Franco Adessa Il segreto diabolico del “Crocifisso di Cevo” PAOLO VI BEATO? del dott. Franco Adessa 13 maggio 1992 A fine estate, Don Villa contattò il Postulatore della causa di beatificazione di Paolo VI e, a questo, feLa Massoneria voleva il suo uomo ce seguito uno scambio di lettere. Paolo VI sugli altari, e questo Don Villa era a conoscenza del rientrava nel piano di mettere sugli fatto che il card. Pietro Palazzini altari i due Papi: Giovani XXIII e aveva inviato al Postulatore una Paolo VI, affinché risultasse evilettera in cui faceva tre nomi dedente la “soprannaturalità” del gli ultimi amanti omosessuali di Vaticano II. Paolo VI. E il card. Palazzini era Il 13 maggio 1992, il card. Ruini, un’Autorità in questo campo, Presidente della CEI e Vicario del poiché possedeva due raccoglitori Papa per la città di Roma, emise pieni di documenti che dimostraun Editto in cui, tra l’altro, si legvano, in modo inequivocabile, il ge: «Invitiamo tutti i singoli fevizio impuro e contro natura di deli a comunicarci direttamente Paolo VI. o a far pervenire al tribunale Nella sua ultima lettera, il Postuladiocesano del Vicariato di Roma tore scrisse che avrebbe proceduto tutte quelle “notizie” dalle quali nella causa di beatificazione. si possa, in qualche modo, arguiDon Villa gli rispose che lui, allore contro la fama di santità del ra, si sentiva costretto a scrivere detto “Servo di Dio”». Paolo VI. un libro su Paolo VI. Mons. Nicolino Sarale, però, fece Fu un lavoro impegnativo, febbrisapere a Don Villa che questa dele, organizzato e sempre in lotta cisione del card. Ruini era stata contro il tempo. Il libro “Paolo VI un “colpo di forza”, perché la beato?” uscì nel febbraio 1998, ed io mi presi l’incarico di maggior parte dell’Episcopato italiano non l’avrebbe organizzare la spedizione delle prime 5.000 copie. Papa, mai voluta! cardinali, vescovi e migliaia di sacerdoti italiani ricevetteIl 13 maggio 1992, a Brescia ebbe luogo la “notificazioro, contemporaneamente, una copia di questo libro. ne” che aprì l’istanza diocesana del “processo di beatifiLe reazioni al libro furono violente, e poiché io risultavo cazione” di Paolo VI. come mittente, ebbi la mia parte di questa reazione irrazionale e furibonda. La diocesi di Brescia era in subbuglio. Il Vescovo, mons. 13 maggio 1993 Bruno Foresti, promise al clero bresciano che sarebbe stato scritto un libro per confutare quello di don Villa, ma, Esattamente un anno dopo, e sempre alla stessa data del 13 dopo tanti anni tutte quelle promesse non partorirono mai maggio, fu aperto a Roma il processo di beatificazione che nulla! Non era certo facile combattere frontalmente e lealdoveva esaminare la “pratica eroica delle virtù” e la “remente un Sacerdote come don Villa! Era molto più facile putazione di santità” della vita di Paolo VI. insultarlo e calunniarlo: tanto non avrebbe mai risposto, per La “causa di beatificazione” continuò a procedere finché si non mettere in pubblico certe bassezze di un certo clero. giunse all’anno 1997. 2 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Copertina del libro di Don Luigi Villa, “Paolo VI beato?”, pubblicato agli inizi di febbraio del 1998 e inviato, in 5.000 copie, a membri del Clero italiano, subito dopo la sua pubblicazione. Ci furono restituite, infatti, diverse copie del libro con pagine strappate e contenenti insulti, calunnie, volgarità e oscenità, scritte con pennarello rosso e nero sulle pagine del libro, tali da far arrossire anche un empio. Il risultato del libro fu evidente a tutti: aveva dato una battuta d’arresto alla “causa di beatificazione” di Paolo VI. Nessuno era riuscito a confutare la mole e la valanga di “fatti”, “citazioni”, “documenti” e “fotografie” riportati nel libro, che facevano giustizia di un Papa che aveva spergiurato, mettendo in atto, durante il suo Pontificato, proprio il contrario di quanto Lui stesso si era impegnato di compiere, con solenne giuramento, il giorno della sua incoronazione. Ma vi era chi non accettava la resa! L’unica soluzione, senza dover entrare nel merito degli argomenti sollevati da don Villa, era quella di mettere in campo tutto il peso dell’Autorità Papale! Solo una visita a Brescia del Papa poteva risollevare la sorte della “causa di beatificazione” di Paolo VI. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 E così, fu annunciata la visita a Brescia di Giovanni Paolo II, per i giorni 19-20 settembre 1998. L’occasione era data dalla beatificazione del bresciano Giuseppe Tovini alla quale, però, veniva associata la “causa di beatificazione” di Paolo VI. Ma don Villa non si perse d’animo e, in data 15 agosto 1998, scrisse una lunga lettera al Segretario di Stato, card. Angelo Sodano, in cui chiedeva esplicitamente di annullare la visita a Brescia del Papa. La ragione era la diffusione ormai raggiunta dal libro “Paolo VI beato?” e le lettere entusiaste che gli erano pervenute da personaggi influenti del mondo della magistratura e della cultura. Ma la ragione più grave era il danno che la Chiesa avrebbe subìto da un atteggiamento papale incurante dei fatti inquietanti e delle crude realtà riportate e dimostrate nel libro di don Villa. Nella lettera, don Villa riconosceva i toni forti del suo libro, e le difficoltà di un clero non abituato a questo linguaggio, ma chiariva che questa era solo la “violenza dell’amore” per la Chiesa e che questa “violenza” era un dovere quando erano in gioco i valori altissimi della Fede: «Chi ama veramente la Chiesa non può non alzare la voce quando la vede allo sbando. Diversamente, sarebbe vigliaccheria il preferire il silenzio alla protesta! Come è vigliaccheria la mancanza di coraggio e di sensibilità nel non voler appoggiare chi combatte, in prima linea, la “Buona Battaglia” per la Fede! Il mio libro, perciò, è sconsigliabile solo a chi ha poco amore alla Verità, a chi è ammalato di superficialità, a chi si illude di accontentarsi dietro il paravento di un equivoco “Vogliamoci bene!”». Ma la richiesta non venne accolta e Giovanni Paolo II si recò a Brescia per risollevare le sorti della “causa di beatificazione” di Paolo VI. Dopo la visita del Papa a Brescia, Don Villa scrisse, nel numero di “Chiesa viva” del dicembre 1998, un articolo su questo evento, evidenziando l’atto sconveniente e imprudente di Giovanni Paolo II nel pronunciarsi per una sicura beatificazione di Paolo VI, prevenendo il giudizio del Tribunale, e ingannando i fedeli presentandola come cosa già fatta. Inoltre, Don Villa criticò quel Crocifisso che, durante la celebrazione eucaristica, venne esposto in quell’orribile posa nell’atto di precipitare verso il basso. Fu in quell’occasione che proposi al Padre di scrivere un articolo sul significato occulto di questo scandaloso “Cristo a strapiombo” e della strana e incomprensibile scenografia che lo circondava. Dopo avermi ascoltato, mi rispose: «No, è troppo presto. Bisogna attendere che maturi il momento giusto». Ora, dopo che questo scandaloso Crocifisso ha ricevuto la meritata risposta dal Cielo, a Cevo, tre giorni prima della canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, ritengo che il “momento giusto” sia maturato. Ora, si deve fare chiarezza sulla DIABOLICA OFFESA A DIO che è stata indirizzata al Cielo con quell’enorme e orribile Crocifisso “a strapiombo”, che “sorge da un fuoco”, che “s’inarca verso il cielo”, che “non sta ritto e ripiomba di sotto...” e che era immerso in una stravagante scenografia pregna di significati occulti e blasfemi. 3 Le uniche “argomentazioni” passate alla Storia Era la verità. Quei due libri contenevano tali infami volgarità, scritte da persone consacrate, da imbarazzare persino un empio. Su ognuno di questi libri, Don Villa riportò il paese di provenienza, che risultava dalla busta originaria della nostra spedizione. Furono forse queste restituzioni una manifestazione di franchezza e di coraggio, oppure solo l’atto arrogante di chi si sente sicuro delle compiacenze in alto loco e protetto da una garantita impunità? Diamo un solo esempio di queste “note”, che la Storia dovrà registrare come unico tentativo di sollevare qualche “argomento”, per sfogare l’impotenza del non riuscire a confutare i contenuti del libro di Padre Luigi Villa. D alla Valle, che accoglie anche il Comune di Cevo, giunsero repentinamente le “uniche argomentazioni”, per iscritto, sul libro di Don Luigi Villa, “Paolo VI beato?”. Poco dopo la spedizione dei 5.000 libri al Clero di tutta Italia, ricevemmo sette copie, restituiteci da parroci della Valle Camonica, che avevano consegnato alla Storia le loro perplessità sull’Autore, dimenticandosi del contenuto del libro. Erano delle “note” scritte in pennarello rosso e nero direttamente sulle pagine del libro. Poco prima di morire, Don Villa mi consegnò questi libri. Appena ricevuti, subito li contai: ne mancavano due. Allora chiesi: «Padre, perché solo cinque? Dove sono gli altri due libri mancanti?». Egli, con tristezza, chinò il capo e lentamente rispose: «Li ho bruciati. Erano un insulto al Sacerdozio!». 4 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Queste pagine, che riportano le frasi scritte, a pennarello rosso e nero, da un parroco della Valle Camonica, sono le uniche pagine integre del libro restituito al mittente. Da pag. 7 a pagina 278, le pagine del libro, infatti, sono tutte strappate a metà. Malgrado le promesse fatte al Clero di Brescia, dall’allora Vescovo della diocesi, Mons. Bruno Foresti, di scrivere un libro per confutare le tesi del libro su Paolo VI di Don Luigi Villa, queste poche “note” sono le uniche, insieme ad altre dello stesso stile, che testimoniano l’irritata impotenza nel confutare i contenuti del libro. Perché non si volle riconoscere che è la stessa Chiesa a chiedere ai laici e al clero di far pervenire al Tribunale di una causa di beatificazione tutto ciò che è contro la fama di santità del beatificando? Perché questa insistente e ottusa cecità per la causa di beatificazione di Paolo VI? Nel febbraio 1998, nell’arco di tempo di una sola giornata, furono spedite circa 5.000 copie del libro di Don Luigi Villa “Paolo VI beato?” a membri del Clero italiano. Fu come un colpo di fulmine e le reazioni non si fecero attendere: telefonate al limite dell’assurdo, insulti e calunnie che si protrassero per lungo tempo. La causa di beatificazione di Paolo VI, però, subì una battuta d’arresto. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 5 20 settembre 1998 Concelebrazione Eucaristica, presieduta da Giovanni Paolo II per la “beatificazione” di Giuseppe Tovini e per la conclusione delle celebrazioni centenarie della nascita di Paolo VI. Tutti i “bresciani”, partecipanti alla funzione di Giovanni Paolo II allo “stadio Rigamonti” di Brescia, la Domenica 20 settembre 1998, si sono trovati di fronte a un enorme Crocifisso, a testa in giù, che Alberto Bobbio, su “Famiglia (non) cristiana” del 27 settembre 1998, descrisse così: “un Cristo a strapiombo. Sorge da un fuoco, s’inarca verso il cielo. Non sta ritto. E ripiomba di sotto...”. Un Cristo che “ripiomba di sotto” è l’atto contrario delle parole di San Giovanni evangelista che scrisse: «Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. Poi, chinato il capo, rese lo spirito!» (Giov. 19, 30). Un Cristo scandaloso in quell’atto di cadere non può essere il Cristo redentore, vero Dio e vero Uomo, Lui, VIA, VERITÀ e VITA, che aveva pure detto: «... ed 6 IO, quando sarò innalzato, attirerò tutto a ME!» (Giov. 12, 32). Eppure, il Crocifisso è l’innegabile simbolo del Cristo redentore. Perché la Gerarchia bresciana si è permessa di esporre ai fedeli bresciani quel Crocifisso sapendo che la Chiesa ce lo ha sempre fatto rappresentare, per duemila anni, non in quella orrida posizione, ma nel Suo sereno divino abbandono al Padre?.. «Padre, nelle Tue mani affido il mio spirito!»? (Lc. 23, 46). Dunque, un Crocifisso che, pur rimanendo innegabilmente il simbolo del Redentore, non sembra esprimere l’amore per l’uomo che l’ha spinto al Sacrificio sulla Croce, ma che, nell’atto di cadere sopra un altare, viene associato a delle fiamme, in una strana scenografia ricca di simbologia occulta. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Il Crocifisso ricurvo esce, ad arco, da un palco sopraelevato al quale si accede salendo una scalinata centrale che porta all’area dell’altare, posta centralmente. L’asse orizzontale centrale del palco divide in due il Crocifisso, la scalinata, l’altare e le quattro strutture a forma di quadrato che lo sovrastano e che offrono un sostegno ad un drappo che ripara la zona sottostante. L’asse verticale della posizione centale del sacerdote, che celebra all’altare, interseca la testa del Crocifisso a strapiombo. (La fotografia a pagina 12, evidenzia questo fatto). La testa del Cristo, relativamente al busto, ha una posizione irreale ed è priva della corona di spine. Dietro il palco s’innalzano venti lamine ondulate di metallo arrugginito, divise in due gruppi di 10 e disposte in modo simmetrico, che simboleggiano delle fiamme. La rappresentazione di queste “fiamme” presenta una “stranezza”: se le fiamme meno intense che, dalle “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 estremità, salgono gradualmente verso il centro, perché proprio al centro, le due “fiamme” adiacenti alla croce ricurva non sono le più alte? Perché, invece, sono molto contenute, di egual lunghezza, quasi piatte e senza la forma ondulata delle altre fiamme? Forse che non sono “fiamme”, ma devono “suggerire” qualcosa d’altro a chi sa correttamente interpretare certe “stranezze”? Al palco si accede da una enorme ed ampia scalinata centrale formata da 11 gradini che portano direttamente all’area dell’altare. La zona dell’asse centrale dell’altare è protetta da un drappo che ha come sostegni quattro enormi quadrati costruiti con travi di legno fissate al pavimento. I quadrati sono di dimensioni crescenti, partendo dalla base della croce e procedendo in direzione dell’altare. Sulla trave orizzontale dell’ultimo quadrato è fissato, in posizione obliqua, lo stemma pontificio. In cima alla scalinata, sulla sinistra e su un supporto, è stato posto un Crocifisso tradizionale. 7 UN CRISTO CHE “SORGE DA UN FUOCO”? A lberto Bobbio, su “Famiglia (non) cristiana” del 27 settembre 1998, descrive così l’enorme Crocifisso esibito a Brescia, il 20 settembre 1998: “un Cristo a strapiombo. Sorge da un fuoco, s’inarca verso il cielo. Non sta ritto. E ripiomba di sotto...”. che può indicare un atto d’amore di Cristo verso i fedeli sottostanti, ma piuttosto un atto involontario che segue determinate leggi fisiche. Come, ad esempio, un corpo senza più vita che, per la legge di gravità, cade perpendicolarmente in basso. Ora, le “fiamme” sono quasi sempre associate all’inferno, dimora di Lucifero e pertanto ci domandiamo: come può Gesù Cristo “sorgere dalle fiamme”? Ci viene però in aiuto la frase: “non sta più ritto” e “s’inarca verso il cielo”... Quindi, prima era “ritto”, ma poi le “fiamme” piegano la croce e la fanno “inarcare” fino al punto di fargli invertire la posiIl Cristo “a strapiombo”. zione iniziale. E se le “fiamme” fossero solo un simbolo che emana dall’Inferno? Un Cristo che “sorge da un fuoOsservando le 20 lamiere ondulaco” e “s’inarca verso il cielo” inte, divise in due gruppi di 10 che dica una strana “provenienza” di simboleggiano le “fiamme”, si nota la “stranezza” che le Nostro Signore ed una ancor più strana “direzione”, poiché due “fiamme” adiacenti alla croce ricurva, invece di es“inarcandosi” significa che, inizialmente, era diretto verso sere le più alte, sono invece molto contenute, di egual il Cielo, poi, “qualcosa” gli ha fatto cambiare direzione, lunghezza, quasi piatte e non ondulate. “inarcandolo”, fino a posizionarlo “a strapiombo” verso Forse che queste strane fiamme “suggeriscono” qualcosa? il basso. Separandole dal gruppo di 10 lamiere, avremmo questi numeri: 9 lamiere a sinistra e 9 a destra della Croce; le due laUn Cristo che “non sta ritto” potrebbe essere una ripetimiere centrali, con la croce in mezzo, danno il numero 3. zione della seconda frase precedente, ma questa sembra L’interpretazione ora è semplice: il numero 3, moltiplicato quasi esprimere un “compiacimento” del fatto che la sua per il numero 9 (che rappresenta il numero 18 = 6 + 6 + 6 e posizione non è più ritta, verso il Cielo, ma viene deviata al cioè il numero 666) forma il numero 3 volte 666 che simpunto da essere invertita e diretta verso il basso. boleggia L’ODIO E LA DICHIARAZIONE DI GUERRA A DIO DELLA MASSONERIA. Un Cristo che “ripiomba di sotto” non è un’espressione “Un Cristo a strapiombo” significa “non a piombo”, e cioè che la sua figura non è allineata all’asse verticale della croce. Questa frase indica che vi sono due “assi”: quello della Croce tradizionale verticale del Crocifisso e quello della direzione di caduta della testa di Cristo. Un asse, quest’ultimo, che è perfettamente allineato al celebrante dell’altare sottostante. 8 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 9 7 9 8 8 7 6 5 4 3 3 1 6 2 5 4 3 1 2 Sopra: una vista completa delle “fiamme”, a sinistra della croce. La somma dei due numeri 9 + 9 = 18 rappresenta il 18° grado del Cavaliere Rosa-Croce della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato, il cui compito principale è quello di CANCELLARE IL SACRIFICIO DI CRISTO SULLA CROCE DALLA FACCIA DELLA TERRA. Pertanto, l’odio a Dio, la dichiarazione di guerra a Dio, la volontà e l’impegno di cancellare la Redenzione di Cristo, per sostituirla con la redenzione gnostico-massonico-satanica, sono le “fiamme” che salgono dall’inferno delle logge dell’Alta Massoneria per invertire l’Asse, rivolto verso il Cielo, della Redenzione di Cristo con l’Asse diretto verso il basso della redenzione satanica del MAESTRO MASSONE, o dell’UOMO-DIO. Nella fotografia a pagina 12, si possono contare gli 11 gradini della scalinata che porta all’area dell’altare e il fatto che la testa del Crocifisso “ripiomba di sotto”, cadendo in asse al sacerdote che celebra all’altare sottostante. Il significato è chiaro: la testa del Cristo che, senza più vita, cade nel rituale di un sottostante altare, che si raggiunge salendo gli 11 gradini dell’Ensof e dei 10 attributi divini dell’Uomo-Dio della cabala. È interessante notare che, nella ricostruzione della scenografia del Crocifisso, a Cevo, nei reticolati a lato della croce (vedi pag. 10), con nodi e riquadri, si sono riprodotti i numeri 9, 3 e 11 incluse le due lettere “M” di Maestro Massone, o Uomo-Dio, che esprimono la redenzione gnostico-massonico-satanica. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Sotto: un vista completa delle “fiamme”, a destra della croce. 9 7 5 3 3 1 8 6 2 4 2 1 9 MM Maestro Massone UOMO-DIO Numero 9 Numero 9 Numero 11 Numero 3 Numero 11 Numero 3 NON È UN CRISTO CHE “SORGE DA UN FUOCO”, MA UN CRISTO CHE “CADE IN UN FUOCO”! “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 11 UN CRISTO “DECAPITATO”? Asse verso l’alto simboleggia la Redenzione del Sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce La testa del Crocifisso si trova sull’asse del sacerdote che celebra all’altare sottostante Crocifisso tradizionale 11 gradini L’Asse verso il basso simboleggia la redenzione gnostico-massonico-satanica del Maestro Massone, o Uomo-Dio Una veduta interessante del “Crocifisso a testa in giù” e dell’insieme scenografico del palco, preparato per la funzione di Giovanni Paolo II allo “stadio Rigamonti” di Brescia, la Domenica 20 settembre 1998. Questa vista laterale mostra la posizione strana della testa del Crocifisso che non potrebbe mai assumere una simile posizione, rispetto al busto, in presenza di una spina dorsale che fosse ancora intatta. Come spiegare una tale grossolana scempiaggine dello scultore? Nelle pagine seguenti, forniamo diverse fotografie del particolare della testa del Cristo “a strapiombo”, paragonandole con la posizione del capo del Cristo in Croce, rappresentato nei Crocifissi tradizionali. Ciò che risulta evidente è che l’angolo tra l’asse del busto e quello della testa non può raggiungere un valore in12 torno a 70°; inoltre, ciò che impressiona è che non esiste continuità tra la spina dorsale e la testa; infatti, il retro del collo del Cristo non parte dal culmine della parte posteriore del busto, ma sembra “slittato” verso il basso, lungo la superficie del petto. Perché questa rappresentazione inquietante di questo Crocifisso? “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 13 14 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 L’UNICA SPIEGAZIONE POSSIBILE, che può giustificare l’incredibile posizione del collo del Crocifisso, rispetto al busto, È QUELLA CHE IL CRISTO SIA STATO DECAPITATO! PERCHÉ UN CRISTO “DECAPITATO”? “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 15 PERCHÈ UN CROCIFISSO SENZA CORONA DI SPINE? O Per comprendere questa simsservando la testa del bologia si deve far riferimenCrocifisso “a strato all’Opera della Massonepiombo”, balza subiria che plasma il massone to all’occhio l’assenza della con tre tipi di corruzione; corona di spine. quella del corpo, dell’anima e Perché questa dimenticanza? dello spirito. Un’altra “stranezza” è che, L’agente di questa corruzione nel folto dell’ondulata e è Lucifero, il Serpente che, scompigliata capigliatura si simbolicamente, nella corrunotano le punte di due corna zione del corpo, si avvinghia di eguale lunghezza e tra loro intorno al cuore, “centro” parallele. Ricordando le parodei meccanismi affettivi; le dell’Apocalisse che descrinella corruzione dell’anima, vono la seconda bestia venusi avvolge intorno alla zona ta dalla terra, “che aveva bassa posteriore del cranio, due corna, simili a quelle di “centro” della formulazione un agnello, che però parladel pensiero; per la corruva come un drago”, si può Dettaglio della testa del Cristo “a strapiombo”. zione dello spirito, deve ragfacilmente dedurre che queste Perché manca la corona di spine? Perché questa strana giungere la parte centrale sono due corna di “agnello”. e folta capigliatura? Perché, in questa capigliatura, si intravedono due corna ed un serpente che, dalla parte superiore della fronte, “cenSappiamo che Gesù Cristo è posteriore del capo, si svolge per raggiungere la fronte? tro” della volontà, per diril’“Agnello di Dio”, ma non gerla col suo “spirito santo ci risulta che sia mai stato satanico”. rappresentato in Croce con Perché è stato rappresentato due corna! questo insidioso serpente Perché allora queste due cornell’atto di svolgersi dal “centro” della formulazione del na su questo scandaloso Crocifisso, usato in ricorrenza pensiero e di dirigersi verso il “centro” della volontà? della conclusione delle celebrazioni centenarie della naCosa significa il simbolismo di questo serpente? scita di Paolo VI? È forse la rappresentazione della vittoria finale del reL’aspetto più inquietante, però, è la presenza di una strana gno di Lucifero sul regno di Dio, in cui lo Spirito Santo forma, simile and un serpente, che svolgendo le sue spire, verrebbe sostituito dallo “spirito santo satanico” e in cui raccolte nella parte bassa del cranio, si sta dirigendo verso il culto di Dio verrebbe sostiutito dal culto di Lucifero? la parte centrale della fronte. 16 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 A sinistra: la testa del Cristo con evidenziate le punte delle due corna e le forme del serpente che si sta dirigendo verso il centro della fronte. Sopra e sotto: esempi di agnelli con le corna. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 17 PERCHÉ QUEL CROCIFISSO TRADIZIONALE? L La parola INRI, cioè, la natura ineone Meurin, nel suo libro tera è rinnovata col fuoco, esprime “Frammassoneria Sinaquesto olocausto offerto dai Rogoga di Satana”, trattando sa-Croce a Lucifero, il genio del del rituale del 18° grado, scrive: fuoco, e ciò che si fa realmente «Per i Rosa-Croce il Motto sacro sulla Croce, essi lo fanno in effigie perduto e ritrovato è INRI, intersul loro altare: “Colui che è la Vipretato cabalisticamente per: Igne ta gusta la morte, e colui che è la Natura Renovatur Integra (= la Morte trionfa della Vita”! natura intera è rinnovata col Questa atrocità costituisce realfuoco)». mente un Clericalismo che è il Poi aggiunge: «Il fuoco preconizvero Nemico di Dio e dell’umazato ... come primo agente della nità! Questi uomini, la maggior natura, come l’emblema della diparte battezzati in nome della Sanvinità, poi come la DIVINITÀ estissima Trinità, acclamano Lucisa medesima ... Il fuoco è rapprefero: Hoschéa, Hoschéa, Hosentato nella Camera infernale schéa! (Salvatore, Salvatore, Salcome un soggiorno delizioso vatore!)». d’Eblis, d’Hiram e di tutti i grandi malfattori conosciuti nell’Antico Perché, dunque, quel Crocifisso Testamento. Le parole “Fuoco inEsempio di un Crocifisso tradizionale tradizionale a fianco dell’altare? fernale” sono certamente il misormontato dalla scritta “INRI”. Poteva forse mancare il Motto sagliore Motto sacro che i Giudei cro perduto e ritrovato INRI dei cabalisti potessero proporre ai Rosa-Croce, in una scenografia in nuovi Sacerdoti sacrificatori di cui appare sempre più evidente «il Lucifero (i Rosa-Croce). Questo colmo dell’audacia satanica di voler rinnovare la natuMotto sacro è a loro appropriato come lo sono le parole ra col fuoco, e cioè, rovesciare la Santissima Trinità per d’ordine “Emmanuele” (Dio con noi), cioè, il Dio Fuoco mettersi al suo posto, offrendo in olocausto a Lucifero lo è con noi e “Pax vobis”, la Pace della coscienza sia con stesso Agnello di Dio che fu invece offerto per la Redenvoi! Quella triste pace che si acquista tramite una comuzione dell’umanità?» (L. Meurin). nione e un sacrificio sacrilego in sommo grado!». 18 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 «Il pellicano che nutre i suoi piccoli da una ferita inflitta al petto, è accettato come un simbolo appropriato di sacrificio e di resurrezione. Per la mistica cristiana il pellicano significa Cristo che ha salvato l’umanità attraverso il sacrificio del suo Sangue. Il pellicano, però, può essere considerato come un simbolo del sole i cui raggi (sangue) sono la vita dei sette pianeti filosofici. Nei Misteri, il pellicano rappresenta la resurrezione del Candidato dalla morte. L’uccello madre rappresenta quelle istituzioni divine che possiedono la dottrina segreta che è la vita spirituale dell’uomo. (...) Nel simbolismo massonico, il sangue del pellicano rappresenta il Lavoro Segreto col quale l’uomo viene “elevato” dalla schiavitù dell’ignoranza alla condizione di libertà, conferita dalla saggezza. (...) La parola “Rosa” (Rose) è un semplice anagramma, perché le sue lettere derivano dalla parola “Eros”, il nome del dio greco dell’amore» (Manly P. Hall, “The Secret Teaching of All Ages”, The Philosophical Research Society, Inc., Los Angeles, 2000, p. LXXXVIII). Il simbolo supremo del 33° grado. «Questo è il simbolo del Supremo Ierofante, Maestro del doppio Santo Impero dell’universo superiore e inferiore. L’antico emblema dell’equilibrio costituito dal corpo androgino sormontato da un’aquila a due teste, una maschile e l’altra femminile, che porta una sola corona imperiale. Essendo solo è perfetto perché rappresenta la Pietra Filosofale, l’ultima condizione umana e la perfezione assoluta e trascendentale che sorge solo dal pieno sviluppo delle potenzialità latenti presenti nell’individuo. Filosoficamente, il 33° grado del R.S.A.A. rappresenta il più intimo santuario del misticismo massonico». (Manly P. Hall, “The Secret Teaching of All Ages”, The Philosophical Research Society, Inc., Los Angeles, 2000, p. CC). I Motti sacri del 33° grado sono: “Ordo ab chao” e “Deus meumque jus (DMI)”, e cioè un Nuovo Ordine che deve emergere dal caos morale, creato da Lucifero e dai suoi seguaci, e Distruzione, Materializzazione e Imposizione, e cioè Imporre, col lavoro massonico, la Distruzione di tutto ciò a cui la Materializzazione non arriva a distruggere. INRI Igne Natura Renovatur Integra (la natura intera è rinnovata col fuoco) “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 19 PERCHÉ QUEI 4 QUADRATI? 4 3 1 2 3 4 2 1 A Due vedute del palco, allo “stadio Rigamonti” di Brescia, che mostrano quattro strutture a forma quadra di dimensioni crescenti verso la scalinata centrale. Nella figura a sinistra, è stato evidenziato il punto d’incontro A dell’asse verticale della croce con la linea obliqua tangente alla parte superiore dei 4 quadrati. Analogamente all’altare del Tempio Satanico dedicato a San Padre Pio, il punto centrale (evidenziato col cerchietto rosso) di questo sistema di rette poste sul piano verticale che passa per l’asse della croce e quello dell’altare, corrisponde alla testa del sacerdote che sta celebrando all’altare. Dalla base della Croce, l’asse verticale si “incurva”, la testa “decapitata” del Crocifisso, senza più corona di spine ma con un serpente che ha quasi raggiunto il centro della sua fronte, cade “a strapiombo” su un asse verticale in direzione della testa del sacerdote che celebra all’altare. Cosa significa tutto ciò? La Religione Cattolica viene sostituita dalla religione gnostico-massonica al servizio di Satana. Il culto di Dio, viene sostituito dal culto di Lucifero, che vuole trionfare su Dio. Sulla parte anteriore del Pallio di Paolo VI appaiono delle Croci Templari di color nero di cui una sormontata da una “fiaccola” che l’attraversa, in diagonale. Dai testi degli esperti di simbologia massonica, la Croce Templare assume i seguenti significati: nell’unità dei triangoli convergenti al centro, i significati di spiritualità divina e della sua immanenza nell’uomo»); 3. Culto di Lucifero («La Croce Templare cela il Tetragramma Sacro Ebraico con le lettere del Nome Divino JHWH» - e cioè del Dio-cabalistico Lucifero). 1. Culto del Fallo: «La Croce Templare rivela l’idea Madre della Cabala: è il segno della quadruplice generazione che produsse i 4 mondi… è il Fallo, la forza generatrice che apre tutti i tesori della natura»); 2. Culto dell’Uomo: «La Croce Templare esprime, Questi tre Culti sono i tre princìpi animatori delle tre serie di 11 gradi della Massoneria R.S.A.A. per ottenere la corruzione del corpo, dell’anima, e dello spirito. Il massone Gorel Porciatti, esperto di simbologia massonica, nel suo libro “Gradi Scozzesi”, attribuisce alla Cro- 20 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Emblema araldico del 30° grado: Cavaliere Kadosch, della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato. Paolo VI. ce Templare un altro significato interessante: «Mentre la Croce Latina corrisponde al cubo, simbolo della Terra sul piano sottostante, la Croce Templare corrisponde allo sviluppo della piramide, simbolo del Fuoco Universale sul piano sovrastante». Infatti, se si tagliano gli spigoli di una piramide a base quadra, aprendola, si ottiene una Croce Templare, inscritta in un quadrato. Per la sua caratteristica di simboleggiare il “vertice” e il “fuoco” che sovrasta la Terra, la “piramide” è stata presa come simbolo del satanico Ordine degli Illuminati di Baviera, che è al vertice di tutte le Obbedienze massoniche. Ma gli Illuminati hanno anche un altro noto simbolo: la “fiaccola”, che è rappresentata in tanti dipinti, quadri, stampe dell’epoca rivoluzionaria francese. Queste sono tutte rappresentazioni che glorificano lo “spirito” e il “genio” della Rivoluzione Francese, e cioè l’Ordine degli Illuminati che fu la vera anima e il vero motore di questa Rivoluzione, e che porta ed offre la “fiaccola” all’uomo, per liberarlo da Dio e dalle catene della Sua Legge. La “fiaccola”, inoltre, appare anche tra le corna del Baphomet, il dio panteistico della Massoneria. Ma nella simbologia massonica, quando un simbolo è posto sopra un altro ciò significa che il simbolo che sta sopra “trascende” quello sottostante, cioè “supera”, “oltrepassa”, “esiste al di fuori e al di sopra della realtà sottostante”! Ora, se ordiniamo tutta questa simbologia, “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 «Il massone, in questo grado si abbandona alla guerra aperta contro Dio! Dopo essersi inginocchiato davanti all’immagine di Lucifero, il “Baphomet”, gli offre il sacrificio dell’incenso profumato; entra poi nella Camera nera e compie un omicidio rituale; calpesta la tiara e riceve una croce patriarcale a tre bracci; grida odio a Dio e dichiara guerra a Dio. Il colmo di quest’odio satanico contro Dio è espresso dal gesto simbolico dei Cavalieri Kadosch: vibrano il pugnale contro il cielo, cantando il loro cantico e terminano ripetendo la loro invocazione a Lucifero: “Dio Santo, Vendicatore!” e la loro sfida a Dio: “Vendetta, Adonai!”» (Meurin, Frammassoneria sinagoga di Satana, Siena 1895, pp. 361-366). in senso gerarchico massonico, in campo spirituale, si ottiene la seguente successione: 1. la Croce Latina, sul petto di Paolo VI, indica la Religione cattolica, per l’uso dei profani; 2. la Croce Templare, sul petto di Paolo VI, indica la Religione gnostico-massonica con i suoi tre Culti massonici, per l’uso dei massoni; 3. la Croce Templare, intesa come Piramide, indica la Dottrina Atea comunista degli Illuminati di Baviera; 4. la Fiaccola sopra la Croce Teutonica indica il Pontefice Supremo della Massoneria Universale che ha anche i seguenti titoli: Patriarca della Massoneria, Patriarca del Mondo, CAPO SUPREMO DELL’ORDINE DEGLI ILLUMINATI DI BAVIERA. Sono forse questi 4 quadrati il simbolo di questa gerarchia massonica che, partendo dalla Croce Latina (la Religione cattolica) passano alla religione gnostico-massonica, sopra la quale domina la Dottrina Atea comunista degli Illuminati di Baviera diretti dal loro Capo Supremo con la fiaccola (stemma papale) di traverso? 21 PERCHÉ QUELLE DUE DATE? 13 maggio 1992 ston (nella Carolina del Sud – USA) con la quale Satana fu intronizzato in Vaticano, nella Cappella Paolina... In quell’occasione venne fatto il giuramento di “dissacrare intenzionalmente e deliberatamente il Sacramento dell’Ordine Sacerdotale” e di collaborare alla fondazione della “Casa dell’Uomo sulla Terra” per modellare la “Nuova Era dell’Uomo”. Questo fu il vero scopo del Pontificato di Paolo VI: mettere in atto la sostanza e il contenuto di questi diabolici giuramenti! Così scrisse Padre Luigi Villa, nel suo articolo pubblicato su “Chiesa viva” n. 301 del dicembre 1998, sulla data del 13 maggio 1992 e 1993: «Questa data fu scelta o casuale? Se scelta, non poteva essere più sbagliata! Non fu, forse, Paolo VI quell’ostinato profanatore e avversario delle “Apparizioni” Mariane avvenute a Fatima, e delle “domande” poste dalla Vergine, per la Quale Egli non ebbe mai né un pensiero piacente, né una parola serena, né una preghiera umile e devota? Verso la fine della Prima Anche quando Paolo VI si Guerra mondiale, la Madonrecò a Fatima, il 13 maggio na apparve a Fatima, il 13 1967, in occasione del 50.mo maggio 1917, è parlò di altre Statua della Madonna di Fatima. delle “Apparizioni”, parve due future guerre mondiali La Madonna apparve la prima volta a Fatima, il 13 maggio 1917. che quell’andata avesse tutche si sarebbero potute evitato il sapore di una sfida a re ed avere la Pace, se il Papa Colei che chiedeva la “Conavesse consacrato la Russia sacrazione al Suo Cuore al Suo Cuore Immacolato. Immacolato”, condizione “sine qua non” per la conversione della Russia e della PaLe Tre Guerre mondiali del secolo XX, di cui parlò la ce nel mondo! Lui invece quando era “Sostituto” della Madonna, facevano parte di un piano, stilato dai vertici Segreteria di Stato di Pio XII, tradiva il Papa e trattava degli Illuminati di Baviera, Albert Pike e Giuseppe Mazsegretamente con Mosca, per allacciare contatti e collazini, che contemplava la distruzione della Chiesa cattolica borazioni, che saranno, poi, divenuto Egli Papa, la Sua ine della Civiltà cristiana e il trionfo della “manifestazione fausta e diabolica “Ost-politik”». della pura dottrina di Lucifero, rivelata finalmente alla E si può aggiungere: «... quella Sua infausta e diabolica vista del pubblico”. Ost-politik, che era gestita dal card. Agostino Casaroli, La distruzione fisica del Cristianesimo era affidata al il quale, insieme all’allora Mons. Jean Villot, il 29 giugno “martello” della Massoneria, gestita dal suo “partito 1963, otto giorni dopo l’elezione di Paolo VI e il giorno della guerra”, mentre la distruzione spirituale del Catprima del Suo giuramento, partecipò a quella doppia tolicesimo dall’interno era affidata alla “falce” della messa nera, tenuta simultaneamente a Roma e a CharleMassoneria, gestita dal suo “partito filosofico”. 22 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Mentre il “martello” delle Tre Guerre Mondiali era simboleggiato dalla parola “Russia”, la “falce”, per la distruzione del “potere spirituale” della Chiesa dall’interno, era simboleggiata da una data: 20 settembre. 