N. 5 - anno XXVII Dicembre 2014 In Cammino... Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE E noi vedemmo la sua gloria pag. 2-3 Università terza età: inaugurazione anno accademico … Orari S. Messe e S. Confessioni pag. 4 Papa Francesco proclama beato Paolo VI Notizie utili pag. 5 Un giovane prete di 70 anni pag. 6 Appunti di viaggio - Pellegrinaggio in Terra Santa ... pag. 7 Progetto educativo degli oratori: si comincia … Prepariamoci al Santo Natale pag. 8 Esercizi spirtuali - Carità: amare come ama Gesù ….. Uno sguardo avanti pag. 9 Expo 2015: Pane e Parola “… mi avete dato da mangiare” (Mt. 25,35) pag. 10 LA GRANDE GUERRA: Celebrazione, Ricordo, Commemorazione? pag. 11 Cannonizzazione di Giovanni Paolo II - Il dialogo tra Giovanni Paolo II e i giovani (4) pag. 12-13 Testimonianza missionaria del nostro seminarista Paulin pag. 14 Rubrica: angolo della buona lettura Un libro su Ospitaletto pag. 15 Dall’archivio parrocchiale della Comunità Pastorale: Battesimi, Matrimoni e Funerali: dal 19.9 al 14.11.2014 pag. 16 1 Informatore Pastorale Avviso sacro, ciclostilato in proprio, distribuzione gratuita IN CAMMINO . . . E NOI VEDEMMO LA SUA GLORIA! Verbum caro factum est. Alleluia! Oggi Cristo è nato e si rallegrano gli Angeli. Oggi Cristo, Salvatore del mondo, è apparso sulla terra. Oggi per noi splenderà la Luce, perché il Signore è nato. Esulta, Figlia di Sion; loda, Figlia di Gerusalemme. Rivelò la sua giustizia davanti a tutte le genti, e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito. DICEMBRE 2014 Il Natale ci sorprende. Lo contempliamo ora con gli occhi e con l’intuizione spirituale di un grande Papa, il beato Paolo VI. Le sue appassionate parole (sono quelle scritte in corsivo in questo artiarticolo) ci riportano immediatamente al cuore del mistero annunciato: «Questa strabiliante verità, che i cristiani dovrebbero avere sempre presente allo spirito, e che molti non cristiani si sforzano di ignorare, è la ragione profonda della festa del Natale; ed è talmente innestata nei nostri destini, da riverberare su ogni aspetto della vita i suoi raggi meravigliosi». Lo scrittore Charles Dickens interpreta con questo pensiero la forza di un giorno che si distingue da tutti gli altri. Dice: «Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole, piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi». «Noi siamo soliti a considerare il Natale come una festa piena di soavità e di pace. E così è. Essa rappresenta il mistero di tale bontà da infondere letizia e speranza e poesia e vivacità e novità e amore nelle vene, inquinate di peccato e di tristezza, dell’esausta umanità». Si possono scrivere tante cose del Natale. E la letteratura ne è piuttosto ricca. Ne è ricca la musica, dove si cantano parole cariche di stupore e dolci melodie evocano tutta l’intensità dell’attimo. Non solo. Le abili mani di illustri pittori hanno immortalato il riflesso di quella grande luce che questo Santo giorno irradia, la bianca aureola di un bimbo che le braccia di una madre depongono dolcemente in una mangiatoia. Del Natale si possono narrare gli eventi o si può abbracciare la verità che in essi si rivela. Si può rinnovare con forza l’efficacia dell’annuncio di salvezza nell’oggi di chi lo lascia risuonare nell’intimo del cuore, o si può manifestare sui volti la pace e il sorriso accesi dalla gioia che lo accompagna. «La storia evangelica è sempre cordialmente stupenda e sempre ci affascina». È bello guardare al Natale con un po’ di poesia, con quella affettuosa tenerezza che ci restituisce l’armonia e l’umiltà di quel memorabile giorno, oppure riconoscere la durezza lapidaria degli avvenimenti che colloca l’Amore in mezzo alla più bieca indifferenza, che, lo sappiamo, talvolta è purtroppo la nostra. Ci ricorda l’evangelista che “non c’era posto per loro nell’albergo”. «Potremmo sostare senza fine, come bambini davanti al presepio, a tutto considerare, a tutto spiegare». “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Queste degli Angeli, sono parole di speranza per chi è assetato di Dio o un grido che invoca il duro risveglio da una vita anestetizzata dalla tristezza e dall’apatia per chi ha rinunciato ad amare. «Il Salvatore, il Messia, il Gesù di Betlemme è il Verbo di Dio fatto uomo. Cadiamo in ginocchio. La meraviglia non ha confine. L’adorazione non ha sufficiente umiltà. La gioia non ha parole bastevoli. Il cielo si è spalancato. Il mistero della vita interiore di Dio si è manifestato. L’umiltà trascendentale di Dio si è palesata feconda. Ancora prima della nascita di Cristo nel tempo, la sua nascita fuori del tempo ci è annunciata. «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, ed era Dio il Verbo (Gv 1,1)». Questo mistero, proprio di Dio, si rivela a noi simultaneamente con quello dell’Incarnazione, proprio di Cristo, Dio e uomo. «E il Verbo si è fatto carne, e abitò fra noi…» (Gv 1,14)». Di quanti benefici noi siamo debitori al Signore! Se ci avesse anche solo fatto conoscere l’esistenza del Figlio questo ci sarebbe bastato per rivolgerci a Dio in un modo nuovo. Ma Dio non si è fermato alla sola rivelazione. Affinché fosse chiara la sua volontà di essere il Padre Nostro, il Padre di ogni uomo, il suo Figlio, quanto ha di più prezioso, ce lo ha liberamente e gratuitamente donato. “Il Verbo si è fatto carne”. Il Signore è nato. Nato per noi. Dato a noi. Proprio a noi che ancora fatichiamo a riconoscerne la presenza. Il cui corpo adagiato in una mangia2 2 toia a Betlemme è sempre tale, sotto la specie del pane e del vino, oggi e ogni volta che l’Eucarestia è celebrata sull’altare delle nostre chiese. È pane disceso dal cielo. È il pane della Vita. È il pane della Comunione fraterna. «E Come dal Natale autentico siamo fatti e ci chiamiamo cristiani, così dal Natale sembra venire a noi un invito ad essere autentici cristiani. Oggi questo termine di «cristiano» sembra svigorito da quanti ancora lo usano per dare una generalissima ed estrema qualifica alla vita, alla cultura, alla civiltà, le quali del cristianesimo hanno avuto la benefica impronta, ma che cercano appena possibile, di dimenticarlo o di risolverlo in altre formule, laiche e punto impegnative alle supreme e vitali conseguenze che il nome cristiano porta con sé». Ritorna il Natale. Come ogni anno ritorna e ci trova così, come siamo. Bisognosi ancora di grazia. Di salvezza. Forse ancora un po’ smarriti, forse ancora un po’ distanti tra noi o non ancora ben ritrovati a noi stessi. Ritorna. E noi abbiamo bisogno che ritorni. Se la sua luce non si è ancora accesa dentro di noi sappiamo che ci è offerta la nuova possibilità di dare una svolta alla nostra vita rimettendo Cristo al centro. Questo Natale anticipa, se così possiamo dire, un grande evento. L’Expo 2015, dal tema “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, ci domanda se è possibile garantire cibo e acqua alla popolazione mondiale. Ci chiede di accorgerci degli altri e del loro bisogno, di uscire dalla nostra indifferenza. Il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, intervenuto