D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 4. Procarioti ed Eucarioti 26/02/2014 contiene materiale protetto da copyright, ad esclusivo uso personale; non è consentita diffusione ed utilizzo di tipo commerciale Cellula procariote 26/02/2014 1 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare l I procarioti si identificano con i batteri, gli organismi più semplici e anche i più diffusi sulla Terra. l Cellule più primitive, semplici, sono prive di nucleo e di organuli l Le dimensioni sono ridotte (1÷10 um) l l 26/02/2014 La membrana cellulare è circondata da una parete cellulare, talvolta da una capsula (protettiva). IL DNA E’ A DIRETTO CONTATTO CON IL CITOPLASMA ED IL CITOPLASMA E’ PRIVO DI ORGANELLI DELIMITATI DA MEMBRANA 26/02/2014 l l l Il materiale genetico è presente sotto forma di una grossa molecola circolare di DNA (cromosoma ). Il cromosoma non è contenuto in un nucleo avvolto da membrana, ma collocato in una zona detta nucleoide. All’interno del citoplasma non ci sono organuli ma solo piccoli ribosomi che servono per l’assemblaggio delle proteine. 26/02/2014 2 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 I PROCARIOTI POSSONO ESSERE CLASSIFICATI SULLA BASE DELLA MORFOLOGIA Spirilli (a spirale) Cocchi (sferica) Bacilli (a bastoncino) 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 3 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 LE CELLULE BATTERICHE POSSONO ASSOCIARSI A FORMARE CATENELLE O AGGLOMERATI DI ALTRO TIPO 26/02/2014 26/02/2014 4 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 26/02/2014 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil Cellule, Lewin, Zanichellil 5 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 in generale i procarioti posseggono un singolo cromosoma circolare che, insieme alle proteine ad esso associate, costituisce il NUCLEOIDE I batteri contengono inoltre proteine citoplasmatiche con funzione di CITOSCHELETRO. 26/02/2014 Gram + Gram -‐ I batteri sono classificati sulla base della risposta alla colorazione di Gram i gram+ resistono all’azione della decolorazione trattenendo il cristal violetto i gram-‐ perdono completamente il colorante 26/02/2014 La differenza nella capacità di trattenere il colorante basico è data dalla quantità di peptidoglicano contenuto nella parete cellulare: gram-‐positivi hanno strato più stabile e consistente gram-‐negativi presentano invece una parete più sottile ricca di lipopolisaccaridi e lipoproteine. 6 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 26/02/2014 26/02/2014 7 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare Stafilococchi ( Gram+) 26/02/2014 E. coli (Gram -) 26/02/2014 L’involucro cellulare è completamente differente da quello delle cellule eucariotiche e possiede piccole differenze che distinguono i diversi procarioti STRATI CHE CIRCONDANO IL CITOPLASMA DEI PROCARIOTI ü Membrana citoplasmatica ü Parete cellulare ü (Strato S) ü Capsula Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 8 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Capsula strato lasso, viscoso polisaccaridico o proteico Nel caso sia poco aderente e poco uniforme per densità e spessore, questo materiale è definto strato mucoso o glicocalice Cellule, Lewin, Zanichellil la capsula dei procarioti contiene vari polisaccadidi: polialcoli, amminozuccheri, proteoglicani e glicoproteine 26/02/2014 FUNZIONI Protezione: difende da improvvisi cambiamenti di temperatura, dall' essiccamento essendo ricca di acqua, evita l'attacco di virus batterici e di numerose sostanze tossiche idrofobe Virulenza: Nelle specie patogene è un fattore di virulenza in quanto protegge la cellula dalla fagocitosi. Aderenza: capacità di aderire alle superfici solide acquatiche o a quelle dei tessuti delle piante o degli animali. Ruolo importante nell’adesione ai tessuti dell’ospite ed alla superficie dell’ambiente. Favoriscono l’adesione ad altri