•• 10 CAMPIONATO GIORNALISMO MARTEDÌ 21 GENNAIO 2014 SCUOLA MEDIA Botarelli Pecci POPPI Dante e… «l’era casentinese» Riviviamo la Divina Commedia tra i castelli della nostra valle DANTE ANEDDOTI Legame ricco di racconti e di leggende LA VITA paesana, tra la foresta, i monasteri e i castelli, ha preservato memorie che si tramandano negli anni. Persistono leggende sulla figura del Poeta, di una prontezza di spirito sorprendente. Si narra che i Fiorentini, arrabbiati per le Epistole infuocate che Dante, durante il suo esilio, inviava dal Casentino, mandarono gendarmi a Porciano. Mentre salivano, incontrarono il poeta: «Buon uomo, sapete se sosta Alighieri che andiamo cercando?» Dante, per non mentire, rispose: «Quando ei v’era, io v’ero» e proseguì. Sul sentiero di Romena fu fermato da un contadino: «Dante, qual è il cibo da voi preferito?» Rispose: «L’uovo» e proseguì. L’ANNO SEGUENTE lo stesso villico, ritrovando Dante sul sentiero, gli domandò: «Con cosa?» e Dante pronto: «Col sale» lasciando il contadino esterrefatto. Un’altra leggenda narra che dalla Torre delle Prigioni del Castello di Romena il poeta abbia tratto l’idea per la struttura dell’Inferno; i carcerati erano disposti su diversi livelli: quelli che avevano commesso reati più gravi erano in basso, mentre ai piani superiori, c’erano i condannati a pene meno severe. Inoltre il poeta considerava il Casentino dalla sorgente dell’Arno fin dove riceve le acque dell’Archiano, escludendo Bibbiena forse per il legame con i Ghibellini di Arezzo. La fama di Dante non accenna a diminuire: ci sono anziani che recitano a memoria le terzine dantesche. POPPI UN NOTO profilo silenzioso fa da guardia al Castello: naso pronunciato, testa incappucciata, sguardo fiero. E’ il busto di Dante Alighieri. Fu ospite dei Conti Guidi a Poppi nel 1310, dove si dice abbia composto il XXXIII Canto dell’Inferno. L’intera vallata è comunque colma di tradizioni e di memorie della presenza del poeta. Accusato di baratteria, fu condannato all’esilio da Firenze; prima partecipò alla Battaglia di Campaldino, dalla parte dei Guelfi contro i Ghibellini, raccontata nel V˚Canto del Purgatorio. Fu tanto decisiva, che cambiò le sorti della Toscana e i futuri equilibri politici della penisola. Così abbiamo scoperto l’importanza del Casentino, quando Buonconte, capo ghibellino, svela il mistero della sua fine. Racconta che a Campaldino venne ferito e si trascinò fin dove l’Archiano si incontra con l’Arno, quando l’angelo di Dio e quel d’Inferno si contesero la sua anima. Il fatto che la nostra valle venga citata all’interno del poema ci dona orgoglio: ci è capitato infatti che molti non la A NELLE MANI DI DANTE Visto da Giulia Norcini e Giada Pericoli conoscano, così siamo costretti a mentire per facilitare la comprensione di chi ascolta. QUESTA VOLTA però non abbiamo mentito: eccovi la prova. A piè del Casentino/traversa un’acqua c’ha nome l’Archiano/che sopra l’Ermo nasce in Appennino…da Pratomagno al gran giogo coperse/la pioggia cadde, ed a fossati venne/…lo corpo mio gelato in su la foce/trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse». DANTE CONOSCEVA bene i nostri luoghi, amava stare qui per la vicinanza a Firenze, per avere notizie della sua città, dove tentò più volte di rientrare. Un altro luogo citato nell’Inferno, vanto della nostra valle, è Romena: qui falsificava i fiorini Maestro Adamo, incaricato dai Conti Guidi, togliendo 3 dei 24 carati d’oro. Una volta scoperto, venne arso sul rogo sul passo della Consuma, confine tra il feudo dei Guidi e Firenze. Quel posto viene appunto chiamato Omomorto, dove in ricordo di ciò ancora esiste una massa di sassi. Maestro Adamo, condannato nell’Inferno tra i falsari di moneta, malato di idropisia, brama un sorso d’acqua della fonte Branda, che si trova a Romena, mentre sfoga il suo odio per i Guidi che lo indussero a falsare. Si ricorda del Casentino descrivendolo come un paradiso: Li ruscelletti che da’ verdi colli/ del Casentin discendon giuso in Arno/ facendo il i lor canali freddi e molli/ sempre mi stanno innanzi e non indarno». Così come dalla nostra scuola si può vedere La Verna, «il crudo sasso intra Tevero e Arno», scrive Dante nel Paradiso quando San Francesco narra delle stimmate. Venite dunque in Casentino a visitare i luoghi di Dante! DANTE RICCARDO STARNOTTI, IN COSTUME D’EPOCA, E’ LA GUIDA E LA VOCE AL CASTELLO DI PORCIANO Nel Medioevo per un giorno col sommo poeta LA GUIDA Riccardo Starnotti con i cronisti della classe PER APPROFONDIRE i nostri studi sulla Divina Commedia abbiamo aderito al Progetto del Cred «Sulle orme di Dante in Casentino», con un viaggio presso i castelli di Porciano e Romena, accompagnati da Starnotti, la nostra guida, che con tanto di vestito d’epoca ci ha affascinato con la sua recitazione e la lettura di alcuni brani scelti. Vicino al Castello di Porciano abbiamo trovato Marta, la proprietaria della torre palazziale, che ha ristrutturato il maniero e attrezzato l’interno con un museo che raccoglie a piano terra, dove prima si trovavano le prigioni, reperti e testimonianze della cultura contadina locale dal Medioevo al XX secolo, nonché un’ esposizione sui nativi americani. Al primo piano sono esposti reperti archeologici; al secondo la sala di rappresentanza è denominata «Salone di Dante»: seduti su un grande tappeto di fronte al caminetto acceso abbiamo ascoltato il I Canto dell’Inferno. La magica atmosfera ci ha portati indietro nel tempo, avvolgendoci in emozioni indimenticabili. Sappiamo infatti che l’Alighieri si recò a Porciano e vi soggiornò, dopo l’esilio. DA QUI SCRISSE due epistole: la prima, destinata ai fiorentini, piena di astio e risentimento, per invitarli a sottomettersi all’imperatore Arrigo VII; la seconda, allo stesso imperatore, per invitarlo a schiacciare con le armi la stessa Firenze. Ma i Guidi non mantennero le promesse di fedeltà fatte all’imperatore e il poeta immortalò il suo disprezzo per i traditori nel XIV Canto del Purgatorio. «Ond’hanno sì mutata lor natura/ li abitator della misera valle…tra brutti porci, più degni di galle». i redattori in classe della II A... STUDENTI Sofia Agostini, Aurora Albertoni, Lorenzo Gaietti, Francesca Giannelli, Tommaso Miozzo, Rachele Mortai, Martina Nardi, Giulia Norcini, Pasquale Osservanza, Marilena Pascali, Greta Pastorelli, Giada Pericoli, Laura Rossi, Martina Rossi, Maria Sava, Elena Siemoni, Giorgio Vezzosi, Niccolò Vezzosi PROFESSORE Marina Biagiotti PRESIDE Alessandra Mucci
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