Tandem Novembre 2014

TANDEM
Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza
NUMERO 83 - NOVEMBRE 2014
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Editoriale
Domenica 16 Novembre 2014
Don Rino
Inizia il periodo dell’Avvento
umanità di oggi con lo stesso amore: sì, proprio
con lo stesso amore, perché lo Spirito santo ce
ne fa partecipi.
pure all'umiltà e all'amore?". Decidi sempre
per l'umiltà e per l'amore. Se prenderai questa decisione una volta per sempre, potrai
soggiogare anche tutto il mondo. L'umiltà e l'amore uniti insieme sono una forza formidabile, la più grande forza che
ci sia, non ce n'è un'altra uguale…Amici
miei, chiedete a Dio l'allegrezza. Siate
gai come i bambini, come gli uccelli del
cielo. E nella vostra azione non vi turbino mai i peccati degli uomini, non abbiate paura che sciupino l'opera vostra
e vi impediscano di portarla a termine,
non dite: "Il peccato è forte, l'empietà è
forte, l'ambiente cattivo è forte, mentre
noi siamo soli e deboli, l'ambiente ci
guasterà e ci impedirà di compiere la
nostra nobile opera". Figli miei; guardatevi dallo scoraggiamento! Qui non
c'è che un solo mezzo per salvarsi: rendersi responsabili di tutti i peccati umani". E' la responsabilità, che si assume chi
prende sul serio il legame sponsale, che l'Incarnazione del Figlio di Dio ha stabilito per
sempre con la nostra umanità. E quando
guardi l'amato con occhi da innamorato,
godi di una particolarissima e perspicace
capacità di intuizione, che ti fa capace di
cogliere gli impercettibili sprazzi di luce, che
la tenebrosità della vita tende a occultare.
L'Avvento è anche il grande momento dello sguardo, che, affidandosi alla Parola di
Dio sulle realtà ultime della storia, guadagna in prospettiva: si impara sempre più a vedere e vivere l'oggi, l'adesso, situandoli nel dinamismo di quel che alla fine accadrà. E quindi ci
diventerà sempre più abituale camminare in
questo mondo con la consapevolezza che ben
altro è il mondo, per il quale noi siamo fatti.
SOMMARIO
Mi piace citare uno stralcio del bellissimo discorso, che Dostoevskij, nei Fratelli Karamazov
pone sulle labbra del monaco russo Stàrets
Zòsima: "Certe volte ti sentirai perplesso, specialmente vedendo i peccati degli uomini, e
ti chiederai: "Devo ricorrere alla forza op-
SOMMARIO
In questo mese di novembre entreremo nel periodo liturgico dell'Avvento, che ancora una volta
ci porrà di fronte al tema delle due grandi venute del Signore: quella umile dell'Incarnazione e quella gloriosa alla fine dei tempi.
Perché di anno in anno il tempo liturgico
dell'Avvento ci porta a considerare queste due venute? Perché queste due venute sono decisive per interpretare
evangelicamente il "qui ed ora" del nostro impegno di evangelizzazione, che ci
è stato richiamato con vigore dalla Giornata Missionaria Mondiale, che abbiamo
vissuto nell'ultima domenica di ottobre.
L'Incarnazione è il grande cammino missionario, che il Figlio di Dio ha compiuto
per portare il Vangelo - la buona e bella
notizia - alla nostra umanità. Il Figlio di
Dio continua a compiere il suo cammino
missionario anche oggi attraverso quel suo
Corpo, che è la Chiesa. Ciascuno di noi di
questo Corpo è membro vivo. Una immagine, che la tradizione cristiana usa per
interpretare il mistero dell'Incarnazione, è
quella del matrimonio tra la divinità e la
nostra umanità nella persona di Gesù.
Questa immagine sponsale ci aiuta a capire da che cosa è comandato questo Figlio di Dio nel suo accostare la nostra
umanità, nel suo starci di casa, nel suo
comprenderla: è comandato dall'amore
sponsale. Ne consegue che noi, Chiesa,
Corpo del Figlio di Dio, dobbiamo accostare questa nostra umanità, starci, fare discernimento su di lei, attenendoci alla stessa logica
sponsale.