procarioti così portando alla formazione di BIOFILM 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil 9 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 STRATO Superficiale Struttura proteica esterna presente in molti batteri Formati da un unico tipo di proteina che si autoassembla in un reticolo cristallino Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 PARETE CELLULARE per la maggior parte è costituita peptidoglicani: fatta da un reticolo di catene di glicano: polisaccaridi uniti da legami crociati formati da corti peptidi. Unità alternate di N-‐acetilglucosammina (NAG) ed N-‐acetilmuramico (NAM) legate insieme da legami glicosidici (β1→4) …..e molti diversi amminoacidi tra i quali L’acido D-‐glutammico, la Dalanina e l’acido mesodiaminopimelico. NB Normalmente nelle proteine si trova la forma L degli amminoacidi. I batteri usano I D-‐amminoacidi per la sintesi della parete cellulare. Le racemasi sono gli enzimi che convertono la forma L-‐ in D-‐ e viceversa. 26/02/2014 10 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 PARETE CELLULARE Il polimero riveste l’intera superficie dell’organismo, formando un resistente involucro protettivo, impediscono il rigonfiamento e la lisi cellulare che avverrebbe per effetto dell’ingresso osmotico dell’acqua. 26/02/2014 GRAM – e GRAM + Stessa struttura, differiscono per alcuni aminoacidi presenti nei polipeptidi che legano i glicani e lo strato è più spesso nei gram positivi che in quelli negativi. 26/02/2014 11 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Formazione dei legami crociati Le catene delle subunità di peptidoglicano sono legate tra loro da legami crociati o trasversali peptidici tra un gruppo carbossilico di aminoacido in posizione 4 (D-‐alanina terminale), con un gruppo amminico di un aminoacido in posizione 3 di una catena adiacente. Gram positivi ponte aminoacidico (ponte pentaglicinico) Gram negativi legame crociato diretto 26/02/2014 Caratteristiche della parete dei batteri Gram -‐ La differenza Gram + e Gram -‐ sta soprattutto nella presenza della E’ costituito di tre regioni distinte MEMBRANA ESTERNA lipopolisaccaride unico (LPS), grossa molecola contenente lipidi e carboidrati, costituita da una porzione idrofoba che penetra nella porzione centrale idrofoba della membrana ed una idrofila che si trova sulla superficie esterna 3) catena laterale O, corta catena polisaccaridica costituita da molte unità ripetute tetra o penta saccaridiche. 2) nucleo polisaccaridico o core R legato al lipide A e costituito da una catena oligosaccaridica contenente zuccheri di struttura insolita (es. Abe, abequosio; KDO, acido chetodeossioctonico). 1) il Lipide A, composto da un disaccaride fosforilato (ß1, 6-‐D glucosammina) a cui sono legati residui di acidi grassi. 26/02/2014 12 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 Caratteristiche della parete dei batteri Gram -‐ Lo spazio periplasmico compreso tra la membrana interna e quella esterna riempito da un gel formato da peptidoglicano idratato Diffusi nel gel vi sono inoltre proteine, oligosaccaridi, enzimi come la fosfatasi alcalina che reagendo con substrati li rendono trasportabili all'interno Molti di questi composti intervengono nella regolazione della pressione osmotica Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 13 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Caratteristiche della parete dei batteri Gram -‐ Proprietà della membrana esterna Limite esterno del periplasma Barriera di permeabilità aumentando la resistenza ad agenti tossici, tipiche difese dell'ospite come lisozima, β-‐lisine, proteine leucocitarie, antibiotici, sali biliari ed enzimi digestivi Presenta una superficie esterna con numerose cariche negative, condizione importante per evitare la fagocitosi e l'azione del complemento. La membrana esterna però non può costituire una barriera al passaggio di tutte le sostanze. 