20 settembre 1918 Perché questa data? Il 20 settembre 1870, con la “Breccia di Porta Pia”, scomparve il Potere temporale del papato e, nello stesso giorno, Albert Pike e Giuseppe Mazzini crearono il Nuovo Rito Palladico Riformato, vertice di tutte le Obbedienze massoniche sulla terra, con lo scopo dichiarato di distruggere il Potere spirituale della Chiesa Cattolica! La data 20 settembre, quindi, simboleggia il fine supremo della Massoneria, che il secondo Capo degli Illuminati di Baviera, il Nubius, espresse con queste parole: «Il nostro scopo finale è quello di Voltaire e della Rivoluzione francese: cioè l’annichilimento completo del Cristianesimo e perfino dell’idea cristiana». Dal 1870, il 20 settembre è diventata la data più importante e significativa per chi conosce il vero scopo della Massoneria. I vertici degli Illuminati, che avevano da tempo iniziato a infiltrarsi nelle alte sfere vaticane ed a guadagnare posizioni influenti ai vertici della Chiesa, mobilitarono tutte le loro forze per fronteggiare queste due “Risposte dal Cielo”. L’uomo che più di ogni altro fu coinvolto in questa controffensiva fu Mons. Giambattista Montini che, il 21 giugno 1963, grazie all’intervento di alcuni membri dell’Alta Massoneria dei B’nai B’rith i quali, saputo dell’elezione a Papa del Card Giuseppe Siri, minacciarono una persecuzione dei cristiani in tutto il mondo e, così, bloccarono l’avvenuta elezione e fecero salire al soglio pontificio il loro uomo: Paolo VI. Paolo VI per la sua posizione particolare nell’Ordine degli Illuminati di Baviera, era la persona più indicata per dirigere questa controffensiva contro le “Risposte del Cielo”. Sono ormai noti il suo tradimento di Pio XII con la Russia comunista; il suo agire da assassino quando faceva denunciare alle autorità comuniste i Sacerdoti e i Vescovi che Pio XII mandava oltre Cortina; la sua apertura al Comunismo che portò la vittoria del Comunismo in Italia; la sua Ost-Politik che fu il più grande tradimento di tutti i tempi, che il card. Mindszenty espresse con queste parole: «... Paolo VI ha consegnato intere nazioni cristiane al Comunismo»; la sua avversione alla Madonna al punto che, quando si recò a Fatima, trovatosi di fronte alla sua statua e non riuscendo a porre il Rosario tra le sue mani... glielo gettò ai suoi piedi!.. La Madonna di Fatima, nelle Sue Apparizioni del 1917, denunciò il “piano” di queste Tre Guerre Mondiali e offrì al Papa l’arma per combatterlo: la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato. Ma le Sue richieste non furono accolte e, così, il “martello” Paolo VI scrisse delle belle letdella Massoneria causò la Padre Pio con le stigmate, che apparvero visibilmente il 20 settembre 1918. tere a Padre Pio, ebbe per lui morte di milioni di cristiani, in parole ferventi e delicate; dopo tutto il mondo. la sua morte fece su di lui diL’anno seguente, il 20 settemscorsi entusiasti ed edificanti. bre 1918, al frate cappuccino Quando morì Papa Giovanni Padre Pio di Pietrelcina, apXXIII, che per anni perseguitò parvero le stigmate visibili. Padre Pio, con l’aiuto di uomini di Chiesa notoriamente Pochi compresero il significato simbolico di questa data, nemici del frate di Pietrelcina, divenne Papa Paolo VI ma questa “coincidenza” non poteva certo sfuggire ai che pose termine a quella insensata persecuzione. vertici degli Illuminati di Baviera. Dopo la “Risposta Molti hanno scritto sugli ultimi anni di Padre Pio, sui sodel Cielo” della Madonna di Fatima al loro satanico piano spetti, su certe stranezze e su fatti che evidenziavano gli delle Tre Guerre Mondiali, si trovarono di fronte ad una intenti di avvelenare il santo Frate... seconda “Risposta del Cielo”, e questo accadeva il giorE perché, allora, Paolo VI aveva intorno a sè e si serviva no 20 settembre, proprio la data-simbolo del loro piano proprio degli stessi uomini di Chiesa che erano notoriasatanico di distruzione del Potere spirituale della Chiemente nemici del frate di Pietrelcina? sa Cattolica. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 23 LA GLORIFICAZIONE DEL DEICIDIO – IL RITUALE DEL 18 ° GRADO – M ons. Leone Meurin, gesuita ed ex Arcivescovo di Port Louis, uno dei più grandi studiosi cattolici di massoneria, ci descrive la realtà infernale del grado del Cavaliere Rosa-Croce con queste parole: «ll 18° grado è un motteggio sacrilego del Sacrificio di Gesù Cristo... Al 18° grado, Lucifero induce i suoi schiavi a offrirgli un sacrificio cruento. Là, il mistero infernale della Frammassoneria è tanto profondo quanto orribile. Noi siamo in presenza di un sacrificio offerto a Satana... L’Agnello di Dio, che la Sinagoga, spinta da Satana, ha crocifisso, la Sinagoga massonica lo crocifigge di nuovo, in effigie, rappresentato da un agnello avente una corona di spine sulla testa e i piedi trafitti da chiodi. Questi nuovi Giudei vanno oltre: essi tagliano la testa coronata di spine e i piedi trafitti dai chiodi, “come le parti più impure”, per gettarle nel fuoco, in olocausto a Lucifero, lo Spirito del Fuoco!». E continua: «Ciò che dunque si fa realmente sulla Croce, si fa pure, ma in effigie, sulla Tavola dei Rosa-Croce; COLUI CHE È LA VITA GUSTA 24 LA MORTE; E COLUI CHE È LA MORTE TRIONFA DELLA VITA! (...). Il grado di Rosa-Croce è essenzialmente la rinnovazione figurata e cruenta del Deicidio commesso per la prima volta sul Calvario, come la Santa Messa ne è la rinnovazione reale e incruenta. (...) Il Sacrificio di Cristo sulla Croce ha cancellato la condanna della perdita della vita eterna dell’uomo, causata dalla disubbidienza di Adamo a Dio. Ne seguì che il patto tacito tra l’uomo e Lucifero era parimenti invalidato, cancellato, abolito! Qui, si vede l’origine della rabbia infernale di Lucifero contro il Cristo Salvatore! Ora, Lucifero vuole rovesciare l’atto di riparazione della morte del Salvatore sulla Croce, per ristabilire il suo patto con l’uomo e ricuperare l’impero perduto sull’umanità!..». Questo compito, affidato ai Cavalieri Rosa-Croce, rappresenta il Mistero più profondo della Massoneria: cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra, cioè, CANCELLARE LA MESSA CATTOLICA DALLA FACCIA DELLA TERRA! “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 IL SEGRETO DIABOLICO DELL’INSIEME SCENOGRAFICO DEL “CROCIFISSO A PIOMBO” È LA RAPPRESENTAZIONE DELLA RINNOVAZIONE DEL DEICIDIO IN CUI IL CRISTO, DECAPITATO, VIENE GETTATO NEL FUOCO IN OLOCAUSTO A LUCIFERO, LO SPIRITO DEL FUOCO! LA GLORIFICAZIONE DI PAOLO VI COME “CAVALIERE ROSA-CROCE” N on si può parlare di Paolo VI e del suo Pontificato, senza prendere atto della doppia messa nera che ebbe luogo il 29 giugno 1963, a Roma e a Charleston (USA), solo otto giorni dopo l’elezione di Mons. Giambattista Montini al soglio pontificio e il giorno prima del suo giuramento. Con questa messa nera, Lucifero fu intronizzato nella Cappella Paolina, il cuore della Cristianità e, da quel momento, le regole per la successione al Papato e i contenuti dei pontificati, scritti nella “Legge di Autorizzazione”, furono letti dal Delegato Internazionale Prussiano ai presenti: «Come voluto dagli Anziani Sacrosanti e dall’Assemblea, istituisco, autorizzo e riconosco questa Cappella, da ora in avanti, come la Cappella Interna, presa, posseduta e appropriata da Lui, Colui il quale abbiamo insediato Signore e Comandante del nostro destino umano. Chiunque, attraverso questa Cappella Interna, sarà designato e scelto come successore finale dell’Ufficio Papale, dovrà giurare lui stesso e tutti coloro che egli comanderà di essere il volonteroso strumento e collaboratore dei Fondatori della “Casa dell’Uomo sulla Terra” e su tutto il Cosmo dell’Uomo. (...) Così sarà modellata la “Nuova Era dell’Uomo”». 26 Questa “Legge di Autorizzazione” conteneva il copione, o meglio, l’ORDINE MASSONICO, dato a Paolo VI per il suo Pontificato e per quelli successivi, e le regole ferree per l’elezione dei suoi successori. Inoltre, non si può ignorare che, nel conclave di quel giugno 1963, fu eletto Papa il card. Giuseppe Siri, il quale, però, di fronte alla minaccia, fatta da alcuni membri dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith di riprendere la persecuzione dei cattolici a livello mondiale, dovette cedere il posto al card. Montini. Il Pontificato di Paolo VI, durato quindici anni, mise in pratica la sostanza e il contenuto dei diabolici giuramenti fatti dai Prelati e dai membri della Falange Romana, al termine di quella messa nera. Dopo la morte di Paolo VI, e sempre con un linguaggio occulto, iniziò la glorificazione, delle sue virtù e atti eroici massonici, il cui apice è rappresentato dalla devastazione operata nella Messa cattolica, e il quasi completo successo nel cancellare il Sacrificio e la Presenza Reale di Cristo nella sua “Nuova Messa”. Nessun Cavaliere Rosa-Croce era mai giunto tanto vicino allo scopo supremo della Massoneria e alla massima “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Il 26 settembre 1977, in occasione dell’80° compleanno di Paolo VI, fu scolpita la “porta di bronzo” nella Basilica di San Pietro, a Roma. Nella formella N. 12 della porta, Paolo VI era scolpito di profilo per presentare, in modo ben visibile, il dorso della sua mano sinistra con incisa una “Stella a 5 punte” o “Pentalfa massonico”. Don Villa la scoprì, la fece rimuovere e, in seguito, la formella venne sostituita con una nuova e così, quel simbolo massonico, che avrebbe dovuto testimoniare, lungo i secoli, l’appartenenza di Paolo VI alla Massoneria, scomparve. Il 24 maggio 1986, il massone e segretario personale di Paolo VI, Mons. Pasquale Macchi inaugurava il monumento a Paolo VI sul Sacro Monte di Varese. Tale monumento glorificava i tre atti di tradimento di Paolo VI nei confronti di Cristo, della Chiesa cattolica e dei popoli cristiani, che la Massoneria chiamava “Atti di Giustizia” (massonica). Ingrandimento della figura di Paolo VI, con la “Stella a cinque punte” (da noi evidenziata in rosso) sul dorso della mano sinistra, come appariva nella “prima formella” N. 12 della “porta di bronzo” della Basilica di San Pietro a Roma. aspirazione di Lucifero. Così, ebbe inizio la glorificazione di Paolo VI come il più grande cavaliere Rosa-Croce di tutti i tempi. Il culmine della glorificazione era mettere Paolo VI sugli altari. Sarebbe sicuramente il più grande “santo” della Massoneria, perché la “santità” in Massoneria si raggiunge al 30° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e il Candidato massone acquista il titolo di “Santo Kadosch” per i seguenti meriti, acquisiti nel rituale di questo grado: – adorazione del Baphomet, simbolo di Lucifero, con tanto di incenso profumato; – omicidio rituale; – disprezzo per la Tiara papale (i tre poteri di Cristo); – dichiarazione di odio a Dio; – dichiarazione di guerra a Dio. Questo è il profumo che sale dagli altari... di Lucifero. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Particolare della statua di Paolo VI, del Monumento sul Sacro Monte di Varese, con un monile quadrangolare sul petto. 27 Due fotografie di Paolo VI in cui, in una, è visibile l’ephod; nell’altra, l’ephod e la croce pettorale. L’ephod, il monile indossato dal Sommo Sacerdote del Sinedrio, Caifa, ai tempi di Gesù, simboleggia la negazione della divinità di Cristo e la condanna a morte di Cristo per essersi dichiarato Figlio di Dio. Il significato occulto della croce a forma di Tau, invece, è il Culto del Fallo. La causa di beatificazione, iniziata a Roma il 23 maggio 1993, nel 1998, ebbe una battuta d’arresto per la pubblicazione del libro di Padre Luigi Villa, “Paolo VI beato?”