La Voce Sociale 1 aprile 2014

Anno I°
n. 37
Martedì
1 aprile
2014
euro 0
NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO
Q UOTIDIANO
ONLINE
EDITORE :
S OC . C OOP. “C OMUNICA ” - D IRETTORE
RESPONSABILE :
C ARMINE A LBORETTI
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IL GRANDE INCUBO
Confesercenti/Swg: sei italiani su dieci temono di perdere il proprio lavoro
a pagina 3
Rimborsi non dovuti
nei guai cinquantadue
consiglieri regionali
della Campania
a pagina 2
Disoccupazione al 13%
picco record dal 1977
Renzi: è sconvolgente
avanti con le riforme
a pagina 3
Ospedali psichiatrici
giudiziari, j’accuse
dell’associazione
“Cristiani per servire”
a pagina 4
2
Obiettivo su...
La Voce Sociale
martedì
1° aprile 2014
Rimborsi, 52 avvisi ai consiglieri campani
L’indagine è condotta dal sostituto Giancarlo Novelli in forza al pool
“Mani pulite” della Procura di Napoli guidato dall’aggiunto D’Avino
Ci risiamo. Ancora una Regione,
questa volta la Campania, nel mirino
degli investigatori per presunte irregolarità nella erogazione dei rimborsi ai componenti dell’assise. Ferma
restando la presunzione di innocenza per tutti, è evidente che ci troviamo di fronte ad un nervo scoperto e
che il governo deve fare qualcosa
per porre un argine ad un fenomeno
che, alla luce di quello che abbiamo
letto negli ultimi mesi, non conosce
confini geografici.
Da Nord a Sud non si contano le inchieste aperte dalle Procure nei confronti dei consiglieri regionali. Un dato allarmante, il cui effetto immediato è l’incremento della sfiducia e della disillusione dei cittadini nei confronti della classe politica del territorio.
Sono 55 gli avvisi di conclusione indagine che sono stati notificati dai
baschi verdi per peculato e truffa, il
primo reato riguarda i fondi dei gruppi, il secondo il fondo appositamente
costituito per la comunicazione. Tre
degli indagati sono estranei al consiglio. Nel mirino anche la gestione del
fondo della comunicazione nella
scorsa consiliatura. L’avviso di conclusione delle indagini tecnicamente
fa da preludio a una probabile richie-
sta di rinvio a giudizio. Le indagini
sono coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Novelli, in forza al
lizia tributaria della Guardia di Finanza. La Procura ha anche chiesto l'archiviazione nei confronti di 13 consi-
pool mani pulite dell’aggiunto Alfonso D'Avino che si è avvalso degli uomini e delle donne del Nucleo di po-
glieri. I fatti contestati si riferiscono a
un arco di tempo che va dal 2010 al
2012.
Opus Dei: all’Icef di Roma ricordata la figura di don Alvaro
Del Portillo, primo successore di San Josemarìa Escrivà
Sabato scorso a Roma, all’Icef si è tenuto l'incontro “Alvaro Del Portillo. Chi
è?”, organizzato in occasione del
Centenario della nascita e in preparazione della beatificazione del primo
successore di San Josemaría Escrivá
alla guida dell’Opus Dei. Il sacerdote
sarà beatificato il 27 settembre 2014
a Madrid, sua città natale. La conferenza si è aperta con le belle testimonianze di Amaia Mintegui, architetto, e
Maria Pomponi, avvocato, che hanno
conosciuto personalmente Don Alvaro Del Portillo.
Amaia Mintegui ha evidenziato la
grande serenità che Don Alvaro trasmetteva alle persone. Ha anche sottolineato la sua laboriosità e il suo impegno costante nel portare a termine
ciò che era stato iniziato dal fondatore.
Maria Pomponi ha ricordato il suo incontro personale con Don Alvaro, avvenuto poche ore prima della sua
morte, all’aeroporto di Roma, quando
il sacerdote era appena tornato da un
viaggio in Terra Santa. Nonostante la
stanchezza e i problemi di salute, Don
Alvaro si fermò amabilmente a salutare le persone che erano venute ad accoglierlo.
Il giornalista Carlo Climati ha parlato
dello stile comunicativo del sacerdote,
da lui definito “l’uomo dell’ascolto”.
“Prima di guidare l’Opus Dei – ha
spiegato Carlo Climati – Alvaro Del
Portillo ha trascorso tanti anni ascoltando ed affiancando il fondatore San
Josemaría Escrivá. Questo gli ha permesso di diventare un ottimo comunicatore e di trasmettere fedelmente il
suo messaggio. Non dimentichiamo,
infatti, che la
prima regola
della buona
comunicazione è l’ascolto.
Nello stile comunicativo di
Don Alvaro
Del Portillo si
realizza pienamente lo
spirito
di
apertura e di
dialogo del
Concilio Vaticano II, al
quale il sacerdote aveva attivamene partecipato. Potremmo definire
Don Alvaro
un
esempio
perfetto di quella cultura dell’incontro
che Papa Francesco ci incoraggia a
seguire
nella
nostra
vita
quotidiana”.La moderatrice dell’incontro, l’ingegnere Sabrina Coni, ha ricor-
dato i momenti principali della vita di
Don Alvaro ed ha introdotto un filmato
a lui dedicato. Al termine della conferenza ha invitato ad approfondire gli
argomenti attraverso il sito www.opusdei.it, dove si può trovare una nuova
pagina dedicata al futuro beato.