a margine del convegno delle Caritas parrocchiali della nostra diocesi dedicato al tema della nutrizione, ha detto: “In pochi anni la situazione si è capovolta: non sono più lontani quelli che sono nel bisogno ma sono in mezzo a noi, perché sono venuti dalle altri parti del mondo. Ma poi ci sono anche coloro che condividono la nostra cittadinanza e non hanno il necessario per poter fare una vita minimamente dignitosa. Questa è una novità che fa spavento di fonte alla quale dovremmo essere capaci di una reazione intelligente, creativa, piena di convinzione e di fiducia». «Il Natale, visto così, non è più soltanto la festa felice, idilliaca e araldica, che tutti, più o meno, comprendono; ma è anche il giorno profetico e drammatico, che illumina l’umanità sul suo vero stato e su le sue ultime sorti». Scrive ancora Paolo VI: «La vita umana acquista in Cristo la sua significazione, il suo valore, la sua dignità il suo carattere sacro, che è quanto dire la sua libertà, la sua intangibilità personale. Il discorso non avrebbe più fine: l’apologia dell’uomo e l’esaltazione della vita scaturiscono proprio con vena inesauribile dal mistero del Natale, contemplato nella sua autenticità». Che cosa, dunque, quest’anno ci offre e ci dice il Natale? «Gli uomini sono tutti amati da Dio e potenzialmente salvati da Cristo; perciò egualmente degni d’essere considerati, amati, serviti, protetti, perché non esistono discriminazioni di fronte al criterio sommo, con cui gli uomini debbono essere valutati, cioè di fronte al loro rapporto con Cristo e con Dio». In questa notte d’amore, l’Amore che si fa dono celebra se stesso. Il silenzio lo canti, lo stupore lo contempli, l’intelligenza lo comprenda. E l’uomo, umile, lo accolga in novità di vita per riscoprirsi immagine attuale dell’amore incarnato. «Cristo Salvatore è venuto per tutti». «Venite, venite tutti!». «Qui c’è il centro di tutta una storia, anzi della storia umana, tutta quanta, che trova nel Cristo il suo senso e la sua dignità, la sua legge e la sua speranza». Del Natale si possono dire tante cose. E tutte convergono qua: «Venite! Cristo è per voi; è soprattutto per voi, uomini del nostro secolo!». Don Emilio 3 3 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 «Un Natale senza Cristo, e un nome cristiano senza la fede in Cristo, sono irrisioni alla verità divina e all’intelligenza umana. Vediamo di dare noi al Natale il suo autentico valore e splendore: la celebrazione del mistero dell’Incarnazione; e di dare al nome cristiano la gloria e la potenza ch’esso deve portare con sé, quella di un’autentica vita cristiana». IN CAMMINO . . . DICEMBRE 2014 Università terza età: inaugurazione anno accademico… Quest’anno L’Ute di Cormano festeggia il xv° anno di attività. L’inaugurazione ha avuto luogo il 10 ottobre, con la partecipazione del Presidente Onorario Don Marco Borghi, e con la prestigiosa e dotta prolusione di Mons. Piero Cresseri, Vicario Episcopale della Zona VII. In questi anni l’Associazione è diventata una importante realtà del nostro territorio, tanto da richiamare l'interesse di soci dai paesi vicini. L’ offerta culturale che spazia dal campo linguistico a quello letterario, religioso, scientifico, storico, musicale, economico - finanziario, medico, del diritto si è ulteriormente ampliata in questo anno accademico con l’aggiunta di nuovi corsi, molti dei quali si richia- mano ad eventi importanti, quali l’EXPO che si svolgerà a Milano e alla commemorazione della prima guerra mondiale, importante evento storico, di cui ricorre il centenario. Accanto ai corsi in aula, è possibile frequentare attività di tempo libero, come scacchi e bridge oppure optare tra una vasta scelta di laboratori: acquerello, scrittura autobiografica, découpage, fiori di carta, pittura della ceramica, creazioni di gioielli, lavoro a maglia, quillin, ricamo, fotodigitale, teatro, canto corale e i corsi di informatica (di base, word, excel,internet e posta elettronica) in una nuova aula con apparecchiature rinnovate. Ma l’università non è solo cultura: è anche luogo di amicizie da consoli- dare o di nuovi incontri da intessere in un clima di festa, allegria e solidarietà, in una visione antropologica che mette al centro dell’attenzione la persona umana, le sue aspirazioni, i suoi bisogni. Con questo spirito vengono organizzate visite a città d’arte, visite guidate a mostre, spettacoli teatrali nei principali teatri e alla Scala di Milano. L’attività si chiude con una festa conviviale e con una gita in luoghi turistici, anche all’estero, per conoscere luoghi e realtà diverse. Silvia Rossi Preside dell’Università della Terza Età ORARI S. MESSE E SANTE CONFESSIONI Parrocchia Feriali Sabato Domenica BRUSUGLIO S. Vincenzo D.M. 15.30 18.00 S. Confessioni ore 17.00 10.30 S. Confessioni prima della S. Messa CORMANO S.S. Salvatore 7.55 17.00 S. Confessioni ore 16.30 8.30 - 10.00 - 17.00 S. Confessioni prima delle S. Messe OSPITALETTO Buon Pastore 8.30 18.00 S. Confessioni ore 17.00 9.30 - 11.00 - 18.00 S. Confessioni prima delle S. Messe 4 4 de, aprendoci e conducendoci a vie impensate”, ha fatto le sue parole scritte da Paolo VI, ”il grande timoniere del Concilio che, all’indomani della chiusura dell’Assise conciliare, annotava nel suo diario: Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli e non altri, la guida e la salva”. Ricordiamo che il miracolo che ha permesso la beatificazione di Paolo VI è stata la guarigione di un feto, avvenuta nel 2001 negli Stati Uniti. Secondo i medici, il bambino sarebbe dovuto nascere con gravi malformazioni e invece nacque perfettamente sano, grazie all’intercessione di Montini, pregato dalla madre e dalla nonna del piccolo su suggerimento di una delle suore di Maria Bambina, l’ordine religioso che prestò servizio a Montini prima nell’Arcivescovado di Milano e poi nell’appartamento pontificio in Vaticano. Dopo la proclamazione è stato scoperto lo stendardo di stoffa con l’immagine di Montini ed è stata portata a Francesco la reliquia del Papa beatificato: la maglia intrisa di sangue che Montini indossava il giorno in cui, durante il viaggio nelle Filippine del 1970, fu ferito da un folle. La celebrazione si è conclusa con il consueto Angelus, nel quale Francesco ha ricordato la “profonda devozione mariana” del nuovo beato e lo ha ringraziato “per aver proclamato Maria “Madre della Chiesa”, in occasione della chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano II”. Tratto da “ Il mio Papa” di Tiziana Lupi – 28 ottobre 2014 ( a cura di francesco mascheroni ) Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine” PARROCCHIE SS. SALVATORE (Cormano) - S. VINCENZO D.M. (Brusuglio) - BUON PASTORE (Ospitaletto) Parrocchia SS. Salvatore - Cormano - ORARI UFFICI: mercoledì e venerdì ore 9.30÷12.30 Don Marco Borghi (parroco): Via Roma, 6 Cormano - tel/fax. 0245499663 (cell. 3387793694) e-mail: [email protected] - [email protected] Don Emilio Gerli (Vicario): Via Comasinella, 6 - Brusuglio - tel. 0236687755 (cell. 3405784497) e-mail: [email protected] Don Samuele Lazzati: Via D’Annunzio 9, Ospitaletto - tel/fax 0266302514 (cell. 3476609984) e-mail: [email protected] Don Marco Fumagalli: Via Roma, 10 - Cormano - tel. 0287213715 - cell. 3383064215 e-mail: [email protected] Suore di Brusuglio: Via Comasinella 6, tel. 0236687756: e-mail: [email protected] Suore di Ospitaletto: Via Alfieri, tel. 3466314105 Centro d’ascolto Caritas (Via Roma 6): cell. 3281995049 Centro della Famiglia Via Villoresi, 43 Bresso, tel 0266503439 sito: www.centrofamigliabresso.it Per informazioni sulle tre parrocchie: www.chiesadicormano.it 5 5 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 Anche questa volta Francesco, con il suo modo di fare schietto e determinato, non ha usato mezze misure. “Dio non ha paura delle novità, ha detto domenica nell’omelia della messa di chiusura dell’assemblea straordinaria del Sinodo. Ma la messa di chiusura dell’assemblea sinodale è stata anche la messa di beatificazione di paolo VI. E questa coincidenza forse non è stata un caso. In fondo Giovanni Battista Montini è stato il papa che ha chiuso il Concilio Vaticano II, e domenica 19 ottobre, sorridente e con le braccia aperte rivolte al cielo nell’immagine effigiata sullo stendardo esposto sulla basilica di San Pietro, in qualche modo ha assistito alla chiusura dell’assemblea straordinaria del Sinodo. L’attualità della figura di Paolo VI ha permesso la sua posizione della necessità di apertura della Chiesa. “In questo giorno della beatificazione di papa Paolo VI mi ritornano in mente le sue parole, con le quali istituiva il Sinodo dei Vescovi: scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie e i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni e alle mutate condizioni della società”; ha detto il papa. “Questa novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso pr ovi amo di fronte alle sorprese di Dio. Lui non ha paura delle novità, per questo continuamente ci sorpren- IN CAMMINO . . . Un giovane prete di 70 anni Era la fine di agosto del 1969, se ben ricordo: un prete novello era stato destinato alla nostra Parrocchia, quella del Buon Pastore. Una valigia in mano, un Parroco e una vecchia casa da abitare. Mi vengono subito in mente le esperienze di don Milani e don Mazzolari. Lui arrivò con una semplice valigia, in una casa umida e fredda, da Concorezzo. DICEMBRE 2014 “ E’ qui che Gesù mi chiama ad essere prete. “ Fu così che incontrammo don Giancarlo. Noi sbarbati ragazzini dell’Oratorio tutti entusiasti di avere un prete tutto per noi. Iniziò così un’avventura che ancor oggi continua. Nelle successive estati abbiamo vissuto un’esperienza di vacanza in montagna indimenticabile: non il campeggio, non un albergo, ma un ex rifugio del CAI in Val di Genova, a circa 15 Km. da Carisolo, di proprietà del signor Masè Attilio, ai piedi dell’Adamello. Ragada: un nome che ha cambiato il nostro essere amici e il nostro essere Comunità dell’Oratorio. Una mansarda per i ragazzi, tre camerette per le ragazze, una cucina con la stufa a legna e una favolosa e povera sala-veranda per la colazione, il pranzo e la cena. Un tavolo di legno, sgangherato, divenuto il nostro altare per la Messa quotidiana, una cantina-dispensa sotterranea per conservare il cibo e la cambusa. E poi i boschi attorno a casa, diventati per noi palestra per le gite, Chiesa naturale per l’Adorazione Eucaristi- ca, il footing del mattino, e poi i sentieri e i rifugi, la “Stella Alpina”, il “Bedole” e il tanto sognato e sofferto “Rifugio delle Lobbie”, ai piedi dell’Adamello, meta raggiunta anche negli anni successivi da San Giovanni Paolo II° e dal caro Presidente Pertini per le loro sciate estive. Ma la memoria, i ricordi si perdono in una emozione e commozione che ti stringe il cuore. Il Don ora ha la sua bella età, e la sua disponibilità al servizio alla Chiesa Ambrosiana lo ha portato in altri luoghi e ad altre Comunità: a Pagnona, a Peregallo di Lesmo e ora a Novedrate di Cantù. Nomi e persone ci hanno accompagnato in questa straordinaria esperienza di Amicizia e di Fede. Sarebbe un rischio ricordarle tutte perché potrei dimenticare qualcuno. Qualche Amico ci ha già lasciati per raggiungere la Casa del Padre. Uno tra tutti vorrei ricordare: il Livio. Lui diceva sempre: “ Mi sunt del Giancarlo “ (Io sono del don Giancarlo) Ringrazio e ringraziamo il Signore Gesù per questa esperienza e avventura nata e vissuta col Don, sicuramente per Grazia e non per merito nostro. E se qualche lacrima scenderà ancora dai nostri occhi, come capitava spesso durante l’ultima messa di ogni anno a Ragada, abbiamo una occasione in più per ringraziare quel Padre Buono che ci ha insegnato a riscoprilo e a servirlo nelle periferie del mondo, come sempre ci ricorda Papa Francesco Per tutti. fm OttoNovembreduemilaquattordici. 6 6 APPUNTI DI VIAGGIO Pellegrinaggio in Terra Santa per il decimo anniversario di Ordinazione sacerdotale Pensieri di un viaggio che sempre sorprende… (22-29 Ottobre 2014) Riassumere in una pagina otto intensi giorni di pellegrinaggio in Terra Santa (Israele e Giordania) con alcuni miei compagni di Messa in occasione del nostro decimo anniversario di ordinazione sacerdotale è impresa impossibile: solo raccontare le cose viste, i luoghi visitati e le persone incontrate occuperebbe almeno tre-quattro fogli… Vi lascio allora alcuni “appunti di viaggio”, semplici e sincere riflessioni maturate in quei giorni. Premettendo che davvero ho portato tutti nelle mie preghiere, nei luoghi più santi della storia: ingenuamente (ma non troppo…) pensando che là le preghiere, più “vicine” ai terresti luoghi sorgivi della Grazia divina, “funzionassero” di più… Consapevole che la misera preghiera che io suo sacerdote so donare, Dio la trasforma in oro: nulla a Lui è impossibile! Iniziamo… Secondo appunto: sul Monte Nebo, in Giordania, luogo dal quale Mosè ed il popolo d’Israele, terminato l’esodo nel deserto, finalmente videro la vicina Terra Promessa, troviamo una stele-opera d’arte fatta scolpire per il Giubileo del 2000, dove è riportata questa citazione paolina: "Un solo Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti". Speriamo che l’umanità si ricordi di questa unica paternità divina e di una misteriosa fratellanza che ci unisce nel tempo e nello spazio; il divisore, ahinoi, è sempre in agguato... e mentre scrivo queste poche righe, la Terra di Gesù piange ancora sangue e lacrime versate perché non si conosce e segue il vero Dio misericordioso e giusto… Terzo appunto: alla chiesa del “Dominus flevit”, sul Monte degli Ulivi, dove si ricorda il pianto di Gesù alla vista di Gerusalemme che lo rifiuta; contemplo il pianto di Gesù-Dio per noi uomini, un amore tradito, non corrisposto, la solitudine che ne consegue, il dolore di Gesù che ci ama alla follia e non è freddo o tiepido come noi verso di lui... Quarto appunto: a Betlemme, alla Basilica della Natività: sono costretto ad abbassare il capo per entrare (e mi viene in mente che anche al Santo Sepolcro mi ero inginocchiato tre volte in preghiera) e