. Lo stesso anno, Giovanni Paolo II venne a Brescia, quasi per “imporre la beatificazione dall’alto” e, in questa circostanza, si volle anche glorificare il Cavaliere RosaCroce Paolo VI, umiliando vergognosamente il Cristo Crocifisso e la Sua Redenzione. Ma dopo due anni, Don Villa pubblicò un secondo libro su Paolo VI e, alcuni anni dopo, un terzo. Dopo l’inaugurazione, nel 2005, del Tempio Satanico dedicato a Padre Pio, a Padergnone, in provincia di Brescia, fervevano i lavori per la costruzione della “prima chiesa del Terzo Millennio” della diocesi, dedicata al “Cristo risorto”, che fu inaugurata il 23 settembre 2007, dal vescovo di Brescia, Mons. Giulio Sanguineti. Ma la “causa di beatificazione” di Paolo VI languiva e doveva essere riattivata e l’unica possibilità era l’intervento del nuovo Papa, Benedetto XVI. La visita a Brescia del Papa fu stabilita per l’8 novembre 2009. Sugli effetti positivi che la visita del Papa avrebbe avuto sulla causa di beatificazione di Paolo VI, si pronunciò il Vescovo di Brescia, Mons. Luciano Monari: «Lo spero, non tanto per la beatificazione in quanto tale, ma perché 28 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 I TRE TRADIMENTI DI PAOLO VI 1° TRADIMENTO 18° grado “Cavaliere Rosa-Croce”. Il tradimento nei confronti di Nostro Signore Gesù Cristo, con l’intento di cancellare il “Sacrificio di Cristo sulla Croce, con la Sua “Nuova Messa”, togliendo il “Sacrificio” e la “Presenza reale”. 2° TRADIMENTO 17° grado “Cavaliere d’Oriente e d’Occidente”. Il tradimento nei confronti della Chiesa invadendola di Prelati massoni, per poterla riformare e mettere al servizio dell’Uomo, del Governo mondiale e del Giudaismo. 3° TRADIMENTO 16° grado “Principe di Gerusalemme”. Il tradimento nei confronti di tutti i popoli cattolici, con il Suo “Ecumenismo massonico” e la Sua “Repubblica Universale massonica” formata da Stati multi-etnici e inter-religiosi. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 29 sono convinto che ci sia un tesoro di spiritualità originale nella vita di Paolo VI e che la diffusione di questo tesoro possa aiutare e arricchire la Chiesa di oggi». Ma scoppiò una bomba: poco prima della venuta del Papa a Brescia, Don Villa pubblicò il Numero Speciale di “Chiesa viva” di ottobre, sulla “prima chiesa del Terzo millennio”, che aveva il titolo: “Brescia: la nuova chiesa parrocchiale di Padergnone è un Tempio massonico-satanico!”. Il risultato fu che, per tutta la durata della visita a Brescia di Benedetto XVI non fu fatto neppure un accenno alla causa di beatificazione di Paolo VI. Ciò che era esplosivo era il tema centrale di quel tempio satanico: non era dedicato al “Cristo risorto”, come affermato dai responsabili del progetto, ma era la glorificazione del Cavaliere Rosa-Croce Paolo VI e l’implicita glorificazione del Deicidio che doveva consumarsi sull’altare di quel Tempio satanico. Massoneria ha glorificato la “Triade morale” del sacerdozio massonico di Paolo VI, e cioè la glorificazione del 16°, 17° e 18° grado della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato i cui rispettivi meriti (massonici) sono stati riconosciuti all’Uomo Paolo VI. E quali sono questi “meriti”? 16° grado: «Il Culto del nuovo Tempio, e cioè la Repubblica massonica universale che si deve fondare sullo Stato multi-etnico e inter-religioso». Questo tradimento nei confronti di tutti i popoli cattolici è stato consumato da Paolo VI con l’aver promosso il Suo Ecumenismo massonico e con la sua Unità politica del globo, detta anche Governo Mondiale! Come autore dello studio, il 21 ottobre 2009, ricevetti una lettera da parte di Mons. Ivo Panteghini, il responsabile della Curia di Brescia per il progetto. Il 28 ottobre, risposi con una lettera che, nella prima parte, esponeva i criteri a cui ci si deve attenere per effettuare studi di questo genere; nella seconda parte, entravo nel merito del tema centrale di questo tempio satanico, partendo dalla critica del Monsignore di aver “deliberatamente ignorato” certi aspetti della chiesa. In questa seconda parte, scrissi: «Non trova strano, invece, Mons. Ivo Panteghini, che sia proprio il tema centrale che Lei ha DELIBERATAMENTE IGNORATO nella sua lettera? L’idea unitaria, o il tema centrale, è che questo Tempio non è dedicato al “Cristo Risorto” ma è dedicato al “CAVALIERE ROSA-CROCE”! cioè al massone del 18° grado che ha il compito di cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra! (...) La copertina di “Chiesa viva” n. 421 del mese di novembre 2009, riproduce il frontespizio del libro del sac. Luigi Villa, “Paolo VI… beato?”, sopra lo sfondo dell’emblema araldico del 18° grado, cioè l’emblema del Cavaliere RosaCroce. La fotografia dello sfondo è stata presa dal mio libro: “A Paolo VI un monumento massonico”, pubblicato nel novembre del 2000, e che fu accolto da certi membri della Curia di Brescia – forse Lei non si ricorderà – con la stessa ironia canzonatoria e superficiale che permea tutta la sua lettera. Il monumento, era stato inaugurato il 24 maggio 1986, alla presenza del massone e Capo della Loggia P2, Ministro degli Esteri Giulio Andreotti e benedetto dal massone card. Agostino Casaroli, Segretario di Stato vaticano, mentre l’ispiratore del monumento fu il massone Mons. Pasquale Macchi, segretario personale di Paolo VI e Arciprete del Sacro Monte. Fu certo una bella rappresentanza massonica e ad altissimo livello! Questo libro dimostra che, con questo monumento a Paolo VI, sul Sacro Monte di Varese, (un monumento che non contiene alcun simbolo cristiano e tantomeno Papale!) la 30 La statua del “Cristo Risorto” con evidenziati i 2 triangoli che simboleggiano la Triade fisica (13°, 14°, 15° grado) e Triade morale (16°, 17°, 18° grado). Non siamo in presenza del “Cristo Risorto”, ma del Cavaliere Rosa-Croce del 18° grado, che è un sacerdote giudaico-massone che sacrifica a Lucifero. “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 31 17° grado: «Espansione del Giudaismo in campo cristiano e infiltrazione massonica nella Gerarchia della Chiesa cattolica e sua perversione e corruzione». Questo tradimento nei confronti della Chiesa Paolo VI l’ha attuato con l’aver invaso la Chiesa di Prelati e Preti massoni, ponendoli al servizio della Religione Universale del Giudaismo e dei suoi piani di dominio mondiale, e con l’aver promosso e invaso la Chiesa di Prelati e Preti omosessuali. 18° grado: «Completamento dell’anticristianesimo massonico: cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce offerto a Dio Padre». Questo tradimento nei confronti di Nostro Signore Gesù Cristo Paolo VI l’ha tentato col Suo “Novus Ordo Missae” del quale aveva dato una definizione di Messa che non conteneva il Sacrifico di Cristo e la Presenza Reale e con l’alterazione del testo della formula di consacrazione! Non si può certo dare dell’incompetente a chi ha progettato questo monumento! Anzi costui, o costoro, dovevano conoscere molto bene Paolo VI e gli aspetti cruciali e profondi della sua opera di demolizione della Chiesa cattolica e della Civiltà cristiana! Ma vi è un altro aspetto che ci interessa in modo particolare, in relazione al Tempio satanico di Padergnone: il monumento rappresenta Paolo VI con un monile di forma quadra sul petto che è stato inequivocabilmente identificato con l’Ephod, il monile che il Sommo Sacerdote del Sinedrio, Caifa, indossava quando condannò a morte Gesù Cristo! Meraviglia? No! Per il semplice fatto che, sin dal ritorno del suo viaggio in Palestina, Paolo VI indossò l’Ephod sul petto; e questo per circa sette anni fino a quando, minacciato dal card. Ottaviani, finalmente, se ne dovette liberare! Troppe sono le fotografie che documentano questo scandaloso simbolo sul petto di Paolo VI! Paolo VI, quindi, ha indossato l’Ephod per anni, celandolo sotto la Croce pettorale che spiccava sul suo petto. Ma questi sono due simboli che rappresentano: l’uno, il Sacrificio di Cristo sulla Croce offerto a Dio Padre; l’altro; il Deicidio offerto a Lucifero! E non Le sembra strano, Mons. Panteghini, che questa “dualità” sia proprio il tema fondamentale del Cavaliere Rosa-Croce, nel Tempio satanico di Padergnone? Ma Paolo VI portava spesso sul petto anche altri due simboli. Osservi bene la fotografia in copertina del libro “Paolo VI… beato?”! Sul petto di Paolo VI, scorgerà una piccola Croce Templare, o Crux Quadra, o Croce Teutonica, di color nero e, poco sopra, la stessa Croce con una “fiaccola” che la sovrasta e l’attraversa, in diagonale. Le ricordo che questa Croce non ha un preciso e immediato significato simbolico, quindi, per avere la certezza di attribuirle il suo vero significato, si deve partire dal “mosaico” in cui questa “pietra nera” è stata collocata. Ma il “mosaico” è presto definito: basterebbe leggere il capitolo: “La Sua apertura alla Massoneria” su entrambi i libri: “Paolo VI… beato?” e “Paolo VI… processo a un Papa?” di don Luigi Villa, con relativa documentazione fotografica e l’Appendice 2 del primo libro, per non aver più alcun dubbio in merito: ci si trova di fronte ad un “mosaico” che esprime la chiara immagine del “volto più nero” della Massoneria! Beniamino Efraim Giuda Dan Giuseppe Manasse Issachar Neftali Aser Zabulon Gad A sinistra: ingrandimento del monile quadrangolare che spicca sul petto della statua di Paolo VI. A destra: elaborazione ed evidenziazione, tramite colori, dei capostipiti delle 12 tribù d’Israele, presenti sul monile quadrangolare, posto sul petto di Paolo VI. I colori rosso, giallo, verde e blu, individuano le 4 madri dei 12 figli e 2 discendenti di Giacobbe. 32 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Sopra: Un’eloquente vista della statua del “Cristo Risorto”, osservabile da una posizione centrale-sinistra, entrando nell’Aula Liturgica. Dalla mano destra del “Cristo Risorto” pende un appuntito triangolo bianco che ha tutte le sembianze d’una lama di pugnale. Sta, forse, a simboleggiare il pugnale sacrificale del Cavaliere Rosa-Croce quando, nel rituale del 18° grado, sta per sferrare il colpo per uccidere l’agnello coronato di spine e con i piedi trafitti dai chiodi? Si potrà dire che è solo un’involontaria combinazione di sovrapposizione di forme, colori e giochi di luce. Allora, ci domandiamo: a cosa serve il pugnale sacrificale ai piedi della “Vergine della Speranza”? Sopra a destra: La statua della “Vergine della Speranza”, situata all’interno dell’Aula Liturgica, non rappresenta la Vergine Madre di Dio, ma la “Natura sempre vergine” e la “Vedova” della Massoneria, sempre in attesa di pugnalare, in modo definitivo, la Redenzione del Sacrificio di Cristo sulla Croce. A fianco: Il dettaglio del pugnale sacrificale che giace ai piedi della “Vergine della Speranza”. Da quando la “Vergine Maria Santissima, Madre di Dio” si serve di “pugnali sacrificali”? “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 33 Paolo VI. La croce-tabernacolo con ostensorio. La croce-tabernacolo, con ostensorio, della cripta, posta vicino all’altare della cripta del Tempio satanico di Padergnone. Ciò che rende inquietante questa croce è la figura di un serpente che si avvolge intorno ad essa e che sembra raggiungere Gesù Cristo-Eucarestia al centro dei bracci della croce. Anche qui, un serpente che insidia Cristo, l’Agnello di Dio e che cerca si sostituirsi a Lui nell’offrire all’uomo la sua redenzione? Pertanto, il vero significato della Croce Templare che Paolo VI portava sul petto va ricercato nei testi di simbologia massonica! Riporto i significati massonici della Croce Templare che appaiono nel mio “articolo” sul Tempio massonico-satanico di Padergnone: 1. Culto del Fallo (“La Croce Templare rivela l’idea Madre della Cabala: è il segno della quadruplice generazione che produsse i 4 mondi… è il Fallo, la forza generatrice che apre tutti i tesori della natura”); 2. Culto dell’Uomo (“La Croce Templare, nell’unità dei triangoli convergenti al centro, esprime i significati di spiritualità divina e della sua immanenza nell’uomo”); 34 3. Culto di Lucifero (“La Croce Templare cela il Tetragramma Sacro Ebraico con le lettere del Nome Divino JHWH” - e cioè del Dio-cabalistico Lucifero – n.d.r.). Questi tre Culti sono i tre princìpi animatori delle tre serie di 11 gradi della Massoneria R.S.A.A. per ottenere la corruzione del corpo, dell’anima e dello spirito del massone. Il massone Gorel Porciatti, esperto di simbologia massonica, nel suo libro “Gradi Scozzesi”, attribuisce alla Croce Templare un altro significato interessante: «Mentre la Croce Latina corrisponde al cubo, simbolo della Terra sul piano sottostante, la Croce Templare corrisponde allo sviluppo della piramide, simbolo del Fuoco Universale sul piano sovrastante». Infatti, se si tagliano gli spigoli di una piramide a base quadra, aprendola, si ottiene una Croce Templare. Per la sua caratteristica di simboleggiare il “vertice” e il “fuoco” che sovrasta la Terra, la “piramide” è stata