Riassunto del metodo - Wilkins_A Key to English_ Una chiave per

 I “4 Modi” della lingua inglese metodo internazionale1 brevettato da Andrew M.C. Wilkins Introduzione di Silvia Miclavez Andrew M. C. Wilkins, filosofo inglese avventuriero e nomade, con la cultura tipica dell’alta borghesia britannica, dopo una trentennale esperienza di insegnamento in Italia, ha scoperto un sistema che spiega la struttura interna della lingua inglese, usando uno schema di “4 Modi” (Semplice, Perfetto, Continuo, Passivo) articolati in tre tempi (passato, presente e futuro). Con ciò ha creato un paradigma di base che permette a uno studente con una minimale conoscenza del vocabolario di padroneggiare in breve tempo anche le più complesse costruzioni verbali inglesi. L’inglese è una lingua “isolante”. Il che significa che appartiene a quei sistemi linguistici nei quali la differenza fra significato e funzione non avviene all’interno delle singole parole, ma attraverso la giustapposizione di parole “semantiche”, cioè dotate di significato ma autonome e invariabili, e parole “asemantiche”, cioè private di significato ma dotate di funzione grammaticale.2 In effetti l’inglese, a parte la serie di verbi irregolari con le loro forme fisse per l’infinito, il passato il participio e altri piccoli dettagli, ha una sua struttura molto semplice e chiara. Andrew M. C. Wilkins, con il suo metodo brevettato dei “4 Modi”, è riuscito a rilevare 4 concetti fondamentali della comunicazione umana, che corrispondono a 4 forme esperienziali prelinguistiche che la lingua inglese ha sviluppato facendoli diventare i 4 pilastri dell’intera struttura del suo sistema verbale. Questo significa che il metodo dei “4 Modi” permette di accedere in modo quasi matematico, concettuale ed intuitivo alle costruzioni più complesse delle frasi inglesi con la possibilità di comprendere l’essenziale in una lezione. Riassunto del metodo di Andrew M.C. Wilkins Il bisogno di comunicare ovviamente è precedente al linguaggio attuale. Una volta stabilizzatasi, ogni lingua si è sviluppata in modo diverso. Guardando indietro dall’inglese, puoi comprendere che le cose che si vogliono trasmettere sono di 4 tipi: 1. Un’azione o evento, qualcosa che s’imprime sulla nostra realtà. 2. Una situazione statica, qualcosa, a cui dobbiamo abituarci come qualcosa di reale, anche se è stato creato da 1. 3. Qualcosa con una continuità. Una durata che in relazione ad un’altra azione o ad un altro momento specifico era, è o sarà durevole. 1
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Il metodo verrà entro breve tradotto in tedesco, sloveno, ungherese, russo e arabo e friulano. Definizione tratta dal Dizionario della lingua italiana, di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, Edizioni Le Monnier. 4. Quando vogliamo parlare di qualcosa che ha subito un cambiamento o che è stato sottomesso da qualcosa di esterno – questo è dove l’essere umano ha iniziato ad inventare la religione. La lingua inglese ha sviluppato una struttura che riflette questi 4 tipi di modi in cui non parliamo di ciò che vediamo intorno a noi. Un verbo-­‐fenomeno può essere visto nel suo comportamento nei termini di questi 4 modi. Rimaniamo attinenti al concetto di base e prendiamo il verbo “eat” (mangiare). Tuttavia quando comunichiamo insorge un’altra considerazione: la nostra relazione con “eat” può essere negativa, una domanda, può essere che parliamo di questa mattina o di questo pomeriggio, quindi i tempi (passato, presente o futuro). Abbiamo bisogno di un’altra parola, di per sé insignificante, che può rendere queste variazioni senza causare confusione riguardo al fatto che stiamo parlando di “eat” in generale. Qui creiamo un ausiliare (*). Quindi 4 Modi per i 4 concetti sopraelencati: 1. Il primo concetto lo esprimeremo con il modo Semplice. Iniziamo con la cosa che stiamo trattando – nome o pronome + (*do) + verbo. Quando il Semplice è semplice non abbiamo bisogno dell’ausiliare *, che quindi non compare nella forma affermativa. Notiamo anche che questi eventi tendono ad accadere spesso, così il Semplice presente significa qualcosa che abbiamo notato essere abituale o ricorrente. Es.: I do not eat in bed (non mangio a letto). 2. La perfezione di una situazione statica creata è espressa con il Perfetto. Questo si fa con il nome/pronome + *have + verbo al participio. Eat–ate-­‐eaten: She has eaten everything (lei ha mangiato tutto – nel mio mondo non c’è più nulla per me – ora.) 3. La durata di qualcosa è espressa con il continuo. nome/pronome + *be + verb+ing, poichè perdura. She is eating all my food (sta mangiando tutto il mio cibo, vedo mentre lo fa). 4. Quando c’è una sottomissione a qualcosa, il nome o pronome è condizionato passivamente. Nome/pronome + *be + verbo al participio. All the food was eaten by the others (tutto il cibo è stato mangiato dagli altri, ora ci sono solo ossa sul pavimento della caverna.) 2 Tavola del metodo brevettato in “4 Modi” MODO AUSILIARE FORMA VERBALE Passato Presente Futuro Semplice did do will Perfetto had have/ will have has Continuo was/were Passivo was/ were Vaso di Pandora (must, could, would, etc) present will be forms of be participio Infinitivo (senza to) +ing present will be forms of be infinitivo (senza to) participio Questo è quanto. Ogni cosa può essere espressa secondo questi parametri. Piccole eccentricità possono accadere come “he”, “she” o “it” (III forma singolare) che richiedono una “s” finale, o la creazione di una quarta casella nel Semplice dove vanno tutti gli ausiliari extra, ma questo non è proprio molto se pensiamo a tutte le strambe complicazioni che sono state inventate per le altre lingue durante il loro sviluppo. Perché ho passato tanti anni senza comprendere qualcosa di così semplice e schematico mi chiederai, e che ne è delle frasi complesse? 3 È semplice: un composto è semplicemente l’addizione di un modo con l’altro. Cosa succede se vogliamo lamentarci per esserci ritrovati a far fronte alla situazione di non trovare cibo? 2 – Perfetto e perché qualcun altro ha mangiato il cibo 4 –Passivo. 2 Perfetto – pronome/nome *have / participio 4 Passive *be / participio. The food (it) has been eaten. Matematica! Mantieni l’ordine 1,2,3,4 e il secondo modo ovviamente non ha il nome/pronome e l’ausiliare si comporta come se fosse il verbo dell’ausiliare precedente. Proviamo ora una situazione Perfetto che ha una lunga durata Continuo, nel tempo futuro. Solo il primo ausiliare riflette il tempo (in questo caso il futuro) o se è nella forma negativa o interrogativa. 2 nome /pronome *have Participio 3 -­‐-­‐-­‐-­‐-­‐-­‐-­‐-­‐ *be Verbo + ing. In 2020 I will have been living here for 30 years. Questo semplice metodo funziona sempre. Ora puoi esprimere qualsiasi cosa. Se vuoi sviluppare qualche eccentricità o uno stile personale, questo dipende da te, sono semplicemente espressione della tua creatività. Non ti si può insegnare il vocabolario – la memoria è tua. 4