TORINO Littizzetto nella bufera per i suoi 100 euro. Saitta

CRONACA
TO
martedì 26 agosto 2014
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MEDICINA
LA SCOPERTA Lo studio pubblicato su una rivista americana
Sla, oltre le secchiate
La diagnosi precoce
è realtà alle Molinette
Possibilità di individuare la malattia in anticipo
Il neurologo Chiò: «Fondamentale per la terapia»
Ô Tra secchiate d’acqua gelata
e passi da gigante della ricerca
scientifica, al centro dell’attenzione c’è sempre la Sla, la malattia rara neurodegenerativa di
cui non si conoscono ancora le
cause e la cui prognosi è infausta.
Da Torino, però, arriva una notizia che regala nuove speranze ai
malati di sclerosi laterale amiotrofica. È stato infatti pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale americana “Neurology” uno studio interamente italiano nel quale si dimostra per
la prima volta la possibilità di
diagnosticare in anticipo la Sla
mediante un semplice esame di
tomografia ad emissione di positroni, la Pet, con un tracciante
analogo al glucosio (18F-Fdg)
routinariamente utilizzato nella pratica clinica dai centri di
Medicina nucleare. Finora la
Sla poteva essere diagnosticata
solo attraverso l’indagine clinica e con il supporto di metodiche neurofisiologiche, e pertanto richiedeva un lungo periodo
di osservazione che poteva arrivare fino a un anno. Oggi viene
in aiuto la Pet, la metodica diagnostica di medicina molecolare utilizzata nelle malattie oncologiche e nelle malattie neurodegenerative basata sulla
somministrazione di un mezzo
di contrasto radioattivo che permette di valutare il metabolismo in una certa regione confrontandolo con lo stato di normalità. Sul fronte dell’accuratezza diagnostica della Sla, la
Pet fornisce buone speranze.
«Questa tecnica - spiega il professor Adriano Chiò, neurologo
all ’ospedale Molinette ed
esperto di Sla - permette di raggiungere un’accuratezza dia-
IN PROCURA
Il pm Raffaele Guariniello
indaga ormai da mesi sulla
metodica Stamina di Davide Vannoni, che rischia il
processo con l’accusa di associazione per delinquere
finalizzata alla truffa
IL CASO Davide Vannoni rischia il processo a Torino
Cure con le staminali
Dopo il no del giudice
c’è la diffida dell’Aifa
È stata notificata agli Spedali Civili di Brescia
«Fermare il trattamento sulla piccola Noemi»
Adriano Chiò, direttore del Centro Sla delle Molinette
gnostica del 95%, anticipando
la diagnosi di alcuni mesi. Questo passo rappresenta un importante sviluppo nella diagnosi
precoce della malattia. Infatti
l’accelerazione e la maggiore
accuratezza della diagnosi di
Sla sono fondamentali sia per lo
sviluppo di nuove terapie sia
per l’accesso dei pazienti alle
cure sperimentali».
Lo studio è frutto della collaborazione fra il dottor Marco Pagani, ricercatore dall’Istituto di
scienze e tecnologie della Cognizione del Cnr di Roma, il
professor Adriano Chiò, direttore del Centro esperto Sla
dell’ospedale Molinette della
Città della Salute di Torino e
della Scienza e del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino, e la
dottoressa Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro Pet Irmet
di Torino. Uno studio in cui
sono stati coinvolti 195 pazienti
afferenti al centro Sla delle Molinette di Torino, che sono stati
confrontati con 40 soggetti con
assenza di patologie del sistema
nervoso centrale. «Mediante un
algoritmo matematico è stato
possibile identificare le aree cerebrali che presentano nei pazienti Sla l’alterazione funzionale caratteristica che li differenzia rispetto ai controlli spiega il professor Chiò -. Queste regioni corticali e sottocorticali presentano sia ipo che ipercaptazione e quest’ultima, presente nei fasci nervosi che intercorrono tra le aree motorie e il
midollo spinale, è assolutamente specifica della Sla». La serie
di pazienti osservati è la più
numerosa di qualunque altro
studio di neuroimmagini effettuato finora nella Sla. «Questo
rafforza l’affidabilità statistica e
clinica dello studio” conclude
Chiò.
Liliana Carbone
Ô Dopo lo stop alle cure con le staminali, imposto
agli Spedali Civili di Brescia dal giudice torinese
Francesca Christillin, i carabinieri del Nas hanno
consegnato ai vertici dell’ospedale lombardo la
diffida dell’Aifa a proseguire il trattamento sulla
piccola Noemi Sciarretta, la bimba di due anni
affetta da atrofia muscolare spinale le cui cure con
il metodo Stamina erano state autorizzate dal
tribunale dell’Aquila. Ma per un giudice che
aveva detto “sì”, altri 172 in tutta Italia hanno già
detto “no” alle richieste di sottoporre i pazienti
alla metodica messa a punto dal professor Davide
Vannoni.
«I carabinieri nel Nucleo antisofisticazioni di
Torino hanno sequestrato le cellule di tutti i
pazienti in cura compassionevole». Ad annunciarlo, nella giornata di ieri, è stato Andrea Sciarretta, il padre della piccola Noemi. «Siamo sconvolti - ha sottolineato l’uomo -, stavamo partendo
in vista del ricovero di Noemi. Sono riusciti nel
loro intento, mentre la legge ci aveva dato ragione».
Ma c’è legge e legge, evidentemente: 164 giudici
civili in tutta Italia hanno nel frattempo dato il via
libera alla terapia con le staminali, altri 172 hanno
invece fornito un parere contrario. E l’ultimo
responso è arrivato sabato da Torino: il giudice
Francesca Christillin ha infatti emesso un provve-
dimento con cui ha di fatto bloccato le cure con le
staminali agli Spedali Civili di Brescia in quanto
«attività delittuosa». Il gip ha quindi ordinato ai
carabinieri del Nas di sequestrare cellule e apparecchiature presso la struttura lombarda.
Sempre a Torino, il procuratore Raffaele Guariniello indaga ormai da mesi sulla metodica Stamina di Davide Vannoni. E proprio nei confronti di
Vannoni, il magistrato ha chiesto da poco il rinvio
a giudizio con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Una richiesta che ha
riguardato anche altre dodici persone. Vannoni
viene indicato dalla procura come «capo, promotore e organizzatore» di un’associazione che
avrebbe ottenuto vantaggi economici da pazienti
che, pur lottando contro mali incurabili, sarebbero stati convinti a sottoporsi a trattamenti costosi
e inutili. Non solo, infatti, non ci sarebbero stati
miglioramenti nella salute dei pazienti sottoposti
alla metodica Stamina, ma - si legge nel documento della procura - si sarebbero addirittura «verificati eventi avversi in un numero significativo» di
quegli stessi pazienti. Pazienti trattati come cavie
di laboratorio, sottoposti a cure su cui era stato
imposto il silenzio dopo la presentazione di pareri clinici favorevoli ma inesistenti. Pazienti costretti a sborsare, per quelle cure annunciate come
“miracolose”, anche cifre vicine ai 50mila euro.
IL FATTO Il web se la prende con la donazione della comica. Acqua ghiacciata anche per Lapo Elkann
Littizzetto nella bufera per i suoi 100 euro
Saitta: «Bene le docce, meglio la ricerca»
Luciana Litizzetto nel mirino del popolo del web
Rassegna del 26 agosto.pdf
Ô Le docce ghiacciate e le donazioni a
favore della ricerca sulla Sla continuano e
contagiano i vip in una lunga maratona di
solidarietà. Tra gli ultimi ad essersi sottoposti al “suplizio”, anche Lapo Elkann e Luciana Littizzetto. Ma la donazione di quest’ultima, per qualcuno, avrebbe il sapore
dell’elemosina. Luciana Littizzetto aderisce all’Ice Bucket Challenge ma sbandiera
di fronte alla telecamera una banconota di
soli 100 euro, attirandosi in questo modo
proteste e insulti sul web. Perché 100 euro,
per una conduttrice e star della tv che «con
il Festival di Sanremo ne ha guadagnati 350
mila», come hanno fatto notare molti utenti
su Twitter, sono davvero pochi.
