Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione TEORIA DEI NUMERI I MODULO PROF. V ERA RDI Pr er eq ui sit i o bbli gat ori : insiemi, funzioni, relazioni d’equivalenza e d’ordine, operazioni e loro proprietà; conoscenze di base dei numeri naturali ed interi; gruppi, anelli e campi; matrici e sistemi lineari. Calcolo combinatorio. INTRODUZIONE: alcuni argomenti che coinvolgono numeri interi: A) Soluzioni intere. B) Terne pitagoriche. C) Numeri primi. D) Tartaglia e Fibonacci. Queste pagine anticipano alcuni argomenti, che a vario titolo entrano nella Teoria dei Numeri, ed hanno lo scopo soprattutto di incuriosire e fornire lo spunto per approfondimenti e ricerche personali. Alcuni dei contenuti saranno svolti in seguito, in questo o nell’altro modulo, con maggiore sviluppo ed anche con le doverose dimostrazioni. In particolare, il primo di essi, sarà trattato più diffusamente nel capitolo su equazioni e sistemi lineari diofantei, ed anticipa il problema di Frobenius sulle soluzioni intere non negative. Il secondo, di cui si dà la formula finale con la dimostrazione di Klein, mostra un esempio di equazione diofantea non lineare: a questo tipo di problemi sarà dedicato un capitolo, sulle somme di quadrati e sulle forme quadratiche intere. Di numeri primi si tratterà principalmente nell’altro modulo del corso: qui ci sono alcune anticipazioni ed alcuni degli innumerevoli risultati legati a questi numeri. Infine, l’ultima parte è dedicata ad un non così noto legame tra il triangolo di Tartaglia ed i numeri di Fibonacci, e vuol essere anche un pretesto per ricordare l’importanza di queste due nozioni. NOT A. Per chi volesse ripassare gli argomenti di Algebra I sugli assiomi di Peano, la teoria della divisibilità, i numeri primi ed il teorema di fattorizzazione, metto a disposizione in appendice il testo delle lezioni di un modulo di Algebra I tenuto su questi argomenti nel 2012-13. Esso contiene per completezza anche due costruzioni del campo razionale. 1 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione INTRODUZIONE A) S OL UZI ONI I NT ER E NON NE G AT I VE. Sulla nota rivista “La Settimana Enigmistica” sono presenti in ogni fascicolo numerosi giochi, che coinvolgono numeri interi, generalmente numeri positivi. In un numero recente, due personaggi, Gianni e Susy, sono in un negozio di dolciumi. Gianni ha organizzato una festa, alla quale parteciperanno tra gli altri più di 40 signore. A ciascuna egli vuole regalare un cioccolatino, come omaggio d’ingresso. La commessa del negozio mostra solo confezioni di 7 e 9 cioccolatini ciascuna e Gianni osserva che non c’è alcuna possibilità di acquistarle senza che avanzino cioccolatini. Invita perciò Susy a indovinare quante saranno le signore presenti. Proviamoci noi. Siano x ed y rispettivamente il numero di scatole da 7 e da 9 cioccolatini, ed n il numero delle invitate. Sappiamo quindi che: 7x+9y ≥ n > 40. x ≥ 0, y ≥ 0 Infine, n non è ottenibile nella forma 7x+9y. Dalla domanda posta alla Susy, sembra di poter dedurre che la risposta sia unica, cioè che esista un solo n > 40 che non è della forma 7x+9y, con x ed y non negativi. Senza questa ultima limitazione, ogni numero intero è combinazione lineare di 7 e 9. Infatti, poiché ( ) ( ) ( ) 7 " 4 + 9 " #3 = 1 , allora per ogni n∈Z si ha 7 " 4n + 9 " #3n = n Possiamo escludere tutti i multipli di 7 e di 9 maggiori di 40: … 27, 28,! 35, 36, 42, 45, 49, 54, 56, 63 …. ! dato che è possibile acquistare zero scatole di uno dei due tipi. Escludiamo ora i numeri > 40 che si ottengono sommando ad un multiplo di 9 un multiplo di 7: 41 = 27+14, 43 = 36+7, 44 = 35+9, 46 = 28+18, 48 = 27+21, 50 = 36+14, 51 =42+9, … È rimasto per ora il 47. Possiamo sottrarre via via 9, 18, 27, 36, 45 e scoprire che non otteniamo mai un multiplo di 7, perciò 47 potrebbe essere il numero cercato. Se la soluzione è unica, è certo n = 47. Ma come fare a sapere che è l’unica?. 