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laicità della scuola
news
Dicembre 2014
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Notiziario on line del Coordinamento per la laicità della scuola
aderente alla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
(http://www.torinolaica.it/). Redazione: Marco Chiauzza, Grazia
Dalla Valle, Daniel Noffke, Jean-Jacques Peyronel, Cesare
Pianciola, Stefano Vitale.
Fanno parte del Coordinamento:
AGEDO, Associazione 31 Ottobre per una scuola laica e pluralista,
CEMEA Piemonte, CGD Piemonte, CIDI Torino, COOGEN Torino,
CUB-Scuola, FNISM, Sezione di Torino "Frida Malan",
MCE Torino.
Portavoce del Coordinamento e referente per le superiori:
prof. Fulvio Gambotto (339 5435162)
Referente per gli altri ordini di scuola: Silvia Bodoardo (329 0807074)
Editoriale: La Buona Scuola? Adottiamo la LIP!
Continua la discussione pubblica proposta dal governo Renzi
sulla “Buona Scuola” (https://www.labuonascuola.gov.it). Si tratta di
un rapporto presentato in una conferenza stampa nel settembre 2014,
su cui si è svolta una consultazione on line che ha coinvolto 65mila
persone, affiancata da circa 500 incontri promossi dal PD con realtà
varie, in cui, per esempio, alcune organizzazioni studentesche hanno
rilevato la mancanza del diritto allo studio, dell'educazione degli
adulti e dell'educazione 0-6 anni. Ma ci sono anche - come ha
ricordato Marina Boscaino su “Il Fatto Quotidiano”- 200 delibere di
collegi dei docenti nessuna delle quali favorevole alla Buona Scuola
renziana.
La “Buona Scuola”: un titolo ben noto a coloro che avevano con
entusiasmo partecipato alla stesura di una legge di iniziativa popolare
di cui si sta nuovamente anche parlando e che è stata ampiamente
discussa ad un convegno nazionale tenutosi a Bologna a fine
novembre 2014 (vedi sotto il link agli Atti). Si tratta della proposta di
legge già presentata in Parlamento nel 2006 e che è stata ripresentata
in questi ultimi due mesi sia alla Camera sia al Senato, sottoscritta da
parlamentari di diverse forze politiche: “Norme generali sul sistema
educativo d’istruzione statale nella scuola di base e nella scuola
superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in
materia di nidi d’infanzia”. Tale proposta di legge può essere letta
integralmente e sostenuta nel suo percorso “adottandola”:
http://adotta.lipscuola.it
L’acronimo LIP sta per Legge di Iniziativa Popolare per una Buona
Scuola per la Repubblica. Essa riguarda il sistema educativo di
istruzione statale ed è nato dal confronto durato oltre un anno di
centinaia di docenti, studenti e genitori.
Riguarda appunto l’intero sistema «educativo di istruzione» perché
cura la crescita dei soggetti che gli vengono affidati come persone,
come cittadini e cittadine, come futuri lavoratori e lavoratrici dal nido
fino ai 18 anni, considerando anche il nido di infanzia, non come un
sistema a domanda individuale, ma quale primo livello educativo.
La LIP afferma i principi costituzionali del pluralismo culturale e
della laicità, della formazione democratica dei cittadini, del
perseguimento dell’uguaglianza dei cittadini e della partecipazione
democratica al governo della scuola. E la partecipazione di tutte le
componenti, docenti, studenti e genitori, viene garantita attraverso gli
organi collegiali, mentre nella proposta Renzi la rappresentanza di
studenti e genitori è fortemente ridotta e aumenta l’importanza del
ruolo del dirigente scolastico.
Riconosce alla scuola statale la funzione istituzionale che la
Costituzione le assegna per garantire un effettivo diritto allo studio e
realizzare condizioni di uguaglianza per tutti, mentre la proposta di
Renzi si concentra sul problema del precariato, sui docenti e sulla loro
carriera, proponendo un sistema di scuole-azienda al di fuori di un
chiaro modello culturale nazionale, una proposta che a mio avviso
porterà a un degrado complessivo del sistema istruzione.
Secondo la LIP l’offerta scolastica statale è disciplinata ai sensi degli
art. 33 e 34 Costituzione e non sono messe sullo stesso piano le
scuole pubbliche statali e paritarie (si ricorda che queste ultime sono
principalmente private e confessionali e costituiscono circa il 5 %
delle scuole). Per questo le scuole non statali non sarebbero soggette a
finanziamento diretto da parte dello Stato. Inoltre la LIP prevede di
investire il 6% costante del PIL da destinare all’istruzione pubblica
(come da media degli altri Paesi OCSE): un investimento in
percentuale tiene conto di eventuali crisi del paese, ma fissare un
numero permette di garantire il valore che lo Stato vuole dare alla
Scuola che viene per questo considerata un investimento, uno dei
maggiori investimenti che lo Stato possa fare.