mi dico: sii umile! Abbassati! Poi sperimento gioiosa bellezza nel toccare (sempre in ginocchio) la stella indicante il luogo della nascita di Gesù e di accarezzare, lì vicino, la mangiatoia del Salvatore appena nato. Ho pensato e pregato per i bambini, tutti: quelli felici e tristi, quelli con i genitori separati, quelli sfruttati, quelli malati, quelli tristi perché hanno e fanno tutto ma forse non hanno abbastanza affetto, quelli angioletti, quelli (tutti) che NOI adulti dobbiamo amare ed educare, quelli mai nati a causa dell'aborto, quelli simpatici e quelli che creano qualche problema..., e ho pregato per chi diventerà mamma (o papà), per chi vuole diventarlo ma non gli è ancora donato, per chi lo è già... Una famiglia che, tra alti e bassi, “funziona” è un miracolo d'amore: preghiamo per le famiglie! Quinto appunto: è stata a tratti davvero commovente la preghiera della Via Crucis lungo le vie di Gerusalemme insieme agli altri miei compagni di Messa: penso al Signore Gesù, penso ai sofferenti del mondo, penso che un giorno anch’io dovrò affrontare la mia (le mie…) Via Crucis: ce la farò? chi mi darà la forza? anche Gesù è caduto… anche Gesù è stato aiutato… Gesù e Pilato: Gesù la Verità da ascoltare, Pilato sono io tante volte, che per quieto vivere mi lavo le mani, scappo dai problemi, evito di coinvolgermi nel destino sofferente altrui… Gesù umiliato e non amato, condannato ingiustamente e con menzogne… Gesù che trova chi gli asciuga il volto e lo segue sino alla fine… Gesù muore, Gesù risorge, Gesù è vivo… se solo percepissi qualche scintilla di così grande luce, la mia vita sarebbe migliore… Sesto appunto: non c’è più spazio per andare avanti… e allora: andate avanti voi! Vi auguro, se mai un giorno potrete o vorrete, di recarvi in questi luoghi santi: si torna più ricchi, più fiduciosi, più consapevoli. Buon viaggio! don Samuele Lazzati 7 7 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 Primo appunto: sempre sconvolgente ed affascinante il mistero dell’Incarnazione: a Nazareth, visitando la città ed i luoghi dell’Annunciazione, colpisce la mente ed il cuore pensare che, nel sì di Maria, c’è il Sì di Dio a noi uomini, sì che ci ha preceduto e sempre ci precede! E poi: che dire dell'umiltà, della piccolezza, della dignitosa povertà dei luoghi in cui avvennero gli eventi più silenziosamente straordinari, incredibili, sconvolgenti della storia umana e divina… un invito alla gioia per tutti i ricchi infelici del mondo… DICEMBRE 2014 IN CAMMINO . . . Progetto educativo degli oratori: si comincia… Come già molti ben sanno, da qualche mese ormai è partita l’avventura del “Progetto educativo” per gli oratori della nostra Comunità Pastorale. Un’equipe di giovani educatori, insieme a qualche adulto e a noi sacerdoti, aiutati dalla esperienza di un pedagogista, sta investendo tempo ed energie per formulare un progetto educativo per i ragazzi che, terminato il cammino di iniziazione cristiana, vogliono continuare la loro formazione umana e spirituale nei nostri oratori. Ho usato volutamente la parola avventura perché, in maniera forse un po’ esagerata ma sicuramente non del tutto fuori dalla realtà, educare è diventata oggi una questione sempre più seria, impegnativa, complessa; affascinante certamente, ma dove è richiesta pazienza, speranza, perseveranza ed uno sguardo profondo sui singoli ragazzi e forse anche perfino profetico verso il futuro. Noi ci stiamo inoltrando in questo cammino, convinti che educare alla fede in Gesù è educare ad una vita buona, bella, vera, promettente, sensata; e convinti che in questo nostro sforzo devono essere i giovani educatori i principali protagonisti, portatori della loro vita e della loro fede, nuovi testimoni ed evangelizzatori. Senza dilungarci nella spiegazione di tutto l’iter che porterà alla stesura di un testo scritto, vogliamo ora semplicemente descrivere alcune tappe di quanto sta avvenendo. In questo mese di novembre è stato disponibile nelle tre chiese e nei bar dei nostri oratori un “Questionario” (che chiunque ha potuto compilare e restituire all’equipe che lavora per il progetto) circa alcune questioni, alcuni “nodi” essenziali ed urgenti dell’educazione in generale e dell’educazione alla fede nello specifico del nostro contesto di Cormano. Vogliamo sentire la voce dei fedeli, non tanto per fare un “riassunto” di quanto emerso e poi utilizzare le risposte più “votate” (facendole diventare in automatico il Progetto), quanto per avere ulteriori piste di riflessione. Alcune delle richieste e domande del Questionario sono: “Educare significa..”; “Una figura educativa ha bisogno di…”: “L’oratorio è…”; “Per me frequentare l’oratorio significa (o ha significato)…”; “Cosa offre l’oratorio oggi sul piano educativo?”; “Quale è la funzione dell’adulto all’interno dell’oratorio?”; “Quali sono le principali funzioni del sacerdote in oratorio?”; “Quali aspetti-dimensionielementi stanno emergendo nel pas- saggio dalla singola parrocchia alla Comunità Pastorale?” e altre ancora. Inoltre interpelleremo, con il metod o d e l c o si d d et t o “ F o c u s group” (cioè una tecnica qualitativa utilizzata nelle ricerche delle scienze umane e sociali, in cui un gruppo di persone è invitato a parlare, discutere e confrontarsi riguardo all'atteggiamento personale nei confronti di un tema, di un prodotto, di un progetto, di un concetto, di una pubblicità, di un'idea o di un personaggio) alcune delle realtà più significative e vicine al mondo dei giovani (polisportive, associazioni e movimenti, realtà locali non strettamente ecclesiali). Da quanto detto, penso che capiate che si tratta di un lavoro delicato… Per questo chiedo a tutti non solo consigli, ma anche una buona dose di collaborazione, di fiducia, di criticità costruttiva e non distruttiva, di amore per la realtà degli oratori che non si ferma ad un passato nostalgico, ma che fa memoria delle ricchezze del passato per costruire (o almeno, impostare) il futuro. Vi chiediamo allora anche una massiccia dose di preghiere: davvero io credo che l’opera umana è benedetta e fruttuosa se sostenuta dallo Spirito che consiglia. PREPARIAMOCI AL SANTO NATALE NOVENA DI NATALE: dal 15 al 19 dicembre ore 17,00 in chiesa a Ospitaletto, Cormano e Brusuglio SANTE CONFESSIONI NATALIZIE: 18 dicembre ore 21 a CORMANO per adulti e giovani FESTE NATALIZIE GRUPPI SPORTIVI: sabato 20 dicembre negli oratori PRESEPE VIVENTE: domenica 21 dicembre ore 15,00 a CORMANO 8 8 ESERCIZI SPIRITUALI: Meditazione di Don Bortolo Vangelo di Giovanni (Gv 13, 1-15) “Durante la cena”. Entriamo in punta di piedi in quella sera e in quella sala. Ci accostiamo all’intimità di un momento intenso che Gesù vive con i suoi discepoli. Aprirà loro il cuore per confidare i sentimenti forti che prova, per dire loro del tradimento di un amico e della sua consegna al Padre e al mondo. Vogliamo raccogliere il suo testamento e la sua memoria per viverli nei nostri affetti e nei nostri pensieri, nella ferialità e nella straordinarietà della nostra vita. Entriamo, dunque, nella