinventare la nostra azienda e abbiamo identificato nell'antinforntunistica e sicurezza un canale ancora inesplorato, dove c'era spazio per una produzione italiana di qualità e un servizio di primo livello. F&C: Una scelta all'avanguardia per quel periodo. Marco Dal Medico: Sì, dalla metà degli anni '90 molti fornitori hanno cominciato ad esplorare il canale dell'antinfortunistica e Panther si è fatta trovare pronta. Abbiamo ricominciato a lavorare per i nostri clienti storici facendo un prodotto differente. In quel periodo avevamo 1500 persone circa che lavoravano per Panther, con 18 macchine e una produzione giornaliera di 32.000 paia. Quello è stato il nostro apice, poi i cambiamenti economici mondiali, la crisi e alcune nostre scelte hanno fatto sì che affrontassimo un periodo complicato. F&C: E come stanno andando le cose? Marco Dal Medico: Bene. Nel 2010 siamo ripartiti dai clienti storici, quelli che hanno creduto nelle persone che cercavano di far ripartire l'azienda. Da allora la crescita è stata costante, fino al +48% del 2013. Ovviamente siamo ancora distanti dai numeri di qualche anno fa, ma il fatto di essere un'azienda italiana, con un prodotto di qualità, sono tutte caratteristiche che ci rendono una realtà sicuramente interessante. F&C: Quindi l’Italia è al centro del progetto? Marco Dal Medico: L'Italia è il posto in cui viviamo, lavoriamo, produciamo e creiamo occupazione, ma non è il nostro mercato principale. Nell'ultimo anno abbiamo fatto degli investi- Panther, mi piace “Ecco la mia marca preferita in materia di scarpe di sicurezza: il modello che ha salvato il mio piede destro il 7 maggio è nella foto... era il secondo paio che compravo e ora ho bisogno di comprarne un paio nuovo e spero di non fare un nuovo “crash-test”. Questo commento di un utente francese è pubblicato sulla pagina Facebook di Panther e spiega più di mille parole alcuni concetti fondamentali dell'azienda veneta. Primo fra tutti che una scarpa deve proteggere e deve farlo bene. Poi, intorno alla sicurezza, vengono costruiti lo stile e la comodità. menti importanti e organizzato una rete vendita distribuita in tutte le regioni che sta dando degli ottimi risultati e soddisfazioni. Infatti abbiamo acquisito alcuni clienti, distributori, aziende di spicco per cui produciamo. Il nostro fiore all'occhiello è senz'altro essere riusciti a fornire le scarpe per gli stabilimenti FIAT. F&C: E quali sono i Paesi in cui siete presenti? Marco Dal Medico: Le grandi nazioni europee, Francia, Inghilterra e Germania, sono i mercati più importanti per noi. Ma stiamo ripartendo bene con il nord Europa e abbiamo aperto un canale molto interessante in Canada, dove vige una legislazione diversa, più severa di quella europea. Per operare sul mercato canadese occorre una doppia certificazione, una per il prodotto e una per l'azienda. Quindi sono dovuti venire degli ispettori dal Canada a verificare che rispettassimo i parametri richiesti e ci hanno dato il via libera per l'esportazione. Nonostante siamo più piccoli di altre realtà, abbiamo contenuti tecnologici e di ricerca d'avanguardia che ci aprono prospettive come questa. In più, nel 2015, pensiamo di poter entrare anche in USA”. Gli Stati Uniti sono un mercato molto interessante, dove c'è richiesta di prodotto italiano per distinguere la propria offerta dal classico made in China. F&C: Quali sono le idee alla base di questi successi? Marco Dal Medico: Stiamo lavorando molto sull'efficienza aziendale, un concetto in cui io credo molto. Abbiamo iniziato un percorso di modernizzazione dei flussi produttivi, sposando i principi della lean production (produzione snella), un sitema creato in Toyota che con- FERRAMENTA&CASALINGHI 39 interviste sente di ridurre gli sprechi e i tempi morti. Implementando questo ragionamento creiamo dei piccoli magazzini intermedi di semilavorati che ci permette di garantire una flessibilità e velocità di consegna altrimenti impossibile. In pratica, per ottenere lo stesso risultato dovremmo tenere i magazzini pieni, con un’impegno finanziario notevole e, di conseguenza, una riduzione dell'efficienza globale dell'azienda. F&C: Nel vostro mercato operano alcuni colossi, come riuscite a competere? Marco Dal Medico: Abbiamo molto rispetto per le grandi aziende con cui ci confrontiamo, ma al contempo siamo convinti che ci sia spazio per un prodotto di qualità, made in Italy e con un prezzo chiaramente