Resta la considerazione che la proposta Renzi può essere stata utile
per rilanciare il confronto e la discussione sulla scuola nel Paese, ma
di lì non ci aspettiamo il rilancio di una scuola laica e plurale, cioè del
luogo dove le nuove generazioni imparano ad imparare secondo
Costituzione.
Silvia Bodoardo
***
In evidenza:
→ Reclamo al Difensore Civico sulle scuole pubbliche e paritarie
È stato presentato da Fulvio Gambotto, portavoce del Coordinamento
per la laicità della scuola e da Tullio Monti, presidente della Consulta
Torinese per la Laicità delle Istituzioni, in nome e per conto delle
rispettive associazioni e delle oltre 60 associazioni ad esse aderenti.
Abbiamo chiesto al Difensore Civico di adoperarsi a favorire la
trasparenza dei processi decisionali e motivare le ragioni delle scelte
effettuate e abbiamo allegato, tra l'altro, un parere legale redatto a cura
dell’avv. Giorgio Sobrino, in ordine alla legittimità delle regole poste
dalla Regione Piemonte per l’apertura di nuove scuole per l’infanzia
nel territorio regionale.
Il Difensore Civico, cui l'istanza è pervenuta in data 29 ottobre 2014,
ha prontamente interpellato il Presidente della Giunta Regionale e le
altre autorità competenti.
Un primo risultato è stato raggiunto: la nuova normativa regionale sul
dimensionamento scolastico (4/11/14) recita: “In caso di richiesta di
istituzione di sezione aggiuntiva di scuola dell’infanzia, la Regione
attiva consultazioni con i soggetti interessati, anche al fine di valutare
la richiesta dell’utenza in considerazione dell’offerta complessiva del
territorio, nel rispetto della libera scelta educativa delle famiglie”.
→ Atti del convegno CULTURA d’EUROPA BENE
COMUNE:SCUOLA, UNIVERSITÀ, RICERCA, IL FUTURO ABITA
QUI svoltosi a Bologna il 29 Novembre 2014
http://lipscuola.it/blog/cultura-deuropa-bene-comune-gli-atti-delconvegno/
→ MANIFESTO PER LA LAICITA’
Adottato l’11-12 ottobre 2014 a Londra dalla Conferenza
Internazionale sulla Destra Religiosa, la Laicità e i Diritti Civili
La nostra epoca è caratterizzata dalla crescita della destra religiosa non a causa di una "rinascita religiosa", ma piuttosto a causa del
sorgere di movimenti politici e di stati di estrema destra che utilizzano
la religione per la supremazia politica. Questa crescita è una
conseguenza diretta del neo-conservatorismo e del neoliberismo e
delle politiche sociali del comunitarismo e del relativismo culturale.
Universalismo dei diritti, laicità e diritti civili sono stati abbandonati e
la segregazione delle società e delle "comunità" su base etnica,
religiosa e culturale è diventata la norma.
Lo Stato Islamico ( ISIS), il regime dell’Arabia Saudita, Hindutva
(Rashtriya Swayamsevak Sangh) in India, la Destra cristiana negli
Stati Uniti e in Europa, Bodu Bala Sena in Sri Lanka, Haredim in
Israele, AQMI e MUJAO in Mali, Boko Haram in Nigeria, i Talebani
in Afghanistan e Pakistan, la Repubblica Islamica dell'Iran e il Fronte
Islamico per la Salvezza (FIS) in Algeria sono esempi di tutto questo.
Per molti decenni i popoli del Medio Oriente, del Nord Africa,
dell’Asia meridionale e della diaspora sono stati le prime vittime, ma
anche la prima linea di resistenza contro la destra religiosa (sotto la
forma di Stati religiosi, di organizzazione o movimenti) e in difesa
della laicità e dei diritti universali, spesso con grande rischio per la
loro vita.
Invitiamo le persone in tutto il mondo a stare con noi per creare un
fronte internazionale contro la destra religiosa e per la laicità.
Chiediamo:
1. Completa separazione della religione dallo stato. La laicità è un
diritto fondamentale.
2. La separazione della religione dalla sfera pubblica, compreso il
sistema di istruzione, l’assistenza sanitaria e la ricerca scientifica.