presa come simbolo del satanico Ordine degli Illuminati di Baviera, i quali, infatti, sono il vertice di tutte le Obbedienze “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Lato del Cubo Lato del Cubo Lato del Cubo Lato del Cubo 0 Emblema araldico del 30° grado: Cavaliere Kadosch. «In questo grado, il massone si inginocchia davanti all’immagine di Lucifero, il “Baphomet” e gli offre il sacrificio dell’incenso profumato; nella Camera nera, compie un omicidio rituale; calpesta la tiara, grida odio a Dio e dichiara guerra a Dio». (Meurin, “Frammassoneria sinagoga di Satana”, Siena 1895, pp. 361-366). A H B Lato del Cubo Vista laterale del Cubo sormontato dalla Piramide. massoniche. Per illustrare questo concetto, basterebbe ricordare la “piramide” che appare sulla banconota di 1 dollaro e tutti i relativi significati, legati agli Illuminati di Baviera. Ma gli Illuminati hanno anche un altro noto simbolo: la “fiaccola”, che è rappresentata in tanti dipinti, quadri, stampe dell’epoca rivoluzionaria francese, quella che appare sulla statua in piazza della Bastiglia a Parigi, quella che appare sulla moneta di 10 franchi… Queste sono tutte rappresentazioni che glorificano lo “spirito” e il “genio” della Rivoluzione Francese, e cioè l’Ordine degli Illuminati che fu la vera anima e il vero motore di questa Rivoluzione, e che porta ed offre la “fiaccola” all’uomo, per liberarlo da Dio e dalle catene della Sua Legge. La “fiaccola”, inoltre, appare anche tra le corna del Baphomet, il dio panteistico della Massoneria e, come abbiamo visto,.. appare anche sul petto di Paolo VI. Ma nella simbologia massonica, quando un simbolo è posto sopra un altro ciò significa che il simbolo che sta sopra “trascende” quello sottostante, cioè “supera”, “oltrepassa”, “esiste al di fuori e al di sopra della realtà sottostante”! “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Vista dall’alto del Cubo sormontato dalla Piramide. Il rituale del 32° grado della Massoneria R.S.A.A. svela al Massone il segreto della “Corona”, e cioè Lucifero in persona; e, per far questo, usa la Croce Templare rossa. Mons. Leone Meurin ci fa sapere: «La Croce Templare (...) è lo sviluppo della Pietra cubica a punta. (...) Il Punto centrale rappresenta la Corona della Cabala che, successivamente, il rituale del 32° grado rivelerà al massone essere Lucifero in persona. La Croce Templare e la Piramide hanno lo stesso identico significato» (Leone Meurin, “Frammassoneria sinagoga di Satana, pp. 375-377). 35 Ora, se ordiniamo tutta questa simbologia, in senso gerarchico massonico, in campo temporale, si ottiene: 1. la Croce Latina indica la Terra, cioè l’insieme dei popoli profani; 2. la Croce Templare indica la Massoneria con i suoi tre Culti del Fallo, dell’Uomo e di Lucifero; 3. la Croce Templare, come Piramide, indica gli Illuminati che sono il vertice della Massoneria mondiale; 4. la Fiaccola, sopra la Croce Templare, indica il Capo Supremo dell’Ordine degli Illuminati, o “Patriarca del Mondo”. Ma, con Paolo VI, noi abbiamo di fronte la figura di un “Sacerdote”, di un “Pontefice”, cioè un’Autorità suprema in campo spirituale e non temporale. Quindi, in questo caso, la successione diventa: 1. la Croce Latina, sul petto di Paolo VI, indica la Religione cattolica, per l’uso dei profani; 2. la Croce Templare, sul petto di Paolo VI, indica la Religione gnostico-massonica con i suoi tre Culti massonici, per l’uso dei massoni; 3. la Croce Templare, intesa come Piramide, indica la Dottrina Atea comunista degli Illuminati; 4. la Fiaccola, sopra la Croce Templare, indica il Pontefice Supremo della Massoneria Universale o “Patriarca del Mondo”. A pagina 59 del mio “articolo”, potrà vedere che Lucifero, l’Imperatore del Mondo e il Patriarca del Mondo formano la 3a Santissima e Indivisibile Trinità massonica! Questa realtà è talmente spaventosa e al limite dell’incredibile che la si dovrebbe istintivamente rigettare in pieno, se non fosse per l’ammonimento della Madonna de La Salette, quando ci dice: «ROMA PERDERÀ LA FEDE E DIVENTERÀ LA SEDE DELL’ANTICRISTO!», o peggio ancora quando, a Fatima (nel suo Terzo Segreto) la Madonna afferma: «SATANA EFFETTIVAMENTE RIUSCIRÀ AD INTRODURSI FINO ALLA SOMMITÀ DELLA CHIESA»! L’analisi simbolica, però, per quanto propriamente fatta, per quanto documentata, approfondita e stringente essa possa essere, non può comunque avere la pretesa di esprimere una “realtà reale”, senza avere, come supporto esterno decisivo, la dimostrazione che questa “realtà reale” veramente esiste nella Storia e nei fatti! E cioè, si deve dimostrare l’esistenza, nella Storia e nei fatti, di questa “realtà reale” che, in prima persona, ha fatto la scelta appropriata di simboli che la rappresentano nel modo più consono e preciso! Pertanto, perché le conclusioni, appena esposte in campo simbolico, possano essere credibili e accettate, si deve definire: lo scopo finale, il metodo base, il programma politico, il programma religioso e l’atto supremo, che permeano le funzioni e le responsabilità della “carica” di Pontefice Supremo della Massoneria Universale ( o Capo Supremo del satanico Ordine degli Illuminati di Baviera), e poi dimostrare che Paolo VI agì conformemente a tutto ciò che implica e impone tale carica. 36 Paolo VI depone la tiara sull’altare. Questa fotografia riproduce una cerimonia di enorme importanza simbolica: Paolo VI, il 13 novembre 1964, in presenza di circa 2000 Vescovi depone, definitivamente, la tiara sull’altare. È il grande obiettivo della Rivoluzione francese, attuato per mani di colui che sedeva sulla cattedra di Pietro; un risultato più importante della decapitazione di Luigi XVI, e anche della “breccia di Porta Pia”. Richiamiamo le parole del Pontefice della Massoneria Universale, Albert Pike: «Gli ispiratori, i filosofi e i capi storici della Rivoluzione francese avevano giurato di rovesciare la Corona e la Tiara sulla tomba di Jacques de Molay... Quando Luigi XVI fu giustiziato, la metà del lavoro era fatta; e quindi da allora l’Armata del Tempio doveva indirizzare tutti i suoi sforzi contro il Papato». (Albert Pike, Morals and Dogma, vol. VI, p. 156). “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 La Tavola dei “Diritti dell’Uomo” che, per Paolo VI, dovevano sostituire i “Diritti eterni di Gesù Cristo”. Paolo VI identificava la “nuova evangelizzazione” con la difesa dei “Diritti dell’Uomo”. Ora, usando, come fonti, i testi che trattano ogni aspetto della Massoneria, i documenti segreti dei Capi della Massoneria e i diversi “piani massonici per la distruzione della Chiesa”, si possono elencare i seguenti punti: 1. Lo scopo finale della Massoneria è “annichilire la Chiesa cattolica e la stessa idea cristiana” (Weishaupt, Fondatore degli Illuminati di Baviera; Nubius, Capo dell’Alta Vendita e secondo Capo degli Illuminati di Baviera); 2. Il metodo base da usare è la corruzione: “Il cattolicesimo, meno ancora della Monarchia, non teme la punta di uno stile; ma queste due basi dell’ordine sociale possono cadere sotto il peso della corruzione” e ancora: “noi abbiamo intrapresa la corruzione in grande, la corruzione del popolo per mezzo del clero e del clero per mezzo nostro” (Nubius); 3. Il programma politico è la realizzazione di una Repubblica massonica universale (o Governo mondiale) fondata sullo Stato multi-etnico e inter-religioso (R.S.A.A.); 4. l’apertura alla Massoneria e la sua infiltrazione nella struttura della Chiesa, per porre il clero al servizio della Religione Universale del Giudaismo e dei suoi piani di dominio mondiale (Programma massonico); “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 L’unione di tutte le religioni, rappresentata da questo dipinto, è il “piano” massonico per trascinare la Chiesa cattolica in questa seconda Torre di Babele, perché venga completamente distrutta, con la necessità “ecumenica” di dover negare la Divinità di Gesù Cristo e, di conseguenza, eliminare la “Chiesa dogmatica”, unici veri ostacoli a questo “piano” diabolico. 5. l’apertura al comunismo e sua infiltrazione nella struttura della Chiesa cattolica (Programma massonico); 6. il programma religioso è la creazione di una “nuova religione”, nominalmente cattolica, ma senza dogmi e gradita alla Massoneria, per potersi fondere con le altre religioni sotto l’alta direzione massonica, e per poter essere abolita, in un futuro, senza alcuna difficoltà (Weishaupt, Fondatore degli Illuminati); 7. introdurre l’ecumenismo massonico dell’unità delle religioni per annientare la natura divina della religione cattolica e consentire la riunione di tutte le religioni (Programma massonico); 8. la democratizzazione della Chiesa per eliminare la natura monarchica della Chiesa e minare l’autorità dei Vescovi (Programma segreto massonico); 9. la creazione di organi collegiali per minare l’Autorità del Papa, e così eliminare l’enorme ostacolo del Primato di Pietro, per realizzare l’ecumenismo massonico: “Indebolite il Papato, rinforzando sempre di più le 37 Conferenze Episcopali ed introducendo dei Sinodi permanenti” (Programma segreto massonico); 10. l’atto supremo è la soppressione del Sacrifico di Cristo sulla Croce che annienterebbe la Messa cattolica e, di conseguenza, la Chiesa cattolica (è il compito assegnato al Cavaliere Rosa-Croce della Massoneria R.S.A.A.) LO SCOPO FINALE Lo scopo finale della Massoneria è combattere il soprannaturale, ma, in altri termini, ciò significa la distruzione della Chiesa cattolica e della Civiltà cristiana, attraverso la distruzione della Santa Messa. Per l’appartenenza alla Massoneria di Paolo VI, sempre con riferimento ai documenti contenuti nei due primi libri di don Luigi Villa: “Paolo VI… beato?” e “Paolo VI… processo a un Papa?” ed altre sue pubblicazioni e articoli, si può ricordare che: – Giambattista Montini era ebreo da parte di padre e di madre; – sui tombali della famiglia della madre vi sono solo simboli massonici; – Montini si fece prete senza vocazione e senza frequentare mai il Seminario; – fu iniziato alla Massoneria a Parigi con mons. Roncalli; – molti seri studiosi della Chiesa lo ritengono membro dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith, tanto che egli fu eletto Papa proprio per l’intervento di alcuni loro membri; – indossò l’Ephod, simbolo del Pontefice ebreo del 18° grado; – durante la sua visita all’ONU andò a pregare nella Sala di Meditazione davanti al Dio senza volto (e cioè Lucifero!); – sulle porte di bronzo della Basilica di San Pietro, si fece imprimere una stella a 5 punte; – dopo la sua morte, la Massoneria gli dedicò il monumento sul Sacro Monte di Varese che lo celebra non come Papa, ma come Pontefice Ebreo del 18° grado e cioè come Cavaliere Rosa-croce, ecc. ecc.. Ma sui due libri citati, si può leggere anche un elenco interminabile di citazioni che dimostrano in modo inequivocabile l’appartenenza alla Massoneria di Paolo VI. Quindi, PAOLO VI ERA MASSONE! Questa fu la vera ragione della Sua apertura alla Massoneria e della sua opera di demolizione della Chiesa cattolica, perché nella Massoneria esiste la regola ferrea dell’obbedienza! Non si fa quel che si ritiene giusto fare, come fa una libera coscienza, ma si fa quel che viene ordinato dall’alto! E se l’annichilimento della Chiesa cattolica è lo scopo finale della Massoneria, anche nella remota ipotesi che questa non fosse stata la volontà di Paolo VI, EGLI DOVEVA OBBEDIRE come qualsiasi altro membro di que38 Copertina del libro: “The Rite of Sodomy”, della famosa e pluripremiata dott.ssa cattolica americana Randy Engel. Il libro, di 1.282 pagine, fornisce i nomi e i dettagli di tutti i Cardinali, Vescovi, Monsignori e Preti che hanno avuto problemi con la giustizia americana per il loro vizio impuro e contro natura. sta sètta satanica e, quindi, doveva agire conformemente allo scopo finale dei suoi superiori… in Massoneria! IL METODO BASE: LA CORRUZIONE La corruzione è il fondamento di tutta l’Opera della Massoneria ed è stata scelta come arma per la demolizione della Chiesa cattolica, e Paolo VI, era la persona adatta per iniziare e consolidare, nella Chiesa, le strutture di questa corruzione. Per documentarsi sul vizio impuro e contro natura di Paolo VI, basterebbe leggere il libro della più famosa e premiata ricercatrice cattolica