Anno I° n. 37 Martedì 1 aprile 2014 euro 0 NON RICEVE ALCUN FINANZIAMENTO PUBBLICO Q UOTIDIANO ONLINE EDITORE : S OC . C OOP. “C OMUNICA ” - D IRETTORE RESPONSABILE : C ARMINE A LBORETTI [email protected] IL GRANDE INCUBO Confesercenti/Swg: sei italiani su dieci temono di perdere il proprio lavoro a pagina 3 Rimborsi non dovuti nei guai cinquantadue consiglieri regionali della Campania a pagina 2 Disoccupazione al 13% picco record dal 1977 Renzi: è sconvolgente avanti con le riforme a pagina 3 Ospedali psichiatrici giudiziari, j’accuse dell’associazione “Cristiani per servire” a pagina 4 2 Obiettivo su... La Voce Sociale martedì 1° aprile 2014 Rimborsi, 52 avvisi ai consiglieri campani L’indagine è condotta dal sostituto Giancarlo Novelli in forza al pool “Mani pulite” della Procura di Napoli guidato dall’aggiunto D’Avino Ci risiamo. Ancora una Regione, questa volta la Campania, nel mirino degli investigatori per presunte irregolarità nella erogazione dei rimborsi ai componenti dell’assise. Ferma restando la presunzione di innocenza per tutti, è evidente che ci troviamo di fronte ad un nervo scoperto e che il governo deve fare qualcosa per porre un argine ad un fenomeno che, alla luce di quello che abbiamo letto negli ultimi mesi, non conosce confini geografici. Da Nord a Sud non si contano le inchieste aperte dalle Procure nei confronti dei consiglieri regionali. Un dato allarmante, il cui effetto immediato è l’incremento della sfiducia e della disillusione dei cittadini nei confronti della classe politica del territorio. Sono 55 gli avvisi di conclusione indagine che sono stati notificati dai baschi verdi per peculato e truffa, il primo reato riguarda i fondi dei gruppi, il secondo il fondo appositamente costituito per la comunicazione. Tre degli indagati sono estranei al consiglio. Nel mirino anche la gestione del fondo della comunicazione nella scorsa consiliatura. L’avviso di conclusione delle indagini tecnicamente fa da preludio a una probabile richie- sta di rinvio a giudizio. Le indagini sono coordinate dal pubblico ministero Giancarlo Novelli, in forza al lizia tributaria della Guardia di Finanza. La Procura ha anche chiesto l'archiviazione nei confronti di 13 consi- pool mani pulite dell’aggiunto Alfonso D'Avino che si è avvalso degli uomini e delle donne del Nucleo di po- glieri. I fatti contestati si riferiscono a un arco di tempo che va dal 2010 al 2012. Opus Dei: all’Icef di Roma ricordata la figura di don Alvaro Del Portillo, primo successore di San Josemarìa Escrivà Sabato scorso a Roma, all’Icef si è tenuto l'incontro “Alvaro Del Portillo. Chi è?”, organizzato in occasione del Centenario della nascita e in preparazione della beatificazione del primo successore di San Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei. Il sacerdote sarà beatificato il 27 settembre 2014 a Madrid, sua città natale. La conferenza si è aperta con le belle testimonianze di Amaia Mintegui, architetto, e Maria Pomponi, avvocato, che hanno conosciuto personalmente Don Alvaro Del Portillo. Amaia Mintegui ha evidenziato la grande serenità che Don Alvaro trasmetteva alle persone. Ha anche sottolineato la sua laboriosità e il suo impegno costante nel portare a termine ciò che era stato iniziato dal fondatore. Maria Pomponi ha ricordato il suo incontro personale con Don Alvaro, avvenuto poche ore prima della sua morte, all’aeroporto di Roma, quando il sacerdote era appena tornato da un viaggio in Terra Santa. Nonostante la stanchezza e i problemi di salute, Don Alvaro si fermò amabilmente a salutare le persone che erano venute ad accoglierlo. Il giornalista Carlo Climati ha parlato dello stile comunicativo del sacerdote, da lui definito “l’uomo dell’ascolto”. “Prima di guidare l’Opus Dei – ha spiegato Carlo Climati – Alvaro Del Portillo ha trascorso tanti anni ascoltando ed affiancando il fondatore San Josemaría Escrivá. Questo gli ha permesso di diventare un ottimo comunicatore e di trasmettere fedelmente il suo messaggio. Non dimentichiamo, infatti, che la prima regola della buona comunicazione è l’ascolto. Nello stile comunicativo di Don Alvaro Del Portillo si realizza pienamente lo spirito di apertura e di dialogo del Concilio Vaticano II, al quale il sacerdote aveva attivamene partecipato. Potremmo definire Don Alvaro un esempio perfetto di quella cultura dell’incontro che Papa Francesco ci incoraggia a seguire nella nostra vita quotidiana”.La moderatrice dell’incontro, l’ingegnere Sabrina Coni, ha ricor- dato i momenti principali della vita di Don Alvaro ed ha introdotto un filmato a lui dedicato. Al termine della conferenza ha invitato ad approfondire gli argomenti attraverso il sito www.opusdei.it, dove si può trovare una nuova pagina dedicata al futuro beato. Autismo, Fondazione Fantasia e Ospedale Bambin Gesù in campo Domani si celebra la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Per concorrere ad aumentare la conoscenza del problema si terrà a Roma un convegno promosso da Fantasia e dall’Ospedale Bambino Gesù. L’appuntamento è all’auditorium