vai alla newsletter

Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
31 gennaio – 7 febbraio 2014
A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2
Congiuntura:
legno arredo:
contrattazione:
legno filiera:
formazione:
legno arredo:
Ance:
estero:
logistica:
Project Financing:
Pmi:
corruzione:
pagamenti Pa:
infrastrutture:
Expo 2015:
macchine edili:
il bonus mobili entra nei Caf (Il Sole 24 Ore, 31.01.14)
nuove sfide per il sindacato (Rassegna Sindacale, 31.01.14)
cinque Regioni dicono si allo sviluppo del pioppo italiano (Il Giornale, 31.01.14)
Formedil istituisce il registro imprese formative (sito internet casa e clima, 31.01.14)
i mestieri del legno trovano la scuola (Il Sole 24 Ore, 31.01.14)
stop al credit crunch (Il Sole 24 Ore, 31.01.14)
Italia-Turchia, cresce la rete tra imprese (Il Sole 24 Ore, 31.01.14)
rilancio porti, il Sud è tagliato fuori (Il Mattino, 03.02.14)
fermo al palo (Italia Oggi, 03.02.14)
Fondi sovrani, si riapre la caccia alle Pmi (Il Sole 24 Ore, 03.02.14)
Bruxelles boccia l’Italia (Il Sole 24 Ore, 04.02.14)
contro l’Italia procedura d’infrazione Ue (Il Sole 24 Ore, 04.02.14)
grandi opere a due velocità (Il Sole 24 Ore, 05.02.14)
mille imprese al lavoro per Expo (Il Sole 24 Ore, 05.02.14)
vendite giù del 17% (Il Sole 24 Ore, 05.02.14)
Grandi imprese delle costruzioni:
Trombini:
Permasteelisa:
Alpi:
Ikea:
Salini Impregilo:
Salini Impregilo:
Poltrona Frau:
Salini Impregilo:
Cementir:
Falco, finalmente i lavoratori vedono un po’ di luce (La Nuova Ferrara, 31.01.14)
il 2013 è stato da record (Affari&Finanza, 03.02.14)
solo 90 gli esuberi (Il Resto del Carlino, 04.02.14)
per il suo business punta su nuovi magazzini (Italia Oggi, 04.02.14)
Panama, oggi si decide sul canale (Il Sole 24 Ore, 04.02.14)
Panama, si lima l’accordo (Milano Finanza, 05.02.14)
passa agli Usa (Il Sole 24 Ore, 06.02.14)
salta l’accordo sul Canale (Il Sole 24 Ore, 06.02.14)
batte i target di mol e indebitamento (Il Sole 24 Ore, 06.02.14)
Rapporti e studi:
Banca d’Italia:
Istat:
E coin gennaio 2014 (Comunicato Banca d’Italia, 31.01.14)
occupati e disoccupati dicembre 2013 (Comunicato Istat, 31.01.14)
Eventi:
Enea, Presentazione del terzo Rapporto sull’efficienza energetica, Roma, 6 febbraio 2014
Legambiente et al., Salviamo il territorio, Roma, 6 febbraio 2014
Congiuntura
legno arredo (31.01.14): Un "patto" tra FederlegnoArredo e i tre sindacati confederali per veicolare, attraverso i
Caf, una consulenza "qualificata" sul bonus mobili. È stato firmata ieri a Milano l'intesa tra l'associazione della filiera
del legno e dell'arredo e i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, assieme al presidente della Consulta nazionale dei Caf, Valeriano
Canepari. Gli obiettivi principali sono due: la diffusione a tutti i consumatori italiani di un "Vademecum operativo" per
l'utilizzo delle detrazioni fiscali a favore dell'acquisto di arredi destinati ad abitazioni soggette a ristrutturazione edilizia
e il coinvolgimento attivo dei centri di assistenza fiscale, da un lato per una corretta fruizione del beneficio fiscale,
dall'altro per una consulenza "preventiva" o una maggiore informazione su come poterne beneficiare. Dall'inizio della
crisi il settore Legno-Arredo ha visto la perdita di 50mila posti di lavoro e la chiusura di 12mila imprese. Dati
drammatici per una filiera che, con370mila addetti e70mila realtà produttive, contribuisce alla bilancia dei pagamenti
italiana con un saldo attivo di 8 miliardi di euro. «Una crisi – ha spiegato il direttore generale di Federlegno, Giovanni
De Ponti - che anche nel 2013 non ha toccato l'export, tornato ai livelli precrisi e in crescita anche per il 2014, ma che
è ascrivibile al solo crollo della domanda interna. Il fatturato complessivo è passato da 42 miliardi precrisi agli attuali
28 miliardi».«I nostri sforzi - ha detto il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero – devono essere indirizzati
innanzitutto a garantire il rilancio dei consumi e la competitività delle imprese». «I numeri sono allarmanti e dobbiamo
attivarci per tutelare l'occupazione e mantenere sul territorio le competenze professionali» gli ha fatto eco Fabrizio
Pascucci, a nome di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil nazionali. Per questo «L'accordo – ha spiegato Valeriano Canepari
(presidente della Consulta nazionale) - prevede la promozione del vademecum operativo e il supporto dei Caf nazionali
nell'assistenza delle pratiche di assistenza fiscale interessate dal bonus mobili». Un'attività di promozione in grado di
raggiungere potenzialmente circa 12 milioni di utenti quali sono quelli dei Caf. Tramite la raccolta dei dati nelle sedi
Caf dei tre sindacati, grazie all'accordo, sarà inoltre possibile verificare l'effettivo utilizzo, da parte dei contribuenti, del
bonus mobili che nell'autunno 2013 si stima abbia aumentato di 300 milioni di euro in più il fatturato delle imprese e
1
2
politiche [email protected]
[email protected]
contribuito a mantenere mille posti di lavoro. Ma oltre l'accordo con i Caf è già attivo un tavolo di lavoro per azioni
concrete di Politica industriale e di rilancio del settore «di cui il contratto nazionale di lavoro - ha spiegato Marinella
Meschieri (segretario nazionale di Fillea-Cgil) – che ha anche per la prima volta disciplinato l'apprendistato in obbligo,
è un esempio di virtuosa collaborazione». Infine, si ricorda che da quest'anno va a regime la misura secondo la quale
chi ha perso il lavoro e quindi non ha più il sostituto d'imposta, compilando la dichiarazione dei redditi potrà percepire
il bonus direttamente sul conto corrente nel mese di dicembre.
