FabLab, il futuro alle porte - Camera di Commercio di Modena

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Modena
Economica Numero 1
gennaio‐febbraio 2014
FABLAB,
il futuro
alle por te
I “laboratori dell’ingegno” in dirittura di arrivo
anche a Modena
E. F.
A
ben pensarci si tratta di una diversa declinazione
delle reti d’impresa. Su scala più piccola, a dimensione quasi artigianale – il che non è certo un difetto –, anche dietro alla loro attività c’è la condivisione. Stiamo parlando dei FabLab, abbreviazione
che identifica piccoli laboratori che attraverso nuove tecnologie,
come le stampanti 3D, e facendo ricorso a software facilmente
accessibili, consentono di sviluppare idee e progetti.
«FabLab è uno spazio in cui tutti possono (co)progettare e realizzare i loro oggetti, esattamente come li vogliono. È il figlio
dell’industria, da cui ha preso la precisione e la riproducibilità
dei prodotti, il nipote dell’artigianato, da cui ha preso la progettazione su misura, il fratello dell’opensource con cui condivide
la filosofia di scambiarsi progetti liberamente». Così lo ha definito Massimo Banzi, uno dei fondatori di Arduino, la prima e
forse unica piattaforma italiana aperta, cioè non legata a diritti
e licenze d’uso.
Oro colato, insomma, per facilitare nuove forme di creatività
e aprire le porte a nuove attività imprenditoriali, tanto che i
FabLab vengono spesso citati come elementi fondanti di quella “terza rivoluzione industriale” che dovrebbe dare nuova linfa
all’economia. E non è casuale che proprio in questi giorni la
Regione Emilia-Romagna abbia lanciato un monitoraggio di queste “officine” di terza generazione.
Ora, se è difficile pensare che i FabLab rappresentino la panacea a tutti i problemi messi sul piatto dalla grande recessione
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iniziata nel 2008, certo è che si tratta di strumenti in grado
di offrire un notevole potenziale di sviluppo sia all’industria sia
all’artigianato. E all’intera comunità, perché spesso i FabLab
aprono le porte a tutti i cittadini, rappresentando un fattore
nell’evoluzione delle cosiddette smart cities e addirittura un fattore urbanistico.
Una carrellata sulle implicazioni legate ai FabLab, strumento
nato nel 2003 al MIT di Boston, l’ha offerta l’edizione di Expo
Elettronica, che si è tenuta a ModenaFiere nello scorso gennaio.
Lo spazio “Modena Makers”, infatti, ha permesso di aprire una
parentesi informativa davvero illuminante sulle nuove opportunità offerte oggi dalla tecnologia in quest’ambito. E anche dalle
nostre parti non dovremmo attendere molto per vedere la nascita delle prime esperienze di FabLab, sulla scorta di quanto
già avvenuto a Reggio Emilia e a Bologna. Ci sta lavorando la
Fondazione Democenter, il “motore” istituzionale dell’innovazione modenese, in alcuni casi di concerto con la Camera di
commercio, e il laboratorio SoftechLab della nostra Università,
che assieme stanno completando alcuni progetti che s’ispirano
appunto alla filosofia dei FabLab.
In particolare, sono tre le iniziative legate al mondo dei FabLab
che stanno per essere lanciate nel nostro territorio.
La prima di queste è un vero e proprio FabLab dotato di laboratori e attrezzature leggere, come stampanti 3D e lasercut,
nel territorio dell’Unione Terre di Castelli all’interno del progetto
Tecnopoli e strettamente legato all’incubatore Knowbel.
Ma possiamo parlare di FabLab anche per la messa in rete dei
laboratori di alcuni istituti tecnici per fare formazione a studenti
delle scuole superiori e, più in generale, ai giovani su temi legati alla creatività, all’elettronica, alla domotica, sino a toccare
meccanica e robotica. Un progetto finalizzato a far emergere le
idee innovative sviluppate da giovani sfruttando la rete di competenze e di aziende che operano in questi settori sul territorio
provinciale.
Merita poi di essere ricordato l’hub del Comune di Modena
nell’Area R-Nord, dove nasceranno laboratori e uno spazio di coworking per ospitare start-up innovative nell’ambito di un programma di riqualificazione urbana già in atto da qualche anno.
Insomma, anche sul nostro territorio si guarda al futuro. A quello dell’economia come a quello dei giovani.