San Paolo (via Ferdinando Baldelli 38) dove si terrà il convegno nazionale della rete di volontariato che aiuta il mezzo milione di famiglie con un bambino o un adulto affetto da un così grave disturbo. È la lotta contro il loro isolamento il filo conduttore dell’evento promosso da Fantasia (la federazione che riunisce le principali associazioni di genitori) in collaborazione con Anffas onlus e l’unità operativa di neuropsichiatria infantile dell’ospedale Bambino Gesù e con la partecipazione dell’Osservatorio epidemiologico sull’autismo della Asl Roma F. Obiettivo delle associazioni, il varo in Parlamento di nuove norme che recepiscano la proposta di legge depositata due mesi fa al Senato. Il convegno ha ricevuto l’adesione del presidente della Repubblica e il patrocinio della Camera dei deputati e di Roma Capitale. Nella notte tra il 2 e il 3 l’obelisco di piazza del Popolo sarà illuminato: Light it up blue la spettacolare iniziativa ideata da Autism Speaks per promuovere la ricerca scientifica in tutti i Paesi e la solidarietà. Terapie, leggi e pregiudizi sarà il cuore dei lavori al mattino con Giovanni Marino e Liana Baroni (presidenti di Fantasia e di Angsa), Giuseppe Profiti (presidente del Bambino Gesù), Carlo Hanau (docente di programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari), il primario di neuropsichiatria infantile Stefano Vicari, lo storico della medicina Gilberto Corbellini e l’etologo Enrico Alleva. Poi tre sessioni tematiche. Alla prima, dedicata alla letteratura, intervengono il neuropsichiata Giovanni Valeri, lo scrittore Stefano Benni, Gianluca Nicoletti e Mauro Paissan e Gaia Rayneri. Il suo romanzo Pulce non c’è ha ispirato il film omonimo, diretto dall’esordiente Giuseppe Bonito, pluripremiato in Italia e all’estero. Ora in programmazione nelle sale in tutta Italia, verrà proiettato a fine convegno. Beniamini del pubblico nella seconda sessione: autismo e cinema. Sono sceneggiatori, registi, interpreti Amati del grande schermo e della televisione: Gianni Amelio, Pierfrancesco Favino, Neri Marcorè, Sabrina Paravicini, Stefano Rulli, Vito Zagarrio, Francesco Bruni, Raffaella Lebboroni e Stefano Conte. Nel pomeriggio terzo focus: lo sport. Famigliari e operatori incontrano il presidente del Coni Giovanni Malagò, il presidente della federazione hockey Luca Di Mauro, Diana Bianchedi, medico e campionessa olimpionica nelle scherma, la pallavolista Anna Maria Marasi e il neuropsichiatra Luigi Mazzone. Ultimo appuntamento alle 21 all’Auditorium del Massimo (via Massimo Massimiliano 1) per la serata di beneficenza voluta dall’Associazione culturale pediatri, imperniata sul documentario Ocho pasos adelante che la giovane regista italiana Selene Colombo ha girato a Buenos Aires. 3 Obiettivo su... La Voce Sociale martedì 1° aprile 2014 Il motivo principale che spinge i giovani a lasciare l'Italia è il fatto che il 19% consideri il Paese fermo il 18% punta il dito sulle tasse e il 17% la mancanza di lavoro a pari merito con la mancanza di meritocrazia COLDIRETTI/IXÈ Il 51% dei giovani è pronto ad emigrare per motivi di lavoro Nell’ultimo anno il 44% non ha inviato curriculum Disoccupazione al 13%, record dal 1977 Renzi: dato sconvolgente avanti con le riforme Codacons: misure drastiche Il tasso d'occupazione a febbraio è al 55,2%, cioè il tasso minimo dal primo trimestre del 2000, ossia da 14 anni. Lo rileva l'Istat (dati provvisori). In altre parole in Italia risulta occupata poco più di una persona su due tra i 15 e i 64 anni. Altra notizia preoccupante, il tasso di disoccupazione a febbraio è al 13,0%. È il tasso più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Pertanto a febbraio il numero di disoccupati supera la soglia dei 3,3 milioni. L'Istat registra precisamente tre milioni 307 mila persone in cerca di lavoro, in aumento di ottomila unità su gennaio (+0,2%) e di 272 mila su base annua (+9,0%). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a febbraio è pari al 42,3%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali su gennaio, quando aveva toccato il picco ma in aumento di 3,6 punti su base annua. L'Istituto statistico spiega che i ragazzi in cerca di lavoro sono 678 mila. Male anche il dato nel quadro europeo. Lo scorso febbraio l'Italia ha registrato un tasso di disoccupazione del 13% rispetto all'11,8% del febbraio 2013 facendo così segnare un incremento su base annua che è stato inferiore solo a quelli di Cipro e della Grecia. È quanto segnala Eurostat. Nell'eurozona la disoccupazione è all'11,9%. Il nuovo dato sulla disoccupazione in Italia è "sconvolgente: in un anno si sono persi mille posti di lavoro al giorno". Così il premier Matteo Renzi al suo arrivo all'ambasciata italiana a Londra risponde alle domande dei giornalisti. "Il dato purtroppo è in linea con quello che accade da diversi mesi", aggiunge: "Questo è il problema". "Ci sono segnali di ripresa, ma non sono sufficienti perché' accanto a quei segnali occorre che l'Italia faccia tutto ciò che deve fare. Bisogna correre", ha