PCA - PPD Mendrisiotto

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Segretariato PPD, Casella postale 343, 6828 Balerna
Consultazione
PIANO CANTONALE DELLE AGGREGAZIONI (PCA)
Premessa
Il Distretto PPD del Mendrisiotto si è chinato a fondo sul progetto del Piano Cantonale delle Aggregazioni
(PCA) presentato dal Consiglio di Stato, per il quale è stata aperta una consultazione a Comuni e
Associazioni. Alfine di rispondere al meglio a quest’ultima, il Distretto PPD di Mendrisio ha organizzato, lo
scorso 23 gennaio, una serata pubblica di dibattito sull’argomento. Si è infatti ritenuto opportuno coinvolgere
la base e soprattutto i sindaci della regione, protagonisti della serata, alfine di rispondere alla consultazione
con una visione d’insieme e generalizzata della popolazione del Mendrisiotto1. Alla serata ha poi fatto
seguito anche un questionario sul PCA che riprendeva alcune delle domande della consultazione e che ha
permesso di raccogliere un numero per noi significativo di risposte.
Il risultato di questo lavoro è riassunto nella risposta allegata (questionario) e in questo documento più
approfondito che analizza gli aspetti principali del Piano Cantonale delle Aggregazioni.
Le modalità di presentazione
Innanzitutto ci preme sottolineare come il PCA, anche se presentato sicuramente in modo poco consono e
senza previa consultazione delle parti interessate (Comuni e Distretti), è un buon punto di partenza per
lanciare la discussione sulla problematica delle aggregazioni su scala cantonale. Non volendo sottolineare in
questa sede le modalità critiche con cui è stato presentato il PCA per sviare l’approfondimento del progetto,
riteniamo però doveroso indicare come l’assenza di una discussione con i sindaci e i municipali dei Comuni
ticinesi prima della realizzazione del documento sia stato sicuramente un elemento critico che non ne ha
favorito l’approccio. Consegnare all’attenzione di politici e cittadini un progetto di portata non certo
trascurabile, aprire la relativa consultazione - che si vorrebbe allargata, approfondita e seria – in tempi anche
molto stretti, non è sinonimo di una buona democrazia.
La tempistica
Come ribadito poco sopra, il PCA è comunque un documento interessante che ha portato tutto il Cantone a
rimettersi in discussione. Dalle nostre analisi, è emerso come uno degli aspetti centrali critici, e condiviso da
tutti, è la tempistica imposta dal Piano Cantonale delle Aggregazioni. È impensabile, oltre che irrealizzabile,
ridurre a 23 Comuni il nostro Cantone entro il 2020. L’arco temporale di 6 anni non permette di approfondire
una questione così importante che tocca da vicino tutti i cittadini. Come l’esperienza insegna, le aggregazioni
hanno bisogno anche di un sufficiente tempo di maturazione per essere condivise e accettate da parte della
popolazione. Proprio sulla base delle esperienze fatte in questi anni sul territorio che ci riguarda sappiamo
che senza il consenso “dal basso” qualsiasi progetto non può essere realizzato con successo.
1
Vedi articolo Giornale del Popolo allegato Pag.4
Pag.
Riteniamo fondamentale che si debba addirittura discutere ancora sui criteri e sull’approccio da adottare per
formulare una proposta di aggregazione di Comuni. Questo lavoro di analisi porterebbe quasi sicuramente
alla formulazione di altri possibili scenari soprattutto a riguardo delle aree urbane, suburbane e periurbane. In
1 La riduzione dei Comuni
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ogni caso questa discussione, per noi fondamentale, dovrebbe permettere di trovare un maggiore equilibrio
fra i nuovi comuni che verrebbero a crearsi. Analizzando con maggiore profondità il PCA, risulta evidente
come il Cantone Ticino sia invece stato considerato in modo uniforme in questo progetto di riduzione dei
Comuni. Dalla Valle di Blenio, al Bellinzonese fino al Mendrisiotto le realtà, benché simili, sono molto
differenti e devono essere trattate in maniera diversa. È sicuramente ambizioso voler diminuire a 23 il
numero degli enti locali, ma secondo il PPD del Mendrisiotto non è stato fatto con la giusta lungimiranza.
Per non entrare troppo nel merito, è sufficiente ribadire come le esigenze delle Valli sono sicuramente
diverse da quelle di città come Lugano o Mendrisio.
Inoltre, quando il grande cantiere delle aggregazioni ebbe inizio negli anni Novanta, le “fusioni” comunali
avevano lo scopo di aumentare la capacità d’investimento degli enti locali. Oggi purtroppo, e le ultime
aggregazioni lo dimostrano, questa relazione non risulta più valida.
Il Piano Cantonale delle Aggregazioni ripropone infine i problemi di disequilibrio attuali (con un centro
trainante come Lugano e le altre entità che gravitano attorno), “opponendo” enti locali molto grandi e
economicamente forti a Comuni piccoli e dalle capacità finanziarie limitate.
I rapporti cittadino-politico
Nel PCA è purtroppo assente uno studio – che era invece stato condotto dalla Città di Mendrisio per i suoi
progetti aggregativi – che si occupi di analizzare il grado di vicinanza delle Istituzioni alla popolazione e che
analizzi il concetto di prossimità fra organismi di gestione/amministrazione politica e cittadino. Questa
analisi permetterebbe di capire meglio dove potrebbero collocarsi i confini naturali del nuovo Comune. È
fondamentale infatti definire l’appartenenza, ossia capire verso quale centro la vita degli abitanti di un
Comune è maggiormente attratta.