Autismo, Fondazione
Fantasia e Ospedale
Bambin Gesù in campo
Domani si celebra la Giornata mondiale
della consapevolezza dell’autismo. Per
concorrere ad aumentare la conoscenza
del problema si terrà a Roma un convegno promosso da Fantasia e dall’Ospedale Bambino Gesù. L’appuntamento è
all’auditorium San Paolo (via Ferdinando
Baldelli 38) dove si terrà il convegno nazionale della rete di volontariato che aiuta il mezzo milione di famiglie con un
bambino o un adulto affetto da un così
grave disturbo. È la lotta contro il loro isolamento il filo conduttore dell’evento promosso da Fantasia (la federazione che
riunisce le principali associazioni di genitori) in collaborazione con Anffas onlus e
l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’ospedale Bambino Gesù e con la
partecipazione dell’Osservatorio epidemiologico sull’autismo della Asl Roma F.
Obiettivo delle associazioni, il varo in Parlamento di nuove norme che recepiscano la proposta di legge depositata due
mesi fa al Senato. Il convegno ha ricevuto l’adesione del presidente della Repubblica e il patrocinio della Camera dei deputati e di Roma Capitale. Nella notte tra
il 2 e il 3 l’obelisco di piazza del Popolo
sarà illuminato: Light it up blue la spettacolare iniziativa ideata da Autism Speaks
per promuovere la ricerca scientifica in
tutti i Paesi e la solidarietà.
Terapie, leggi e pregiudizi sarà il cuore
dei lavori al mattino con Giovanni Marino
e Liana Baroni (presidenti di Fantasia e
di Angsa), Giuseppe Profiti (presidente
del Bambino Gesù), Carlo Hanau (docente di programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari), il primario di neuropsichiatria infantile Stefano
Vicari, lo storico della medicina Gilberto
Corbellini e l’etologo Enrico Alleva. Poi tre
sessioni tematiche. Alla prima, dedicata
alla letteratura, intervengono il neuropsichiata Giovanni Valeri, lo scrittore Stefano Benni, Gianluca Nicoletti e Mauro
Paissan e Gaia Rayneri. Il suo romanzo
Pulce non c’è ha ispirato il film omonimo,
diretto dall’esordiente Giuseppe Bonito,
pluripremiato in Italia e all’estero. Ora in
programmazione nelle sale in tutta Italia,
verrà proiettato a fine convegno. Beniamini del pubblico nella seconda sessione: autismo e cinema. Sono sceneggiatori, registi, interpreti Amati del grande
schermo e della televisione: Gianni Amelio, Pierfrancesco Favino, Neri Marcorè,
Sabrina Paravicini, Stefano Rulli, Vito Zagarrio, Francesco Bruni, Raffaella Lebboroni e Stefano Conte. Nel pomeriggio terzo focus: lo sport. Famigliari e operatori
incontrano il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della federazione
hockey Luca Di Mauro, Diana Bianchedi, medico e campionessa olimpionica
nelle scherma, la pallavolista Anna Maria
Marasi e il neuropsichiatra Luigi Mazzone. Ultimo appuntamento alle 21 all’Auditorium del Massimo (via Massimo Massimiliano 1) per la serata di beneficenza
voluta dall’Associazione culturale pediatri, imperniata sul documentario Ocho pasos adelante che la giovane regista italiana Selene Colombo ha girato a Buenos
Aires.
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Obiettivo su...
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Il motivo
principale che
spinge i giovani
a lasciare l'Italia
è il fatto che il
19%
consideri
il Paese fermo
il 18% punta il
dito sulle tasse e
il 17% la mancanza di lavoro a
pari merito con
la mancanza di
meritocrazia
COLDIRETTI/IXÈ
Il 51% dei giovani
è pronto ad emigrare
per motivi di lavoro
Nell’ultimo anno il 44%
non ha inviato curriculum
Disoccupazione al 13%, record dal 1977
Renzi: dato sconvolgente
avanti con le riforme
Codacons: misure drastiche
Il tasso d'occupazione a febbraio è al 55,2%, cioè il
tasso minimo dal primo trimestre del 2000, ossia da
14 anni. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). In altre parole in Italia risulta occupata poco più di una persona
su due tra i 15 e i 64 anni.
Altra notizia preoccupante, il tasso di disoccupazione a febbraio è al 13,0%. È il tasso più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977.
Pertanto a febbraio il numero di disoccupati supera
la soglia dei 3,3 milioni. L'Istat registra precisamente
tre milioni 307 mila persone in cerca di lavoro, in aumento di ottomila unità su gennaio (+0,2%) e di 272
mila su base annua (+9,0%).
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a febbraio è
pari al 42,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali su gennaio, quando aveva toccato il picco ma in
aumento di 3,6 punti su base annua. L'Istituto statistico spiega che i ragazzi in cerca di lavoro sono 678
mila.
Male anche il dato nel quadro europeo. Lo scorso
febbraio l'Italia ha registrato un tasso di disoccupazione del 13% rispetto all'11,8% del febbraio 2013 facendo così segnare un incremento su base annua
che è stato inferiore solo a quelli di Cipro e della Grecia. È quanto segnala Eurostat. Nell'eurozona la disoccupazione è all'11,9%.
