In cammino n°5 2014 - Comunità Pastorale "Visitazione di Maria

N. 5 - anno XXVII
Dicembre 2014
In Cammino...
Comunità pastorale VISITAZIONE DI MARIA VERGINE
E noi vedemmo la sua gloria
pag. 2-3
Università terza età: inaugurazione anno accademico …
Orari S. Messe e S. Confessioni
pag. 4
Papa Francesco proclama beato Paolo VI
Notizie utili
pag. 5
Un giovane prete di 70 anni
pag. 6
Appunti di viaggio - Pellegrinaggio in Terra Santa ...
pag. 7
Progetto educativo degli oratori: si comincia …
Prepariamoci al Santo Natale
pag. 8
Esercizi spirtuali - Carità: amare come ama Gesù
….. Uno sguardo avanti
pag. 9
Expo 2015: Pane e Parola “… mi avete dato da mangiare” (Mt. 25,35)
pag. 10
LA GRANDE GUERRA: Celebrazione, Ricordo, Commemorazione?
pag. 11
Cannonizzazione di Giovanni Paolo II - Il dialogo tra Giovanni Paolo
II e i giovani (4)
pag. 12-13
Testimonianza missionaria del nostro seminarista Paulin
pag. 14
Rubrica: angolo della buona lettura
Un libro su Ospitaletto
pag. 15
Dall’archivio parrocchiale della Comunità Pastorale:
Battesimi, Matrimoni e Funerali: dal 19.9 al 14.11.2014
pag. 16
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Informatore
Pastorale
Avviso sacro,
ciclostilato in proprio,
distribuzione gratuita
IN CAMMINO . . .
E NOI VEDEMMO LA SUA GLORIA!
Verbum caro factum est. Alleluia!
Oggi Cristo è nato e si rallegrano gli Angeli.
Oggi Cristo, Salvatore del mondo, è apparso sulla terra.
Oggi per noi splenderà la Luce, perché il Signore è nato.
Esulta, Figlia di Sion; loda, Figlia di Gerusalemme.
Rivelò la sua giustizia davanti a tutte le genti,
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito.
DICEMBRE 2014
Il Natale ci sorprende. Lo contempliamo ora con gli occhi e con l’intuizione spirituale di un grande
Papa, il beato Paolo VI. Le sue appassionate parole (sono quelle scritte in corsivo in questo artiarticolo) ci riportano immediatamente al cuore del mistero annunciato: «Questa strabiliante verità, che i cristiani dovrebbero avere sempre presente allo spirito, e che molti non cristiani si sforzano di ignorare, è la ragione profonda della festa del Natale; ed è talmente innestata nei nostri
destini, da riverberare su ogni aspetto della vita i suoi raggi meravigliosi». Lo scrittore Charles
Dickens interpreta con questo pensiero la forza di un giorno che si distingue da tutti gli altri. Dice: «Ho sempre pensato al Natale come ad un bel momento. Un momento gentile, caritatevole,
piacevole e dedicato al perdono. L’unico momento che conosco, nel lungo anno, in cui gli uomini
e le donne sembrano aprire consensualmente e liberamente i loro cuori, solitamente chiusi».
«Noi siamo soliti a considerare il Natale come una festa piena di soavità e di pace. E così è. Essa
rappresenta il mistero di tale bontà da infondere letizia e speranza e poesia e vivacità e novità e
amore nelle vene, inquinate di peccato e di tristezza, dell’esausta umanità».
Si possono scrivere tante cose del Natale. E la letteratura ne è piuttosto ricca. Ne è ricca la musica, dove si cantano parole cariche di stupore e dolci melodie evocano tutta l’intensità dell’attimo.
Non solo. Le abili mani di illustri pittori hanno immortalato il riflesso di quella grande luce che
questo Santo giorno irradia, la bianca aureola di un bimbo che le braccia di una madre depongono dolcemente in una mangiatoia.
Del Natale si possono narrare gli eventi o si può abbracciare la verità che in essi si rivela. Si può
rinnovare con forza l’efficacia dell’annuncio di salvezza nell’oggi di chi lo lascia risuonare
nell’intimo del cuore, o si può manifestare sui volti la pace e il sorriso accesi dalla gioia che lo accompagna. «La storia evangelica è sempre cordialmente stupenda e sempre ci affascina». È bello
guardare al Natale con un po’ di poesia, con quella affettuosa tenerezza che ci restituisce
l’armonia e l’umiltà di quel memorabile giorno, oppure riconoscere la durezza lapidaria degli avvenimenti che colloca l’Amore in mezzo alla più bieca indifferenza, che, lo sappiamo, talvolta è
purtroppo la nostra. Ci ricorda l’evangelista che “non c’era posto per loro nell’albergo”.
«Potremmo sostare senza fine, come bambini davanti al presepio, a tutto considerare, a tutto
spiegare». “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi,
nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”. Queste degli Angeli, sono
parole di speranza per chi è assetato di Dio o un grido che invoca il duro risveglio da una vita anestetizzata dalla tristezza e dall’apatia per chi ha rinunciato ad amare.
«Il Salvatore, il Messia, il Gesù di Betlemme è il Verbo di Dio fatto uomo. Cadiamo in ginocchio.
La meraviglia non ha confine. L’adorazione non ha sufficiente umiltà. La gioia non ha parole bastevoli. Il cielo si è spalancato. Il mistero della vita interiore di Dio si è manifestato. L’umiltà trascendentale di Dio si è palesata feconda. Ancora prima della nascita di Cristo nel tempo, la sua
nascita fuori del tempo ci è annunciata. «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, ed
era Dio il Verbo (Gv 1,1)». Questo mistero, proprio di Dio, si rivela a noi simultaneamente con
quello dell’Incarnazione, proprio di Cristo, Dio e uomo. «E il Verbo si è fatto carne, e abitò fra
noi…» (Gv 1,14)». Di quanti benefici noi siamo debitori al Signore! Se ci avesse anche solo fatto
conoscere l’esistenza del Figlio questo ci sarebbe bastato per rivolgerci a Dio in un modo nuovo.
Ma Dio non si è fermato alla sola rivelazione. Affinché fosse chiara la sua volontà di essere il Padre Nostro, il Padre di ogni uomo, il suo Figlio, quanto ha di più prezioso, ce lo ha liberamente e
gratuitamente donato. “Il Verbo si è fatto carne”. Il Signore è nato. Nato per noi. Dato a noi. Proprio a noi che ancora fatichiamo a riconoscerne la presenza. Il cui corpo adagiato in una mangia2
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toia a Betlemme è sempre tale, sotto la specie del pane e del vino, oggi e ogni volta che
l’Eucarestia è celebrata sull’altare delle nostre chiese. È pane disceso dal cielo. È il pane della
Vita. È il pane della Comunione fraterna.
«E Come dal Natale autentico siamo fatti e ci chiamiamo cristiani, così dal Natale sembra venire
a noi un invito ad essere autentici cristiani. Oggi questo termine di «cristiano» sembra svigorito
da quanti ancora lo usano per dare una generalissima ed estrema qualifica alla vita, alla cultura,
alla civiltà, le quali del cristianesimo hanno avuto la benefica impronta, ma che cercano appena
possibile, di dimenticarlo o di risolverlo in altre formule, laiche e punto impegnative alle supreme e vitali conseguenze che il nome cristiano porta con sé».
Ritorna il Natale. Come ogni anno ritorna e ci trova così, come siamo. Bisognosi ancora di grazia. Di salvezza. Forse ancora un po’ smarriti, forse ancora un po’ distanti tra noi o non ancora
ben ritrovati a noi stessi. Ritorna. E noi abbiamo bisogno che ritorni. Se la sua luce non si è ancora accesa dentro di noi sappiamo che ci è offerta la nuova possibilità di dare una svolta alla
nostra vita rimettendo Cristo al centro.
