CAPITOLO 3 DOMANDA DI LAVORO 3 - 1. Fate l’ipotesi che ci siano due input nella funzione di produzione, lavoro e capitale, e che siano perfetti sostituti. La tecnologia esistente consente che una macchina faccia il lavoro di 3 uomini. L’impresa vuole produrre 100 unità di output. Se il prezzo del capitale è 750€ per macchina alla settimana, quale combinazione di input utilizzerà l’impresa se il salario settimanale di ogni lavoratore è 300€? E se il salario è 225€? Quale è l’elasticità della domanda di lavoro quando il salario diminuisce da 300€ a 225€? Dato che lavoro e capitale sono perfetti sostituti, gli isoquanti (in grassetto) sono lineari e l’impresa utilizzerà solamente capitale o lavoro in base a quello che è più conveniente per produrre 100 unità di output. L’inclinazione dell’isoquanto in valore assoluto (MPE / MPK) è 1/3, perché una macchina fa il lavoro di 3 uomini. Quando il salario è 300€ (grafico a sinistra), l’inclinazione dell’isocosto è 300/750 (= 0,4) quindi l’isocosto è più ripido dell’isoquanto e l’impresa acquista solamente capitale (punto A). Quando il salario orario è 225€ (grafico a destra), l’isoquanto è più ripido dell’isocosto perchè questi ha inclinazione pari a 225/750 (= 0,3), e l’impresa acquista solamente lavoro (punto B). Salario settimanale = 300€ Salario settimanale = 225€ Capitale Capitale A Inclinazione =MPE /MPK =1/3 Inclinazione= MPE /MPK =1/3 Inclinazione = w/r =225/750 Inclinazione = w/r = 300/750 B Lavoro Lavoro L’elasticità della domanda di lavoro è definita come la variazione percentuale del lavoro diviso la variazione percentuale del salario. Dato che la domanda di lavoro va da zero a una quantità positiva quando il salario si è ridotto a 225€, l’elasticità della domanda di lavoro (in valore assoluto) è infinita. 3 - 2. (a) Cosa accade alla curva di domanda di lavoro di lungo periodo se aumenta la domanda per l’output dell’impresa? La curva della domanda di lavoro è data da VMPE = MR x MPE. Quando aumenta la domanda per l’output dell’impresa, aumenta anche il suo ricavo marginale. Quindi, un aumento della domanda per l’output dell’impresa sposta la curva di domanda di lavoro a destra. (b) Cosa accade alla curva di domanda di lungo periodo se aumenta il prezzo del capitale? Per determinare in che modo un aumento del prezzo del capitale modifica la domanda di lavoro, fate l’ipotesi che all’inizio l’impresa stia producendo 200 unità di output nel punto P della figura. L’aumento del prezzo del capitale (ipotizzando che sia un input normale) aumenta i costi marginali dell’impresa e riduce il livello di output che massimizza il profitto a 100 unità. L’aumento del prezzo del capitale appiattisce anche la curva di isocosto, spostando l’impresa nel punto R. Lo spostamento dal punto P al punto R può essere scomposto in un effetto sostituzione (da P a Q) che riduce la domanda di capitale, ma aumenta la domanda di lavoro, e un effetto scala (da Q a R) che riduce la domanda sia per il lavoro che per il capitale. La direzione dello spostamento della curva di domanda, quindi, dipenderà da quale effetto prevarrà, quello di scala o quello di sostituzione. Capitale P Q 200 R 100 Occupazione 3 - 3. Il sindacato A vuole rappresentare i lavoratori di un’impresa che assumerebbe 20.000 lavoratori se il salario fosse 12€ e 10.000 se fosse 15€. Il sindacato B vuole rappresentare i lavoratori di un’impresa che assumerebbe 30.000 lavoratori se il salario fosse 20€ e 33.000 se fosse 15€. Quale sindacato è più probabile che vinca? E’ più probabile che il sindacato ottenga il sostegno dei lavoratori quando l’elasticità della domanda di lavoro (in valore assoluto) è piccola. L’elasticità della domanda di lavoro del sindacato A è data da: η = ∆% L /∆% w = (20.000 – 10.000)/20.000 ÷ (12 – 15)/12 = – 2,0 Mentre quella del sindacato B è data da: η = (33.000 – 30.000)/33.000 ÷ (15 – 20)/15 = –3/11 ≈ – 0,45. Quindi è più probabile che vinca il sindacato B dato che 0,45 < 2. 