Il nuovo dato sulla disoccupazione in Italia è "sconvolgente: in un anno si sono persi mille posti di lavoro al
giorno". Così il premier Matteo Renzi al suo arrivo all'ambasciata italiana a Londra risponde alle domande
dei giornalisti. "Il dato purtroppo è in linea con quello
che accade da diversi mesi", aggiunge: "Questo è il
problema".
"Ci sono segnali di ripresa, ma non sono sufficienti
perché' accanto a quei segnali occorre che l'Italia faccia tutto ciò che deve fare. Bisogna correre", ha aggiunto Renzi. "La voglia di correre sulle riforme - ha
spiegato il premier - non nasce da un bisogno personale ma dalla necessità di dare risposte al Paese. Subito dopo ci sarà un grande investimento sulle politiche per il lavoro e contemporaneamente la semplificazione della Pa. Sono convinto che con questo scenario l'Italia può ripartire ma non si può perdere neanche un minuto".
A questo punto è essenziale che il decreto di riforma
del settore sia rapidamente approvato dal Parlamento, sempre se si troverà la quadra tra Pd e Ncd.
Secondo il Codacons il dato Istat è "un numero sconcertante, maggiore della somma di tutti gli abitanti della Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto
Adige e Umbria messi insieme ". Mentre la cifra sui
giovani disoccupati supera la popolazione dell’intera
Basilicata. Secondo il coordinamento delle associazioni dei consumatori "per invertire in modo significativo il trend del tasso di disoccupazione bisognerà attendere il 2016, salvo che il governo intervenga con
misure drastiche, ben diverse da quelle finora annunciate". E "non bastano né gli 80 euro in busta paga,
per quanto utili, né, tanto meno, il Jobs Act".
Adolfo Spezzaferro
SONDAGGIO CONFESERCENTI/SWG
Perdere il posto, il grande incubo
L’Italia è in crisi, perché le condizioni negative dall’economia
si stanno diffondendo nel tessuto sociale. Manca la
fiducia e aumenta lo
Sei italiani
sconforto. "L'esplosione
della disoccupazione è
su dieci
al centro della crisi del
temono
nostro Paese ed è anche il fantasma che agidi restare
ta i nostri concittadini.
senza lavoro
Secondo un sondaggio
o che a perderlo Confesercenti Swg, la
assoluta
sia un familiare maggioranza
(sei su dieci) degli italia-
molta paura di un nuovo disoccupato in famiglia, mentre il
37,2% ne ha abbastanza. A ritenere la prospettiva esistente,
ma poco probabile, è il 24,8%.
A sentirsi del tutto al sicuro, invece, è solo un italiano su dieci, segno che la crisi colpisce
duro anche nelle prospettive future.
Infatti, la paura della perdita di
un posto di lavoro si collega ad
una percezione generalmente
negativa della situazione finanziaria del proprio nucleo fami-
re indietro sulla timida apertura
fatta a favore di una maggiore
semplificazione e flessibilità del
lavoro: far ripartire l'occupazione è la priorità nazionale. Le
prime misure del governo hanno finalmente riaperto una prospettiva, anche se, vista la gravità della situazione, è necessario fare di più. Occorre impedire la chiusura delle imprese,
rilanciando con grande forza il
mercato interno, cui fa riferimento la maggior parte del tessuto imprenditoriale e quindi
ni teme infatti di poter perdere
il posto di lavoro, o che lo perda qualche altro membro del
proprio nucleo familiare.
Così Confesercenti, in una nota, commenta il dato sulla disoccupazione diffuso oggi dall'Istat.
Nel dettaglio il 24,6% degli intervistati ha ammesso di avere
liare, ritenuta insoddisfacente
dal 40% degli intervistati e molto insoddisfacente dall'11,2%. Il
45,9% degli italiani, invece, si
dice soddisfatto, mentre solo
l'1% si definisce del tutto soddisfatto.
"A questo punto - commenta
Confesercenti - sarebbe davvero un autogol clamoroso torna-
dei posti di lavoro in Italia. La ripresa dell'occupazione è un
obiettivo che si può raggiungere, facendo prevalere dialogo e
coesione fra le Istituzioni e le
parti sociali".
Speriamo che queste richieste
saranno ascoltate dal governo
Renzi, alle prese con una fase
interna a dir poco delicata.
Storie
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Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono ancora aperti
La Voce Sociale
martedì
1° aprile 2014
Le regioni ancora non hanno realizzato strutture idonee per accogliere i “malati-reclusi”
di Franco Previte*
Oggi scade il termine
che era stato fissato dal
governo per la chiusura
degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Una proroga che era stata concessa in attesa che le
Regioni realizzassero le
strutture di ricettività dei
“malati-reclusi”. È passato un anno ma nulla è
cambiato. Lo scorso anno questa “dilatazione”
della data di chiusura
aveva prodotto una intensa
272 milioni
ribellione fra
di euro stanziati le famiglie di
questi “malati
e non ancora
reclusi” e l’opiutilizzati
nione pubblidovevano servire ca e come
scrissi lo scorpee le strutture
so anno ritericettive
nevo questa
“notizia” un
necessarie
pesce d’aprile,
ad accogliere
come, pare, avvenga anche
quest’anno (dove sono poche
gli internati
le speranze!).
Certamente le famiglie dei detenuti negli
Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono ancora oggi turbate, indignate, preoccupate
per quella decisione di rinvio della chiusura all’aprile 2014, mentre rimangono inutilizzati i 272 milioni di euro stanziati per la
costruzione di nuove strutture ricettive di
tali malati al posto dei vecchi Opg, salvo
che la spending review li destini ad altro.
