Sintesi di Sr. Pina Riccieri

C O N V E G N O J U N I O R E S– USMI LAZIO
“Partirono senza indugio” (Lc. 24,33)
1 – 2 Maggio 2014
Relatrice: sr Pina Riccieri, fsp
Per un itinerario di trasformazione che avviene dopo l’incontro con il Risorto
Testo biblico: Luca 24,13-35
13
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia
da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto.15 Mentre
discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi
erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi
durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei
così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che
cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole,
davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo
condannare a morte e po il'hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò
son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno
sconvolti;recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver
avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al
sepolcro e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto».25 Ed egli disse loro:
«Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse
queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in
tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece
come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già
volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
30
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.31 Allora si
aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non
ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le
Scritture?».
33
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che
erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi
riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
TAPPE PER UN ITINERARIO DI RINNOVAMENTO
•
vv. 13-16 – CAMMINARE: due discepoli erano in cammino per un villaggio… si parla soltanto del
nome di uno di loro, Clèopa,ma probabilmente con lui c’era una donna.
Si dice che sono due (numero necessario per una testimonianza credibile). Camminano insieme per 11 km.
Tornano a casa, gli eventi hanno deluso le loro aspettative.
• vv. 17-24 – PARLARE: Gesù non fa una domanda religiosa, lascia che i due discepoli esprimano la
propria esperienza, parlino delle proprie tristezze. Gesù è molto discreto.
•
vv.15-16; 25-27 – ACCOSTARE, RICONOSCERE, ASCOLTARE - Gesù in persona si accostò e
camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo.
L'aspetto più decisivo nella vita dei due discepoli è riconoscere la presenza del Risorto nelle loro vite,
incontrare personalmente Cristo vivo.
Cosa mi impedisce di riconoscerLo come Colui che cambia la mia vita?
• v. 29 – RESTARE, ENTRARE:Sono verbi che indicano movimento per andare verso la profondità,
l’interiorità, verso l’intimità, il riposo, la rivelazione, la fiducia.
•
v. 30 – SPEZZARE –MANGIARE: Verbi che indicano donazione, condivisione. Mangiare è segno
di intimità. L’incontro con il Maestro si realizza a casa, nell’intimità. L’Eucaristia«ci introduce nella
comunione reale con Gesù e il suo mistero»(papa Francesco),è il punto di partenza per la missione.
•
vv. 33-35 – PARTIRE, RACCONTARE: Partirono senz’indugioe fecero ritorno a
Gerusalemme…per raccontare a tutti quello che avevano visto, vissuto, sperimentatodurante ilcammino:
davvero il Signore è risorto!
Si accende nei cuori dei due una “grande gioia” (v. 41). È da questa gioia che scaturisce l’urgenza di
partire subito per portare agli altri la buona novella di cui sono ormai testimoni.
Anche se è “sera”, e ciò non ha solo un significato letterario, ma anche simbolico, l’aver incontrato il
Risorto provoca immediatamente l’annuncio che Egli è una persona vivente. Li avevamo visti, questi due
discepoli, in atteggiamento di fuga da Gerusalemme o di “ritorno” al proprio villaggio, al vecchio mondo,
alle occupazioni di un tempo, come se tutta la faccenda di Gesù fosse stata una parentesi di illusione e di
insuccesso. Ora li vediamo tornare in fretta dai loro fratelli. Ora il loro posto è lì, nella edificazione della
nuova comunità dei discepoli di Gesù, nella testimonianza e comunicazione di quello che hanno
sperimentato
“Ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento della storia - affermava il Card. Ratzinger pochi giorni
prima della sua elezione a Successore di Pietro, parlando a Subiaco il 1 Aprile 2005 - sono uomini che,
attraverso una fede illuminata, rendano Dio credibile in questo mondo… Uomini che tengano lo sguardo
dritto verso Dio, imparando di lì la vera umanità, uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio e
a cui Dio apra il cuore… Soltanto attraverso uomini che sono toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli
uomini”.
SINTESI
Con il riconoscimento del Maestro tutto è cambiato. Le perdite non sono più sentite come debilitanti; la casa non è
più un luogo vuoto. I due di Emmaus che hanno iniziato il loro viaggio a testa bassa ora si guardano con occhi pieni
di luce nuova.
L’incontro vissuto esige di essere testimoniato: non puoi fermarti a ciò che hai avuto in dono. Devi a tua volta
donarlo, camminando sulle tue gambe e facendo le scelte della tua libertà.
Evangelizzare è accendere la vita col dono della vita, suscitando i cammini di libertà di un’esistenza significativa e
piena, spesa al servizio della verità che sola rende e renderà liberi.