contrattazione (31.01.14):
Il 15 gennaio scorso a Roma alla presenza di Franco Martini, segretario generale
della Filcams Cgil , Mercedes Landolfi; responsabile delle politiche internazionali di Fillea Cgil e Paolo Terranova,
presidente di Agenquadri, è stato avviato un progetto finanziato dalla Commissione europea sul tema della
Contrattazione di sito. I presentatori del progetto sono stati Filcams Cgil, Fillea Cgil e Agenquadri unitamente a
Eurocadres, Cc.oo Spagna, Ideas Institute Irlanda e Uni Europa, la Federazione europea del commercio, servizi e
terziario avanzato, come organizzazione supporter. Il progetto vuole approfondire il tema della cosiddetta
contrattazione di anticipo, di sito e di filiera, tema di attualità, sia per il particolare contesto di crisi, sia per le grandi
opere che l'Italia e l'Europa stanno affrontando. Il quadro del lavoro è frammentato, esternalizzato e discontinuo e la
contrattazione nel luogo di lavoro, e dentro il luogo di lavoro, non è più il solo strumento, esclusivo. Le relazioni
industriali affrontano da tempo una nuova tipologia di "composizione aziendale e lavorativa", che si declina in poli
industriali e commerciali, intorno ai quali si costruiscono servizi e di conseguenza lo sviluppo del territorio e di una
contrattazione sociale rispondente. E possibile quindi, una contrattazione che sappia dare cittadinanza e dignità a
quella vasta e ampia gamma di lavoratori che operano dentro lo stesso luogo di lavoro indipendentemente dal tipo di
contratto o dell'impresa alla quale appartengono? Alcune esperienze, già realizzate e in via di realizzazione in Francia
come in Germania, ci dicono che è possibile volgere lo sguardo in questa direzione: può essere una parte del prossimo
futuro del lavoro e delle relazioni industriali. La composizione della partnership è di elevata qualità e presenta delle
interessanti esperienze sindacali quali quelle dei compagni della Comisiones Obreras in occasione dell'Expo 2008 di
Saragozza o quelle del sindacato irlandese Siptu. La proposta progettuale prevede le seguenti attività:
• una ricerca che serva a contestualizzare per ogni Paese coinvolto, lo sviluppo e le sfide della contrattazione di sito in
un'ottica di Rsi interna e del territorio. La ricerca sarà condotta a livello di ogni paese coinvolto e di contesto europeo
di riferimento; conterrà alcuni casi studio provenienti dalle realtà coinvolte nel progetto;
• workshop nazionali di approfondimento della tematica, a cui parteciperanno i diversi attori coinvolti: parti sociali
datoriali e sindacali, rappresentanti istituzionali territoriali e rappresentanti d'imprese;
• un seminario internazionale a cui parteciperanno i paesi coinvolti nel progetto per mettere a sistema i risultati della
ricerca e dei workshop ed elaborare delle linee di indirizzo per il dialogo sociale europeo;
• un convegno finale aperto di presentazione della ricerca e delle linee di indirizzo, a cui saranno invitati esponenti
della Commissione europea e delle parti sociali europee. Nell'ambito di questa prima riunione, cui era presente anche
un parterre internazionale, leparole chiave collegate dal comune filo della contrattazione di anticipo, sono state:
legalità, formazione, sicurezza. Di particolare interesse, la presenza di due organizzazioni rappresentative della
categoria dei Quadri e Managers: Eurocadres e Agenquadri Cgil. Il progetto ha una durata temporale di quasi 12 mesi
nell'arco dei quali, riprendendo le parole di Franco Martini "si coglie una straordinaria opportunità di sperimentare
questo laboratorio di innovazione sindacale". (Massimo Mensi)
legno filiera (31.01.14):
Protocollo di intesa tra cinque Regioni e il mondo produttivo per avviare in Italia il
rilancio del pioppo nell'ottica della nuova strategia ambientale Ue. Per un Paese che nell'industria della trasformazione
del legno in pannelli, mobili e arredamenti ha uno dei suoi punti di forza nel mercato mondiale, la produzione di legno
di pioppo ha un ruolo vitale. L'accordo è stato sottoscritto ieri a Venezia da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli
Venezia Giulia e Piemonte. Il protocollo, firmato da FederlegnoArredo, Coldiretti, Confederazione italiana agricoltori,
Confagricoltura, Associazione pioppicoltori italiani, Cra-Istituto per la pioppicoltura e Assocarta, è finalizzato
all'aumento delle superfici coltivate in chiave economico-ambientale. Il fabbisogno per le diverse produzioni
(compensati, pannelli, pasta di cellulosa) è doppio rispetto alla produzione. Inoltre, dal 2000 al 201O, la pioppicoltura
si è dimezzata (-53%). Ma c'è anche il risvolto ambientale: la piantagione di pioppo è infatti tra i sistemi agro-forestali
più efficaci per l'assorbimento di gas serra. «Vogliamo tornare a utilizzare le golene come luogo di coltivazione del
pioppo, soprattutto per assicurare un più efficiente deflusso idrico in caso di piena dei fiumi», ha sottolineato
l'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava. Soddisfatto Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli: «Sono state
coinvolte cinque regioni cruciali per riaffermare un primato culturale e di prodotto con azioni concrete. Pur con un
patrimonio forestale di circa 11 milioni di ettari (il 36,2% della superficie nazionale) il nostro Paese in Europa è quello
con il più basso grado di autosufficienza nell' approvvigionamento di materia prima». (Chiara Sirianni)
formazione (31.01.14):
Valorizzare la formazione bilaterale e le imprese che la utilizzano. Sono queste le
principali finalità del Registro delle Imprese Formative (RIF), la nuova iniziativa avviata dalle parti sociali delle
costruzioni e affidata al Formedil e alla Commissione nazionale dei comitati paritetici territoriali per la sicurezza. Per
Massimo Calzoni, presidente del Formedil "la situazione del settore e le difficoltà che stanno vivendo le imprese
debbono spingere il nostro sistema a individuare nuovi strumenti che aiutino le aziende a valorizzare l'impegno e
l'attenzione prestata alla formazione e alla sicurezza. Con il Registro delle imprese formative daremo loro uno
strumento in più per essere competitive e per acquisire vantaggi nei confronti dell'Inail in quanto più virtuose."
Attestato di impresa formativa Formedil e CNCPT, viene chiarito nel comunicato stampa, rilasceranno all'azienda che
si impegna a ricorrere al sistema bilaterale delle costruzioni per le sue attività formative l'attestato di impresa
formativa. Ciò consentirà loro di essere inserita nel Registro dedicato (RIF) dove verranno riportate tutte le iniziative di
formazione relative ai dipendenti avviate dall'azienda nel corso del tempo nell'ambito del sistema bilaterale delle
costruzioni (SBC), ma anche quelle svolte direttamente dall’impresa nei cantieri valorizzando in questo modo il ruolo
svolto dall’azienda. Con il RIF il sistema bilaterale crea una sostanziale sinergia tra le diverse attività di formazione
svolta dalle scuole e dai Cpt nei confronti delle singole imprese, affiancando agli strumenti di "certificazione" formativa
nei confronti dei lavoratori, come nel caso del libretto formativo, una attestazione equivalente relativamente al
soggetto impresa. “Con il Registro – sottolinea il vicepresidente del Formedil Piero Leonesio – il nostro sistema
aumenterà la sua attenzione alla formazione in cantiere con una sempre maggiore integrazione tra scuole e Cpt,
rafforzando il proprio ruolo di riferimento fondamentale per le imprese di costruzioni “migliori”, più attente alla crescita
del saper fare.” Progetto FOR.S.E Accanto al Registro prende il via anche un altro progetto Formedil, che nasce dalla
necessità di adeguarsi a un mercato, quello delle costruzioni, non solo in crisi ma in trasformazione. Il progetto
FOR.S.E (FORmare per il Settore Edile), supportato dall’accordo nazionale di settore e che ha ottenuto il
riconoscimento del finanziamento da parte di Fondimpresa, consiste in 32 azioni formative in 15 regioni italiane
declinate in sei diverse aree tematiche: ambiente sicurezza e innovazione organizzativa, sviluppo organizzativo,
innovazione tecnologica, competenze tecnico professionali, competenze gestionali e di processo, qualificazione e
riqualificazione. Al piano di formazione di 1796 ore di formazione parteciperanno 380 impiegati tecnici – amministrativi
e quadri. “Con l’attuazione del progetto – aggiunge il vicepresidente del Formedil Piero Leonesio – rafforzeremo il ruolo
della formazione come strumento fondamentale nel percorso di rafforzamento del tessuto imprenditoriale e delle
competenze dei diversi attori del processo di costruzione. Faremo crescere innanzitutto al nostro interno, tra i nostri
operatori la consapevolezza della necessità di adeguarsi culturalmente e professionalmente a quanto sta
caratterizzando sia il mercato che i processi costruttivi, prestando grande attenzione alle innovazioni.”
legno arredo (31.01.14): «È un passo importante per il futuro dei nostri ragazzi e delle aziende dell'arredo, per
salvaguardare competenze e mestieri di cui l'Italia, e la Brianza in particolare, sono da sempre custodi». Giovanni
Anzani si spende da anni, con l'associazione Assarredo di cui è alla guida, per la creazione di un percorso formativo
specifico nel settore del legno-arredo, pensato per formare giovani esperti in materiali, tecnologie applicate e prodotto,
con competenze anche in ambito commerciale e marketing, attraverso un percorso in forte sinergia fra teoria in aula e
pratica nelle aziende. Per questo oggi festeggia al battesimo della Fondazione intitolata all'imprenditore Rosario
Messina scomparso tre anni fa-di cui è stato nominato presidente e che nascerà ufficialmente la settimana prossima,
con il compito di sostenere e indirizzare il nuovo Polo formativo dei mestieri sviluppato da FederlegnoArredo e Aslam
(Associazione scuole lavoro alto Milanese). Il Polo si struttura su tre livelli: il primo, destinato ai ragazzi che escono
dalla scuola media, è partito lo scorso settembre e prevede una formazione di base finalizzata al primo inserimento nel
mondo del lavoro. Il secondo, al via il prossimo settembre, sarà un percorso di Istruzione tecnica superiore (Its) per la
specializzazione post-diploma, destinata a formare tecnici qualificati Infine, ci sarà un livello di formazione permanente
e continua, finalizzato al mantenimento o all'acquisizione di un livello adeguato di competenze da parte degli occupati
del comparto e al loro sviluppo professionale.