3 - 4. Considerate un’impresa per la quale la produzione dipenda da due fattori di produzione normali, lavoro e capitale, i cui prezzi sono rispettivamente w e r. All’inizio, l’impresa ha i seguenti prezzi di mercato: w = 6 e r = 4, poi si spostano a w = 4 e r = 2. (a) In quale direzione l’effetto di sostituzione cambierà l’occupazione e lo stock di capitale dell’impresa? Prima della variazione del prezzo, il valore assoluto della retta di isocosto (w/r) era 1,5. Dopo la variazione del prezzo, l’inclinazione è uguale a 2. In altre parole, il lavoro è diventato relativamente più costoso del capitale, quindi ci sarà una sostituzione di lavoro con capitale (effetto sostituzione) (b) In quale direzione l’effetto scala cambierà l’occupazione e lo stock di capitale dell’impresa? Dato che entrambi i prezzi diminuiscono, diminuisce il costo marginale di produzione e l’impresa vorrà espandersi. L’effetto scala, quindi, aumenta la domanda sia di lavoro che di capitale (dato che entrambi sono fattori di produzione normali). (c) Possiamo dire in conclusione se l’impresa utilizzerà più o meno lavoro o più o meno capitale? L’impresa utilizzerà sicuramente più capitale dato che gli effetti sostituzione e scala si rinforzano l’un l’altro nella direzione di utilizzare più capitale. La variazione del lavoro acquistato, tuttavia, dipenderà dal fatto che domini l’effetto sostituzione o scala del lavoro. 3 - 5. Fate l’ipotesi che un’impresa acquisti lavoro su un mercato competitivo e venda i suoi prodotti in un mercato competitivo. L’elasticità della domanda di lavoro è −0,4. Fate l’ipotesi che il salario aumenti del 5%: cosa accadrà al numero di lavoratori assunti dall’impresa? Cosa accadrà alla produttività marginale dell’ultimo lavoratore assunto? Date le stime dell’elasticità della domanda di lavoro e la variazione del salario, abbiamo che η= %∆E %∆E = −0.4 = −0.4 %∆w => 5% => % ∆E = −2% . Quindi, l’impresa assume il 2% in meno di lavoratori. Inoltre, dato che il mercato del lavoro è competitivo, il lavoratore marginale è pagato il valore del suo prodotto marginale. Dato che anche il mercato del prodotto finito è competitivo, sappiamo che il prezzo dell’output non cambia così che la produttività marginale del lavoratore marginale aumenta del 5%. 3 - 6. La tecnologia di un’impresa richiede di combinare 5 ore-uomo di lavoro con 3 oremacchina per produrre un’unità di output. L’impresa ha 15 macchine e il salario aumenta da 10€ a 20€ l’ora. Quale è l’elasticità della domanda di lavoro di breve periodo dell’impresa? Finché l’impresa non fallisce, combinerà 25 individui (15×5/3 = n° uomini per 15 macchine) con le 15 macchine che ha indipendentemente dal salario. Quindi, l’occupazione non varierà in risposta alla variazione del salario e l’elasticità della domanda di lavoro di breve periodo è uguale a zero. 3 - 7. Fate l’ipotesi che il salario orario sia 10€, il prezzo di ogni unità di capitale 25€ e il prezzo dell’output sia costante a 50€ per unità. La funzione di produzione è f(E,K) = E½K ½, così che il prodotto marginale del lavoro sia MPE = (½)(K/E) ½ . Se lo stock attuale di capitale è fissato a 1.600 unità, quanto lavoro dovrebbe occupare l’impresa nel breve periodo? Quale sarà il profitto? La curva di domanda di lavoro dell’impresa è il prodotto del ricavo marginale, VMPE, che uguaglia la produttività marginale del lavoro, MPE, per il ricavo marginale del prodotto dell’impresa. Ma quando il prezzo è fisso a 50€, MR = 50. Di conseguenza, abbiamo che VMPE = MPE × MR = (½)(1.600/E)½(50) = 1.000 / E½ . Ora, definendo VMPE = w e risolvendo per E, troviamo che il numero ottimo di lavoratori da assumere per l’impresa è 10.000. L’impresa produce (1.600)½(10.000)½ = 4.000 unità di output e ottiene un profitto di (4.000 x 50€) – (1.600 x 25€) – (10.000 x 10€) = 60.000€.
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