26/02/2014 Caratteristiche della parete dei batteri Gram -‐ 26/02/2014 da Brock. Biology of Microorganisms, MT Madigan, JM Martinko and J Parker, Upper Saddle River (New Jersey), Prentice-Hall, 2000. 14 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Caratteristiche della parete dei batteri Gram + gli acidi teicoici polimeri di alcoli polivalenti (glicerolo e ribitolo) uniti da legami fosfodiesterici Gli amminoacidi, come la D-‐Ala , e gli zuccheri, sono attaccati in posizione 2 o 3 al glicerolo (3 o 4 nel caso del ribitolo) Gli acidi teicoici sono associati sia con il peptidoglicano che con i glicolipidi della membrana citoplasmatica (acidi lipoteicoici). 26/02/2014 gli acidi teicoici Sono responsabili della carica negativa sulla superficie cellulare e possono contribuire al passaggio di ioni Quelli strettamente legati ai lipidi sono gli Acidi lipoteicoici 26/02/2014 15 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 i pili e i flagelli sono appendici presenti sulla superficie cellulare della maggior parte dei procarioti Fimbrie Flagelli I flagelli si distinguono dai pili per le maggiori dimensioni pili visibili solo al microscopio elettronico e di solito sono più numerosi costituiti da subunità proteiche (rispettivamente denominate flagellina e pilina) avvolte a spirale, in modo da delimitare una cavità interna. 26/02/2014 funzione § Flagelli: consentono la mobilità cellulare. § Pili: sono appendici di fissazione ed in alcuni casi sono destinati alla coniugazione batterica. 26/02/2014 16 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Flagelli § formati da tre parti: struttura basale, filamento ed uncino. § Il filamento è costituito dalla proteina flagellina avvolta a spirale intorno ad un nucleo centrale cavo. 26/02/2014 Dislocazione dei Flagelli Numero e disposizione dei flagelli in rapporto alla cellula Monotrico Lofotrico Anfitrico Peritrico 26/02/2014 17 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Struttura dei flagelli nei GRAM-‐ Ancora il flagello alla membrana Fissano il flagello alla membrana (S c e M) ed alla parete c(P) 26/02/2014 Struttura dei flagelli nei GRAM + Solo anelli S ce M 26/02/2014 18 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 PILI o FIMBRIE: strutture proteiche (pilina), lineari, a centinaia intorno al batterio che favoriscono l’adesività (nomi alternativi: lectine, evasine, aggressine) 26/02/2014 Funzione dei pili: adesione. Come fattore di adesività le punte delle fimbrie contengono delle proteine (lectine) che legano specifici zuccheri (e.g., mannosio) 26/02/2014 19 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil PILI P coinvolti nell’adesione tra cellule e sono più corti PILI F (Fertilità) implicati nella coniugazione e nel trasferimento di DNA tra cellule 26/02/2014 Cellula eucariote 26/02/2014 20 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 L'evoluzione delle cellule eucariotiche ha comportato un notevole salto evolutivo, con il passaggio da cellule procariotiche semplici a cellule ben suddivise in parti funzionali, il tutto senza passare per alcuna forma intermedia. Il rompicapo di questa mancanza di forme è stato spiegato con la teoria dell'endosimbiosi: sulla base delle forti somiglianze tra i batteri da una parte e i mitocondri e i cloroplasti delle cellule eucariotiche dall'altra, sembra probabile che questi organelli si siano originati da procarioti liberi, riparatisi all'interno di cellule eterotrofe più grandi. QUINDI la cellula eucariote è sorta dalla simbiosi tra due microrganismi procarioti uno dei quali ha 'funzionato' da produttore di ATP (diventando in seguito un mitocondrio) e l'altro ha fornito al primo una nicchia protettiva, utilizzando le capacità di respirazione di tale procariote 26/02/2014 l l La cellula eucariote ha una struttura interna molto più complessa: l’interno è più “compartimentato”: ciascun compartimento costituisce un organulo, specializzato per svolgere una funzione specifica. Le cellule eucariote sono specializzate internamente e su ciò si basa la loro capacità di specializzarsi anche come cellule. 