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Autore:pmp.f.cerri
Data:09/04/2014 17:17:50
II VENERDÌ 4 APRILE 2014
VENERDÌ 4 APRILE 2014
III
SPECIALE SAN FEREOLO
il Cittadino
LE VIE DEGLI ARTISTI ■ A PROTEGGERE GLI ABITANTI
C’È LA MADONNINA; «MARCIAPIEDI E STRADE DA RIFARE»
PROTESTE
Dietro
la scuola,
il deserto
dei servizi
Al Villaggio Oliva
l’anima lodigiana
“sposa” i nuovi arrivi
Le vecchie case popolari
sono state vendute agli
affittuari, ma nella zona
negli ultimi anni sono
arrivati diversi stranieri
■ La residente numero uno è lei,
dolcissima e celestiale. È la Madonnina, che da più di mezzo secolo protegge i residenti del Villaggio Oliva. È una vicina di casa
così importante che qualche anno
fa, quando ha avuto bisogno di un
restauro contro gli acciacchi del
tempo, gli abitanti hanno fatto
una colletta per pagare di tasca
propria l’intervento.
Per chi non lo sapesse, queste vie
con il nome degli artisti - come
Raffaello Sanzio, Leonardo da
Vinci e Bramante - portano il nome di un sindaco del dopoguerra,
Apollonio Oliva, che ne promosse
la costruzione. In sua memoria è
stata affissa una targa all’ingresso
della zona.
Un reticolo di condomini che un
tempo ospitavano case popolari,
poi vendute, almeno in parte agli
affittuari. Ecco perché ad abitare
le case del Villaggio sono soprattutto anziani, anche se in tempi
recenti si è assistito all’arrivo di
nuovi inquilini, tra cui molti stranieri. Così, si sta via via affievolendo quell’equilibrio sociale e
culturale che si era creato in passato. In un certo senso, l’anima
più popolare e lodigiana si amalgama ai nuovi arrivi.
Non che questo rappresenti un
problema di convivenza insormontabile, gli abitanti del Villaggio si lamentano per ben altro.
«Le strade e i marciapiedi sono
tutti rotti - dicono in coro Luigia
Bellagente e Teresa Scialdone -,
noi facciamo fatica, anche le strisce dovrebbero essere sistemate». Se la signora Luigia cammina
con un bastone e deve fare attenzione a non inciampare, la signora Teresa osserva che «non ci si
vede più come una volta». E, allo
stesso tempo, auspica una “bella
sistemata” anche per piazza
Omegna.
La questione è avvertita anche da
altri residenti, oltre a quella del
parcheggio selvaggio: «Io qui ci
sto bene - commenta Virginio
Moretti -, l’unica faccenda sono le
auto posteggiate ovunque intorno
a mezzogiorno, quando la gente
■ Neanche un servizio, un’edicola, un ufficio. Solo la scuola Arcobaleno e la palestra Centro Fitness Time. L’area che si estende dietro le
elementari, note per la didattica rivoluzionaria a favore dei disabili, è
in evoluzione. È da questa zona che
si attende il ringiovanimento del
quartiere di San Fereolo, ma i cittadini si sentono abbandonati. «Questo - commenta Maria Rosa Granata
- è un quartiere morto, c’è da aver
paura a stare qua a prendere la corrierina. Per non parlare del sottopasso e dell’immondizia di via San
Fereolo. Ci vorrebbe almeno un’edicola perché qui non c’è niente».
Lungo l’asse di via San Fereolo sorge
la Granfornitur, azienda che si occupa della fornitura di attrezzature
professionali per piccole e grandi
comunità e di arredamenti per negozi, ma non solo. «È da trent’anni
che siamo qui - spiega il titolare Renato Gardin -. Vendiamo arredamenti e attrezzature per negozi e
grandi cucine. Per dieci anni abbiamo prodotto frigoriferi, poi siamo
stati investiti dai sassi della concorrenza sleale in arrivo dalla Cina. Loro fanno dei prodotti da 900 euro,
che poi si arrugginiscono. Noi con
900 euro non riusciamo a fare nessun frigorifero Allora ci siamo buttati sul commercio e sull’assistenza
tecnica. Il nostro è uno dei primi capannoni costruiti dall’ingegner Susani». Rispetto al quartiere, Gardin
chiede più attenzione. «La situazione qui è penosa - lamenta -. La nostra aiuola con le rose si trasforma
spesso in cestino per i rifiuti e le bottiglie che la domenica devo raccattare. Il Comune, poi, quando ha fatto
le strade, si è dimenticato delle pendenze. Quando piove, qui davanti
alla ditta, la gente esce dalla macchina e si fa il bagno ai piedi. Per il
torna a casa per pranzo». In via
Raffaello è stato posizionato un
dosso per limitare la velocità delle
auto, «c’è ancora chi utilizza il
Villaggio Oliva come scorciatoia
per passare da una parte all’altra
della città».