I nostri occhi non potranno fare a meno di rilevare tutta la problematicità, che contraddistingue
questa nostra società e la rende così distante, o
chiusa, o indifferente rispetto al rapporto di
amore, che Dio vuole intrattenere con lei. Ma
quando a rilevare i problemi, i limiti e gli errori
sono degli occhi innamorati, il cuore reagisce in
termini di urgenza e di dedizione. L'evangelista
Luca ha disegnato questa dedizione appassionata di Gesù per la nostra umanità devastata,
raccontando la suggestiva parabola del buon
Samaritano (Lc 10, 25-37). Ciascuno di noi può
affermare: "Sì, con questa dedizione di amore il
Signore Gesù si è accostato e continuamente si
accosta alla mia condizione di fragilità e di decadimento per rendermi splendido della sua stessa bellezza di Figlio di Dio". A ciascuno di noi
però è anche chiesto di accostarci alla nostra
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L’editoriale del Parroco
Hic domus mea, inde gloria mea
Facendo comunità si educa la fede
Scuola Parola Giovani - Giornata Diocesana Caritas - Cresime S. Giulio
Giornata Diocesana Caritas - Cresime S. Bernardo
Anagrafe delle Comunità - Abitare lo Spazio di mezzo 2014
Benedizioni Natalizie 2014 - Open Day Istituto Maria Ausiliatrice
Calendario Novembre 2014
Orario per le SS. Messe Festive:
Vigiliari: S. Bernardo 18.00 - S. Giulio 18.30
San Bernardo: 8.30 - 10.30 - 18.00 - San Giulio: 8.00 - 10.00 - 18.30
Sacra Famiglia: 9.30 - Clinica Mater Domini: 9.00
Per suggerimenti, commenti e proposte: [email protected]
http://www.comunitapastoralecastellanza.it
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Novembre 2014 - Pagina 2
Incontro per le famiglie all’Istituto Maria Ausiliatrice
Hic domus mea, inde gloria mea
Lo scorso 26 ottobre presso l'Istituto Maria
Ausiliatrice Don Pierluigi Cameroni ha guidato un incontro rivolto a tutte le famiglie dal
tema 'Dalla casa di Maria alle nostre case',
partendo da una considerazione generale che
mobilita la nostra vita personale, familiare e
comunitaria.
Vi è una profonda somiglianza fra il cuore di
Dio, il corpo di Maria e le mura del tempio: tutti e tre realizzano l'idea della
"casa" come punto di accoglienza e punto di partenza, come luogo del dimorare e
per cui operare, luogo da cui partire e a cui
ritornare. È così il mistero di Dio, Amore
trinitario e Creatore del mondo, che ci accoglie in sé e ci distingue da sé per portarci in
comunione con sé; è così il mistero di ogni
madre, che ci porta in grembo per metterci al
mondo; è così il mistero del Tempio, in cui
sperimentiamo la presenza di Dio per poterne irradiare la gloria; ed è così in maniera
eminente il mistero di Maria, che nell'Incarnazione è stata davvero la "casa di Dio", l'Arca dell'Alleanza, il primo Tabernacolo della
storia: in Lei il Figlio di Dio ha trovato dimora
nel mondo per diventare il Redentore del
mondo.
Ecco allora che la realtà della "casa" allude
alla legge fondamentale dell'amore, che è sempre comunione e distinzione di persone.
In concreto, l'amore vero richiede sempre
affetto e rispetto, giusta vicinanza e giusta
distanza, equilibrio fra istinto di attaccamento
e necessità del distacco, capacità di avere e
di rinunciare, desiderio di creare vincoli fra le
persone e attenzione a custodire la loro libertà. In questo senso, ciò che minaccia l'amore
non è solo il disamore, ma anche l'eccesso
d'amore, laddove i legami, pur con le migliori
intenzioni, soffocano la libertà, non la fanno
maturare, non la aprono a nuovi legami. Quando manca il respiro della libertà, l'amore non
è più appartenenza, ma diventa possesso, e
quando manca la linfa dell'affetto, la libertà
perde l'orientamento all'amore e resta disorientata, senza senso. Al contrario, maturare nell'amore è saper stare a casa e sapersene andare: è vincere la tentazione di
chiudersi e avere il coraggio di aprirsi, star
lontani dal duplice rischio di regredire in mille
paure o di accumulare esperienze senza giudizio.