americana, la dott.ssa Randy Engel, intitolato: “The Rite of Sodomy - Homosexuality and the Roman Catholic Church” di ben 1.282 pagine, ricche di 4.523 note e con più di 350 libri di bibliografia. Il libro termina con la V Sezione: “Il Vaticano e i pezzi “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 lo VI, il card. Pietro Palazzini, nel 1997, inviò una lettera al Postulatore della causa di beatificazione, elencando tre nomi degli ultimi amanti omosessuali di Paolo VI. E il card. Palazzini era una Autorità in questo campo, perché era il detentore di due ampi raccoglitori pieni di documenti, che dimostravano, in modo inequivocabile, il vizio impuro e contro natura di Paolo VI. A questo punto non si può fare a meno di ricordare l’ammonimento della Madonna de La Salette: «I preti, ministri di Mio Figlio, per la loro vita cattiva, per la loro irriverenza e la loro empietà nel celebrare i santi Misteri, per l’amore degli onori e dei piaceri, i preti sono diventati cloache d’impurità. Sì, i preti chiedono vendetta e la loro vendetta è sospesa sopra le loro teste!». IL PROGRAMMA POLITICO Copertina del libro del Prof. Franco Bellegrandi, “Nickitaroncalli controvita di un Papa”, che descrive la “colonizzazione omosessuale” del Vaticano, iniziata sotto il Pontificato di Giovanni XXIII e poi accentuata sotto quello di Paolo VI. finali del puzzle” che esordisce dicendo: «nessun cambiamento significativo nella dottrina o nella disciplina della Chiesa può aver luogo senza la volontà di un Papa»! Sono 80 pagine che incutono una tristezza indescrivibile nel lettore! Nella parte finale di questa Sezione, l’Autrice fornisce un elenco nutrito di Cardinali e Vescovi che, col vizio impuro contro natura ma, forti delle promozioni ottenute da Paolo VI, hanno spalancato le porte della Chiesa cattolica alla corruzione dell’omosessualità e della pedofilia! (Questa V Sezione è già disponibile in lingua italiana). Le Sezioni III e IV del libro, invece, hanno i titoli: “La Chiesa americana e la Rivoluzione omosessuale” e “L’omosessualizzazione della Chiesa americana”, rispettivamente di 232 e 264 pagine. Ma sono pagine che, una volta lette, non si dimenticano più! A proposito di questo vizio impuro di Paolo VI, ciò che io posso aggiungere, per un mio coinvolgimento personale, è che, dopo l’apertura della “causa di beatificazione” di Pao“Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Questo programma, che è il tema dominante del 16° grado della Massoneria R.S.A.A., contempla la creazione della cosiddetta Repubblica Universale massonica, oggi chiamata Governo mondiale, che deve essere costituita da Stati multi-etnici e inter-religiosi. Ma la direzione di questo programma ha come punto di riferimento l’ONU. Nel suo discorso all’ONU, il 4 ottobre 1965, Paolo VI così si espresse: «L’ONU è l’ideale sognato dall’umanità nel suo pellegrinaggio attraverso il tempo, è la più grande speranza del mondo. Noi osiamo dire: è il riflesso del disegno di Dio per il progresso della società umana sulla terra, riflesso ove Noi vediamo il Messaggio evangelico da celeste farsi terrestre...». Inoltre, Paolo VI, nella sua enciclica “Populorum progressio” parla di “banca mondiale” dietro cui vi è un “governo mondiale” che regnerebbe grazie ad una “religione sincretica e universale”. Ma questo suo parlare di evoluzionismo panteista e di convergenza di tutte le religioni e di tutti gli uomini verso una meta ideale, oltre che nella “Populorum Progressio”, lo si può vedere anche al Concilio, nella Sua “Ecclesiam Suam”, nella “Octagesima Adveniens”, dove Paolo VI non parla mai né della Croce di Cristo, né del “Sacrificio propiziatorio del Calvario e della Messa”, perché la Sua “visione” è sempre quella dell’Uomo che sale con l’intensificarsi delle sue azioni e dei suoi sforzi personali! E il centro di questa promozione umana per Lui è l’ONU. Ma l’ONU è un’istituzione diretta dal Giudaismo, dalla Massoneria e dal Comunismo. Quindi, Paolo VI doveva aprire al Giudaismo, alla Massoneria e al Comunismo. Ma Paolo VI era ebreo e quasi sicuramente membro dell’Alta Massoneria ebraica dei B’nai B’rith, quelli che, in una riunione segreta, avevano dichiarato: «Fate divenire cardinali e vescovi qualcuno dei nostri figli, in modo che essi distruggano la Chiesa»! La “Sua apertura alla Massoneria” è documentata nei due libri citati di don Villa con un capitolo specifico, di ben 66 pagine. Mi limito solo a dire che il capitolo sulla 39 Massoneria contiene un lungo elenco di citazioni sull’appartenenza alla Massoneria di Paolo VI, ed un altro di collaboratori scelti da Paolo VI che appartenevano alla sètta. Cito solo: mons. Macchi, il card. Villot, il card. Casaroli, il card. Suenens, mons. Bugnini, mons. Marcincus, il card. Köenig, il card. Lienart. Anche la “Sua apertura al Comunismo” è stata documentata, nei due libri citati di don Villa, con un capitolo specifico, totalizzando 65 pagine. Anche qui, mi limito ad accennare al suo scandaloso tradimento di Pio XII, per aver avuto rapporti col comunismo sovietico contro la politica anticomunista del Papa, ragione per cui Montini fu cacciato dalla Segreteria di Stato. Poi vi fu la Sua ostinazione per impedire che fosse discusso un documento di condanna del comunismo al Concilio; arrivò poi la sua nefasta Ost-politik che portava avanti col massone card. Casaroli ed altri collaboratori nemici della Chiesa; vi furono i suoi incontri con Podgorny e con Gromiko e le sue “sedute segrete” con l’arcivescovo di Leningrado, mons. Nicodemo, agente segreto del KGB. Ma la vergogna più grande fu la subdola violenza morale che Paolo VI inflisse a uomini come il card. Slipyi e il card. Mindszenty perché non vollero piegarsi al suo “dictat” di tendere le mani al comunismo. Da ultimo, cito la frase che il card. Mindszenty pronunciò a don Villa che, a fine 1971, lo raggiunse a Vienna per un incontro: «Mi creda, Paolo VI ha consegnato intere nazioni cristiane al comunismo!». IL PROGRAMMA RELIGIOSO La chiave di questo programma è la creazione di una “nuova religione” incentrata sull’uomo, dove il “soprannaturale” è sostituito dal “sociale”. In verità, non si tratta di una religione nuova, ma semplicemente della Religione dell’Umanità della Massoneria che doveva camuffarsi di cristianesimo. In altre parole, è la religione che Adam Weishaupt doveva creare, per snaturare la Religione cattolica dogmatica, e per poter eliminare questa “nuova religione”, in seguito, senza seri ostacoli. Paolo VI, nel 1965, quando si recò all’ONU, dopo aver promulgato la “Dichiarazione sulla Libertà Religiosa”, pronunciò quel discorso aberrante sulla gloria dell’Uomo che si fa Dio: «La religione del Dio che si è fatto uomo si è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio», e poi: «… anche Noi, Noi più di tutti siamo i cultori dell’uomo»! Questa è la dichiarazione del “Culto dell’uomo” di Paolo VI, una abdicazione, un servilismo davanti al protestantesimo, al giudaismo, all’ateismo, ma anche un atto prettamente massonico! Infatti, il “Culto dell’uomo”, il princìpio ispiratore degli 11 gradi del sacerdozio massonico, rappresenta l’origine del sacerdote massone del 13° grado; al 14° grado, invece, viene concepita l’anima panteistica di questo sacerdote e viene proclamata la Libertà religiosa; al 15° grado, si ha la nascita dell’“Uomo-Dio” che proclama la Libertà di pensiero! 40 L’emblema del 30° grado della Massoneria di R.S.A.A., il Cavaliere Kadosch è il grado più satanico dei 33 ed è alimentato dal fuoco dell’odio e della guerra a Dio. Uno dei primi obiettivi è l’eliminazione della tiara papale e cioè l’eliminazione dei tre poteri che Cristo ha dato al Clero della sua Chiesa. Con la “nuova religione” del “Culto dell’Uomo”, con la Libertà religiosa e con la Libertà di pensiero, Paolo VI introduceva l’anima sacerdotale massonica dell’UomoDio, e cioè del Maestro Massone, nella Chiesa cattolica, spalancando le porte: – al Mondo, con i suoi diritti dell’uomo, in opposizione ai Diritti di Dio; – al Modernismo, con tutte le sue eresie; – all’ecumenismo massonico, per una futura sottomissione della Chiesa alla Massoneria e al Giudaismo; – alla democratizzazione della Chiesa per minare l’autorità dei Vescovi; – alla creazione di organi collegiali, per minare l’autorità del Papa; – ad una tolleranza e complicità su ogni eresia ed errore per diventare amici di tutti gli uomini, anche comunisti ed atei e per mantenere il “dialogo” con i nemici della Chiesa, per svendere la nostra Fede in cambio di nulla! Tutte queste “novità” non erano altro che i passi necessari per una demolizione della Chiesa, già pianificata nei programmi segreti della Massoneria, e che venivano messi in atto dal massone Paolo VI! “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 L’ATTO SUPREMO L’atto supremo e diabolico di cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce è l’atto finale col quale si raggiunge lo scopo supremo della Massoneria, ma è anche la massima aspirazione di Lucifero che, con questo atto, riacquisterebbe il suo antico potere perduto sull’uomo. Paolo VI stilò una definizione della Messa che non contemplava più il Sacrificio di Cristo sulla Croce e la Presenza reale nell’Eucarestia. Solo l’intervento dei cardinali Bacci e Ottaviani hanno impedito che l’atto più satanico sulla faccia della terra si consumasse fino in fondo. Paolo VI, inoltre, ebbe l’audacia di modificare persino la formula di consacrazione, per renderla più idonea ai nuovi tempi di ecumenismo massonico di fusione di tutte le religioni. Nessun Cavaliere Rosa-Croce è mai arrivato tanto vicino al compimento dei doveri massonici del suo grado, come ha fatto Paolo VI. Quindi, PAOLO VI PUO MERITATAMENTE VANTARE IL TITOLO DI ESSERE IL PIÙ GRANDE CAVALIERE ROSA-CROCE CHE SIA MAI ESISTITO! massonico, ma esiste un’altra prova che dimostra un aspetto interessante di questa realtà: Mons. Giambattista Montini sapeva di essere stato predestinato ad occupare il posto di “Patriarca del Mondo” già nel 1943, quando, in occasione della morte della madre, Giuditta Alghisi, egli progettò l’insieme dei simboli che furono scolpiti sul tombale della madre. Tali simboli, da noi decifrati nell’estate del 2011, descrivono in modo dettagliato e diabolicamente perfetto il più grande segreto dei Capi Incogniti della massoneria: la blasfema e satanica Triplice Trinità massonica. Questa Triplice Trinità esprime la redenzione gnosticomassonico-satanica che dovrebbe sostituire la Redenzione del Sacrificio di Cristo sulla Croce, una volta che questo Sacrificio fosse eliminato dalla Messa Cattolica e sparisse dalla faccia della terra! La Terza Trinità è rappresentata da un centrale triangolo rovesciato, i cui lati simboleggiano: Lucifero, l’Imperatore del Mondo, il Patriarca del Mondo, e cioè, il drago, la bestia venuta dal mare e la bestia venuta dalla terra dell’Apocalisse di san Giovanni. Dopo quanto esposto, anche il critico più acuto, purché intellettualmente onesto, sarebbe costretto ad ammettere che la Croce Templare (o Croce Teutonica) sovrastata dalla Fiaccola, che Paolo VI portava sul petto, è la simbologia che esprime, nei suoi precisi significati massonici, la vera “realtà reale” di Paolo VI. Pertanto nessun Cavaliere Rosa-Croce al mondo, può aspirare, come può fare Paolo VI, di meritarsi la gloria della dedica del Tempio satanico di Padergnone». *** L’essere stato il più Grande Cavaliere Rosa-Croce che sia mai esistito non significa che il massone Paolo VI, nella sua “carriera” massonica si fosse fermato al 18° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, ma esprime il fatto che Paolo VI è stato, in assoluto, il più Grande Massone di tutti i tempi, per aver quasi raggiunto lo scopo supremo della Massoneria e di aver quasi soddisfatto la massima aspirazione di Lucifero: cancellare il Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra! Non sarebbe, quindi, una grande sorpresa lo scoprire che Paolo VI non solo aveva superato il 18° grado, ma che era giunto al vertice della Massoneria mondiale, acquisendo i titoli di: Pontefice Supremo della Massoneria Universale, Patriarca della Massoneria, Capo Supremo dell’Ordine degli Illuminati di Baviera e PATRIARCA DEL MONDO! Quest’ultimo titolo ha una estrema importanza poiché si collega ad un passo dell’Apocalisse di San Giovanni, in cui viene descritto l’Anticristo come l’insieme di tre bestie: il drago, la bestia venuta dal mare e la bestia venuta dalla terra. Il Patriarca del Mondo non è altro che la bestia venuta dalla terra. E non sono solo i simboli, che Paolo VI portava sulle sue insegne liturgiche, a descrivere la sua vera realtà in campo “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 Questa fotografia è il ritratto ufficiale di Paolo VI. Sotto la fotografia, appare la strana firma di Paolo VI: Paulus PP. VI con una barra sopra il numero romano VI ed una di fianco. Uno studio di questa firma ha dimostrato la presenza dei numeri: 999 e 666, che simboleggiano l’Anticristo e la guerra a Dio. Inoltre, il n. delle lettere, dei numeri e delle barre, porta al n. 2 volte 6, che indica la seconda bestia venuta dalla terra dell’Apocalisse di san Giovanni. 