aggiunto Renzi. "La voglia di correre sulle riforme - ha spiegato il premier - non nasce da un bisogno personale ma dalla necessità di dare risposte al Paese. Subito dopo ci sarà un grande investimento sulle politiche per il lavoro e contemporaneamente la semplificazione della Pa. Sono convinto che con questo scenario l'Italia può ripartire ma non si può perdere neanche un minuto". A questo punto è essenziale che il decreto di riforma del settore sia rapidamente approvato dal Parlamento, sempre se si troverà la quadra tra Pd e Ncd. Secondo il Codacons il dato Istat è "un numero sconcertante, maggiore della somma di tutti gli abitanti della Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Umbria messi insieme ". Mentre la cifra sui giovani disoccupati supera la popolazione dell’intera Basilicata. Secondo il coordinamento delle associazioni dei consumatori "per invertire in modo significativo il trend del tasso di disoccupazione bisognerà attendere il 2016, salvo che il governo intervenga con misure drastiche, ben diverse da quelle finora annunciate". E "non bastano né gli 80 euro in busta paga, per quanto utili, né, tanto meno, il Jobs Act". Adolfo Spezzaferro SONDAGGIO CONFESERCENTI/SWG Perdere il posto, il grande incubo L’Italia è in crisi, perché le condizioni negative dall’economia si stanno diffondendo nel tessuto sociale. Manca la fiducia e aumenta lo Sei italiani sconforto. "L'esplosione della disoccupazione è su dieci al centro della crisi del temono nostro Paese ed è anche il fantasma che agidi restare ta i nostri concittadini. senza lavoro Secondo un sondaggio o che a perderlo Confesercenti Swg, la assoluta sia un familiare maggioranza (sei su dieci) degli italia- molta paura di un nuovo disoccupato in famiglia, mentre il 37,2% ne ha abbastanza. A ritenere la prospettiva esistente, ma poco probabile, è il 24,8%. A sentirsi del tutto al sicuro, invece, è solo un italiano su dieci, segno che la crisi colpisce duro anche nelle prospettive future. Infatti, la paura della perdita di un posto di lavoro si collega ad una percezione generalmente negativa della situazione finanziaria del proprio nucleo fami- re indietro sulla timida apertura fatta a favore di una maggiore semplificazione e flessibilità del lavoro: far ripartire l'occupazione è la priorità nazionale. Le prime misure del governo hanno finalmente riaperto una prospettiva, anche se, vista la gravità della situazione, è necessario fare di più. Occorre impedire la chiusura delle imprese, rilanciando con grande forza il mercato interno, cui fa riferimento la maggior parte del tessuto imprenditoriale e quindi ni teme infatti di poter perdere il posto di lavoro, o che lo perda qualche altro membro del proprio nucleo familiare. Così Confesercenti, in una nota, commenta il dato sulla disoccupazione diffuso oggi dall'Istat. Nel dettaglio il 24,6% degli intervistati ha ammesso di avere liare, ritenuta insoddisfacente dal 40% degli intervistati e molto insoddisfacente dall'11,2%. Il 45,9% degli italiani, invece, si dice soddisfatto, mentre solo l'1% si definisce del tutto soddisfatto. "A questo punto - commenta Confesercenti - sarebbe davvero un autogol clamoroso torna- dei posti di lavoro in Italia. La ripresa dell'occupazione è un obiettivo che si può raggiungere, facendo prevalere dialogo e coesione fra le Istituzioni e le parti sociali". Speriamo che queste richieste saranno ascoltate dal governo Renzi, alle prese con una fase interna a dir poco delicata. Storie 4 Gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono ancora aperti La Voce Sociale martedì 1° aprile 2014 Le regioni ancora non hanno realizzato strutture idonee per accogliere i “malati-reclusi” di Franco Previte* Oggi scade il termine che era stato fissato dal governo per la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Una proroga che era stata concessa in attesa che le Regioni realizzassero le strutture di ricettività dei “malati-reclusi”. È passato un anno ma nulla è cambiato. Lo scorso anno questa “dilatazione” della data di chiusura aveva prodotto una intensa 272 milioni ribellione fra di euro stanziati le famiglie di questi “malati e non ancora reclusi” e l’opiutilizzati nione pubblidovevano servire ca e come scrissi lo scorpee le strutture so anno ritericettive nevo questa “notizia” un necessarie pesce d’aprile, ad accogliere come, pare, avvenga anche quest’anno (dove sono poche gli internati le speranze!). Certamente le famiglie dei detenuti negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono ancora oggi turbate, indignate, preoccupate per quella decisione di rinvio della chiusura all’aprile 2014, mentre rimangono inutilizzati i 272 milioni di euro stanziati per la costruzione di nuove strutture ricettive di tali malati al posto dei vecchi Opg, salvo che la spending review li destini ad altro. A margine di questa anomalia resta ancora molto strano il mancato ‘passaggio’ delle mansioni dall’Amministrazione Penitenziaria al Ministero della Salute per la presa in carico di tali pazienti , cioè dal sistema