stanza di quella cena come discepoli che desiderano imparare dal Maestro l’arte della decisione e del servizio, quella dell’amore sincero e della solidarietà. “Si alzò da tavola”. La decisione di Gesù si esprime in un gesto carico di significato e di esemplarità: lavare i piedi ai suoi discepoli. L’evangelista descrive minuziosamente gli atti del Maestro. Ogni gesto, di quella sera, è ricordato nei suoi particolari. In soli due versetti, il 4 e 5, ci sono otto verbi! … si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano, se lo cinse attorno ai fianchi, poi versò l’acqua nel catino, lavò e asciugò i piedi dei discepoli, proprio con quello straccio di cui si era cinto. …Le nostre azioni quotidiane devono essere sostenute dal desiderio di esprimere il nostro amore per le persone che ci circondano, e il nostro amore per il Signore. “Avendo amato i suoi”. Gesù ha coscienza del momento che vive e della sua missione. Non va alla morte trascinato dalle circostanze, ma è lui a fare dono della vita. La decisione di Gesù matura dentro una consapevolezza chiara: egli, infatti, sa che è giunta la sua ora (v. 1), sa che il Padre ha posto tutto nelle sue mani … Per lavare i piedi ai discepoli egli depone le sue vesti: è il segno del dono, così come le deporrà definitivamente sul Golgota perché salirà sulla croce spogliato di tutto …La carità che siamo chiamati a vivere nel nome di Gesù ha un orizzonte universale e parte sempre da un gesto di umile spogliazione. Perché l’altro trovi posto in me, deve essere disponibile a fargli spazio, a togliere ciò che ingombra, ciò che impedisce l’avvicinarsi e l’incontrarsi. “Fino alla fine”. La scelta di Gesù ed il suo gesto non si comprendono e non si esauriscono nell’immediato. Possiedono, invece, la forza di una prospettiva capace di andare lontano. L’amore di Gesù è “fino alla fine” (Gv 13, 1), cioè fino all’estremo, fino al compimento. Gesù si è speso davvero per quella gente: ha creduto nella missione del Padre e non ha mai perso di vista che la meta sarebbe stata la vita eterna e la salvezza di tutto il mondo. Gesù guarda oltre il precipitare degli eventi e oltre persino l’opera del diavolo che “aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo” (Gv 13, 2). L’amore per l’altro esige la dedizione che va sino alla fine: sia esso un figlio, un marito o una moglie, un povero. “Tu non mi laverai i piedi in eterno!”. La risposta di Pietro ci appare dura: “Tu non mi laverai i piedi in eterno!” (Gv 13, 8). C’è una sproporzione enorme tra il gesto del lavare i piedi in quella sera, durante la cena, e l’eternità. …. Vi ho dato un esempio. Pietro non si lascia amare da Gesù, e questo è ancora più grave dell’incomprensione. Non accetta quel gesto esagerato di dedizione perché non si sente adeguato, non lo accetta perché sa che non sarà disposto ad amare in quello stesso modo. Ed il racconto del triplice rinnegamento che accompagnerà quella notte ne sarà la conferma. È difficile lasciarsi amare perché significa ammettere di avere bisogno dell’altro. Perché significa riconoscere che non bastiamo a noi stessi … Lasciarsi amare richiede umiltà. A volte è più facile amare che lasciarsi amare. Per questo Gesù dice: “Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me” (Gv 13, 8), come a dire che se Pietro si ostina a rifiutare l’amore di Gesù, un amore sproporzionato ed abbondante, rifiuta proprio quella salvezza che cerca. Pietro cede. Alla fine, con il suo tono impulsivo, esagerato, si lascia lavare i piedi. Anzi, vorrebbe andare oltre quanto Gesù stesso chiede: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo” (Gv 13, 9). Probabilmente non ha ancora capito il senso del gesto di Gesù ma gli ubbidisce; probabilmente non è disposto ad imitarlo o non ne è ancora in grado, però si affida docilmente. Si riduce la distanza tra Gesù che sa quello che fa e Pietro che, invece, non comprende, si oppone, rifiuta. Avviene l’incontro tra la grandezza dell’amore di Dio che serve e la piccolezza dell’acqua sporca, dell’asciugamano sporco e dei piedi nudi. FORSE QUALCOSA RELATIVO AL TEATRO DI NATALE O DELL EPIFANIA??? … UNO SGUARDO AVANTI IL GIORNALINO DOVREBBE USCIRE PER DOIncontro con il fondatore del SERMIG MENICA 7 DICEMBRE - Ernesto Olivero : 28 gennaio 2015 - ore 21,00 a CORMANO 9 9 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 CARITÀ: AMARE COME AMA GESÙ IN CAMMINO . . . PANE E PAROLA “… MI AVETE DATO DA MANGIARE” DICEMBRE 2014 ( M T. 2 5 ,3 5 ) I temi su cui rifletteremo durante l’ anno pastorale, ci vengono suggerite dall’evento di EXPO 2015 “Nutrire il pianeta, energia per la vita” e della Campagna contro la fame di Caritas Internationalis “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”. Il binomio “pane e parola” dichiara che l’essere umano ha bisogno sia del pane per nutrirsi che del pane fatto di amore e di relazioni con gli altri, esperienze a cui non può rinunciare. Meditando il Vangelo, ci accorgiamo che Gesù era sempre molto attento alle folle senza pane e ci ha insegnato a chiederlo nella preghiera al Padre che è nei cieli. Ma, la sua missione, è stata anche quella di insegnarci che il pane non va accumulato, ma va condiviso con gli altri. A farci grandi non è tanto il pane che si riceve, ma il pane che si dona. Quindi “pane e parola” trova una grande opportunità in EXPO 2015, l’esposizione universale a tema, organizzata dagli Ambasciatori di vari Paesi del mondo. La Chiesa non poteva certo mancare a questo appuntamento. Don Roberto d’Avanzo, Direttore di Caritas Ambrosiana, nella relazione di inizio anno pastorale presentata agli operatori della carità ha detto: “… Ci saremo come Chiesa e come Caritas non perché abbiamo chissà quali eccellenze di produzione agricola o comunque di tipo alimentare da presentare. Tantomeno abbiamo ricette da far conoscere e da diffondere. Ci saremo perché cibo fa rima con uomo e perché non c’è uomo senza cibo. Ci saremo perché, malgrado la terra sia in condizione di produrre cibo di qualità a sufficienza per gli attuali circa 7 miliardi di esseri umani e per molti di più, l’attuale produzione di cibo non solo non è ugualmente garantita, ma addirittura è gestita in modo da generare eccedenze e scarti scandalosi che solo in minima parte si riesce a riciclare in favore delle categorie più deboli”. EXPO 2015 incontra un'altra importante esperienza in atto: la Campagna contro la fame nel mondo “Una sola famiglia umana, cibo per tutti”, promossa da 160 Caritas nazionali e lanciata dal Papa 10 dicembre 2013. Inoltre Papa Francesco, in un videomessaggio del mese di ottobre, ha ribadito che le parole di nostro Signore “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare”, ci interpellano oggi, dicendoci di non voltare le spalle alla povertà. L’invito di Papa Francesco e del nostro Arcivescovo Angelo Scola, è quello di mettere in cantiere anche nelle nostre comunità cristiane dei percorsi di sensibilizzazione sul tema dell’accessibilità al cibo e al bene per tutti, perché si crei una cultura di fraternità universale e di cittadinanza globale. E’ necessario prendere coscienza che tutti noi apparteniamo ad una sola famiglia umana. Sempre don Roberto, a concluso la propria relazione con questa meravigliosa sintesi: “… Le parole di Gesù nell’ultima cena sono il chiarimento definitivo di questa verità: “prendete e mangiatene tutti...”