Ance (31.01.14): Dai costruttori allarme credit crunch all'ultimo appello. La giunta dell'Ance è stata dedicata ieri
per buona parte ai problemi ancora insoluti del credito alle imprese e alle famiglie per i mutui casa e ha rinnovato ieri
l'appello allo sblocco dei finanziamenti. Il presidente dell'associazione, Paolo Buzzetti, ha concluso la giunta,
assicurando che chiederà un incontro a Bankitalia che «chiarisca perché da una parte rimprovera le banche per non
aver riaperto i rubinetti del credito e dall'altra chiede prudenza proprio per i prestiti all'edilizia in nome degli stress test
e di Basilea 3». I costruttori sono allo stremo e la percezione dei presidenti delle associazioni territoriali è quella che
«molte imprese non supereranno la primavera se non ci saranno cambiamenti in tempi strettissimi». Le speranze sono
riposte nell'effettivo decollo della convenzione Cdp-Abi per mutui casa a tassi agevolati alle famiglie. Al momento,
però, dalle banche non sono ancora arrivate richieste. «Ci auguriamo - ha detto Buzzetti - che le banche grandi e
piccole aderiscano al più presto perché la convenzione è stata firmata a novembre e finora nulla è successo ancora».
estero (31.01.14): Alcune intese ci sono state già ieri: tra la società turca Sun e l'italiana Turboden per lo sviluppo
di centrali geotermiche in Turchia. Sono pronti a partire per l'area di Smìrne i tecnici dell'italiana lsopack, azienda
romana che lavora nel campo dell'isolamento termico: le sue tecnologie molto specializzate sono ciò che serve alla
Intem Costruzioni per un investimento immobiliare che sta realizzando: Circa 1.500 incontri faccia a faccia tra le
imprese, due seminari focalizzati uno su infrastrutture e l'altro sull'energia, rinnovabili comprese. Un pomeriggio
operativo, dopo che in mattinata le istituzioni italiane e turche avevano condiviso lo stesso obiettivo: aumentare i
rapporti economici tra i due Paesi. «Non abbiamo problemi politici da risolvere, tra Italia e Turchia c'è molto da
sviluppare nell'economia, commercio, investimenti: 20 miliardi di interscambio sono pochi, come sono pochi i 45
miliardi di investimenti», ha detto il presidente turco Abdullah Gul, ricordando di essere in Italia su invito del
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha visto mercoledi. Ieri il focus è stato l'economia, nel
primo."Matching Italia Turchia" promosso da Network Globale, l'Agenzia di Roma per l'internazionalizzazione del
sistema camerale, di cui è presidente Aurelio Regina. Erano presenti 180 imprese italiane, un centinaio turche.
«Vorremmo rivederci tra un anno in Turchia», ha detto Regina sottolineando le analogie tra le due economie, basate
sulle Pmi, e il potenziale di crescita dell'economia turca: trasporti, infrastrutture, costruzioni, energia, specie le
rinnovabili. (…) (Nicoletta Picchio)
logistica (03.02.14): Il futuro degli investimenti nelle infrastrutture è nei porti. Ma mentre il mondo guarda avanti
l'Italia, e il Sud in particolare, segna il passo. L'ultimo esempio è la riforma delle legge 84/94, la cui bozza, presentata
nei giorni scorsi dal ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha già aperto innumerevoli fronti di contrasto ancora
prima di avviare una valutazione complessiva del testo inviato ai presidenti delle Commissioni trasporto di Camere e
Senato. E così mentre nel nostro Paese si tenta di far naufragare per l'ennesima volta la tanto attesa riforma dei porti,
mentre Assoporti si spacca in due sulla proposta del ministro Lupi per accorpare le governance delle 24 Autorità
Portuali presenti sul nostro territorio in un numero decisamente inferiore di distretti logistici (con una gran parte delle
Autorità commissariate e fuori controllo da un coordinamento ampio e necessario e con rallentamenti assolutamente
inaccettabili come accade qui in Campania), l'altra parte del mondo va in tutt' altra direzione. E propone occasioni da
non perdere anche per le imprese italiane. È quello che è emerso nei giorni scorsi dall'incontro monotematico
organizzato a Roma alla Farnesina dalla Direzione generale del sistema Paese del ministero degli Esteri. Un incontro
Obiettivo per avviare un percorso strategico relativo a selezionare progetti prioritari per sollecitare tutta la filiera di
imprese e enti italiani interessati a partecipare a gare internazionali nel settore. Un incontro che ha visto convergere
alla Farnesina molti rappresentanti delle più importanti associazioni datoriali del sistema delle costruzioni (Ance),
dell'Ingegneria (Oice), dell'armamento (Confitarma), delle organizzazioni professionali (Consiglio dell'Ordine degli
Ingegneri e degliArchitetti). (…) (Antonino Pane)
Project Financing (03.02.14): Il project financing per le opere pubbliche rimane in crisi dal 2009 a oggi e non
riesce a contribuire al rilancio degli investimenti. Netta la riduzione degli importi medi delle gare pubblicate, passate da
12 a 5 milioni in quattro anni. Le principali cause del mancato decollo dello strumento finanziario risiedono nei
problemi derivanti dal credit crunch, dal contenzioso, dall'inadeguatezza della pubblica amministrazione e dalla
mancanza di linee guida e documenti standard. Serve, quindi, una disciplina ad hoc svincolata dalla normativa sui
lavori pubblici. È quanto emerge dal report sul mercato del project financing in Italia dell'Osservatorio congiunturale
sulle costruzioni messo a punto dalla direzione affari economici e dal centro studi dell'Ance, l'Associazione nazionale
dei costruttori presieduta da Paolo Buzzetti. I dati. Il report Ance mette in evidenza come il mercato globale della
finanza di progetto, tra gennaio 2003 e ottobre 2013, abbia generato 5.029 iniziative per un valore complessivo pari a
60.323 milioni di euro, di cui 33.431 milioni di euro per gare a iniziativa privata e 26.892 milioni di euro per gare a
iniziativa pubblica. Depurandola dalle grandi opere (oltre i 500 milioni), la serie storica del mercato del project
financing dal 2003 al 2012, mostra un aumento del numero delle iniziative, interrotto solo nel biennio 2005·2006 e nel
2011. Ben diverso, invece, è l'andamento del valore delle opere bandite che ha seguito, a partire dal 2003, 'Un flusso
altalenante ma tendenzialmente in crescita fino al 2009. Anno a partire dal quale, con il consolidamento della crisi, il
mercato della finanza di progetto ha invertito la propria tendenza iniziando così una fase di forte contrazione. Per quel
che riguarda il valore dei bandi di gara si registrarono 2,6 miliardi di euro nel 2003, cresciuti a 3,3 miliardi di euro nel
2007, fino ad arrivare al picco nel 2009 con un importo complessivo di circa 4 miliardi di euro. Nel 2012, seppur con
un aumento del numero dei bandi, si è registrata una forte flessione nel valore, con un totale di 2,3 miliardi di gare
pubblicate (-43% rispetto al 2009). Dal 2009, inoltre, si è assistito a una notevole riduzione degli importi medi di gara
(al netto delle grandi opere e delle opere con valore nullo o non disponibile), passando da 12 milioni di euro ai 5
milioni del 2012 (-59%). Le cause del mancato decollo del pf in Italia. Fra le principali cause che bloccano uno sviluppo
pieno della finanza di progetto in Italia, al primo posto, secondo il report dell'Ance c'è il contenzioso legato soprattutto
alla carente definizione delle clausole contrattuali, all'incapacità di indicare in maniera puntuale gli obblighi e le
responsabilità delle parti, alla difficoltà nel definire la corretta allocazione dei rischi del progetto. Non si tratta di profili
certamente semplici se si pensa che si tratta di operazioni all'interno delle quali intervengono una pluralità di attori con
ruoli e interessi diversi l'uno dall'altro: l'amministrazione concedente, il progettista, l'impresa di costruzione, la banca,
l'assicurazione, le altre amministrazioni coinvolte sul territorio. Ogni soggetto è portatore di un interesse specifico che
deve essere incardinato all'interno di uno schema necessariamente rigido e certo. Un ulteriore freno alla realizzazione
delle opere in project financing è poi rappresentato dalla carenza di adeguati documenti alla base dei bandi di gara,
determinata dalla mancanza di figure professionali all'interno della pubblica amministrazione in grado di affrontare tale
tipologie di operazioni. Il risultato di questa inefficienza amministrativa si riverbera poi negativamente sulla gestione
del patrimonio pubblico, ovviamente inefficace e inefficiente. Si tratta purtroppo di un problema non nuovo, con il
quale si iniziò a fare i conti fin dal 1998, quando con la «Merloni-ter» si introdusse la figura del promotore come
strumento di avvio del project financing in Italia, ma che ancora oggi, nonostante molti soggetti siano intervenuti (Mef,
Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici), risulta ancora irrisolto. Così come un altro fattore frenante è
rappresentato dalle procedure burocratiche troppo lente, che determinano forti rallentamenti dell'iter realizzativo. Con
tutta probabilità il problema di fondo deriva dalla mancata maturazione di una disciplina normativa ad hoc per la
finanza di progetto, storicamente nata a margine della Legge Merloni ma che oggi avrebbe forse bisogno di una nuova
disciplina specifica e autonoma rispetto ai lavori pubblici. (ANDREA MASCOLINI)
Pmi (03.02.14): Oltre l.600 miliardi di dollari di asset, una cifra astronomica. A tanto ammonta la potenza di fuoco
dei fondi sovrani del Medio Oriente. A loro guarda il premier Enrico Letta, in questi giorni di missione fra gli Emirati, il
Qatar e il Kuwait per presentare, fra le altre cose, il piano "Destinazione Italia". E loro, i fondi sovrani, guardano a noi.