26/02/2014 21 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Le cellule eucariotiche Sono suddivise in compartimenti che svolgono funzioni diverse contraddistinte dalla presenza di un vero e proprio nucleo. hanno sistema di membrane interne che suddivide il citoplasma in zone diverse con funzioni differenti, facilitando l’insieme delle attività chimiche indicate come metabolismo cellulare. 26/02/2014 Una cellula animale contiene una varietà di organuli circondati da membrane. Reticolo endoplasmatico liscio Reticolo endoplasmatico ruvido Nucleo Flagello Assenti nella maggior parte delle cellule vegetali Lisosoma Perossisoma Microtubulo Citoscheletro Ribosomi Centriolo Filamento intermedio Apparato di Golgi Membrana plasmatica Mitocondrio Microfilamento 26/02/2014 22 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Una cellula vegetale ha alcune strutture che sono assenti in a una cellula animale, come i cloroplasti e una parete cellulare rigida. Nucleo Reticolo endoplasmatico ruvido Ribosomi Apparato di Golgi Assenti nelle cellule animali Vacuolo centrale Cloroplasto Reticolo endoplasmatico liscio Microtubulo Filamento intermedio Microfilamento Citoscheletro Parete cellulare Mitocondrio Perossisoma Membrana plasmatica 26/02/2014 26/02/2014 23 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Strutture peculiari della cellula vegetale: parete cellulare vacuoli plastidi 26/02/2014 VACUOLI Mentre le cellule vanno assumendo la forma e le dimensioni definitive, compaiono nel citoplasma numerosi piccoli VACUOLI, che aumentano sempre di volume, durante la crescita delle cellule vegetali. Un problema comune a tutte le cellule è che l’acqua passa attraverso la membrana plasmatica Le cellule animali risolvono questo problema utilizzando pompe di membrana per espellere gli ioni accumulati, responsabili dell’ingresso dell’acqua. Le cellule vegetali hanno trovato una soluzione completamente diversa: posseggono appunto i vacuoli che accumulano l’acqua in eccesso. 26/02/2014 24 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 La diversa concentrazione di soluti tra la cellula e l’ambiente è mediato dalla membrane e determina una PRESSIONE OSMOTICA Ambiente ISOTONICO = concentrazione dei soluti interna uguale a quella esterna Ambiente IPOTONICO = concentrazione dei soluti interna maggiore di quella esterna (entra in gioco la parete cellulare e si ha TURGORE CELLULARE) Ambiente IPERTONICO = concentrazione dei soluti interna minore a quella esterna (fenomeno della PLASMOLISI) La sua capacità di mantenere un ambiente interno costante è definita Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 Si può impedire lo spostamento dell’H2O da un ambiente ipotonico ad uno ipertonico applicando una pressione uguale e contraria alla forza dell osmosi. Per capire meglio il movimento dell acqua è necessario introdurre il conce?o di POTENZIALE IDRICO (Ψ ) Ψ= Ψπ + Ψp + Ψm Ψ= Potenziale idrico Ψπ = Potenziale osmoPco: dovuto alla presenza dei soluP + soluP vi sono + il potenziale è negaPvo Ψp = Potenziale di pressione: si crea esercitando pressione sull acqua Ψm = Potenziale di matrice: dovuto all’adsorbimento dell H2O alle componenP solide come la parete cellulare, la membrana ecc. L acqua adsorbita – legata non è più disponibile. (In genere nel comparto cellulare tale fa;ore è trascurabile) L acqua si sposta da una zona a potenziale idrico > ad una < nella cellula ciò dipende dal Ψp e da Ψπ 26/02/2014 25 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Il movimento di acqua (cerchi blu) attraverso una membrana da una regione a più alta concentrazione a una più bassa. La soluzione è ipotonica con una bassa concentrazione di sali; ipertonica con una più elevata concentrazione di Sali (cerchi arancione) La membrana non è permeabile a sali e poiché l’acqua è più alta dentro la cellula che all’esterno, l’acqua si muoverà verso l’esterno della cellula. 26/02/2014 Ed il vacuolo che ruolo ha in tutto questo? H2O si muove attraverso membrana semipermeabile da a Potenziale osmotico più positivo Ψ> Potenziale osmotico più negativo Ψ= Ψπ + Ψp + Ψm Ψ< Il vacuolo, nella cellula vegetale, ha compito di richiamare H2O 26/02/2014 26 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 In una soluzione ipotonica (o in acqua pura) la cellula assorbirà acqua Fino a quando la cellula assorbe acqua? Una cellula priva di parete (per esempio un globulo rosso) può assorbire acqua fino a scoppiare http://muirbiology.wordpress.com/national-45/unit-1-cellbiology/3-transport-across-membranes/ 26/02/2014 Cosa succede se una cellula è a contatto con una soluzione ipertonica? Che abbia o meno una parete, essa perderà acqua fino a ristabilire l’equilibrio. Se la differenza è particolarmente alta, la perdita d’acqua può essere così pronunciata da comportare danni irreversibili. http://muirbiology.wordpress.com/national-45/unit-1-cellbiology/3-transport-across-membranes/ 26/02/2014 27 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Se una cellula non avesse alcun meccanismo per controllare i soluti, raggrinzirebbe o si gonfierebbe, in risposta alla pressione osmotica ogni qualvolta la concentrazione di soluti esterna risultasse maggiore di quella interna o viceversa. Cellule animali NON possono sopportare perdita eccessiva o guadagno eccessivo di acqua 26/02/2014 Il turgore cellulare La cellula delle piante, provvista di parete, assorbe acqua fino ad una condizione di equilibrio, detta turgore. -‐ la cellula assorbe acqua, -‐ la parete esercita una pressione crescente sul contenuto cellulare -‐ P parete = P osmotica (in valore assoluto, ma con segno opposto) 26/02/2014 28 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Se le cellule di una pianta sono turgide Si trovano in una soluzione ipotonica Se le cellule di una pianta non sono turgide Si trovano in un ambiente isotonico o ipertonico 26/02/2014 perdita d’acqua per osmosi nella cellula vegetale è detta PLASMOLISI cellule vegetali immerse in soluzione ipertonica subisce la riduzione del volume e quindi il distacco della membrana plasmatica dalla parete cellulare http://it.wikipedia.org/wiki/Turgore_cellulare 26/02/2014 29 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Il vacuolo è rivestito da una membrana detta TONOPLASTO e contiene una soluzione acquosa detta SUCCO VACUOLARE (acqua e Sali inorganici) FUNZIONI -‐ di riserva (proteine, carboidrati, sali inorganici) -‐ Litica degradazione di componenti cellulari nel normale turnover, nel differenziamento e nella senescenza -‐ Accumulo prodotti intermedi del metabolismo dannosi alla cellula se accumulati nel citoplasma -‐ RUOLO OSMOTICO il vacuolo insieme alla parete realizza una struttura rigida (la pressione dell’acqua nel vacuolo viene controbilanciata dalla rigidità della parete cellulare) che determina la PRESSIONE DI TURGORE responsabile sia della distensione cellulare sia della rigidità di tessuti non lignificati (es. foglie, giovani fusti) i quali quando la pressione di turgore diminuisce avvizziscono. 26/02/2014 PARETE CELLULARE La cellula vegetale riesce ad opporsi alla forza esercitata dal vacuolo grazie alla sua PARETE CELLULARE http://wildlifeexplorers.net/about-4/ 26/02/2014 30 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 PARETE CELLULARE • Formata principalmente da fibrille di cellulosa depositate in una matrice polisaccaridica (emicellulosa e pectina). • 90% carboidrati 10% proteine • Conferisce forma, stabilità e protezione alla cellula. • Porocanali che mettono in comunicazioni con cellule vicine • Lo spessore varia da 0.1-‐10 um • Sottile nei tessuti giovani e parenchimatici, molto spessa nei tessuti meccanici. 26/02/2014 Cellulosa organizzata in MICROFIBRILLE 26/02/2014 Cellule, Lewin, Zanichellil 31 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Tra una microfibrilla e l’altra esistono connessioni laterali GLICANI DI COLLEGAMENTO Il tutto è tenuto insieme da altri tipi di carboidrati molto idratati a formare un GEL che circonda la cellulosa. PECTINE Cellule, Lewin, Zanichellil 26/02/2014 PLASTIDI costituiti come i mitocondri da un involucro fatto da due membrane bistratificate la MEMBRANA ESTERNA e la MEMBRANA INTERNA all’interno delle quali si trova lo STROMA o MATRICE, fluido contenente vari metaboliti ed intermedi di reazione, ioni, proteine, ribosomi, DNA, lipidi. La MEMBRANA ESTERNA attua il riconoscimento ed il trasferimento all’esterno di componenti plastidiali sintetizzati all’interno, mentre la MEMBRANA INTERNA regola il flusso di metaboliti e ioni inorganici. Sulle membrane sono inseriti numerosi enzimi che partecipano a vari processi metabolici. I plastidi hanno ribosomi e DNA propri rispetto a quelli della cellula e perciò possono svolgere sintesi proteica autonoma. 26/02/2014 32 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 Nelle cellule non ancora differenziate si trovano i PROPLASTIDI piccoli e con sistema interno di membrane poco sviluppato. Dai proplastidi si differenziano i plastidi che si dividono a seconda della loro funzione, del loro colore, dello sviluppo delle membrane interne e del contenuto dello stroma, in tre diversi tipi: CLOROPLASTI presenza di un pigmento fotosintetico la CLOROFILLA: rappresentano infatti la sede del processo fotosintetico. LEUCOPLASTI preferenzialmente nelle radici e nei tessuti non fotosintetici delle piante CROMOPLASTI hanno la funzione di sintetizzare e accumulare pigmenti quali carotenoidi e xantofille e sono sprovvisti di clorofilla 26/02/2014 26/02/2014 33 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 CLOROPLASTI I proplastidi esposti alla luce si differenziano in cloroplasti di colore verde a causa della presenza di un pigmento fotosintetico la CLOROFILLA: i cloroplasti rappresentano infatti la sede del processo fotosintetico. 26/02/2014 CLOROPLASTI all’interno di una cellula vegetale Gli enzimi che partecipano alla FOTOSINTESI sono localizzati nelle membrane altamente elaborate: i cloroplasti presentano infatti ripiegamenti interni detti TILACOIDI che si sviluppano nello stroma e presentano uno spazio interno detto LUMEN. In alcune regioni i tilacoidi formano i GRANA, dischi appiattiti impilati come una fila di monete. Da http://venus.unive.it/miche/cicli_ecosis/0049.htm il LUMEN, è fondamentale durante il processo fotosintetico in quanto consente di accumulare intermedi e ioni. 26/02/2014 34 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 26/02/2014 la fotosintesi in breve avviene in due fasi fase luminosa comprende reazioni che possono avvenire solo in presenza di luce fase oscura non richiede energia luminosa ed elabora i prodotti fotosintetici forniti dalla fase precedente. La velocità delle reazioni della fase luminosa può essere, entro certi limiti, incrementata aumentando l’intensità della luce e la concentrazione di anidride carbonica, la velocità delle reazioni della fase oscura può essere aumentata, anch’essa entro certi limiti, da un incremento di temperatura. 26/02/2014 35 D'Addario - Biologia Molecolare e Cellulare 26/02/2014 La fotosintesi può essere rappresentata da questa equazione generale: 6CO2 + 6H2O + energia → C6H12O6 + 6O2 che corrisponde a: anidride carbonica + acqua + energia solare → glucosio + ossigeno 26/02/2014 LE FASI DELLA FOTOSINTESI •FASE LUMINOSA 1. Richiede la luce che è “catturata” dalla CLOROFILLA 2. Produce ATP 3. Produce NADPH 4. Produce ossigeno •FASE OSCURA 1.Non richiede luce 2. Sfrutta i prodotti della fase luminosa (ATP e NADPH) 3. Produce GLUCOSIO 26/02/2014 36
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