Contempliamo l'esperienza di Gesù, che è la
rivelazione dell'Amore fatta persona: proprio
nella rinuncia alla sua vita e nel distacco dai
suoi discepoli ha realizzato un amore più grande e una vita che supera la morte. E guardiamo Maria, che ha dilatato a noi la sua maternità proprio passando dal Fiat allo Stabat,
dal parto gioioso di Betlemme, quando in Lei
la Parola si è fatta Carne diventando suo figlio, al parto del Golgota, dove la Parola è
stata crocifissa, facendole sperimentare lo
strazio del perdere il figlio. E guardiamo infine Don Bosco: amatissimo da Mamma Margherita, ma da lei mandato ancora giovanissimo a lavorare fuori casa, orfano di padre, incompreso dal fratello Antonio e deprivato
dell'affetto e dell'aiuto di don Calosso, riassumerà la saggezza dell'amore proprio nella
convinzione che "non basta amare", occorre
che un ragazzo "riconosca di essere amato".
E questo è quanto basta: la partita dell'educazione non si gioca fondamentalmente sull'istruzione e sulla protezione, ma sul riconoscimento e sull'incoraggiamento, e avere una
casa, una famiglia, una comunità è ricevere la
vita, imparare a vivere e lanciarsi nella vita.
Ecco allora in sintesi la regola della "casa":
avere una casa è ricevere la vita e imparare a
vivere, con l'obiettivo di costruire nuove case
e generare nuova vita a propria volta. Da qui
possiamo ricavare almeno tre indicazioni per
il dialogo d'amore con Dio, in famiglia e in
comunità.
1. Dio non è né una vetta irraggiungibile, né
un comodo rifugio: in Gesù Dio ha dato a noi
miseri la sua vita e desidera che anche noi
doniamo la nostra vita agli altri, specialmente
ai più poveri. Due cose sono chiare per il credente: il primato della grazia e l'esercizio della
libertà. Significa che non si può credere nel
Dio della vita e rinunciare a vivere: aver
fede è al tempo stesso riporre la propria fiducia in Dio e decidere coraggiosamente di sé.
Qui il Vangelo parla chiaro: "non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre", è vero discepolo del Regno; e non
basta sapere la verità, perché solo "chi fa
la verità viene alla
luce", e succede allora che "a chi ha sarà
dato e sarà nell'abbondanza, ma a chi
non ha sarà tolto anche quello che ha". Ci
sarà allora da chiedersi: com'è la mia
preghiera, il mio dialogo con Dio? So riporre umilmente in
Lui la mia fiducia ed
esporre coraggiosamente la mia vita per
amore degli altri? So
raccogliere il cuore e
dispiegare le forze,
abbandonarmi e impegnarmi?
2. Nel rapporto fra le
generazioni, la cosa
oggi fondamentale
nei confronti dei figli è dare fiducia e chiedere responsabilità, rinunciando ad atteggiamenti impositivi o protettivi, e offrendo con
convinzione la testimonianza adulta di un
desiderio vitale e di un amore per la vita
che genera relazioni nuove e opere nuove, che
moltiplica rapporti di amicizia e forme di solidarietà. Guai invece ad annullarsi per i figli o
a ritenerli delle nullità: non c'è mai vero dialogo quando manca il riconoscimento e la promozione dell'identità propria e dell'altro.
3. Infine, nelle relazioni comunitarie, la legge
del Tempio, nel quale si riceve la carità di Dio
per usarsi carità e irradiare la carità, richiede
di non separare comunione e missione,
identità cristiana e dedizione al mondo. È l'indicazione autorevole e appassionata di papa
Francesco nella sua bella lettera apostolica
sulla gioia del Vangelo: la Chiesa, in tutte le
sue espressioni, le più intime come le più
organizzative, non deve mai perdere l'intenzione e l'intonazione missionaria. Ascoltiamo
e facciamo tesoro delle sue stesse bellissime
parole: "l'intimità della Chiesa con Gesù è
un'intimità itinerante, e la comunione essenzialmente una comunione missionaria… La
riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino
tutte più missionarie… L'obiettivo dei processi
partecipativi non sarà principalmente l'organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti" (Evangelii Gaudium
23.27.31).
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Novembre 2014 - Pagina 3
MERCOLEDI' 17 SETTEMBRE
"FACENDO COMUNITÀ SI EDUCA ALLA FEDE"
Lo scorso 17 settembre presso l'Oratorio San
Giuseppe Don Rino ha tenuto un incontro rivolto a tutti gli educatori della Comunità per
riflettere sulla proposta pastorale del nostro
Arcivescovo per il triennio 2011-2014.