3. Abolizione delle leggi religiose nel diritto di famiglia, civile e
penale. Fine della discriminazione e della persecuzione contro le
persone LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), le
minoranze religiose, le donne, i liberi pensatori, gli ex-musulmani, e
altri.
4. Libertà di religione e di ateismo e libertà di criticare le religioni. La
credenza è un fatto privato.
5.
Parità tra donne e uomini e diritti civili per tutti.
Per vedere le adesioni e aderire:
http://www.torinolaica.it/iniziative-del-coordinamentonazionale-delle-consulte/2155-manifesto-per-la-laicita’.html
→ Il sistema dell’8 per mille va “rinegoziato”. Parola della corte dei
conti
Ingrid Colanicchia
Adista Notizie n. 44 del 13/12/2014
Che il meccanismo dell’8 per mille non sia trasparente e abbisogni di una
rinegoziazione, per i lettori di Adista non è una notizia. Ma lo è che a dirlo,
stavolta, sia nientedimeno che la Corte dei Conti nella Relazione
concernente la “Destinazione e gestione dell’8 per mille” depositata il 19
novembre scorso (e resa nota il 28).
http://www.cdbitalia.org/2014/12/12/il-sistema-dell8-per-mille-varinegoziato-parola-della-corte-dei-conti/
→ IMPORTANTE SENTENZA DEL TAR DELLA SICILIA: L’insegnamento
della religione non è titolo valutabile per l’abilitazione ad altri insegnamenti
http://www.italialaica.it/documenti/528
→ "C’è un vizio antico che alimenta la sfiducia nella scuola: l’idea che la
soluzione stia in altro che non sia il cambiare davvero la scuola, ovvero il
fare scuola quotidiano, la relazione educativa che si traduce in processi di
insegnamento/apprendimento finalmente motivanti e adatti ai ragazzi di
oggi per essere donne e uomini di domani. È vero, troppe ore di lezione
non solo non emozionano ma mortificano, non producono né sapere né
crescita, annoiano, allontanano dal fascino performante della conoscenza,
ma è sbagliato pensare che la soluzione stia altrove: nei pomeriggi, nelle
“educazioni” gestite da esperti esterni, persino nei progetti di
partecipazione separati dal contesto di apprendimento, nel rapporto con
l’azienda o in qualsiasi altra cosa venga da fuori a svecchiare e cambiare la
scuola".
http://www.insegnareonline.com/rivista/editoriali/filo-sottile
→ EUTANASIA. ASS. COSCIONI: "A 8 ANNI DA WELBY, IL PARLAMENTO
SI FACCIA VIVO E INTERROMPA UNO SCANDALO PIU' GRAVE DI OGNI
INCHIESTA"
Presentato in conferenza stampa il video appello al parlamento con malati,
medici, infermieri, cittadini e personalità per la legalizzazione dell'eutanasia
e il pieno riconoscimento del testamento biologico.
Clicca qui per vedere il video
→ FNISM Torino:
Nuova scadenza al 20 febbraio per gli elaborati del concorso su Galileo Galilei
Programma Laboratorio di Filosofia 2014-2015
→ Il collegio dei docenti del liceo Alessandro Volta di Torino,
riunitosi il 14 novembre ’14, approva a maggioranza la mozione di
parere negativo sulla proposta di riforma del governo "La buona
scuola"
http://www.cubpiemonte.org/uploads/documenti/3029_2014_11_1
4_Mozione_Liceo_Volta_Torino.pdf
→ MCE: Si è svolta la 63^ Assemblea Nazionale
5-6-7 dicembre 2014
Istituto Emily Gould, via de' Serragli, 49 – 50124 Firenze
EDUCARE AL PENSIERO CRITICO
Laboratori per i diritti di uguaglianza
http://nuke.mcetorino.it/
→ Consumismo etico di CARLO AUGUSTO VIANO
La critica al consumismo sembra in declino nel campo della sinistra,
probabilmente a causa della crisi economica. Ma c’è un bene di cui
invece sta aumentando il consumo, ed è quello dell’etica. Le vicende
del mercato editoriale lo confermano.
http://ilrasoiodioccammicromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/12/15/consumismoetico/
→ Anche in Francia si dibatte sulla presenza dei presepi nei luoghi
pubblici
http://www.riforma.it/it/articolo/2014/12/15/il-presepe-tribunale
→Umberto Veronesi, Il mestiere di uomo, Einaudi 2014, pp. 154, €
18,50 (anche in e-book € 9,90)
«La mia è una vita lunga, che inizia nel 1925, l'epoca del delitto
Matteotti. Una vita in cui ogni giorno, da quando sono sopravvissuto
allo scoppio di una mina, mi chiedo perché e per che cosa sono vivo.