Ventotto gli investimenti compiuti nel nostro Paese – tra fondi mediorientali e non – per un totale di 5,1 miliardi di
dollari immessi (dato ad aprile 2013). Tutte operazioni di grandi dimensioni, tutti target sopra i 500-700 milioni di
euro. Finora. Perché la buona notizia è che questi fondi guardano con crescente interesse al nostro Paese e sono pronti
ad abbassare il target dimensionale. Una manna per il made in Italy in tempi di credit crunch. Di quanto sono disposti
a scendere? In linea teorica anche tantissimo: c'è un imprenditore sardo, oggi, che si gode il sole del Qatar dopo aver
venduto a una ricca famiglia locale la sua azienda per la lavorazione del marmo da dieci dipendenti soltanto. Franco
Masera, senior advisor di Kpmg, nell'autunno scorso è volato in Qatar per sondare l'opinione dei fondi sovrani locali. Di
Italia se ne intendono: hanno comprato Valentino, gli hotel di Smeralda Holding, e una fetta del Progetto Porta Nuova
a Milano. Con il loro aiuto ha tracciato l'identikit dell'impresa target del made in Italy: chi di noi può qualificarsi per un
investimento? «I settori a cui questi Paesi sono interessati sono di fatto due spiega Masera - uno è il fashion, l'altro è il
real estate. Abbigliamento e scarpe, quindi, oppure design d'interni e lavorazione di materiali per l'edilizia». (…) «Dei
progetti edilizi in sé, sono pochi quelli che interessano ai fondi sovrani - racconta Masera – tutti grandi e limitati a tre
città: Roma, Firenze e Milano. In questo campo però non bisogna sottovalutare il ruolo delle grandi famiglie di
contractor qatarine, con una capacità di investimento di oltre un miliardo all'anno, le quali invece guardano alle società
complementari all'edilizia in senso stretto: produttori di cancelli, case di arredamento e design, automazione. Acquisire
una partecipazione in queste aziende significa avere a disposizione questi prodotti per la loro attività di constructor,
ma anche diventarne i distributori esclusivi per tutto il Medio Oriente». E per queste società, il target dimensionale si
abbassa. Fino al caso estremo dei dieci dipendenti, appunto. (…) (Micaela Cappellini)
corruzione (04.02.14):
Nonostante le formule di rito politicamente corrette, non è un giudizio lusinghiero quello
espresso dalla Commissione Ue nei confronti dell'Italia, almeno quanto a “efficacia” degli strumenti messi in campo. Lo
testimonia la stima sul costo della corruzione nel nostro Paese – 60 miliardi l'anno, pari al 4% del Pil - fatta dalla Corte
dei conti (secondo parametri, però, diversi a quelli che hanno determinato la stima di 120 miliardi per i 28 Stati Ue).
Ma anche la «percezione» che gli italiani hanno del malaffare. «Per più di tre quarti dei cittadini europei, e ben il 97%
degli italiani – secondo lo speciale Eurobarometro del 2013 -, la corruzione è un fenomeno nazionale dilagante. Quasi
2 cittadini europei su 3 e l'88% dei cittadini italiani ritiene che la corruzione e le raccomandazioni siano spesso il modo
più facile per accedere a una serie di servizi pubblici». Il 92% delle imprese italiane partecipanti al sondaggio sulla
corruzione, si legge nel Rapporto, ritiene che favoritismi e corruzione impediscano la concorrenza commerciale in Italia
(contro una media Ue del 73%), il 90% pensa che corruzione e raccomandazioni siano spesso il modo più semplice per
accedere a determinati servizi pubblici (contro una media Ue del 69%) mentre per il 64% le conoscenze politiche sono
l'unico modo per riuscire negli affari (contro una media Ue del 47%). Il rischio corruzione, in Europa e in Italia, è più
forte nei settori dello sviluppo urbano, dell'edilizia e della sanità. Un capitolo speciale meritano gli appalti pubblici,
settore strategico per l'economia Ue poiché circa un quinto del Pil dell'Ue è speso ogni anno da enti pubblici per
l'acquisto di forniture, lavori e servizi. In Italia, il rischio è «particolarmente alto»: nel solo caso delle grandi opere
pubbliche, la corruzione è stimata a ben il 40% del valore totale dell'appalto. (…) (Donatella Stasio)
pagamenti Pa (04.02.14):
Nulla è cambiato. Anzi in qualche caso la situazione peggiora pure. La nostra Pa si
conferma il peggiore pagatore in Europa: ci mette almeno 6-7 mesi per saldare le sue fatture - contro i 30 giorni che ci
ha imposto l'Ue - e a volte supera abbondantemente i mille giorni, imponendo in alcuni casi alle imprese anche
clausole "illegali" come la rinuncia agli interessi di mora. E così Bruxelles, dopo tanti annunci, ha deciso di passare ai
fatti: ieri è partito l'iter per la procedura di infrazione per la violazione della direttiva Ue sui tempi di pagamento che
obbliga appunto ogni Pa a pagare entro un mese (60 giorni per le Asl e per casi specifici). Adesso l'Italia avrà 5
settimane di tempo per rispondere alle contestazioni sul mancato rispetto delle norme europee (sul cui recepimento
invece sembrano appianati tutti i nodi dei mesi scorsi). E se la risposta del nostro Governo non sarà soddisfacente si
procederà con la messa in mora, il primo step ufficiale della procedura d'infrazione. Che potrà tradursi, alla fine del suo
iter, nell'obbligo di pagare una multa. Un costo, questo della sanzione Ue, a cui si deve aggiungere quello più salato previsto dal Dlgs 231/2012 che ha recepito la direttiva - che obbliga ogni Pa ritardataria a sborsare l'8,25% di interessi
di mora sulle sue fatture: questo significa che il conto finale rischia di lievitare fino a raggiungere, secondo prime
stime, i 3-4 miliardi di spesa in più in un anno. (…) L'Italia è al momento l'unico Paese sottoposto a una procedura
d'infrazione sull'applicazione della direttiva (contro altri Paesi è finito nel mirino il recepimento delle norme come per
Germania e Belgio, contro i quali l'Ue ha comunque chiuso la procedura). Il nostro Paese resta il peggior pagatore,
seguito da Grecia e Spagna (159 e 155 giorni). L'Austria è la più virtuosa (solo 13 giorni) mentre la media Ue è di 61
giorni. (…) (Marzio Bartoloni)
infrastrutture (05.02.14):
A 12 anni dalla sua approvazione, la legge obiettivo continua a presentare un quadro
realizzativo profondamente contraddittorio. Se finalmente è stato delineato un gruppo di opere strategiche prioritarie e
la fetta di gran lunga più consistente di risorse confluisce ormai su un numero molto ristretto di interventi, il numero di
opere concluse resta il 13 per cento del totale (era il 10 per cento un anno fa), il perimetro degli interventi è
stabilizzato nei numeri complessivi (375 miliardi di euro di costo totale, 403 opere, 1.359 lotti) ma c'è un viavai di
opere (è uscito un pezzo da novanta come il Ponte sullo stretto per 8.55 miliardi) e la programmazione appare sempre
più caotica e frammentaria: entrano programmi di piccoli interventi (il programma dei 6mila campanili) e di
manutenzioni stradali e ferroviarie, cambiando profondamente il dna della legge, ma potrebbero presto riuscirne come