L'incontro si è aperto con un interrogativo rivolto a tutti i presenti: 'Perché noi?'. La risposta all'interrogativo - 'Noi siamo il materiale
con cui va costruita la comunità' - si comprende meglio se si prendono a paragone i
pezzi di un puzzle, da comporre secondo un
preciso disegno.
Nella realtà invece la frammentazione percepita e vissuta fa sì che gli ambiti e gli ambienti
in cui ciascuno si muove siano contigui, ma
senza alcuna compenetrazione.
Nell'immaginario collettivo ciascuno gioca un
ruolo a se stante e non viene percepito come
parte di un stessa Comunità. Del resto nell'esperienza del vissuto di ciascuno di noi spesso accade che si costruiscano relazioni in base
al ruolo. In tale contesto, anche il catechismo
viene visto alla luce della medesima frammentazione che contraddistingue il vissuto comune: la preparazione ai sacramenti finisce in uno
dei tanti ambiti e si esaurisce una volta 'raggiunto lo scopo'.
La ricaduta sulla proposta educativa, che appare come un collage disorganico, deve riflettersi in primo luogo su ciascuno degli
educatori e sul vissuto personale di ciascuno:
educare richiede l'esperienza personale dell'unità dell'io personale. Condivido la visione
del mondo sulla quale motivo il mio esistere?
Occorre una lettura unificata della realtà.
Primaria esigenza diventa allora quella di comporre il puzzle armonico del mio io personale, nella consapevolezza che principio
unificatore della vita è Gesù: occorre tendere
sempre più e personalmente all'incontro con
Gesù, dando alla vita una direzione decisiva,
che rende più bella la vita per tutti ('Se Cristo
è tutto per noi, noi siamo la sua comunità').
La messa domenicale è la prima fondante
espressione di questa Comunità che ha in
Gesù il principio unificatore: occorre allora
contagiare i ragazzi con la nostra esperienza
di vita, con il nostro entusiasmo, in una trama
di relazioni e di amicizia con Gesù.
Fare entrare in noi uno stile, una modalità diversa di educare: questo ci chiede il nostro
cardinale per il prossimo anno pastorale e non solo; sì perché noi genitori, allenatori,
catechisti, nonni, animatori siamo tutti chiamati ad essere educatori insieme, avendo
ben chiaro che il soggetto del nostro "educare" è il bambino, il ragazzo, l'adolescente e
che il nostro sforzo educativo deve imparare da oggi in poi ad essere sinergico, comunitario; insomma tutti strumentisti di una stessa orchestra che concorrono alla buona
riuscita dell'unico brano musicale. Il nostro lavorare di oggi con i ragazzi è molto frammentato, ognuno pensa al suo ambito e spesso non sente l'esigenza di confrontarsi con
gli altri educatori: proprio questa è la sfida che siamo chiamati ad intraprendere, condividendo, coinvolgendoci in rapporti veri e vivi, creando relazioni significative. Ma
questo non basta: bisogna iniziare a conoscere, a farsi coinvolgere da Colui che è Unità, Lui che ci guida al Bene, Colui che ci unisce a Sè. Quando Gesù diventerà veramente il punto di partenza della nostra voglia di educare, allora la passione, la gioia, l'impegno riempiranno le nostre giornate e i nostri cuori e saremo sicuramente più educatori
e più testimoni.
Anniversari di Matrimonio Parrocchia San Giulio
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Ottobre2014 - Pagina 4
GIORNATA DIOCESANA CARITAS
"Gratuitamente avete ricevuto, gra
In una catechesi, il Card. Martini aveva
precisato, citando la frase "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" che
non si tratta di uno slogan, ma Parola di
Gesù di singolare significato e contenuto.
Gesù la pronuncia prima di mandare i suoi
Discepoli in missione, affidando loro una
consegna che ancora oggi ci
coinvolge come protagonisti
per noi stessi e per gli altri.
Ogni gesto di carità è legato al
nostro essere credente e annunciatore ed è segno di
missionarietà. La missione ha
origine dal Signore Dio che
manda suo Figlio per noi; Gesù
ci propone, poi, ciò che il Padre gli ha chiesto, continua la sua azione
e manda noi.