A margine di questa anomalia resta ancora molto strano il mancato ‘passaggio’
delle mansioni dall’Amministrazione Penitenziaria al Ministero della Salute per la
presa in carico di tali pazienti , cioè dal sistema giudiziario a quello sanitario regionale, tanto che anche il Capo dello Stato
ha detto a suo tempo (non siamo in grado
di saperlo se la pensa allo stesso modo oggi, nel 2014) “ é inaccettabile e intollerabile per un
Paese che si definisce appena civile consentire
che queste strutture restino aperte anche solo un
giorno in più” ed ancora “estremo orrore in qualsiasi Paese appena civile “ (28 luglio 2011 Sala
Zaccari Palazzo Giustiniani Senato della Repubblica).
Resta ancora una aberrante situazione in cui
versano i sei ospedali psichiatrici giudiziari (Opg),
dove albergano circa 1500 detenuti dei quali circa il 40% sarebbero dismissibili e con un sovrappopolamento. Purtroppo si continua a parlare,
quasi ogni giorno, imperterriti senza agire con la
dovuta urgenza dopo 36 anni dalla emissione
della legge 180/1987 che ne aveva stabilito la
chiusura di tutti gli Ospedali Psichiatrici ivi compreso quelli Giudiziari, ancora oggi “usati”.
Devo sempre ricordare che dal 7 ottobre 1998
assieme all’Opera don Guanella e don Orione abbiamo inoltrato al Parlamento Italiano una Petizione (assegnata col n. 520 alla 12° Commissione
Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e col
n. 714 assegnata alla 12 ° Commissione Affari
Sociali della Camera dei Deputati ), con la quale
si richiedeva, e tuttora viene richiesto, che “sugli
attuali Presidi Socio Sanitari- siano essi Ospedali Psichiatrici che “manicomi giudiziari” ancora
“aperti” a cura delle Regioni ed entro anni 2 devono essere apportati interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici secondo linee moderne
confacenti onde neutralizzare i disagi che gli utenti potrebbero subire o provocare. Le opere edilizie
devono essere atte ad accogliere non più di 4 degenti per camera”. Tra le nostre richieste vi è quella di “una definitiva progettazione per gli ospedali
psichiatrici giudiziari, adeguando la normativa penale a quella civile in quanto le due leggi non hanno “distinto” il malato mentale responsabile di atti
criminosi da quello relativamente innocuo,” e richiedente la totale chiusura degli Opg che dura da ben
36 anni!
Sono questioni assai complesse e delicate che
avvolgono la qualità giuridica, etica,politica, le cui
soluzioni sono di competenza delle Camere Legislative, sospinte ma non risolvibili, né da Convegni, Seminari, Rapporti, né da una “Commissione
Parlamentare d’Inchiesta”, né dal Ministro della
Salute.
Gli ospedali psichiatrici giudiziari, dove tuttora sono ospitati i “reclusi”, sono malgrado tutto, seguiti
dai centri penitenziari gestiti dall’amministrazione
giudiziaria le cui competenze socio-sanitarie dovrebbero passare al Servizio Sanitario Nazionale,
la cui piena funzione sarà svolta dal Dsm ( Dipartimento di salute mentale), come viene affermato (?)
entro marzo 2014. “È pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone in Ospedale Psichiatrico Giudiziario siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno” - si legge al punto 117 del Rapporto
di Alvaro Gil-Robles ex “Commissario Europeo per i Diritti
Umani” sulla sua visita in Italia
10/17 giugno 2005, CommDH
(2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995 . Le condizioni igieniche vergognose, secondo quel
“Documento” della Commissione Parlamentare condotta dall’ex senatore Ignazio Marino,
tra altre anomalie riscontrate,
sono in breve : “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere
sotto il water” “ affollamento in
stanze ridotte” ed altre “cose”
irripetibili, che non abbiamo alcuna difficoltà a ritenerle vere,
insomma dimostrano una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed
è superiore a quello che avviene in questi lager.
È doveroso, necessario, nonché impellente, ricordare che
la legge 180/1978, la famosa
legge Basaglia priva del Regolamento d’Applicazione, ha voluto abolire i “manicomi”, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari
“Progetti-Obiettivi di salute mentale” ed “altro”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati,
così come la legge 833 ( che
garantisce l’universalità delle
cure ai malati di mente ), non ha
“chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto
con il dettami Costituzionali,
contro la stessa legge, contro il
Piano Sanitario 2003-2005,
contro i vari Provvedimenti Legislativi, che non ha adeguato la
normativa penale a quella civile
per i 6 OPG, contro ogni logica
etica.
Sulla gestione di quest’ultimi è
molto interessante il Documento Conclusivo dell’Indagine Conoscitiva del Senato sullo “stato di assistenza psichiatrica in Italia” nei riguardi della medicina psichiatrica penitenziaria dove “ né una dimissione
forzata, né il mancato invio in OPG risolvono il problema di fondo dei trattamenti di pazienti autori di
reati spesso di reati violenti che non sono sovrapponibili per percorso terapeutico, alla restante popolazione di pazienti psichiatrici ( Resoconto Sommario n. 312 Senato della Repubblica del 1 febbraio 2006 - Legislatura 14°).