Questo Natale anticipa, se così possiamo dire, un grande evento. L’Expo 2015, dal tema
“Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, ci domanda se è possibile garantire cibo e acqua alla
popolazione mondiale. Ci chiede di accorgerci degli altri e del loro bisogno, di uscire dalla nostra
indifferenza. Il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, intervenuto a margine del convegno
delle Caritas parrocchiali della nostra diocesi dedicato al tema della nutrizione, ha detto: “In pochi anni la situazione si è capovolta: non sono più lontani quelli che sono nel bisogno ma sono in
mezzo a noi, perché sono venuti dalle altri parti del mondo. Ma poi ci sono anche coloro che
condividono la nostra cittadinanza e non hanno il necessario per poter fare una vita minimamente dignitosa. Questa è una novità che fa spavento di fonte alla quale dovremmo essere capaci di una reazione intelligente, creativa, piena di convinzione e di fiducia».
«Il Natale, visto così, non è più soltanto la festa felice, idilliaca e araldica, che tutti, più o meno,
comprendono; ma è anche il giorno profetico e drammatico, che illumina l’umanità sul suo vero
stato e su le sue ultime sorti».
Scrive ancora Paolo VI: «La vita umana acquista in Cristo la sua significazione, il suo valore, la
sua dignità il suo carattere sacro, che è quanto dire la sua libertà, la sua intangibilità personale.
Il discorso non avrebbe più fine: l’apologia dell’uomo e l’esaltazione della vita scaturiscono proprio con vena inesauribile dal mistero del Natale, contemplato nella sua autenticità».
Che cosa, dunque, quest’anno ci offre e ci dice il Natale? «Gli uomini sono tutti amati da Dio e potenzialmente salvati da Cristo; perciò egualmente degni d’essere considerati, amati, serviti, protetti, perché non
esistono discriminazioni di fronte al criterio sommo, con cui gli uomini
debbono essere valutati, cioè di fronte al loro rapporto con Cristo e con
Dio». In questa notte d’amore, l’Amore che si fa dono celebra se stesso.
Il silenzio lo canti, lo stupore lo contempli, l’intelligenza lo comprenda. E
l’uomo, umile, lo accolga in novità di vita per riscoprirsi immagine attuale dell’amore incarnato. «Cristo Salvatore è venuto per tutti». «Venite,
venite tutti!». «Qui c’è il centro di tutta una storia, anzi della storia umana, tutta quanta, che trova nel Cristo il suo senso e la sua dignità, la
sua legge e la sua speranza».
Del Natale si possono dire tante cose. E tutte convergono qua: «Venite!
Cristo è per voi; è soprattutto per voi, uomini del nostro secolo!».
Don Emilio
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DICEMBRE 2014
«Un Natale senza Cristo, e un nome cristiano senza la fede in Cristo, sono irrisioni alla verità
divina e all’intelligenza umana. Vediamo di dare noi al Natale il suo autentico valore e splendore: la celebrazione del mistero dell’Incarnazione; e di dare al nome cristiano la gloria e la potenza ch’esso deve portare con sé, quella di un’autentica vita cristiana».
IN CAMMINO . . .
DICEMBRE 2014
Università terza età: inaugurazione anno accademico…
Quest’anno L’Ute di Cormano festeggia il xv° anno
di
attività.
L’inaugurazione ha avuto
luogo il 10 ottobre, con la
partecipazione del Presidente Onorario Don Marco Borghi, e con la prestigiosa e dotta prolusione di
Mons. Piero Cresseri, Vicario Episcopale della Zona VII.
In questi anni
l’Associazione è diventata
una importante realtà del
nostro territorio, tanto da
richiamare l'interesse di
soci dai paesi vicini. L’
offerta culturale che spazia dal campo linguistico
a quello letterario, religioso, scientifico, storico,
musicale, economico - finanziario, medico, del diritto si è ulteriormente
ampliata in questo anno
accademico
con
l’aggiunta di nuovi corsi,
molti dei quali si richia-
mano ad eventi importanti, quali l’EXPO che si
svolgerà a Milano e alla
commemorazione della
prima guerra mondiale,
importante evento storico, di cui ricorre il centenario.
Accanto ai corsi in
aula, è possibile frequentare attività di tempo libero, come scacchi e bridge
oppure optare tra una vasta scelta di laboratori: acquerello, scrittura autobiografica, découpage, fiori
di carta, pittura della ceramica, creazioni di gioielli,
lavoro a maglia, quillin,
ricamo, fotodigitale, teatro, canto corale e i corsi
di informatica (di base,
word, excel,internet e posta elettronica) in una
nuova aula con apparecchiature rinnovate.
Ma l’università non è
solo cultura: è anche luogo di amicizie da consoli-
dare o di
nuovi incontri
da
intessere in
un clima di
festa, allegria e solidarietà, in una
visione antropologica che
mette
al
centro
dell’attenzione la persona
umana, le sue aspirazioni,
i suoi bisogni. Con questo
spirito vengono organizzate visite a città d’arte, visite guidate a mostre, spettacoli teatrali nei principali teatri e alla Scala di Milano.
L’attività si chiude
con una festa conviviale e
con una gita in luoghi turistici, anche all’estero, per
conoscere luoghi e realtà
diverse.
Silvia Rossi
Preside dell’Università
della Terza Età
ORARI S. MESSE E SANTE CONFESSIONI
Parrocchia
Feriali
Sabato
Domenica
BRUSUGLIO
S. Vincenzo D.M.
15.30
18.00
S. Confessioni ore 17.00
10.30
S. Confessioni prima della S. Messa
CORMANO
S.S. Salvatore
7.55
17.00
S. Confessioni ore 16.30
8.30 - 10.00 - 17.00
S. Confessioni prima delle S. Messe
OSPITALETTO
Buon Pastore
8.30
18.00
S. Confessioni ore 17.00
9.30 - 11.00 - 18.00
S. Confessioni prima delle S. Messe
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de, aprendoci e conducendoci a vie impensate”, ha
fatto le sue parole scritte da Paolo VI, ”il grande timoniere del Concilio che, all’indomani della chiusura
dell’Assise conciliare, annotava nel suo diario: Forse il
Signore mi ha chiamato e mi tiene e mi tiene a questo
servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue
presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa
per la Chiesa, e sia chiaro che Egli e non altri, la guida
e la salva”.
Ricordiamo che il miracolo che ha permesso la beatificazione di Paolo VI è stata la guarigione di un feto,
avvenuta nel 2001 negli Stati Uniti. Secondo i medici,
il bambino sarebbe dovuto nascere con gravi malformazioni e invece nacque perfettamente sano, grazie
all’intercessione di Montini, pregato dalla madre e
dalla nonna del piccolo su suggerimento di una delle
suore di Maria Bambina, l’ordine religioso che prestò
servizio a Montini prima nell’Arcivescovado di Milano e poi nell’appartamento pontificio in Vaticano.
Dopo la proclamazione è stato scoperto lo stendardo di
stoffa con l’immagine di Montini ed è stata portata a
Francesco la reliquia del Papa beatificato: la maglia
intrisa di sangue che Montini indossava il giorno in
cui, durante il viaggio nelle Filippine del 1970, fu ferito da un folle. La celebrazione si è conclusa con il consueto Angelus, nel quale Francesco ha ricordato la
“profonda devozione mariana” del nuovo beato e lo ha
ringraziato “per aver proclamato Maria “Madre della
Chiesa”, in occasione della chiusura della terza sessione del Concilio Vaticano II”.
