Dispense PNL - lezione 1

INTRODUZIONE ALLA PNL Cos’è Nel 2003 Grinder, alla domanda su cosa fosse la pnl, rispose che “la pnl è il ponte che separa la frustrazione dall’emulazione…” Un elemento centrale della PNL è il modellamento: l’identificazione delle strategie utilizzate da persone che già conseguono risultati eccezionali in determinati campi, con successiva appropriazione delle stesse strategie al fine di ottenere risultati analoghi. La PNL è stata creata per permetterci di individuare modi nuovi di comprendere come la comunicazione, verbale e non verbale, influisca sul cervello umano (questo sarà argomento della prossima lezione) e infine la programmaz neuro linguistica si occupa dello studio della struttura dell’esperienza soggettiva e di quello che può essere calcolato da esso. PNL: una definizione a partire dal termine Il termine Programmazione in PNL riguarda le nostre abitudini, quegli schemi di pensiero e di comportamento che tendono a ripetersi. Questi programmi funzionano inconsciamente e questo è il motivo per cui, normalmente, non ne siamo consapevoli; magari non ci pensiamo ma abbiamo programmi inconsci per divertirci, per motivarci, per imparare, per prendere decisioni, per ricordare… alcuni di questi sono efficaci altri possono non esserlo affatto. Alcuni di questi programmi ce li conquistiamo, altri ci vengono trasmessi – o in alcuni casi imposti – da genitori, insegnanti e così via. L’intento di Bandler e Grinder era quello di capire i programmi che funzionano veramente bene e poi, come dicevamo, modellarli. Neuro rappresenta tutto quello che riguarda il sistema nervoso, la tua neurologia, il tuo cervello. Include tutti i sensi: la vista, l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto. Ogni secondo attraverso questi sensi noi percepiamo le informazioni che ci vengono dall’esterno, ne attribuiamo un senso e ci creiamo una personale rappresentazione di esse (anche questo è un processo che avviene generalmente in modo inconsapevole, automatico). Riusciamo in questo modo a formare delle immagine nella nostra mente, a sentire dei suoni interiormente, ad avvertire delle sensazioni, odori e sapori. Molti di noi hanno anche un dialogo interiore ben definito; ti è mai capitato in determinate circostanze di dirti: “quanto sono stato bravo!!”, oppure “questo non puoi farlo, stai scherzando?”. Nella nostra neurologia queste rappresentazioni interne costituiscono il nostro modello del mondo (la nostra “mappa”); attraverso questo meccanismo diamo un senso all’attività cerebrale, comunichiamo con noi stessi e con gli altri e diamo significato alle cose. Infine la parola “linguistica”; capiremo quanto e in che modo il nostro linguaggio condizioni il comportamento proprio e degli altri e non si tratta di un semplice adeguarci a determinate parole; dire a qualcuno “mi devi dire quello che hai fatto”, “sei stato eccezionale”, “ti voglio dire un segreto” modificherà e condizionerà lo stato di chi sta ascoltando e anche il suo successivo comportamento. E questo vale in qualsiasi situazione: parlare al proprio partner, a un amico, in una riunione di lavoro, direttamente al proprio capo, a possibili acquirenti, il linguaggio che usi influenzerà lo stato e il comportamento della persona o delle persone a cui ti stai rivolgendo. A cosa serve la PNL, quali sono le sue applicazioni? Attraverso la PNL si possono modellare strategie funzionanti che ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi; oltre a questo, attraverso la comprensione degli schemi comunicativi del nostro interlocutore e il sapiente uso del linguaggio abbiamo la possibilità di entrare più in relazione con chi ci ascolta (ciò che definiremo più avanti anche come rapport), possiamo inoltre condizionare il suo e il nostro stato d’animo; la pnl ci serve anche a liberarci delle abitudini non più funzionali, a curare le fobie, ad ottenere prestazioni sportive, lavorative o personali ottimali, affrontare la tensione, richiamare stati interiori potenzianti…. I presupposti della programmazione neuro linguistica: 1. è impossibile non comunicare (ogni comunicazione è un comportamento e ogni comportamento è comunicazione: anche lo stare in piedi, imbronciati, a braccia conserte è una forma direi anche piuttosto esplicita di comunicazione!) 2. il buon comunicatore è responsabile al 100% dei risultati che ottiene con la sua comunicazione e ovviamente anche di quelli che non ottiene: se la persona con cui parliamo non ci capisce è un chiaro segno che non ci siamo spiegati utilizzando i canali di comprensione di quella persona. So che questo concetto è un po’ ostico, ma se devi comunicare con un bambino piccolo dovrai adeguare il tuo linguaggio al suo e così via… 3. il significato della comunicazione è nel risultato che si ottiene; essa non è giusta o sbagliata ma efficace o inefficace in relazione all’obiettivo scelto 4. le rappresentazioni fornite dai sensi sono la base dell’esperienza soggettiva, significa che noi vediamo e valutiamo il mondo sulla base dei filtri dati dai nostri sensi 5. la mappa non è il territorio (questa è una delle più famose frasi della pnl: significa che ognuno di noi – riprendendo quanto affermato nel principio precedente – vede il mondo a suo modo, ha quindi una rappresentazione propria del mondo, una sua mappa, ma questa rappresentazione è soggettiva, può essere molto precisa o dettagliata ma non sarà mai corrispondente alla realtà, appunto al territorio. Noi vediamo le cose come se stessimo guardando una mappa, non come se avessimo reale percezione dell’interezza del territorio) 6. se c’è una persona capace di fare una cosa è possibile studiarne la strategia ed insegnarla ad altre persone 7. l’eccellenza è limitata dalla nostra percezione di ciò che è possibile e di ciò che non lo è