successo in passato con le piccole opere del Sud e altri programmi per 89 miliardi, vengono definanziate, sia pure
momentaneamente, opere prioritarie come Mose di Venezia e terzo valico per far posto a un criterio che premia gli
interventi subito cantierabili; la cantierabilità, appunto, diventa il cuore del programma, perdendo spesso totalmente di
vista altri criteri di priorità; le opere il cui progetto sia stato approvato dal Cipe restano ferme al 38% del totale del
programma, la copertura finanziaria al 44% (per una cifra tutt'altro che trascurabile di 163 miliardi di euro); crescono
da 53 a 57 miliardi i finanziamenti privati del programma proprio nel momento in cui il Project financing incontra
difficoltà congiunturali pesantissime (-40% di bandi nel 2012 e -34% nel 20I3)· L'occasione per fare il punto sullo
stato di attuazione della legge obiettivo è stata ieri la presentazione alla commissione Ambiente della Camera
dell'ottavo rapporto sulla legge, realizzato dal Servizio studi della Camera, in collaborazione con l'Autorità di vigilanza
sui contratti pubblici e il Cresme. «Non basta aver introdotto nel programma della legge obiettivo le manutenzioni
Anas o le piccole opere, manca un disegno organico che dica dove vogliamo andare», sintetizza il presidente della
commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci. «Apprezzo che il ministro Lupi abbia revocato le risorse alle
opere bloccate e abbia dato attenzione ai piccoli comuni - continua - ma non possiamo fermarci al darwinismo
realizzativo. La revoca di risorse ha favorito opere cantierabili senza alcun criterio di priorità e il piano dei 6mila
campanili è stato uno "svuota cassetti", non un primo passo verso una cultura di manutenzione del territorio. Non si
possono mettere su uno stesso piano una piscina comunale e un intervento di prevenzione al dissesto idrogeologico.
Ridefiniamo le priorità e attuiamo politiche che vadano coerentemente in quella direzione». Anche nel rapporto si
evidenzia che il criterio di cantierabilità è alla base delle scelte di governo dell'ultimo anno. L'imperativo categorico è
aprire i cantieri in questa fase, anche correggendo errori originari della legge obiettivo. Si rischia, però, di perdere di
vista una strategia che nel medio periodo potrebbe dare sviluppo e occupazione. Lo sottolinea ancora Realacci. «Se
dovessi dire io quale debba essere il cuore strategico del Jobs act del Pd e del nuovo contratto di governo, sceglierei
una politica di riorientamento dell'edilizia che è l'unico settore a poter garantire un rilancio della domanda interna:
perché qui si è prodotta la più pesante riduzione di occupazione, oltre 500mila unità, ma anche perché c'è la possibilità
di aprire una nuova stagione puntando sulla domanda di manutenzione del territorio, efficienza energetica, sicurezza
antisismisca, bellezza. I vecchi strumenti non funzionano, se con la legge obiettivo siamo fermi, dopo 12 anni, al 13%
di opere ultimate rispetto a quelle programmate, ma anche le innovazioni introdotte in quel programma sono troppo
timide». (Giorgio Santilli)
Expo 2015 (05.02.14):
Oltre mille aziende al lavoro per l'Expo di Milano, che ad oggi hanno già fornito beni e
servizi per 457 milioni. È il bilancio, ad un anno dall'Expo, relativo all'investimento delle imprese, che il commissario
unico Giuseppe Sala (nonché ad della società di gestione) illustra Con in mente una chiara scadenza:«Esamineremo le
proposte delle aziende interessate ad un proprio spazio all'interno del sito espositivo fino al 28 febbraio, dopo non ci
saranno più i tempi, dobbiamo passare rapidamente alla fase operativa e organizzativa». Commissario, è preoccupato
per il fatto che il tempo stringe e all'Expo mancano solo 15 mesi? In che tempi consegnerete ai paesi ospiti i
padiglioni? Abbiamo consegnato i primi 26 padiglioni a dicembre, il resto entro maggio. Non c'è da perdere tempo,
dovremmo lavorare senza fermarci, tra poco saranno 4mila gli addetti impegnati sul sito di Rho. Ma sono
ragionevolmente tranquillo che tutto procederà nei tempi giusti. (…) Sul sito espositivo, tra costruzione e
manutenzione, eventi e gestione della comunicazione, (l’investimento delle imprese) supererà i 600 milioni. Che tipo di
accordi e contratti state prendendo? Ci sono le partnership con la nostra società, con denaro che l'azienda investe
parzialmente negli spazi del sito e con servizi che presta all'evento, per un totale ad oggi di 350 milioni; gli appalti per
le forniture, per altri 220 milioni; infine contratti di affitto per la gestione dei propri padiglioni, per altri 30-40 milioni.
(…) Non è preoccupato per tutto ciò che accade intorno, tra opere in ritardo e progetti cancellati? Ci riferiamo
soprattutto alle strade di connessione con lo stesso sito espositivo. Abbiamo certamente dovuto affrontare problemi,
sopraggiunti in corso d'opera. Per quanto riguarda ciò che è di competenza della società di gestione, cioè le Vie
d'acqua, abbiamo trovato un compromesso con le associazioni contrarie al passaggio del corso d'acqua in alcune aree.
In parte asseconderemo le richieste, in parte proseguiremo. Ma dovremmo aver risolto il problema. E la Rho-Monza, la
metro 4, la strada di Cascina-Merlata... Non sono sotto la mia responsabilità e la responsabilità di Expo, ma sono
comunque importanti per l'evento. Le rispondo dunque. Per quanto riguardala strada di Cascina-Merlata, il Consiglio di
Stato ha sbloccato la sospensiva imposta dal Tar, quindi si procederà senza interruzioni. Vedremo cosa accadrà con la
sentenza di merito, ma siamo ottimisti. Per la Rho-Monza, in ritardo, troveremo una soluzione con il ministero delle
Infrastrutture, ipotizzando progetti alternativi, considerando la resistenza delle comunità locali. Quanto alla metro 4 di
Milano, sappiamo che per l'evento non era fondamentale. È però importante per la città. Verrà solo rimandata. Eviterei
solo di avere i cantieri nel bel mezzo dell'Expo. (Sara Monaci)
macchine edili (05.02.14):
Il settore delle macchine da cantiere chiude il 2013 con un calo del 17,3% rispetto
all'anno prima. Lo dice l'ultimo aggiornamento dell'Osservatorio vendite macchine per le costruzioni realizzato dal
Cresme e promosso da Cantiermacchine Ascomac, Comamoter-Federunacoma, Ucomesa-Anima. Leggermente
peggiore l'andamento secondo Unacea, che indica un calo del 18%. Unici segmenti in crescita sono quelli dei dumper
(camion da cantiere) e dei sollevatori telescopici (rispettivamente +90,9% e +6,4%, secondo il Cresme). Picchi
negativi si sono registrati nelle macchine stradali e per il calcestruzzo (rispettivamente -32% e -53%, secondo
Unacea). II Cresme segnala un rallentamento del trend negativo verso l'ultima parte dell'anno, in coincidenza con una
ripresa della domanda dell'export a partire dal luglio con una consistente punta di 7.5% di crescita a ottobre 2013.