2 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Fino a 63 = 9⋅7, si può procedere per tentativi, come fatto finora. Ma i numeri naturali sono infiniti, quindi non si va molto avanti. Occorre un po’ di Algebra. ( ) ( ) Abbiamo visto che in Z per ogni n intero si ha 7 " 4n + 9 " #3n = n . ( ) ( ) Si ha anche 7 " 9t + 9 " #7t = 0 per ogni t intero. Allora si ha anche, sommando: !9t + 9 " #3n # 7t = n 7 " 4n + ( ) ( ) ! # x = 4n + 9t 3n Ossia, $ . Per rendere y ≥ 0, occorre prendere t in modo che sia t " # . Affinché 7 % y = "3n " 7t ! sia x ≥ 0, occorre invece t " # ! " " ! " ! 4n 9 #t#" 28n 63 3n 7 #t#" 4n . Quindi, in definitiva deve esistere un intero t tale che 9 ! . Si possono anche ridurre allo stesso denominatore le due frazioni: 27n 63 ! . Allora è chiaro che se n = 63+h, con h positivo, allora 27n # 28n & n h 4n 3n " %%" = 1+ > 1, quindi un intero t tra quelle due frazioni " (( = #t#" 63 $ 63 ' 63 63 9 7 esiste. Ne segue che per ogni n ≥ 63 una soluzione dell’equazione 7x+9y = n con x ed y non ! negativi esiste. ! Allora il solo numero maggiore di 40 che non si possa scrivere nella forma 7x+9y con x ed y non negativi è 47, e questa è l’unica soluzione del problema posto da Gianni alla Susy. Riprenderemo questo argomento, delle equazioni diofantee, in uno dei prossimi capitoli. B) ANG OLI RE TTI E TER NE P ITAG ORI CHE . Un antichissimo problema, nato con l’agricoltura e la conseguente costruzione delle prime città, riguarda la costruzione di angoli retti. La soluzione greca, basata sull’uso di riga e compasso, è ben nota: dapprima, tracciato con la riga un segmento, col compasso si tracciano due circonferenze centrate negli estremi del segmento e con raggio uguale al segmento stesso: congiungendo i due punti di intersezione delle due circonferenze, si ottiene l’asse del segmento, perpendicolare al segmento nel suo punto medio. La perpendicolare da un punto ad una retta si ottiene sfruttando opportunamente questa costruzione. 3 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Per costruire la perpendicolare da un punto esterno C ad una retta si traccia una circonferenza secante, poi si trovano le due intersezioni D, E: l’asse di DE passa per C e CFD è retto. Se il punto G è sulla retta, una circonferenza di centro G taglia la retta in due punti H, I il cui asse passa per G ed è perpendicolare alla retta. Ma i popoli più antichi facevano davvero così, in particolare sul terreno o sulle pareti di edifici? Certamente no. In qualche modo avevano scoperto che se un triangolo ha i lati di 3, 4, 5 unità (di misura), allora l’angolo opposto al lato maggiore è retto. Si tratta di un caso particolare del Teorema di Pitagora. Basta fare 13 nodi equidistanti in una corda ed unire il primo col tredicesimo, (e così restano 12) poi tendere la corda in modo da formare un triangolo nei cui lati ci sia il numero giusto di spazi fra i nodi, 3, 4 e 5. Automaticamente l’angolo opposto al 5 è retto, a meno di errori di realizzazione pratica. 4 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Ciò pone un quesito: esistono altre terne di numeri interi positivi x, y, z che danno luogo ad un triangolo rettangolo? Ciò avviene, per il teorema di Pitagora, se e solo se x 2 + y 2 = z2 . Ovviamente, anche 6, 8 10 soddisfano questa condizione, e così 3k, 4k, 5k per ogni ! k " 1 . Interessano solo le terne primitive, ossia senza fattori comuni. Tra queste terne si trova anche 5, 12, 13, ma ce ne sono altre? Ce ne saranno infinite?. Intanto, sicuramente x ed y non hanno un fattore primo comune, altrimenti ce l’ha ! anche z e la terna non è primitiva (e ciò vale anche per le altre coppie (x, z) ed (y,z). Ossia, ( ) ( ) ( ) ( ) MCD x, y, z = MCD x, y = MCD x, z = MCD y, z . In particolare, x ed y non sono entrambi pari. Potranno essere entrambi dispari? Un ! " % numero dispari ha la forma 2k+1; allora x2 + y2 = 4$k 2 + k + h 2 + h ' + 2 non può essere un # & quadrato, perché è pari ma non è multiplo di 4. Allora uno è pari e l’altro è dispari. Quindi, anche z è dispari. ! Cerchiamo ora le terne primitive: le aveva già trovate Euclide, ma noi seguiremo un’idea del matematico tedesco Felix Klein. Per questo però consideriamo anche le soluzioni negative, quindi lavoriamo in Z anziché in N, cercando comunque le terne con z ≠ 0, poiché se z = 0 anche x = y = 0. Inseriamo il