. La negazione del diritto alla vita che i nemici stanno progettando è trasformato da Gesù in un dono completo di sé. La sua vittoria sta nel consegnarsi a tutti. La vera giustizia nel diritto al cibo si realizzerà non solo attraverso una quantità maggiore di beni prodotti, ma attraverso una lotta sempre più coraggiosa contro l’egoismo che ci tiene prigionieri. Come il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per i Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. (Gv 6,57). Con questa solenne affermazione viene sgomberato il campo da ogni possibile fraintendimento: il bisogno di pane viene soddisfatto solo per aprire a un desiderio di relazioni che conduce sull’abisso di un amore che, per sua natura, apre a nuovi scenari e che esige il dono di sé come risposta all’esperienza del dono ricevuto dall’alto … dall’altro”. Antonella Gipponi 10 10 : Celebrazione, Ricordo, Commemorazione? A questo interrogativo ha cercato di rispondere l’incontro di approfondimento organizzato Mercoledì 19 novembre 2014 presso Sala Teatro San Luigi - Via Roma 10 Cormano dalla Università della Terza Età di Cormano. Alla Tavola Rotonda hanno partecipato il giornalista Paolo Nizzola, il docente Pietro Gozzi, lo scrittore Emilio Uggeri, moderatore il docente Edoardo Marinzi. Il giornalista ha affrontato il problema della guerra delle armi, disputata cento anni fa, con la ricaduta che l’evento ha avuto e ha ancora sulla realtà di oggi. La guerra oggi è diventata di sistema, non più guerreggiata con le armi ma con altri mezzi più sofisticati, non meno letali. Basti pensare ai poteri forti, che ancora dominano il mondo attraverso l’economia, usata come arma per asservire popoli provocando povertà, distruzione di culture, disgregazione sociale. Ma non solo, attualmente sono presenti focolai di guerra in molte zone del mondo, anche in Europa, tanto che Papa Francesco ha recentemente osservato che è in atto la Terza Guerra mondiale: una guerra a pezzi. Pietro Gozzi ha invece fatto una sintesi storica e sottolineato che i motivi che hanno scatenato il conflitto, andavano ben aldilà della “risposta” all’assassinio, il 18 giugno 1914, dell’Arciduca Francesco Ferdinando erede al trono d’Austria. Il delitto di Serajevo fu utilizzato come pretesto dagli Imperi Austroungarico, Russo e Ottomanno per regolare i loro conti. Senza riuscirci, perché 11 Carla Bossi 11 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 LA GRANDE GUERRA la Grande Guerra fu il preludio della Seconda Guerra mondiale. La guerra fu “una guerra di posizione” combattuta dai due schieramenti avversi nelle trincee dove i soldati vissero “e morirono” per molti mesi. All’interno delle trincee le truppe vivevano in condizioni estremamente disagiate: cibo scarso, alloggi sotterranei in buche scavate nel terreno su pagliericci coperti di tela cerata, con un abbigliamento inadatto, soprattutto per chi si trovava sui fronti di montagna con la pioggia e le intemperie sempre in agguato: un vero tormento. Il prezzo pagato in vite umane altissimo: 8,5 milioni di morti (forse 10 milioni), 20 milioni di feriti gravi, 8 milioni tra prigionieri e dispersi. I caduti italiani furono 750 mila, oltre ai feriti e invalidi. Fu un’autentica carneficina, contro cui in più occasioni si levò la voce di Papa Benedetto XV . Il primo agosto 1917 con un appello rivolto ai paesi belligeranti invocò la pace: “bisogna giungere quanto prima alla cessazione di questa lotta tremenda che ogni giorno di più apparisce inutile strage” Emilio Uggeri presentando il suo libro “Filo spinato” ha proiettato con slide e diapositive dati, eventi, testimonianze, sottolineando i cambiamenti profondi che hanno interessato tutta la vita successiva dell’umanità, dal punto di vista della tecnica, dei costumi, delle abitudini, dell’economia. Sicuramente durante il secolo successivo il mondo ha progredito in tutti i campi, tuttavia con rammarico si devono tuttora registrare tante situazioni di guerra e una pace ancora lontanissima. Durante l’anno accademico ci ripromettiamo di riprendere e approfondire i numerosi spunti che sono emersi dagli interventi degli oratori, che hanno visto la partecipazione di numeroso e attento pubblico. IN CAMMINO . . . Canonizzazione di Giovanni Paolo II Il giorno 27 Aprile 2014 Papa Giovanni Paolo II è stato proclamato santo. Abbiamo pensato fosse giusto dedicargli uno spazio su “IN CAMMINO”. Certo, cosa dire o ricordare di lui? Moltissime potevano essere le scelte. Abbiamo optato per questo articolo (non completamente trascritto e diviso in quattro parti) di Riccardo Tonelli tratto dalla rivista dei Salesiani “Note di pastorale giovanile”. Il titolo “Il dialogo tra Giovanni Paolo II e i giovani” dice già molto: a voi la lettura! IL DIALOGO TRA GIOVANNI PAOLO II E I GIOVANI - 4 DICEMBRE 2014 IL MESSAGGIO DEL PAPA AI GIOVANI È possibile tentare una sintesi del vastissimo dialogo realizzato tra il Santo Padre e i giovani? Immagino di essere avvicinato da un giovane. Conosce il tempo che ho dedicato allo studio di quello che il Papa ha voluto comunicare ai giovani. E mi chiede: In poche parole, il Papa cosa si attende da noi giovani? Non posso passargli questi appunti. Devo rispondere con poche battute, capaci di rilanciare l’affetto, la vicinanza, le preoccupazioni del Santo Padre. Riconosco che l’impresa è difficile (per la vastità di materiali disponibili) e discutibile (perché fortemente condizionata dalla sensibilità di chi la realizza). Credo però doveroso tentare l’operazione, citando alcune espressioni del Santo Padre, tratte dal suo dialogo con i giovani. *I giovani vivono una stagione specialissima della loro esistenza. Questo tempo privilegiato va compreso, accolto, interpretato: «Io penso che si deve comprendere l’importanza della giovinezza: che cosa è la giovinezza? Giovinezza è questa epoca della vita umana, dove si progetta tutta la vita. Il giovane comincia a progettare la sua vita e vive con questo progetto e cerca di realizzare questo progetto, di prepararsi alla sua realizzazione. In altre parole, questo si chiama anche vocazione, perché quel progetto che tu, cara ragazza, caro ragazzo, trovi come tua proprietà viene anche nello stesso tempo da Dio, viene suggerito dallo Spirito Santo, e ci vuole una collaborazione con lo Spirito Santo per identificare questo progetto, appro12 12 fondirlo, e poi per realizzarlo bene, per trovare la felicità, perché il progetto realizzato porta con sé questa felicità, questa felicità a cui Dio ci chiama. Noi siamo tutti chiamati alla felicità in Dio, attraverso questo nostro progetto che viene anche da Lui. Viene accettato da noi, viene realizzato da noi e poi trova la sua ultima tappa in Dio stesso». *I discepoli di Gesù riconoscono nel