Tratto da “ Il mio Papa” di Tiziana Lupi – 28 ottobre 2014
( a cura di francesco mascheroni )
Comunità Pastorale “Visitazione di Maria Vergine”
PARROCCHIE SS. SALVATORE (Cormano) - S. VINCENZO D.M. (Brusuglio) - BUON PASTORE (Ospitaletto)
Parrocchia SS. Salvatore - Cormano - ORARI UFFICI: mercoledì e venerdì ore 9.30÷12.30
Don Marco Borghi (parroco): Via Roma, 6 Cormano - tel/fax. 0245499663 (cell. 3387793694)
e-mail: [email protected] - [email protected]
Don Emilio Gerli (Vicario): Via Comasinella, 6 - Brusuglio - tel. 0236687755 (cell. 3405784497)
e-mail: [email protected]
Don Samuele Lazzati: Via D’Annunzio 9, Ospitaletto - tel/fax 0266302514 (cell. 3476609984)
e-mail: [email protected]
Don Marco Fumagalli: Via Roma, 10 - Cormano - tel. 0287213715 - cell. 3383064215
e-mail: [email protected]
Suore di Brusuglio: Via Comasinella 6, tel. 0236687756: e-mail: [email protected]
Suore di Ospitaletto: Via Alfieri, tel. 3466314105
Centro d’ascolto Caritas (Via Roma 6): cell. 3281995049
Centro della Famiglia Via Villoresi, 43 Bresso, tel 0266503439 sito: www.centrofamigliabresso.it
Per informazioni sulle tre parrocchie: www.chiesadicormano.it
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DICEMBRE 2014
Anche questa volta Francesco, con il suo modo di fare
schietto e determinato, non ha usato mezze misure.
“Dio non ha paura delle novità, ha detto domenica
nell’omelia della messa di chiusura dell’assemblea
straordinaria del Sinodo. Ma la messa di chiusura
dell’assemblea sinodale è stata anche la messa di beatificazione di paolo VI. E questa coincidenza forse non
è stata un caso. In fondo Giovanni Battista Montini è
stato il papa che ha chiuso il Concilio Vaticano II, e
domenica 19 ottobre, sorridente e con le braccia aperte
rivolte al cielo nell’immagine effigiata sullo stendardo
esposto sulla basilica di San Pietro, in qualche modo
ha assistito alla chiusura dell’assemblea straordinaria
del Sinodo. L’attualità della figura di Paolo VI ha permesso la sua posizione della necessità di apertura della
Chiesa. “In questo giorno della beatificazione di papa
Paolo VI mi ritornano in mente le sue parole, con le
quali istituiva il Sinodo dei Vescovi: scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie e
i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni e
alle mutate condizioni della società”; ha detto il papa.
“Questa novità
perenne da riscoprire ogni giorno,
vincendo il timore che spesso
pr ovi amo
di
fronte alle sorprese di Dio. Lui
non ha paura delle novità, per
questo continuamente ci sorpren-
IN CAMMINO . . .
Un giovane prete di 70 anni
Era la fine di agosto del 1969, se ben
ricordo: un prete novello era stato
destinato alla nostra Parrocchia,
quella del Buon Pastore.
Una valigia in mano, un Parroco e
una vecchia casa da abitare.
Mi vengono subito in mente le esperienze di don Milani e don Mazzolari.
Lui arrivò con una semplice valigia,
in una casa umida e fredda, da Concorezzo.
DICEMBRE 2014
“ E’ qui che Gesù mi chiama
ad essere prete. “
Fu così che incontrammo don Giancarlo. Noi sbarbati
ragazzini
dell’Oratorio tutti entusiasti di avere
un prete tutto per noi.
Iniziò così un’avventura che ancor
oggi continua.
Nelle successive estati abbiamo vissuto
un’esperienza di vacanza in montagna indimenticabile: non il campeggio, non un albergo, ma un ex rifugio
del CAI in Val di Genova, a circa 15
Km. da Carisolo, di proprietà del signor
Masè Attilio, ai piedi
dell’Adamello.
Ragada: un nome che ha cambiato il
nostro essere amici e il nostro essere
Comunità dell’Oratorio.
Una mansarda per i ragazzi, tre camerette per le ragazze, una cucina
con la stufa a legna e una favolosa e
povera sala-veranda per la colazione,
il pranzo e la cena.
Un tavolo di legno, sgangherato, divenuto il nostro altare per la Messa
quotidiana, una cantina-dispensa
sotterranea per conservare il cibo e la
cambusa.
E poi i boschi attorno a casa, diventati per noi palestra per le gite, Chiesa
naturale per l’Adorazione Eucaristi-
ca, il footing del mattino, e poi i sentieri e i rifugi, la “Stella Alpina”, il
“Bedole” e il tanto sognato e sofferto
“Rifugio delle Lobbie”, ai piedi
dell’Adamello, meta raggiunta anche
negli anni successivi da San Giovanni
Paolo II° e dal caro Presidente Pertini
per le loro sciate estive.
Ma la memoria, i ricordi si perdono
in una emozione e commozione che ti
stringe il cuore.
Il Don ora ha la sua bella età, e la
sua disponibilità al servizio alla
Chiesa Ambrosiana lo ha portato in
altri luoghi e ad altre Comunità: a
Pagnona, a Peregallo di Lesmo e ora
a Novedrate di Cantù.
Nomi e persone ci hanno accompagnato in questa straordinaria esperienza di Amicizia e di Fede.
Sarebbe un rischio ricordarle tutte
perché potrei dimenticare qualcuno.
Qualche Amico ci ha già lasciati per
raggiungere la Casa del Padre.
Uno tra tutti vorrei ricordare: il Livio.
Lui diceva sempre: “ Mi sunt del Giancarlo “
(Io sono del don Giancarlo)
Ringrazio e ringraziamo il Signore
Gesù per questa esperienza e avventura nata e vissuta col Don, sicuramente per Grazia e non per merito nostro.
E se qualche lacrima scenderà ancora
dai nostri occhi, come capitava spesso
durante l’ultima messa di ogni anno
a Ragada, abbiamo una occasione in
più per ringraziare quel Padre Buono
che ci ha insegnato a riscoprilo e a
servirlo nelle periferie del mondo, come sempre ci ricorda Papa Francesco
Per tutti.
fm
OttoNovembreduemilaquattordici.
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APPUNTI DI VIAGGIO
Pellegrinaggio in Terra Santa per il decimo anniversario di Ordinazione sacerdotale
Pensieri di un viaggio che sempre sorprende… (22-29 Ottobre 2014)
Riassumere in una pagina otto intensi giorni di pellegrinaggio in Terra Santa (Israele e Giordania) con alcuni miei compagni di Messa in occasione del nostro decimo anniversario di ordinazione sacerdotale è impresa impossibile: solo raccontare le cose viste, i luoghi visitati e le persone incontrate occuperebbe almeno tre-quattro fogli…
Vi lascio allora alcuni “appunti di viaggio”, semplici e sincere riflessioni maturate in quei giorni.
Premettendo che davvero ho portato tutti nelle mie preghiere, nei luoghi più santi della storia: ingenuamente (ma non troppo…) pensando che là le preghiere, più “vicine” ai terresti luoghi sorgivi della Grazia divina, “funzionassero” di più…
Consapevole che la misera preghiera che io suo sacerdote so donare, Dio la trasforma in oro: nulla a Lui è impossibile!
Iniziamo…
Secondo appunto: sul Monte Nebo, in Giordania, luogo dal quale Mosè ed il popolo d’Israele, terminato l’esodo nel deserto, finalmente videro la vicina Terra Promessa, troviamo una stele-opera d’arte fatta scolpire per il Giubileo del 2000, dove
è riportata questa citazione paolina: "Un solo Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti". Speriamo che l’umanità si ricordi di
questa unica paternità divina e di una misteriosa fratellanza che ci unisce nel tempo e nello spazio; il divisore, ahinoi, è
sempre in agguato... e mentre scrivo queste poche righe, la Terra di Gesù piange ancora sangue e lacrime versate perché non si conosce e segue il vero Dio misericordioso e giusto…
Terzo appunto: alla chiesa del “Dominus flevit”, sul Monte degli Ulivi, dove si ricorda il pianto di Gesù alla vista di Gerusalemme che lo rifiuta; contemplo il pianto di Gesù-Dio per noi uomini, un amore tradito, non corrisposto, la solitudine che ne
consegue, il dolore di Gesù che ci ama alla follia e non è freddo o tiepido come noi verso di lui...
