Banking Monitor Tendenze del settore bancario italiano Tassi d’interesse. Nei mesi estivi è proseguita la fase distensiva dei tassi bancari, con un ulteriore calo del costo della raccolta da clientela e chiari segni di allentamento anche dei tassi sui prestiti che in precedenza erano risultati più resistenti. In particolare, per il tasso medio sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, dopo una discesa di 21pb m/m a giugno e una stabilizzazione a luglio, ABI stima un ulteriore ribasso di 20pb m/m ad agosto, a 2,89%. Pur confermando una maggiore resistenza, anche i tassi sulle consistenze dei prestiti hanno mostrato cenni di riduzione, più marcata per quelli a breve. Pertanto, dopo i significativi progressi conseguiti da fine 2012, il miglioramento della forbice tra tassi attivi e passivi si è interrotto, con una sostanziale stabilizzazione sul 2,3%, comunque ai massimi da inizio 2012. Prestiti. I dati più recenti hanno confermato la graduale attenuazione del calo dei prestiti al settore privato, sia per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese sia per quelli alle famiglie. Per i prestiti alle società non finanziarie, il rallentamento del calo interessa la componente a breve termine come anche quella a medio-lungo. Nel complesso, a luglio i prestiti al settore privato si sono ridotti del 2,6% a/a, rispetto al -2,9% medio del 2° trimestre. Le stime ABI per agosto confermano l’attenuazione del calo. 22 Settembre 2014 Nota mensile Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche Industry and Banking Elisa Coletti Economista Tiziano Lucchina Economista Daniela Piccinini Box - L’opinione delle banche italiane su offerta e domanda di credito Database management Raccolta. Nei mesi estivi i depositi hanno consolidato il moderato rafforzamento emerso a maggio, trainati dai conti correnti, mentre è proseguito il calo contenuto dei depositi a tempo. I dati hanno confermato sia la solidità dei depositi delle famiglie, sia la vivacità di quelli delle società non finanziarie, benché caratterizzati da un ritmo altamente variabile. Grazie alla buona tenuta del totale dei depositi e nonostante la forte flessione delle obbligazioni, il calo della raccolta complessiva è rimasto contenuto a circa -1% a/a. Secondo le stime ABI, ad agosto i depositi hanno segnato una crescita lievemente più robusta del mese precedente e la raccolta complessiva è rimasta in calo dell’1% a/a. Ha collaborato: Risparmio gestito. Il mercato italiano dei fondi comuni aperti ha avviato la seconda metà dell’anno ottenendo nuovamente importanti flussi di raccolta nel mese di luglio, grazie a una buona performance di tutte le categorie di fondi a lungo termine. E’ proseguito anche l’andamento positivo dei fondi di diritto italiano. Per le assicurazioni dei rami vita, il primo semestre si è concluso con una nuova accelerazione della produzione. Focus Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi: il quadro normativo alla base del secondo pilastro dell'Unione bancaria. Il 19 agosto 2014 è entrato in vigore il Regolamento europeo sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie (Single Resolution Mechanism, SRM), il secondo pilastro dell’unione bancaria. Insieme al primo pilastro – la creazione di un meccanismo unico di vigilanza bancaria con a capo la Banca Centrale Europea – il meccanismo unico di risoluzione rappresenta la risposta dell’Unione europea per spezzare l’interdipendenza tra sistemi bancari e stati di appartenenza, con l'obiettivo di prevenire nuove crisi. L’articolo analizza i punti principali delle nuove regole, concentrandosi sull'istituzione dell’autorità di risoluzione europea (Single Resolution Board, SRB), sui suoi poteri, sui processi decisionali e sulle tempistiche necessarie per la piena implementazione delle regole. Vengono inoltre illustrate l'istituzione e le modalità di funzionamento del fondo unico di risoluzione (Single Resolution Fund, SRF) e le disposizioni regolamentari ancora in via di adozione. Rodolfo Labadie International and Regulatory Affairs Banking Monitor 22 settembre 2014 Tendenze del settore bancario italiano Calo generalizzato dei tassi bancari nei mesi estivi Nei mesi estivi è proseguita la fase distensiva dei tassi bancari, con un ulteriore calo del costo della raccolta da clientela e chiari segni di allentamento anche dei tassi sui prestiti che in precedenza erano risultati più resistenti. In particolare, per il tasso medio sui nuovi prestiti alle società non finanziarie, dopo una discesa di 21pb m/m a giugno e una stabilizzazione a luglio, ABI stima un ulteriore ribasso di 20pb m/m ad agosto, a 2,89%. Pur confermando una maggiore resistenza, anche i tassi sulle consistenze dei prestiti hanno mostrato cenni di riduzione, più marcata per quelli a breve. Pertanto, dopo i significativi progressi conseguiti da fine 2012, il miglioramento della forbice tra tassi attivi e passivi si è interrotto, con una sostanziale stabilizzazione sul 2,3%, comunque ai massimi da inizio 2012. Elisa Coletti Con riguardo alla raccolta, il costo complessivo dei depositi è sceso ai minimi da aprile 2011, toccando 0,83% a luglio e 0,80% ad agosto secondo le stime ABI. Il calo è stato determinato in buona parte dalla riduzione del tasso sullo stock dei depositi con durata prestabilita, sceso a 2,03% a luglio dal 2,14% di maggio. Su questa riduzione ha influito il calo molto evidente del tasso sui depositi a tempo delle società non finanziarie, arrivato a 1,79% (-17pb su maggio). Anche i tassi medi sulle consistenze dei depositi delle famiglie sono scesi, ma in misura più contenuta. Sulle nuove operazioni, il taglio è stato notevole, in particolare per i tassi corrisposti alle famiglie sui vincoli superiori a 1 anno, con la media scesa a 1,35%, il minimo da dicembre 2010, ben 35pb in meno rispetto a maggio. Rientrato il rimbalzo temporaneo di maggio, anche il tasso medio offerto alle società non finanziarie ha toccato un nuovo minimo a 1,22%. Complessivamente, il tasso medio sui depositi con durata prestabilita effettuati nel mese di luglio si è attestato a 1,41% dall’1,63% del 2° trimestre. Tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita delle famiglie e delle società non finanziarie (%) Tassi medi sui depositi con durata prestabilita: nuove operazioni e consistenze in essere (%) 5 4 Consistenze 4 3 3 2 1 Nuove operazioni 2 delle famiglie, oltre 1 anno 1 delle famiglie, fino a 1 anno delle società non finanziarie 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia 0 lug07 lug08 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 lug14 Fonte: Banca d’Italia Anche i tassi sui conti correnti hanno visto una riduzione, allo 0,32% nel complesso, livello confermato ad agosto secondo le stime ABI, inferiore di 5pb rispetto a maggio. Concorrono al dato medio di luglio un tasso sui conti correnti delle famiglie in lieve calo a 0,24%, dopo la sostanziale stabilità nel 1° semestre attorno ad una media di 0,26%, e un tasso sui conti delle società non finanziarie in deciso calo a 0,57% (-10pb su maggio). Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2 Banking Monitor 22 settembre 2014 Tassi sui depositi in conto corrente di famiglie e società non finanziarie (%) Tasso c/c famiglie Tasso c/c società non finanziarie 1.4 1.2 Tassi medi sulle consistenze dei depositi complessivi di famiglie e società non finanziarie, esclusi i pronti contro termine (%) Famiglie Società non finanziarie 1,4 1,2 1.0 1,0 0.8 0,8 0.6 0,6 0.4 0,4 0.2 0,2 0.0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 0,0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia Fonte: Banca d’Italia A piccoli passi, ma costanti, procede anche la discesa del tasso sullo stock di obbligazioni, portatosi sotto il 3,3% per la prima volta da quasi tre anni, a 3,29% a luglio dal 3,33% medio del 2° trimestre. Le stime ABI per agosto danno un’ulteriore limatura del tasso a 3,28%. Per le nuove emissioni a tasso fisso a luglio le statistiche Banca d’Italia riportano una riduzione marginale rispetto ai due mesi precedenti, a 2,44% (media di 2,51% a maggio-giugno). Grazie al calo di tutte le componenti, è proseguita la tendenza cedente del costo complessivo della raccolta che, ininterrotta da 16 mesi, si è accentuata più di recente, con una discesa di 4pb m/m a luglio a 1,51%1. Le stime ABI per agosto danno un’ulteriore riduzione di 3pb m/m. Tassi sulla raccolta bancaria – consistenze (%) 5 Medio raccolta 4 Depositi inclusi pct Tassi su obbligazioni bancarie in essere e nuove emissioni (%) 6 5 Obbligazioni 4 3 3 2 2 medio sulle consistenze 1 1 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Intesa Sanpaolo medio emissioni a tasso fisso (periodo di determinazione iniziale del tasso > 1 anno) Fonte: Banca d’Italia Per i tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie anche a giugno si sono avute indicazioni concordanti di riduzione, sia per le operazioni di importo fino a 1 milione, sia per quelle di maggior dimensione. Dopo l’assestamento di luglio, la discesa risulta ripresa con decisione ad agosto, secondo le stime ABI. In dettaglio, il tasso medio sui nuovi prestiti fino a 1 milione è sceso di ben 22pb m/m a giugno sotto il 4%, al livello di 3,96% confermato anche a luglio (tassi su finanziamenti diversi da conti correnti e prestiti rotativi). Al contempo, il tasso sulle operazioni di importo oltre 1 milione si è ridotto di 10pb rispetto a maggio al 2,47% di luglio. Entrambi i tassi sono ai minimi da circa tre anni. Grazie a questi ribassi, il tasso medio complessivo sui nuovi prestiti alle società non finanziarie è sceso di 21pb m/m a giugno a 3,09%. Dal primo chiaro calo segnato ad aprile, l’andamento delinea una discesa di quasi 40pb in 4 mesi, che si sarebbe accentuata ad agosto con una riduzione pari a 20pb m/m a 2,89%, secondo le stime ABI. 1 Costo medio della raccolta calcolato ponderando con i volumi al netto delle obbligazioni detenute da IFM italiane, dei depositi di controparti centrali e di quelli in contropartita di prestiti ceduti e non cancellati. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 3 Banking Monitor 22 settembre 2014 Tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie in Italia (%) 6 5 4 Coefficiente di variazione tra paesi dei tassi sui nuovi prestiti alle società non finanziarie 0.40 Prestiti diversi dai conti correnti: 0.35 Oltre 1M 0.30 Fino a e incluso 1M 0.25 0.20 3 0.15 2 Totale nuovi prestiti prestiti sopra 1milione prestiti fino a 1milione 1 0.10 0.05 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia 0.00 lug07 lug08 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 lug14 Fonte: BCE Nel confronto europeo, nei mesi estivi i differenziali tra i tassi italiani sui nuovi prestiti alle imprese e quelli medi dell’area euro si sono confermati più bassi rispetto ai due anni precedenti. In dettaglio, il gap è sceso a 40pb a luglio per i prestiti fino a 1 milione, da una media di 45pb nei quattro mesi marzo-giugno rispetto ai 59pb del 2012-13. Un andamento analogo, benché caratterizzato da maggior variabilità, si è osservato per le operazioni oltre 1 milione, con il gap a 41pb a luglio, dopo una discesa a 29pb a giugno, livelli ben distanti dai 60pb medi del 2012-13. La graduale riduzione della frammentazione nelle condizioni praticate sui prestiti nell’area euro è confermata dall’andamento dell’indicatore di dispersione dei tassi sulle nuove operazioni alle società non finanziarie. Pur restando elevato, il coefficiente di variazione2 tra paesi dei tassi sui nuovi prestiti diversi dai conti correnti, in particolare quello relativo ai prestiti di importo più contenuto (fino a 1 milione), è in discesa da agosto 2013, risultando sul livello di 0,26 nei tre mesi maggio-luglio, dallo 0,32 dello stesso periodo del 2013, quando era ai massimi dall’introduzione delle statistiche armonizzate. Tasso medio sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione alle società non finanziarie, confronto Italia – Area euro (%) 6.0 2.4 Tasso medio sui nuovi prestiti di importo superiore a 1 milione alle società non finanziarie, confronto Italia – Area euro (%) 4.5 1.8 4.5 3.0 1.2 3.0 1.2 0.6 1.5 0.6 0.0 0.0 0.0 1.5 Italia - Area euro (scala dx) Italia Area euro 0.0 -1.5 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 Fonte: Banca d’Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo -0.6 lug14 6.0 -1.5 lug09 2.4 Italia - Area euro (scala dx) Italia 1.8 Area euro lug10 lug11 lug12 lug13 -0.6 lug14 Fonte: Banca d’Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo Nei mesi estivi anche la discesa dei tassi sui nuovi prestiti alle famiglie ha trovato nuovo slancio, dopo la temporanea battuta d’arresto di maggio. Il tasso complessivo sui nuovi prestiti per acquisto di abitazioni si è ridotto di 13pb in due mesi a 3,23%, restando ai minimi da luglio 2011. Le stime ABI per agosto riportano un altro ribasso di 4pb m/m. 2 I coefficienti di variazione, forniti dalla BCE per ogni tasso armonizzato, misurano la dispersione dei tassi praticati nei singoli paesi membri rispetto alla media dell’area euro. Il coefficiente di variazione è calcolato come deviazione standard ponderata dei tassi tra paesi rapportata al tasso medio dell’area euro. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 4 Banking Monitor 22 settembre 2014 Tassi sui nuovi prestiti a famiglie per acquisto abitazioni (%) 6 5 Tassi sui prestiti in essere a famiglie e a società non finanziarie (%) 5 4 4 3 3 2 2 1 A tasso variabile A tasso fisso (*) Tasso medio nuovi mutui per acquisto abitazioni 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Nota: (*) Periodo di determinazione iniziale del tasso oltre 10 anni Fonte: Banca d’Italia a famiglie per acquisto abitazioni 1 a società non finanziarie 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia Anche i tassi sullo stock dei prestiti, per loro natura vischiosi, stanno mostrando cenni di riduzione, più marcati a luglio. Dopo una lunga resistenza, il tasso medio sui prestiti alle famiglie è sceso, portandosi sotto il 4% a luglio, 5pb in meno sia m/m sia rispetto alla media di 4,04% del 1° semestre 2014. Similmente, il tasso medio sullo stock di prestiti alle società non finanziarie ha segnato un calo di 8pb in due mesi a 3,68% trainato dai 19pb persi dal tasso sulla componente a breve. Quindi il tasso complessivo sui prestiti a famiglie e imprese ha visto un ritocco verso il basso di 6pb in due mesi, scendendo al 3,81%. Le stime ABI per agosto riportano un’ulteriore riduzione a 3,77%. Pertanto, a fronte di un calo solo lievemente più contenuto del costo della raccolta, a luglio la forbice tra tassi attivi e passivi è rimasta sul 2,3% raggiunto ad aprile, consolidando il miglioramento ottenuto in precedenza. Inoltre, come atteso, a giugno, per effetto della riduzione dei tassi monetari, si è invertito il trend di recupero della contribuzione dei depositi a vista: il mark-down3 sull’Euribor a 1 mese è tornato sul livello negativo di -23pb dopo essere risalito fino a -0,11% a maggio, il miglior valore da aprile 2012. Al contempo, il mark-up4 sull’Euribor a 1 mese è sceso a 4,73% per effetto del forte calo dei tassi sui prestiti a breve. Contribuzione a breve termine (%) mark-down mark-up 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 -0,5 -1,0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia, BCE ed elaborazioni Intesa Sanpaolo 3 4 Spread a breve termine e spread complessivo (%) 5 4 3 2 1 spread complessivo spread a breve 0 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Intesa Sanpaolo Differenza tra Euribor a 1 mese e tasso sui conti correnti di famiglie e imprese. Differenza tra tasso sui prestiti a famiglie e imprese con durata fino a un anno ed Euribor a 1 mese. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 5 Banking Monitor 22 settembre 2014 Confermata la graduale attenuazione del calo dei prestiti I dati dei mesi estivi hanno confermato la graduale attenuazione del calo dei prestiti al settore privato, sia per quanto riguarda i finanziamenti alle imprese sia per quelli alle famiglie. Per i prestiti alle società non finanziarie, il rallentamento del calo interessa la componente a breve termine come anche quella a medio-lungo. Nel complesso, a luglio i prestiti al settore privato si sono ridotti del 2,6% a/a, rispetto al -2,9% medio del 2° trimestre. Le stime ABI per agosto confermano l’attenuazione del calo. Elisa Coletti I prestiti alle società non finanziarie a luglio hanno registrato una contrazione del 3,9% a/a, dopo il -4,1% medio del 2° trimestre e il -4,8% a/a del 1° trimestre. L’attenuazione del calo interessa la componente a breve termine come anche quella a medio-lungo. Nel primo caso il miglioramento risulta leggermente più evidente, sebbene con la consueta forte oscillazione dei tassi di variazione, pari a -3,7% a/a a luglio5 dopo un rimbalzo temporaneo a -1,7% a giugno. Per quanto riguarda la componente a medio-lungo termine, la contrazione di luglio (-4,3% a/a) è rimasta essenzialmente in linea con la media dei tre mesi precedenti, pari a -4,4% a/a, in attenuazione dal -4,9% a/a del 1° trimestre. I mesi estivi hanno confermato anche la riduzione meno marcata dei prestiti alle micro-imprese rispetto a quelle medio-grandi. In particolare, il calo dei prestiti alle famiglie produttrici è risultato a luglio pari a -2,9%, dopo il -3,2% del 2° trimestre, vale a dire 1,2 punti percentuali in meno rispetto alla flessione osservata per i prestiti alle società non finanziarie. Prestiti alle società non finanziarie per durata (*) (var. % a/a) 16 Fino a 1 anno Oltre 1 anno Totale Prestiti alle società non finanziarie a confronto con quelli alle famiglie produttrici (*) (var. % a/a) 6 Società non finanziarie 12 4 8 2 4 0 0 -2 -4 -4 -8 -6 -12 lug08 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 Nota: (*) dati riferiti alla clientela delle banche italiane residente nell’area euro Fonte: BCE ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo lug14 Famiglie produttrici -8 lug11 nov11 mar12 lug12 nov12 mar13 lug13 nov13 mar14 lug14 Nota: (*) dati riferiti alla clientela delle banche italiane residente nell’area euro Fonte: BCE I prestiti alle famiglie hanno proseguito il lento ma continuo miglioramento, con una variazione annua dello stock risalita a -0,8% a/a nel bimestre giugno-luglio, da una media di -1,1% nei primi cinque mesi dell’anno (dati corretti per l’effetto delle cartolarizzazioni). Tra le componenti dell’aggregato, il calo dello stock di mutui residenziali si è attenuato lievemente a -1,1% (dati grezzi) rispetto alla media di -1,2% del 1° semestre. Inoltre, le statistiche sulle nuove erogazioni di mutui hanno continuato a mostrare una ripresa dei volumi, benché limitata. Anche il flusso netto mensile di mutui residenziali è tornato positivo a luglio dopo il dato deludente di giugno (+295 milioni m/m da -498 milioni a giugno e +72 milioni a maggio quando si è avuto il primo dato positivo dopo diciannove mesi di saldi continuativamente negativi). In generale, tutte le componenti dei prestiti alle famiglie mostrano flussi netti in miglioramento nei mesi recenti (si veda il grafico seguente delle medie mobili a 5 mesi). In particolare, si segnalano i flussi netti costantemente positivi riportati dal credito al consumo nei cinque mesi da marzo a luglio. 