giudiziario a quello sanitario regionale, tanto che anche il Capo dello Stato ha detto a suo tempo (non siamo in grado di saperlo se la pensa allo stesso modo oggi, nel 2014) “ é inaccettabile e intollerabile per un Paese che si definisce appena civile consentire che queste strutture restino aperte anche solo un giorno in più” ed ancora “estremo orrore in qualsiasi Paese appena civile “ (28 luglio 2011 Sala Zaccari Palazzo Giustiniani Senato della Repubblica). Resta ancora una aberrante situazione in cui versano i sei ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), dove albergano circa 1500 detenuti dei quali circa il 40% sarebbero dismissibili e con un sovrappopolamento. Purtroppo si continua a parlare, quasi ogni giorno, imperterriti senza agire con la dovuta urgenza dopo 36 anni dalla emissione della legge 180/1987 che ne aveva stabilito la chiusura di tutti gli Ospedali Psichiatrici ivi compreso quelli Giudiziari, ancora oggi “usati”. Devo sempre ricordare che dal 7 ottobre 1998 assieme all’Opera don Guanella e don Orione abbiamo inoltrato al Parlamento Italiano una Petizione (assegnata col n. 520 alla 12° Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e col n. 714 assegnata alla 12 ° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ), con la quale si richiedeva, e tuttora viene richiesto, che “sugli attuali Presidi Socio Sanitari- siano essi Ospedali Psichiatrici che “manicomi giudiziari” ancora “aperti” a cura delle Regioni ed entro anni 2 devono essere apportati interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici secondo linee moderne confacenti onde neutralizzare i disagi che gli utenti potrebbero subire o provocare. Le opere edilizie devono essere atte ad accogliere non più di 4 degenti per camera”. Tra le nostre richieste vi è quella di “una definitiva progettazione per gli ospedali psichiatrici giudiziari, adeguando la normativa penale a quella civile in quanto le due leggi non hanno “distinto” il malato mentale responsabile di atti criminosi da quello relativamente innocuo,” e richiedente la totale chiusura degli Opg che dura da ben 36 anni! Sono questioni assai complesse e delicate che avvolgono la qualità giuridica, etica,politica, le cui soluzioni sono di competenza delle Camere Legislative, sospinte ma non risolvibili, né da Convegni, Seminari, Rapporti, né da una “Commissione Parlamentare d’Inchiesta”, né dal Ministro della Salute. Gli ospedali psichiatrici giudiziari, dove tuttora sono ospitati i “reclusi”, sono malgrado tutto, seguiti dai centri penitenziari gestiti dall’amministrazione giudiziaria le cui competenze socio-sanitarie dovrebbero passare al Servizio Sanitario Nazionale, la cui piena funzione sarà svolta dal Dsm ( Dipartimento di salute mentale), come viene affermato (?) entro marzo 2014. “È pertanto inconcepibile e inaccettabile, a mio avviso, che delle persone in Ospedale Psichiatrico Giudiziario siano costrette a restare in una struttura carceraria perché mancano posti all’esterno” - si legge al punto 117 del Rapporto di Alvaro Gil-Robles ex “Commissario Europeo per i Diritti Umani” sulla sua visita in Italia 10/17 giugno 2005, CommDH (2005) 9 Strasburgo 14 dicembre 2995 . Le condizioni igieniche vergognose, secondo quel “Documento” della Commissione Parlamentare condotta dall’ex senatore Ignazio Marino, tra altre anomalie riscontrate, sono in breve : “tre metri quadro” di spazio per ogni detenuto, “acqua ghiacciata da bere sotto il water” “ affollamento in stanze ridotte” ed altre “cose” irripetibili, che non abbiamo alcuna difficoltà a ritenerle vere, insomma dimostrano una situazione disumana che il rispetto per cani e gatti resta ed è superiore a quello che avviene in questi lager. È doveroso, necessario, nonché impellente, ricordare che la legge 180/1978, la famosa legge Basaglia priva del Regolamento d’Applicazione, ha voluto abolire i “manicomi”, ha attivato poche strutture residenziali alternative previste dai vari “Progetti-Obiettivi di salute mentale” ed “altro”, ma non ha migliorato le condizioni dei malati, così come la legge 833 ( che garantisce l’universalità delle cure ai malati di mente ), non ha “chiuso” questi Ospedali Psichiatrici Giudiziari in contrasto con il dettami Costituzionali, contro la stessa legge, contro il Piano Sanitario 2003-2005, contro i vari Provvedimenti Legislativi, che non ha adeguato la normativa penale a quella civile per i 6 OPG, contro ogni logica etica. Sulla gestione di quest’ultimi è molto interessante il Documento Conclusivo dell’Indagine Conoscitiva del Senato sullo “stato di assistenza psichiatrica in Italia” nei riguardi della medicina psichiatrica penitenziaria dove “ né una dimissione forzata, né il mancato invio in OPG risolvono il problema di fondo dei trattamenti di pazienti autori di reati spesso di reati violenti che non sono sovrapponibili per percorso terapeutico, alla restante popolazione di pazienti psichiatrici ( Resoconto Sommario n. 312 Senato della Repubblica del 1 febbraio 2006 - Legislatura 14°). Questo vuol dire che i