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Cari Segretari,
da diversi mesi meditavo di restituire la tessera di quello che, fino a quando
ho avuto sufficienti motivi di esserne orgogliosa ed entusiasta, sentivo essere
il mio partito.
Ne sono stata una delle fondatrici e l’ho sostenuto con convinzione, fino a
che l’attuale segretario nazionale non ha cominciato ad assumere proposte e
ad indicare una linea che non comprendevo e che non trovavo coerente con
gli ideali che avevano condotto alla sua fondazione.
E, sicuramente, non con i miei ideali di solidarietà, giustizia sociale,
rappresentanza dei più deboli, a partire da chi lavora e ancora di più di chi un
lavoro non ce l’ha o lo perde, difesa della Costituzione.
La vicenda delle ultime primarie ha contribuito a farmi convincere che,
davvero, questo luogo politico ha eretto un muro insormontabile tra me e la
mia concezione di cosa, il partito a cui vorrei sentire di appartenere (e che mi
appartenesse), dovrebbe proporsi di raggiungere e, soprattutto, come.
Oggi, la notizia che Luca Pastorino, uscendo dal Partito Democratico, si
candida alla presidenza della Regione Liguria, con una proposta alternativa a
quella espressa da quello che era fino all’altro ieri anche il suo partito, è per
me motivo di enorme speranza nella buona politica e uno sprone in più per
decidere, finalmente, di porre fine a questo periodo della mia militanza nel
Partito Democratico.
Trovo la determinazione di questo mio gesto anche a seguito della lettura
delle parole con le quali si è voluta commentare la scelta di questa
candidatura alternativa al Partito, affidata a uno stucchevole, quanto
inefficace, richiamo ad un improbabile “momento per fare prevalere unità e
responsabilità nel centrosinistra”. La candidatura di Luca Pastorino viene
definita, in modo, per me, miope e riduttivo della sua valenza propositiva
alternativa, come l’atto di compiere “una scelta contro il PD che divide la
sinistra e rischia di agevolare la peggiore destra possibile”.
Credo che sia arrivato il tempo di porre termine a questi inspiegabili richiami
ad una presunta unità “responsabile” al solo fine di non favorire le destre, nel
momento in cui, ad ogni livello istituzionale, dal Governo alla stessa Regione,
il Partito Democratico pratica o si accingerà a praticare, le cosiddette “larghe
intese", governando proprio con quella destra, o parte di essa, dalla quale
afferma di volersi distinguere e proporre come alternativo.
La supponenza insopportabile di espressioni quali: “Senza e al di fuori del PD
non esiste né sinistra riformista né centrosinistra, né in Italia né in Liguria” e
“La nostra è l'unica sinistra che può farcela”, mi inducono a ritenere che tanta
presunzione non possa trovare casa e condivisione in me.
Per questo mi risulta ancora più facile e meno doloroso di quanto avrei
immaginato, decidere di rassegnare le mie dimissioni dalle due assemblee,
Provinciale e Regionale del vostro partito, in cui sono stata eletta all’ultimo
congresso; così come dalla Segreteria e dal Direttivo del Circolo di Sestri
Ponente, al quale cesso, da questo momento, di essere iscritta.
Non rinnoverò, perciò, la tessera per il 2015 e restituirò quella che,
tardivamente perché già perplessa, ho sottoscritto per il 2014.
Sosterrò con la convinzione e la passione che ha sempre contraddistinto la
mia azione politica, e che ben conoscete, la candidatura ed il progetto politico
impersonato e guidato da Luca Pastorino, al quale vanno tutti i miei
apprezzamenti per il coraggio, la determinazione e l’onestà, intellettuale e
non solo, con la quale sono certa condurrà la sua campagna e, mi auguro, il
suo prossimo impegno amministrativo.
Cordiali saluti.
Nadia Carì