Quarto appunto: a Betlemme, alla Basilica della Natività: sono costretto ad abbassare il
capo per entrare (e mi viene in mente che anche al Santo Sepolcro mi ero inginocchiato
tre volte in preghiera) e mi dico: sii umile! Abbassati! Poi sperimento gioiosa bellezza nel
toccare (sempre in ginocchio) la stella indicante il luogo della nascita di Gesù e di accarezzare, lì vicino, la mangiatoia del Salvatore appena nato. Ho pensato e pregato per i
bambini, tutti: quelli felici e tristi, quelli con i genitori separati, quelli sfruttati, quelli malati,
quelli tristi perché hanno e fanno tutto ma forse non hanno abbastanza affetto, quelli angioletti, quelli (tutti) che NOI adulti dobbiamo amare ed educare, quelli mai nati a causa
dell'aborto, quelli simpatici e quelli che creano qualche problema..., e ho pregato per chi diventerà mamma (o papà), per
chi vuole diventarlo ma non gli è ancora donato, per chi lo è già... Una famiglia che, tra alti e bassi, “funziona” è un miracolo d'amore: preghiamo per le famiglie!
Quinto appunto: è stata a tratti davvero commovente la preghiera della Via Crucis lungo le vie di Gerusalemme insieme
agli altri miei compagni di Messa: penso al Signore Gesù, penso ai sofferenti del mondo, penso che un giorno anch’io
dovrò affrontare la mia (le mie…) Via Crucis: ce la farò? chi mi darà la forza? anche Gesù è caduto… anche Gesù è stato
aiutato… Gesù e Pilato: Gesù la Verità da ascoltare, Pilato sono io tante volte, che per quieto vivere mi lavo le mani,
scappo dai problemi, evito di coinvolgermi nel destino sofferente altrui… Gesù umiliato e non amato, condannato ingiustamente e con menzogne… Gesù che trova chi gli asciuga il volto e lo segue sino alla fine… Gesù muore, Gesù risorge,
Gesù è vivo… se solo percepissi qualche scintilla di così grande luce, la mia vita sarebbe migliore…
Sesto appunto: non c’è più spazio per andare avanti… e allora: andate avanti voi! Vi auguro, se mai un giorno potrete o
vorrete, di recarvi in questi luoghi santi: si torna più ricchi, più fiduciosi, più consapevoli. Buon viaggio!
don Samuele Lazzati
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Primo appunto: sempre sconvolgente ed affascinante il mistero dell’Incarnazione: a Nazareth, visitando la città ed i luoghi
dell’Annunciazione, colpisce la mente ed il cuore pensare che, nel sì di Maria, c’è il Sì di Dio a noi uomini, sì che ci ha
preceduto e sempre ci precede!
E poi: che dire dell'umiltà, della piccolezza, della dignitosa povertà dei luoghi in cui avvennero gli eventi più silenziosamente straordinari, incredibili, sconvolgenti della storia umana e divina… un invito alla gioia per tutti i ricchi infelici del
mondo…
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IN CAMMINO . . .
Progetto educativo degli oratori: si comincia…
Come già molti ben sanno, da qualche mese ormai è partita
l’avventura del “Progetto educativo” per gli oratori della nostra Comunità Pastorale.
Un’equipe di giovani educatori,
insieme a qualche adulto e a noi
sacerdoti, aiutati dalla esperienza di
un pedagogista, sta investendo tempo ed energie per formulare un progetto educativo per i ragazzi che,
terminato il cammino di iniziazione
cristiana, vogliono continuare la
loro formazione umana e spirituale
nei nostri oratori.
Ho usato volutamente la parola avventura perché, in maniera forse un
po’ esagerata ma sicuramente non
del tutto fuori dalla realtà, educare è
diventata oggi una questione sempre più seria, impegnativa, complessa; affascinante certamente, ma
dove è richiesta pazienza, speranza,
perseveranza ed uno sguardo profondo sui singoli ragazzi e forse
anche perfino profetico verso il futuro.
Noi ci stiamo inoltrando in questo
cammino, convinti che educare alla
fede in Gesù è educare ad una vita
buona, bella, vera, promettente,
sensata; e convinti che in questo
nostro sforzo devono essere i giovani educatori i principali protagonisti, portatori della loro vita e della
loro fede, nuovi testimoni ed evangelizzatori.
Senza dilungarci nella spiegazione
di tutto l’iter che porterà alla stesura
di un testo scritto, vogliamo ora
semplicemente descrivere alcune
tappe di quanto sta avvenendo.
In questo mese di novembre è stato
disponibile nelle tre chiese e nei bar
dei nostri oratori un
“Questionario” (che chiunque ha
potuto compilare e restituire
all’equipe che lavora per il progetto) circa alcune questioni, alcuni
“nodi” essenziali ed urgenti
dell’educazione in generale e
dell’educazione alla fede nello specifico del nostro contesto di Cormano.
Vogliamo sentire la voce dei fedeli,
non tanto per fare un “riassunto” di
quanto emerso e poi utilizzare le
risposte più “votate” (facendole
diventare in automatico il Progetto),
quanto per avere ulteriori piste di
riflessione.
Alcune delle richieste e domande
del Questionario sono: “Educare
significa..”; “Una figura educativa
ha bisogno di…”: “L’oratorio è…”;
“Per me frequentare l’oratorio significa (o ha significato)…”; “Cosa
offre l’oratorio oggi sul piano educativo?”; “Quale è la funzione
dell’adulto all’interno
dell’oratorio?”; “Quali sono le principali funzioni del sacerdote in oratorio?”; “Quali aspetti-dimensionielementi stanno emergendo nel pas-
saggio dalla singola parrocchia alla
Comunità Pastorale?” e altre ancora.
Inoltre interpelleremo, con il metod o d e l c o si d d et t o “ F o c u s
group” (cioè una tecnica qualitativa
utilizzata nelle ricerche delle scienze umane e sociali, in cui un gruppo
di persone è invitato a parlare, discutere e confrontarsi riguardo
all'atteggiamento personale nei confronti di un tema, di un prodotto, di
un progetto, di un concetto, di una
pubblicità, di un'idea o di un personaggio) alcune delle realtà più significative e vicine al mondo dei
giovani (polisportive, associazioni e
movimenti, realtà locali non strettamente ecclesiali).
Da quanto detto, penso che capiate
che si tratta di un lavoro delicato…
Per questo chiedo a tutti non solo
consigli, ma anche una buona dose
di collaborazione, di fiducia, di criticità costruttiva e non distruttiva, di
amore per la realtà degli oratori che
non si ferma ad un passato nostalgico, ma che fa memoria delle ricchezze del passato per costruire (o
almeno, impostare) il futuro.
Vi chiediamo allora anche una massiccia dose di preghiere: davvero io
credo che l’opera umana è benedetta e fruttuosa se sostenuta dallo Spirito che consiglia.
