Moneta, Nato e petrolio Doccia scozzese per Londra

Referendum che spacca
Moneta, Nato, petrolio
Ecco che succede
se la Scozia se ne va
di UGO BERTONE
God save the pound. La preghiera si è levata fin dall'alba
tra i listini della City dopo la
gelida doccia scozzese: i sondaggi danno una maggioranza seppur risicata (51 a 49) ai
fedeli di Braveheart e di Sean
Connery in vista del referendum del 18 settembre. La possibilità che gli scozzesi, 269 anni dopo la sconfitta dei seguaci di re Giacomo (...)
Verso il voto
Moneta, Nato e petrolio
Doccia scozzese per Londra
L'indipendenza di Edimburgo farà crollare la sterlina, ridurrà il peso inglese all'Onu
e ridimensionerà l'economia britannica. Ma anche i secessionisti avranno i loro problemi
UGO BERTONE
(...) a Culloden, vogliano infrangere l'unità del Regno ha
seminato non poca confusione nelle stanze dei bottoni della finanza britannica, che nel
pomeriggio si è aggrappata anche alla notizia della gravidanza della principessa Kate, tanto per esorcizzare l'assedio
delle cornamuse.
A pagare il prezzo più salato
è stata la sterlina: ieri sera ci
volevano 0,8017 pound per acquistare un euro, solo una settimana fa bastavano 79 centesimi, come a luglio,
quando l'economia
di Londra sembrava
lanciata verso una robustaripresa.Ma numeri ben diversi po-
trebbero saltar fuori
tra una settimana, in
caso di vittoria dei "sì"
all'indipendenza: in
quel caso, il calo della
sterlina potrebbe essere almeno del 10%. E
lo stesso vale anche
per il debito pubblico
della Corona: il gilt decennale sfiora il
2,50%, ben al di sopra
del Btp italiano. In Borsa, infine, si respira aria di ribasso.
Niente di drammatico per
ora, un po' perché la partita è
ancora incerta. Molto perché
nessuno ha ben capito che cosa potrebbe accadere nel caso
che la maggioranza dei 4,2 milioni di scozzesi dai 16 anni in
su che si sono iscritti alle liste
elettorali (su 5 milioni circa di
abitanti) decideranno per il sì
dando vita ad una vera e propria rivoluzione: la Scozia rappresenta solo l'8% dei sudditi
di sua Maestà britannica, ma
occupa il 32% del territorio dell'isola.
Tanto per cominciare, non
è affatto chiaro se la sterlina resterà a moneta sovrana ad
Edimburgo e Glasgow, le città
più importanti di Scozia. È qui
che chiedono gli indipendentisti, ma la Bank of England e il
governo di Londra non si sono ancora pronunciati. In caso di rifiuto, fanno sapere i seguaci del premier Alex Salmond (economista del settore petrolifero), la nuova Scozia recapiterà la sua quota di
debito Dubblico a Londra.
Non è il solo motivo di incertezza con cui fanno i conti gli
analisti della City. Molte banche di Edimburgo stanno predisponendo l'invio dei depositi verso Londra lasciando a
nord solo i debiti. Si spiega così il nervosismo del listino bancario alla City: la Royal Bank
of Scotland ha perso più del
3% così come Standard Life o
il gruppo Lloyd Banking
group che ieri ha cercato di
tranquillizzare i mercati annunciando di aver messo a
punto un eventuale piano per
gestire l'eventuale separazione che sarebbe comunque
preceduta da una fase di preparazione alla nuova realtà.
Per carità, non sono solo i
listini di Borsa ad impensierire gli osservatori inglsi e non.
Che accadrà del seggio britannico permanente all'Onu, si
domandava ieri il Financial
Times. Sarà difficile mantenere una postazione così importante a fronte di Paesi come
l'India (venti volte più popolate) o il Brasile (tre volte di più).
Ancora più problematico l'eventuale futuro asetto della finanza nell'ambito della Nato.
Di sicuro la Scozia indipendente non vuole ospitare la base di Farlane, sul Clyde, ove
stazionano i quattro sottomarini atomici più i 200 Trident
posseduti dalla Gran Bretagna. Per sostituire la base ci
vorrebbero 5 miliari di sterline e dieci anni di lavoro.
Fin qui gli allarmi in arrivo
dal fronte del no, peraltro sorpreso dall'avanzata delle simpatie per la Scozia indipendente, un po' in rutti i ceti sociali. Alex Salmond promette
ai suoi cittadini una ricetta
economica basata sull'esempio dei fortunati vicini scandinavi, i norvegesi. Anche davanti ad Aberdeen,come sulle
coste che fronteggiano Stavanher sorgono le piattaforme per estrarre petrolio e gas
dal mare del Nord. Una ricchezza che, a detta degli scozzesi, è stata rapinata dagli inglesi che fin dai tempi della
Thatcher hanno imposto gabelle come la poli tax prima in
Scozia solo dopo a Londra.
Un Paese con 5 milioni di abitanti, è la tesi degli indipendentisti, può sfruttare meglio
degli altri le opportunità della
new economy, finanziando il
suo sviluppo grazie alle entrate petrolifere. Non è una tesi
sbagliata, riconosce The Economist, ma non va dimenticato che il petrolio de mare del
Nord, ahimè, va verso l'esaurimento. I ricavi ammonteranno a 3 miliardi annui fino al
2017, poi comincerà il declino. E dopo? Ce la farà l'esecutivo di Glasgow, alle prese con
unn debito pubblico prò capite più alto del 15 per cento rispetto all'Inghilterra, a far fronte ai problemi vecchi e nuovi?
La Scozia non si è ancora risollevata dalla crisi della cantieristica e dell'acciaio che ha lasciato strascichi nell'econo-
mia e forterisentimentonell'elettorato. C'è da chiedersi se
l'indipendenza aiuterà ad affrontare erisolverequesti problemi. Di sicuro, la flemma (o
la supponenza) con cui David
Cameron (e l'alter ego laburista Gordon Brown) hanno
snobbato il duello, ha finora favorito non di poco i fautori dell'indipendenza.
::: LA SCHEDA
MONETA
Per molti l'indipendenza scozze si gioca proprio attorno al
nodo della moneta. I casi possibili sono che in Scozia rimanga la sterlina inglese, o che si
munisca di una nuova moneta
indipendente, che peraltro ha
già, o che entri nell'area euro
DEBITO
Gli economisti scozzesi sostengono che se Londra non
permetterà che la Scozia rimanga nella sterlina, allora dovrà sobbarcarsi il debito scozzese che alla sterlina è legato
POZZI PETROLIFERI
Il mare scozzese è ricco di pozzi petroliferi che potrebbero rimanere a Edimburgo in caso
di indipendenza. Il problema è
che questi pozzi si stanno progressivamente esaurendo
NATO, UE E ONU
Spinose sono anche le questioni relative alla permanenza
della Scozia nella Nato e nell'Ue. Secondo Londra, la Scozia dovrà rifare la fila. Per
quanto riguarda l'Onu, invece, il problema è di Londra.
L'Inghilterra infatti potrebbe
perdere il seggio permanente