Cara Giuliana Facchini quando è venuta da noi della 2H, ero veramente entusiasta, perché ci tenevo tanto a vedere come era la persona che ha scritto “La casa sul fiume”, il libro che, secondo me, è uno dei migliori, che abbia mai letto in tutta la mia vita. Prima del suo arrivo io la immaginavo diversa: pensavo fosse una persona seria e riservata, perché credevo che essere scrittori significasse stare ore ed ore a pensare e a scrivere; ma ho scoperto che lei è tutto il contrario: ho visto che è aperta, simpatica, divertente e questo mi ha fatto sentire a mio agio. Ieri lei ha detto che crede nella “magia della vita” ed in quel momento ero davvero sorpresa; ha detto questa affermazione nella parte in cui ci ha raccontato che durante la sua passeggiata sui luoghi, in cui ha ambientato il libro, vicino all’Adige, dietro di lei ad un certo punto ha visto davvero una colonia di gatti, proprio come aveva raccontato nel libro. Una cosa che mi ha stupito è quando ha detto che ci sono voluti mesi per scrivere la parte del libro ambientato durante la battaglia di Pastrengo nel 1848; non avevo mai pensato che bisognasse documentarsi così accuratamente sull’abbigliamento, sui lavori del passato, ma pensavo solo che per scrivere libri si dovesse usare la propria immaginazione. Questo suo libro è avventuroso, ma allo stesso tempo fa provare tante emozioni e sentire i sentimenti dei personaggi: è davvero un libro fantastico!!!! Nella storia racconta della vita, dei problemi, famigliari, dell’amicizia e del saper aiutarci a vicenda quando si è in difficoltà ed in pericolo; ma anche del saper chiedere scusa (come il papà di Paolo). Grazie a lei ho scoperto anche che la vita di uno scrittore non è facile come sembra, però ho visto che lei è una persona che non cede alla tentazioni di vendere più libri o essere famosa, seguendo i temi del momento; lei scrive ciò che vuole comunicare. Non avevo mai pensato che per scrivere, mandare la storia agli editori , aspettare la loro risposta ci volesse così tanto tempo; non sapevo che alcuni racconti, che vengono scritti, possano non essere non pubblicati non perché scritti male, ma solo perché non “di moda”. Ho capito che dietro questo mestiere c’è tanto lavoro, tanto da imparare e studiare, ma anche tanta passione. Le sue parole, che mi è piaciute di più, è che lei vuole che noi utilizziamo la nostra fantasia per immaginare la storia mentre la leggiamo e per continuarla anche all’infinito. Prima di salutarla vorrei farle due domande che non sono riuscita a fare: - Pensa che anche io, che non sono brava a scrivere temi (ma adesso sto migliorando) abbia la possibilità di diventare scrittrice? - Lei da piccola voleva già diventare scrittrice oppure aveva un altro sogno? Per il momento spero di poter leggere ancora altri dei suoi libri. Grazie ancora di essere venuta a trovarci. Un caro saluto dalla classe II H Francesca Cheng
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