Tessuti da vivere. Eleganza sulla pelle e malinconica bellezza L a raffinatezza dei tessuti giapponesi è proverbiale. Gli esemplari più pregevoli sono realizzati con materie prime di qualità eccezionale, lavorati con tecniche sofisticate, decorati con motivi di forte suggestione e impatto visivo. Sono capolavori d’arte a tutti gli effetti, che hanno in più la caratteristica di essere indossati, aderendo così al corpo, riflettendo in pieno il gusto di chi li ha scelti, espressione di uno stato dell’Essere. Queste considerazioni valgono per l’abito in molte culture del mondo, ma sono specialmente valide per quella giapponese. Nell’antichità la scelta di un particolare capo non era mai casuale: l’etichetta e il buon gusto prevedevano che certi colori e certi motivi ornamentali degli abiti fossero adeguati non solo alle occasioni ma anche ai momenti dell’anno, seguendo le trasformazioni della natura durante il susseguirsi delle stagioni. Gli abiti, le loro parti, i loro colori e le loro decorazioni, esprimevano significati ben precisi, entrando così nell’immaginario poetico, letterario e artistico dei giapponesi. Un esempio molto suggestivo di tutto ciò è costituito da quei paraventi in cui compaiono tessuti su appendiabiti. Al di là dell’apparenza, questi capolavori della pittura sono tutt’altro che semplici nature morte. Gli abiti che vi compaiono evocano invece l’assenza della donna amata, quel sentimento di malinconia che può suscitare la nostalgia per una persona ora lontana. Non a caso questi paraventi sono noti col nome Tagasode, “Di chi sono queste maniche?”, in riferimento alla parte dell’abito femminile, le maniche, che più a lungo conservava l’odore di colei la quale lo indossava. Textiles to live in. Elegance and melancholy beauty T he refinement of Japanese textiles is proverbial. The most highly prized examples are made from natural fibres of outstanding quality, are worked with sophisticated techniques and decorated with stunning motifs. They are genuine works of art, that can also be worn, adhering to the body and so reflecting the taste of those who chose to wear them, expressing of a state of Being. These remarks apply to costume in many of the world’s cultures, but most especially to the Japanese. In antiquity the choice of a particular garment was never casual: etiquette and good taste dictated that certain colours and decorative motifs were suited not only to a particular occasion but to specific times of year, following the transformations of nature in the changing seasons. The garments, their various parts, colours and decoration, expressed very precise meanings and formed an important part of the Japanese poetical, literary and artistic imagination. Very evocative in this context are the screens painted with hanging garments. Despite appearances, these masterpieces are far from being simple still-lives. The painted clothing is intended to evoke the absence of the beloved woman, that feeling of melancholy aroused by longing for someone who is far away. Not by chance such screens are known as Tagasode, “Whose sleeves are these?” – the reference being to the part of the female dress that longest retains the scent of the owner. 1.4 60 x 130 su parete stoffa 68 x280
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