POLITICA MARTEDÌ 28 OTTOBRE 2014 Ottopagine 21 Benevento La stroncatura della Mazzoni al cammino unitario intrapreso da Ncd e Udc «Un errore rincorrere schemi vecchi» «Progetto neocentrista logoro. Serve un’area moderna capace di misursi sul campo del dialogo definito dal Pd di Renzi» «Le provinciali? Mi auguro segnino la chiusura di una stagione fallimentare per il centrodestra sannita» ANTONIO CORBO [email protected] Controcorrente. E a mare aperto. Ma la navigazione di Erminia Mazzoni continua. Perchè «il futuro si costruisce nel presente». E il suo presente parla della necessità di «non disperdere il lavoro fatto». Smessi i panni istituzionali, l'esponente del Nuovo Centrodestra non si pone obiettivi, traguardi. Ma neanche si concede soste. «La politica attiva è per me una condizione mentale. Il ruolo istituzionale è uno strumento per tradurla direttamente in azione. In questi mesi la spinta è rimasta inalterata; l’abito civico l’ha alimentata di una visione più neutrale rispetto alla partitocrazia, più obiettiva rispetto alle priorità e più vissuta rispetto al sentimento comune». Intanto Ncd è in via di trasformazione. A breve dovrebbe cominciare la fase congressuale costituente della nuova soggettività politica centrista con l'Udc: che opinione si è fatta? «Il progetto neocentrista è un po’ logoro. La prova è la lunga gestazione. Al di là della avventura elettorale, la fase costituente stenta a decollare. All’interno del Ncd e dell’Udc si animano ambizioni diverse che non aiutano a creare uno spirito di corpo, necessario per poter anticipare i processi con consapevolezza. Le vicende delle alleanze in Calabria e in Emilia Romagna restituiscono l’immagine di un soggetto politico che si orienta in base agli umori degli altri piuttosto che a un disegno strategico. Il quadro politico è in mutamento continuo. Lo spazio geometrico di riferimento non può essere individuato usando lo schema destra/sinistra/centro. La strada è quella della coraggiosa definizione di una moderna area culturale fatta di idee e valori, spendibili sul campo aperto del dialogo che Renzi ha definito». La vedremo protagonista? «Darò sicuramente il mio contributo nella direzione che prima ho tracciato, ritagliandomi un ruolo di proposta. Il protagonismo di posizione non mi appassiona». Regionali sempre più vicine. La collocazione del blocco centrista è in forse. Meglio proseguire l'esperienza di governo con il centrodestra o dare continuità alle scelte assunte a Roma e dunque mutuare in Campania l'alleanza con il Partito Democratico? «Non è stata una legislatura entusiasmante. La coalizione che sostiene Caldoro è usurata. L’esecutivo regionale continua a subire mutamenti a pochi mesi dal voto, che denotano un passo incerto. La scelta di campo per Ncd e Udc è preliminare, ma non è l’unica. E soprattutto non può nascere da estemporanee reazioni individuali. Trovo poco comprensibile il silenzio del governatore. Spetterebbe a lui, più che ai tanti che animano un dibattito scomposto, scoprire le carte e parlare con la propria maggioranza. La ragionieristica azione di Governo dei passati 5 anni non è base sufficiente per fondare la Regione della crescita che è obbligatorio restituire ai «Caldoro? Coalizione usurata. Nuove alleanze? Si parta dalle cose da fare» campani, dopo tanti anni in recupero». Ma la strada di un accordo con il Pd è praticabile? «A Roma si è consolidato un accordo di governo tra i centristi e il premier Renzi in ragione di un programma condiviso, nei ruoli, nei metodi e negli obiettivi. A Napoli questo non è stato fatto. Oggi non si può sfuggire. Le alleanze si creano sulle cose da fare, non più sulle geometrie né tanto meno sui veti». Torniamo nel Sannio. La prossima settimana tornerà a riunirsi il Consiglio provinciale: una istituzione a lei cara. Che idea si è fatta della competizione appena conclusasi? «Le elezioni di secondo livello riservano poche sorprese. Il voto non si è discostato dalla somma delle rappresentanze presenti sul territorio provinciale. Gli amministratori del centro sinistra sono più numerosi e il totale lo ha confermato. Per il resto, è stato un allenamento per gli addetti ai lavori, che non ha coinvolto il pubblico. Ma la realtà operativa, ed è questa la cosa più triste, è tutta da costruire. Quella delle Province è una riforma approssimativa e incompleta. Adesso i neo rappresentanti non sanno esattamente cosa fare e soprattutto come. Si attende che la Regione assegni i compiti». Possono le provinciali essere considerate un punto di ripartenza per il centrodestra? D'altronde il risultato del fronte alternativo al Pd ha sorpreso un po' tutti. «Confesso che non ho compreso tanto stupore. La lo- gica dei numeri, citata prima, non è stata contraddetta. A guidare il cosiddetto centrodestra si è posto un esponente di centro sinistra, che ha proposto la propria candidatura per spaccare il suo schieramento di provenienza. In questo contesto la bravura dei quattro eletti ha fatto, poi, il risultato. Le elezioni non