O, per dirla con Marco Aurelio, qual è il mio mestiere di uomo».
Ci sono confini dell'esistenza, e del pensiero, che l'uomo tocca e
inizia a conoscere, prima di scegliere la via da percorrere. Si può
decidere di attraversarli, per passare oltre, o di accettarli, per sentirli
propri. Nella sua vita, Umberto Veronesi ha attraversato tanti di
questi confini. Li ha indagati nella sua lunga esperienza di medico, li
ha studiati come scienziato, ma soprattutto li ha scandagliati con
curiosità di uomo. Non si è mai tirato indietro di fronte a
interrogativi grandi o piccoli, ponendosi sempre altre domande,
spesso le piú difficili, senza mai accontentarsi di una prima, magari
piú semplice, risposta. Molte sono le lotte di pensiero nate da questa
esperienza, numerosi gli argomenti coinvolti: il tramonto della fede,
l'inutilità del dolore, la libertà e il diritto di autodeterminazione (dal
testamento biologico all'eutanasia) e di procreazione (la
fecondazione assistita, la pillola RU e gli anticoncezionali), la
liberalizzazione delle droghe, la ricerca di una giustizia senza
vendetta (dall'impegno contro la pena di morte alla riflessione
sull'ergastolo), l'amore universale, i diritti degli animali, il
vegetarianesimo, il consumo sostenibile e lo sradicamento di ogni
forma di superstizione.
http://www.einaudi.it/libri/libro/umberto-veronesi/il-mestiere-diuomo/978885841713
***
Il libro
Massimo L. Salvadori, Cinque minuti prima
delle nove, Claudiana, Torino 2014, pp. 237, € 14,90
1941, Ivrea: un bambino di quasi cinque anni perde improvvisamente
il padre, e la madre – che si vede declassata da agiata signora ad
affittacamere – mette i figli in convitti con il sostegno economico della
ditta (l’Olivetti) in cui il padre lavorava: i due figli maschi nel convitto
valdese di Torre Pellice per accontentare i nonni paterni, ferventi
calvinisti; le due femmine in un convitto cattolico come desiderano i
nonni materni, ferventi cattolici (tra le famiglie ci sono cattivi rapporti
e a un certo punto la madre andrà a prelevare il piccolo Giacomo per
portarlo a Ivrea e fargli fare di nascosto comunione e cresima,
imponendogli di non rivelarlo a nessuno, con grave turbamento del
bambino). Di qui comincia la storia di Giacomo, in un “romanzo di
formazione” che arriva fino al 1956, attraversando la guerra, la
chiusura temporanea del convitto valdese occupato dai tedeschi, gli
echi della lotta partigiana, l’incontro fortunato in terza media con una
giovane insegnante di francese che avrà un peso determinate per
aiutarlo a uscire dalla crisi psicologica in cui si dibatte (è Marina
Jarre, ma nel libro non troviamo nessun vero nome, né di persone né
di luoghi), il liceo fatto svogliatamente per le materie scientifiche,
mentre si sviluppa la passione per la storia e la filosofia, la
preparazione per l’ingresso al Collegio Universitario di Torino, infine
l’iscrizione a Lettere (non rivelandolo in famiglia se non a cose fatte,
perché la madre ostacolerebbe la scelta di studi che non garantiscono
la carriera e l’ascesa economica cui aspira) e l’iscrizione al Partito
comunista, con la breve collaborazione giornalistica all’“Unità”, fino
al terremoto politico del 1956, quando, in una notte decisiva, al
giornale si fanno raccontare dalla corrispondente a Mosca come
stanno veramente le cose nel “socialismo reale”, e Giacomo lascia il
Partito per dedicarsi a una vita di studi nella quale non mancherà
tuttavia mai l’impegno politico a sinistra (una sinistra declinata poi in
chiave laica e di recupero della tradizione liberale, ma questo seguito
– che si può leggere in una intervista su “Quaderni laici”, n. 8, aprile
2013 – non c’è nel libro).
Questa in breve la storia di Giacomo, raccontata da Massimo
Salvadori, autobiografica ma non in prima persona, anzi scritta con un
evidente sforzo di oggettivazione, di guardarsi “dall’esterno” e di
capire come – attraverso il dramma della solitudine, della mancanza
degli affetti familiari, della testarda costruzione di sé – il bambino è
diventato l’adulto che è.