Sono solo «secchiate di ipocrisia», ha detto
pagina 19
Mariangela Lamanna, vicepresidente del
«Comitato 16 novembre», che raggruppa i
malati di Sla in Italia, da anni in lotta contro
i tagli costanti ai fondi per la non autosufficienza. «Di quelli che hanno partecipato spiega - l’unico che salvo è Jerry Calà, che ha
messo online un bonifico da mille euro. Gli
ammalati di Sla sono abbandonati durante
tutto l’anno, non vorrei che l’impegno di
Renzi durasse solo il tempo di asciugarsi la
camicia e che la doccia gelata arrivasse
invece nelle case delle famiglie che accudiscono gli ammalati e ogni anno rischiano di
vedersi revocare gli assegni di sostegno».
Qualche segnale positivo traspare invece
dai dati diffusi dall’Associazione italiana
Sla: le donazioni infatti si sono impennate
dai 40 mila euro registrati sabato mattina
agli oltre 100 mila di domenica. «Le malattie e il dolore - ha commentato l’assessore
regionale alla Sanità Antonio Saitta - richiedono risposte concrete ed efficaci: ben vengano le secchiate d’acqua (se accompagnate
da generosi bonifici a favore della ricerca),
ma ben vengano soprattutto risultati concreti come quello dello studio delle Molinette».
[m.bar.]
Sanità Socio-Assistenziale
TORINO 3
Martedì 26 agosto 2014 il Giornale del Piemonte
STUDIO SCIENTIFICO Molinette, Cnr e Pet Imret
Simona Lorenzetti
Asuondisecchiated’acqua,siapureghiacciata,laSlanonsicombatte.In
territorio piemontesi l’«Ice bucket
challenge» non ha preso piede. Fatta
eccezionediqualchesporadicogesto:
comequellodeicalciatoridellaJuventus, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli, e come quello della torinesissima Luciana Littizzetto che però oltre alla secchiata si è tirata addosso le feroci polemiche del web, dove è
stata messa alla gogna per aver detto
diaver donatosolo 100euro. Una cifra
troppo bassa per una che guadagna
centinaia di migliaia di euro, è stata la
reazione critica sui social. E mentre
suisocial,maancheneiquotidiani,infuria la polemica su secchiata sì e secchiata no e come questi gesti di esibizionismo non vadano di pari passo
con le donazioni, c’è chi nel silenzio
dei propri laboratori ha continuato a
lavorare per combattere la Sla. Come
nel caso dei ricercatori delle Molinette. Infatti è stato appena pubblicato
sulla prestigiosa rivista internazionale americana «Neurology» uno studio
interamenteitalianonelqualesidimostra per la prima volta la possibilità di
diagnosticareinanticipolaSla(Sclerosi laterale amiotrofica) mediante un
sempliceesameditomografiaademissione di positroni (Pet) con un trac-
Sla, a Torino si fa ricerca
senza secchiate d’acqua
Per la prima volta dimostrata la possibilità di diagnosticare
precocemente la malattia con un particolare esame di tomografia
CITTÀ DELLA SALUTE
Lo studio evidenzia come un
particolare tipo di tomografia
Pet permette di diagnosticare
in anticipo la Sla
L’ASSESSORE SAITTA
«Meno docce fredde e
più risultati: orgoglioso
del lavoro dei ricercatori»
ciante analogo al glucosio (18F-Fdg)
routinariamenteutilizzatonellapraticaclinicadaicentridiMedicinaNucleare. Questa tecnica permette di raggiungere un’accuratezza diagnostica
del 95 per cento, anticipando la diagnosidialcunimesi.Questopassorappresenta un importante sviluppo nella diagnosi precoce della malattia. Infatti,finoralaSlapotevaesserediagnosticataesclusivamenteattraversol’indagine clinica e con il supporto di metodiche neurofisiologiche e pertanto
NonèsololaprocuradiTorino a dire stop alle cure con le
staminali agli Spedali Civili di
Brescia. A dirlo, anche se nella
sola forma della diffida, è anche l’Aifa, l’agenzia italiana
perilfarmaco.Trasabatoedomenica, quando i Nas hanno
notificato al direttore generale
dell’ospedale il decreto con il
qualevenivadispostoilsequestro delle cellule e delle apparecchiature, è stata notificata
anche una diffida dell’Aifa a
proseguire il protocollo pre e
post infusione disposto dalla
biologa Erika Molino proprio
perilcasodellapiccolaNoemi,
lecuitrasfusioniavrebberodovuto cominciare oggi. Lo scorso 14 agosto, dopo l’autorizzazione del giudice dell’Aquila a
sottoporre a trattamento Noemi l’equipe medica che segue
la bambina e coordinata dalla
biologa Molino aveva deciso
INCHIESTA
I familiari dei malati
e l’equipe di Vannoni
valutano il ricorso
di sottoporre a specifici esami
labambinaprimaedopol’infusione. Questo per ottenere
quelrigorescientificofinoaoggimancato.Larichiesta,conla
listadegliaccertamentirichiesti, è stata inoltrata dal direttore generale degli Spedali, Ezio
Belleri,all'Agenzia Italianadel
Farmaco. Da qui la diffida dell’Aifa a eseguire gli esami. Se-
richiedeva un lungo periodo di osservazione, che poteva arrivare a un anno. L’accelerazione e la maggiore accuratezza della diagnosi di Sla sono
fondamentali sia per lo sviluppo di
nuove terapie sia per l’accesso dei pazientiallecuresperimentali.Lostudio
è frutto della collaborazione fra il dottorMarcoPagani(ricercatoredall’Istituto di Scienze e Tecnologie della CognizionedelCnrdiRoma),ilprofessor
Adriano Chiò (direttore del Centro
Esperto Sla dell'ospedale Molinette
della Città della Salute di Torino e della Scienza e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di
Torino)eladottoressaAngelinaCistaro (ricercatrice del Centro Pet Irmet di
Torino). La Fdg-Pet è una metodica
diagnostica di medicina molecolare
basata sulla somministrazione di un
mezzo di contrasto radioattivo che
permettedivalutareilmetabolismoin
unacertaregioneconfrontandolocon
lo stato di normalità. Nella pratica clinica viene tipicamente utilizzata nei
tumori,neiqualilacaptazionedelleregioni colpite è aumentata e nelle malattie neurodegenerative nelle quali è
tipicamente diminuita. Nello studio
sono stati coinvolti 195 pazienti afferenti al Centro Sla delle Molinette di
Torino, che sono stati confrontati con
40 soggetti con assenza di patologie
delsistemanervosocentrale.Mediante un algoritmo matematico è stato
possibile identificare le aree cerebrali
che presentano nei pazienti Sla l’alterazione funzionale caratteristica che
lidifferenziarispettoaicontrolli.Questeregionicorticaliesottocorticalipresentano sia ipo che ipercaptazione e
quest’ultima,presenteneifascinervosi che intercorrono tra le aree motorie
e il midollo spinale, è assolutamente
specifica della Sla. La serie di pazienti
osservatièdigranlungalapiùnumerosa di qualunque altro studio di neuroimmagini effettuato finora nella Sla
e questo rafforza l’affidabilità statistica e clinica dello studio.
«Lo studio italiano sulla diagnosti
precocedellaSlacostituisceun’importante notizia, che conferma la qualità
della ricerca scientifica italiana e che
aprenuovesperanzeperimalatieleloro famiglie. Sono orgoglioso che Torino e l’ospedale Molinette siano stati
protagonisti nella
realizzazione di
questorisultato,anchesesicuramente
riscuoterà minore
attenzionemediatica di quanto non
faccia una secchiatad’acquaghiacciata», ha commentato l’assessore alla
Sanità della RegionePiemonte,Antonio Saitta. Il quale
ha aggiunto: «Senza nulla togliere a
tuttociòchepuòcontribuireasensibilizzarel’opinione pubblica intornoad
una grave malattia come la Sla, mi pare doveroso richiamare l’attenzione
sulla necessità di finanziare la ricerca
edimettereincampoaiuticoncretialle famiglie che assistono i malati. Perché, purtroppo, sono proprio i malati,
i familiari e i ricercatori a sperimentaresullapropriapellele“doccefredde“
dei tagli ai finanziamenti. Le campagne “virali“ durano meno del quarto
d’ora di celebrità di Andy Warhol. Le
malattie e il dolore richiedono risposte concrete ed efficaci: ben vengano
lesecchiated’acqua(seaccompagnatedagenerosibonificiafavoredellaricerca),mabenvenganosoprattuttorisultati concreti come quello dello studio delle Molinette».