Questo vuol dire che i pazienti dovrebbero essere
affidati a personale specializzato per arrivare alla
nozione di tutela della salute mentale superando
l’accezione di “psichiatria”, in termini di prevenzione e diagnosi precoce destinando il 5% minimo dei
Fondi Sanitari, oggi in pericolo !
Purtroppo si continua a dare ampia rilevanza al
superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità
dei malati sul territorio ed alle priorità, mentre le
famiglie, i “malati”, anche quelli in Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sono soli e questa situazione
urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici, malgrado il gran clamore,
con ipocrisia, che si va instaurando con le sole parole in Convegni Seminari Rapporti Documenti Inchieste, dimenticando che, non solo cani e gatti
hanno diritto alla vita, ma anche questi “reclusi” in
quanto sono esseri umani!
*presidente dell’Associazione
“Cristiani per servire”
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Società
La Voce Sociale
martedì
1° aprile 2014
PREMIO LA CATENA
Le candidature sono possibili fino al 15 aprile
C’è tempo fino al 15 aprile 2014 per inviare segnalazioni e candidature al premio “Vigile del Fuoco Carlo La Catena”.
L’associazione omonima vuole contribuire al miglioramento del proprio territorio attraverso la Medaglia d’Argento al
Merito per dare un volto e un nome a
chi si è distinto nell’anno 2013, in qualsiasi campo (arti, lettere, scienze, industria, lavoro, scuola, sport) per senso civico e del dovere. Il riconoscimento potrà essere assegnato anche agli enti e
alle istituzioni, che si siano distinte per
la loro opera. L’obiettivo è quello di far
emergere gli aspetti positivi della città di
Napoli e del suo hinterland: un omaggio
alla gente comune, alle persone umili
che con gesti ordinari contribuiscono ad
affermare la legalità che comincia dalle
piccole cose. L’associazione “Vigile del
Fuoco Carlo La Catena” promuove la
cerimonia per ricordare l’eroico pompie-
re napoletano, che il 27 luglio del 1993
a Milano, venne ucciso in via Palestro
per salvare vite umane, pluridecorato e
insignito della Medaglia d’Oro al Valor
Civile e della Medaglia d’Oro Vittima del
Terrorismo, rilasciate del Presidente
della Repubblica Italiana. L’associazione invita quanti hanno conoscenza di
storie particolari, di “eroismi” quotidiani,
avvenuti nell’anno 2013, a segnalarle
entro e non oltre il 15 aprile 2014. I requisiti sono: a) che le persone da “candidare” per il riconoscimento siano originarie di Napoli e Provincia, indipendentemente da dove abbiano meritato
e maturato il loro impegno; b) che le
persone da “candidare”, indipendentemente dalle loro origini anagrafiche, abbiano meritato e maturato il loro impegno, avendo come teatro delle loro
azioni il capoluogo partenopeo ed il suo
hinterland.
Oggi in scena al Piccolo Eliseo il genio di Frida Khalo
Lo spettacolo prende spunto dalla intensa vita dell’artista, icona della femminilità
Questa sera alle 21 debutterà in prima
nazionale lo spettacolo “Frida Kahlo: il
ritratto di una donna” di A.Prete I.Maltagliati L.Setaccioli, per la regia di
Alessandro Prete al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma. Questo
spettacolo che nasce da un’idea di
Alessia Navarro, Pino Insegno e di
Alessandro Prete prende spunto dalla
straordinaria ed intensa vita vissuta da
Frida Kahlo e si è pregiato del patrocinio dall’Ambasciata del Messico e
del sostegno delle Scuderie del Quirinale per la promozione dello spettacolo.
Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderòn, sensibilissima pittrice, riconosciuta icona dell’emancipazione della
femminilità, viene oggi rappresentata
attraverso un testo teatrale, con l’ambizione di offrire al pubblico il messaggio sulla verità emotiva che la pittrice
ha voluto imprimere su alcune delle
sue tele. Una verità che appartiene
all’universo femminile, ma che dovrebbe essere custodita da ogni essere
umano, uomo o donna che sia, quale
filo conduttore del ciclo vitale.
Un inno alla vita, alla gioia, alla passione, alla forte motivazione di rimanere
ancorata al presente, al “qui ed ora”,
senza mai avere la paura del passato
ed avendo sempre speranza per il futuro. Una donna che ha saputo sempre affrontare e superare estreme dif-
ficoltà fisiche e relazionali; riservando
alla famiglia e all’amore per il proprio
coniuge quella centralità che rende
Frida Kahlo icona della femminilità in
ogni sua sfumatura: figlia, madre, so-
SHADOWS OF THE PLAGUE
Alla Casa del cinema
Una web serie siciliana conquista Los Angeles
L’opera firmata dai registi Rosalia Le Calze e Alessio Messina è stata girata a Palermo
La web serie siciliana girata a
Palermo, Shadows Of The Plague, si è aggiudicata ben 5 premi al Los Angeles Web Festival, uno dei premi più importanti del settore. La kermesse,
conclusasi ieri a Los Angeles,
dopo quattro giorni di visioni e
premiazioni, ha visto la vittoria
italiana di una web serie “infernale”. Firmata dai due registi
Rosalia Le Calze ed Alessio
Messina, è stata selezionata a
LAweb Fest, e ha conquistato i
premi quali miglior montaggio
(Rosalia Le calze), migliori effetti speciali (Alessio Messina, Daniele Trapani e Fabio bellavista),
miglior attore protagonista (Vincenzo Favet) miglior
sceneggiatura
(Alessio Messina e Rosalia le calze) e miglior
web serie horror di stile
cinematografico.