Grandi imprese delle costruzioni
Trombini (31.01.14): I lavoratori della Falco ringraziano i sindacati, le istituzioni, per quanto fatto per
l'ottenimento della cassa integrazione che sarà pagata fino a luglio. «La situazione della nostra azienda dove sino alla
fine di dicembre del 2013 hanno lavorato 213 persone è molto grave si afferma nella lettera - in assenza di una società
in grado di rilevare e rilanciare questa fabbrica, a luglio noi tutti ci aggiungeremo alla sterminata lista di disoccupati in
cerca di lavoro. Eppure quando stamattina (ieri ndr,) ci e' arrivata la conferma della copertura della cassa integrazione
per tutto il periodo di competenza, un senso di liberazione, un raggio di luce, la sensazione di essere usciti da un
tunnel che sembrava non finire mai ci ha fatto uscire dal cuore una sola parola: finalmente». In ordine cronologico i
lavoratori ringraziano Sandro Guizzardi e Corrado Pola, segretari dei sindacati provinciali Fillea-Cgil e Filca-Cisl «
perche', nonostante i luoghi comuni e gli sterili discorsi da bar che si fanno sui sindacalisti, ci hanno sempre sostenuto,
fatto ogni sforzo e dedicato tutto il tempo necessario, nonostante debbano occuparsi di decine di realtà come la
nostra». Si prosegue con Lorenzo Tosini di Unindustria Ferrara che «nonostante sia dall'altra parte della" barricata" ci
ha seguito ed aiutato in ogni modo. Lucia Zazzetti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali punto di riferimento
durante il lunghissimo percorso seguito per l'approvazione dei due decreti». Avanti con Rita Cinti Luciani sindaco di
Codigoro «che quando ha saputo della nostra difficile situazione si è attivamente adoperata mettendoci la faccia per
risolvere alcuni problemi in stabilimento (vedi la mancanza di acqua potabile), per poi seguirci nel percorso di incontri
fatti con le istituzioni ». Caterina Ferri, assessore provinciale delle Politiche del Lavoro della «per aver "convinto" le
banche a proseguire nella erogazione dell'anticipo della Cig nonostante da Roma non arrivassero le firme sui decreti».
La presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra che «ci ha dato la massima disponibilità e tutto il suo
appoggio». Il prefetto Michele Tortora che «si è occupato della nostra situazione e ha contribuito alla "spallata" finale
che ha portato tutti e due i decreti ad essere firmati. L'Inps perché tecnicamente ha 30 giorni di tempo per pagare la
cig arretrata, ma se volesse riuscirci in una settimana..... ».
Permasteelisa (03.02.14): Come diranno i giapponesi hic manebimus optime? Di sicuro Davide Croff, presidente
di Permasteelisa, multinazionale tipica espressione del vitalismo imprenditoriale nordestino, dal 2011 acquisita dal
colosso nipponico Lixil, dice che "per noi il tema di lasciare l'Italia non è mai minimamente emerso. Siamo già una
impresa mondiale. Se l'80% del fatturato nascesse in Italia e magari dipendesse prevalentemente da commesse
pubbliche, la tentazione potrebbe anche, venire. Ma siccome non e così... . E Croff aggiunge: "Se il 2013 sarà stato
l'anno dei record di fatturato, dipende anche dal fatto che la proprietà ha avuto assoluto rispetto della nostra metrica
gestionale. Ha lasciato all'azienda grande autonomia e capacità di esprimere se stessa. In questo contesto, stiamo
anche valutando le potenziali sinergie operative interne a Lixil". L'ex amministratore delegato di Bnl, attuale consigliere
di Bpm e senior advisor di Tpg, non mette affatto tra parentesi che in consiglio di amministrazione siedono 4
giapponesi. Ma legge il presente di Permasteelisa dentro a un itinerario di evoluzione: dalla genialità di Massimo
Colomban fondatore nel 1973, alla stagione dell'ingresso dei fondi di Investindustrial, al cambio di management con
l'arrivo di Nicola Greco da Technip nei panni di capoazienda, all'incorporazione in Lixil. Il tutto essendo presente in
quattro continenti, con un network di oltre 50 aziende in più di 30 Paesi e oltre 6.000 dipendenti, e mantenendo a
Vittorio Veneto il quartier generale. "Sono i risultati che ci danno ragione - commenta ancora Croff - dato che l'azienda
è riuscita a navigare nelle acque agitate della crisi mondiale con successo, sempre restando in utile dal 2007, sana e
creatrice di valore". Per dirla con un paio di numeri, basti segnalare che oggi il portafoglio ordini è superiore a 1,6
miliardi di euro di valore e la posizione finanziaria netta è contenuta entro livelli fisiologici (consisteva in 97,5 milioni al
31 dicembre 2012). E, pur tenendo conto del fatto che il documento di bilancio 2013 è ancora in via di completamento,
le attese sono per un altro anno di crescita, che dà così continuità al processo cominciato dal 2007 al 2012, quando il
fatturato è salito da 1,14 a 1,36 miliardi e il margine operativo lordo è schizzato da 47 a 83 milioni. Il gruppo
Permasteelisa opera a livello mondiale nel settore della progettazione, produzione ed installazione di involucri
architettonici, facciate continue e sistemi di interni, eseguendo i disegni dei grandi nomi dell'architettura
contemporanea. Tra le realizzazioni del gruppo vi sono alcune delle più prestigiose opere architettoniche
contemporanee al mondo come l'Opera House di Sydney, il Museo Guggenheim di Bilbao, il Walt Disney Concert Hall di
Los Angeles e il MoMA di New York. Tra le realizzazioni più recenti spiccano a Londra il grattacielo più alto d'Europa
(The Shard), costruito su disegno di Renzo Piano, e a Rotterdam le facciate del maggior edificio d'Olanda. Da questi
ultimi due lavori emerge una linea di tendenza precisa: il gruppo trevigiano sta scegliendo di operare su interventi di
taglia sempre più grande, trovandosi spesso a rifiutare commesse di importo e redditività più contenuti. Tant'è che, tra
i lavori più significativi in corso vanno annoverati il complesso Hama international Airport di Doha (Qatar) e il King
Abdullah Financial District di Riyadh (Arabia Saudita) nel Medio Oriente (ciascuno dei quali vale attorno a 400 milioni),
mentre in Italia emergono le residenze disegnate da Zaha Hadid nella milanese City Life e la Torre di Intesa-SanPaolo
a Torino, e negli Stati Uniti il World Trade Center Podium e il World Financial Center a NewYork. "Vediamo
positivamente il 2014 per due motivi – commenta Croff - In primis, molti dei mercati in cui siamo attivi stanno dando
segni di vivacità: penso in particolare all'America che vede chiaramente la ripresa anche nel settore delle grandi
costruzioni. In secondo luogo, il portafoglio ordini è estremamente corposo e con incrementi di marginalità importanti,
buoni per assicurare il presidio del futuro per l'azienda. Uno dei grandi punti di forza del nostro gruppo è che gioca
sulla scacchiera universale". Se Permasteelisa ha saputo superare indenne la tempesta degli ultimi 6 anni, dipende
proprio dalla sua capacità di cercare commesse nelle aree guida del mondo, compensando di volta in volta le cadute di
Regno Unito, Irlanda o Usa con Europa dell'Est, Medio-Oriente e Far East. E poi riparte il domino, dato che in questo
periodo sta infatti riprendendo il mercato americano. "Pratichiamo un continuo atteggiamento mentale di
ristrutturazione, consustanziale alla natura del business - dice ancora Croff- e, nel segno della flessibilità' per esempio
nel 2013 abbiamo riformulato la nostra presenza soprattutto in Asia dove abbiamo iniziato attività in nuovi paesi come
la Mongolia e progressivamente ridotto, almeno per quanto riguarda la parte operativa, le attività in India, paese che
non ci ha dato mai grandi soddisfazioni. Allo stesso modo, nel segno della flessibilità, stiamo espandendo l'attività di
contracting, specialmente nel settore degli Interiors, e intendiamo presidiare attività di nicchia e tecnologie dove oggi
ancora non siamo". Magari anche con acquisizioni? "Non abbiamo nulla in pipeline, certo avere alle spalle un gruppo da
12 miliardi di ricavi garantisce ossigeno". (Paolo Possamai)
Alpi (04.02.14): ORA c'è anche l'0k dei lavoratori. L'accordo tra sindacati e direzione aziendale sulla vertenza Alpi
e stato approvato. I rappresentanti di Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil hanno presentato ai dipendenti l'intesa trovata
nei giorni scorsi, fondata sulla riduzione degli esuberi da 242 a 90 (criteri della volontarietà e raggiungimento della
pensione) e sull'utilizzo della cassa integrazione straordinaria in deroga. Ogni tre mesi ci sarà un aggiornamento della
situazione. «I lavoratori - spiegano i sindacati - hanno approvato un accordo difensivo che prevede sacrifici, ma che
determina criteri e condizioni tali da riuscire a governare un processo difficile e complicato. Tutti sono convinti che il
rilancio debba passare da un progetto industriale all'altezza delle necessità, con al centro investimenti di processo e di
prodotto per confermare l Alpi leader nel suo settore». L'azienda ha sede a Modigliana, dove dà lavoro a tutta la
vallata del Tramazzo.