PREPARIAMOCI AL SANTO NATALE
NOVENA DI NATALE: dal 15 al 19 dicembre ore 17,00
in chiesa a Ospitaletto, Cormano e Brusuglio
SANTE CONFESSIONI NATALIZIE: 18 dicembre ore 21 a CORMANO
per adulti e giovani
FESTE NATALIZIE GRUPPI SPORTIVI: sabato 20 dicembre negli oratori
PRESEPE VIVENTE: domenica 21 dicembre ore 15,00 a CORMANO
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ESERCIZI SPIRITUALI: Meditazione di Don Bortolo Vangelo di Giovanni (Gv 13, 1-15)
“Durante la cena”. Entriamo in punta di piedi in quella sera e in quella sala. Ci accostiamo all’intimità di un
momento intenso che Gesù vive con i suoi discepoli. Aprirà loro il cuore per confidare i sentimenti forti che
prova, per dire loro del tradimento di un amico e della sua consegna al Padre e al mondo. Vogliamo raccogliere il suo testamento e la sua memoria per viverli nei nostri affetti e nei nostri pensieri, nella ferialità e
nella straordinarietà della nostra vita. Entriamo, dunque, nella stanza di quella cena come discepoli che
desiderano imparare dal Maestro l’arte della decisione e del servizio, quella dell’amore sincero e della solidarietà.
“Si alzò da tavola”. La decisione di Gesù si esprime in un gesto carico di significato e di esemplarità: lavare i piedi ai suoi discepoli. L’evangelista descrive minuziosamente gli atti del Maestro. Ogni gesto, di quella
sera, è ricordato nei suoi particolari. In soli due versetti, il 4 e 5, ci sono otto verbi! … si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano, se lo cinse attorno ai fianchi, poi versò l’acqua nel catino, lavò e asciugò i piedi dei discepoli, proprio con quello straccio di cui si era cinto. …Le nostre azioni quotidiane devono essere sostenute dal desiderio di esprimere il nostro amore per le persone che ci circondano, e il nostro amore per il Signore.
“Avendo amato i suoi”. Gesù ha coscienza del momento che vive e della sua missione. Non va alla morte
trascinato dalle circostanze, ma è lui a fare dono della vita. La decisione di Gesù matura dentro una consapevolezza chiara: egli, infatti, sa che è giunta la sua ora (v. 1), sa che il Padre ha posto tutto nelle sue mani
… Per lavare i piedi ai discepoli egli depone le sue vesti: è il segno del dono, così come le deporrà definitivamente sul Golgota perché salirà sulla croce spogliato di tutto …La carità che siamo chiamati a vivere nel
nome di Gesù ha un orizzonte universale e parte sempre da un gesto di umile spogliazione. Perché l’altro
trovi posto in me, deve essere disponibile a fargli spazio, a togliere ciò che ingombra, ciò che impedisce
l’avvicinarsi e l’incontrarsi.
“Fino alla fine”. La scelta di Gesù ed il suo gesto non si comprendono e non si esauriscono
nell’immediato. Possiedono, invece, la forza di una prospettiva capace di andare lontano. L’amore di Gesù
è “fino alla fine” (Gv 13, 1), cioè fino all’estremo, fino al compimento. Gesù si è speso davvero per quella
gente: ha creduto nella missione del Padre e non ha mai perso di vista che la meta sarebbe stata la vita
eterna e la salvezza di tutto il mondo. Gesù guarda oltre il precipitare degli eventi e oltre persino l’opera del
diavolo che “aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo” (Gv 13, 2). L’amore
per l’altro esige la dedizione che va sino alla fine: sia esso un figlio, un marito o una moglie, un povero.
“Tu non mi laverai i piedi in eterno!”. La risposta di Pietro ci appare dura: “Tu non mi laverai i piedi in
eterno!” (Gv 13, 8). C’è una sproporzione enorme tra il gesto del lavare i piedi in quella sera, durante la cena, e l’eternità. ….
Vi ho dato un esempio. Pietro non si lascia amare da Gesù, e questo è ancora più grave
dell’incomprensione. Non accetta quel gesto esagerato di dedizione perché non si sente adeguato, non lo
accetta perché sa che non sarà disposto ad amare in quello stesso modo. Ed il racconto del triplice rinnegamento che accompagnerà quella notte ne sarà la conferma. È difficile lasciarsi amare perché significa
ammettere di avere bisogno dell’altro. Perché significa riconoscere che non bastiamo a noi stessi … Lasciarsi amare richiede umiltà. A volte è più facile amare che lasciarsi amare. Per questo Gesù dice: “Se non
ti laverò i piedi, non avrai parte con me” (Gv 13, 8), come a dire che se Pietro si ostina a rifiutare l’amore di
Gesù, un amore sproporzionato ed abbondante, rifiuta proprio quella salvezza che cerca. Pietro cede. Alla
fine, con il suo tono impulsivo, esagerato, si lascia lavare i piedi. Anzi, vorrebbe andare oltre quanto Gesù
stesso chiede: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo” (Gv 13, 9). Probabilmente non ha ancora capito il senso del gesto di Gesù ma gli ubbidisce; probabilmente non è disposto ad imitarlo o non ne
è ancora in grado, però si affida docilmente. Si riduce la distanza tra Gesù che sa quello che fa e Pietro
che, invece, non comprende, si oppone, rifiuta. Avviene l’incontro tra la grandezza dell’amore di Dio che
serve e la piccolezza dell’acqua sporca, dell’asciugamano sporco e dei piedi nudi.
FORSE QUALCOSA RELATIVO AL TEATRO DI
NATALE O DELL EPIFANIA???
… UNO SGUARDO AVANTI
IL GIORNALINO DOVREBBE USCIRE PER DOIncontro con
il fondatore
del SERMIG
MENICA
7 DICEMBRE
- Ernesto Olivero :
28 gennaio 2015 - ore 21,00 a CORMANO
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. . . .IN CAMMINO
DICEMBRE 2014
CARITÀ: AMARE COME AMA GESÙ
IN CAMMINO . . .
PANE E PAROLA “… MI AVETE DATO DA MANGIARE”
DICEMBRE 2014
( M T. 2 5 ,3 5 )
I temi su cui rifletteremo durante l’ anno pastorale, ci vengono suggerite dall’evento di EXPO 2015
“Nutrire il pianeta, energia per la vita” e della Campagna contro la fame di Caritas Internationalis
“Una sola famiglia umana, cibo per tutti”.
Il binomio “pane e parola” dichiara che l’essere umano ha bisogno sia del pane per nutrirsi che del pane fatto
di amore e di relazioni con gli altri, esperienze a cui non può rinunciare.
Meditando il Vangelo, ci accorgiamo che Gesù era sempre molto attento alle folle senza pane e ci ha insegnato a chiederlo nella preghiera al Padre che è nei cieli. Ma, la sua missione, è stata anche quella di insegnarci
che il pane non va accumulato, ma va condiviso con gli altri.
A farci grandi non è tanto il pane che si riceve, ma il pane che si dona.
Quindi “pane e parola” trova una grande opportunità in EXPO 2015, l’esposizione universale a tema, organizzata dagli Ambasciatori di vari Paesi del mondo. La Chiesa non poteva certo mancare a questo appuntamento.
Don Roberto d’Avanzo, Direttore di Caritas Ambrosiana, nella relazione di inizio anno pastorale presentata agli
operatori della carità ha detto:
“… Ci saremo come Chiesa e come Caritas non perché abbiamo chissà quali eccellenze di produzione agricola o
comunque di tipo alimentare da presentare. Tantomeno abbiamo ricette da far conoscere e da diffondere. Ci
saremo perché cibo fa rima con uomo e perché non c’è uomo senza cibo. Ci saremo perché, malgrado la terra
sia in condizione di produrre cibo di qualità a sufficienza per gli attuali circa 7 miliardi di esseri umani e per
molti di più, l’attuale produzione di cibo non solo non è ugualmente garantita, ma addirittura è gestita in modo da generare eccedenze e scarti scandalosi che solo in minima parte si riesce a riciclare in favore delle categorie più deboli”.
EXPO 2015 incontra un'altra importante esperienza in atto: la Campagna contro la fame nel mondo “Una sola
famiglia umana, cibo per tutti”, promossa da 160 Caritas nazionali e lanciata dal Papa 10 dicembre 2013. Inoltre Papa Francesco, in un videomessaggio del mese di ottobre, ha ribadito che le parole di nostro Signore “Ho
avuto fame e mi avete dato da mangiare”, ci interpellano oggi, dicendoci di non voltare le spalle alla povertà.