Twitter:@S_Lor75
STOP AL METODO STAMINA
Anche l’Aifa diffida gli Spedali di Brescia
Il giorno del sequestro dei Nas notificato pure il provvedimento dell’agenzia
poluogopiemontesedopolunghemeditazioni:ilpmRaffaele
Guarinielloindagadamesisulla metodica Stamina di Davide
Vannoni,dicuihachiestoilrinvio a giudizio (con altre dodici
persone) per associazione per
delinquerefinalizzataallatruffa, e, insieme ai suoi collaboratori, ha deciso di stroncare una
sperimentazione che, come si
legge nelle carte processuali,
ha solo «intenti speculativi».
«Brescia è nostra a 360 gradi»,
TUTTO FERMO
Il sequestro mette fine
a ogni forma di
sperimentazione del
metodo di Davide Vannoni
condo l’Aifa, infatti, ciò avrebbe significato l'avvio di una vera e propria sperimentazione
di fase 1 sull'uomo piuttosto
che un semplice e legittimo
controllo medico sulle condizioni di Noemi. E nelle stesse
ore è arrivato lo stop alle cure
conlestaminaliagliSpedaliCivilidiBresciadapartedelgipdi
Torino. Ora Stamina Fondationcosìcomeifamiliaridelpazienti stanno valutando un ricorso al Riesame. Un’arma a
doppiotaglio,perchèseigiudici del Riesame confermassero
Rassegna del 26 agosto.pdf
il sequestro, si tratterebbe di
unanuova tegolacontro lametodicadiVannoni.Unasentenzacontro Stamina rafforzerebbeancordipiùlaposizionedellaprocura.Delrestogiàleparole del Gip confermano l’impiantodellaprocura.Èun’«attività delittuosa», infatti, è scrittonel provvedimentocon cuiil
gip,FrancescaChristillin,haordinato ai carabinieri del Nas di
sequestrare cellule e apparecchiature.Uninterventodurissimo che è stato caldeggiato dai
magistratidellaprocuradelca-
pagina 20
si era rallegrato via e-mail nel
2011 Marino Andolina, il chirurgo triestino che da sempre
spalleggia Vannoni e ora rischia di essere processato con
lui. Una banda, secondo gli inquirenti,chepuntaafare«lauti
profitti» sulla «disperazione»
di pazienti e familiari. In varie
parti d'Italia 164 giudici civili
avevanodatoilvialiberaalleterapiaaBrescia.Maqueiprovvedimentigiudiziariperlaprocura di Torino, «al di là del rispet-
to che gli è dovuto», hanno «finalità autonome e distinte»,
«non legittimano né delegittimano le attività delittuose» e
nonsipronuncianosullavalidità scientifica del metodo». In
Italia,poi,172giudicicivilihanno detto «no» alla sperimentazione. Uno di loro ha persino
scritto che si tratta di «ciarlataneria». L’udienza preliminare
controDavideVannoni eglialtri 12 indagati finiti sotto accusa è stata fissata per il 4 novembre.
Twitter: @S_Lor75
Guardia di Finanza
REPARTO TECNICO LOGISTICO
AMMINISTRATIVO PIEMONTE
Uficio Amministrazione
Corso IV Novembre, 40 - 10136 Torino
Tel. 0113305348
pec: ”[email protected]”
AVVISO DI GARA PER ESTRATTO
C.I.G.: 5887629127
Questo Reparto T.L.A. Piemonte intende
afidare, mediante procedura aperta, l’appalto del servizio di catering completo
per le mense del Corpo della Guardia di
Finanza alla sede di Torino - periodo 2015
– 2017.
Valore presunto dell’appalto:
euro 1.054.200,00 IVA esclusa.
Termine ultimo per la presentazione dei
plichi contenenti la documentazione e l’offerta: 01 ottobre 2014 ore 10,30.
Il bando integrale è stato pubblicato sulla
G.U.U.E. in data 16/08/2014 - 2014/S 156280990 e sulla G.U.R.I. 5^ serie speciale
nr. 94 in data 20/08/2014.
Il bando e la documentazione di gara sono
disponibili sul sito web www.gdf.gov.it
STAMPA EDIZIONI TELETRASMESSE:
QUALIPRINTERS SRL - Via Risorgimento, 12 Bis - SENAGO
(MI) - Tel. 02.99483213
IL CAPO UFFICIO
AMMINISTRAZIONE
int.le (Magg. Alberto Bergesio)
Sanità Socio-Assistenziale
TORINO CRONACA
la Repubblica MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014
VII
PER SAPERNE DI PIÙ
www.cittadellasalute.to.it
torino.repubblica.it
La sfida alla malattia
LE “SECCHIATE DI SOLIDARIETÀ” A TORINO
BUFFON
Il portiere della Juve e della
nazionale è stato tra i primi,
assieme al neo-bianconero
Morata, a farsi la doccia gelata
AGNELLI
Anche il presidente della Juve ha
aderito, senza rinunciare a giacca
e cravatta: autore della doccia
l’ad bianconero Giuseppe Marotta
DEL PIERO
Anche l’ex bianconero
ha partecipato nominando
Eva Herzigova,il rugbista Sonny B.
Williams e Valentino Rossi
LITTIZZETTO
Doccia anche per lei: ma il gesto
di sventolare 100 euro destinati
alla ricerca ha fatto infuriare il
web, con accuse di «taccagneria»
Sla, diagnosi precoce alle Molinette
La scoperta pubblicata sulla rivista Usa “Neurology”: la malattia si individua molti mesi prima con una tomografia
L’assessore Saitta: “Torino protagonista della ricerca di qualità, altro che le docce ghiacciate dei vip su internet”
La nuova tecnica
consente una
accuratezza del 95%
contro il 60 di prima
ALLE docce fredde ai risultati. E se è vero che le prime
raccolgono l’attenzione dei media, la ricerca non sta
certo a guardare. Per la prima volta è stata infatti
dimostrata la possibilità di diagnosticare precocemente la
Sla. Come? Con una Pet, l’esame di tomografia a
emissione di positroni che, per essere più concreti, sfrutta
un tracciante simile al glucosio, già utilizzato per altre
analisi di medicina nucleare. Il risultato, pubblicato sulla
rivista Usa “Neurology”, nasce dalla collaborazione fra
Adriano Chiò, direttore del Centro esperto Sla
dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della
Scienza (e dipartimento di Neuroscienze dell’Università
D
degli Studi di Torino), la dottoressa Angelina Cistaro,
ricercatrice del centro torinese Pet Irmet e Marco Pagani,
ricercatore dall’Istituto di Scienze e
LA tecnologie della cognizione del Cnr di
Per i pazienti c’è un grande
GIOR Roma.
vantaggio. Questa tecnica permette di
NA raggiungere un’accuratezza
TA diagnostica del 95%, anticipando la
diagnosi di alcuni mesi. L’assessore
regionale alla Sanità, Antonio Saitta, si è detto
“orgoglioso” dello studio. «È la conferma – sottolinea della qualità della ricerca scientifica italiana. E Torino,
insieme all’ospedale Molinette, è stata protagonista in
questo risultato, anche se sicuramente riscuoterà minore
attenzione mediatica di quanto non faccia una secchiata
d’acqua ghiacciata». Saitta preferisce guardare oltre alle
“campagne virali”: «Va bene sensibilizzare il pubblico ma
è doveroso richiamare l’attenzione sulla necessità di
finanziare la ricerca e di aiutare le famiglie che assistono i
malati. Perché sono proprio i pazienti, i familiari e i
ricercatori a sperimentare sulla propria pelle le “docce
fredde” dei tagli ai finanziamenti».