Francesco Bonomi sottolinea che
spesso gli automobilisti tendono
a schiacciare troppo sull’acceleratore, il residente poi aggiunge:
«Servirebbe più illuminazione,
perché la luce dà sicurezza e agli
incroci evita gli incidenti. In piazza Omegna ci sono delle luci “da
morto”, inoltre ho segnalato da
un mese una lampada spenta in
viale Pavia ma non è successo
nulla».
Infine, Angela Foletti e Teresa Padovani tornano all’attacco dei
furbetti al volante: «Quando le
auto sono ovunque, si fa fatica a
passare anche con il passeggino».
TESTIMONI
A sinistra
Scialdone,
Bellagente,
Padovani,
Folletti,
Bonomi,
Rozza, Bussoli,
e Moretti;
a destra
in senso orario
Gabuardi,
De Luca,
Tamagni
e Granata
UN QUARTIERE DA “COSTRUIRE”
Alcuni scatti dall’area residenziale
che si estende ai due lati
di via San Fereolo fino al Sandone
resto posso dire che è una zona abbastanza tranquilla. Ci sono stati due
o tre tentativi di furto, ma siamo
protetti bene». La palestra Time,
dove si fa di tutto, dall’acqua bike
allo zumba, è aperta dal lunedì al
venerdì, dalle 9 alle 22, il sabato dalle 9 alle 19 e la domenica dalle 9 alle
13, (tel. 0371.431679). Si offrono anche schede di allenamento personalizzate e corsi di gruppo. «In questi
anni - spiega l’amministratrice unica del centro Alevtina Ershova - abbiamo raccolto più di 3mila appassionati di fitness, mantenendo una
media di circa mille abbonati che
frequentano il centro ad ogni stagione».
TRA CHIOSINO E SANDONE
SEMPRE LO STESSO
PROBLEMA DA ANNI:
«SCALO FERROVIARIO
INSOPPORTABILE»
IN CIRCOLAZIONE Mezzi pesanti
■ Viavai continuo di camion e il
chiasso dello scalo ferroviario. Per
gli abitanti del Chiosino la “musica”
non è cambiata. Da anni sono costretti a convivere con il passaggio
dei mezzi pesanti e con le operazioni
di scarico merci.
Tutto il quartiere attorno a via San
Fereolo è cresciuto in modo esponenziale, ma i problemi sono rimasti
gli stessi. Più volte il Broletto ha
avanzato proposte, suggerendo di
spostare lo snodo dei convogli, ma al
momento è tutto fermo. Gli abitanti
dovranno continuare a sopportare il
rumore (anche notturno) dei mezzi
che lavorano vicino alle rotaie.
L’appello per un trasloco è stato sollevato da diverse persone. Filippo De
Luca abita proprio a ridosso della
ferrovia: «Si potrebbe spostare altrove - afferma -, non credo sia così
indispensabile tenerlo qui, ci lavorano poche persone. In compenso, però, c’è un viavai di camion incessante,
di giorno e di notte, soprattutto di
notte. Il loro passaggio, tra l’altro,
contribuisce notevolmente a rovinare le strade della zona». Il residente
ritiene che a San Fereolo non ci siano
grossi problemi da risolvere, «di servizi ce ne sono fin troppi». Semmai,
«servirebbero più controlli lungo la
pista ciclabile, perché è diventata il
parcheggio delle automobili e tra bidoni, ciclisti, pedoni e macchine alla
fine non è sicura».
Via del Sandone è una strada stret-
ta, circondata da ferrovia e case, che
collega la città alla tangenziale. «C’è
anche una telecamera, ma qui il traffico è fuori controllo – segnala la residente Gianfranca Gabuardi – da
tempo chiediamo che parte della
strada vicino alle case venga asfaltata, perché quando piove si forma un
lago e diventa persino difficile raggiungere i cassonetti dell’immondizia. C’è poi il problema della roggia
che emana cattivo odori, per degli
scarichi».
E poi c’è il problema del sottopasso
tra via San Fereolo e via Lodivecchio.
«Qui moto e bici sfrecciano senza
tregua. Non c’è mai nessuno che controlli. Serve un intervento», sottolinea Virginio Tamagni.