L’invito di Papa Francesco e del nostro Arcivescovo Angelo Scola, è quello di mettere in cantiere anche nelle
nostre comunità cristiane dei percorsi di sensibilizzazione sul tema dell’accessibilità al cibo e al bene per tutti,
perché si crei una cultura di fraternità universale e di cittadinanza globale. E’ necessario prendere coscienza
che tutti noi apparteniamo ad una sola famiglia umana. Sempre don Roberto, a concluso la propria relazione
con questa meravigliosa sintesi:
“… Le parole di Gesù nell’ultima cena sono il chiarimento definitivo di questa verità: “prendete e mangiatene
tutti...”. La negazione del diritto alla vita che i nemici stanno progettando è trasformato da Gesù in un dono
completo di sé. La sua vittoria sta nel consegnarsi a tutti.
La vera giustizia nel diritto al cibo si realizzerà non solo attraverso una quantità maggiore di beni prodotti, ma
attraverso una lotta sempre più coraggiosa contro l’egoismo che ci tiene prigionieri.
Come il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per i Padre,
così anche colui che mangia di me vivrà per me. (Gv 6,57).
Con questa solenne affermazione viene sgomberato il campo da ogni possibile fraintendimento: il bisogno
di pane viene soddisfatto solo per aprire a un desiderio di relazioni che conduce sull’abisso di un amore
che, per sua natura, apre a nuovi scenari e che esige il dono di sé come risposta all’esperienza del dono
ricevuto dall’alto … dall’altro”.
Antonella Gipponi
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:
Celebrazione,
Ricordo, Commemorazione?
A questo interrogativo ha cercato di rispondere l’incontro di approfondimento organizzato Mercoledì 19 novembre 2014 presso
Sala Teatro San Luigi - Via Roma 10 Cormano
dalla Università della Terza Età di Cormano.
Alla Tavola Rotonda hanno partecipato il
giornalista Paolo Nizzola, il docente Pietro
Gozzi, lo scrittore Emilio Uggeri, moderatore il docente Edoardo Marinzi.
Il giornalista ha affrontato il problema della
guerra delle armi, disputata cento anni fa,
con la ricaduta che l’evento ha avuto e ha
ancora sulla realtà di oggi. La guerra oggi è
diventata di sistema, non più guerreggiata
con le armi ma con altri mezzi più sofisticati, non meno letali. Basti pensare ai poteri
forti, che ancora dominano il mondo attraverso l’economia, usata come arma per asservire popoli provocando povertà, distruzione di culture, disgregazione sociale. Ma
non solo, attualmente sono presenti focolai
di guerra in molte zone del mondo, anche in
Europa, tanto che Papa Francesco ha recentemente osservato che è in atto la Terza
Guerra mondiale: una guerra a pezzi.
Pietro Gozzi ha invece fatto una sintesi storica e sottolineato che i motivi che hanno
scatenato il conflitto, andavano ben aldilà
della “risposta” all’assassinio, il 18 giugno
1914, dell’Arciduca Francesco Ferdinando
erede al trono d’Austria. Il delitto di Serajevo fu utilizzato come pretesto dagli Imperi
Austroungarico, Russo e Ottomanno per
regolare i loro conti. Senza riuscirci, perché
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Carla Bossi
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. . . .IN CAMMINO
DICEMBRE 2014
LA GRANDE GUERRA
la Grande Guerra fu il preludio della Seconda Guerra mondiale.
La guerra fu “una guerra di posizione”
combattuta dai due schieramenti avversi
nelle trincee dove i soldati vissero “e morirono” per molti mesi. All’interno delle trincee le truppe vivevano in condizioni estremamente disagiate: cibo scarso, alloggi sotterranei in buche scavate nel terreno su pagliericci coperti di tela cerata, con un abbigliamento inadatto, soprattutto per chi si
trovava sui fronti di montagna con la pioggia e le intemperie sempre in agguato: un
vero tormento.
Il prezzo pagato in vite umane altissimo: 8,5
milioni di morti (forse 10 milioni), 20 milioni di feriti gravi, 8 milioni tra prigionieri e
dispersi. I caduti italiani furono 750 mila,
oltre ai feriti e invalidi.
Fu un’autentica carneficina, contro cui in
più occasioni si levò la voce di Papa Benedetto XV . Il primo agosto 1917 con un appello rivolto ai paesi belligeranti invocò la
pace: “bisogna giungere quanto prima alla cessazione di questa lotta tremenda che ogni giorno
di più apparisce inutile strage”
Emilio Uggeri presentando il suo libro “Filo
spinato” ha proiettato con slide e diapositive dati, eventi, testimonianze, sottolineando i cambiamenti profondi che hanno interessato
tutta la vita successiva dell’umanità, dal
punto di vista della tecnica, dei costumi,
delle abitudini, dell’economia.
Sicuramente durante il secolo successivo il
mondo ha progredito in tutti i campi, tuttavia con rammarico si devono tuttora registrare tante situazioni di guerra e una pace
ancora lontanissima.
Durante l’anno accademico ci ripromettiamo di riprendere e approfondire i numerosi
spunti che sono emersi dagli interventi degli oratori, che hanno visto la partecipazione di numeroso e attento pubblico.
IN CAMMINO . . .
Canonizzazione di Giovanni Paolo II
Il giorno 27 Aprile 2014 Papa Giovanni Paolo II è stato proclamato santo.
Abbiamo pensato fosse giusto dedicargli uno spazio su “IN CAMMINO”.
Certo, cosa dire o ricordare di lui? Moltissime potevano essere le scelte.
Abbiamo optato per questo articolo (non completamente trascritto e diviso in quattro parti)
di Riccardo Tonelli tratto dalla rivista dei Salesiani “Note di pastorale giovanile”.
Il titolo “Il dialogo tra Giovanni Paolo II e i giovani” dice già molto: a voi la lettura!
IL DIALOGO TRA
GIOVANNI PAOLO II
E I GIOVANI - 4
DICEMBRE 2014
IL MESSAGGIO DEL PAPA AI
GIOVANI
È possibile tentare una
sintesi del vastissimo
dialogo realizzato tra
il Santo Padre e i giovani? Immagino di essere
avvicinato da un giovane. Conosce il tempo che
ho dedicato allo studio
di quello che il Papa ha
voluto
comunicare
ai
giovani. E mi chiede: In
poche parole, il Papa
cosa si attende da noi
giovani? Non posso passargli questi appunti.
Devo rispondere con poche battute, capaci di
rilanciare l’affetto, la
vicinanza, le preoccupazioni del Santo Padre.
Riconosco che l’impresa
è difficile (per la vastità di materiali disponibili) e discutibile
(perché fortemente condizionata dalla sensibilità di chi la realizza). Credo però doveroso
tentare
l’operazione,
citando alcune espressioni del Santo Padre,
tratte dal suo dialogo
con i giovani.
*I giovani vivono una
stagione
specialissima
della
loro
esistenza.
Questo tempo privilegiato va compreso, accolto,
interpretato: «Io penso
che si deve comprendere
l’importanza della giovinezza: che cosa è la
giovinezza? Giovinezza è
questa epoca della vita
umana, dove si progetta
tutta la vita. Il giovane comincia a progettare
la sua vita e vive con
questo progetto e cerca
di
realizzare
questo
progetto, di prepararsi
alla sua realizzazione.