(e. d. b.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
“Così vediamo
il male nascere
Cure adeguate
fin da subito”
L’INTERVISTA
ERICA DI BLASI
ACCELERAZIONE e la
maggior accuratezza della diagnosi di
Sla sono fondamentali: sia per
lo sviluppo di nuove terapie, sia
per l’accesso dei pazienti alle
cure sperimentali». Il professor
Adriano Chiò è direttore del
Centro esperto sclerosi laterale
amiotrofica delle Molinette e
del dipartimento di Neuroscienze dell’Università.
Cosa comporta questa scoperta?
«È un passo avanti importante. Finora la Sla poteva essere
accertata solo con l’indagine clinica e il supporto di metodiche
neurofisiologiche: richiedeva
un lungo periodo di osservazione che poteva arrivare a un anno».
Con quest’ultimo studio invece si accorciano i tempi?
«Sì. Questa tecnica permette
non solo di raggiungere un’accuratezza diagnostica del 95
per cento, e che prima era appena del 60, ma di anticipare la
diagnosi di alcuni mesi iniziando subito la terapia più adatta».
Come funziona in concreto
questo esame?
«È una Pet, una tomografia a
emissione di positroni con un
tracciante simile al glucosio,
che viene utilizzato normal-
«L’
PROFESSORE
Adriano Chiò, direttore
del Centro esperto sclerosi
laterale amiotrofica
delle Molinette e del
dipartimento Neuroscienze
dell’Università
Rassegna del 26 agosto.pdf
“
Iniettiamo un
liquido tracciante
simile al glucosio
e con un algoritmo
identifichiamo
le aree cerebrali
che presentano
alterazioni
”
mente nei centri di medicina
nucleare. Quella che viene definita Fdg-Pet è di fatto una tecnica di diagnosi che si basa sulla somministrazione nel paziente di un mezzo di contrasto
radioattivo. Questa sostanza
permette poi di valutare il metabolismo di una certa regione
confrontandolo con lo stato di
normalità».
Ci sono altri casi in cui viene
usata questa tecnica?
«Nella pratica clinica viene
utilizzata nei tumori, nei quali
la ricezione delle regioni colpite
è aumentata, e nelle malattie
neurodegenerative, dove invece è diminuita. Nel caso della Sla
PIEMONTE, 400 MALATI
La sperimentazione delle
Molinette è stata condotta
su 195 pazienti confrontati
con 40 persone non malate
le immagini vengono anche elaborate grazie a un particolare
algoritmo».
Ovvero?
«Con un algoritmo matematico identifichiamo le aree cerebrali che, nei pazienti Sla, presentano l’alterazione funzionale caratteristica della malattia.
Queste regioni corticali e sottocorticali mostrano sia un basso
sia un forte assorbimento e quest’ultimo, nei fasci nervosi che
intercorrono tra le aree motorie
e il midollo spinale, è assolutamente specifico della Sla».
Ci sono controindicazioni?
«Assolutamente no. Anche i
pazienti che soffrono di clau-
pagina 21
strofobia possono farlo, in
quanto, a differenza delle risonanze, non avviene in uno spazio ristretto. Il liquido di contrasto è simile al glucosio, uno zucchero marcato, che in linea di
massima non provoca allergia.
E la sostanza radioattiva non ha
effetti collaterali: il corpo umano la elimina in mezz’ora».
Quali sono i primi sintomi della malattia?
«La perdita di forze, in particolare del gruppo muscolare.
Un impaccio motorio di solito
non accompagnato da dolore.
Purtroppo alcuni di questi segnali vengono spesso ignorati
dai pazienti, che solo in seguito
si presentano dal medico e ancora dopo dal neurologo».
Quanti sono i casi di Sla in Piemonte?
«Attualmente circa 400.
L’età media è tra i 60 e i 70 anni.
Nello studio sono stati coinvolti
195 pazienti del centro Sla delle Molinette, confrontati con 40
persone che non avevano malattie del sistema nervoso centrale. La serie di soggetti osservati è di gran lunga la più numerosa di qualunque altro studio di neuroimmagini effettuato finora nella Sla. Un aspetto
che rafforza l’affidabilità statistica e clinica del nostro lavoro».
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34
IL METEO
Sole
Poco
Nuvoloso
nuvoloso
Il tempo: instabile con rovesci su Alpi e Levante Ligure. Domani soleggiato più caldo
OGGI Temperature ˚C
DOMANI Temperature ˚C
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BIELLA
MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014
REDAZIONE VIA XX SETTEMBRE 17
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BIELLA
NOVARA
VERCELLI
TORINO
ASTI
ALESSANDRIA
CUNEO
MILANO
GENOVA
SAVONA
IMPERIA
Tra l’alta pressione sul
Mediterraneo e le perturbazioni
atlantiche che scorrono
sull’Europa centrosettentrionale si è instaurato un
flusso di correnti occidentali a
tratti umide che continuano a
mantenere tempo instabile sulle
nostre regioni con passaggio di
rovesci in prevalenza sulle Alpi e
sul Levante Ligure ma
localmente anche su pianure e
colline piemontesi
e lombarde.
12
E PROVINCIA
SANITÀ. OGGI UN SUMMIT IN REGIONE
ISTRUZIONE
La scuole ai raggi X
Scatta il check-up
in ventotto istituti
Stefania Zorio
A PAGINA 40
Ospedale, slitta il trasloco
Mancano i collaudi e l’ok del Comune: il debutto spostato al 20 novembre
STEFANO ZAVAGLI
BIELLA
IL CASO
Gli Under 35 al lavoro
per «salvare»
il turismo sul lago
Valentina Roberto
A PAGINA 41
MIAGLIANO
Sindaco e assessori
aprono lo sportello
anti-burocrazia
Servizio
A PAGINA 43
BASKET
Berti: «Imparo
a fare l’allenatore
e trascino l’Angelico»
Stefano Zavagli
A PAGINA 51
Rassegna del 26 agosto.pdf
L’imponente macchina organizzativa per il trasloco dal
vecchio al nuovo ospedale si
è ufficialmente messa in moto. E il summit delle Asl regionali di oggi, con i vertici
biellesi a colloquio con il nuovo direttore generale Fulvio
Moirano, detterà la cronologia delle date per l’apertura
del nuovo nosocomio. Se tutto procederà come da programma, il Degli Infermi andrà in pensione dal 20 novembre, giorno in cui (con un
mese di ritardo rispetto alle
previsioni iniziali) l’ospedale
di frazione Alberetti entrerà
ufficialmente in funzione nell’interezza dei suoi reparti. A
Il Pronto soccorso
e la Rianimazione
verranno «sdoppiati»
per garantire le urgenze
confermare lo slittamento
dell’apertura è il bando della
gara d’appalto relativa al servizio di trasloco (in scadenza
il 12 settembre), che indica
nel periodo tra ottobre e novembre il trasporto e il montaggio dei beni mobili.
Un’operazione che durerà 15
giorni e che costerà (con gara
a ribasso d’asta) 198 mila euro (Iva esclusa) a cui va aggiunta la consulenza (già avviata) con professionisti
esperti in traslochi d’ospedali per la logistica. Proprio ieri
mattina, le ditte interessate a
partecipare alla gara d’ap-
Viabilità
Ripartelunedìilcantiere
dellastradadiaccesso
Logistica
Il direttore
dell’Asl
Gianfranco
Zulian
sta curando
l’operazione
trasloco
palto hanno fatto un sopralluogo sia nel nuovo sia nel vecchio
ospedale. Tutto il materiale da
spostare è già invece stato catalogato in un lungo documento stilato dallo staff dell’Asl.