pazienti dovrebbero essere affidati a personale specializzato per arrivare alla nozione di tutela della salute mentale superando l’accezione di “psichiatria”, in termini di prevenzione e diagnosi precoce destinando il 5% minimo dei Fondi Sanitari, oggi in pericolo ! Purtroppo si continua a dare ampia rilevanza al superamento dei “manicomi”, rispetto alla gravità dei malati sul territorio ed alle priorità, mentre le famiglie, i “malati”, anche quelli in Ospedali Psichiatrici Giudiziari, sono soli e questa situazione urgente ed irrevocabile ha una sua drammatica attualità e riscontri tragici, malgrado il gran clamore, con ipocrisia, che si va instaurando con le sole parole in Convegni Seminari Rapporti Documenti Inchieste, dimenticando che, non solo cani e gatti hanno diritto alla vita, ma anche questi “reclusi” in quanto sono esseri umani! *presidente dell’Associazione “Cristiani per servire” 5 Società La Voce Sociale martedì 1° aprile 2014 PREMIO LA CATENA Le candidature sono possibili fino al 15 aprile C’è tempo fino al 15 aprile 2014 per inviare segnalazioni e candidature al premio “Vigile del Fuoco Carlo La Catena”. L’associazione omonima vuole contribuire al miglioramento del proprio territorio attraverso la Medaglia d’Argento al Merito per dare un volto e un nome a chi si è distinto nell’anno 2013, in qualsiasi campo (arti, lettere, scienze, industria, lavoro, scuola, sport) per senso civico e del dovere. Il riconoscimento potrà essere assegnato anche agli enti e alle istituzioni, che si siano distinte per la loro opera. L’obiettivo è quello di far emergere gli aspetti positivi della città di Napoli e del suo hinterland: un omaggio alla gente comune, alle persone umili che con gesti ordinari contribuiscono ad affermare la legalità che comincia dalle piccole cose. L’associazione “Vigile del Fuoco Carlo La Catena” promuove la cerimonia per ricordare l’eroico pompie- re napoletano, che il 27 luglio del 1993 a Milano, venne ucciso in via Palestro per salvare vite umane, pluridecorato e insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile e della Medaglia d’Oro Vittima del Terrorismo, rilasciate del Presidente della Repubblica Italiana. L’associazione invita quanti hanno conoscenza di storie particolari, di “eroismi” quotidiani, avvenuti nell’anno 2013, a segnalarle entro e non oltre il 15 aprile 2014. I requisiti sono: a) che le persone da “candidare” per il riconoscimento siano originarie di Napoli e Provincia, indipendentemente da dove abbiano meritato e maturato il loro impegno; b) che le persone da “candidare”, indipendentemente dalle loro origini anagrafiche, abbiano meritato e maturato il loro impegno, avendo come teatro delle loro azioni il capoluogo partenopeo ed il suo hinterland. Oggi in scena al Piccolo Eliseo il genio di Frida Khalo Lo spettacolo prende spunto dalla intensa vita dell’artista, icona della femminilità Questa sera alle 21 debutterà in prima nazionale lo spettacolo “Frida Kahlo: il ritratto di una donna” di A.Prete I.Maltagliati L.Setaccioli, per la regia di Alessandro Prete al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma. Questo spettacolo che nasce da un’idea di Alessia Navarro, Pino Insegno e di Alessandro Prete prende spunto dalla straordinaria ed intensa vita vissuta da Frida Kahlo e si è pregiato del patrocinio dall’Ambasciata del Messico e del sostegno delle Scuderie del Quirinale per la promozione dello spettacolo. Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderòn, sensibilissima pittrice, riconosciuta icona dell’emancipazione della femminilità, viene oggi rappresentata attraverso un testo teatrale, con l’ambizione di offrire al pubblico il messaggio sulla verità emotiva che la pittrice ha voluto imprimere su alcune delle sue tele. Una verità che appartiene all’universo femminile, ma che dovrebbe essere custodita da ogni essere umano, uomo o donna che sia, quale filo conduttore del ciclo vitale. Un inno alla vita, alla gioia, alla passione, alla forte motivazione di rimanere ancorata al presente, al “qui ed ora”, senza mai avere la paura del passato ed avendo sempre speranza per il futuro. Una donna che ha saputo sempre affrontare e superare estreme dif- ficoltà fisiche e relazionali; riservando alla famiglia e all’amore per il proprio coniuge quella centralità che rende Frida Kahlo icona della femminilità in ogni sua sfumatura: figlia, madre, so- SHADOWS OF THE PLAGUE Alla Casa del cinema Una web serie siciliana conquista Los Angeles L’opera firmata dai registi Rosalia Le Calze e Alessio Messina è stata girata a Palermo La web serie siciliana girata a Palermo, Shadows Of The Plague, si è aggiudicata ben 5 premi al Los Angeles Web Festival, uno dei premi più importanti del settore. La kermesse, conclusasi ieri a Los Angeles, dopo quattro giorni di visioni e premiazioni, ha visto la vittoria italiana di una web serie “infernale”. Firmata dai due registi Rosalia Le Calze ed Alessio Messina, è stata selezionata a LAweb Fest, e ha conquistato i premi quali miglior montaggio (Rosalia Le