un po' più alto. Il prezzo diventa uno degli elementi del prodotto, ma non l'unico determinante. Ha il suo valore, che va però contestualizzato al fatto che la nostra è una scarpa con ottimi dettami stilistici, con una componentistica avanzata dal punto di vista della sicurezza e fatta in Italia. Questi elementi ci aiutano a farci ascoltare e abbiamo visto che quando riusciamo a catturare l'attenzione il nostro tasso di successo è il 100%. Siamo in espansione in un mercato statico grazie al fatto che abbiamo stretto alcuni accordi commerciali importanti dimostrando che il prodotto di qualità ha delle valenze che altri non hanno. Le nostre calzature vengono sottoposte a rigidi test di usura, di resistenza, di consumo e comodità. In questo modo siamo sicuri che il prezzo più alto sia accompagnato da una qualità più alta. F&C: Quanto incide il gusto estetico nell'acquisto di una calzatura da lavoro? Marco Dal Medico: È un aspetto che è cresciuto moltissimo negli ultimi anni. Un primo scossone al mercato lo abbiamo dato proprio noi facendo delle scarpe di ispirazione trekking con dei pellami di qualità, come il nabuk. In un mercato che all'epoca era fatto di scarpone nere, in pelle di bufalo, con scarsa flessibilità è stato un passaggio rivoluzionario. Oggi il cliente vuole che le scarpe che acquista gli piacciano oltre a proteggerlo. Un aspetto che invece non è ancora centrale come dovrebbe è quello della comodità, forse perché difficilmente trasferibile al cliente finale. Difficilmente il rivenditore potrà dire al cliente che le scarpe che vuole acquistare sono scomode, quindi questo messaggio è più difficile da trasmettere. La nostra scarpa però deve essere utilizzata anche 12 ore al giorno, quindi il comfort non può essere un dettaglio. La nostra ricerca tecnologica è sempre all'avanguardia, è un aspetto saliente della nostra azienda. Non siamo mai a riposo, quando raggiungiamo una meta abbiamo già fissato il prossimo obiettivo per gli uomini della ricerca e sviluppo. F&C: Ha già citato la ricerca tecnologica, su quali aspetti vi concentrate di più? Marco Dal Medico: Il puntale delle nostre scarpe lo realizziamo internamente perché è il punto centrale della nostra attività, quasi come il motore di una macchina. Fare una scarpa è relativamente semplice, fare una scarpa comoda è tremendamente difficile. Il puntale, che ovviamente è necessario e deve essere resistente, è il centro attorno al quale si costruisce la scarpa. Quando parliamo di lavorare su un puntale intendiamo andare a limare pochi decimi di millimetro lavorando sui materiali, la composizione delle leghe, le tecniche produttive, ma queste piccole variazioni sono decisive per ottenere dei puntali di forma più morbida e quindi inseribili in scarpe diverse dal solito. I nostri collaboratori della ricerca e sviluppo dicono che non sono mai contento. Non appena raggiungono un risultato è già fissato l'obiettivo successivo. Questo per dire quanto curiamo questo aspetto. Il gusto degli altri Abbiamo chiesto a Marco Dal Medico se ci sono differenze nell'estetica dei modelli più venduti nelle varie nazioni in cui operano. In effetti andando verso nord si incontra un gusto sempre più classico e meno reattivo alle variazioni della moda. “La nostra sfida è proprio far capire che una scarpa con dei dettami stilistici curati, a parità di prezzo, dà dei risultati delle performance interessanti. Cerchiamo di far capire che una scarpa con una nota di colore, con una linea più aggraziata non è meno funzionale della solita scarpa nera. É un concetto che in particolare nella linea di stivaleria ci sta dando delle grosse soddisfazioni.” 40 FERRAMENTA&CASALINGHI F&C: In che modo si riesce a trasmettere al distributore prima e all'utilizzatore poi questo aspetto? Marco Dal Medico: Per quanto riguarda il trasferimento al mercato di queste informazioni la mia esperienza nel marketing aiuta. Il prodotto deve trasmettere qualcosa, anche se è ovvio che un puntale di protezione è all'interno della scarpa e quindi il suo contenuto innovativo non è immediatamente percepibile, i suoi vantaggi si trasmettono anche ad altri aspetti. Per esempio, una nostra linea di scarpe sembra classica, ma “nasconde” una scarpa da lavoro: abbiamo inserito un puntale di sicurezza con una linea slanciata che ammorbidisce il disegno della scarpa nel suo complesso, differenziandola molto da interviste spensabile per trasmettere quei