«All’incontro regionale di
oggi - spiega il direttore gene-
pagina 22
Per completare le aree esterne del nuovo
ospedale occorre che siano concluse tutte le
strade di accesso. La riapertura dei cantieri è
attesa, dopo un periodo di ferie, per il prossimo lunedì. «Il 1° settembre è la data pattuita
prima delle vacanze con l’amministrazione
per la ripresa dei lavori - spiega Zulian - e il
sindaco Marco Cavicchioli ci ha assicurato
durante l’ultimo incontro che i lavori saranno conclusi per il 20 di ottobre». Se tutti i passaggi proseguiranno senza intoppi, per il 20
di ottobre la struttura sarà praticamente ultimata e al Degli Infermi inizierà il confezionamento di buona parte dei materiali da trasportare nel nuovo ospedale. Dopodiché la
struttura sarà pronta per ricevere l’abitabilità ed entrare in funzione.
[S. ZAV.]
rale Gianfranco Zulian - avremo l’occasione di fare il punto
sul nuovo ospedale e in generale si parlerà sulla situazione
economica dell’Asl. Al rientro,
domani, è convocata una riunione interna con lo staff dell’Asl di Biella per fare il punto
in vista del trasloco».
Se in frazione Alberetti le
operazioni di completamento
proseguono a pieno regime (da
oggi verrà installata la nuova
strumentazione per le risonanze magnetiche), il trasporto del materiale dalle due
strutture dovrà avvenire senza alcun ritardo e senza creare
disagi: «E’ un lavoro delicato,
perché non dovranno esserci
intoppi, ma siamo qui apposta
per far funzionare tutto alla
perfezione», assicura Zulian. I
primi reparti ad andare nel
nuovo ospedale saranno quelli
senza la presenza di pazienti
ricoverati, con in testa il laboratorio analisi. Dopodiché, per
una settimana, i reparti più
importanti, il pronto soccorso
e la rianimazione, verranno
«sdoppiati» e per qualche
giorno funzioneranno in entrambe le strutture per poter
fronteggiare tutte le urgenze.
Un’altra data fondamentale
per il via libera al nuovo ospedale sarà quella del 20 ottobre:
quel giorno, a un mese esatto
dall’apertura, è convocata la
commissione dei tecnici che
effettuerà il collaudo finale
sulla struttura. Al nuovo ospedale mancherà poi solo l’abitabilità (che dovrà giungere dal
Comune di Ponderano) e il
completamente delle strade di
accesso.
Sanità Socio-Assistenziale
1
LA STAMPA
MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014
Staminali
Intervista
Dopo il sequestro
di cellule agli Spedali
Civili di Brescia
richiesto e ottenuto
dalla Procura di
Torino, l’Aifa ha
diffidato la struttura
pubblica
dall’effettuare
controlli clinici pre e
post trattamento per
la piccola Noemi in
attesa delle infusioni
Secondo l’Agenzia
del Farmaco, infatti,
ciò che starebbe
facendo Stamina
a Brescia va oltre
la semplice
somministrazione
ma si configura come
sperimentazione
sull’uomo
ROSARIA TALARICO
ROMA
l sequestro era un atto
dovuto da parte della
procura». Luca Pani, direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana per
il farmaco) non usa giri di parole per
commentare il sequestro agli «Spedali
di Brescia» delle cellule utilizzate nel
metodo «Stamina» e ideate da Davide
Vannoni. Del resto, aggiunge, «hanno
fatto una cosa molto grave, è logico che
un pubblico ministero abbia proceduto
in tal senso. Avrei fatto la stessa cosa».
«I
Perché?
«Non si possono condurre accertamenti e analisi da sperimentazione
clinica-fase uno nascondendoli dietro
la copertura della terapia di infusione.
Non una terapia, ma un trattamento
segreto, illegale per le norme italiane,
europee e internazionali. La lettera
del direttore generale degli Spedali
Civili di Brescia Belleri parlava infatti
di una serie di accertamenti e analisi
di tipo sperimentale».
C’è, però, un’altra sentenza del tribunale de L’Aquila che aveva dato il via
libera all’infusione per la bambina
Noemi.
Spedali Civili
Eoraarrivaladiffida
dell’AgenziadelFarmaco
1 Mentre le cellule staminali sono
sotto sequestro dopo il provvedimento
ottenuto dalla Procura di Torino,
l’Agenzia del Farmaco (Aifa) ha diffidato gli Spedali Civili di Brescia dall’effettuare il «protocollo di valutazione pre e
post trattamento» sulla piccola Noemi
Sciarretta, la bambina abruzzese ammalata di Sma1. Per l’Aifa, infatti, gli
esami e i controlli clinici richiesti da Erica Molino, la biologa autorizzata dal
giudice dell’Aquila per effettuare le infusioni su Noemi non avrebbero nulla a
che fare con le cure compassionevoli,
ma si tratterebbe di una sperimentazione sull’uomo, che in Italia è sottoposta a severe e rigide regole.
MASSIMO PERCOSSI/ANSA
“Stamina usa le infusioni
per esperimenti illegali”
Il direttore Aifa: violate anche le prescrizioni dei giudici
Cosa Hanno nascosto
ha un trattamento
detto segreto dietro
to l’ospedale dal fare esami su Noemi...», poi sono arrivati i Nas...
«Non è stata minimamente inibita l’in- «Sono stati i responsabili di Stamina ad
fusione che Noemi avrebbe potuto fa- avere di fatto impedito l’infusione a Noere normalmente come era accaduto mi. Ci sarebbe stata come c’è stata per
con Celeste la settimana scorsa. Non Celeste. Questa è la verità. Sarebbe forsi è impedito l’emocromo o altri esami, se il caso che si prendessero delle rema non ci si può arsponsabilità anche nei
rogare il diritto di faLA PROCURA confronti dei genitori
re sperimentazione
questi bambini e ini«Non poteva agire di
clinica al di fuori delzino a dire come stanin modo diverso, hanno no le cose».
la legge. Se avessero
rispettato le decisiofatto qualcosa di grave» L’Aifa non ha responsani del giudice del labilità sulla vicenda?
voro, che non c’entra nulla con gli «La nostra ordinanza sul metodo Stamiaspetti penali in cui gli ideatori di Sta- na è del maggio 2012, in seguito a
mina sono coinvolti, il sequestro non ci un’ispezione congiunta tra noi, Nas e
sarebbe stato. Invece hanno tentato di procura di Torino. E la non validità della
forzare il tipo di reato per cui sono sta- terapia è stata confermata da premi Noti rinviati a giudizio».
bel e da tutta la comunità scientifica
Il padre di Noemi indirettamente se l’è mondiale. Hanno fatto una cosa molto
presa anche con l’Aifa che «ha diffida- grave ed è logico che un pubblico mini-
stero che ha fatto anni di indagini su farmaci contraffatti e pericolosi abbia disposto il sequestro».
Al di là dell’effetto mediatico, è innegabile però che i cittadini siano diffidenti
anche nei confronti di istituzioni che sono deputate ai controlli...
«Ne abbiamo preso atto. È il problema
che hanno i regolatori come noi in tutto il
mondo. Certo in Italia il fenomeno su alcuni aspetti ha assunto delle connotazioni problematiche, una sorta di diffidenza
se non peggio. Purtroppo capisco la mediaticità della nostra epoca e i quindici
I GIORNALISTI
«Capisco la mediaticità
del nostro tempo, ma devono
controllare ciò che scrivono»
una presunta terapia
Se avessero seguito
le indicazioni
Noemi avrebbe
ricevuto l’iniezione
Sarebbe ora
che ai genitori
di questi bambini
si raccontasse la verità
Luca Pani, direttore dell’Aifa
minuti di notorietà che spetterebbero a
ognuno. Ma i giornalisti bisognerebbe
che stessero attenti a vedere le carte, a
controllare le fonti e verificare bene
quello che scrivono».
È sempre colpa dei giornalisti?
«Al di là di questo, penso che alla fine la
scienza, la correttezza e il comportamento etico dell’Agenzia, dei Nas e della
Guardia di finanza sia sotto gli occhi di
tutti. Resta la domanda che si è fatta la
senatrice Elena Cattaneo: quanto
avremmo potuto risparmiare se si fosse
tenuto conto dell’ordinanza dell’Aifa di
oltre due anni fa?».
il caso
In Scozia
Docciagelata,unmorto
ALESSANDRO MONDO
TORINO
1 Un ragazzo scozzese di
na buona notizia, di quelle che
aprono nuovi traguardi. È
comparsa su «Neurology»,
prestigiosa rivista internazionale
americana, e rimanda per molta parte
a Torino.
U
Lo studio
Il tema è la Sla, la Sclerosi laterale
amiotrofica protagonista dei media
per le secchiate ghiacciate cui si sottopongono politici e vip in favore della ricerca. Grazie ad uno studio interamente italiano, ora è possibile individuarla dalle alterazioni nel cervello, e
non solo da quelle del midollo spinale,
con un margine di accuratezza superiore a quello degli esami tradizionali.
Significa anticipare diagnosi e terapie.
La scoperta
Come? Mediante un semplice esame
di tomografia ad emissione di positroni (Pet) con un tracciante analogo
al glucosio, abitualmente utilizzato
nella pratica clinica dai centri di Medicina Nucleare. Questa tecnica permette di raggiungere un’accuratezza
diagnostica del 95%.
Finora la Sla poteva essere diagnosticata solo attraverso l’indagine clinica
e con il supporto di metodiche neurofisiologiche: significava un lungo periodo
di osservazione, con punte che arrivavano ad un anno. Va da sè che l’accelerazione e la maggiore accuratezza della
diagnosi di Sla sono fondamentali, sia
per lo sviluppo di nuove terapie sia per
l’accesso dei pazienti alle cure sperimentali. Soddisfatto, con qualche pole-
Rassegna del 26 agosto.pdf
Cronache .15
.
TETRA IMAGES/GETTY
18 anni, Cameron Lancaster,
ha perso la vita in una cava allagata dove avrebbe cercato
di portare a termine l’Ice Bucket Challenge in modo fin
troppo originale. Secondo i
media, il giovane si è tuffato
nelle fredde acque e non è più
riuscito a risalire: il suo corpo
è stato poi trovato dai servizi
di soccorso.
La ricerca fa un passo avanti verso la diagnosi della Sla
Sla, nel cervello le prime tracce
per diagnosticare la malattia
A Torino la scoperta che permetterà di anticipare le terapie
mica, Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità: «Sono orgoglioso che Torino e l’ospedale Molinette siano protagonisti di questo risultato, anche se riscuoterà minore attenzione mediatica di una
secchiata d’acqua ghiacciata».
Team italiano
Lo studio è frutto della collaborazione
tra specialisti: Marco Pagani (Istituto
di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Cnr di Roma), Adriano Chiò
(Centro Esperto Sla dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino
e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino), Angelina Cistaro (Centro Pet Irmet di To-
rino). Un «team» eccezionale, che dopo
due anni di lavoro serrato ha aperto
una nuova frontiera.
La verità nel cervello
La Fdg-Pet, spiegano dalla Città della
Salute, è una metodica diagnostica di
medicina molecolare basata sulla
somministrazione di un mezzo di contrasto radioattivo: permette di valutare il metabolismo in una certa regione, confrontandolo con lo stato di
normalità. Di solito viene utilizzata
nei tumori, dove la captazione delle
regioni colpite è aumentata, e nelle
malattie neurodegenerative, nelle
quali è tipicamente diminuita.
pagina 23
Test sui pazienti
Quasi 200, per la precisione 195, i pazienti coinvolti, confrontati con 40 soggetti
con assenza di patologie del sistema nervoso centrale. Tramite un algoritmo sono state identificate le aree cerebrali che
presentano nei pazienti Sla l’alterazione
funzionale caratteristica che li differenzia rispetto ai controlli. Altro dato: la serie di pazienti osservati è la più numerosa di qualunque altro studio di neuroimmagini effettuato nella Sla, il che rafforza l’affidabilità statistica e clinica della
ricerca. Un risultato che si spera proceda di pari passo con la messa a punto di
nuovi farmaci, aprendo nuovi traguardi
alla terapia, oltre che alla diagnosi.
«Con l’algoritmo
diagnosi sicure
al 95 per cento»
4
domande
a
Adriano Chiò
Molinette
«La vera novità non è la Pet, e
nemmeno il tracciante, ma l’algoritmo che, incrociando i vari
parametri, permette di individuare quali sono le aree del
cervello colpite». Così Adriano
Chiò, uno degli specialisti che
hanno lavorato allo studio.
Come funziona fino ad oggi?
«L’esame tradizionalmente
usato per scoprire la Sla è
l’elettromiografia, basata
sulle alterazioni del midollo
spinale».
Tasso di accuratezza?
«Parliamo del 60-70%, a fronte del 95% garantito dalla nuova tecnica».
Come ci siete arrivati?
«Studiando alcuni aspetti del
deficit cognitivo presentato
dai pazienti colpiti dalla malattia rispetto a quello mostrato da altri, non affetti da Sla».
Cosa cambia?
«La possibilità di accelerare la
diagnosi, quindi la presa in carico del paziente, quindi la
somministrazione delle terapie. Va da sè che il fattore tempo è essenziale. La speranza è
che il combinato tra la diagnosi e le nuove terapie allo studio
aumenti le possibilità di gua[ALE. MON.]
rigione».
Sanità Socio-Assistenziale
12 45
46 .VCO
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014
In breve
SANITÀ. GLI OSPEDALI DEL VCO SONO ENTRAMBI SOTTO QUOTA 500
Verbania, nascite in calo
E al San Biagio
resta l’enigma del reparto
RENATO BALDUCCI
DOMODOSSOLA
Sono iniziate ieri
le nomine della scuola
1 Iniziate ieri, al provvedi-
torato agli studi di Verbania,
le operazioni per l’avvio del
nuovo anno scolastico che
proseguiranno fino a domani. In queste giornate sono
fatte le assegnazioni provvisorie di cattedre e le nomine
di insegnati e personale non
docente che saranno assunti
a tempo indeterminato. [F. RU.]
Omegna
Dopo i parti al San Biagio,
anche quelli all’ospedale Castelli di Verbania scendono
sotto l’asticella di sicurezza.
Dopo i dati negativi del 2013
anche quelli dell’anno incorso - aggiornati a pochi giorni
fa - sono preoccupanti. Al 31
dicembre 2013 Verbania registrava infatti 437 parti (588
l’anno precedente), a Domodossola 229 (237). Assieme
alle due strutture del Vco, altri sette ospedali in Piemonte
non raggiungono la soglia di
500 parti annui. La precedente amministrazione regionale targata Cota aveva
sempre sostenuto di voler
riorganizzare la rete dei punti nascita. «Una politica tesa
a garantire la massima sicurezza» aveva detto l’allora
presidente Roberto Cota.
Ora, sulla sanità si attendono
L’Asl attende da Torino
le indicazioni
per riorganizzare
il servizio provinciale
Verbania
Arriva in Consiglio
la polemica dei murales
1 Torna
a riunirsi questa
sera il Consiglio comunale di
Omegna. Nella seduta convocata alle 19 al Forum si discuterà la proroga della convenzione con l’Omegna calcio
per la gestione del Liberazione e alcuni ordini del giorno,
come la realizzazione di murales in ricordo del pittore
Gino Apostolo.
[L. ZIR.]
Verbania
Il Comune aderisce
a «Distretto 33»
1 Il
Comune di Verbania
ha aderito a Distretto 33. Si
tratta di un progetto di comunicazione e promozione
delle attività presenti sui territori, che si affacciano sulla
statale 33 del Sempione, in
vista di Expo 2015.
[F.RU.]
Verbania
Nei primi mesi del 2014 al Castelli ci sono stati 260 parti
Domodossola
Colpodisonno
Investedueauto
le decisioni politiche della
nuova giunta Chiamparino.
Scelte che però l’attuale governatore non ha ancora approfondito nel dibattito alla
festa dell’Unità di Villadossola poche settimane fa. Cosicché anche Verbania rischia
grosso visti i numeri del 2013.
Tenendo conto che sul punto
nascite di Domodossola resta l’incognita del pronunciamento del Consiglio di Stato,
sul ricorso presentato dai pediatri e dalle amministratori
comunali dell’Ossola che si
sono opposti alla chiusura.
I dati relativi al 2013 sono
indicativi sotto l’aspetto territoriale: il 97,8 per cento delle 229 partorienti di Domodossola è risultato residente
nell’Asl Vco, così come il 94,3
delle 437 donne che si sono
rivolte a Verbania. A indicare
come per molte donne i due
ospedali restino punto di riferimento per far nascere i figli, nonostante la crescente
1 È stato probabilmente
un colpo di sonno la causa
dell’incidente di ieri alle
17,40 sulla superstrada tra gli
svincoli Nord e Sud di Domodossola. Un uomo su una
Punto (proveniente da Villa)
ha sbandato colpendo una
Panda e una Citroen che arrivavano in direzione opposta.
Lievi ferite solo per la ragazza
al volante della Panda che è
stata portata al San Biagio.
mobilità passiva fuori provincia. Per il 2014, a metà agosto,
al San Biagio c’erano stati 171
parti e al Castelli di Verbania
260. Alla direzione generale
dell’Asl di Omegna sono in attesa di notizie da Torino.
«Aspettiamo le decisioni che
assumerà la nuova giunta regionale, che si è riservata di fare una rivalutazione di tutta la
sanità in Piemonte» si limita a
dire il direttore sanitario
Francesco Garufi.
Intanto la segreteria del Vco
della Federazione medici pediatri denuncia l’ennesimo
problema sorto pochi giorni fa
nel trasferimento di una donna
incinta da Domodossola a Verbania. «La partoriente, che alla 34ª settimana di gravidanza
minacciava un parto prematuro, è arrivata a Verbania tre
ore dopo. Chiediamo alla nuova dirigenza regionale di rivedere i protocolli sanitari per
garantire la salute alle persone
che gravitano in Ossola» dice il
segretario provinciale della
Fimp Fabrizio Comaita.
Carabinieri in congedo
Raddoppia la sede
1 L’Associazione
nazionale carabinieri di Verbania
raddoppia la sede. L’amministrazione comunale ha infatti
concesso, in comodato d’uso
per le proprie attività, un altro locale al piano terra di palazzo Flaim a Intra. Tra gli interventi di volontariato dell’associazione anche quello di
collaborare con la polizia locale in occasione di eventi e
nei servizi per la sicurezza
davanti alle scuole.
[F. RU.]
Domodossola
«C’entro anch’io»
riparte lunedì
1 Riprendono a Domodos-
sola le attività del progetto
«C’entro anch’io» finanziato
dal Gal e dall’amministrazione comunale. Dal 1 al 14 settembre, oltre 50 bambini dai
7 ai 13 anni saranno impegnati in attività di laboratorio,
escursioni e sport. Le attività
si svolgeranno tutti i giorni
dalle 8,30 alle 16,30. [RE. BA.]
VILLADOSSOLA. IERI POMERIGGIO IL FUNERALE
L’addio al “prof” Massarelli
“Portò in Ossola la pallacanestro”
LUCA BILARDO
VILLADOSSOLA
Nel mondo dello sport lo
chiamavano il «prof» perché
oltre al suo impegno nel calcio, nel basket e nelle bocce
era stato insegnante di educazione tecnica. Compagni di
squadra, dirigenti e amici si
sono uniti ieri ai familiari per
salutare nella chiesa del Villaggio Sisma a Villadossola
Roberto Massarelli. Aveva 72
anni ed è morto sabato sera
tornando a casa dopo la giornata - una delle tante - passata a capofitto nello sport. Il
calcio in questa occasione,
un amore al quale era tornato alcuni anni fa, dopo aver
lasciato il segno nella pallacanestro e nelle bocce. Con i dirigenti della Virtus Villa stava
organizzando il torneo dedicato a Ernesto Gori, che si è disputato ieri. «Siamo rimasti
Oltre al basket
era da anni dirigente
della Virtus Villa
e arbitro di bocce
tutti senza parole - dice Vittorino Battro, presidente della
Virtus Villa - sabato eravamo
stati tutti il giorno insieme e
poi, improvvisa, la notizia del
suo malore. Non c’è stato nem-
Rassegna del 26 agosto.pdf
meno il tempo di portarlo in
ospedale». Nella società calcistica di Villadossola Massarelli era responsabile del settore
giovanile, dopo essere stato un
paio di anni fa presidente.
A calcio aveva anche giocato da giovane, come portiere.
Poi l’incontro con il basket.
«Insieme a don Giuseppe Bonacina, si può dire senza dubbi
che sia stato il pioniere e il pilastro della pallacanestro in Ossola - racconta Pierangelo
Bianconi, ex presidente del
Domo basket -. Era la fine degli
Anni 60 e attorno al collegio
Rosmini nacque il movimento
che poi mise in piedi una società. Con passione per anni ha
Roberto Massarelli, 72 anni
anche insegnato ai giovani.
Ora non aveva più incarichi,
ma c’era sempre alle partite:
poi se c’era bisogno di una mano si era certi di poter contare
su di lui». Una passione quella
per il basket trasmessa anche
alla figlia maggiore.
pagina 24
Il ritrovo di domenica al Monte Zeda con l’Anpi Verbania
AURANO. CONSERVATE PER 70 ANNI
Tornate al Pian Vadà
le antiche targhe Cai
“nascoste” ai nazisti
Ritorno al Pian Vadà dopo 70
anni. E’ quanto accaduto domenica per una singolare cerimonia promossa dall’Anpi
Verbania sul luogo dove il Cai
di Intra sin dal 1889 costruì
un rifugio per coloro che salivano al Monte Zeda. L’iniziativa riconduce alla lotta di Liberazione, quando i partigiani della «Cesare Battisti»
scelsero la zona come base;
di conseguenza l’edificio venne distrutto dai nazifascisti
durante il rastrellamento nel
giugno del 1944. Nel 2009 fu
ricostruito dal parco Val
Grande, che lo riportò a nuova vita come bivacco.
Proprio alla sua storia si
rifà l’incontro di domenica,
nel corso del quale sono state
ricollocate nella loro posizione originaria due targhe murate sulla facciata della vecchia costruzione a cura del
Cai e raffiguranti anche
S.Francesco. Furono recuperate giorni dopo la distruzione dai familiari del partigiano Egidio Testori «Bulgaro»
della «Cesare Battisti», Agostino Grassi e i figli Gina e
Giovanni che ai tempi «caricavano» l’alpe di Ortighedo.
La famiglia Grassi di Falmenta le ha custodite per 70 anni
e ora le ha messe a disposizione per rimetterle al loro
posto. Durante la cerimonia
il partigiano Arialdo Catenazzi ha ricordato figure e
avvenimenti della lotta di Liberazione. Sono così rivissute le imprese del comandante
Arca e del tenente Rolando,
nonché le vicende che hanno
caratterizzato quell’eroico
periodo con il rastrellamento
e l’attacco al Pian Vadà e al
Monte Marona.
[S.R.]
«E’ stato lui a portarmi al
campo e a farmi conoscere
questo sport - racconta Sara,
che per anni ha giocato a pallacanestro e ora allena una delle
squadre del settore giovanile
del Domobasket - ed è stato
con lui che a Novara sono state
fondate le Stars, in cui ho giocato. La stessa passione per lo
sport l’aveva trasmessa anche
ai suoi adorati nipoti: il più
grande, Davide, è già nelle giovanili della Virtus Villa».
Calcio e basket ma non solo.
Aveva giocato a bocce nel Masera. E quando qualche problema fisico non glielo ha più
consentito è passato a fare l’arbitro. Massarelli da alcuni anni era in pensione, dopo essere
stato a lungo insegnante di
educazione tecnica, prima al
Galletti e poi alla scuola media
Giovanni XXIII di Domodossola, di cui era stato pure vice
preside. Vedovo, lascia le figlie
Sara, Giovanna e Donata e i nipoti Lisa, Lorenzo e Davide.