5 Secondo i dati BCE riferiti alla clientela bancaria dell’area euro. Per confronto, sulla base di questi dati il calo del totale dei prestiti alle società non finanziarie è stato a maggio di -4,1% a/a su basi omogenee. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 6 Banking Monitor 22 settembre 2014 Complessivamente, a luglio i prestiti al settore privato residente sono risultati in riduzione del 2,6% a/a, meno della media di -2,9% a/a dei tre mesi precedenti (dati al netto delle controparti centrali e corretti per le cartolarizzazioni). Le stime ABI per agosto confermano l’attenuazione del calo. Flussi mensili di prestiti alle famiglie, dati riferiti ai residenti nell’area euro (*) (milioni di euro, medie mobili a 5 termini) 1750 1250 Prestiti al settore privato residente in Italia, dati corretti per le cartolarizzazioni e al netto controparti centrali (var. % a/a) Prestiti per acquisto abitazioni 14 Famiglie Credito al consumo 12 Società non finanziarie Altri prestiti 10 8 Settore privato 750 6 250 2 0 -250 -2 -750 lug11 -4 -6 lug08 4 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Nota: (*) flussi definiti come differenze tra stock aggiustati per l’effetto di variazioni nei cambi, riclassificazioni, altre rivalutazioni e variazioni non originate da transazioni Fonte: BCE ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 lug14 Fonte: Banca d’Italia 7 Banking Monitor 22 settembre 2014 Box – L’opinione delle banche italiane su offerta e domanda di credito L’indagine trimestrale sul credito bancario Bank Lending Survey (BLS)6 di fine luglio ha raccolto le opinioni delle banche italiane riguardanti l’andamento dei criteri di erogazione dei prestiti alle imprese e famiglie e l’evoluzione della domanda di credito, con riferimento al 2° trimestre del 2014 e alle attese sul 3° trimestre. Secondo le indicazioni fornite dalle banche, i criteri di offerta, già in allentamento sui mutui alle famiglie, sono diventate più distese anche nei confronti delle imprese. La domanda di prestiti è risultata ancora stazionaria da parte delle imprese mentre si è confermata un’accelerazione della domanda di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni. Tiziano Lucchina I criteri applicati per l’approvazione di prestiti alle imprese e l’apertura di linee di credito nel 2° trimestre del 2014 hanno registrato un lieve allentamento per la prima volta da fine 2009: la percentuale netta7 delle risposte è infatti tornata in territorio negativo, al -12,5%, dopo 17 trimestri consecutivi di restrizione dei criteri. Nel dettaglio, il lieve allentamento dei criteri ha interessato sia le piccole e medie imprese sia le imprese di grandi dimensioni, con maggior intensità per i prestiti a breve termine. Per il 3° trimestre dell’anno in corso le banche si attendono di mantenere invariati i criteri di erogazione dei prestiti sia per le PMI che per le grandi imprese e su tutte le durate dei prestiti. Variazione dei criteri applicati per il credito alle imprese (% netta: irrigidimento–allentamento) 100 effettiva 80 attesa 60 40 20 0 -20 -40 2008q3 2009q3 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) L’allentamento dei criteri, seppur marginale, è riconducibile alla pressione concorrenziale esercitata dalle altre banche e da parte delle fonti di finanziamento di mercato. Le banche hanno indicato anche un impatto positivo, seppur lieve, delle attese sull’attività economica generale, tornate ad avere un effetto favorevole all’allentamento dei criteri per la prima volta dalla fine del 2009. Al contempo, le prospettive relative agli specifici settori o alle singole imprese hanno esaurito il loro effetto restrittivo. 6 Il 30 luglio 2014 la BCE e, per l’Italia, la Banca d’Italia, hanno pubblicato i risultati dell’indagine trimestrale sul credito bancario nell’area euro (Bank Lending Survey), condotta tra il 26 giugno e l’11 luglio 2014. All’indagine hanno partecipato 137 banche dell’Eurozona, di cui, per l’Italia, 8 gruppi rappresentanti oltre due terzi del mercato nazionale dei prestiti. Lo scopo dell’indagine è di ottenere indicazioni dalle banche sul loro orientamento nella concessione dei prestiti (criteri, termini e condizioni da un lato e fattori che influenzano la domanda dall’altro). 7 Le risposte fornite dagli intermediari sono sintetizzate dalla “percentuale netta”, data dalla differenza tra la percentuale delle risposte che indicano una variazione di un dato segno (un irrigidimento dei criteri o un incremento della domanda) e la percentuale di quelle che indicano una variazione di segno opposto (un allentamento dei criteri o una diminuzione della domanda). Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 8 Banking Monitor 22 settembre 2014 Importanza relativa dei fattori per i criteri applicati nell’approvazione di prestiti e l’apertura di linee di credito a favore delle imprese (% netta: irrigidimento–allentamento) 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 70 60 50 40 30 20 10 0 -10 -20 pressione concorrenziale da parte delle altre banche pressione concorrenziale da parte di altre fonti attese sull’attività prospettive particolari economica generale settori o imprese Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Le banche hanno confermato per il secondo trimestre consecutivo di aver praticato un lieve allentamento del margine sulla media dei prestiti, con un calo più marcato rispetto al trimestre precedente. Il margine sui prestiti più rischiosi, ancora in territorio restrittivo fino alla precedente rilevazione, ha avuto un impatto nullo, al pari dei vincoli applicati nella determinazione dell’ammontare del prestito e delle scadenze. Termini e condizioni praticati per l’approvazione di prestiti e l’apertura di linee di credito a favore delle imprese (% netta: irrigidimento–allentamento) 100 80 60 40 20 0 -20 -40 margine della banca -60 -80 2008q2 margine sui prestiti più rischiosi ammontare 2009q2 2010q2 scadenze 2011q2 2012q2 2013q2 2014q2 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) I criteri di offerta, relativamente al credito alle famiglie, hanno registrato una differenziazione tra i prestiti per l’acquisto di abitazioni e il credito al consumo. Le banche hanno confermato un allentamento dei criteri applicati nell’approvazione dei mutui immobiliari per il quarto trimestre consecutivo e si aspettano di praticare un ulteriore allentamento nel corso del 3° trimestre dell’anno. Anche nel caso dei mutui la pressione concorrenziale effettuata dalle altre banche ha avuto un ruolo favorevole all’allentamento dei criteri. Anche le attese sull’attività economica generale hanno registrato un impatto positivo sui criteri mentre le prospettive del mercato immobiliare hanno avuto un effetto nullo. L’allentamento dei criteri si è riflesso sensibilmente sul margine medio applicato dalle banche sui mutui (in calo per il -50% netto di banche) e su minori oneri addizionali, mentre non ci sono state variazioni nel rapporto richiesto fra il valore del prestito e quello delle garanzie (loan-to-value) e sulle scadenze. Diversamente, per il credito al consumo le banche non hanno ancora effettuato un allentamento delle condizioni benché abbiano attestato, per il quarto trimestre consecutivo, di aver Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 9 Banking Monitor 22 settembre 2014 mantenuto i criteri invariati. Anche per il 3° trimestre del 2014 le banche non prevedono cambiamenti relativi ai criteri applicati per il credito al consumo. Variazione dei criteri applicati per il credito alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (% netta: irrigidimento–allentamento) 100 Variazione dei criteri applicati per il credito alle famiglie per il credito al consumo (% netta: irrigidimento–allentamento) 60 effettiva 80 50 attesa 60 40 40 30 20 20 0 10 -20 0 -40 -10 -60 2008q3 2009q3 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) effettiva attesa -20 2008q3 2009q3 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Quanto alla domanda, le banche hanno confermato come già nel trimestre precedente che le richieste di finanziamenti da parte delle imprese sono rimaste stabili, seppur nel dettaglio si possa osservare un’indicazione di ripresa per i prestiti a breve termine. Le banche si attendono una ripresa della domanda di prestiti da parte delle imprese nel corso del 3° trimestre dell’anno, più marcatamente da parte delle grandi imprese. Variazione della domanda di prestiti da parte delle imprese (% netta: aumento–diminuzione) 80 60 40 20 0 -20 -40 -60 effettiva -80 -100 2007q3 2008q3 2009q3 attesa 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 Fonte: BCE, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Quanto ai fattori che hanno determinato la domanda di finanziamenti, le banche hanno indicato una ripresa degli investimenti fissi, tornati in territorio positivo per la prima volta da fine 2011. Le esigenze di fondi legati alla gestione delle scorte e del capitale circolante e le operazioni di ristrutturazione del debito hanno contribuito positivamente alla domanda di prestiti, mentre l’attività di M&A e le emissioni obbligazionarie hanno avuto un lieve impatto negativo. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 10 Banking Monitor 22 settembre 2014 Importanza relativa dei fattori per la domanda di credito da parte delle imprese (% netta) 4Q11 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 4Q11 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 4Q11 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 4Q11 1Q12 2Q12 3Q12 4Q12 1Q13 2Q13 3Q13 4Q13 1Q14 2Q14 75 50 25 0 -25 -50 -75 -100 investimenti fissi scorte e capitale circolante fusioni/acquisizioni e ristrutturazione del ristrutturazioni debito Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Dal lato delle famiglie, la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni si è ulteriormente rafforzata (al 62,5% netto), grazie al miglioramento delle prospettive del mercato immobiliare e ad una ritrovata fiducia dei consumatori. Anche per il trimestre in corso le banche si attendono una prosecuzione dell’aumento della domanda. Quanto al credito al consumo, nel 2° trimestre del 2014 le banche hanno registrato, per la prima volta da metà 2011, una lieve ripresa della domanda da parte delle famiglie, favorita dal ritorno alla spesa per beni di consumo durevoli. Variazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni (% netta: aumento–diminuzione) Variazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie per il credito al consumo (% netta: aumento–diminuzione) 100 effettiva 80 60 attesa 40 20 0 -20 -40 -60 -80 -100 2008q3 2009q3 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 -100 2008q3 2009q3 2010q3 2011q3 2012q3 2013q3 2014q3 Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Fonte: Banca d’Italia, Indagine trimestrale sul credito bancario (BLS) Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 60 40 20 0 -20 -40 -60 effettiva -80 attesa 11 Banking Monitor 22 settembre 2014 Prosegue la buona dinamica dei conti correnti Nei mesi estivi i depositi hanno consolidato il moderato rafforzamento emerso a maggio, trainati dai conti correnti, mentre è proseguito il calo contenuto dei depositi a tempo. I dati hanno confermato sia la solidità dei depositi delle famiglie, sia la vivacità di quelli delle società non finanziarie, benché caratterizzati da un ritmo altamente variabile. Grazie alla buona tenuta del totale dei depositi e nonostante la forte flessione delle obbligazioni, il calo della raccolta complessiva è rimasto contenuto a circa -1% a/a. Secondo le stime ABI, ad agosto i depositi hanno segnato una crescita lievemente più robusta del mese precedente e la raccolta complessiva è rimasta in calo dell’1% a/a. Elisa Coletti I depositi bancari hanno confermato il moderato rafforzamento emerso a maggio, segnando una crescita del 2,9% a/a a luglio dopo una media di 2,5% nei due mesi precedenti. I dati preliminari di fonte ABI prefigurano una variazione lievemente più robusta per agosto (+2,8% a/a dal 2,7% di luglio su dati omogenei). L’andamento resta trainato dai conti correnti, in aumento del 5,8% a/a a luglio, soprattutto grazie alla crescita delle giacenze delle società non finanziarie, che fa seguito al repentino rallentamento di giugno. In dettaglio, alla flessione mensile di ben -14 miliardi m/m nei conti correnti di giugno delle società non-finanziarie (dopo il forte balzo di +10,8 miliardi a maggio) ha fatto seguito l’incremento di 2,6 miliardi a luglio, col tasso di crescita risalito al 6,7% a/a dall’1,6% di giugno. Al contempo, la crescita dei conti correnti delle famiglie è rimasta robusta, pari a +5,6% a/a a luglio dopo il +6,5% di giugno. Inoltre, la dinamica dei tre mesi maggio-luglio (+5,6% a/a in media) è chiaramente più sostenuta dei quattro mesi precedenti (+3,2% in media). Per i depositi a tempo, conformemente alle attese si è assistito al proseguimento del calo. Tuttavia, dopo un’accentuazione a maggio a -3,8% a/a, la riduzione si è assestata poco sotto il -3% (-2,8% in media nei due mesi giugno-luglio). In base ai flussi netti mensili, l’entità della contrazione si è attenuata rispetto ad aprile-maggio: nel bimestre luglio-agosto lo stock si è ridotto nel complesso di 1,7 miliardi, dopo i -2,8 miliardi dei due mesi precedenti. Si segnala, in proposito, che a luglio il flusso netto dei depositi a tempo è risultato significativamente positivo per le società non finanziarie, pari a +1,9 miliardi m/m. Nel complesso, tenuto conto anche dell’afflusso di fondi sui conti correnti, l’incremento del totale dei depositi delle società non finanziarie è stato pari a 4,5 miliardi m/m a luglio. Conti correnti (*) (var. % annua) 21 Totale c/c 18 di cui: Società non finanziarie 15 di cui: Famiglie 12 9 6 3 0 -3 -6 -9 -12 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 Nota: (*) dati riferiti alle passività delle IFM italiane verso residenti nell’area euro. Fonte: BCE Depositi con durata prestabilita (*) 180000 EUR milioni 160000 140000 180% 160% Var. % a/a 140% 120000 120% 100000 100% 80000 80% 60000 60% 40000 40% 20000 20% 0% 0 -20000 lug10 lug11 lug12 lug13 -20% lug14 Nota: (*) escluse le passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Per le obbligazioni bancarie, l’andamento resta molto negativo, con una riduzione dello stock di oltre 20 miliardi in due mesi e un calo su base annua tornato ad accentuarsi, a -9,8% a/a a luglio in linea con la media del 1° trimestre, dopo la temporanea attenuazione del trend nel bimestre aprile-maggio (-7,1% a/a in media, dati depurati dalle emissioni detenute in portafoglio da IFM italiane). Le stime ABI per agosto fissano il calo sulla stessa entità di -9,8% a/a. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 12 Banking Monitor 22 settembre 2014 Grazie alla buona tenuta dei depositi, il calo della raccolta complessiva rimane contenuto all’incirca sul -1%. Dopo il -1,1% a/a di luglio e il -1,3% di giugno (dati riferiti all’aggregato di depositi e obbligazioni detenute da soggetti diversi da IFM italiane), le stime ABI per agosto registrano infatti una variazione di -1,0% a/a. Depositi dei residenti al netto delle controparti centrali a confronto con i depositi di famiglie e imprese (var. % a/a) (*) 16 12 Raccolta da clientela delle banche italiane (var. % a/a) (*) Depositi escluse CCP 9 di cui: Società non finanziarie 6 di cui: Famiglie consumatrici 3 0 8 -3 4 -6 0 -9 -4 -12 -8 lug10 gen11 lug11 gen12 lug12 gen13 lug13 gen14 lug14 -15 lug10 Nota: (*) per i depositi totali, escluse controparti centrali e depositi connessi con cartolarizzazioni. Inoltre, variazioni corrette per fluttuazioni del cambio, aggiustamenti di valore e riclassificazioni statistiche. Per i depositi delle famiglie, da set-08 a ott-09, dati corretti per tener conto dell’inclusione della Cassa Depositi e Prestiti tra le IFM. Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Raccolta da clientela (*) Depositi (al netto depositi di controparti centrali) Obbligazioni (al netto titoli acquistati da IFM italiane) lug11 lug12 lug13 lug14 Nota: (*) al netto di depositi con controparti centrali e obbligazioni acquistate da IFM italiane. Il totale dei depositi e la raccolta escludono le passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Circa il risparmio amministrato delle banche, è emersa nei mesi estivi un’accentuazione del calo dei titoli di debito in custodia di famiglie e imprese. Nel caso delle famiglie consumatrici, la contrazione è stata di -10,7% a/a a giugno e -11,1% a luglio, dopo il -8,6% medio dei cinque mesi precedenti. In valore assoluto i titoli in custodia per conto delle famiglie hanno registrato una flessione di entità molto rilevante, pari a oltre -23 miliardi in due mesi. Per le imprese, alla contrazione di -9,0% a/a di maggio ha fatto seguito un peggioramento a -11,7% a/a in media nel bimestre giugno-luglio. Complessivamente, i titoli a custodia presso le banche hanno registrato a luglio un calo di -3,2% a/a, leggermente attenuato rispetto al -3,8% medio di maggio-giugno per effetto dell’andamento dei titoli a custodia delle istituzioni finanziarie. Depositi (*) e titoli di debito in custodia presso le banche a valori nominali (var. % a/a) Totale Titoli di debito a custodia 10 Depositi (*) 8 6 4 2 0 -2 -4 -6 lug 04 lug 05 lug 06 lug 07 lug 08 lug 09 lug 10 lug 11 lug 12 lug 13 lug 14 Nota: (*) esclusi depositi di controparti centrali e passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Titoli di debito in custodia per alcuni settori detentori (var. % a/a) Famiglie consumatrici Imprese Finanziarie 15 12 9 6 3 0 -3 -6 -9 -12 -15 lug09 lug10 lug11 lug12 lug13 lug14 Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Fonte: Banca d’Italia ed elaborazioni Servizio Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 13 Banking Monitor 22 settembre 2014 Risparmio gestito: nuovi record a luglio per i fondi comuni Il mercato italiano dei fondi comuni aperti ha avviato la seconda metà dell’anno ottenendo nuovamente importanti flussi di raccolta. Secondo le anticipazioni contenute nella Mappa Mensile del Risparmio Gestito di Assogestioni8, la raccolta netta dei fondi comuni aperti si è attestata sugli 11,2 miliardi di euro a luglio, registrando un risultato mensile record (salvo il mese di marzo dell’anno in corso, influenzato però da fattori straordinari9). Si conferma quindi il buon momento dell’industria dell’asset management che continua a beneficiare della ricomposizione dei portafogli dei risparmiatori italiani. Tiziano Lucchina A luglio l’industria dei fondi comuni aperti è stata caratterizzata da una buona performance di tutte le categorie di fondi a lungo termine: il risultato è stato ottenuto ancora grazie ai fondi flessibili, che hanno registrato sottoscrizioni nette per 4,5 miliardi in linea con i mesi precedenti, ma anche al ritorno verso i fondi obbligazionari, con 3,2 miliardi nel mese, gli azionari, con 2,5 miliardi, e i bilanciati, con 1,3 miliardi. I riscatti hanno prevalso solo per i fondi hedge e i fondi di liquidità, seppur per soli 37 e 263 milioni di euro rispettivamente. E’ proseguito anche il buon andamento dei fondi di diritto italiano che, con oltre 4,4 miliardi nel mese, hanno registrato un saldo mensile sui massimi, benchè inferiore ai 6,8 miliardi indirizzati verso i fondi di diritto estero (roundtrip e crossborder). Il saldo cumulato da inizio anno ha superato il totale della raccolta netta del 2013, anno già estremamente positivo per il settore. Il patrimonio gestito dall’industria dei fondi comuni aperti a fine luglio risulta pari a 634,9 miliardi di euro, in aumento di 12,8 miliardi dal mese precedente. Fondi comuni aperti: scomposizione della raccolta netta per categoria (miliardi di euro) Fondi comuni aperti: scomposizione della raccolta netta per domiciliazione (miliardi di euro) 15 20 Aziona ri Obbliga zionari Hedge Bila ncia ti Flessibili Moneta ri Italiani 10 15 5 10 0 5 Esteri 0 -5 1°trim.14 2°trim.14 Fonte: Assogestioni 1°trim.14 lug 14 2°trim.14 lug 14 Fonte: ANIA Per le assicurazioni dei rami vita, il primo semestre si è concluso con una nuova indicazione di accelerazione della produzione: a giugno secondo le statistiche ANIA i premi lordi raccolti si sono attestati a 7,6 miliardi di euro, in aumento del 57,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il risultato è stato caratterizzato dalla conferma del forte appeal dei prodotti tradizionali, con le polizze dei rami I e V in aumento del 60,2% a/a, ma anche dalla forte accelerazione dei prodotti a più elevato contenuto finanziario c.d. linked di ramo III, che hanno registrato un aumento pari al 51,2%, recuperando dalla battuta di arresto del mese precedente. Da 8 Il documento mette a disposizione del mercato una fotografia dell’andamento del settore e viene divulgato nel corso della 4^/5^ settimana del mese successivo a quello a cui fanno riferimento i dati. I dati della Mappa mensile hanno natura preliminare e costituiscono un’anticipazione dei dati più completi pubblicati nella corrispondente Mappa trimestrale. 9 Il dato di marzo risentiva per grossa parte di operazioni di riorganizzazione svolte da un importante operatore del settore. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 14 Banking Monitor 22 settembre 2014 inizio 2014, quindi, la raccolta premi ha segnato un aumento del 45,7%, trainata principalmente dai prodotti tradizionali che, con un +59,8% da inizio, compensano il risultato meno positivo dei prodotti linked, in crescita solo del 5,3%. Premi assicurazioni vita: nuova produzione mensile per ramo (miliardi di euro) 7 6 Ramo I e V 2013 Ramo I e V 2014 Ramo III 2013 Ramo III 2014 5 4 3 2 1 0 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fonte: ANIA Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 15 Banking Monitor 22 settembre 2014 Focus Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi: il quadro normativo alla base del secondo pilastro dell'Unione bancaria Introduzione Rodolfo Labadie A un anno dall'adozione da parte della Commissione europea, il Regolamento sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi (Single Resolution Mechanism, SRM) – secondo pilastro dell'Unione bancaria – è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (GUUE) il 30 luglio 2014 ed è entrato in vigore il 19 agosto 2014. L'Unione bancaria copre i paesi partecipanti (gli Stati membri appartenenti all'area euro e gli altri che scelgono di aderirvi) e implica che le banche di tali paesi siano soggette alla supervisione della Banca Centrale Europea (BCE) attraverso il Meccanismo unico di vigilanza (Single Supervisory Mechanism, SSM) – primo pilastro dell'Unione bancaria – e che la ristrutturazione delle banche in dissesto sia gestita da un'autorità centrale – il Comitato unico di risoluzione delle crisi (Single Resolution Board, SRB) – e da un Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie (Single Resolution Fund, SRF), costituito gradualmente con i contributi provenienti dal settore finanziario. Le funzioni di vigilanza e di risoluzione delle crisi del settore bancario UE saranno così esercitate a livello centrale e, almeno in teoria, si completeranno e rafforzeranno reciprocamente: una vigilanza migliore e armonizzata dovrebbe ridurre la necessità di risoluzione delle crisi, mentre un meccanismo efficace e coordinato di risoluzione potrà dare maggiore credibilità all'attività di vigilanza. Come riconosciuto dai leader dell'UE nella riunione del Consiglio di dicembre 2012, l'istituzione di un SRM che affiancasse il SSM nasceva dalla convinzione che un sistema di vigilanza senza un meccanismo di risoluzione delle crisi avrebbe potuto creare tensioni tra l'organo di vigilanza centrale (BCE) e le autorità nazionali incaricate della risoluzione in relazione alla gestione delle crisi bancarie. Ciò avrebbe potuto comportare l'inefficacia del processo decisionale e una mancanza di coordinamento, rafforzando il circolo vizioso tra Stati sovrani e banche, anche a causa delle persistenti aspettative dei mercati riguardo alla capacità degli Stati membri di far fronte ai fallimenti bancari a livello nazionale. Inoltre, tale scelta è stata dettata dall'obiettivo di facilitare la trasmissione della politica monetaria, di estendere la portata dell'Unione economica e monetaria (UEM), di consolidare l'integrazione finanziaria e di ristabilire la fiducia nel settore finanziario dell'UE. Il presente articolo costituisce un aggiornamento10 sul testo definitivo del Regolamento SRM, e si concentra sull'istituzione dell'SRB, sui suoi poteri, sui processi decisionali e sulle tempistiche necessarie per la piena implementazione. Saranno inoltre illustrate l'istituzione e le modalità di funzionamento dell'SRF, anche per quanto riguarda le disposizioni regolamentari che definiscono le modalità di calcolo dei contributi al fondo e i possibili ritardi che potrà subire la loro approvazione. Regolamento SRM: disposizioni, poteri e processo decisionale nell'ambito del SRB In seguito a intensi negoziati tra Consiglio e Parlamento europeo (PE) con la mediazione della Commissione Europea nell'ambito dei cosiddetti “triloghi”, il 20 marzo 2014 le istituzioni dell'UE hanno raggiunto un accordo su un testo comune per il Regolamento SRM. Il testo è stato poi votato e ha ottenuto una prima approvazione del PE in sessione plenaria il 15 aprile 2014. Sottoposto a un'ulteriore revisione da parte dei giuristi-linguisti dell'UE – per apportare alcune correzioni tecniche resesi necessarie a causa dell’ approvazione affrettata – il testo, così 10 Si rimanda al precedente articolo “Opposte reazioni al meccanismo unico di risoluzione delle crisi? Sintesi dei compromessi raggiunti dal Parlamento e dal Consiglio”, Banking Monitor, 24 gennaio 2014. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 16 Banking Monitor 22 settembre 2014 come rettificato, è stato nuovamente approvato dal PE in sessione plenaria il 3 luglio e dal Consiglio il 14 luglio 2014. Al contempo, l'accordo intergovernativo che integra il Regolamento SRM specificando le modalità di trasferimento e di messa in comune dei contributi al fondo, è stato firmato il 21 maggio 2014 da 26 Stati membri dell'UE (tutti tranne Svezia e Regno Unito). La decisione da parte del Consiglio di definire le norme sul trasferimento e la messa in comune dei fondi a livello UE attraverso un accordo separato era principalmente dovuta al rischio di ricorsi legali11. Il Regolamento SRM, che sarà direttamente applicabile e non necessiterà di trasposizione a livello nazionale, è stato pubblicato sulla GUUE il 30 luglio 2014 ed è entrato in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Dal 19 agosto 2014, la Commissione dispone pertanto di molte delle competenze necessarie per l'istituzione del Comitato unico di risoluzione delle crisi (SRB). Una volta istituito, l'SRB potrà iniziare l'attività preparatoria alla sua entrata in funzione, prevista per l’1 gennaio 2015, come stabilito nel Regolamento. Da tale data, l'SRB avrà i poteri necessari per raccogliere informazioni e avviare la collaborazione con le autorità di risoluzione nazionali per pianificare la risoluzione delle crisi delle banche di sua competenza. Il Comitato, una volta operativo a tutti gli effetti, sarà l'autorità di risoluzione per le banche dell'Unione bancaria, con facoltà di avviare il processo di risoluzione e di applicare lo strumento del bail-in, a decorrere dall’1 gennaio 2016. Tale data potrebbe tuttavia essere rinviata qualora gli Stati membri non dovessero ratificare l'accordo intergovernativo entro i tempi previsti (si prevede entro l’1 gennaio 2015). Infatti, stando al testo, l'accordo intergovernativo entra in vigore due mesi dopo la sua ratifica da parte di un numero di Stati membri dell'Eurozona rappresentanti almeno il 90% del totale ponderato dei voti degli Stati membri dell'Eurozona in Consiglio. Pertanto, la completa implementazione del Regolamento e la capacità della nuova Autorità di assumere pieni poteri sono essenzialmente subordinate alla ratifica dell'accordo intergovernativo da parte degli Stati membri partecipanti. Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi sovrintenderà alla pianificazione degli interventi di risoluzione per tutte le banche aventi sede negli Stati membri appartenenti all'Unione bancaria (circa 6000). Sebbene la sua struttura intenda rispecchiare la divisione funzionale istituita dal Meccanismo unico di vigilanza (SSMU), rispetto a quest'ultimo, il Comitato unico di risoluzione avrà poteri diretti non solo sulle entità soggette a vigilanza diretta della BCE (gli enti creditizi significativi) ma su tutti i gruppi bancari transnazionali presenti nell'UE (vale a dire, i gruppi con sedi costituite in più di uno Stato membro partecipante). Le autorità nazionali di risoluzione delle crisi (National resolution authorities, NRA) continueranno ad essere responsabili dirette per tutti gli altri enti creditizi, salvo qualora il piano di risoluzione preveda il ricorso al SRF. Gli Stati membri potranno inoltre decidere di affidare al Comitato tutti i poteri e le responsabilità previste in relazione a tutti i rispettivi istituti di credito a livello nazionale. Inoltre, e in analogia ai poteri attribuiti alla BCE dal Regolamento sul SSM, l'SRB potrà decidere, in qualsiasi momento e di propria iniziativa, previa consultazione con le autorità nazionali di risoluzione, di esercitare tutti i poteri sanciti dal Regolamento su qualsiasi entità. L'SRB sarà costituito come agenzia dell'Unione Europea pienamente indipendente e con personalità giuridica distinta e dovrà rendere conto al Parlamento, al Consiglio e alla Commissione. Il Comitato sarà finanziato attraverso contributi provenienti dal settore bancario, e avrà sede a Bruxelles. Applicherà la direttiva in materia di risanamento e risoluzione delle crisi 11 Alcuni Stati membri – in particolare, la Germania – hanno criticato il ricorso all'articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE, che consente l'armonizzazione delle disposizioni regolamentari per l'istituzione e il funzionamento del mercato interno) quale base giuridica per l'istituzione dell'SRM, in particolare per quanto concerne il ruolo della Commissione nel processo di risoluzione, le implicazioni fiscali per gli Stati membri e il diritto del Comitato unico di risoluzione di richiedere agli Stati membri di versare nel Fondo i contributi raccolti a livello nazionale. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 17 Banking Monitor 22 settembre 2014 bancarie (Directive on Bank Recovery and Resolution, BRRD) alle banche aventi sede negli Stati membri partecipanti nello stesso modo in cui è applicata dalle autorità di risoluzione nazionali negli altri Stati membri. Il Comitato avrà la facoltà di richiedere alle banche e ai rispettivi dipendenti di fornire le informazioni necessarie all'adempimento delle sue funzioni, e potrà condurre indagini e ispezioni in loco, oltre ad avere poteri sanzionatori. Per affrontare i dissesti bancari in modo efficace, si è ritenuto opportuno che il Comitato potesse prendere decisioni rapidamente e a livello centrale. La proposta della Commissione partiva dalla necessità di creare un processo decisionale centralizzato ed efficiente, conferendo in particolare gran parte del potere decisionale al Comitato in sessione esecutiva, evitando così il coinvolgimento diretto delle autorità nazionali, che partecipano alla sessione plenaria del Comitato, dove ognuna di esse ha diritto a un voto. Tale struttura era stata considerata necessaria sia per consentire una maggiore rapidità di intervento che per assicurare la necessaria indipendenza da pressioni a livello nazionale. Se il Parlamento europeo ha sostanzialmente appoggiato questa posizione nel corso delle trattative, come prevedibile, il Consiglio ha invece espresso la sua riluttanza a conferire tali poteri a livello centrale e ha cercato di attribuire un ruolo forte alle autorità nazionali. Il risultante compromesso, raggiunto nella stesura definitiva del testo, rischia tuttavia di allungare e rendere meno efficace il processo di risoluzione. In generale, sebbene la gran parte delle decisioni sarà presa a livello esecutivo a maggioranza semplice, le decisioni che possono avere un impatto sulle economie nazionali spetteranno al Comitato in sessione plenaria. Si tratterà, ad esempio, delle decisioni sull'utilizzo del Fondo che comportino importi di oltre 5 miliardi di euro (o di 10 miliardi di euro di sostegno di liquidità), anche nei casi in cui l'utilizzo cumulativo netto del Fondo nei 12 mesi precedenti raggiunga i 5 miliardi di euro, nonché delle decisioni che stabiliscono il versamento di contributi ex-post. Per le votazioni relative all'utilizzo del Fondo oltre 5 miliardi di euro, è necessaria una maggioranza semplice in sessione plenaria che rappresenti gli Stati membri partecipanti in cui gli istituti di credito forniscono un contributo pari ad almeno il 30% del Fondo, mentre per le altre decisioni, ad esempio per la determinazione dei prelievi ex-post, è necessaria la maggioranza di 2/3 di Stati membri rappresentanti almeno “il 50% dei contributi” nella fase transitoria di costituzione del Fondo di 8 anni e, successivamente, il 30% dei contributi. Per quanto riguarda il processo da seguire per sottoporre un istituto di credito alla procedura di risoluzione, il testo prevede che sarà la BCE a determinare la situazione di dissesto o di possibile dissesto di una banca, previa consultazione del Comitato. Il Comitato può inoltre avviare la procedura di risoluzione qualora, dopo avere comunicato la situazione alla BCE, quest'ultima non prenda una decisione in merito entro 3 giorni. Il Comitato ha inoltre il compito di stabilire se siano presenti le altre condizioni per la risoluzione e, se soddisfatte, adotterà un programma di risoluzione, specificando l'applicazione degli strumenti di risoluzione (ivi incluse, a sua discrezione, eventuali deroghe dal ricorso al bail-in) e l'eventuale ricorso al Fondo. I programmi di risoluzione saranno elaborati dal Comitato esecutivo in sessione esecutiva o plenaria, in relazione all'utilizzo richiesto del Fondo e conformemente alle diverse procedure di voto sopra descritte. Attraverso una procedura piuttosto complessa, il Comitato dovrà presentare il programma di risoluzione alla Commissione, che avrà 24 ore di tempo per approvarlo o per sollevare obiezioni. La scelta di affidare alla Commissione tale potere è stata inevitabile per considerazioni di natura giuridica, poiché le uniche istituzioni dell'UE con poteri esecutivi sono la Commissione e il Consiglio. Malgrado il testo definitivo attribuisca un ruolo centrale alla Commissione relativamente all’approvazione della risoluzione, il Consiglio manterrà comunque notevoli poteri. Infatti, entro 12 ore dalla ricezione della proposta del Comitato, la Commissione può presentare una proposta al Consiglio il quale, deliberando a maggioranza semplice, può contestare il programma di risoluzione ove non lo ritenga conforme ai criteri di "interesse pubblico", ovvero approvare o contestare una modifica sostanziale dell'entità di utilizzo del Fondo prevista dal Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 18 Banking Monitor 22 settembre 2014 programma di risoluzione. In assenza di obiezioni entro 24 ore dalla presentazione del programma di risoluzione alla