“Shadows” è la prima
web serie del genere horror in Sicilia. Un “vero
trionfo”, come dichiarano
rella, amica, amante, artista, una donna talmente realista da essere sfacciatamente attuale. Sarà Alessia Navarro
ad interpretare la grande pittrice messicana Frida Kahlo, simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza
della cultura messicana del Novecento. In “Frida Kahlo: il ritratto di
una donna” prenderanno vita sulla
scena alcuni dei suoi celebri quadri, attraverso alcune storie di donne diverse tra loro. Filo conduttore
delle storie saranno i simbolismi
rappresentati nei quadri stessi. Ad
ogni gesto delle protagoniste corrisponderà una pennellata sullo
sfondo. Ad ogni storia conclusa
corrisponderà quindi un quadro
compiuto. Il tutto legato da un corpo di ballo che contestualizzerà
ancora meglio il tempo e lo spazio.
Saranno visibili attraverso l'interpretazione di altri attori i vari personaggi che hanno accompagnato
la sua vita. Vedremo Frida Kahlo
per come la conosciamo solo all’inizio, come introduzione ai quadri e alla fine come celebrazione di
un’eredità che la stessa pittrice
vuole lasciare alle donne.
i responsabili del progetto,
in quanto ha surclassato
web series provenienti da
ogni parte del mondo e finanziate con centinaia di
migliaia di euro. La trama
è in parte ambientata all’inferno: “Ecco perché –
spiegano i due registi Rosalia Le Calze e Alessio
Messina – facciamo uso di
effetti speciali, cosa molto
rara nella panoramica del
cinema italiano indipendente”.
Domani la proiezione
del reportage del Tg2
“La neve la prima volta”
Illuminare le periferie del mondo, favorendo un’informazione non frammentaria ed episodica, dando voce ai
protagonisti. Per questo il Tg 2 e
l’Usigrai promuovono - insieme al Comitato 3 ottobre e ad Articolo 21 - la
proiezione in anteprima di “La neve la
prima volta”, il reportage di Valerio
Cataldi realizzato per Tg2 Dossier
con il patrocinio dell’UNHCR. Quattro
storie raccontate in prima persona:
dal naufragio di Lampedusa del 3 ottobre al naufragio dell’accoglienza.
L’appuntamento è per domani alle ore
18 alla Casa del Cinema di Roma.
Chiesa e dintorni
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Papi Santi, ecco le iniziative di Roma e Bergamo
La Voce Sociale
martedi
1° aprile 2014
L’Urbe si prepara all’evento nel raccogliemento con un incontro il 22 aprile presso la Basilica
di S. Giovanni e una “notte bianca di preghiera”. La diocesi lombarda predilige eventi-segni
Un incontro di preparazione per i
giovani martedì 22 aprile nella basilica di S. Giovanni in Laterano e
una “notte bianca di preghiera” sabato 26 (dalle ore 21) in una decina di chiese del centro: è quanto
hanno annunciato il cardinale
Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, e monsignot Walter
Insero, incaricato per le comunicazioni della diocesi di Roma, tra le
iniziative della diocesi di Roma per
preparare i fedeli, specie i giovani,
alla giornata della santificazione
dei due papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La diocesi di Bergamo, come ha invece spiegato il
segretario generale monsignor
Giulio Dellavite, realizzerà alcune
“opere-segno” di carità in memoria
sia del “proprio Papa Giovanni
XXIII” sia di Giovanni Paolo II.
Si tratta di una scuola edile ad
Haiti (800mila euro), il supporto alla parrocchia di Shengjin in Albania (600mila euro) per una nuova
chiesa e centro pastorale, una casa di accoglienza per poveri a
Bergamo (600mila euro e 300mila
all’anno per la gestione), il sostegno al fondo “famiglia-lavoro”
(600mila euro), la nascita di un secondo fondo “famiglia-casa” (3 milioni di euro in due anni, ricavati
vendendo immobili di proprietà).
Infine verranno istituite borse di
studio per giovani 18-35enni.
Per dare il buon esempio, ai preti
bergamaschi il vescovo monsignor Francesco Beschi ha chiesto
di devolvere una loro mensilità.
Le due canonizzazioni
avverranno sotto gli occhi
dei media di tutto il pianeta
La canonizzazione dei due papi Giovanni
XXIII e Giovanni Paolo II di domenica 27
aprile sarà probabilmente la più “social” e
“2.0” che si potesse immaginare dall’avvento di internet. Come ha spiegato in
conferenza stampa p. Federico Lombardi,
direttore della sala stampa vaticana, per
l’occasione scendono in campo tutti i social più amati a livello mondiale: Twitter,
Facebook, YouTube, Instagram, Storify, un
sito ufficiale curato dall’Università Lumsa
www.2papisanti.org, con versione inglesewww.2popesaints.org, un’applicazione
sia per Android sia per Ios intitolata “Santo Subito” in varie lingue; e ancora potenziamento dei siti già esistenti (ad esempio,
su Facebook “PapaGiovanniPaoloII”, su
Twitter “santowojtyla”, su YouTube “adminkarol”, il portale in 7 lingue www.karol-wojtyla.org ecc.). I mass media tradizionali,
stampa, radio e tv, saranno comunque
presenti in massa. Sono già registrati oltre
400 giornalisti di testate di tutto il mondo e
si allestirà uno speciale “media center”
nell’atrio dell’aula Paolo VI, che potrà ospitare centinaia di operatori. Lì si svolgeranno i briefing (incontri speciali a tema) tra
l’altro con i postulatori delle due cause,
storici, testimoni diretti della vita dei due
papi, ecclesiastici, esperti. La “copertura”
mediatica radio-televisiva prevede decine
di testate mondiali.
