Il populismo, la Lega Nord e Forza Italia Roberto Biorcio L’idea di democrazia ha trovato la sua espressione storica in diverse forme, tutte caratterizzate dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare. Lincoln : ‘The government of the people, by the people, for the people’. (Il governo del popolo, dal popolo, per il popolo) Tutte le democrazie si confrontano con la tensione fra due componenti fondamentali: il populismo da un lato, i costituzionalismo dall’altro (Mény e Surel, 2000) Domande - perché in Europa si è affermata negli ultimi venti anni una famiglia di partiti populisti che utilizzano le idee e la retorica populista del passato. - perché in Italia il populismo ha avuto più spazio e più peso rispetto ad altri paesi democratici, e perché i partiti e la retorica populista hanno avuto particolare successo, condizionando profondamente la politica della Seconda repubblica Struttura delle opportunità politiche Passaggio epocale dalla “democrazia dei partiti” alla “democrazia del pubblico” (Manin 1995) o “post-democrazia” (Crouch 2003) - crisi dei partiti di massa e i cambiamenti nei sistemi di rappresentanza tradizionali. - lo sviluppo della globalizzazione e le poitiche dell’Unione Europea che ha provocato rapidi cambiamenti in tutti i contesti nazionali - sono emersi problemi, domande e nuove fratture sociali che i partiti tradizionali non riescono a rappresentare e a gestire (crisi del welfare, disoccupazione, immigrazione) L’appello al popolo assume particolare importanza nelle fasi in cui i regimi politici sono contestati e messi in discussione. Quando una democrazia è consolidata e funziona in modo soddisfacente, le forze politiche si limitano a mobilitare i cittadini sui loro programmi e valori. L’idea di popolo si mantiene in uno stato latente (Wieviorka “Le peuple existe-t-il ?”). Ma la crisi delle democrazie occidentali, il passaggio a una “postdemocrazia” che toglie sovranità ai cittadini, il commissariamento delle politiche nazionali da parte di Bruxelles fa cresce la distanza fra le élite politiche ed economiche e la popolazione. Nucleo base di idee del populismo: - al centro l'opposizione fra il popolo e le élite dominanti. - il popolo è immaginato come unità sociale omogenea, considerato la fonte di tutti valori positivi - nemici del popolo: le oligarchie politiche, economiche e finanziarie, chi è estraneo al popolo. Le diverse elaborazioni dell’idea di popolo come “comunità immaginata” fanno riferimento a: - popolo-sovrano - popolo-nazione - popolo-classe Diversi piani di analisi a) il piano dell’ideologia b) il piano della retorica populista, usata da esponenti politici di diversi tipi di partiti c) il piano delle formazioni politiche che possono essere riconosciuti come populisti: singoli partiti o famiglie di partito che ripropongono le idee centrali dei movimenti populisti del passato, rielaborate in relazione ai periodi storici storici e ai contesti geografici. Table 1. Highest electoral results of main PRRPs inWestern Europe, 1980–2012 Country Party Highest result Switzerland Swiss People’s Party 28,9 Austria Austrian Freedom Party (FPÖ)26,9 Austria Alliance for the Future10,7 of Austria (BZÖ) Norway Progess Party 22,9 Finland True Finns 19,1 France National Front (FN) 17,9 Netherlands Party for Freedom (PVV) 15,5 Denmark Danish People’s Party (DFP) 13,8 Belgium Flemish Interest (VB) 12,0 National Front (FNb) 2,3 Italy Northern League (LN) 10,1 Greece Alba dorata 7,0 Popular Orthodox Rally (LAOS)5,6 Sweden Sweden Democrats (SD) 5,7 Luxembourg National Movement (NB) 2,6 Germany The Republicans (REP) 2,1 United Kingdom British National Party 1,9 Spain National Front (FNe) 0,5 Portugal National Renovator Party (PNR) 0,3 La protesta populista in Italia Dopo la seconda guerra mondiale e dopo l’esperienza della resistenza antifascista il sistema politico italiano aveva offerto opportunità molto limitate per la diffusione del populismo. Solo negli anni Novanta, dopo la fine della guerra fredda e soprattutto dopo l’esplosione degli scandali di Tangentopoli si è aperto in Italia uno spazio per l’agitazione e la politica populista. molto più ampio di quello esistente negli altri paesi europei. Molto o abbastanza vicini a un partito 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 "1968 1972 1975 1990 2001 Molto o abbastanza vicini 2006 2008 2013 Fig, 2 - Iscritti ai partiti in Italia 5.000.000 4.500.000 4.000.000 3.500.000 3.000.000 2.500.000 2.000.000 1.500.000 1.000.000 500.000 0 "1948 1953 1956 1963 1968 1972 1976 1979 Iscritti 1983 1987 1992 1994 1996 2001 "2006 La Lega: regionalismo e populismo Modello di partenza: movimenti e partiti etnoregionalisti Problema: rottura rispetto ai riferimenti privilegiati per le identità di partito e la rappresentanza politica in Italia: la classe, la religione e le tradizionali ideologie politiche. "Non importa che età avete, che lavoro fate, di che tendenza politica siete: quello che importa è che siete - che siamo - tutti lombardi" (Appello pubblicato del primo numero di "Lombardia