problema nel piano cartesiano, dopo aver diviso tutto per z, che non è nullo, ottenendo il cerchio goniometrico X 2 + Y 2 = 1. Sia A = 0, "1 ( ) un punto della circonferenza. Le rette passanti per ! Y hanno equazione Y = mX " 1 . A e diverse dall’asse ! Cerchiamo l’ulteriore punto ( ) P = X, Y di intersezione con la circonferenza. ! In particolare, cerchiamo le soluzioni razionali, ossia i punti P a coordinate razionali, che ci ! daranno tutte e sole le terne pitagoriche. Se il punto P ha coordinate razionali X, Y, allora anche il coefficiente angolare m è un numero razionale: basta ricordare che dalla formula della retta per i due punti A e P si ricava m = Y +1 . X ! 5 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione $ & & Y = mX " 1 # Risolviamo il sistema: % 2 2 &X + Y = 1 & ' $ 2m &X = & m2 +1 % . Si ricava quindi che, viceversa, se m è m2 "1 & &Y = 2 ' m +1 razionale anche P ha le coordinate razionali. Poiché le sue coordinate sono quozienti X = x/z, Y = y/z di ! interi, devono essere numeri razionali, quindi deve essere m = a/b, con a, b interi coprimi (e b non nullo). # # 2ab 2ab (z %X = %x = % % a 2 + b2 a 2 + b2 '$ Allora, sostituendo, si ottiene: $ . Allora poniamo z = a 2 + b2 e 2 2 2 2 a "b a "b % % (z %Y = 2 %y = 2 2 & & a +b a + b2 ! quindi avremo x = 2ab, y = a 2 " b2, z = a 2 + b2. ! Adesso è facile verificare che questa terna soddisfa la condizione x2 + y2 = z2 . ! anche se a = 0 oppure se b = 0, o se x ed y sono interi negativi. La verifica Ma avremo trovato terne primitive? Le avremo trovate tutte? ! Sicuramente mancano quelle con z < 0, ma non è un grosso guaio: basta prendere # & z = t " %a 2 + b2 (, t = ±1, visto che al quadrato il segno poi diventa irrilevante. Allora $ ' sicuramente le abbiamo trovate tutte, dato che da una terna primitiva troviamo il punto P e ! la retta AP, che interseca la circonferenza nel punto razionale P e quindi con m razionale. Piuttosto, come già osservato, se due dei tre numeri hanno un MCD = d ≠ 1, allora anche ogni coppia (x, y), (x, z), (y, z) e la terna (x, y, z) hanno lo stesso MCD = d. Allora, se si vuole # & t " %a 2 + b2 ( $ ' che la terna sia primitiva, si dovrà prendere z = , t = ±1 . d In tal modo, si ottengono tutte le terne x, y, z primitive, al variare di a, b, con i loro segni. Per semplicità, dato anche il problema ! iniziale, fissiamo z > 0, quindi prendiamo t = 1. Ora vediamo quanto può valere d. Ricordiamo che a e b sono coprimi, perché m = a/b era ridotta ai minimi termini, quindi lo sono anche i loro quadrati. ! Se d = 1, avremo x = 2ab, y = a 2 " b2, z = a 2 + b2. Se d > 1, esistono due interi u, v coprimi e tali che a 2 + b2 = d " u , a 2 " b2 = d # v . Se ne ! ricava: 2a 2 = d " u + v , 2b2 = d " u # v . Per quanto detto su a 2 e b2 , d non può dividere ( ) ( ) ! ! entrambi, quindi deve dividere 2, ed allora d = 1 oppure d = 2. ! ! ! 6 ! Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Abbiamo finito? Ancora no: in realtà, il caso d = 2 si riconduce al caso d = 1. Basta un piccolo artificio: in questo caso a e b devono essere dispari(*), ossia a = 2h+1, b = 2k+1. Allora poniamo p = h " k , q = h + k + 1, e, dopo alcuni calcoli, otterremo: x = q 2 " p2, y = 2pq, z = p2 + q 2 , ! ! ossia la stessa formula del caso d = 1, però con lo scambio di x ed y. Riassumendo, abbiamo trovato tutte le terne pitagoriche primitive con la formula ! x = 2ab, y = a 2 " b2, z = a 2 + b2, con MCD(a,b) = 1 e z > 0. Da una di esse, se i tre numeri sono non nulli, se ne ricavano due in N e ben 16 in Z, ! scambiando x con y e cambiando i segni dei tre numeri. NOTA. Le trasformazioni che mutano in sé la formula x2 + y2 = z2 come detto sono 16 e, componendole, formano un gruppo G d’ordine 16. In particolare, ce ne sono 8 che agiscono solo sul primo membro e # ' * ! D 4 del quadrato. Infatti, oltre all’identità $ x" = x & )1 0, formano un sottogruppo D isomorfo al gruppo (0 1+ % y" = y $ x" = #x (#1 0 + # x" = y '0 1* '* &) % $ -, ,, ) 0 #1, (1 0+ & y" = #y % y" = x ! $ x" = #y (0 #1+ $ x" = y ( 0 1+ $ x" = #y ( 0 #1+ '* '* '* % -, % - ed infine % - (di ciascuna è stata riportata )1 0 , & y" = #x )#1 0, )#1 0 , & y" = x & y" = #x ! ! ! ! anche la corrispondente matrice) abbiamo ! $ x" = #x (#1 0+ '* % -, ) 0 1, & y" = y ! poi $ x" = x (1 0 + '* % -, ! & y" = #y )0 #1, ! Queste sono appunto le 8 isometrie che trasformano per esempio il quadrato di vertici (1,1), (1,-1), (-1,-1), (-1,1) in sé. Osserviamo che D è un sottogruppo normale in G perché ha metà degli elementi di G. Le due trasformazioni che riguardano z (identità e cambio di segno) non influiscono su x ed y, quindi il ({ } ) sottogruppo S " 1, #1 , $ " S2 (gruppo simmetrico su 2 oggetti) che formano commuta elemento per elemento con gli 8 elementi di D. Allora, anche S è normale in G, (anzi, è nel centro di G) e quindi ! G = D " S # D 4 " S2 . ! "m m 12 % Infatti, detta M M = $ 11 ' la matrice 2x2 della trasformazione sulle incognite x ed y, la matrice #m 21 m 22& "m m 12 0 % $ 11 ' complessiva è allora del tipo $m 21 m 22 0 '. ! $ 0 0 ±1'& # (*) Se per esempio a è pari, anche u+v è pari quindi anche u-v lo è e dunque anche b è pari, mentre MCD(a,b) = 1. ! 7 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Come noto, una congettura di Fermàt affermava che l’analoga equazione xn + yn = zn , con x, y, z interi non nulli e n ≥ 3 non ha soluzioni. Lo stesso Fermàt affermò di averne trovato una dimostrazione meravigliosa, ma troppo lunga per essere contenuta nel bordo di un trattato sui numeri che stava leggendo. ! Si sa che egli ricondusse facilmente il problema ai soli esponenti primi: se per p primo dispari è impossibile, # &p # &p # &p allora per ogni suo multiplo n = p⋅m lo è: xn + yn = zn " % xm ( + % ym ( = %zm ( . Inoltre, ne dimostrò $ ' $ ' $ ' l’impossibilità per p = 4. Dopo più di tre secoli di sforzi da parte di molti grandi matematici, alla fine del millennio scorso l’inglese Wiles riuscì a dimostrare la congettura di Fermàt, e ne uscì anche un film di ! successo. Poiché la dimostrazione sembra proprio giusta, gli appassionati sono invitati a cimentarsi con altri problemi ancora aperti… C) NUME RI PRI MI. Nella scuola media il primo anno si insegnano i numeri primi, ossia quegli interi > 1 che hanno due soli divisori. Si insegna poi che con essi si possono scomporre gli altri numeri interi > 1 ed in un unico modo, se il prodotto è scritto in forma r canonica: per ogni n > 1, allora n = " p ih i , con p1 < p2 < K < p r , r ≥ 1 ed h i > 0 "i . La i=1 scomposizione è giustificata con la necessità di ridurre le frazioni ai minimi termini e ! ! quindi semplificare i calcoli ! nelle espressioni e nelle equazioni. Serve in particolare per il calcolo dei divisori di un numero e del MCD ed mcm di due numeri. Per facilitare i calcoli da scuola media, si danno criteri di divisibilità per 2, 3, 5, 11, relativamente facili da applicare (ma il 7 fa eccezione). Si insegna anche che se si cerca di scomporre un numero n > 1 e questo non risulta divisibile per i primi che hanno il quadrato ≤ n, allora è certamente primo. Una tecnica che si insegna è il crivello di Eratostene per trovare i primi minori di un dato numero, per esempio 1000. Quest’ultimo merita un po’ d’attenzione: per un certo tempo è stato usato a scuola per illustrare come idee nuove possano sveltire i programmi per computer volti a costruirsi un elenco di primi. Per esempio, inizialmente si elencano i numeri da 2 a 1000, poi: - si trascrive in coda all’elenco dei primi il primo numero della lista e si cancellano tutti i suoi multipli; - si prosegue fino a che la lista non sia vuota. Si trova quindi via via un elenco, che si allunga fino a comprendere tutti i primi minori di 1000. Poi però si cerca di usare la testa: a parte il 2, unico primo pari, si elencano solo i dispari minori di 1000 e si procede come prima. Tuttavia, poiché i numeri maggiori di 31 hanno il quadrato maggiore di 1000, tutti i numeri superstiti maggiori di 31 sono primi, ed il programma è assai più rapido. 8 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Ecco la lista dei primi 24 numeri primi (nelle seconde righe). 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 2 3 5 7 11 13 17 19 23 29 31 37 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 41 43 47 53 59 61 67 71 73 79 83 89 Euclide ha dimostrato che ci sono infiniti numeri primi, pertanto per ogni n ≥ 1 possiamo chiederci chi sia l’n-esimo numero primo. Sarà possibile dare una funzione esplicita p = f(n) che associ ad ogni n l’n-esimo numero primo? Già da questo tratto iniziale si vede che non sembrano esserci regolarità: ci sono primi dispari consecutivi, come 3 e 5, 11 e 13, 71 e 73: i primi gemelli. Ma ci sono distanze maggiori, anche se in questi esempi sembra che non possano essere troppo grandi. Eppure, la distanza tra due primi consecutivi non è limitata superiormente. Per convincercene, ricordiamo che il simbolo n! vale 0 se n = 0 o se n = 1, mentre se n > 1 è il prodotto dei numeri da 1 ad n. Quindi, se n > 1, n! è multiplo di tutti i numeri interi positivi e ≤ n. Allora, tra n!+2 e n!+n non ci sono primi. Infatti, per ogni k, 2 ≤ k ≤ n, il numero k divide n!, quindi n!+k è multiplo di k e non è primo. A proposito, il numero n! si scompone nel prodotto dei fattori primi p ≤ n, ma con quale esponente? Un semplice algoritmo è il seguente: si divide n per p e si considera il quoziente q1. Se è < p, allora nella fattorizzazione di n il primo p ha esponente q1. Altrimenti si divida q1 per p e si consideri il quoziente q 2 , e così via, fino ad ottenere un quoziente ! minore di p. Allora l’esponente di p è la somma di tutti i quozienti ! ottenuti. Ovviamente, se p > n/2, ha esponente 1. Vediamo un ! esempio con 23! ! 23 11 5 2 1 19 2 2 2 2 23 7 2 9 3 3 23 4 4 5 23 3 3 7 23 2 2 11 Pertanto, 23!= 219 "39 "54 "73 "112 "13 "17 "19 "23 Tornando al discorso di prima, un celebre teorema di Bertrand afferma che per ogni n ≥ 1, ! tra n e 2n esiste almeno un numero primo. Insomma, chi è il millesimo numero primo? Chi è il miliardesimo numero primo? Con pazienza, un buon computer ed il software adeguato, che non facciano errori, comunque col crivello di Eratostene si riesce a trovare la risposta, se c’è abbastanza tempo (non più di 5 miliardi di anni, la vita residua del sole…). 9 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Un problema che ha un certo interesse per gli informatici, soprattutto come test per i nuovi computer è trovare numeri primi sempre più grandi. I primi cercati sono dispari della forma 2n " 1. Quali di essi possono essere primi? Un metodo per scomporre numeri espressi come valore di espressioni aritmetiche è quello di scomporre la ! successione con le tecniche dei prodotti notevoli. Se n non è primo si può scrivere nella forma n = p " q , con p primo, quindi, ricordando la nota formula algebrica x p " 1 = x " 1 # p"1 ) $ xk ( k=0 fattorizzazione: p"1 # !&p # & # q &k 2n " 1 = %2q ( " 1 = %2q " 1( ) %2 ( $ ' $ *$ ' k=0 e posto x = 2q , si ricava la ! ! ' Allora se 2n " 1 è primo, deve essere q = 1 e quindi l’esponente n deve essere un primo p. Ma 2p " 1 sarà sempre ! primo? Se p = 2 sì. Da qui in poi serve un software che sia in grado di verificare se ! dato numero naturale dispari x > 1 sia primo o no, oppure tanta pazienza ed abilità nello svolgere un ! montagne di calcoli senza sbagliarsi. Si vede subito che per x = 11, che è primo, si ha: 211 " 1 = 23 #89 I numeri della forma 2p " 1 che sono primi sono detti primi di Mersenne. Non si sa se ce ne siano infiniti o no, ma se ne conoscono !con migliaia di cifre. Uno di essi è finito anche sulle magliette (le cosiddette T-shirts), qualche anno fa. ! Un problema simile riguarda i numeri della forma 2n + 1: con la stessa tecnica, se n è multiplo di un primo dispari p, possiamo scrivere n = p " q e quindi, come sopra, ! ! " %p " % 2n + 1 = $2q ' + 1 = $2q + 1' ( # & # & p)1 " %k * $#)2q '& k=0 Pertanto, un numero di questo tipo può essere primo solo se n è una potenza di 2. I primi k ! della forma 22 + 1 sono detti primi di Fermàt. Sono importanti perché si dimostra che un poligono regolare con un numero primo p di lati si costruisce con riga e compasso se e solo se p è! un primo di Fermàt. Vediamo la tabella: k 0 1 2 3 4 5 6 22 + 1 3 5 17 257 65.537 4.294.967.297 18.446.744.073.709.551.617 è primo? sì sì sì sì sì = 641×6.700.417 =274.177×67.280.421.310.721 k ! 10 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Gauss diede una costruzione del poligono di 17 lati e qualcuno lo ha fatto con quello di 257. Non credo che ci si sia riusciti con quello di 65.537. Torniamo al problema che ha assillato i grandi matematici dell’800, Gauss per primo: stabilire qualche tipo di regolarità per la successione dei numeri primi. Questo problema sarà trattato nell’altro modulo del corso. Anticipo qui alcuni risultati e curiosità. Vari matematici, tra cui P. Mengoli ed I. Newton indipendentemente provarono che " # 1 = +" , mentre Eulero dimostrò che n n=1 " # 1 2 n=1n = $2 . Ricordiamo poi che 6 " 1 = e $ 2,71 . # n! n=0 Questo perché i quadrati ed i fattoriali hanno bassa “densità” entro i numeri naturali. ! "! # Invece, sorprendentemente, p primo ! 1 = +" , perciò i primi hanno grande densità entro N. p Per ogni numero naturale n ≥ 1 calcoliamo i valori della funzione: π(n) = numero dei primi p ≤ n, ! Seguendo un’intuizione di Gauss, confrontiamo i due numeri π(n) e n/ln(n). Incominciamo con una tabella calcolata con l’ausilio di software appositi: n π(n) ln(n) 1 0 0,000 2 1 0,693 3 2 1,099 4 2 1,386 5 3 1,609 6 3 1,792 7 4 1,946 8 4 2,079 9 4 2,197 10 4 2,303 () () 0,000 0,347 0,732 0,693 0,966 0,896 1,112 1,040 0,977 0,921 ! n " ln n n Per trovare altri valori della successione π(n) ci serve una lista di primi abbastanza estesa e una paziente ! tabulazione, oppure la possibilità di scrivere un programma in un qualche linguaggio di programmazione. Un semplice algoritmo ricorsivo per il calcolo della successione π(n) è il seguente: • π(1) = 0 • Per ogni n > 1, se n è primo allora π(n) = π(n-1)+1; altrimenti, π(n) = π(n-1) Dopo ciò, si divide (in forma approssimata) π(n) per il quoziente n/ln(n) e si ottiene una successione di numeri decimali, che pur oscillando su e giù, per n tendente all’infinito tende ad 1. I valori della successione π(n), 1 ≤ n ≤ 1001, sono riportati in una colonna di Excel, poi moltiplicati per ln(n) e divisi per n. Il risultato è mostrato nel grafico ad istogramma riportato nella figura seguente. Si osservi come la discesa ad 1 sia assai lenta. Per n =1000 e per n = 100.000 si ha infatti: π(1000) = 168 ⇒ ( ) ( ) $ 1,1605 ; π(100.000) = 9.592 ⇒ "(100.000) # ln(100.000) $ 1,10432 . " 1000 # ln 1000 1000 100.000 ! ! 11 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione 1,4 1,2 1,0 0,8 0,6 0,4 0,2 0,0 1 101 201 301 401 501 601 701 801 901 1001 Un problema divertente è trovare polinomi su N che diano solo numeri primi, almeno per valori piccoli di n. Per esempio, sia dato il polinomio f n = n 2 " n + 41. Se ne () calcolino alcuni valori; che cos’hanno di particolare? Con l’ausilio di un software calcoliamo i valori e scriviamo true se f(n) !è primo, false in caso contrario. La sorpresa è che per n ≤ 40 si trovano solo numeri primi. Per n = 41 si ha f 41 = 1.681 = 412 . ( ) n f(n) isprime(n) 1 41 true 2 43 true 3 47 true 4 53 true 5 61 true 6 71 true 7 83 ! true 8 97 true 9 113 true 10 131 true 11 151 true 12 173 true n f(n) isprime(n) 13 197 true 14 223 true 15 251 true 16 281 true 17 313 true 18 347 true 19 383 true 20 421 true 21 461 true 22 503 true 23 547 true 24 593 true n f(n) isprime(n) 25 641 true 26 691 true 27 743 true 28 797 true 29 853 true 30 911 true 31 971 true 32 1033 true 33 1097 true 34 1163 true 35 1231 true 36 1301 true n f(n) isprime(n) 37 1373 true 38 1447 true 39 1523 true 40 1601 true 41 1681 false 42 1763 false 43 1847 true 44 1933 true 45 2021 false 46 2111 true 47 2203 true 48 2297 true Concludiamo questa rassegna cercando se si possa scomporre 100 nella somma di due primi. Naturalmente si può supporre 100 = p+q, con p ≤ q, quindi con p ≤ 47. La lista dei primi p ≤ 47 e la verifica se 100-p sia primo o no si può eseguire manualmente. p q 3 97 true 5 95 false 7 93 false 11 89 true 13 87 false 17 83 true 19 81 false 23 77 false 29 71 true 31 69 false 37 63 false 41 59 true 43 57 false 47 53 true Dunque, il 100 si scrive in 6 modi diversi come somma di due primi. La congettura di Goldbach presume che ogni numero pari > 2 sia somma di due primi. Una analoga congettura di Polignac, profondamente diversa perché non verificabile neppure nei casi particolari, afferma che ogni numero pari è differenza di due primi addirittura in infiniti modi. 12 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione La differenza tra le due congetture è ovvia: dato il numero pari n = 2m, gli eventuali due primi p e q tali che p−q = n potrebbero essere così grandi da non essere trovati mai; non solo, ma il non riuscire a trovarli non smentirebbe questa congettura, mentre smentirebbe quella di Goldbach, in cui gli addendi sono minori di n. Sui numeri primi, oltre alla loro distribuzione nella successione dei numeri naturali e alla congettura di Goldbach e Polignac ci sono tantissimi risultati e numerosi problemi aperti. Dirichlét (1837) dimostrò che in ogni progressione aritmetica a n = a 0 + n " d , se ( ) MCD a 0 , d = 1 allora ci sono infiniti termini che sono primi. A proposito di progressioni aritmetiche, un profondissimo !e sorprendente risultato ! di questi anni è il seguente: (Green, Tao, 2003): nella successione dei primi esistono sequenze di termini in progressione aritmetica di lunghezza arbitraria. Un esempio? Ecco 25 numeri primi in progressione aritmetica, trovati nel 2008 (credeteci sulla parola che sono proprio tutti primi, oppure verificatelo direttamente!): 6.171.054.912.832.631 + 336.384 ⋅ 223.092.870 ⋅ k, 0 ≤ k ≤ 24 Termino citando un risultato ottocentesco di Zsigmondy, utile nello studio dei gruppi finiti aventi per ordine la potenza di un primo: con alcune eccezioni, per ogni primo p e per ogni n ≥ 2, esiste almeno un primo q che divide pn " 1 pk " 1 , ma non divide né p-1 né , per p "1 p "1 ogni k < n. Le sole eccezioni sono p = 2 ed n = 6, oppure p primo di Mersenne ed n = 2. Vediamo alcuni casi per p = 3, che è di!Mersenne: per n = 2 non ci sono primi “nuovi”. ! ! n 2 3n " 1 2 22 ! ! 3 13 ! 4 5 6 23 " 5 11 2 22 "7 "13 ! ! 7 ! 1093 ! 8 9 24 "5 " 41 13 "757 ! ! 10 22 "112 " 61 D) I L TR I ANG OL O ARI T ME TI CO ED I NUMERI DI FIB ONACCI. Siano X un insieme non vuoto, n0 ∈N ed M = {n∈N | n ≥ n0 }. Chiamiamo successione in X ogni funzione f:M→X. In particolare, se M = N, posto an = f(n), la successione si denota anche con (a n )n "N . Una successione f: ! N→X si può definire esplicitamente, assegnando ad ogni n∈N il valore f(n), ma anche ricorsivamente, assegnando le condizioni iniziali f(0), ..., f(h-1) e facendo dipendere f(n+h) da f(n), f(n+1), ...., f(n+h-1). 13 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Nel seguito sarà X = R, campo dei numeri reali, di cui N è pensato come sottoinsieme, ed n0 = 0 oppure n0 = 1. Nel costruire le tabelle si è fatto uso di Excel, il cui riempimento automatico è perfetto per le definizioni ricorsive. Vediamo due esempi: a) Il fattoriale n! dipende da un solo valore iniziale: #%0!= 1 n 0 1 2 3 4 5 6 ⇒ … $ n! 1 1 2 6 24 120 720 %& n + 1 != n!" n + 1 ( ) ( ) b) I numeri di Fibonacci sono una successione che dipende da due valori iniziali: ! ! "a = 1 $ 0 n 0 1 2 3 4 5 6 7 ⇒ … #a1 = 1 a n 1 1 2 3 5 8 13 21 $a % n +2 = a n + a n +1 In alcuni testi si pone a 0 = 0 , ma più frequentemente si parte da 1. In tal modo è possibile ! ! a definire il quoziente fra due termini consecutivi in ogni caso: n +1 , n " 0 . an ! Questa successione di quozienti è interessante, perché ha limite finito. Per calcolarlo, il trucco usato da Eulero è il seguente: posto l = lim a n +1 ! x"# a n , che è positivo, si ha anche: $ ' & ) $ ' a a + an a 1 ) 1 ! l = lim n +2 = lim n +1 = lim &&1 + n )) = lim &1 + = 1+ . & ) a n +1 a n +1 ( x"# a n +1 l x"# a n +1 x"# x"#% & ) a % n ( 1+ 5 Ne segue l2 " l " 1 = 0 , la cui unica soluzione positiva è l = , cioè il numero aureo γ 2 ! degli antichi greci, rapporto tra base ed altezza di un rettangolo dal quale si può ritagliare ! un quadrato di lato l’altezza, ottenendo un rettangolo simile a quello iniziale. Inoltre, ! $ 2# ' poiché 2 " sin&& )) = % 20 ( 5 *1 1 = , ne viene che il rapporto fra il raggio di una circonferenza ed 2 + il lato del decagono regolare inscritto è proprio γ. Poiché il rapporto aureo si può costruire con riga e compasso, allora anche il lato del