Sante parole
Gesù amava stare vicino alla gente
Qual è il posto dove Gesù era
più spesso, dove lo si poteva
trovare con più facilità?
Sulle strade. Poteva
sembrare che fosse un
senzatetto, perché era
sempre sulla strada. La
vita di Gesù era nella
strada. Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò
che Lui prova per le folle,
per la gente che incontra:
quell’atteggiamento interiore di “compassione”,
vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone “stanche e sfinite, come
pecore senza pastore”. Abbiamo sentito tante volte queste
parole che forse non entrano
con forza. Ma sono forti! Un po’
come tante persone che voi incontrate oggi per le strade dei
vostri quartieriG Poi l’orizzonte
si allarga, e vediamo che que-
ste città e questi villaggi sono
non solo Roma e l’Italia, ma sono il mondoG e quelle folle sfinite sono popolazioni di tanti
Paesi che stanno soffrendo situazioni ancora più difficiliG
Discorso del Santo Padre
ai parroci di Roma del 6
marzo 2014
11° ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE
Da Fragnelli incoraggiamento
all’impegno per il bene comune
“Tutelare e promuovere il bene comune, con ogni mezzo.
Diventare veramente un popolo”. L’invito del vescovo di
Trapani, monsignor
Pietro Maria Fragnelli, è risuonato
sabato scorso in una cattedrale stracolma in cui la diocesi si è riunita per celebrare
l’undicesimo anniversario di
ordinazione episcopale e
concludere l’esperienza di
“24ore per il Signore”. “La
crescita della nostra comunità passa attraverso l’impegno
di tutti”, ha detto il presule, rivolgendosi alle istituzioni pre-
senti, alle associazioni, e a tutti “gli
uomini e donne di
buona volontà” che
condividono il desiderio di “dare spazio
con trasparenza e
coerenza alle persone marginali della
società e della cultura”. Quindi un saluto particolare “a coloro che sono fuori per lavoro
o malattia, studio o alla ricerca di nuove opportunità per le
loro famiglie. La fiducia nella
solidarietà reciproca permetta a tutti, cittadini ma anche
immigrati, di affrontare le tante inevitabili difficoltà del
cammino”.
7
Lettere...
La Voce Sociale
martedì
1° aprile 2014
...e opinioni
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La povertà
dei tempi attuali
perché esiste
come combatterla
di Mario di Vito*
La storia della povertà è una storia infinita. Gli storici, attenti e
prudenti, ne narrano la perenne
presenza attraverso i secoli ed in
tutte le epoche, evidenziando
sempre le peculiari caratteristiche, con acuta avvedutezza e
senza alcuna parsimonia di particolari, sicchè essa appare sempre nella sua vera realtà, di uno
stato di privazione per l’essere
umano d’ogni bene,
perché possa almeno sopravvivere, di
bisogno assoluto, di
miseria estrema per
il minimo sostentamento suo personale e per quello dei
suoi congiunti.
Nel 1600, ad esempio, la povertà era
più numerosa, più
popolare, più consistente e, come dire,
più
commiserevole,
benchè perseguitata con eccessivo rigore dagli ordinamenti giuridici di quel tempo, nonostante
che le meravigliose pitture di Bartolomeo Estenban Murillo, da Siviglia (“La probatica piscina” e il
“Bambino che si spulcia”) e del
fiammingo Antonio Van Dyck
(“San Martino e il povero”) riproducono “in eterno” le contraddizioni della società di tutti i tempi,
nella quale la vita lussuosa e lo
splendore dei potenti hanno sempre dovuto convivere con la miseria dei vagabondi e della povera gente, che affollano le strade,
in quantità maggiore o minore a
seconda dei tempi, vivendo di
elemosine.
Lo storico polacco, Bronislaw Geremek, esponente famoso di “Solidarnosc”, ha, invece, condotto
recentemente preziose ricerche
sul pauperismo, sulla mendicità e
sulla marginalità, attingendo direttamente agli archivi giudiziari
utili informazioni, per cui ha ritenuto, con intendimento valido ancora nei tempi attuali, di classificare, poi, lo stesso mondo dei
mendicanti in speciali categorie
di persone, ognuna etichettata da
proprie abitudini, tecniche e regole. Ha parlato così, con una ter-
minologia insolita, dei poveri, di
“Ganci”, ossia di accattoni e ladri,
di “Bruchi”, per lo più di borsaioli,
di “Strasciti”, di finti malati, di “Baroni”, di infingardi, anche se sani
e robusti, di “Guitti”, di rattrappiti
e rigidi, di “Gonzi”, di falsi pazzi,
di “Strisci”, di persone nude e discinte e l’elenco delle categorie
continua a lungo, con un particolarismo davvero inusitato.