profondo delle attese dei giovani un anelito mai spento di senso e di speranza: di Vangelo. «C’è bisogno di un annuncio evangelico che si faccia pellegrino accanto all’uomo, che si metta in cammino con la giovane generazione. Un simile bisogno non è già in se stesso un sintomo dell’anno duemila che si sta avvicinando?». *La risposta è una, forte e coraggiosa: il Vangelo di Gesù, la sua persona e la sua parola. «Giovani, dico a voi, prima di tutto con la sua croce. Pilato che, indicando il Nazareno coronato di spine dopo la flagellazione, disse: Ecco l’uomo, non si rendeva conto di proclamare una verità essenziale, di esprimere ciò che sempre e dappertutto rimane il contenuto dell’evangelizzazione». *Chi ha sperimentato tutto questo, è disponibile a farsene carico con tutta la propria vita, per portare a tutti il Vangelo di Gesù. Questo è il grande desiderio e la grande speranza del Papa: «Spero che molti ragazzi e ragazze, animati da sincero zelo apostolico, vorranno consacrare la propria vita a Cristo e alla sua Chiesa, come sacerdoti, religiosi e religiose, oppure come laici disposti anche a lasciare il proprio paese per accorrere là dove scarseggiano gli operai della vigna di Cristo. Ascoltate, dunque, con attenzione la voce del Signore, che anche oggi non 13 13 cessa di chiamarvi, così come chiamò Pietro ed Andrea: ‘Seguitemi, vi farò pescatori di uomini’ (Mt 4,19). Lo ripete in mille circostanze: «Mettetevi al servizio della Chiesa e collaborate rispondendo alla chiamata di Gesù Cristo! Seguite Gesù Cristo! Mettete la vostra vita al suo servizio! Ciò darà alla vostra vita il più profondo significato e il più alto contenuto. Non esitate a lasciare ogni cosa e a seguirlo, se egli si rivolge a voi come al giovane ricco: ‘Vendi tutto ciò che hai, regala il denaro ai poveri, e avrai la ricchezza eterna nel cielo; dunque vieni e seguimi!’ (Lc 18,22). Mettete quindi a disposizione della Chiesa i vostri giovani talenti senza alcuna riserva! La Chiesa ha bisogno di voi in molti settori, soprattutto nel sacerdozio. Voi siete il futuro della Chiesa. Vostra è la responsabilità che la Chiesa sia giovane e lo rimanga sempre». Riccardo Tonelli 4-fine . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 Cristo vi aspetta a braccia aperte; Cristo conta su di voi per costruire la giustizia e la pace, per diffondere l’amore. Come a Torino, dico ancora oggi: Dovete tornare alla scuola di Cristo... per ritrovare il vero, pieno, profondo significato di queste parole. Il necessario supporto per questi valori non sta che nel possesso di una fede sicura e sincera, di una fede che abbracci Dio e l’uomo, l’uomo in Dio... Non c’è una dimensione più adeguata, più profonda da dare a questa parola ‘uomo’, a questa parola ‘amore’, a questa parola ‘libertà’, a queste parole ‘pace’ e ‘giustizia’: altra non c’è, non c’è che Cristo». *L’annuncio del Vangelo è impegnativo ed esigente. «Sempre e dappertutto il Vangelo sarà una sfida per la debolezza umana. Ma proprio in questa sfida sta tutta la sua forza». Solo così possiamo davvero spalancare le porte della nostra vita a Gesù, il Signore della vita e della storia: «Cristo […] sa veramente quello che c’è in ogni uomo. Con il suo Vangelo egli ha toccato l’intima verità dell’uomo. L’ha toccata IN CAMMINO . . . Testimonianza missionaria del nostro seminarista Paulin DICEMBRE 2014 L’esperienza vissuta pedire al nemico (antibalaka o seleka) di I pomeriggi di mercoledì, giovedì, sabato e quest’estate nella mia avanzare. Questa situazione crea grande domenica sono dedicati all'animazione e patria è stata ancora una difficoltà di movimento. L'unica fonte di alla cura dei bambini orfani. volta l'occasione per reddito per la popolazione è l'attività pasto- Un episodio che mi ha segnato profonda- fare una valutazione circa la mia vocazione rizia e l’agricoltura. Ma la situazione di mente è l’incontro con Marie-Elisa, una dopo 14 anni di vita comune. Lasciando insicurezza costituisce un reale ostacolo per donna che vive nel sito dei rifugiati; i mu- l'Italia per tornare in Africa, non avevo idea queste attività, perché la gente ha paura di sulmani l’hanno smembrata tagliandole di che cosa mi aspettava. Sapevo solo che il uscire nei campi. entrambe le gambe e il braccio destro, paese stava attraversando i momenti più È in queste condizioni che i superiori, al lasciando bui della sua storia. Politicamente la Re- mio arrivo, mi hanno proposto girare nei (considerato impuro secondo la convinzio- pubblica Centrafricana esiste solo di nome, siti dei rifugiati per ascoltare, incoraggiare ne islamica). Elisa è una “gargotiere”, cioè poiché le autorità locali come la polizia e la e consolare le vittime (oltre all’ordinaria vende il cibo per strada, e viveva nella zona gendarmeria non hanno potere, e persino il pastorale in diversi ospedali). Ma la realtà a maggioranza islamica. È stata torturata Ministero della difesa esiste soltanto sulla non è facile e spesso mi trovavo davanti a dopo aver assistito alla tortura e alla morte carta, in quanto non ha nessun esercito. I domande che mi lasciavano senza parole. di suo marito, suo papa e i suoi due figli di governanti provvisori sono senza potere, Infatti ho incontrato due realtà opposte: da circa quindici anni da parte dei propri vici- ricevono ordini da fuori, dalla Francia o un lato un piccolo gruppo di quelli che si ni. E tutto questo in presenza dell’esercito dalle potenze confinanti come il Ciad e la ribellano contro Dio, chiedendosi "che francese che era a meno di venticinque Repubblica popolare del Congo e le ONG, cosa abbiamo fatto per meritare tale soffe- metri da lì. Elisa ha rifiutato qualsiasi con- secondo l'interesse di ciascuno. Prevalgono renza, tale umiliazione?", "perché Dio non tatto anche con il suo parroco, ma ha scelto soprattutto tre gruppi di forze internazio- ci risponde?" "Dio ci ha abbandonato, è di aprirsi a me per il semplice motivo che nali: la MISCA, composta da truppe africa- inutile pregare...". Dall'altra parte, sono l’avevo assista anni fa quando era malata in ne, la truppa francese “Sangaris” ed EU- stupito della fede serena di un gran numero ospedale, e ha ancora un buon ricordo di FOR (forza europea) composta da varie di persone che vivono questo evento come quell’esperienza. Inizia una lunga conversa- truppe europee tra cui alcune italiane. La una prova, un avvertimento, un invito a zione, interrotta solo dalle sue lacrime, una presenza EUFOR è molto apprezzata dalla vegliare: «Frate Paulin, ho perso tutto, ma condivisione su due temi fondamentali che popolazione, e ciò è dovuto all'imparzialità per fortuna non ho perso Dio» mi ha confi- mi ha messo di fronte al mio limite: la e all'efficacia del loro intervento; gli altri dato Félicité Bimbo una coraggiosa signora retribuzione dei peccati e il perdono dei due gruppi sono lì solo per fare gli interessi che frequenta regolarmente la Comunità di nemici. “Perché Dio non consente che dei loro paesi. Le conseguenze di ciò sono cui faccio parte, partecipando quotidiana- muoia