Commissione, il programma entra in vigore. Se, tuttavia, il Consiglio approva una modifica, ovvero nel caso in cui la Commissione abbia sollevato obiezioni per assenza di conformità al criterio di “interesse pubblico”, il Comitato dovrà modificare di conseguenza il programma entro 8 ore. È importante sottolineare che, se il Consiglio solleva un'obiezione per ragioni di "interesse pubblico", l'istituto creditizio dovrà essere liquidato in conformità alla normativa nazionale. SRM: schema del processo di approvazione di un programma di risoluzione BCE: banca in dissesto o a rischio di dissesto? SRB: le condizioni di risoluzione sono rispettate? SRB approva la proposta di programma di risoluzione (plenaria se uso Fondo > €5mld) Commissione (COM) valuta il programma proposto Nessuna obiezione entro 24 ore COM solleva l’obiezione di interesse pubblico COM propone un cambiamento all’ammontare dell’uso del Fondo COM propone altri cambiamenti Programma di risoluzione approvato Decisione da parte del Consiglio Voto del Consiglio SRB modifica il programma di risoluzione Programma modificato approvato Fonte: Intesa Sanpaolo su Regolamento SRM. Diverse difficoltà pratiche potrebbero tuttavia presentarsi per quanto concerne l'attuazione dei programmi di risoluzione e, in particolare, in relazione al coordinamento tra l'autorità centrale a livello UE e le autorità nazionali. Una volta che un programma di risoluzione è operativo, le autorità di risoluzione nazionali (NRA) dovranno adottare “tutte le misure necessarie” alla sua attuazione, utilizzando i poteri loro conferiti dalla legislazione nazionale che recepisce la BRRD. Sebbene la disposizione sia chiara in linea di principio, si pongono diversi problemi nel caso in cui gli Stati membri partecipanti recepiscano la BRRD in modi diversi. Un'altra questione correlata ancora aperta riguarda il livello di dettaglio del programma di risoluzione e, di conseguenza, in che misura le decisioni più specifiche saranno centralizzate o demandate alle NRA. In un apparente tentativo di affrontare preventivamente la questione, il Regolamento SRM prevede che il Comitato abbia il potere di impartire ulteriori istruzioni rispetto all'esecuzione del programma di risoluzione. Inoltre, nel caso in cui la NRA non rispetti una decisione del Comitato o l'abbia applicata con modalità tali da pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi di risoluzione o l'attuazione efficace del programma di risoluzione, il Comitato potrà richiedere all'istituto di credito oggetto della procedura di risoluzione di trasferire le sue attività o passività a un altro soggetto e/o richiedere la conversione di eventuali strumenti di debito che prevedano contrattualmente la possibilità di conversione e/o intraprendere qualsiasi altra “azione necessaria”. Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 19 Banking Monitor 22 settembre 2014 L'istituzione e il funzionamento dell'SRF Il Fondo unico di risoluzione delle crisi (SRF) sostituirà i fondi unici di risoluzione nazionali previsti dalla Direttiva in materia di risanamento e risoluzione delle crisi bancarie (BRRD) per gli Stati membri appartenenti all'Unione bancaria. Il Regolamento SRM disciplina gli aspetti principali relativi all'SRF, come la sua governance e i criteri di determinazione dei contributi delle banche. In ogni caso, come già illustrato, per evitare il rischio di ricorsi legali e su richiesta del Consiglio, le disposizioni sul trasferimento dei contributi da parte delle autorità nazionali e sul funzionamento del Fondo sono state disciplinate da un accordo intergovernativo separato. Il livello target del Fondo è stato fissato all'1% dei depositi garantiti di tutti gli istituti di credito autorizzati in tutti gli Stati membri partecipanti (valore stimato intorno a 55 miliardi di euro) e dovrà essere raggiunto entro 8 anni dall’ 1 gennaio 2016 o dal momento in cui il Fondo entra in vigore, che è subordinato alla ratifica dell'accordo intergovernativo. I fondi saranno gradualmente messi in comune nella fase transitoria della durata di otto anni, a partire dal 40% nel primo anno, con un ulteriore 20% nel secondo anno, e in seguito con costanti incrementi di pari importo nei sei anni successivi, fino a quando le risorse dell’SRF saranno pienamente messe in comune. L'utilizzo del Fondo in linea generale è simile all'utilizzo dei fondi di risoluzione nazionali disciplinato dalla BRRD. Il meccanismo di utilizzo prevede infatti, tra l’altro: la concessione di finanziamenti a un istituto di credito ponte; l’acquisto di attività specifiche dell'Istituto oggetto di procedura di risoluzione; la garanzia su determinate attività o passività dell'istituto di credito oggetto di procedura di risoluzione; o, in circostanze straordinarie, il contributo all'assorbimento delle perdite in sostituzione dei creditori, una volta applicata una partecipazione alle perdite (bail-in) pari all'8% delle passività totali dell'istituto di credito ed entro un massimo del 5% delle perdite. È interessante notare come, in base all'SSM, sarà la Commissione a valutare se l'utilizzo del Fondo sia compatibile con le norme in materia di aiuti di Stato, misura considerata necessaria a causa dei dubbi circa il fatto che l'utilizzo del Fondo costituisca tecnicamente un aiuto di Stato. Ciò nonostante, il Consiglio, con decisione presa all'unanimità, potrà obiettare alla decisione della Commissione. I contributi ex ante dei singoli istituti di credito al Fondo saranno calcolati sulla base di una componente fissa e di una componente ponderata al rischio, e il 30% di ciascun singolo contributo potrà essere versato sotto forma di impegni di pagamento irrevocabili supportati da garanzie reali. In base al Regolamento SRM, la quota fissa sarà calcolata proporzionalmente alle passività dell'ente creditizio (esclusi i fondi propri) meno i depositi garantiti, rispetto alle passività totali (esclusi i fondi propri) meno i depositi garantiti di tutti gli istituti autorizzati in tutti gli Stati membri appartenenti all'Unione. Invece, il calcolo della parte di contributo ponderata al rischio deve essere basato sui criteri previsti dalla BRRD e conformemente ai relativi atti delegati che saranno approvati dalla Commissione in applicazione della BRRD. Inoltre, il Consiglio, su proposta della Commissione, adotterà atti esecutivi allo scopo di “dare esecuzione alla valutazione dei contributi” in conformità al SSM. Il testo resta vago riguardo all'ambito di applicazione dell'atto esecutivo del Consiglio, utilizzato raramente nella legislazione UE, ma si comprende che dovrà specificare ulteriormente come l'atto delegato di modifica della BRRD sarà applicato nel contesto dell'SRM. In pratica, l'atto delegato della BRRD definirà le modalità di raccolta a livello UE dei contributi delle banche, ivi inclusa la quota del contributo basata sul rischio, mentre l'atto di esecuzione dell'SRM dovrebbe stabilire come i contributi saranno correlati al target level annuo nell'Unione bancaria. In questi ultimi mesi, la Commissione ha lavorato nell’ambito del suo Gruppo di esperti del settore bancario (in cui sono rappresentati esponenti degli Stati membri e del Parlamento) all'atto delegato relativo al calcolo dei contributi nella BRRD, di cui è prevista a breve l'approvazione. Durante l'estate la Commissione ha inoltre avviato una consultazione con gli Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 20 Banking Monitor 22 settembre 2014 stakeholder sull'argomento. La data di adozione dell’atto delegato riveste importanza cruciale, in quanto gli Stati membri devono iniziare a costituire i fondi nazionali per il versamento dei contributi a partire dal 2015. Sebbene fino a questo momento non sia stato pubblicato alcun documento ufficiale, è chiaro che durante le negoziazioni sono insorte varie difficoltà, e diverse questioni importanti connesse al calcolo dei contributi ponderati al rischio sono ancora irrisolte alla data di redazione del presente articolo. Tali questioni sono essenzialmente relative a possibili "sconti" sui contributi prelevati dalle banche più piccole, all'utilizzo di dati a livello consolidato o individuale e al relativo trattamento delle passività infragruppo per determinare la base di calcolo, la definizione del fattore moltiplicativo ponderato al rischio da applicare e la definizione degli indicatori che compongono tale fattore. Malgrado siano state gettate le prime basi per un compromesso, Stati membri e Parlamento europeo restano divisi su diverse questioni. In tale contesto, e prima dell’adozione della proposta, è molto importante che la Commissione continui a dialogare costantemente con i colegislatori. Qualora la Commissione non dovesse riuscire a trovare il giusto equilibrio c'è il rischio che il Consiglio o il PE possano respingere l'atto delegato, con conseguente rinvio dell'applicazione delle disposizioni regolamentari. Inoltre, entrambe le istituzioni possono chiedere una proroga di 3 mesi per esaminare l’atto, con il rischio che la scadenza per l'adozione possa essere rinviata a dopo gennaio 2015. Detto questo, la sensazione generale