valori che stanno alla base del prodotto, in quelli di vendita assistita comunque aiutano il negoziante o il banconista a spiegarne i plus. prodotti simili presenti sul mercato. Questa tipologia di scarpa ci ha dato dei grossi vantaggi in alcune forniture per noi molto importanti: la forniamo ad alcuni grossi gruppi che si occupano di sicurezza aeroportuale in Olanda e in Inghilterra e alla BMW, nel reparto assemblaggio delle mini a Oxford. È una scarpa che si sposa bene con una divisa e ha tutte le caratteristiche di una scarpa di sicurezza: puntale, lamina antiperforazione e tutto ciò che serve. Abbiamo lavorato sui materiali che ci hanno permesso di avere un puntale molto più sottile che offre una resistenza pari, se non superiore, a quelli più grossi costruiti in altri materiali e un'estetica da scarpa “civile”. Quindi la ricerca diventa prodotto, maggiore versatilità delle linee e questo arriva fino al consumatore. F&C: Siete molto propositivi in un mercato “tradizionalista”, questa originalità non spaventa l'acquirente? Marco Dal Medico: Quando vado dai clienti spesso non credono che sia una scarpa di sicurezza, poi quando la provano, la testano, la toccano la vendita è facilitata. Lavoriamo sul valore percepito e sul marketing del prodotto che deve attirare l'attenzione del cliente. Proprio per le caratteristiche del nostro prodotto spesso il buyer non è l'unico soggetto coinvolto nella decisione di acquisto. Il buyer, giustamente, viene misurato su parametri essenzialmente economici, ma il responsabile della sicurezza, il medico dell'unità produttiva, il responsabile sindacale sono soggetti che 41 FERRAMENTA&CASALINGHI possono fornire un concetto di risparmio differente e che noi dobbiamo essere bravi a coinvolgere nella decisione. Se riusciamo a far capire che la nostra scarpa dura il doppio di una scarpa normale, tiene meglio in ambiente scivoloso, resiste meglio a picchi di temperature, insomma, riduce gli infortuni e le vertenze sindacali, riusciamo contemporaneamente a dimostrare che il prodotto costa di più, ma offre in cambio possibilità di risparmio molto alte. F&C: Qual è lo stato di salute del mercato? Marco Dal Medico: L'attenzione dei distributori più maturi va nella direzione dell'affiancamento di più prodotti, per attirare un range di clienti più ampio. Le ferramenta più reattive stanno cominciando ad avere una buona proposta di scarpe. Sono un articolo di completamento di gamma, se di qualità contribuisce ad offrire un servizio più completo. F&C: Ho visto che avete anche diversi strumenti per aiutare il sell out, espositori, corner informativi e quant'altro. Marco Dal Medico: Bisogna aiutare la vendita. È un concetto mutuato da altri ambiti, in primis il food, ma che si sta imponendo in ogni merceologia. I supporti sono diventati fondamentali e sempre di più servono ad aiutare il punto vendita. In un negozio di puro libero servizio è indi- F&C: E il cliente finale? Si è evoluto in questi anni? Marco Dal Medico: Si, anche il consumatore ha capito che la scarpa è parte integrante dei suoi strumenti di lavoro e considera il comfort al pari della sicurezza. Un piede protetto e comodo fa la differenza in una lunga giornata di lavoro a volte in ambienti difficili (fonderie, impalcature, temperature estreme ecc.). Si sta affermando la stessa politica che vige per gli altri strumenti di lavoro: se il trapano lo voglio di qualità perché percepisco i vantaggi che mi dà rispetto a uno di primo prezzo, adesso questo concetto si sta imponendo anche nell'abbigliamento da lavoro. Credo che questo sia uno dei motivi per cui l'Italia è fra i Paesi che stanno dando maggiori soddisfazioni, anche se in termini di fatturato l'estero rimane ancora preponderante. Credo che nei prossimi anni l'Italia sarà un Paese leader nel mercato nella sicurezza. Le aziende, anche a causa della crisi, hanno cambiato modo di ragionare, focalizzandosi sulla sicurezza e la salvaguardia del lavoratore in maniera importante. La performance è sempre più importante. F&C: Anche le aziende sono più attente? Marco Dal Medico: Il mercato si sta muovendo, la sicurezza è entrata nelle aziende in maniera importante e sono rimasti in pochi disposti a prendersi dei rischi. La maggior parte delle aziende ha capito come la sicurezza dei propri lavoratori aiuti ad n avere un ambiente più tranquillo. > www.panthersafety.it
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