Ikea (04.02.14): I l colosso svedese dei mobili Ikea continua a puntare sui suoi magazzini blu e gialli come terreno
privilegiato per il suo ambizioso piano di crescita che prevede dieci nuovi store nel 2014. Un investimento di 2,5
miliardi di euro. In pratica, 1,9 miliardi di euro in più rispetto al 2013. E questo nonostante le visite al sito internet
Ikea.com siano salite del 20% nell'anno fiscale 2013, mentre il numero dei clienti nei magazzini siano leggermente
diminuiti. L' e.commerce sta aumentando da gennaio. Tuttavia, se l'Ikea vuole centrare l'obiettivo di fatturato che si è
data di qui al 2020, pari a 50 miliardi di euro (68,4 miliardi di dollari), dovrà ancora puntare sull'ampliamento del
numero dei suoi magazzini nel mondo. Il più grande rivenditore di mobili a livello globale è convinto che la maggior
parte delle vendite avverrà nei suoi superstore. Il fatturato è salito dal 3,2%, a 28,5 miliardi di euro nell'anno fiscale
2013 terminato il31 agosto. E questo grazie all'incremento notevole delle vendite negli Stati Uniti e all'espansione in
Cina e Russia, che hanno fatto da contraltare alla debolezza registrata su altri mercati, come quello europeo, dove
Ikea vuole incrementare le vendite fidelizzando la sua clientela di target alto. La società, comunque, dovrà competere,
come il concorrente Wal-mart Stores, contro il rivale Amazon.com con una quota maggiore di vendite online e offrendo
più servizi via web. Tuttavia, Ikea è ben contenta dell'approccio lento a internet fino a quando la maggioranza dei
clienti che acquistano sono interessati a farlo nei magazzini dall'insegna gialla. Chi compra un letto vuole prima
provarlo nella maggior parte dei casi, E così, prima di acquistare un divano vogliono toccarlo. Puntare sulla vendita in
negozio è una strategia che ha funzionato nel 2013: +3,1% di profitti netti nel 2013, saliti a 3,3 miliardi di euro, a
fronte di una leggera riduzione dei prezzi, dello 0,2%, nonostante l'inflazione. Nel 2013 il traffico web di Ikea ha
registrato 1,3 miliardi di visite e il catalogo è stato scaricato lO milioni di volte, mentre le visite ai negozi, nel 2013,
sono scese dell'l% nonostante l'aggiunta di cinque nuovi magazzini, compresi due in Cina. Ikea serve 13 paesi con
l'e.commerce mentre i suoi magazzini sono presenti in 26 paesi. Il neoamministratore delegato, Peter Agnefjall, ha
fatto sapere che nel piano Ikea 2020 è prevista anche l’apertura di 25 magazzini in India con un investimento di 1,2
miliardi di euro (1,65 miliardi di dollari). (Simonetta Scarane)
Salini Impregilo (04.02.14): Sta per calare il sipario sul caso Panama. II braccio di ferro tra il consorzio europeo
Sacyr Salini Impregilo e il governo locale, che ha tenuto banco per un mese, rischiando di stravolgere la geopolitica dei
traffici navali mondiali, è in dirittura d'arrivo. Oggi scade il termine (prorogato già due volte) per trovare un accordo. E
secondo indiscrezioni, dovrebbe arrivare un'intesa tra i due litiganti. Dopo due proroghe (l'ultima il 31 gennaio che
aveva fissato in oggi la nuova scadenza), non ci sarà un altro rinvio. Ma, si dice, l'annuncio di una risoluzione. In ballo
c'è la più grande opera in costruzione al mondo: il raddoppio del Canale di Panama, 82 chilometri di "taglio" tra Golfo
del Messico e Oceano Pacifico. I costi, però, causa problemi geologici, sono lievitati di1,6 miliardi, arrivando a sfiorare i
5 miliardi complessivi per i lavori (ultimati per il 70% con inaugurazione prevista per il 2015). E di fronte al rifiuto di
Acp (l'autorità di Panama che gestisce il canale) di rimborsare gli extra-costi, il consorzio ha minacciato di sospendere i
lavori. Panama ha replicato che avrebbe fatto finire l'opera ad altri (cosa più facile a dirsi che a farsi). Ma la sostanza è
che per un mese è stato muro contro muro, puntellato da passi in avanti e immediati dietrofront. Sono dovute
scendere in campo le diplomazie internazionali: per prima la Spagna. E poi anche direttamente l'Unione Europea con il
vicepresidente Antonio Tajani. Nell'attesa di capire come quei 1,6 miliardi saranno ripartiti (le ultime ipotesi parlavano
di un prestito ponte garantito dalla Bei, in attesa che decida un arbitrato internazionale), la Borsa ieri ha fiutato aria di
accordo e un esito positivo del caso. Il mercato ha letto le dichiarazioni di Tajani come un pronostico positivo: «Il
rinvio (riferito alla vecchia scadenza del 31 gennaio, NdR) dimostra che si può arrivare a una soluzione, se il dialogo va
avanti» ha commentato il vice-presidente della Ue. «L'Unione europea ha dato il suo contributo - ha poi proseguito –
Ma non tocca a noi intervenire nella controversia. Per l'Europa è molto importante la realizzazione dell'opera e mi
auguro che entro il 4 si arrivi a una soluzione». Così dovrebbe essere e mentre ieri Milano affondava (-2,6%), il titolo
Salini Impregilo nuotava controcorrente (+0,59% a 4,4 euro). (Simone Filippetti)
Salini Impregilo (05.02.14):
Sembra praticamente superata l'impasse sul canale di Panama. Salvo sorprese
dell'ultima ora, infatti, il consorzio incaricato di realizzare i lavori per il raddoppio del Canale e il committente
panamense sarebbero sul punto si raggiungere un accordo per proseguire i lavori. Anzi, una soluzione potrebbe essere
stata trovata nella notte italiana. Nella tarda serata di ieri, infatti, era ancora in corso la riunione tra i rappresentanti
dei costruttori, guidati dalla spagnola Sacyr ma tra i quali c'è anche l'italiana Impregilo, e l'Autorità del canale di
Panama. Secondo indiscrezioni le parti erano al lavoro per definire gli ultimi dettagli su come cofinanziare gli extra
costi emersi in corso d'opera, per un importo di 1,6 miliardi di dollari. Se l'accordo sarà raggiunto, i lavori già
completati al 70%, potranno essere conclusi come previsto entro la prima metà del 2015. (Luisa Leone)
Poltrona Frau (06.02.14):
Dal fondo Charme di Luca Cordero di Montezemolo al gruppo americano Haworth:
Poltrona Frau passa di mano per oltre 410 milioni. Ieri Charme e Moschini hanno annunciato di aver raggiunto un
accordo con il gruppo statunitense per la cessione a quest'ultimo del 58,6% (di cui 51,3% posseduto da Charme e il
restante 7,3% da Moschini) della società. Il prezzo concordato è stato di 2,96 euro ad azione, il 20% in più della
chiusura registrata dal titolo alla vigilia (248 euro). Haworth ha di fatto riconosciuto a Charme e Moschini l'abituale
premio di maggioranza. Il che permetterà ai soci di capitalizzare l'investimento incassando oltre 240 milioni, di cui
circa 210 milioni riservati al fondo di Montezemolo, al timone di Poltrona Frau da oltre dieci. Un arco temporale
durante il quale Charme ha costruito un gruppo multimarchio, con Cassina e Cappellini, che ha poi debuttato in Borsa
a ottobre 2006 a un prezzo di 2,1 euro per azione. Sette anni dopo quell'asset viene venduto al 40% in più. A valle
della chiusura dell'intesa, che avverrà una volta ricevuti i via libera delle delle autorità competenti, Haworth lancerà
un'Opa obbligatoria su Poltrona Frau al medesimo prezzo. Il che spiega il balzo segnato ieri dalle azioni a Piazza Affari.
