Caserme, forti e magazzini Trecento richieste al Demanio Tanti Comuni della Granala sono pronti ad acquisire e sistemare questi immobili 20 milioni Il «tesoretto» dei 200 immobili inseriti nell'elenco del Federalismo demaniale MATTEO BORGETTO CUNEO Comuni della Granda in prima linea per valorizzare immobili, ex caserme e palazzine militari, fortificazioni, opere di difesa, magazzini abbandonati sui loro territori. Lo rivelano i dati del Federalismo demaniale contenuto nel «Decreto del fare» che a livello nazionale ha registrato 9.367 richieste di beni statali messi a disposizione, a titolo gratuito, dal Demanio agli enti locali intenzionati a utilizzarli o valorizzarli. In caso di vendita, il 75% de- gli introiti sarà destinato a ridurre debiti dei Comuni, il 25% per il debito dello Stato. Superano quota trecento le pratiche avviate da decine di Amministrazioni della provincia di Cuneo, per acquisire un «tesoretto» complessivo di oltre 20 milioni di euro, valore limitato solo ai beni (più di 200) compresi nell'elenco fornito dal Demanio. Molti Comuni hanno chiesto beni anche fuori elenco: una possibilità prevista per edifici non ufficialmente disponibili (ad esempio ex caserme e aree militari dismesse), su cui il Demanio si è riservato l'opportunità di verificare la disponibilità e l'idoneità al trasferimento. Così a Prazzo, in alta valle Maira, dove il Comune ha chiesto le palazzine dei sottoufficiali e ufficiali dell'Esercito (nell'elenco con valore stimato in 394.000 euro) e l'immensa area con immobili dell'ex caserma «Pisacane» (fuori elenco). La giunta comunale guidata dal sindaco Osvaldo Einaudi vorrebbe creare un'area artigianale per le aziende d'alta valle, una sezione turistica, una foresteria per eventi e un impianto per la produzione di pellet o cippato. In altre pratiche, gli enti hanno avanzato istanze d'acquisizione di immobili del Demanio che, di fatto, già utilizzano. Come a Briga Alta, dove i «Pubblici uffici governativi» (così riporta la dicitura dell'elenco) di frazione Piaggia, altro non sono che il municipio. «Lo valutano 252 mila euro, troppi - dice il sindaco, Mario Zintilini -, ma l'importante sarà diventarne i proprietari, una richiesta avanzata già tanti anni fa, invano». Percorso simile a Sommariva Bosco per l'ex casa del fascio in via Cavour (valore 2.689.560 euro), che ospitava scuole medie e biblioteca, oggi sede di Avis e servizi sociali. L'idea del Comune è venderne una parte, destinando i soldi al recupero della struttura per aprire nuovi spazi associativi. Scaduti il 30 novembre i termini per le domande, Demanio e Difesa hanno due mesi per rispondere alle istanze, poi gli enti locali avranno 30 giorni per le controdeduzioni a pareri negativi. Il procedimento dovrebbe concludersi a febbraio, con precisi obblighi: entro 3 anni gli immobili andranno valorizzati o venduti, altrimenti lo Stato se li riprenderà. Anche a lavori di recupero iniziati.
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