La finalità, che si vuole, invece,
oggi perseguire, è quella propria,
che è inerente alla vera, odierna
realtà della povertà. La domanda
è precisa ed è chiara: perché una
parte consistente della nostra popolazione versa ancora oggi nel
bisogno? Perché si costata poi
che questa stessa parte continua
ad aumentare, senza decrescere
minimamente? La risposta implica innanzi tutto che verso questa stessa
gente ci si accosti
oggi con rispetto,
umiltà e carità e non
solo con stimoli statistici e si valuti poi,
con obiettiva serenità, il loro effettivo
stato di povertà e le
cause, che lo hanno
determinato.
Le cause di oggi sono,
infatti, del tutto diverse da quelle
del passato, giacchè viviamo in
Comunità rette democraticamente, libere e che dovrebbero essere “aperte” indistintamente a tutti
i consociati con uguale valenza,
in maniera certa e sicura.
Le spiegazioni eccellenti ed
esaurienti da parte dei “dotti” non
mancano, di certo, assolutamente, anzi si ripetono con periodicità costante e con dovizia di lusinghiere espressioni. Si può dire, in
proposito, ricordando ancora le
vicende suddette del 1600, che
sino ad allora l’Italia era stata uno
dei paesi all’avanguardia dal
punto di vista sociale, economico
e politico, ma fu superarata dall’Inghilterra, dall’Olanda e dalla
Francia e passò ad occupare di
conseguenza una posizione di
secondo piano.
In quei tempi, l’Italia non seppe
rinnovare le proprie strutture economiche, in poche parole non
seppe “aggiornarsi”. Così, oggi,
per combattere la povertà e l’incombente crisi, che la fa pericolosamente ingigantire, l’Italia dovrebbe con urgenza far ricorso
alla sua naturale capacità di rispondere in maniera adeguata ai
problemi che le si pongono via
Durante il blocco di Berlino ovest
da parte dell’Unione Sovietica, un aereo
ogni due minuti doveva essere inviato
dagli alleati occidentali per evitare
che in quella parte della città i berlinesi
iniziassero a morire di fame
via davanti, individuando nuove
strade ed elaborando nuove soluzioni e strategie, anche eminentemente riformatrici, per eliminare
guasti, difetti, ingiustizie e vizi. La
ricchezza del nostro Paese è in
gran misura dovuta alla sua capacità di rinnovarsi nelle sue Strutture e nelle sue Istituzioni ed anche
nelle sue più semplici ed ordinarie
attività.
Superando indubbie e gravi difficoltà, dovute essenzialmente ad intuibili e deprecabili resistenze, le programmate riforme dovranno principalmente riguardare nuovi proget-
ti, che assicurino, come oggi si afferma in molti moderni più vivaci
ambienti culturali, una più sentita,
reale ed unanime partecipazione
del popolo, perché possano essere colte poi, con molta saggezza, le
effettive contrarietà esistenti, che
rallentano oggi ogni tentativo di
crescita civile e sociale, ancorchè
economica, e soprattutto etica, di
rinnovata collaborazione, con una
sincera e sentita moralità nell’intera pratica della vita.
*già dirigente generale della
Polizia di Stato, scrittore
e saggista
LA STORIA DEL GIORNO
di Gino Zaccari
1948, un ponte aereo per salvare Berlino
Il primo aprile del 1948 I sovietici
bloccano la parte ovest della città
di Berlino, controllata dagli alleati
occidentali, è il primo vero braccio
di ferro tra i due blocchi. Dopo la
fine della guerra mondiale la Germania viene divisa i 4 aree controllate dai 4 vincitori, Francia, Inghilterra, Usa, Urss. Anche la capitale subisce lo stesso destino e
poiché gli alleati occidentali riuniscono le loro aree di controllo in
un’unica amministrazione, sia per
quanto riguarda il territorio del
paese che per quello della città di
Berlino, che si trova nella zona
russa, ci si ritrova nella situazione
che la parte ovest della capitale
tedesca rappresenta una sorta di
enclave in territorio russo e ne è
circondata sia rispetto al resto della città che del territorio non urbano. I russi nel tentativo di costringere gli alleati a lasciare la città ne
bloccano tutte le vie di accesso
dall’esterno e la isolano dal resto
dell’abitato. I quartieri berlinesi in
mano agli alleati (metà di tutta la
città) sono di fatto sotto embargo.
Il primo vero banco di prova in cui
i due blocchi devono mostrare i
muscoli è arrivato, se gli alleati la-
sciassero la città sarebbe un disastro sul piano psicologico anche in
vista delle mire espansionistiche
sovietiche sul continente, per contro forzare il blocco terrestre porterebbe alla guerra. A questo punto gli inglesi propongono la soluzione molto dispendiosa e complicata logisticamente ma indolore
sul piano diplomatico: stabilire un
ponte aereo tra la Germania ovest
e Berlino ovest. Le risorse messe
in campo sono immense per rifornite la città deve atterrare un aereo ogni 2 minuti, in tutto il periodo in cui sarà attivo il ponte aereo,
ovvero fino al settembre del ’49, i
voli effettuati dagli alleati saranno
278.228, durante i quali 70 aerei
precipitarono.
La prima prova di forza tra est e
ovest si risolse, fortunatamente, in
un nulla di fatto, anche se, la tensione nella città divisa sarà sempre molto alta poiché gli alleati
useranno la loro zona come vetrina del modello occidentale all’interno di un territorio di fatto sovietico, la costruzione del muro che
dividerà la città per quasi 30 anni
ne sarà una dolorosa conseguenza.