Siamo perciò mandati perché chiamati e
spinti a metterci in gioco per essere segno dell'amore di Dio e che Lui stesso ci
ha messo nel cuore.
È un amore da vivere con gratuità, in un
volontariato che è espressione dell'umanità sconvolgente che Gesù mostra per
ogni essere povero e misero.
La prossimità ha come DNA la gratuità
che non ha a che fare con il portafoglio,
ma che ha la stessa radice di GRAZIA:
Cresime Parrocchia San Giulio
per questo essere prossimi significa
guardare l'altro con benevolenza e riversare su di lui la bontà del cuore.
Chi riceve benevolenza prova gratitudine che a sua volta diventa disponibilità e aiuto verso gli altri.
Per il cristiano l'egoismo non è accettabile: né quello che pensa solo a sé o
tiene per sé ciò che ha, né
quello che da per avere qualcosa in cambio.
La carità è l'impegno di ciascuno di noi nell'aiuto ai fratelli meno fortunati in assoluta gratuità, senza avere nessun contraccambio e la ricompensa per l'agire nella
carità viene pregustata nella
gioia di avere in qualsiasi modo aiutato
qualcuno.
I poveri hanno sempre il dono della riconoscenza: non è importante ciò che
diamo o facciamo, ma ciò che possiamo avere da un loro sorriso.
Il "date" nella frase di Gesù è al plurale
perché in una comunità non si è mai soli
nel donare, ma tutti insieme. La carità è
un impegno di tutti e ognuno è chiamato
a vivere questa virtù in un modo originale. La carità non è un organo
erogatore di aiuti e distributore di fon
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Novembre 2014 - Pagina 5
S - 9 NOVEMBRE 2014
atuitamente date"
di, promotore di collette da dividere con chi è nel bisogno, - diceva don Tonino Bello - ma l'organo che
aiuta a realizzare una funzione vitale della Chiesa: la
pratica dell'amore che fa conoscere a tutta la comunità le situazioni di reali sofferenze e di bisogno, stimola
nell'impegno generoso e fa diventare le povertà e le
sofferenze di alcuni un problema di tutti.
La carità deve possedere tre importanti caratteristiche, citava nella sua catechesi il Card. Martini: intelligenza, preveggenza e capacità di coinvolgere. Occorre
con l'intelligenza saper leggere le povertà nei loro significati più profondi che vanno dal bisogno materiale,
alla carenza di relazioni, alla solitudine, all'abbandono
e all'indifferenza. È necessario anche che la carità sia
preveggente per sapere prevenire lo scoppio e lo sviluppo di povertà nell'ambito dell'educazione e della
cultura. Educare quindi per prevenire droga, disagio,
solitudine e per questo servono interventi mirati per
prevedere e arginare le povertà. La carità ha anche il
compito di coinvolgere e di attirare gli altri: i giovani, i
lontani e gli indifferenti.
Tutta la nostra Comunità è chiamata ad essere testimone dell'amore di Dio che è in noi mediante "gesti
quotidiani di attenzione premurosa e di servizio concreto per quanti incontriamo sul cammino della nostra
vita".
La Carità non è monopolio di persone impegnate in
questo servizio, ma è di ogni persona che in virtù del
Battesimo è chiamata a vivere l'amore per Dio e per il
prossimo.