Vorrei indicarealcune esigenze che reputo importanti per camminare lungo le vie del Risorto. Esse emergono dal
declinare il verbo PARTIRE alla luce di alcune categorie.
− Partire è “avere familiarità con Gesù, imitarlo nell'uscire da sé” (papa Francesco)
L’incontro con il Maestro Gesù
Nell’episodio di Emmaus l’iniziativa dell’incontro è presa da Gesù. È questa la dinamica dell’incarnazione: non è
l’uomo che si avvicina a Cristo cercando aiuto, ma è Cristo che per primo si avvicina all’uomo e gli offre la
salvezza. Non è l’ascesa dell’uomo verso Dio ma la discesa di Dio verso l’uomo ciò che costituisce l’essenza del
cristianesimo.
Bisogna camminare per incontrare Cristo e «imparare ogni giorno ad uscire sempre più dal nostro egoismo e dalle
nostre chiusure, per fare spazio a Dio che apre e trasforma il cuore».(Benedetto XVI - Omelia 13 febbraio 2013)
Cosa significa incontrare Cristo nella tua vita?
−
Partire è“un deciso processo di discernimento, purificazione e riforma” (papa Francesco)
Il cammino di conversione
L’incontro con Cristo spinge a una conversione personale.
I due discepoli hanno trovato la forza di cambiare quando hanno incontrato Gesù che si è posto a camminare al loro
fianco.
«Conversione significa molto semplicemente “svolta”, cambiamento di rotta, cambiamento di mentalità e di
orizzonti. Dal punto di vista della fede, la conversione è un evento fondamentale per l’uomo. Cristiano è chi si
converte dagli idoli a Cristo Gesù rivelatore del Padre e vive la sua esistenza in modo nuovo, quel modo nuovo di
guardare la realtà tipico di colui che si riconosce peccatore, ma salvato, figlio di Dio, amato e perdonato». (card C.
M. Martini)
“Convertirsi non è questione di un momento o di un periodo dell’anno, è impegno che dura tutta la vita” (Papa
Francesco, 28.03.2014)
−
Partire è “imitare Gesù nell’uscire da sé e andare incontro all’altro”(papa Francesco)
La comunità fraterna
La comunità rende visibile il Cristo, vivendo un processo continuo di conversione e di riconciliazione, che si
esprime nello stile di vita, nei motivi delle proprie scelte, nel progetto comunitario e apostolico.
Liberando se stessa dalle schiavitù, la comunità diventa segno di liberazione per gli altri, permanente denuncia di
ogni “idolatria” che impedisce di avere Cristo come “unico Signore” (cfr.Ef 4, 5).La missione nasce dall’incontro
disarmato con il Signore che si rivela al nostro cuore e ci rende capaci di relazioni nuove.
− Partire è “essere inviati nelle frontiere del mondo” (papa Francesco)
La missione della vita consacrata
“... Dio ci chiede di uscire dal nido che ci contiene ed essere inviati nelle frontiere del mondo, evitando la tentazione
di addomesticarle...”. (papa Francesco)
Durante il Congresso internazionale sulla vita consacrata (2004) si è affermato che «la vita consacrata ha bisogno di
mistica, passione e profezia».Si tratta di un appello a superare qualsiasi rassegnazione e disillusione per aprirci con
audacia ai segni dei tempi, risvegliando il fascino per la sequela di Gesù e l’entusiasmo per la missione. “Non esiste
consacrazione senza missione. La vita consacrata è per la missione. La stessa consacrazione, vissuta come consegna
a Dio, come amore a Gesù e come servizio al popolo di Dio è già missione: la missione per eccellenza di annunciare
Cristo, di renderlo presente, ripetendo i gesti esistenziali della sua vita tramite i consigli evangelici (cf. VC 72-75).
Questa è la dimensione profetica della vita consacrata”. (Ciro García Fernández)
Propongo un passo di F. Mauriac dalla sua Vita di Gesù:«A chi di noi, dunque, la casa di Emmaus non è familiare?
Chi non ha camminato su quella strada una sera che tutto pareva perduto? Il Cristo era morto in noi. Ce l’avevano
preso il mondo, i filosofi e gli scienziati, la nostra passione. Non esisteva più nessun Gesù per noi sulla terra.
Seguivamo una strada, e qualcuno ci veniva a lato. Eravamo soli e non soli. Era la sera. Ecco una porta aperta,
l’oscurità di una sala ove la fiamma del caminetto non rischiara che il suolo e fa tremolare delle ombre. O pane
spezzato! O porzione del pane consumata malgrado tanta miseria! Rimani con noi perché il giorno declina...!».