PHILOSOPHY FOR CHILDREN Progetto relativo al dialogo filosofico come mezzo di promozione del pensiero critico e democratico Per gruppi di ragazze e ragazzi dai quattordici ai sedici anni Progetto di realizzazione di laboratori di Philosophy for children presso la Biblioteca Provinciale Introduzione Negli anni 80 si è sviluppato negli Stati Uniti un modello di pratica filosofica che mira alla educazione del pensiero critico e dialogico. Tale modello è stato creato da Matthew Lipman (docente di Filosofia e Logica presso la Columbia University di New York e fondatore dell’Institute for the Advancement of Philosophy for Children alla Montclair State University), che si è ispirato al pensiero pedagogico e filosofico di John Dewey. Il modello elaborato da Lipman prende il nome di Philosophy for children e dai primi anni 90 ha trovato applicazione anche nel nostro Paese. In Italia si è preferito non tradurre l’espressione Philosophy for Children per una questione di “intraducibilità culturale”. Infatti per “philosophy” non si intende negli USA l’apprendimento della storia del pensiero filosofico come accade in Europa, quanto piuttosto il “fare filosofia”, ovvero l’allenare il pensiero alla discussione problematica e alla logica non formale. Inoltre, Lipman intendeva esprimere col termine “children” la curiosità e il desiderio di conoscere e di apprendere che caratterizza l’uomo in ogni fase della sua esistenza. Per questo motivo il curricolo della Philosophy for children (abbreviato spesso con la formula “P4C”), ha trovato applicazioni in tutto il mondo e per tutte le fasce di età, dalla Scuola dell’infanzia fino all’Università della terza età, passando per associazioni culturali, centri di aggregazione, ecc. Oggi si parla dunque non solo di Philosophy for children, ma anche di Philosophy for community. L’obiettivo della P4C è infatti quello di creare delle “Comunità di ricerca”, che individuino la Filosofia come pratica sociale e non solo accademica. La P4C trova ormai numerose applicazioni ed esperienze anche in Italia, come emerge in occasione dei corsi nazionali di P4C che annualmente vengono organizzati ad Acuto (Frosinone) a luglio dal C.R.I.F (Centro di Ricerca per l’Insegnamento Filosofico). Esistono corsi universitari di perfezionamento in Philosophy for children presso le Università di Padova, Firenze e Napoli “Federico II”. Tra le più significative pubblicazioni sull’argomento si ricordano, edite da Liguori: * A. Cosentino (a cura di ), “Filosofia e formazione. 10 anni di P4C in Italia” * A. Cosentino (a cura di ), “Pratica filosofica e professionalità riflessiva” * M. Santi (a cura di), “Philosophy for children: un curricolo per imparare a pensare” * M. Santi, “Ragionare con il discorso” Si ricorda inoltre “C’era una volta Socrate – Testi e pretesti per pensare in cerchio” di Maria Filomena Cinus, pubblicato a cura dell’IRRE Sardegna nel 2002, che descrive l’applicazione del curricolo della Philosophy for Children presso il Circolo Didattico di Monastir (Cagliari) nel biennio 2000-2002, inquadrando l’argomento nell’ambito dei riferimenti teorici e scientifici propri del modello della P4C. Infine l’articolo “Philosophy for Children. Riferimenti teorici, curricolo e applicabilità” di Fabio Mulas in "Phronesis", III (2005), n. 4. È possibile trovare tutte le informazioni sulla Philosophy for children in italia in www.filosofare.org Illustrazione del progetto Philosophy for children è un progetto educativo costituito da una serie di racconti in forma dialogica in cui i protagonisti affrontano problemi di natura filosofica emergenti dalla loro esperienza, stimolando la discussione all’interno della “Comunità di ricerca”. In ogni sessione si dà lettura di un brano tratto dai racconti; il facilitatore (Teacher) prende nota delle domande suscitate dalla lettura stilando un’agenda, dalla quale si passa a individuare le idee-guida intorno alle quali si svilupperà la discussione della Comunità di ricerca. Come già ricordato, l’obiettivo è quello di allenare i membri della Comunità alla discussione di tipo filosofico. Nella P4C si è individuato infatti un metodo che, non solo in teoria, ma soprattutto nella sua applicazione pratica stimola il pensiero critico e pone le basi per una concreta vita democratica mirante alla partecipazione comune e al rispetto del singolo e della comunità. Il progetto prevede una serie di 8 sessioni pratiche di P4C (della durata di un’ora ciascuna) e sarà condotto da un Teacher con qualifica rilasciata dal C.R.I.F (Centro di Ricerca per l’Indagine Filosofica). A chi si rivolge il progetto I destinatari del progetto saranno i ragazzi e le ragazze dai quattordici ai sedici anni. Ogni gruppo si organizzerà in una Comunità di ricerca: un ambiente educativo basato sul confronto dialogico e la convivenza democratica. Costruendo un percorso di ragionamento condiviso, si consolida la percezione del gruppo quale comunità di scambio e di ricerca che offre l’opportunità di porre domande e di affrontare problemi, come luogo di comprensione e interpretazione della realtà. Si ritiene che tale modello risponda ai nuovi bisogni formativi, rafforzando le capacità razionali e critiche, e consentendo l’esercizio responsabile della libertà. Verranno utilizzati i racconti scritti da M. Lipman: • L'Ospedale delle bambole. • Elfie. • Kio e Gus. • Pixie. • Il prisma dei perché. • Mark. Si fa presente che la trasversalità