41 LA BLASFEMA E SATANICA TRIPLICE TRINITÀ MASSONICA sul tombale di Giuditta Alghisi, madre di Paolo VI L’asse della figura, che passa per il centro del foro della squadra che spicca in primo piano, è parallelo agli assi verticali delle due anfore, poste alle estremità della livella. Significativi sono gli angoli dei principali oggetti rappresentati: – l’asse del cannocchiale (o cannone): 33° = Massoneria di RSAA; – l’asse del righello: 27° = 3 volte 9 = 3 volte 18 = 3 volte 666 = dichiarazione di guerra a Dio; – l’angolo dell’oggetto a forma di “V”, che appare sotto la squadra: 65° = 6 + 5 = 11 = numero mistico della Cabala, ma anche: 6 e 5 = Stella a 6 punte e Stella a 5 punte; – i tre lati della squadra, rispettivamente, sono: Aggiungendo a questi 4 punti di intersezione, i due punti di intersezione del cerchio con l’asse della figura, che passa per il centro del cerchio sulla squadra, si ottengono i 6 vertici di una Stella a 6 punte (tracciata con linee nere). Inscrivendo una Stella a 5 punte, nell’esagono centrale della Stella a 6 punte, si nota che i centri delle due Stelle non coincidono. Se si disegna un cerchio col raggio uguale alla distanza tra i due centri, si ottiene un cerchio che rappresenta l’Occhio di Lucifero. Questo cerchio ha lo stesso diametro dei due fori su squadra e righello. Ora, congiungendo i due vertici inferiori della Stella a 5 punte col centro dell’Occhio di Lucifero, si ottiene la costruzione completa della A 65° 33° 8° 54° 8° = Stella a 8 punte = Stella di Lucifero; 39° = 3 volte 13 = Lucifero trinitario; 54° = 6 volte 9 = 6 volte 18 = 108 = Occhio di Lucifero. I significati degli angoli del corpo a forma di “V” e dei tre lati della squadra, suggeriscono la presenza del segreto più gelosamente custodito dalla Massoneria: la Triplice Trinità massonica. Consideriamo il cerchio tangente, esternamente, alle due anfore e passante per il punto A, estremità superiore del compasso. I due oggetti che non sono contenuti completamente in questo cerchio sono il cannocchiale (o cannone) e il righello. Ciò suggerisce una “intersezione”. Infatti, l’asse del cannocchiale e l’asse del righello intersecano il cerchio esterno nei punti di intersezione superiore degli assi delle due anfore col cerchio, mentre le intersezioni inferiori individuano altri due punti sul cerchio. 42 39° blasfema e satanica Triplice Trinità massonica. La Prima Trinità (il massone del 1° grado o Pietra grezza) è costituita dal triangolo con linea a tratto nera, che ha come vertice superiore il centro dell’Occhio di Lucifero. La Seconda Trinità (il massone del 15° grado, o Maestro, o UomoDio, o Pietra perfetta) è costituita dalla Stella a 5 punte, Stella a 6 punte e il Cerchio centrale, chiamato spirito santo (satanico). La Terza Trinità, chiamata dai vertici della Massoneria Santissima e Indivisibile Trinità è costituita dal Triangolo rovesciato della Stella a 5 punte e contenente, al centro, l’Occhio di Lucifero. I lati di questo triangolo rappresentano: Lucifero (lato orizzontale), l’Imperatore del Mondo, il Patriarca del Mondo. Questa Terza Trinità non è altro che l’Anticristo dell’Apocalisse, cioè l’insieme delle tre Bestie: il Drago (Lucifero), la prima Bestia salita dal mare (Imperatore del Mondo), la seconda Bestia salita dalla terra (Patriarca del Mondo). “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 L’ULTIMA RIVELAZIONE DI PADRE VILLA Q uando riuscii a decifrare i minati di Baviera”! ALLORA simboli occulti scolpiti PAOLO VI ERA IL CAPO SUsul tombale della madre PREMO DEL SATANICO ORdi Paolo VI, chiesi a Don Luigi DINE DEGLI ILLUMINATI DI Villa chi fosse stato l’autore di BAVIERA?». quei simboli. Egli rispose: «L’auDon Villa, lentamente, chinò il tore di quell’insieme di simboli capo e non lo risollevò più. Semfu Mons. Giambattista Montini. brava abbattuto, oppresso da tutto Questa informazione l’ho avuta il peso di questa orribile realtà. direttamente dal card. Ottaviani Era la prima volta che lo vedevo e dal card. Palazzini». comportarsi in questo modo. Uscii «Ma Padre – insistetti io – solo gli in silenzio dal suo studio con la ebrei cabalisti conoscono il signifiprofonda sensazione che, da lungo cato di questa rappresentazione tempo, il Padre fosse al corrente di che racchiude il segreto della Terquesto fatto terribile. za Trinità massonica, e che simTrascorse più di un anno da quel boleggia le tre bestie dell’Antigiorno, e Padre Villa giunse al terDon Luigi Villa. cristo dell’Apocalisse di San Giomine della sua vita. Lo sentiva e vanni. E come faceva Montini a cercava di farmelo capire con tanconoscerla? E se la conosceva, il te frasi che non lasciavano alcuna significato può essere uno solo: lui speranza. era stato predestinato a ricoprire Un pomeriggio, stavamo parlando l’unica posizione possibile per un’autorità religiosa in della causa di beatificazione di Paolo VI ed io pronunquella blasfema Terza Trinità: la Bestia venuta dalla ciai una frase che lo colpì. Diventò serio, mi fissò e, lentaterra “che aveva due corna, simili a quelle di un agnelmente, disse: «Non dia mai per scontato che loro riuscilo, che però parlava come un drago”. ranno a beatificare Paolo VI!». Poi, chinò il capo, come A quel punto, scandendo le parole, dissi: «Padre, la Befece quel giorno in cui gli chiesi se Paolo VI fosse il Capo stia venuta dalla terra, in Massoneria, ha anche altri degli Illuminati di Baviera, e, come se parlasse a se stesquattro nomi, tra i quali vi è quello di “Capo degli Illuso, con voce grave pronunciò queste parole: «PAOLO VI L’HANNO CREATO QUI, A BRESCIA!». “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 43 LA GLORIFICAZIONE DEL DEICIDIO RAPPRESENTATA DAL “CROCIFISSO DI CEVO” HA RICEVUTO LA MERITATA RISPOSTA DAL CIELO! PER LA GLORIFICAZIONE DEL DEICIDIO RAPPRESENTATA DAL “TEMPIO SATANICO” DI PADERGNONE: ARRIVERÀ PRIMA LA RISPOSTA DEL NOSTRO VESCOVO MONS. LUCIANO MONARI OPPURE ASSISTEREMO AD UN’ALTRA MERITATA RISPOSTA... ANCORA DAL CIELO? UNA “FRASE PROFETICA” INQUIETANTE E rano le sue ultime settimane. Disteso sul letto, Don Luigi Villa mi voleva come avvertire che era giunto alla fine. Mi diceva frasi che sembravano rintocchi di una campana a morto: «Ogni giorno mi sento perdere le forze...», «Io la sto aiutando solo con la preghiera...», «Sento le campane dell’al di là..». Eravamo soli. Ad un tratto, mi fece cenno di avvicinarmi e poi lentamente mi disse: «Ora le racconto un fatto che non ho mai detto a nessuno. Lo dico solo a lei». Gli ero vicino e lo ascoltavo. “IO LE DICO: DA QUESTO MOMENTO, LEI NON FARÀ PIU NULLA NELLA DIOCESI DI BRESCIA!”. Io mi trovavo di fronte ad una persona di alcuni anni più giovane di me, per di più un laico e, quindi, non diedi molto peso a quelle parole. Come poteva una simile persona avere il potere di decidere e determinare certe scelte in una diocesi come quella di Brescia che è la terza al mondo? Col passare del tempo e degli Il dott. Giuseppe Camadini. anni, però, dovetti riconoscere quanto fossero profetiche quelle parole! Ogni volta che chiedevo «Durante i primi anni in cui mi ero di fare qualcosa in diocesi, la ristabilito a Brescia, mi recavo spessposta era “no!”, sempre “no!”». so a predicare in molte città e paesi d’Italia. Io non feci domande e lasciai che il Padre tornasse a ripoUn giorno, ricevetti l’invito di un parroco di un paesino sare. Poi, accompagnatolo nel suo studio, gli domandai: della provincia di Brescia, per fare una conferenza ai gio«Mi dica, Padre, ma Lei cosa aveva predicato ai giovani, vani della parrocchia. Dopo la conferenza, il parroco ed io in quella conferenza?». fummo invitati a cena dal dott. Giuseppe Camadini che Subito, mi rispose: «Fede e anti-comunismo!». aveva assistito alla conferenza. Lo fissai e mi misi a sorridere, perché mi venne subito alla Ci recammo a casa sua e ci venne offerta la cena. Dopo cemente un documento che, il Padre, un giorno, mi aveva na, il dott. Camadini mi chiese se poteva parlarmi da solo, mostrato. Era una lettera indirizzata al “Venerabile Gran e così ci ritirammo in un’altra stanza. Maestro” e scritta da Mons. Agostino Casaroli il quale si dichiarava così convinto della sua politica filocomuniSenza preamboli, mi disse: “Dunque, è così che lei predista verso i paesi dell’Est “a tal punto da far nominare ca?”. Io, stupito, cercavo di comprendere meglio il senso non soltanto dei Vescovi comunisti, ma anche far ordidi quelle parole, quando egli proseguì dicendo: nare sacerdoti pure filocomunisti”. 46 “Chiesa viva” *** NUMERO UNICO luglio 2014 «Venerabile Gran Maestro, credo sia perfettamente inutile insistere su di un argomento di cui sono convinto più di Voi e dei VV.AA. quale quello di una politica altamente distensiva con tutti i paesi dell’Est a tal punto da far nominare non soltanto dei Vescovi comunisti, ma anche far ordinare sacerdoti pure filocomunisti. Il mio comportamento nei Vostri riguardi, Voi lo sapete bene, è stato sempre leale e fedele. Ma non possiamo correre il rischio di rovinare un’opera tanto pazientemente condotta a causa, in campo interno nostro, di una maldestra e affrettata azione. Il mio programma lo conoscete e conoscete bene anche i miei intimi collaboratori, del resto, datimi da Voi stessi. Solo occorre molta pazienza e molta fiducia. A voce il resto. V. devotissimo Casa 14 marzo 1974 (a mano) Don Luigi Villa. Ricordiamo che Mons. Agostino Casaroli e Mons. Jean Villot, otto giorni dopo l’elezione di Paolo VI e il giorno prima del suo giuramento, parteciparono alla doppia messa nera del 29 giugno 1963, a Roma nella Cappella Paolina e a Charleston - Carolina del Sud – USA, con la quale Satana fu intronizzato in Vaticano. In questa messa nera, entrambi fecero la promessa solenne di dissacrare intenzionalmente e deliberatamente il Sacramento dell’Ordine Sacerdotale, col quale erano stati conferiti loro grazie e potere, e che la loro amministrazione sarebbe volta a soddisfare il volere della “Chiesa Universale dell’Uomo?”. Inoltre, i nomi di Agostino Casaroli e di Jean Villot compaiono nella “Lista Pecorelli”, conosciuta anche col nome di “lista di tutti gli uomini del Card. Agostino Casaroli”. Poiché il Tuo nome non presiede più le Leggi degli Stati laicizzati, Noi di “CHIESA VIVA” lo eleviamo ancora più in alto, mossi dall’amore di TE, legati come figli al Padre, come creature al Creatore, come redenti al Redentore! Il Tuo Spirito ci anima, e noi TI imploriamo che sempre più ci arda il fuoco interiore che a Te ci conduce! Ma ci piange l’anima nel vedere tanto traviamento di molti tuoi figli, che sono di TE dimentichi! Noi ti offriamo, tutti, noi stessi, e TI imploriamo che TU conceda luce e forza al tuo Vicario in terra, ai Vescovi, ai Sacerdoti, perché dirigano il Tuo gregge per le sante vie del Vangelo, difendendolo dai pastori fedifraghi e dalle false dottrine di tutti gli eretici! Fa che l’Italia, sede del Tuo Vicario in Terra, riprenda ancora la sua Missione di portare nel mondo il TUO REGNO DIVINO! Noi TI proclamiamo, nuovamente, con maggiore fervore e slancio, unanimamente, NOSTRO RE! E promettiamo che non daremo tregua ai nemici del Tuo legittimo REGNO!.. E che lavoreremo perché il Tuo REGNO si estenda! O SIGNORE GESÙ, VERO DIO E VERO UOMO, accogli la nostra preghiera! Accetta la nostra fatica! Benedici il nostro sacrificio! E TU non tardare l’ora del Tuo nuovo AVVENTO tra noi! (Don Luigi Villa)
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