decagono e quello del pentagono inscritti in un ! cerchio di dato raggio si possono agevolmente costruire con riga e compasso. I coefficienti binomiali sono una famiglia di successioni Cn,k dipendenti da un parametro naturale k. Si possono introdurre in molti modi, ma quello che preferisco è basato sugli anagrammi di una parola. Se le lettere sono n e! sono distinte, allora ci sono n! 14 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione r anagrammi. Se le lettere distinte sono r e le loro frequenze sono k1,K, k r , con "ki = n, i=1 allora è immediato osservare che le permutazioni di una stessa lettera non cambiano la ! n! ! parola, quindi si hanno solo anagrammi distinti. Se le lettere distinte sono solo k1!"k 2!Lk r ! due, come nella parola MAMMA, detta k la frequenza della prima lettera, quella della seconda è n-k, quindi!abbiamo Cn,k = Poiché n! ( è ) ( ( )) , n " n #1 K n # k #1 k! multiplo di n! ( ) k!" n # k ! (n-k)!, anagrammi. possiamo allora scrivere Cn,k nella forma ! che possiamo reinterpretare come polinomio di grado k nella ! variabile naturale n. Esso ha come radici tutti i numeri n < k, ossia Cn,k = 0 se k > n . Questi numeri sono anche detti coefficienti binomiali, e denotati col simbolo ! ! "n % n! ! , perché compaiono nello sviluppo della potenza n-esima del binomio x+y $$ '' = #k & k!( n ) k ! ( ) secondo la nota formula di Newton. Al variare di n e k ≥ 0 i coefficienti binomiali costituiscono una specie di matrice ad ! infinite righe e colonne, numerate da 0 in poi. Le proprietà di questa matrice sono ben note: - Tutti gli elementi sono numeri naturali. - La colonna contrassegnata da k = 0 ha tutti gli elementi uguali ad 1. - "n + 1% '' = Per ogni n, k si ha $$ #k + 1& - La somma dei termini della n-esima riga è 2n "n % " n % $$ '' + $$ '' (formula di Stiefel) #k & #k + 1& ! n\k 0 1 2 0 1 3! 4 5 6 7 2n 1 = 20 1 1 1 2 = 21 2 1 2 1 4 = 22 3 1 3 3 1 4 1 4 6 4 5 1 5 10 10 5 6 1 6 15 20 15 6 7 1 7 21 35 35 21 7 1 128 = 27 8 = 23 16 = 24 1 ! 15 32 = 25 1 1 64 = 26 Teoria dei numeri I 2013-14, modulo prof. Verardi – Introduzione Nella tabella è mostrato il minore iniziale d’ordine 8 (con n e k da 0 a 7): per semplicità, i termini nulli li ho omessi. Che cosa c’entra coi numeri di Fibonacci questo antichissimo “triangolo”, attribuito da noi a Tartaglia, in Francia a Pascal, in Germania a Stiefel, ma noto ai matematici indiani molti secoli prima di costoro? Se proviamo a sommare i termini sulle linee parallele alla diagonale principale, otteniamo sempre +" oppure 0. Se invece consideriamo i termini paralleli alla diagonale secondaria, abbiamo un numero finito ! di addendi non nulli e la loro somma è finita. Nella prossima illustrazione, ho evidenziato nel primo minore d’ordine 13, le caselle delle linee parallele alla diagonale secondaria con lo stesso colore, alternativamente giallo e verde: la loro somma è sulla sinistra, in rosso, in una casella con lo stesso colore. Le somme sono: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233 Si tratta proprio dei numeri di Fibonacci. i ! Fi 0 1 1 1 2 2 3 3 4 5 5 8 6 13 7 21 8 34 9 55 10 89 11 144 12 233 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 2 0 0 1 3 6 10 15 21 28 36 45 55 66 78 3 0 0 0 1 4 10 20 35 56 84 120 165 220 286 4 5 6 7 8 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 5 1 0 0 0 15 6 1 0 0 35 21 7 1 0 70 56 28 8 1 126 126 84 36 9 210 252 210 120 45 330 462 462 330 165 495 792 924 792 495 715 1287 1716 1716 1287 9 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 10 55 220 715 # & Ossia, detto Fn l’n-esimo numero di Fibonacci, si ha Fn = 10 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 11 66 286 11 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 12 78 12 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 13 * %%$n k" k ((' . k)0 Questa non è l’unica sorpresa di questo triangolo, e non è l’unico modo di scriverlo, ! perché spesso si rappresenta in forma di triangolo isoscele, ed allora se ne apprezza la ! simmetria, ma non solo: anche i numeri sul suo asse di simmetria sono importanti in Combinatoria Algebrica. 16
© Copyright 2025 ExpyDoc