Poltrona Frau ha infatti archiviato le contrattazioni in aumento del 18,13% a 2,93 euro. Le quotazioni, dunque, si sono
quasi allineate con il prezzo della futura Opa. Complice il fatto, forse, che diversi broker già ieri nelle note a commento
dell'accordo consigliavano di aderire all'offerta. Questo perché, a parere loro, il prezzo di 2,96 euro si giustifica nella
misura in cui è il valore che l'acquirente è disposto a pagare per ottenere il controllo del gruppo e in un'ottica di
opportuno sfruttamento delle potenziali sinergie che si verranno a creare. Haworth, infatti, forte di un fatturato di 14
miliardi, è leader mondiale nella progettazione e produzione di ambienti di lavoro flessibili e sostenibili. Per i borkèr,
d'altra parte, Poltrona Frau in ipotesi stand alone difficilmente avrebbe potuto raggiungere i 2,96 euro in tempi stretti.
L'obiettivo di Haworth, che nell'operazione è stata assistita da Merrill Lynch e da Baker & McKenzie, mentre Charme e
Moschini sono stati supportati da Bonelli Erede Pappalardo, è evidentemente quello di togliere dal listino la società e, in
quest'ottica, si è riservata anche un'opzione di vendita nei confronti del fondo e di Moschini. In particolare, il gruppo
americano a valle dell'Opa potrà decidere di cedere a ciascuno degli azionisti una partecipazione nella società pari al
4,2% (84% complessivo), sempre a un prezzo di 2,96 euro. Se Haworth deciderà di esercitare l'opzione, il rapporto tra
la società statunitense e i soci sarà regolato da un accordo parasociaie che consentirà a Charme e Moschini di
designare fino a tre componenti del consiglio di amministrazione di Poltrona Frau oltre a un rappresentante nel collegio
sindacale e di disporre di un diritto di veto su specifiche operazioni di gestione straordinaria. I due soci avranno però
un obbligo di lock-up di tre anni, diritti e obblighi di co-vendita e di prelazione. Inoltre, sono state previste opzioni put
e call per la risoluzione di eventuali situazioni di stallo decisionale; un diritto degli azionisti di cedere a Haworth le
proprie partecipazioni nel periodo intercorrente tra l'approvazione del progetto di bilancio 2016 e il progetto di bilancio
2019 e il diritto di Haworth ad acquistare le partecipazioni nel periodo intercorrente tra l'approvazione del progetto di
bilancio 2019 e il progetto di bilancio 2022. Nell'ambito dell'operazione, Haworth acquisirà dagli azionisti anche il 98%
del capitale della società proprietaria degli stabilimenti di Meda concessi in locazione al gruppo a un prezzo di 1,9
milioni. Ieri, infine, Lorenzo Romani Adami ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere, con effetto
dal 4 febbraio per altre incompatibili opportunità professionali. Al suo posto è stato cooptato Matteo Facoetti. (Laura
Galvagni)
Salini Impregilo (06.02.14): In una seduta complessivamente incolore per Piazza Affari, con l'indice Ftse Mib
che ha guadagnato un frazionale 0,26% (+0,29% il Ftse-All Share), il titolo Salini Impregilo, complici le notizie
arrivate da Panama, ha lasciato sul parterre l'1,06% a 4,28 euro, dopo aver perso in avvio quasi il 2,5%. Secondo
quanto comunicato ieri mattina, infatti, l'Autorità del Canale di Panama (Acp) ha rifiutato qualsiasi proposta da parte
del Gupc (Grupo Unidos por el Canal), il consorzio guidato dalla spagnola Sacyr e di cui fa parte anche Salini
Impregilo, per trovare un accordo sul cofinanziamento degli extracosti. La decisione dell'Autorità di interrompere le
trattative e di sospendere i lavori ha colpito soprattutto i titoli del general contractor spagnolo, che alla borsa di Madrid
hanno perso quasi il 6%. La rottura delle trattative è stata unanimemente accolta con «sconcerto e rammarico» da
parte dei membri del consorzio, che hanno definito la decisione dell'Acp «illogica e dettata da un atteggiamento rigido
che danneggerà il Canale, il Paese e i panamensi, oltre a creare un danno per il commercio internazionale e per tutti
quei Paesi, come gli Stati Uniti, dove sono stati fatti ingenti investimenti in previsione dell' allargamento del commercio
mondiale». (…) (CLAUDIA CERVINI)
Cementir (06.02.14): Cementir Holding ha archiviato il 2013 con un margine operativo lordo a quota 169,7
milioni di euro (+22,9% sul 2012, considerando 10 milioni di partite straordinarie positive e non ripetitive), ricavi per
988,6 milioni di euro con una crescita contenuta, +1.3%, anche per via dell'impatto sfavorevole delle valute -, e un
indebitamento finanziario netto pari a 324,9 milioni di euro, in calo di 48,1 milioni di euro rispetto ai 373 milioni di fine
2012 (erano 370,6 al 30 settembre). il presidente e ad del gruppo, Francesco Caltagirone jr, nel commentàre il pre
consuntivo diffuso ieri, ha posto così l'accento sulla buona performance rispetto ai target annunciati a inizio anno (Mol
superiore a 150 milioni di euro e indebitamento sotto i 350 milioni). «Nonostante il moderato aumento del fatturato, la
redditività è migliorata significativamente – ha spiegato il numero uno -. Cementir Holding ha chiuso il 2013 con una
crescita del margine operativo lordo superiore all'obiettivo che ci eravamo posti a inizio anno, malgrado la forte
flessione della valuta turca ed egiziana». Nella nota diramata ieri, il gruppo ha infatti evidenziato come l'andamento
dei prezzi in valuta locale sia risultato positivo nelle principali aree geografiche in cui la società opera, con tassi di
crescita marcati in Turchia ed Egitto. Quanto ai volumi venduti di cemento e clinker, nel 2013 si è registrata una
contrazione dell'1% (da 9,8 milioni di tonnellate a 9,7 milioni) riconducibile soprattutto alla persistente debolezza del
mercato italiano e al calo delle esportazioni in Egitto. Stabile, invece, l'andamento dei volumi in Danimarca, mentre in
Turchia e Cina guadagna terreno. «Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati raggiunti frutto del crescente
impegno per rendere più efficiente la nostra struttura a tutti i livelli – ha proseguito Caltagirone jr -. Anche
l'indebitamento finanziario netto è sceso al di sotto dei 350 milioni previsti grazie alla positiva performance operativa e
alla gestione del capitale circolante». Che, come detto, hanno consentito di ridurre ulteriormente l'esposizione, dedotti
gli investimenti industriali per circa 82 milioni di euro e i dividendi erogati pari a 605 milioni di euro. Positivo anche il
risultato operativo che, ha sottolineato ieri il gruppo capitolino, «migliora di oltre il 50% portandosi a 76,7 milioni di
euro contro i 48,2 milioni del 2012».
Rapporti e studi
Banca d’Italia (31.01.14): In gennaio €-coin è lievemente aumentato, a 0,31 da 0,29 di dicembre, raggiungendo
il livello più elevato dall’estate del 2011. L’indicatore ha tratto sostegno dall’andamento positivo dell’attività industriale
e dall’ulteriore miglioramento della fiducia di famiglie e imprese. €-coin – sviluppato dalla Banca d'Italia – fornisce in
tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro. €-coin esprime tale indicazione
in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura
e volatilità di breve periodo). €-coin è pubblicato mensilmente dalla Banca d'Italia e dal CEPR.
Istat (31.01.14):
A dicembre 2013 gli occupati sono 22 milioni 270 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto al
mese precedente (-25 mila) e dell’1,9% su base annua (-424 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, diminuisce
di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,0 punti rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati,
pari a 3 milioni 229 mila, diminuisce dell’1,0% rispetto al mese precedente (-32 mila) mentre aumenta del 10,0% su
base annua (+293 mila). Il tasso di disoccupazione è pari al 12,7%, in calo di 0,1 punti percentuali in termini
congiunturali ma in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi.