Il comunismo tra Lenin e Stalin

Il comunismo in Russia tra Lenin e Stalin
I bolscevichi al potere
1.
decreti sulla terra e sulla pace
2. repressione stampa di opposizione
Provvedimenti
Ottobre-Dicembre
1917 polizia politica: CEKA
3.
creazione
4.
divieto di sciopero
Elezioni Assemblea
costituente (12/11/1917)
bolscevichi
cadetti
socialrivoluzionari
menscevichi
I bolscevichi al potere (2)
1.
fuori legge i partiti di opposizione
2.
creazione Armata rossa
3.
annullamento dei debiti e prestiti stranieri
Provvedimenti
4.
firma della pace di Brest Litovsk
Gennaio -luglio 1918
5.
spostamento della capitale da S.
Pietroburgo a Mosca
6.
nascita del Patito comunista
7.
proclamata la nascita della Repubblica
Socialista Federativa Sovietica Russa
La guerra
civile
1918-1921
Gli avversari dei bolscevichi
•
Filo-zaristi (i “bianchi”)
•
•
Contadini
•
•
che volevano il ritorno del Zar
che non accettavano supremazia classe operaia
Cosacchi del Don e del Kuban
•
avevano goduto privilegi sotto zarismo e esprimevano una borghesia rurale che i
bolscevichi volevano annientare
•
Nazionalità non russe che volevano indipendenza
•
Ucraina, Estonia, Lettonia, Lituania, Georgia, Armenia ecc.
•
Legione cecoslovacca (ex prigionieri di guerra)
I “bianchi” ( monarchici,
reazionari, democratici e
conservatori)+eserciti
alleati
vs
Armata rossa
uidata da Lev Trockij
La guerra civile
I “bianchi” erano guidati da ex generali zaristi
La guerra con la
Polonia
1920-’21 (Pace di Riga)
•
La guerra civile finisce nel 1921 con la vittoria dei
bolscevichi (6 milioni di morti)
Il Comunismo di guerra
•
Rifornire l’esercito portò ad una militarizzazione dell’economia da parte dello Stato
•
•
lo Stato controlla impiego risorse, organizzazione della produzione e distribuzione delle
merci
Le fasi:
•
•
1918 •
nazionalizzazione grandi fabbriche
•
abolizione commercio al dettaglio
1919 •
militarizzazione lavoro di fabbrica
•
dittatura alimentare (requisizioni di beni alimentari) ——-> “Grande fame”
•
no circolazione del rublo
•
tessere di razionamento
Le conseguenze
•
Calo della produzione agricola e industriale
•
Resistenza contadini a requisizioni
•
•
Resistenza operaia
•
•
diminuzione terre coltivate con conseguente calo produzione (18
mil. di tonnellate nel 1921 rispetto ai 74 mil. del 1916)
Diminuzione produzione industriale (-86% rispetto al 1913)
Rivolta militare
•
ammutinamento della base navale di Kronstadt (marzo 1921)
•
rivendicazioni di libere elezioni, libertà di parola e di stampa
La Nuova Politica Economica (NEP)
1921-1928
•
Nel marzo del 1921 Lenin decide porre
fine alla fase del “comunismo di guerra”.
•
Con la “NEP” si reintroducono il libero
commercio, la proprietà privata,
circolazione moneta e apertura sportelli
bancari*.
•
1923 - crisi delle forbici**
•
Il tentativo ha successo: la produzione
torna a crescere.
•
•
Nascono nuovi ricchi: i nepmen nelle
città e i kulaki nelle campagne
All’esterno si ha l’impressione di un
fallimento dell’esperimento comunista,
ma si tratta di una strategia
transitoria***.
Lo stato totalitario
•
Il compromesso in economia non ha un riflesso sul piano
politico.
•
Negli anni della NEP si completa la costruzione del regime
dell’URSS (1922) seguita dalla Costituzione nel ‘24
•
nonostante l’apparenza federale e democratica
(“sovietica”),
•
si ha un netto prevalere del potere centrale
•
e una piena identificazione dello Stato con il partito
unico, quello comunista*.
La morte di Lenin
•
•
Colpito nel dicembre 1922 da
una malattia cerebrale, Lenin
morì nel 1924.
Il suo corpo venne
mummificato esposto alla
pubblica venerazione
Lo Stalinismo
1924-1953
La lotta per la successione
•
•
Vede contrapposti:
•
Trockij, pseudonimo di Lejba
Bronštejn, “eroe” della
rivoluzione, favorevole al
superamento della NEP e
all’ampliamento internazionale
della rivoluzione.
•
Stalin, segretario del PCUS dal
1922, favorevole alla
continuazione della NEP e al
“socialismo in un solo paese”.
Prevale Stalin, grazie al suo peso
nel partito: Trockij è emarginato,
espulso dal PCUS, dall’URSS e
assassinato (1940).
•
Iosif Vissarionovič Džugašvili (1878-1953)
Georgiano, di umili origini. Da giovane
frequentò il seminario teologico di Tbilisi, da
cui venne espulso nel 1899 per aver
partecipato all'attività di un gruppo
socialista georgiano. •
Entrato nel Partito operaio
socialdemocratico russo, si schierò con la
frazione dell'"Iskra", guidata da Lenin. •
Nel 1912 entrò a far parte del comitato
centrale del partito bolscevico e l'anno
successivo divenne direttore della “Pravda".
•
Si recò poi in Austria dove scrisse la sua
unica opera di rilievo teorico, Il marxismo e
la questione nazionale, a favore
dell'autodeterminazione dei popoli oppressi. •
Tornato in Russia, fu arrestato ed esiliato in
Siberia dove rimase fino allo scoppio della
rivoluzione nel febbraio 1917.
•
Nel primo governo bolscevico ricoprì la carica
di commissario alle nazionalità, che tenne per
cinque anni.
•
Nel 1922 venne eletto segretario generale del
Pcus
•
Durante la malattia di Lenin formò un
"triumvirato" con Zinov'ev e Kamenev per
contrastare Lev Trockij col quale era già entrato
in contrasto durante la guerra civile.
•
Dopo la morte di Lenin il "triumvirato" tenne
nascosto il testamento del capo del partito in
cui si suggeriva di rimuovere Stalin dalla carica
di segretario del Pcus, in precedenza
meramente esecutiva ma cui egli riuscì a
conferire un immenso potere.
•
Nel 1926 Zinov'ev e Kamenev si erano uniti con
Lev Trockij contro Stalin, ma vennero prima
emarginati e poi eliminati (assieme ad un altro
oppositore, Bucharin) durante le “purghe”
staliniane degli anni Trenta.
L’economia pianificata
•
Eliminati i possibili rivali, Stalin decide di abbandonare la NEP.
•
A partire dal 1928-32 l’economia viene guidata dallo stato che stabilisce nei
piani quinquennali gli obiettivi produttivi agricoli e industriali.
•
•
Ogni piano quinquennale trattava tutti gli aspetti dello sviluppo: beni capitali
(quelli usati per produrre altri beni, come carbone, ferro, macchinari), beni di
consumo (ad esempio sedie, tappeti, ferri da stiro), agricoltura, trasporti,
comunicazioni, salute, istruzione e benessere pubblico.
•
L'enfasi variava da piano a piano, anche se in genere era posta su energia
(produzione di energia elettrica), beni capitali e agricoltura. Esistevano degli
obiettivi di base e degli obiettivi ottimali.
Gli sforzi immediati furono concentrati nella collettivizzazione dell’agricoltura e
nel potenziamento dell’industria.
La collettivizzazione forzata
•
Scopo della collettivizzazione era la creazione di grandi unità produttive nella campagna al posto
della miriade di piccole fattorie contadine, in modo da consentire il controllo diretto dello stato sulla
produzione agricola, spezzando la resistenza del mondo rurale alla forsennata politica di
industrializzazione forzata dello stalinismo
•
kolchoz: azienda agraria collettiva sovietica, in cui la terra era ceduta in uso perpetuo dallo Stato
al k., cui appartenevano pure i mezzi impiegati nella produzione.
•
sovchoz: lo Stato era proprietario della terra e di tutti i mezzi di produzione, mentre i contadini
erano considerati come dipendenti statali, anche se potevano coltivare in proprio dei piccoli
appezzamenti
•
Preludio alla collettivizzazione furono le "misure straordinarie" imposte da Stalin all'inizio del 1928 per
requisire il grano. Il successo ottenuto dalle requisizioni ebbe un ruolo determinante nella decisione,
presa nel novembre del 1929 dal Politbjuro, di procedere alla "collettivizzazione totale" delle
campagne, che segnò la definitiva sconfitta dell'opposizione di destra.
•
La collettivizzazione forzata venne messa in atto, per ondate successive, tra il 1930 e il 1934.
•
Feroce guerra condotta dallo stato contro i contadini con l'uso di misure coercitive e repressive, la
collettivizzazione ebbe costi spaventosi.
L’eliminazione dei Kulaki
•
Ai contadini proprietari venne chiesto di cedere
le proprie terre alle aziende collettive. I “kulaki”
resistettero ai tentativi di persuasione e alla
propaganda.