Macugnaga
Unlibroracconta
ilprimoagriturismo
1 È stato probabilmente il
primo agriturismo dell’Ossola. Erano infatti i primi anni
del 1900 quando Giuseppe
Pirazzi, alpigiano di Fomarco,
costruì un piccolo albergo al
Belvedere di Macugnaga, a
quasi 2000 metri. Le foto dell’epoca restituiscono la modesta costruzione con le
mandrie sparse sul pascolo
accanto agli escursionisti che
salivano ad ammirare ghiacciaio. A Macugnaga c’erano
tre alberghi e la seggiovia sarebbe arrivata solo mezzo secolo più tardi. Nell’ostello del
Belvedere la pensione costava 20 lire e il caffelatte una lira. Fresche le uova di galline
ruspanti: costavano ciascuna
1,5 lire. Queste curiosità di oltre un secolo fa sono contenute nel libro «Macugnaga:
le alpi e gli alpigiani», pubblicato dall’editore Riccadonna
di Torino, con testi di Teresio
Valsesia e Luca Battaglini, e
con un ricco corredo fotografico degli archivi della libreria
Grossi di Domodossola e Novellini di Macugnaga, cui si
sono riferiti i collezionisti Sergio Foà e Alberto Riccadonna.
Nel libro (87 pagine, 13 euro)
rivive un mondo scomparso e
quindi particolarmente allettate da riscoprire. Sarà presentato questa sera alle 21,
alla Kongresshaus. Ora lo storico alberghetto del Belvedere è diventato un rifugio del
Cai Saronno.
TRIBUNALE
DI NOVARA
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ore 11.00. Maggiori informazioni
presso il delegato tel. 0321624034
- 0321390166 e Custode giudiziario I.V.G. Novara, tel. 0321/627393
e sui siti www.tribunale.novara.it
e www.astegiudiziarie.it. (A255445).
Filiale Piemonte Nord
e Valle d’Aosta
(Novara-VCO, Vercelli, Biella, Aosta)
Via Colombo, 4 - 13900 BIELLA
Tel. 015.252.29.26 - 015.835.35.08
Fax 015.252.29.40
Sanità Socio-Assistenziale
12 45 67 18
LA STAMPA
MARTEDÌ 26 AGOSTO 2014
.
Cronaca di Torino .41
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E in futuro mancheranno pure i medici
I test per i corsi di formazione per Medicina Generale il 17 settembre, quelli per le specializzazioni a fine ottobre
Chi li supera entrambi e sceglie di frequentare i secondi non potrà essere sostituito: i tempi sono troppo stretti
ELENA LISA
«Il pericolo?
Non trovare
sostituti
per i pensionati»
Quando il ministero dell’Università ha annunciato che
quest’anno, per la prima volta, avrebbe fissato un calendario nazionale per i test
d’ingresso di tutte le specialità di Medicina, sembrava che
si volesse districare una matassa di lungaggini temporali
e mancata coordinazione tra
Enti che in passato aveva
creato non pochi problemi ad
Ateneo e Regione.
Rese pubbliche le date,
però, si è scoperto che l’intervento ha complicato ulteriormente le cose. Le nuove
date dei test, infatti, rischiano di penalizzare i corsi di
formazione in Medicina Generale, quelli da cui usciranno le future leve dei medici
di base, della guardia medica e del 118.
6
domande
a
Angelo Testa
presidente Snami
«Questa storia ormai è un
flagello». Non
che Angelo
Testa che lavora nell’Asl
To4 ed è il presidente nazionale dell’associazione medici
italiani, la Snami, si senta condannato a discutere della questione «specializzandi in Medicina Generale». Ma certo non
nasconde il suo disagio.
Le scelte
Il problema è nazionale, ma
la protesta parte da Torino.
«Negli anni passati - spiega
il rappresentante degli studenti Claudio Brasso - ministero e Regione decidevano
Non vuole più parlarne?
«Ma figuriamoci. Solo che dopo l’intervento del Miur sono
arrivato a una conclusione».
Quale?
Il problema
è nazionale
ma la protesta
è partita da Torino
insieme la data per il test di
Medicina Generale mentre
l’Ateneo fissava quelle per le
altre specialità. Il regolamento prevedeva e prevede
ancora che si possano tentare più concorsi».
Così può succedere che
chi supera prima il test di
Medicina Generale e poi
quello di una specialità, possa decidere di scegliere la seconda. Anche perché nel secondo caso le borse di studio
si aggirano attorno ai 1.200
euro, mentre nel primo non
si superano i 900. Conseguenza: il numero dei futuri
medici di base diminuisce in
favore di ginecologi, chirurghi, dermatologi, anatomopatologi, geriatri e via discorrendo. Visto il problema,
L’allarme per medici di base, guardia medica e 118
Già gli ottanta posti previsti dal corso di formazione in Medicina Generale sono ritenuti insufficienti per le esigenze
del Piemonte. Le probabili defezioni potrebbero rendere difficilissima la situazione nel prossimo futuro
900
1.200
Le conseguenze
euro
euro
L’importo delle borse
di studio previste
per i corsi di
medicina generale
I laureati che tentano
altre specialità ottengono
borse di studio
attorno ai 1.200
perché allora non scorrere la
graduatoria così da rioccupare i posti rimasti vuoti richiamando i primi esclusi?
Il paradosso
Idea semplice, ma non praticabile. «Le norme - spiega Nadia Bonsignore, referente per
Rassegna del 26 agosto.pdf
non ci sono i tempi previsti
dalla legge per il «ripescaggio» in caso di defezioni.
la formazione dell’assessorato
regionale alla Sanità - consentono un aggiornamento dell’elenco solo entro un mese dal
test di medicina». Quest’anno,
i test di Medicina Generale sono previsti per il 17 settembre,
per le altre prove l’appuntamento va dal 28 al 31 ottobre:
In Piemonte ci sono 700 richieste per 80 posti disponibili a
Medicina Generale. Un numero che già di per sè, in una delle
regioni ad alto numero di over
65, non appare adeguato. Figuriamoci poi quando il numero
si ridurrà ulteriormente. Già
perché, viste le date non c’è
molto da stare sereni. Il triennio di Medicina Generale partirà a novembre. I test per le
specialità sono a fine ottobre:
la migrazione è assicurata.
L’intervento del Miur non ha
aiutato granché.
«Faremo ciò che è in nostro
potere - dice Bonsignore - fa-
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remo il punto con le altre regioni e chiederemo al Miur
uno slittamento della deroga
che consente l’adeguamento
della graduatoria». Le fa eco il
rettore dell’Università di Torino, Gianmaria Ajani, «Massima collaborazione con la
Regione per questa o altre iniziative che possano risolvere
la questione».
La polemica
«Possibile che al ministero la
mano destra non sappia cosa
fa la sinistra? - dice il rappresentante degli studenti Claudio Brasso - Sono anni che i
numerosi interventi sull’Università sortiscono un unico
effetto: aggiungere confusione a confusione per ridurre
borse e diritto allo studio».
«Nessuno vuole risolverla
questa faccenda. Parlarne ha
senso?».
Sì, se le conseguenze sono
gravi.
«Lo saranno eccome. Basti
dire che se il numero di medici di famiglia, in Piemonte, diminuirà tutti i futuri anziani
saranno a rischio».
Cioè?
«In questa regione il 65 per
cento dei medici di famiglia è
composto da professionisti con
più di 55 anni. Nell’arco di dieci
annisarannotuttiinpensione».
Largo ai giovani?
«Quali? Ma soprattutto:
quanti? Saranno circa in
1.500 ad appendere il camice
al chiodo. Li rimpiazzeranno
700, forse 800 medici».
Numeri non sufficienti?
«Per niente. Più la popolazione
invecchia e più i medici di famiglia, specializzati nelle patologie croniche, diventano indispensabili. Accadrà come a
Londra: il Piemonte importerà
dottori da Cina e Asia». [E. LIS.]
Sanità Socio-Assistenziale