Siamo infatti scettici sul rapporto che verrebbe a crearsi fra cittadino e politico. In una città di 90'000 abitanti
come Lugano e di quasi 50'000, come ipotizzato per il Mendrisiotto, la popolazione perde quel senso di
appartenenza e vicinanza con i dirigenti politici. Malgrado le commissioni di quartiere e altre entità di
riferimento, i cittadini della nostra regione temono di perdere quello che oggi è sicuramente un vantaggio e
un punto di forza per i nostri Comuni: il contatto diretto con le autorità. Punti interrogativi che vengono
inoltre sollevati e che chiedono un certo approfondimento sono la perdita di identità e la centralizzazione dei
servizi. Pensando al cambiamento della piramide demografica, orientata sempre più verso l’invecchiamento
della popolazione, la questione della prossimità dei servizi e del dialogo con questa parte della popolazione
rappresenta un aspetto non trascurabile che merita certamente di essere approfondito ulteriormente.
Oltre a questi aspetti è necessario chinarsi anche sul ruolo dell’amministratore comunale di una città di una
tale dimensione. Il politico di milizia difficilmente potrà continuare ad esistere. Come insegna oggi Lugano,
di cui tre municipali su sette sono politici professionisti – è praticamente impossibile conciliare un’attività
lavorativa con quella politica. Anche i partiti, di conseguenza, avranno maggiori difficoltà ad avere un
contatto diretto con i loro elettori e ad esporre le varie problematiche.
I rapporti Comuni-Cantone
Pag.
Per una riduzione degli enti locali come quella progettata, sarà fondamentale attuare una profonda riforma
dei compiti dello Stato, ripensare una riforma dei flussi finanziari e – non da ultimo – studiare una riforma
organizzativa dell’amministrazione comunale.
2 Il PCA prende in poca considerazione i rapporti Comuni-Cantone. Questo è un aspetto certamente
fondamentale e primario e siamo sicuri che sarà sviluppato nella prossima fase del progetto.
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Con 23 Comuni, di cui un centro di oltre 90'000 abitanti (Lugano) e il Bellinzonese, il Locarnese e il
Mendrisiotto come Città a tutti gli effetti di quasi 50'000 abitanti, ci chiediamo quale possa essere il ruolo del
Cantone. Gli equilibri finanziari rispetto allo Stato cantonale saranno sicuramente differenti e bisognerà agire
di conseguenza. È auspicabile in ogni caso che questi approfondimento, indipendentemente dalla proposta
aggregativa che ne scaturirà, contribuiscano ad arrestare l’attuale politica di riversamento di spese dal
Cantone agli enti comunali.
Inutile sottolineare che, per portare avanti e sostenere un progetto come il PCA, il Cantone deve disporre di
finanze più che sane.
Il Mendrisiotto
Per quanto concerne il nostro Distretto, riteniamo giusto sottolineare come un Comune unico sia
probabilmente la soluzione migliore, rispetto a un bipolarismo centrato su Chiasso e Mendrisio. Un unico
Comune potrà probabilmente migliorare la gestione di alcune problematiche oggi regionali. Pensiamo ad
esempio alla mobilità, allo sviluppo territoriale, ai rapporti con l’Italia o alla forza di polo economico del
Mendrisiotto. Il progetto aggregativo deve quindi presentare uno o più scenari attuabili attraverso i quali si
possa capire se il Comune unico sia garanzia di un concreto miglioramento dei servizi ai cittadini.
Conclusioni
Il PCA è un ottimo spunto di discussione sul futuro del nostro Cantone. Siamo però convinti che sia
necessaria un’analisi molto più approfondita di quanto presentato fin qui. Nei confronti del progetto vi è
ancora molto scetticismo e numerosi punti sono da approfondire o da rivalutare. Non bisogna infatti
dimenticare che nell’ultimo decennio diversi comuni del Mendrisiotto sono stati impegnati nel lavoro di
studio e poi di concretizzazione di processi aggregativi anche importanti. Oltre ad un atto giuridico,
istituzionale e politico, l’aggregazione è soprattutto un mutamento territoriale, economico, organizzativo e
sociale che richiede tempo per essere assimilato.
In generale, il PCA solleva alcune problematiche e può rivelarsi un buon punto di partenza per disegnare il
Ticino di domani. Ciò che preme ai popolari democratici del Mendrisiotto è l’attenta valutazione delle
opinioni dei cittadini. Un progetto come il PCA non deve risultare lontano dalla volontà popolare. Il Distretto
PPD ha infatti voluto cercare di colmare quanto non fatto dal Cantone, coinvolgendo direttamente i suoi
simpatizzanti nella risposta alla consultazione.
Rimaniamo quindi in attesa di analizzare il PCA nel suo insieme, soprattutto per quanto riguarda la
situazione finanziaria, basilare per portare avanti un progetto di una tale entità.
Valentina De Bianchi,
coordinatrice del gruppo
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Filippo Gabaglio,
presidente distrettuale
3 Per il gruppo di studio
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4 ALLEGATI