Autonomista" nel 1982) Uso e rafforzamento di nuove linee di frattura/conflitto: centro/periferia, Nord/Sud, cittadini/ceto politico, autoctoni/immigrati Il caso della Lega • Un fenomeno nuovo e inatteso • Non si può interpretare solo alla luce della crisi dei parti tradizionali • Necessità di individuare i meccanismi di raccolta del consenso Le tappe della storia leghista • 1982: Bossi fonda il movimento autonomista lombardo • 1982-1985: periodo etnoregionalista • 1986-1989: espansione e alleanza con leghe del nord • 1989: la fondazione della Lega Nord • 1990-1993: successo elettorale e accesso ai governi locali • 1994-1995: 1° governo Berlusconi e “ribaltone” • 1996-1999: periodo autonomista e secessionista • 2000-2011: alleanza stabile con il centro-destra e partecipazione al governo nazionale Lega Nord 2006 BZ Province fino a 9,9 BL da 10,0 a 19,9 SO PN TN VB CO UD da 20,0 a 24,9 oltre 25 GO LC VA TV BG TS BS VI BI MB NO VE MI VR PD VC LO TO CR MN PV AT RO PC AL FE PR RE MO CN GE RA BO SV SP 2008 FC RN IM BZ BL SO Lega Nord 2006 2008 20082006 CO 8,3 GO TV BG T BS VI MB NO VE MI +4,2 VR PD VC LO TO CR MN PV Lega Nord AT FE Province fino a 9,9 RO PC AL PR RE MO CN GE da 10,0 a 19,9 BO RA SV SP da 20 a 24,9 FC oltre 25 IM UD LC VA BI 4,1 PN TN VB RN Tabella 1 VOTO NELLE REGIONI DEL NORD PER PROFESSIONE (2010) Lega Imprenditore/libero professionista Artigiano/ commerciante autonomo/ agricoltore Impiegato/insegnante Operaio Casalinga Studente Pensionato Non occupato 14,5 Centro destra 53,8 Centro Altro sinistra 27,6 4,1 24,6 49,7 21,4 4,3 18,1 27,4 25,9 20,9 18,8 24,8 42,1 30,0 47,0 42,6 45,1 37,2 35,0 34,9 22,2 31,3 33,8 28,9 4,7 7,7 4,8 5,2 2,3 9,1 TUTTI 21,0 43,0 31,4 4,6 Tabella 5 - Opinioni sugli immigrati nelle regioni del Nord( 2008) (%) Tutti Gli immigrati sono un pericolo per la nostra cultura Gli immigrati sono un pericolo per l'occupazione E' giusto permettere ai musulmani di costruirsi delle moschee sul territorio italiano VOTO NELLE REGIONI DEL NORD Lega Centro Centro Altro / NR destra sinistra 39,0 57,5 55,4 19,7 40,1 DIFF. LegaNord 18,5 38,2 52,1 50,6 16,9 43,8 13,9 34,1 13,0 24,0 57,0 28,0 -21,1 I successi delle Lega Nord avevano creato il quadro politico e il clima di opinione più favorevole per la discesa in campo di Berlusconi, che riuscì a utilizzare con molta efficacia la retorica populista e a recuperare una buona parte dello spazio politico disponibile per la mobilitazione dell’antipolitica. L’offensiva politica di Berlusconi partiva dal cuore della televisione commerciale e riuscì a utilizzare una strategia comunicativa efficace per superare la distanza fra leader politici e cittadini che – a differenza di quella leghista – non si rivolgeva soprattutto a specifiche aree sociali e territoriali, ma al pubblico indifferenziato delle trasmissioni televisive più popolari. Il consenso di molti elettori trovò infatti un fondamento nella sua “capacità di aderire, con una facilità quasi congenita, al nuovo senso comune formato dalla televisione” (Pilati 1997, 122). Come nel caso di Bossi, le molteplici infrazioni di Berlusconi alle regole del linguaggio, alla prassi e agli schemi interpretativi della politica tradizionale sottolineavano la sua distanza rispetto alla classe dirigente dei partiti italiani. Veniva riproposta la critica diffusa al ceto politico e la delegittimazione del "teatrino della politica". L’esigenza di "rompere" con il vecchio regime sono state fatte coincidere con una polemica generalizzata contro le élite politiche, e con lo svuotamento dei valori che avevano ispirato la costruzione di una repubblica democratica dopo la caduta del fascismo. Il nuovo leader sottolineava il primato delle capacità dimostrate fuori dall'arena politica, soprattutto nella "trincea del lavoro". Si poteva così mettere in scena il progetto della conquista del potere politico da parte di un soggetto forte nella società civile. Il presidente della Mediaset proponeva una sorta di rassicurante “populismo mediatico” ricco di promesse garantite dalle sua storia e dalle sue capacità personali. Le metafore religiose venivano combinate con promesse di salvezza costruite con il linguaggio della comunicazione pubblicitaria. Forza Italia non può essere assimilata ai partiti della destra populista, e ha trovato una naturale collocazione tra le formazioni politiche europee di centrodestra. La retorica di Berlusconi riproponeva però due elemento essenziali del populismo: l'appello diretto al popolo, come sede di virtù e valori autentici, e il legame diretto fra popolo e leadership (Shils 1954, 27). Non caso, il progetto perseguito tenacemente dal Cavaliere è stato quello di trasformare tutte le scadenze elettorali in un plebiscito popolare sulla propria persona per ottenere l’investitura come capo del governo. Fig. 4 - Percentuali di voto per la lega per autocollocazione politica 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 SINISTRA C.SINISTRA CENTRO Sondaggi 1996 C.DESTRA Sondaggi 2011 DESTRA
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