calze), migliori effetti speciali (Alessio Messina, Daniele Trapani e Fabio bellavista), miglior attore protagonista (Vincenzo Favet) miglior sceneggiatura (Alessio Messina e Rosalia le calze) e miglior web serie horror di stile cinematografico. “Shadows” è la prima web serie del genere horror in Sicilia. Un “vero trionfo”, come dichiarano rella, amica, amante, artista, una donna talmente realista da essere sfacciatamente attuale. Sarà Alessia Navarro ad interpretare la grande pittrice messicana Frida Kahlo, simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della cultura messicana del Novecento. In “Frida Kahlo: il ritratto di una donna” prenderanno vita sulla scena alcuni dei suoi celebri quadri, attraverso alcune storie di donne diverse tra loro. Filo conduttore delle storie saranno i simbolismi rappresentati nei quadri stessi. Ad ogni gesto delle protagoniste corrisponderà una pennellata sullo sfondo. Ad ogni storia conclusa corrisponderà quindi un quadro compiuto. Il tutto legato da un corpo di ballo che contestualizzerà ancora meglio il tempo e lo spazio. Saranno visibili attraverso l'interpretazione di altri attori i vari personaggi che hanno accompagnato la sua vita. Vedremo Frida Kahlo per come la conosciamo solo all’inizio, come introduzione ai quadri e alla fine come celebrazione di un’eredità che la stessa pittrice vuole lasciare alle donne. i responsabili del progetto, in quanto ha surclassato web series provenienti da ogni parte del mondo e finanziate con centinaia di migliaia di euro. La trama è in parte ambientata all’inferno: “Ecco perché – spiegano i due registi Rosalia Le Calze e Alessio Messina – facciamo uso di effetti speciali, cosa molto rara nella panoramica del cinema italiano indipendente”. Domani la proiezione del reportage del Tg2 “La neve la prima volta” Illuminare le periferie del mondo, favorendo un’informazione non frammentaria ed episodica, dando voce ai protagonisti. Per questo il Tg 2 e l’Usigrai promuovono - insieme al Comitato 3 ottobre e ad Articolo 21 - la proiezione in anteprima di “La neve la prima volta”, il reportage di Valerio Cataldi realizzato per Tg2 Dossier con il patrocinio dell’UNHCR. Quattro storie raccontate in prima persona: dal naufragio di Lampedusa del 3 ottobre al naufragio dell’accoglienza. L’appuntamento è per domani alle ore 18 alla Casa del Cinema di Roma. Chiesa e dintorni 6 Papi Santi, ecco le iniziative di Roma e Bergamo La Voce Sociale martedi 1° aprile 2014 L’Urbe si prepara all’evento nel raccogliemento con un incontro il 22 aprile presso la Basilica di S. Giovanni e una “notte bianca di preghiera”. La diocesi lombarda predilige eventi-segni Un incontro di preparazione per i giovani martedì 22 aprile nella basilica di S. Giovanni in Laterano e una “notte bianca di preghiera” sabato 26 (dalle ore 21) in una decina di chiese del centro: è quanto hanno annunciato il cardinale Agostino Vallini, vicario per la diocesi di Roma, e monsignot Walter Insero, incaricato per le comunicazioni della diocesi di Roma, tra le iniziative della diocesi di Roma per preparare i fedeli, specie i giovani, alla giornata della santificazione dei due papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La diocesi di Bergamo, come ha invece spiegato il segretario generale monsignor Giulio Dellavite, realizzerà alcune “opere-segno” di carità in memoria sia del “proprio Papa Giovanni XXIII” sia di Giovanni Paolo II. Si tratta di una scuola edile ad Haiti (800mila euro), il supporto alla parrocchia di Shengjin in Albania (600mila euro) per una nuova chiesa e centro pastorale, una casa di accoglienza per poveri a Bergamo (600mila euro e 300mila all’anno per la gestione), il sostegno al fondo “famiglia-lavoro” (600mila euro), la nascita di un secondo fondo “famiglia-casa” (3 milioni di euro in due anni, ricavati vendendo immobili di proprietà). Infine verranno istituite borse di studio per giovani 18-35enni. Per dare il buon esempio, ai preti bergamaschi il vescovo monsignor Francesco Beschi ha chiesto di devolvere una loro mensilità. Le due canonizzazioni avverranno sotto gli occhi dei media di tutto il pianeta La canonizzazione dei due papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II di domenica 27 aprile sarà probabilmente la più “social” e “2.0” che si potesse immaginare dall’avvento di internet. Come ha spiegato in conferenza stampa p. Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, per l’occasione scendono in campo tutti i social più amati a livello mondiale: Twitter, Facebook, YouTube, Instagram, Storify, un sito ufficiale curato dall’Università Lumsa www.2papisanti.org, con versione inglesewww.2popesaints.org, un’applicazione sia per Android sia per Ios intitolata “Santo Subito” in varie lingue; e ancora potenziamento dei siti già esistenti (ad esempio, su Facebook “PapaGiovanniPaoloII”, su Twitter “santowojtyla”, su YouTube “adminkarol”, il portale in 7 lingue www.karol-wojtyla.org ecc.). I mass media tradizionali, stampa, radio e tv, saranno comunque presenti in massa. Sono già registrati oltre 400 giornalisti di testate di tutto il mondo e si allestirà uno speciale “media center” nell’atrio dell’aula Paolo VI, che potrà ospitare centinaia di operatori. Lì si svolgeranno i briefing (incontri speciali a tema) tra l’altro con i postulatori delle due cause, storici, testimoni diretti della vita dei due papi, ecclesiastici, esperti. La “copertura” mediatica radio-televisiva prevede decine di testate mondiali. Sante parole Gesù amava stare vicino alla gente Qual è il posto dove Gesù era più spesso, dove lo si poteva trovare con più facilità? Sulle strade. Poteva sembrare che fosse un senzatetto, perché era sempre sulla strada. La vita di Gesù era nella strada. Soprattutto ci invita a cogliere la profondità del suo cuore, ciò che Lui prova per le folle, per la gente che incontra: quell’atteggiamento interiore di “compassione”, vedendo le folle, ne sentì compassione. Perché vede le persone “stanche e sfinite, come pecore senza pastore”. Abbiamo sentito tante volte queste parole che forse non entrano con forza. Ma sono forti! Un po’ come tante persone che voi incontrate oggi per le strade dei vostri quartieriG Poi l’orizzonte si allarga, e vediamo che que- ste città e questi villaggi sono non solo Roma e l’Italia, ma sono il mondoG e quelle folle sfinite sono popolazioni di tanti Paesi che stanno soffrendo situazioni ancora più difficiliG Discorso del Santo Padre ai parroci di Roma del 6 marzo 2014 11° ANNIVERSARIO DELL’ORDINAZIONE Da Fragnelli incoraggiamento all’impegno per il bene comune “Tutelare e promuovere il bene comune, con ogni mezzo. Diventare veramente un popolo”. L’invito del vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, è risuonato sabato scorso in una cattedrale stracolma in cui la diocesi si è riunita per celebrare l’undicesimo anniversario di ordinazione episcopale e concludere l’esperienza di “24ore per il Signore”. “La crescita della nostra comunità passa attraverso l’impegno di tutti”, ha detto il presule, rivolgendosi alle istituzioni pre- senti, alle associazioni, e a tutti “gli uomini e donne di buona volontà” che condividono il desiderio di “dare spazio con trasparenza e coerenza alle persone marginali della società e della cultura”. Quindi un saluto particolare “a coloro che sono fuori per lavoro o malattia, studio o alla ricerca di nuove opportunità per le loro famiglie. La fiducia nella solidarietà reciproca permetta a tutti, cittadini ma anche immigrati, di affrontare le tante inevitabili difficoltà del cammino”. 7 Lettere... La Voce Sociale martedì 1° aprile 2014 ...e opinioni F I L O S O F I C A M E N T E La povertà dei tempi attuali perché esiste come combatterla di Mario di Vito* La storia della povertà è una storia infinita. Gli storici, attenti e prudenti, ne narrano la perenne presenza attraverso i secoli ed in tutte le epoche, evidenziando sempre le peculiari caratteristiche, con acuta avvedutezza e senza alcuna parsimonia di particolari, sicchè essa appare sempre nella sua vera realtà, di uno stato di privazione per l’essere umano d’ogni bene, perché possa almeno sopravvivere, di bisogno assoluto, di miseria estrema per il minimo sostentamento suo personale e per quello dei suoi congiunti. Nel 1600, ad esempio, la povertà era più numerosa, più popolare, più consistente e, come dire, più commiserevole, benchè perseguitata con eccessivo rigore dagli ordinamenti giuridici di quel tempo, nonostante che le meravigliose pitture di Bartolomeo Estenban Murillo, da Siviglia (“La probatica piscina” e il “Bambino che si spulcia”) e del fiammingo Antonio Van Dyck (“San Martino e il povero”) riproducono “in eterno” le contraddizioni della società di tutti i tempi, nella quale la vita lussuosa e lo splendore dei potenti hanno sempre dovuto convivere con la miseria dei vagabondi e della povera gente, che affollano le strade, in quantità maggiore o minore a seconda dei tempi, vivendo di elemosine. Lo storico polacco, Bronislaw Geremek, esponente famoso di “Solidarnosc”, ha, invece, condotto recentemente preziose ricerche sul pauperismo, sulla mendicità e sulla marginalità, attingendo direttamente agli archivi giudiziari utili informazioni, per cui ha ritenuto, con intendimento valido ancora nei tempi attuali, di classificare, poi, lo stesso mondo dei mendicanti in speciali categorie di persone, ognuna etichettata da proprie abitudini, tecniche e regole. Ha parlato così, con una ter- minologia insolita, dei poveri, di “Ganci”, ossia di accattoni e ladri, di “Bruchi”, per lo più di borsaioli, di “Strasciti”, di finti malati, di “Baroni”, di infingardi, anche se sani e robusti, di “Guitti”, di rattrappiti e rigidi, di “Gonzi”, di falsi pazzi, di “Strisci”, di persone nude e discinte e l’elenco delle categorie continua a lungo, con un particolarismo davvero inusitato. La finalità, che si vuole, invece, oggi perseguire, è quella propria, che è inerente alla vera, odierna realtà della povertà. La domanda è precisa ed è chiara: perché una parte consistente della nostra popolazione versa ancora oggi nel bisogno? Perché