In altre parole, questo
si chiama anche vocazione, perché quel progetto
che tu, cara ragazza,
caro ragazzo, trovi come
tua proprietà viene anche nello stesso tempo
da Dio, viene suggerito
dallo Spirito Santo, e
ci vuole una collaborazione con lo Spirito
Santo per identificare
questo progetto, appro12
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fondirlo, e poi per realizzarlo bene, per trovare la felicità, perché
il progetto realizzato
porta con sé questa felicità, questa felicità
a cui Dio ci chiama. Noi
siamo tutti chiamati alla felicità in Dio, attraverso questo nostro
progetto che viene anche
da Lui. Viene accettato
da noi, viene realizzato
da noi e poi trova la
sua ultima tappa in Dio
stesso».
*I discepoli di Gesù riconoscono nel profondo
delle attese dei giovani
un anelito mai spento di
senso e di speranza: di
Vangelo.
«C’è bisogno di un annuncio evangelico che si
faccia pellegrino accanto all’uomo, che si metta in cammino con la
giovane generazione. Un
simile bisogno non è già
in se stesso un sintomo
dell’anno duemila che si
sta avvicinando?».
*La risposta è una, forte e coraggiosa: il Vangelo di Gesù, la sua
persona e la sua parola.
«Giovani, dico a voi,
prima di tutto con la
sua croce. Pilato che,
indicando
il
Nazareno
coronato di spine dopo
la flagellazione, disse:
Ecco l’uomo, non si rendeva conto di proclamare
una verità essenziale,
di esprimere ciò che
sempre e dappertutto rimane
il
contenuto
dell’evangelizzazione».
*Chi
ha
sperimentato
tutto questo, è disponibile a farsene carico
con tutta la propria vita, per portare a tutti
il Vangelo di Gesù. Questo è il grande desiderio e la grande speranza
del Papa: «Spero che
molti ragazzi e ragazze,
animati da sincero zelo
apostolico,
vorranno
consacrare
la
propria
vita a Cristo e alla sua
Chiesa, come sacerdoti,
religiosi e religiose,
oppure come laici disposti anche a lasciare il
proprio paese per accorrere là dove scarseggiano gli operai della vigna di Cristo. Ascoltate, dunque, con attenzione la voce del Signore, che anche oggi non
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cessa di chiamarvi, così
come chiamò Pietro ed
Andrea: ‘Seguitemi, vi
farò
pescatori
di
uomini’ (Mt 4,19).
Lo ripete in mille circostanze: «Mettetevi al
servizio della Chiesa e
collaborate
rispondendo
alla chiamata di Gesù
Cristo!
Seguite
Gesù
Cristo! Mettete la vostra vita al suo servizio! Ciò darà alla vostra vita il più profondo significato e il più
alto contenuto. Non esitate a lasciare ogni cosa e a seguirlo, se egli
si rivolge a voi come al
giovane
ricco:
‘Vendi
tutto ciò che hai, regala il denaro ai poveri,
e avrai la ricchezza eterna nel cielo; dunque
vieni e seguimi!’ (Lc
18,22). Mettete quindi a
disposizione della Chiesa i vostri giovani talenti senza alcuna riserva! La Chiesa ha bisogno di voi in molti
settori, soprattutto nel
sacerdozio. Voi siete il
futuro della Chiesa. Vostra è la responsabilità
che la Chiesa sia giovane e lo rimanga sempre».
Riccardo Tonelli
4-fine
. . . .IN CAMMINO
DICEMBRE 2014
Cristo
vi
aspetta
a
braccia aperte; Cristo
conta su di voi per costruire la giustizia e
la pace, per diffondere
l’amore. Come a Torino,
dico ancora oggi: Dovete
tornare alla scuola di
Cristo... per ritrovare
il vero, pieno, profondo
significato
di
queste
parole.
Il
necessario
supporto per questi valori non sta che nel
possesso di una fede sicura e sincera, di una
fede che abbracci Dio e
l’uomo, l’uomo in Dio...
Non c’è una dimensione
più adeguata, più profonda da dare a questa
parola ‘uomo’, a questa
parola ‘amore’, a questa
parola ‘libertà’, a queste
parole
‘pace’
e
‘giustizia’: altra non
c’è, non c’è che Cristo».
*L’annuncio del Vangelo
è impegnativo ed esigente. «Sempre e dappertutto il Vangelo sarà una
sfida per la debolezza
umana. Ma proprio in
questa sfida sta tutta
la sua forza». Solo così
possiamo davvero spalancare le porte della nostra vita a Gesù, il Signore della vita e della
storia: «Cristo […] sa
veramente quello che c’è
in ogni uomo. Con il suo
Vangelo egli ha toccato
l’intima
verità
dell’uomo. L’ha toccata
IN CAMMINO . . .
Testimonianza missionaria del nostro seminarista Paulin
DICEMBRE 2014
L’esperienza
vissuta
pedire al nemico (antibalaka o seleka) di
I pomeriggi di mercoledì, giovedì, sabato e
quest’estate nella mia
avanzare. Questa situazione crea grande
domenica sono dedicati all'animazione e
patria è stata ancora una
difficoltà di movimento. L'unica fonte di
alla cura dei bambini orfani.
volta l'occasione per
reddito per la popolazione è l'attività pasto-
Un episodio che mi ha segnato profonda-
fare una valutazione circa la mia vocazione
rizia e l’agricoltura. Ma la situazione di
mente è l’incontro con Marie-Elisa, una
dopo 14 anni di vita comune. Lasciando
insicurezza costituisce un reale ostacolo per
donna che vive nel sito dei rifugiati; i mu-
l'Italia per tornare in Africa, non avevo idea
queste attività, perché la gente ha paura di
sulmani l’hanno smembrata tagliandole
di che cosa mi aspettava. Sapevo solo che il
uscire nei campi.
entrambe le gambe e il braccio destro,
paese stava attraversando i momenti più
È in queste condizioni che i superiori, al
lasciando
bui della sua storia. Politicamente la Re-
mio arrivo, mi hanno proposto girare nei
(considerato impuro secondo la convinzio-
pubblica Centrafricana esiste solo di nome,
siti dei rifugiati per ascoltare, incoraggiare
ne islamica). Elisa è una “gargotiere”, cioè
poiché le autorità locali come la polizia e la
e consolare le vittime (oltre all’ordinaria
vende il cibo per strada, e viveva nella zona
gendarmeria non hanno potere, e persino il
pastorale in diversi ospedali). Ma la realtà
a maggioranza islamica. È stata torturata
Ministero della difesa esiste soltanto sulla
non è facile e spesso mi trovavo davanti a
dopo aver assistito alla tortura e alla morte
carta, in quanto non ha nessun esercito. I
domande che mi lasciavano senza parole.
di suo marito, suo papa e i suoi due figli di
governanti provvisori sono senza potere,
Infatti ho incontrato due realtà opposte: da
circa quindici anni da parte dei propri vici-
ricevono ordini da fuori, dalla Francia o
un lato un piccolo gruppo di quelli che si
ni. E tutto questo in presenza dell’esercito
dalle potenze confinanti come il Ciad e la
ribellano contro Dio, chiedendosi "che
francese che era a meno di venticinque
Repubblica popolare del Congo e le ONG,
cosa abbiamo fatto per meritare tale soffe-
metri da lì. Elisa ha rifiutato qualsiasi con-
secondo l'interesse di ciascuno. Prevalgono
renza, tale umiliazione?", "perché Dio non
tatto anche con il suo parroco, ma ha scelto
soprattutto tre gruppi di forze internazio-
ci risponde?" "Dio ci ha abbandonato, è
di aprirsi a me per il semplice motivo che
nali: la MISCA, composta da truppe africa-
inutile pregare...". Dall'altra parte, sono
l’avevo assista anni fa quando era malata in
ne, la truppa francese “Sangaris” ed EU-
stupito della fede serena di un gran numero
ospedale, e ha ancora un buon ricordo di
FOR (forza europea) composta da varie
di persone che vivono questo evento come
quell’esperienza. Inizia una lunga conversa-
truppe europee tra cui alcune italiane. La
una prova, un avvertimento, un invito a
zione, interrotta solo dalle sue lacrime, una
presenza EUFOR è molto apprezzata dalla
vegliare: «Frate Paulin, ho perso tutto, ma
condivisione su due temi fondamentali che
popolazione, e ciò è dovuto all'imparzialità
per fortuna non ho perso Dio» mi ha confi-
mi ha messo di fronte al mio limite: la
e all'efficacia del loro intervento; gli altri
dato Félicité Bimbo una coraggiosa signora
retribuzione dei peccati e il perdono dei
due gruppi sono lì solo per fare gli interessi
che frequenta regolarmente la Comunità di
nemici. “Perché Dio non consente che
dei loro paesi. Le conseguenze di ciò sono
cui faccio parte, partecipando quotidiana-
muoia presto? Perché mi ha lasciata viva in
devastanti: c’è una grande distribuzione
mente alla messa e al rosario.