sono, però, competizioni individuali, ma gioco di squadra. Al centro destra auguro di considerare questa esperienza come l’ultima di una stagione fatta di improv- «Il mio futuro? Non mi interessa il totonomi Ma ho costruito un consenso che coltiverò» visazione, scelte tardive, accordi stentati e litigiosità». E il futuro di Erminia Mazzoni? Quando si parla di candidature, il suo nome ritorna spesso. Anche per palazzo Mosti. Ci sta pensando? «Il futuro si costruisce nel presente. Il toto nomi non mi interessa. Piuttosto mi stimola il consenso che trovo sul territorio, conferma della bontà di una esperienza vissuta con serietà e rispetto.Quello a cui sto pensando adesso è non disperdere il lavoro fatto, contemperando doverose ragioni di impegno professionale con la continuità di un dialogo con quella base di consenso che negli anni ho aggregato intorno a me». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nuovo consiglio a palazzo Mosti. Ma l’ordine del giorno potrebbe subire una modifica Giovedì in aula, con la sorpresa Amts? Per evitare rischi legati alla vicenda concordato possibile una nuova ricapitalizzazione Lavori pubblici: che battaglia ANTOCO [email protected] Giovedì di nuovo in Consiglio. Altra seduta d'aula a palazzo Mosti. Ma questa volta si annuncia una discussione infuocata. All'ordine del giorno, infatti, il presidente dell'assemblea Giovanni Izzo ha posto «l'esame complessivo della situazione del settore Lavori Pubblici» richiesto con forza dall'opposizione lo scorso luglio. Iniziativa che già allora suscitava la reazione furiosa di Cosimo Lepore, assessore ai Lavori Pubblici della giunta Pepe. Tra le recriminazioni messe nero su bianco da tutti i consiglieri di minoranza, infatti, figurava pure «il difficile rapporto tra i cittadini e la struttura del settore». «un attacco immotivato e senza senso. O almeno, senza un senso apparente. Perchè è chiaro che siamo dinanzi a un’uscita strumentale. Che di politico – per essere chiari – non ha nulla» - la replica di Lepore. L'antipasto della contrapposizione che andrà in scena tra 48 ore a palazzo Mosti. L'inizio dei lavori è fissato per le 10.30. Ma l'ordine del giorno, che ripropone la sdemanializzazione di una area pubblica di via Gaetano Rummo già posta in discussione giovedì scorso e poi ritirata, potrebbe subire qualche modifica nelle prossime ore. Il presidente Giovanni Izzo, nel corso della capigruppo tenutasi ieri mattina, ha infatti preannunciato il possibile ritorno in Consiglio della 'questione Amts'. Un passaggio che sarebbe legato alla procedura del concordato preventivo in continuità aziendale in itinere presso il tribunale di Benevento. Stando a quanto trapelato da palazzo Mosti, sarebbe infatti giunta in via De Caro – da parte del legale rappresentante di una delle parti coinvolte - un'eccezione relativa alla delibera consiliare di ricapitalizzazione dell'Amts allegata alla proposta di concordato. Si tratterebbe, in effetti, della stessa delibera già inclusa nella prima proposta concordataria bocciata dalla maggioranza dei creditori dell'azienda di via Santa Colomba. Per evitare rischi, dunque, il Comune potrebbe correre ai ripari e ricapitalizzare nuovamente l'Amts. La decisione è attesa per questa mattina. Il voto all’Anci Vince Forza Italia Ecco gli eletti dal Sannio Il Pd bissa la sconfitta del settembre 2013 e lascia la guida dell'Anci Campania a Forza Italia. Francesco Paolo Iannuzzi, sindaco di Monte di Procida, incassa la conferma alla presidenza dell'associazione raccogliendo il consenso di 178 dei comuni della regione. Una vittoria netta. Nettissima. Giosy Ferrandino, candidato del Partito Democratico, si ferma a quota 113, ben al di sotto delle potenzialità del Pd, partito di governo nella maggioranza dei centri campani. Evidentemente, l'attenzione dei vertici 'democrat' era da tutt'altra parte. «Sono lieto dell'importante risultato conseguito – il commento di Iannuzzi- Continuerò con ancora maggiore energia il mio impegno a favore dei comuni campani. Il successo registrato oggi rappresenta la vittoria di una coalizione che trova espressione nel buon governo del presidente Caldoro». Con il 66% dei voti, Iannuzzi potrà contare su una maggioranza più che solida all'interno del Comitato direttivo. Al vincente, infatti, dovrebbero essere riconosciuti 32 seggi. Eletti nel Comitato, per il Sannio, i sindaci di Morcone, Costantino Fortunato, Santa Croce del Sannio, Antonio Di Maria, il consigliere comunale di Limatola Domenico Parisi. In bilico la posizione del sindaco di Cerreto Sannita Pasquale Santagata. Soltanto due, invece, gli esponenti del Partito Democratico beneventano che comporranno la delegazione di minoranza. Si tratta del sindaco di Telese Terme Pasquale Garofalo e del primo cittadino di Sant'Angelo a Cupolo Fabrizio D'Orta. Non erano previste preferenze ma liste bloccate in sostegno dei candidati alla presidenza. Tre certi di far parte del comitato direttivo nel centrodestra Due per il Pd
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