Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Toscana Firenze

Anpo Ascoti Fials medici
Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria della Toscana
Firenze 10/02/2014
Egr. Ing. Luigi Marroni
Assessore per il Diritto alla Salute
Via Taddeo Alderotti 26
Firenze
Dopo un anno di trattative con i tecnici dell’Assessorato per il Diritto alla Salute, le OO.SS. dell’area
medica, sanitaria e veterinaria sono a chiederLe una decisa presa di posizione per dare finalmente
concreta applicazione agli argomenti che sono stati già condivisi dalle parti nella pre-intesa del giugno
2013:
 Non è possibile continuare a tagliare la struttura produttiva degli ospedali pubblici prevedendo
con la delibera 1235/2012 una ulteriore riduzione di almeno 2000 posti letti. In questo modo si
limita la possibilità di accesso alle cure per i cittadini, mentre si lascia sostanzialmente intatto
l’apparato burocratico-amministrativo (3 Estav, 21 tra Aziende sanitarie ed Enti, Società della Salute
il cui destino è ancora nebuloso). Eppure la Toscana ha già raggiunto, grazie alla riorganizzazione
della rete ospedaliera sviluppata negli ultimi 15 anni, quella soglia ottimale di posti letto (acuti +
postacuzie) indicata dai documenti del Ministero della Salute nel 3,7 per mille abitanti, mentre il
rapporto personale amministrativo/personale sanitario rimane largamente al di sopra di quel 7 %
indicato come appropriato sempre dal Ministero della Salute. I tassi di occupazione dei posti letto
in area medica oramai largamente al di sopra del 90%, i frequenti “appoggi” in area chirurgica, le
difficoltà di ricovero che incontra il Pronto Soccorso sono espressione di un sistema che lavora
costantemente in situazioni organizzative critiche. Tutto ciò ha ripercussioni negative sulla
funzionalità dei singoli servizi e sulla sicurezza delle cure. E’ necessario, pertanto, ripensare le scelte
sul taglio dei posti letto negli ospedali.
 L’organizzazione degli ospedali per “intensità di cura” si sta rilevando sempre più un fallimento. I
medici esprimono un malessere crescente negli ospedali dove la nuova organizzazione è stata o è
in corso di implementazione. E’ insopportabile la forzatura tutta “ideologica” su un modello
organizzativo privo di evidenze scientifiche sufficienti in termini di esiti clinici rispetto alla
sperimentata organizzazione dipartimentale. Lo scopo principale è oramai chiaro: frantumare i
luoghi fisici delle unità operative e la stessa organizzazione dipartimentale prevista dal D.lgs 502/92
per porre il processo assistenziale come elemento fondante di una nuova organizzazione
ospedaliera. La volontà esplicita è quella di ridurre i medici a “macchine banali” titolari dei
processi diagnostico/terapeutici (fino a quando?) ma distanti da quelli gestionali affidati ad altre
figure (ingegneri “clinici”, dirigenti infermieristici). Non si vuole più procedere ad una integrazione
multi-professionale a letto del malato, ma piuttosto affermare una non governata e semplicistica
autonomia delle varie professioni sanitarie attraverso uno spacchettamento del processo
clinico/assistenziale. Tutto ciò inevitabilmente comporterà confusione di ruoli e conflitti i cui esiti
non saranno certamente positivi per i nostri pazienti. Eppure negli Ospedali pubblici le leggi
statuiscono una matrice organizzativa ben precisa, basata sulla individuazione di strutture
complesse, strutture semplici, incarichi professionali e di organi di governo come il Collegio di
direzione e il Comitato di dipartimento. Questa matrice rappresenta un principio legislativo
fondamentale e non eludibile.
 Il blocco del turn over, la decurtazione delle dotazioni organiche ed il taglio lento ma inesorabile
dei “primariati” rappresentano gli ulteriori elementi portanti della destrutturazione dei modelli
organizzativi storici su cui sono fondate le ottime performance raggiunte finora la sistema sanitario
della Toscana. Negli ospedali e nei servizi territoriali e della prevenzione si creano unità operative
“guidate” a distanza di decine se non centinaia di chilometri da un unico “primario” provinciale,
togliendo ai medici, ai pazienti e ai loro familiari un riferimento certo sotto il profilo della
responsabilità organizzativa e clinico-professionale. In alternativa si nominano, in attesa di un
concorso sempre più lontano e incerto , “facenti funzioni” sottoposti a ogni tipo di pressione da
parte delle direzioni aziendali. I risultati nefasti sono sotto gli occhi di tutti: clima di lavoro caotico e
conflittuale, erogazione dei servizi spesso in difficoltà, demotivazione degli operatori per la
mancanza di prospettive di carriera. Il blocco del turn over insieme alla prospettiva dell’esodo
pensionistico dei dirigenti medici e sanitari pubblici, una volta superato dal 2017 lo “scalone”
introdotto dalla riforma Fornero, porterà il SSN ad un impoverimento complessivo, sia in termini
professionali e culturali che organizzativi, dalle ricadute imprevedibili e pericolose per la sua stessa
tenuta.
 E’ inconcepibile che proprio nella Regione Toscana, paladina dell’introduzione del rapporto
esclusivo per i dirigenti medici e sanitari nella legislazione nazionale, vi siano direttori generali di
aziende sanitarie che tutt’ora si rifiutino attraverso una interpretazione giuridica sbagliata, se non
truffaldina, del decreto legislativo 78/2010, di erogare ai giovani medici le indennità economiche
dovute per la scelta di lavorare esclusivamente per il servizio sanitario pubblico. Che segnale diamo
alle future generazioni di medici pubblici? Quale etica nelle scelte lavorative e nei comportamenti
professionali sosteniamo? Eppure le indicazioni su questa materia fornite dalla Conferenza delle
Regioni e anche dal MEF sono inequivocabili. Le motivazioni politiche a favore dell’erogazione
piena delle indennità sono state ben espresse prima dall’Assessore Scaramuccia e poi proprio da Lei
in documenti indirizzati ai Direttori generali. La diversa applicazione degli indirizzi ha creato sul
piano regionale una retribuzione pesantemente diversificata per professionisti che svolgono lo
stesso lavoro, ponendo seri dubbi di costituzionalità sulle scelte amministrative che verranno
sollevati presso i Tribunali competenti. E’ arrivato il momento di sanare questo problema che tanto
malessere sta creando in molte aziende sanitarie della Toscana.
E’ evidente che in mancanza di una soluzione in tempi certi delle problematiche indicate, nostro malgrado e
nonostante lo spirito costruttivo e di responsabilità che finora abbiamo mantenuto, saremo costretti, a
difesa del SSR, dei cittadini e dei legittimi interessi che rappresentiamo, a proclamare lo stato di agitazione
della categoria con il preciso obiettivo di arrivare ad una giornata di mobilitazione e di protesta.
Distinti saluti
Carlo Palermo, Anaao Assomed
Fabio Cricelli, Aaroi Emac
Morando Grechi, Cimo Asmd
Michele Provvidenza, Cisl Medici
Roberto Vinattieri, Fassid
Francesco Pulli, Fesmed
Camilo Duque, FVM
Lina Mameli, Uil Federazione Medici
Marcello Amato, Anpo Ascoti Fials Medici
Laura Sabatini, Snabi SDS
Rossella Fornaini, Sinafo
Lucia Santoro, Aupi