Olga e Mauro
Cresime Parrocchia San Bernardo
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Anagrafe della comunità
BATTESIMI SAN GIULIO
Gualte Carolina di Valerio e Grittini Alice
Marrale Andrea di Angelo e Parlapiano Antonia
Zapponi Anna di Stefano e Cesselli Aurora
Casolo Francesco di Michele e Dormelletti Alessandra
Cerini Linda di Alberto e Landoni Alessia
Dalla Valle Flora di Marco
e Galli Gianellini Donalba
Pisanelli Francesca di Gianluca e Wroblewska Marta Dominika
Jamello Davide di Luca e Japello Giuseppina
Timite Ibrahim Matteo Andrea di Ayouba e Douza Dreh Sylvie
Timite Almamy Malik Emanuele di Ayouba e Douza Dreh Sylvie
MATRIMONI SAN GIULIO
Della Vecchia Paolo con Montani Francesca
Meneghini Andrea con Caputo Agnese
Moroni Matteo con Gianazza Sara
Montani Roberto con Colomba Greta
Valotto Sergio con Lamera Laura
Colombo Andrea con Vallone Federico
Piccione Fabio con Marrazzo Maria Anna
Ferrario Marco con Anfuso Valentina
Mazzucco Matteo con Ceriani Veronica
Menegatti Nazareno con Rovere Veronica
DEFUNTI SAN GIULIO
Bulgarelli Felice
Rampinini Giuseppina
Breviario Attilia
D'Ambrosio Francesco
Carnevali Armanda
Colombo Giuditta
Barbarini Giacomo
Guadagnin Agnese
Ceriani Adriana
Rampinini Remo
Calò Casimiro
Nebuloni Luigia
Meraviglia Cristina
Stucchi Marcello
(aggiornamento al 30-10-2014)
BATTESIMI SAN BERNARDO
Mali Adissa Maria di Alpinst e Mali Dolorezia
Pagani Mariana Milena di Massimiliano e Crespi Alessandra
Salmoiraghi Tanio Davide di Massimo e Rossini Rosella
Loconte Gabriele Giovanni di Vito e Tripepi Fabiola
Moroni Francesca di Stefano e Gadda Barbara
Spinelli Farah di Samuele e Cerfoli Diana
Tedeschi Alessandro di Ivo e Semelli Paola
Ghirardello Asia di Marco e Achini Melissa
Mirmina Elena Sophie di Salvatore e Alvarado Cabrera Luz Adela
Russo Daniele e Russo Samuele di Giovanni e Scalzo Simona
Bano Andoni Giuseppe e Bano Agioli Giorgio di Agim e Keci Arjola
MATRIMONI SAN BERNARDO
Vatalaro Maicol con Livieri Elisa
Daci Giuseppe con Penone Lara
Albertini Stefano con landoni Agnese
Diotallevi Fabrizio con Maggioni Sara
Kouassi Alexandre Sokadjo con Yao Adjoua Annik Mireille
DEFUNTI SAN BERNARDO
Besnati Carlo
Landonio Ester
Cecchinato Clara
D'Ambrosio Rosa Alba
Forestano Vito
Pedron Bruno
Borroni sr. Oddina
Morandi Emilia
Passinetti Sergio
Colombo Luciano
De Angeli Ambrogia
Tatavitto Maria
Colombo Fernardo
Petrini Emilio
Landini Luigi
Ceriotti Massimo
Gallinari Giuseppe
suor Bonfanti Angela Domenica
Stocchero Angela
Crespi Anna Maria
Azione cattolica - PROPOSTA DI LECTIO DIVINA PER ADULTI
Pariani Renato
'Rinascere (di nuovo) dall' “Alto”
Lucchini Elisa
Relatore: Monsignor Franco Agnesi
Gianellini Clementina
Giovedi 13.11.2014 - Nicodemo;
Farioli Luigia
Giovedi 11.12.2014 - Maria di Magdala;
Landoni Luigia
Giovedi 08.01.2015 - Tommaso;
Picchio Tullio
Giovedi 12.02.2015 - I sette discepoli ritornati pescatori;
Farioli Marisa
Giovedi 12.03.2015 - Pietro.
Fratini Renato
Gli incontri si terranno presso la Cripta di San Giulio, dalle ore 21.00
6 NOVEMBRE
ORNELLA FAVERO
direttore responsabile del Periodico
"Ristretti" del Carcere di Padova
11 NOVEMBRE
PAOLO CALABRO'
filosofo ed esperto in Italia di Maurice Bellet
18 NOVEMBRE
GIANNI BORSA, giornalista
25 NOVEMBRE
ULIC VUK e ROSELLA PANZERI,
amici portatori di uno "sguardo" altro
4 DICEMBRE
SHAHRZAD HOUSHMAND e
OUEJDANE MEJRI
ricercatrici di un pensiero di pace
11 DICEMBRE
EMMA GREMMO
rappresentante della Fraternità di Piombino
19 DICEMBRE
ALBERTO MELLONI storico
Ore 21: inizio della serata
Sede: abitazione CML
via XXIX MAGGIO 30, Legnano
- Partecipazione gratuita Non è necessaria alcuna iscrizione
(si potrà apprezzare il "made in Cam To
Me" a favore dei Progetti all'estero)
Info: [email protected]
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Novembre
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Novembre 2014 - Pagina 8
S. Giulio
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S. Bernardo
Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza
Numero 83 - Realizzato in proprio - Novembre 2014
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