degli argomenti trattati consente un utilizzo dei racconti non vincolato alla fascia d’età. Motivazione del progetto Il progetto proposto trova principalmente le seguenti motivazioni: • l’individuazione e la promozione degli stili cognitivi propri della Filosofia; • lo stimolo e il potenziamento della capacità argomentative (chi fa P4C deve fornire motivazioni condivisibili alle sue argomentazioni); • il rifiuto della posizione solipsistica (dal confronto polemico e dogmatico si passa al contributo della ricerca all’interno della comunità); • l’educazione alla democrazia, al rispetto dell’altro e della comunità; • lo sviluppo del pensiero creativo e critico; • la facilitazione della riflessione meta cognitiva; • l’utilizzo della logica non formale, che si differenzia da quella formale in quanto individua di volta in volta i suoi riferimenti logici in base alle “buone ragioni” che vengono espresse e che devono essere condivise dalla comunità (ed è per questo non dogmatica ma critica e problematica); • il contributo all’arginamento di fenomeni quali il bullismo e la dispersione scolastica; • il lavorare in un gruppo, all’interno del quale ognuno si impegna con specifiche competenze e capacità per la definizione di comuni obiettivi; • il consolidamento ed l’esercizio delle competenze disciplinari acquisite; • il rafforzamento delle capacità linguistiche e logiche, in continuità con l’offerta curricolare; • lo sviluppo delle competenze trasversali attraverso il rafforzamento delle competenze di base. Metodologia Il lavoro si svolgerà in linea con l’applicazione del curricolo della Philosophy for children, realizzabile grazie alle conoscenze e competenze del Teacher. Articolazione delle attività: - Preparazione del setting: la comunità si forma a partire dalla costruzione di un ambiente adeguato che il facilitatore si preoccuperà di predisporre. (Seduti in cerchio) - Breve introduzione alla pratica: ci si limiterà a brevi cenni perché la pratica, in quanto tale, si comprende solo nel suo concreto esercizio. - Lettura comune di un testo stimolo: il testo, adeguatamente scelto dal facilitatore, il quale avrà cura di individuare quali sono le tematiche più pregnanti per il gruppo. - Formulazione delle domande: i membri formulano a voce alta le domande che il testo ha suscitato loro. - Scelta del tema: la comunità si accorda su un tema di discussione a partire dalle domande emerse. - Discussione: è il momento più importante, ma anche quello più difficile, la realizzazione corretta delle fasi precedenti diventa fondamentale per la buona riuscita di questa fase. Il facilitatore avrà cura di garantire il rispetto delle regole del dialogo, pungolare con domande-stimolo, elevare il tono della discussione quando questo rischia di cadere nella chiacchiera e nell’aneddotica. Quanto più la comunità sarà formata, tanto più sarà questa fase sarà feconda. - Autovalutazione: è il momento in cui la comunità si interroga sul risultato della sessione di dialogo. L'autovalutazione è fondamentale per capire a che punto è la comunità nel suo percorso di formazione, attraverso un ripensamento metacognitivo sul lavoro svolto, coinvolgente anche la sfera emotiva. Criteri di controllo, verifica e valutazione La valutazione degli apprendimenti si avvarrà di strumenti di autovalutazione, secondo criteri quali capacità di ascolto, capacità di analisi, argomentazione, problematizzazione, rispetto delle regole e della parola dell’altro. L’osservazione in itinere da parte del Teacher confluirà in un rapporto di sintesi, integrato da eventuale questionario di feedback e di gradimento che verrà somministrato ai partecipanti alla conclusione del progetto. Obiettivi Obiettivi formativi Obiettivi didattici / Competenze Padronanza degli strumenti e dei metodi Saper problematizzare della lettura significativa Padronanza dei linguaggi e degli stili Saper analizzare/interpretare cognitivi propri della filosofia Consapevolezza della complessità del Facilitazione pensiero dell’altro e della della riflessione meta personale cognitiva responsabilità interpretativa Consolidamento ed esercizio delle Saper argomentare/dialogare, anche competenze disciplinari acquisite attraverso l’applicazione del pensiero creativo e critico Attribuzione di significato alle proprie Saper universalizzare/concettualizzare scelte di pensiero e di vita Riconoscimento delle ragioni dell’altro, con Saper conseguente educazione alla democrazia contestualizzare/storicizzare/attualizzare e al rispetto della comunità COORDINAMENTO I laboratori sono progettati e condotti in qualità di facilitatrici dalla Dr.ssa Anna Masala dalla Dr.ssa Maria Barbara Spanu, filosofe e teacher expert accreditate dal CRIF (Centro di ricerca per l’indagine filosofica). Da diversi anni applicano questa pratica con i ragazzi e con i bambini nelle scuole e nelle Biblioteche, e con gli adulti in altri contesti in cui si lavora in equipe quali l’ambito sanitario. COMPOSIZIONE GRUPPI Da un minimo di otto ad un massimo di quindici partecipanti, omogenei per fasce di età. TEMPI Il progetto prevede 8 sessioni pratiche di P4C (della durata di un’ora ciascuna) per ogni gruppo condotte dal facilitatore. COSTI Spese previste per ogni singolo modulo: TOT € 620 Contatti: Anna Masala cell. 3485100708 e-mail [email protected] Maria Barbara Spanu cell. 3471560591 e- mail: [email protected]
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