•
Nel dicembre 1929 Stalin annunciò la
liquidazione dei kulaki come classe.
•
Per milioni di contadini (i kulaki, contadini
ricchi, erano invece solo una sparuta
minoranza) cominciò una spaventosa odissea.
•
Scacciati dalle loro case, privati di tutti gli
averi, furono costretti a entrare nelle fattorie
collettive (kolchoz) con miserevoli paghe in
natura; i più agiati vennero condannati alla
deportazione.
•
Stipati nei carri bestiame, molti morirono di
fame e di stenti durante il viaggio. Si calcola
che i contadini colpiti dal provvedimento
siano stati tra i cinque e i dieci milioni, un
terzo dei quali trovò subito la morte.
… e le sue conseguenze
•
La collettivizzazione non dette
i risultati sperati
•
La conseguenza più
spaventosa della
collettivizzazione fu la fame
che devastò, nell'inverno
1932-1933, le campagne
dell'Ucraina, del Caucaso
settentrionale, del Kazachistan
e di altre regioni.
•
Le vittime della fame furono,
secondo stime ancora
approssimative, tra i 4 e i 7,7
milioni.
Lo sviluppo industriale
•
Il governo ottiene un notevole
incremento produttivo
nell’industria pesante
(siderurgica, meccanica,
chimica)
•
al prezzo di una riduzione di
salari, consumi e del “tenore
di vita”
•
e grazie alla mobilitazione
delle energie dei lavoratori
attraverso un’intensa
campagna propagandistica
(“Stachanovismo”).
•
Esaminiamo alcuni dati:
•
il piano quinquennale fu attuato in quattro anni e tre mesi con una
approssimazione di meno del 6%;
•
la produzione dell’industria pesante (siderurgica, meccanica, derivati del
petrolio, carbone, energia elettrica) fu triplicata tra il 1928 ed il 1933;
•
la disoccupazione scomparve;
•
nelle miniere la meccanizzazione passò dal 15% nel 1928 al 63,6% nel 1932;
•
i canali navigabili raggiunsero alla fine del piano la lunghezza complessiva di
12.600 Km, la più alta diga del mondo venne costruita sul Dniepr;
•
i kolchozy che nel 1929 raggruppavano 400.00 aziende contadine, già nel 1931
ne raggruppavano 9.400.000
•
sempre nel 1931, i progressi dell’industrializzazione consentirono allo Stato di
inviare ai kolchozy 120.000 trattori e di aumentare la quantità di cominciami e
di sementi.
•
Sensibilmente minore,
rispetto all’industria pesante,
fu l’incremento delle industrie
di beni di consumo, delle
strade ferrate e dell’edilizia,
che insieme all’agricoltura,
furono i parenti poveri della
politica economica sovietica.
lo Stalinismo
•
Mentre Stalin è oggetto di un vero e proprio di “culto”,
•
si procede all’eliminazione di ogni opposizione alla
“linea del capo”:
•
Vaste epurazioni colpiscono la dirigenza “storica” del
partito e del paese, spesso effettuate attraverso
processi pubblici sulla base di accuse false e
confessioni estorte.
Lo stato totalitario
• Nonostante l’apparenza federale e democratica in URSS si ha:
– un netto prevalere del potere centrale
– una piena identificazione dello Stato con il partito unico, quello
comunista.
TOTALITARISMO DI STALIN
• LENINISMO diventa la dottrina ufficiale (versione
Stalin)
Il partito detiene tutti gli strumenti del potere politico
(esec., legis., giud.), sindacale, educativo (Komsomol)
NOMENKLATURA
• ceto politico che, in cambio della più
assoluta fedelta’ (e spesso incompetenza)
gode di potere e privilegi.
• burocrazia (cresciuta a dismisura)
Opposizione
• Vasti strati della società rifiutano però i principi
collettivistici
• In particolare le campagne resistono alla
propaganda di partito e alla predicazione ateistica
(ancora grande influenza della Chiesa Ortodossa)
• Repressione violenta
PURGHE
• dal 1934 al 1939
• Eliminazione di nemici (accuse, spesso sospetti,
delazioni, calunnie):
• frazionismo, deviazionismo, carrierismo, corruzione.
• Processi farsa: suicidio, omicidio, gulag
Repressione: GULAG
• 1934 morte di Kirov, sindaco di Mosca. Si scatenano
le "grandi purghe", che ebbero il culmine tra il 1936 e
il 1939.
• Circa 20 milioni furono i deportati nell'arcipelago dei
campi di lavoro, il Gulag.