questa condizione? I miei peccati sono così
illegale di armi da parte dei francesi agli
Centoventi orfani e i loro amici frequenta-
gravi da meritare una morte cosi lenta? E
antibalaka (milizie non musulmane) e agli
no regolarmente la nostra piccola Fraterni-
poi come perdonare coloro che mi hanno
uomini di seleka (ribelli musulmani), con
tà. Con i miei due compagni seminaristi
ridotto in questo stato?” E io con fatica le
lo scopo di incrementare il disordine e
Gabriele e Giulio, che sono venuti con me
ho risposto: “Elisa, non voglio aggiungere
massimizzare lo sfruttamento di diamanti,
per il “viaggio missionario”, abbiamo orga-
alla tua sofferenza una pena in più. Penso
oro e uranio.
nizzato una sorta di oratorio feriale. È stato
che Dio viene a soffrire con te perché il
Il paese è completamente distrutto dalle
un trionfo. La grande preoccupazione per
Dio che noi adoriamo è purtroppo un Dio
conseguenze della guerra (saccheggi, vio-
questi poveri bambini è quella di andare a
crocifisso. So che non è facile dimenticare,
lenze, ecc.). La metà dei servizi pubblici e
scuola. Interesse che non possiamo risolve-
ma non appena il Signore ti ridarà le forze
delle istituzioni non funziona più corretta-
re per mancanza di soldi.
cerca di avere un buon pensiero per chi ti
mente a causa dell’insicurezza e soprattutto
Il nostro programma settimanale, stabilito
ha messo in questa situazione. È l'unico
per il fatto che la maggior parte della popo-
insieme ai miei confratelli, è organizzato
modo per mostrare la differenza tra la tua
lazione, funzionari compresi, è rifugiata, in
così: lunedì e venerdì, al mattino, visita nei
fede e la loro”. È con queste parole, a mio
particolare a Bangui, la capitale. Le strade
siti dei rifugiati; giovedì e domenica matti-
avviso inappropriate, che ci siamo separati
sono completamente impraticabili: i ponti
na la messa negli ospedali con la visita ai
tre giorni prima della mia ripartenza.
sono spezzati, le strade principali sono
pazienti; il mercoledì e il sabato mattina,
distrutte in diversi punti, proprio per im-
visita nelle case dei malati.
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solo
il
braccio
sinistro
Paulin Biro
LA GLORIOSA FOLLIA
STORIA DI SAN PAOLO
generare? La gloriosa follia , uno
della storia: Erode, Caligola, Nero-
dei grandi romanzi storici di Luis
De Wohl, aiuta a vedere e capire.
ne, Cassio, il centurione diventato
cristiano. Pagine che toccano e
Non è una biografia romanzata di
San Paolo. Piuttosto il racconto
scuotono, ti prendono , ti commuovono, in particolare, il primo in-
(molto avventuroso) del suo mondo: Gerusalemme, Antiochia, Ro-
contro con Pietro in cui i dubbi
rimasti sull’Ex persecutore dei Cri-
ma…E tutti i lembi di Impero attraversati dall’ex fariseo che da
stiani vengono sciolti in un dialogo
di due cuori che amano…: “So che
giovane aveva come ideale
“proteggere la legge del tempio” e
lo Amo. E credo che Lo ami anche
tu”.
Che cosa succede nella vita
di un uomo completamente afferra-
dopo quel viaggio a Damasco, e la
conversione improvvisa, si ritrova
Libro da leggere, regalare… Perché si coglie la “catena” che , attra-
to da Cristo? Come cambia il suo
sguardo, che cosa ama, che cosa
innamorato di Gesù.
Il filo della trama si snoda seguen-
verso i secoli, porterà la fede a
noi, ORA.
cerca? Soprattutto che cosa può
do in gran parte altri personaggi
Lina Picchi
LOUIS DE WOHL (1903-1961), tedesco di padre ungherese e madre austriaca, dopo essere fuggito dalla Germania hitleriana nel 1935, prestò servizio come capitano nell’esercito britannico durante la Seconda guerra mondiale. In BUR sono
pubblicate le biografie di Giovanni d’Austria "L’ultimo crociato", di san Tommaso d’Aquino "La liberazione del gigante",
di santa Caterina da Siena "La mia natura è il fuoco", di Elena madre dell’imperatore Costantino "L’albero della vita". I
suoi romanzi sono tradotti in 12 lingue.
UN LIBRO SU OSPITALETTO !
Dopo Cormano e Brusuglio, anche Ospitaletto ha un’opera storico-religiosa.
Proseguendo e ampliando il lavoro iniziato da molti appassionati alcuni anni fa, la d.ssa Carla
Bossi, insieme alla Parrocchia Buon Pastore e a tanti altri amici, ha scritto e pubblicato un
libro dal titolo: “OSPITALETTO SI RACCONTA”
Percorso storico-religioso della comunità di Ospitaletto” (€ 15).
Il testo vuole approfondire le più significative esperienze umane e religiose della frazione di
Ospitaletto, con l’aggiunta di numerose immagini fotografiche d’epoca.
Il libro si può acquistare presso le sacrestie/ buona stampa delle tre parrocchie e presso
l’Università della Terza Età.
Un buon regalo per Natale ….
L’intero ricavato del libro servirà a sostenere le spese della Comunità Parrocchiale
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. . . .IN CAMMINO
DICEMBRE 2014
Autore : Louis De Wohl
IN CAMMINO . . .
DAGLI ARCHIVI PARROCCHIALI:
DAL 19.9 AL 14.11.2014
Battesimi Cormano: Russo Greta, Genito Giulia, Vasapollo Marco, Vetrano Lorenzo,
Vetrano Sofia, Kuka Lore, Kola Zhesion, Anversa Matteo, Bianculli Samuele.
Battesimi Ospitaletto: Mandaglio Giulia, Criscenti Simone.
Battesimi Brusuglio: Giannazza Massimo, Rossini Gabriele, Sindona Luca, Kwemeni
Lapa Fomyn, Arnoldi Samuele, Di Benedetto Leonardo.
Funerali Cormano: Mirandola Luciano Tonino, Giallorenzo Maria, Biancotto Lina, Branà
Maria, Morselli Lino, Cozzi Emilia, Malgrati Angelo, Bettin Giampaolo, Bergamini Romea,
D’Antuono Rosina.
Funerali Ospitaletto: Vignali Mario, Calabrese Basile Gaetano, Broccanello Tullio, Scabbio
Fulvio, Giorgio Teresa, Latini Emilia, Turetti Stefano, Fioravanti Isolda Maria, Napetti Alba,
Romanini Roberto, Dall’Aglio Silvano.
Funerali Brusuglio: Oggioni Rino, Martini Caterina, Cavalletti Annita.
DICEMBRE 2014
Matrimonio Cormano: Russo Salvatore - Castagnoli Antonella.
Matrimonio Brusuglio: De Lorenzo Marco - Biancardi Giorgia.
Questo numero dell'Informatore Pastorale “In Cammino...” è stato realizzato con il contributo di:
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