si costata poi che questa stessa parte continua ad aumentare, senza decrescere minimamente? La risposta implica innanzi tutto che verso questa stessa gente ci si accosti oggi con rispetto, umiltà e carità e non solo con stimoli statistici e si valuti poi, con obiettiva serenità, il loro effettivo stato di povertà e le cause, che lo hanno determinato. Le cause di oggi sono, infatti, del tutto diverse da quelle del passato, giacchè viviamo in Comunità rette democraticamente, libere e che dovrebbero essere “aperte” indistintamente a tutti i consociati con uguale valenza, in maniera certa e sicura. Le spiegazioni eccellenti ed esaurienti da parte dei “dotti” non mancano, di certo, assolutamente, anzi si ripetono con periodicità costante e con dovizia di lusinghiere espressioni. Si può dire, in proposito, ricordando ancora le vicende suddette del 1600, che sino ad allora l’Italia era stata uno dei paesi all’avanguardia dal punto di vista sociale, economico e politico, ma fu superarata dall’Inghilterra, dall’Olanda e dalla Francia e passò ad occupare di conseguenza una posizione di secondo piano. In quei tempi, l’Italia non seppe rinnovare le proprie strutture economiche, in poche parole non seppe “aggiornarsi”. Così, oggi, per combattere la povertà e l’incombente crisi, che la fa pericolosamente ingigantire, l’Italia dovrebbe con urgenza far ricorso alla sua naturale capacità di rispondere in maniera adeguata ai problemi che le si pongono via Durante il blocco di Berlino ovest da parte dell’Unione Sovietica, un aereo ogni due minuti doveva essere inviato dagli alleati occidentali per evitare che in quella parte della città i berlinesi iniziassero a morire di fame via davanti, individuando nuove strade ed elaborando nuove soluzioni e strategie, anche eminentemente riformatrici, per eliminare guasti, difetti, ingiustizie e vizi. La ricchezza del nostro Paese è in gran misura dovuta alla sua capacità di rinnovarsi nelle sue Strutture e nelle sue Istituzioni ed anche nelle sue più semplici ed ordinarie attività. Superando indubbie e gravi difficoltà, dovute essenzialmente ad intuibili e deprecabili resistenze, le programmate riforme dovranno principalmente riguardare nuovi proget- ti, che assicurino, come oggi si afferma in molti moderni più vivaci ambienti culturali, una più sentita, reale ed unanime partecipazione del popolo, perché possano essere colte poi, con molta saggezza, le effettive contrarietà esistenti, che rallentano oggi ogni tentativo di crescita civile e sociale, ancorchè economica, e soprattutto etica, di rinnovata collaborazione, con una sincera e sentita moralità nell’intera pratica della vita. *già dirigente generale della Polizia di Stato, scrittore e saggista LA STORIA DEL GIORNO di Gino Zaccari 1948, un ponte aereo per salvare Berlino Il primo aprile del 1948 I sovietici bloccano la parte ovest della città di Berlino, controllata dagli alleati occidentali, è il primo vero braccio di ferro tra i due blocchi. Dopo la fine della guerra mondiale la Germania viene divisa i 4 aree controllate dai 4 vincitori, Francia, Inghilterra, Usa, Urss. Anche la capitale subisce lo stesso destino e poiché gli alleati occidentali riuniscono le loro aree di controllo in un’unica amministrazione, sia per quanto riguarda il territorio del paese che per quello della città di Berlino, che si trova nella zona russa, ci si ritrova nella situazione che la parte ovest della capitale tedesca rappresenta una sorta di enclave in territorio russo e ne è circondata sia rispetto al resto della città che del territorio non urbano. I russi nel tentativo di costringere gli alleati a lasciare la città ne bloccano tutte le vie di accesso dall’esterno e la isolano dal resto dell’abitato. I quartieri berlinesi in mano agli alleati (metà di tutta la città) sono di fatto sotto embargo. Il primo vero banco di prova in cui i due blocchi devono mostrare i muscoli è arrivato, se gli alleati la- sciassero la città sarebbe un disastro sul piano psicologico anche in vista delle mire espansionistiche sovietiche sul continente, per contro forzare il blocco terrestre porterebbe alla guerra. A questo punto gli inglesi propongono la soluzione molto dispendiosa e complicata logisticamente ma indolore sul piano diplomatico: stabilire un ponte aereo tra la Germania ovest e Berlino ovest. Le risorse messe in campo sono immense per rifornite la città deve atterrare un aereo ogni 2 minuti, in tutto il periodo in cui sarà attivo il ponte aereo, ovvero fino al settembre del ’49, i voli effettuati dagli alleati saranno 278.228, durante i quali 70 aerei precipitarono. La prima prova di forza tra est e ovest si risolse, fortunatamente, in un nulla di fatto, anche se, la tensione nella città divisa sarà sempre molto alta poiché gli alleati useranno la loro zona come vetrina del modello occidentale all’interno di un territorio di fatto sovietico, la costruzione del muro che dividerà la città per quasi 30 anni ne sarà una dolorosa conseguenza.
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