è che, data l'importanza politica di tali atti delegati e attuativi per la costituzione dell'Unione bancaria, l’atto sarà approvato senza obiezioni. Di conseguenza, malgrado tale opzione possa essere rischiosa, sarà interessante vedere come sarà modificato il testo definitivo della Commissione alla luce delle principali questioni sollevate dagli Stati membri e dal Parlamento. Contrariamente alle aspettative del Parlamento, il Regolamento non prevede un backstop pubblico al Fondo, che molti ritengono essenziale per dare credibilità al sistema di risoluzione delle crisi, in considerazione della capacità limitata dell'SRF. Come prevedibile, un certo numero di Stati membri si è opposto alla sua introduzione in assenza di una revisione dei Trattati, oltre che in considerazione della possibilità che ciò vada a gravare sui contribuenti a livello nazionale. Nel testo definitivo, si conferiscono poteri generali al Comitato per la stipulazione di accordi di finanziamento “anche, ove possibile, di sostegno finanziario pubblico” qualora gli importi raccolti non siano sufficienti all'adempimento delle obbligazioni del Fondo. Il testo tuttavia non arriva ad affrontare la questione del meccanismo di backstop pubblico auspicato dal Parlamento. Al contempo, in occasione del Consiglio di dicembre 2013, i leader UE si sono vagamente impegnati a istituire un fondo comune che possa funzionare da backstop all'unione bancaria entro il 2025. Tuttavia, fino a questo momento, non si è raggiunto alcun accordo concreto né sono stati definiti i dettagli circa le modalità di raggiungimento di tale obiettivo. La strada verso il completamento del progetto dell'Unione bancaria è ancora lunga. Bibliografia European Commission, DG MARKT, Single Resolution Mechanism for the Banking Union – frequently asked questions, 2014; European Commission, Single Market News n. 69, The creation of a banking union: Europe is living up to its commitments, 2014. Regulation EU no 806/2014 establishing uniform rules and a uniform procedure for the resolution of credit institutions and certain investment firms in the framework of a Single Resolution Mechanism and a Single Resolution Fund; Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 21 Banking Monitor 22 settembre 2014 Appendice statistica Tassi interbancari luglio 2014 0,15 0,10 0,21 0,31 0,49 -1 mese 0,18 0,15 0,24 0,33 0,51 -3 mesi 0,25 0,25 0,33 0,43 0,60 -12 mesi 0,50 0,13 0,22 0,34 0,53 luglio 2014 -1 mese -3 mesi -12 mesi 2,97 3,96 4,42 3,49 3,00 4,10 4,44 3,55 3,09 4,36 4,58 3,63 3,43 4,50 4,64 3,96 7,56 9,29 7,48 9,27 7,55 9,37 8,24 9,52 5,47 5,47 5,55 6,13 Refi rate Euribor 1m Euribor 3m Euribor 6m Euribor 12m Fonte: elaborazioni Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su dati BCE Tassi attivi famiglie (nuove operazioni) Forme tecniche Durate (principali) Acquisto abitazioni tasso variabile e fino a 1 anno tra 5 e 10 anni oltre 10 anni TAEG Credito al consumo tra 1 e 5 anni TAEG Altri prestiti tra 1 e 5 anni Fonte: elaborazioni Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su dati Banca d'Italia Tassi attivi società non finanziarie (nuove operazioni) Importo Durata luglio 2014 Prestiti fino a 1 milione di euro 3,96 tasso variabile fino a 3 mesi 3,85 tra 3 mesi e 1 anno 4,06 tra 1 e 5 anni 5,16 oltre 5 anni 5,38 Prestiti oltre 1 milione di euro 2,47 tasso variabile fino a 3 mesi 2,41 tra 3 mesi e 1 anno 2,59 tra 1 e 5 anni 3,16 oltre 5 anni 3,64 -1 mese 3,96 3,90 3,99 5,36 5,03 2,44 2,27 2,95 2,79 4,07 -3 mesi 4,27 4,21 4,32 4,98 5,60 2,66 2,62 2,75 3,20 4,09 -12 mesi 4,39 4,32 4,47 5,24 5,51 2,95 2,93 3,00 4,09 3,58 Fonte: elaborazioni Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su dati Banca d'Italia Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 22 Banking Monitor 22 settembre 2014 Principali aggregati del settore bancario italiano: Prestiti Settore privato EUR M lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 1.680.616 1.666.821 1.666.641 1.660.800 1.663.368 1.660.085 1.649.644 1.646.984 1.643.216 1.631.050 1.627.064 1.621.249 1.616.914 1.600.561 1.601.547 1.592.611 1.584.885 1.590.617 1.588.358 1.582.625 1.583.113 1.574.271 1.567.061 1.575.181 1.564.970 Var.% a/a corrette (^) (*) 0,6 -0,1 -0,7 -0,9 -1,4 -0,8 -1,5 -1,3 -1,5 -2,2 -2,4 -3,0 -3,3 -3,5 -3,5 -3,7 -4,3 -3,7 -3,5 -3,6 -3,3 -3,1 -3,2 -2,3 -2,6 Società non finanziarie EUR M 884.198 875.594 869.853 870.578 874.080 864.655 865.698 865.145 855.311 852.453 848.353 840.176 842.543 830.083 828.982 822.929 817.004 813.914 837.883 834.643 831.837 828.938 821.916 827.420 831.171 Var.% a/a corrette (*) -0,9 -1,8 -3,1 -2,8 -3,3 -2,0 -2,6 -2,5 -2,6 -3,5 -3,6 -4,1 -4,1 -4,5 -4,2 -4,9 -5,9 -5,2 -4,9 -5,1 -4,3 -4,4 -4,7 -3,1 -3,9 Famiglie EUR M 612.146 610.268 609.841 610.330 611.162 610.050 608.489 606.938 606.485 605.608 606.797 606.284 605.859 603.616 603.827 603.224 602.032 602.182 601.757 599.556 599.453 598.791 598.088 598.661 598.853 Var.% a/a corrette (*) 0,7 0,4 0,1 -0,1 -0,3 -0,5 -0,6 -0,7 -0,8 -0,8 -1,0 -1,0 -1,1 -1,2 -1,1 -1,3 -1,5 -1,3 -1,3 -1,2 -1,1 -1,0 -1,0 -0,8 -0,8 Note: I tassi di crescita sono corretti per tener conto delle discontinuità statistiche. La variazioni corrette sono fonte Banca d'Italia e tengono conto dei fattori non attribuibili a transazioni economiche. (^) Escluse le controparti centrali (*) Calcolate includendo i prestiti non rilevati in bilancio in quanto cartolarizzati; sono al netto delle variazioni non connesse con transazioni (per fluttuazioni cambi, aggiustamenti di valore o riclassificazioni). Fonte: Banca d'Italia Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 23 Banking Monitor 22 settembre 2014 Principali aggregati del settore bancario italiano: Raccolta Depositi del Settore privato lug-12 ago-12 set-12 ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set-13 ott-13 nov-13 dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 EUR M (§) Var.% a/a corrette (§) 1.133.903 1.136.379 1.162.387 1.153.739 1.150.892 1.191.805 1.178.296 1.193.191 1.208.615 1.211.516 1.206.593 1.203.957 1.197.800 1.205.874 1.201.095 1.212.160 1.216.460 1.215.131 1.205.838 1.210.836 1.224.132 1.225.642 1.235.889 1.229.512 1.229.676 2,2 3,5 5,7 4,8 6,7 7,0 7,7 7,8 7,0 7,1 7,1 6,0 5,9 6,5 3,6 5,4 6,1 2,3 2,7 1,8 1,6 1,4 2,7 2,4 2,9 Obbligazioni di cui: Conti correnti EUR M Var.% a/a corrette 690.926 689.966 706.080 692.688 686.749 721.776 704.066 717.626 728.120 733.293 725.995 727.414 721.376 728.856 725.848 738.927 741.739 741.728 731.396 734.238 747.098 751.816 764.856 759.854 761.428 -6,1 -4,5 -2,6 -4,0 -1,1 -0,4 1,4 4,0 3,8 5,2 5,2 4,2 4,6 5,9 3,1 7,0 8,4 3,0 4,2 2,7 3,0 2,9 5,7 4,8 5,8 EUR M (°) Var.% a/a (°) 582.767 576.524 575.021 575.820 572.574 569.157 572.519 561.990 549.219 533.378 530.427 528.990 522.486 519.690 517.073 520.681 517.451 513.556 512.635 506.624 499.323 496.340 491.416 480.471 471.058 -5,6 -5,9 -6,2 -5,9 -6,6 -6,8 -5,3 -6,4 -8,7 -9,7 -9,8 -9,5 -10,3 -9,9 -10,1 -9,6 -9,6 -9,8 -10,5 -9,9 -9,1 -6,9 -7,4 -9,2 -9,8 Totale Raccolta Var.% a/a corrette (stock totale) 13,9 13,0 11,7 12,0 10,6 4,8 2,2 -0,8 -3,3 -3,1 -3,4 -4,1 -6,3 -6,4 -7,2 -7,0 -7,3 -8,3 -9,3 -9,2 -10,6 -9,6 -10,8 -12,1 -13,4 EUR M (#) Var.% a/a (#) 1.716.670 1.712.903 1.737.409 1.729.558 1.723.466 1.760.961 1.750.814 1.755.180 1.757.834 1.744.893 1.737.020 1.732.946 1.720.286 1.725.563 1.718.168 1.732.841 1.733.911 1.728.687 1.718.473 1.717.459 1.723.455 1.721.982 1.727.305 1.709.983 1.700.734 -0,8 -0,2 1,0 0,6 1,5 1,6 2,4 2,4 1,1 1,2 1,1 0,5 0,2 0,7 -1,1 0,2 0,6 -1,8 -1,8 -2,1 -2,0 -1,3 -0,6 -1,3 -1,1 Note: I tassi di crescita sono corretti per tener conto delle discontinuità statistiche. La variazioni corrette sono fonte Banca d'Italia e tengono conto dei fattori non attribuibili a transazioni economiche. (§) Al netto dei depositi di controparti centrali e delle passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. (*) Al netto delle obbligazioni acquistate da IFM italiane. (#) Al netto dei depositi di controparti centrali, delle obbligazioni acquistate da IFM italiane, delle passività in contropartita dei prestiti ceduti e non cancellati. Fonte: elaborazioni Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su dati Banca d'Italia Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 24 Banking Monitor 22 settembre 2014 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Ufficio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile Ufficio) Industry Stefania Trenti (Responsabile) Giovanni Foresti (Responsabile Analisi Territoriale) Maria Cristina De Michele Serena Fumagalli Angelo Palumbo Caterina Riontino Ilaria Sangalli Banking Elisa Coletti (Responsabile) Marco Lamieri Tiziano Lucchina Finanza e Servizi Pubblici Locali Laura Campanini (Responsabile) 0287962051 [email protected] 0287962067 0287962077 0287963660 0280212270 0287935842 0280215569 0280215785 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] 0287962097 0287935987 0287935939 [email protected] [email protected] [email protected] 0287962074 [email protected] Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. 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