presto? Perché mi ha lasciata viva in devastanti: c’è una grande distribuzione mente alla messa e al rosario. questa condizione? I miei peccati sono così illegale di armi da parte dei francesi agli Centoventi orfani e i loro amici frequenta- gravi da meritare una morte cosi lenta? E antibalaka (milizie non musulmane) e agli no regolarmente la nostra piccola Fraterni- poi come perdonare coloro che mi hanno uomini di seleka (ribelli musulmani), con tà. Con i miei due compagni seminaristi ridotto in questo stato?” E io con fatica le lo scopo di incrementare il disordine e Gabriele e Giulio, che sono venuti con me ho risposto: “Elisa, non voglio aggiungere massimizzare lo sfruttamento di diamanti, per il “viaggio missionario”, abbiamo orga- alla tua sofferenza una pena in più. Penso oro e uranio. nizzato una sorta di oratorio feriale. È stato che Dio viene a soffrire con te perché il Il paese è completamente distrutto dalle un trionfo. La grande preoccupazione per Dio che noi adoriamo è purtroppo un Dio conseguenze della guerra (saccheggi, vio- questi poveri bambini è quella di andare a crocifisso. So che non è facile dimenticare, lenze, ecc.). La metà dei servizi pubblici e scuola. Interesse che non possiamo risolve- ma non appena il Signore ti ridarà le forze delle istituzioni non funziona più corretta- re per mancanza di soldi. cerca di avere un buon pensiero per chi ti mente a causa dell’insicurezza e soprattutto Il nostro programma settimanale, stabilito ha messo in questa situazione. È l'unico per il fatto che la maggior parte della popo- insieme ai miei confratelli, è organizzato modo per mostrare la differenza tra la tua lazione, funzionari compresi, è rifugiata, in così: lunedì e venerdì, al mattino, visita nei fede e la loro”. È con queste parole, a mio particolare a Bangui, la capitale. Le strade siti dei rifugiati; giovedì e domenica matti- avviso inappropriate, che ci siamo separati sono completamente impraticabili: i ponti na la messa negli ospedali con la visita ai tre giorni prima della mia ripartenza. sono spezzati, le strade principali sono pazienti; il mercoledì e il sabato mattina, distrutte in diversi punti, proprio per im- visita nelle case dei malati. 14 14 solo il braccio sinistro Paulin Biro LA GLORIOSA FOLLIA STORIA DI SAN PAOLO generare? La gloriosa follia , uno della storia: Erode, Caligola, Nero- dei grandi romanzi storici di Luis De Wohl, aiuta a vedere e capire. ne, Cassio, il centurione diventato cristiano. Pagine che toccano e Non è una biografia romanzata di San Paolo. Piuttosto il racconto scuotono, ti prendono , ti commuovono, in particolare, il primo in- (molto avventuroso) del suo mondo: Gerusalemme, Antiochia, Ro- contro con Pietro in cui i dubbi rimasti sull’Ex persecutore dei Cri- ma…E tutti i lembi di Impero attraversati dall’ex fariseo che da stiani vengono sciolti in un dialogo di due cuori che amano…: “So che giovane aveva come ideale “proteggere la legge del tempio” e lo Amo. E credo che Lo ami anche tu”. Che cosa succede nella vita di un uomo completamente afferra- dopo quel viaggio a Damasco, e la conversione improvvisa, si ritrova Libro da leggere, regalare… Perché si coglie la “catena” che , attra- to da Cristo? Come cambia il suo sguardo, che cosa ama, che cosa innamorato di Gesù. Il filo della trama si snoda seguen- verso i secoli, porterà la fede a noi, ORA. cerca? Soprattutto che cosa può do in gran parte altri personaggi Lina Picchi LOUIS DE WOHL (1903-1961), tedesco di padre ungherese e madre austriaca, dopo essere fuggito dalla Germania hitleriana nel 1935, prestò servizio come capitano nell’esercito britannico durante la Seconda guerra mondiale. In BUR sono pubblicate le biografie di Giovanni d’Austria "L’ultimo crociato", di san Tommaso d’Aquino "La liberazione del gigante", di santa Caterina da Siena "La mia natura è il fuoco", di Elena madre dell’imperatore Costantino "L’albero della vita". I suoi romanzi sono tradotti in 12 lingue. UN LIBRO SU OSPITALETTO ! Dopo Cormano e Brusuglio, anche Ospitaletto ha un’opera storico-religiosa. Proseguendo e ampliando il lavoro iniziato da molti appassionati alcuni anni fa, la d.ssa Carla Bossi, insieme alla Parrocchia Buon Pastore e a tanti altri amici, ha scritto e pubblicato un libro dal titolo: “OSPITALETTO SI RACCONTA” Percorso storico-religioso della comunità di Ospitaletto” (€ 15). Il testo vuole approfondire le più significative esperienze umane e religiose della frazione di Ospitaletto, con l’aggiunta di numerose immagini fotografiche d’epoca. Il libro si può acquistare presso le sacrestie/ buona stampa delle tre parrocchie e presso l’Università della Terza Età. Un buon regalo per Natale …. L’intero ricavato del libro servirà a sostenere le spese della Comunità Parrocchiale 15 15 . . . .IN CAMMINO DICEMBRE 2014 Autore : Louis De Wohl IN CAMMINO . . . DAGLI ARCHIVI PARROCCHIALI: DAL 19.9 AL 14.11.2014 Battesimi Cormano: Russo Greta, Genito Giulia, Vasapollo Marco, Vetrano Lorenzo, Vetrano Sofia, Kuka Lore, Kola Zhesion, Anversa Matteo, Bianculli Samuele. Battesimi Ospitaletto: Mandaglio Giulia, Criscenti Simone. Battesimi Brusuglio: Giannazza Massimo, Rossini Gabriele, Sindona Luca, Kwemeni Lapa Fomyn, Arnoldi Samuele, Di Benedetto Leonardo. Funerali Cormano: Mirandola Luciano Tonino, Giallorenzo Maria, Biancotto Lina, Branà Maria, Morselli Lino, Cozzi Emilia, Malgrati Angelo, Bettin Giampaolo, Bergamini Romea, D’Antuono Rosina. Funerali Ospitaletto: Vignali Mario, Calabrese Basile Gaetano, Broccanello Tullio, Scabbio Fulvio, Giorgio Teresa, Latini Emilia, Turetti Stefano, Fioravanti Isolda Maria, Napetti Alba, Romanini Roberto, Dall’Aglio Silvano. Funerali Brusuglio: Oggioni Rino, Martini Caterina, Cavalletti Annita. DICEMBRE 2014 Matrimonio Cormano: Russo Salvatore - Castagnoli Antonella. Matrimonio Brusuglio: De Lorenzo Marco - Biancardi Giorgia. Questo numero dell'Informatore Pastorale “In Cammino...” è stato realizzato con il contributo di: Affiliato: Studio Cormano S.a.s. Via Cantinotti, 47 - 20032 Cormano (MI) Tel. 02.61.52.371 - Fax 02.66.30.97.87 e-mail: [email protected] Home page: http://agenzie.tecnocasa.it/cormano/cormano-ospitaletto FERRAMENTA ARRIGONI Via Giovi, 156/158 T E C N O I N D A G I N I S . r .l . di a gn o s ti ca p e r l ’ e d i l i z i a V i a F . F i l zi , 5 8 - C o r m a no , t e l . 0 2 36 5 27 6 0 1 s i t o i n t e rn e t : w w w . t ec n oi nd a gi ni . i t CANCELLERIA BLO ITALIA - Via Marconi, 31 tel. 0266301565 ( R.A. ) - sito internet: www.bloitalia.it ISOLA BIANCA sas - Via Marconi, 1 Agenzia viaggi tel. 02/66305542, fax 02/70057973 www.vacanze-mare.it S T U D I O F IS I O T E R A P I C O Via Dante, 20 - Cormano - tel. 02/66307450 cell. 3332720067 PARRUCCHIERA LA BOTTEGA DEI CAPELLI Via IV Novembre, 37 B le yA ssa a ndr TIPOGRAFIA AGA Via Villoresi, 7 B I E M M E C O L O R I F IC I O d i M A R C H I S A N D R O Via Adda, 45 - tel. 02/66302432 VUOI PARTECIPARE INSERENDO LA TUA ATTIVITA’? CONTATTACI AL N° 340 8413664 16
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