Il libro è stato scritto negli anni ’80, dopo la morte della madre, per il
bisogno di venire in chiaro del difficile rapporto con una donna, dura e
a tratti cinica, tutta orientata a un successo sociale che la figlia di
modesti contadini ha cercato di ottenere attraverso il matrimonio e per
le vicende della vita non ha potuto conseguire, ma anche coraggiosa,
come quando ospita due anziani ebrei inviati dalla Olivetti e minaccia
con un coltello da cucina il giovane repubblichino che li vorrebbe
denunciare.
Una storia – quella di Giacomo-Massimo – molto travagliata, che
rivela antefatti ignoti e insospettati anche agli amici che lo conoscono
e apprezzano da sempre per la quadratura mentale e l’equilibrio, oltre
che per l’immenso sapere che ha profuso nelle sue opere. Ma non è
necessario conoscere l’autore per trovare il libro appassionante. Certo
ogni storia di formazione è individuale e ha tratti irripetibili, ma non è
strettamente privata, perché l’autonomia intellettuale e morale – il
divenire adulti – è in tutti, seppure in forma diversa, frutto di lotta e
di conquista, e per questo ci si rispecchia e ci si sente coinvolti nelle
storie di formazione. Salvadori nella nota iniziale rimanda a un
esempio molto alto del genere, al Primo uomo di Camus, che quando
ha scritto questo suo libro non era ancora stato pubblicato, ma il cui
protagonista ha qualche tratto comune con Giacomo.
Cesare Pianciola
***
Il film: Viviane
Regia: Ronit Elkabetz, Shlomi Elkabetz.
Principali interpreti: Ronit Elkabetz, Menashe Noy, Simon
Abkarian, Sasson Gabai, Eli Gornstein, Gabi Amrani, Rami
Danon, Roberto Polak, Dalia Beger, Albert Iluz,Shmil Ben
Ari, Abraham Celektar, Evelin Hagoel, Keren Mor, David
Ohayon – 115 min. – Israele, Francia, Germania 2014
Il film racconta la storia infinita di una richiesta di divorzio,
presentata da Viviane Amsalem a un tribunale rabbinico
israeliano. Separata dal marito da tre anni, Viviane (Ronit
Elkabetz), madre di famiglia e donna irreprensibile, vive ora
del suo lavoro di parrucchiera, in un alloggio che condivide
con la sorella. Non può più sopportare il marito Elisha (Simon
Abkarian), non vuole più stare con lui e chiede che il tribunale
lo convinca a concederle quello che dovrebbe essere un suo
diritto, il divorzio. Purtroppo le cose non funzionano così nello
stato di Israele, che viene quasi universalmente considerato un
avamposto della democrazia occidentale, in un medio oriente
generalmente non democratico, perché in materia di diritto
matrimoniale vige la legge religiosa, secondo l’interpretazione
dei rabbini, attenti a tutelare la “famiglia” attraverso
l’applicazione della Torah, del tutto indifferenti alla vetustà di
prescrizioni non sempre compatibili con la società di oggi,
nella quale le donne, in Israele come nel resto del mondo,
intendono contare sulle loro forze, emanciparsi dalla tutela
maschile (non solo dei mariti, ma anche dei padri e dei fratelli)
e decidere autonomamente della loro vita. In un grottesco
succedersi di testimoni, quasi tutti a favore del marito Elisha,
un po’ ebete, un po’ furbacchione, quel diritto a divorziare, che
in teoria dovrebbe riguardare uomini e donne, a poco a poco si
trasforma in capo di imputazione, che coinvolge anche le
poche e coraggiose testimoni a favore di Viviane, nonché il suo
avvocato ...
Il film, però, non è solo la denuncia di un intollerabile sopruso
che obbliga a riflettere sulla necessità dello stato laico, neutro
di fronte a scelte individuali insindacabili: è, infatti, anche un
bellissimo ritratto di donna, fiera e orgogliosa, cosciente di sé,
non disposta a giustificarsi, paziente (il richiamo parrebbe a
Giobbe), sempre più disperata e sgomenta per lo scorrere
inesorabile dei mesi e degli anni fra assurdi rinvii, in attesa che
giudici ottusi e indifferenti al dolore finalmente decidano.
Girato all’interno del tribunale, cioè in un solo luogo (come
nella tragedia classica), che rende appieno il senso di
soffocante ingiustizia e di kafkiani, oscuri labirinti, il
bellissimo film si lascia seguire con pieno coinvolgimento
degli spettatori, sia per l’accuratezza della scrittura, sia per
l’eccezionale interpretazione di Ronit Elkabetz, regista, attrice
e ottima sceneggiatrice di questo straordinario lavoro.
http://laulilla.wordpress.com/
***
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