WWF Italia Sezione Regionale Emilia-Romagna Via S. Serlio, 25/2 40128 Bologna Tel/fax: 051. 522087 e-mail: [email protected] sito: www.wwf.it/emiliaromagna DOCUMENTO STRATEGICO DEL NUOVO PSR 2014-2020 OSSERVAZIONI DEL WWF EMILIA-ROMAGNA Premessa L'agricoltura può avere un ruolo chiave oggi per uscire dalla crisi economica ed ecologica che stiamo attraversando. Proprio il consumo dei terreni agricoli, spinto da forze speculative sempre più lontane dall'economia reale e responsabile della perdita di servizi ecosistemici alla base della qualità della vita, rappresenta il paradigma di una crescita da riportare rapidamente entro il limiti della sostenibilità. Si tratta di un problema noto fino a pochi anni fa ad ambientalisti ed agricoltori, ed oggi condiviso da una porzione sempre maggiore dell'opinione pubblica. Per questo il WWF, insieme ad altre associazioni ambientaliste e rappresentative del mondo agricolo, ha posto particolare attenzione al processo di elaborazione degli strumenti finanziari per la politica agricola comune per il periodo 2014-2020, non senza una certa delusione per un esito piuttosto appannato rispetto alle aspettative degli ambientalisti e del mondo agricolo più favorevole all'affermarsi di un'agricoltura multifunzionale, in particolare nel primo pilastro. Tuttavia il PSR, grazie anche ad un regolamento europeo che offre varie opportunità, è uno strumento fondamentale e, se ci guardiamo attorno, uno dei pochi che restano per l'attuazione di varie politiche ambientali in Italia. A tale proposito è il caso di sottolineare come la stessa Regione Emilia-Romagna individua l'attuazione delle proprie politiche in vari campi (ambiente, paesaggio, biodiversità, gestione delle risorse idriche, conservazione della natura ecc.) proprio nel PSR, che in questo momento è chiamato a rispondere a quanto atteso. Rispondendo alle occasioni di partecipazione a cui il WWF ha sempre risposto e nell'auspicio che la consultazione possa continuare nelle fasi successive di definizione del programma e delle misure, nonché della sua attuazione, si riportano di seguito per punti le principali osservazioni dell'Associazione. • • • • Si chiede se e in quale modo sia prevista una procedura partecipativa per la definizione di dettaglio delle misure e quali saranno i tempi per le procedure di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione d’Incidenza, di cui non si fa menzione nella documentazione presentata. Si chiede di chiarire in quali termini sono da “valutare” gli Art 35 (Servizi silvoclimatico-ambientali e salvaguardia delle foreste) e 31 (Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro dell’acqua, limitatamente alla parte relativa alla direttiva quadro delle acque). Si propone di introdurre un preciso riferimento ai servizi ecosistemici, indicando in quali termini il PSR intende supportarli e promuovere il riconoscimento anche economico del loro valore. La tutela della biodiversità e il trasferimento delle conoscenze sulla sostenibilità ambientale devono trovare spazio adeguato nelle attività formative. È necessaria Registrato come: WWF Italia Via Po, 25/c 00198 Roma Lo scopo finale del WWF è fermare e far regredire il degrado dell’ambiente naturale del nostro pianeta e contribuire a costruire un futuro in cui l’umanità possa vivere in armonia con la natura. Ente morale riconosciuto con D.P.R. n. 493 del 04.04.1974. Schedario Anagrafe Naz.le Ricerche N. H 1890AD2. Cod.Fisc. 80078430586 O.N.G. idoneità riconosciuta P.IVA IT 02121111005 con D.M. 2005/337/000950/5 del 09.02.2005 - ONLUS di diritto • • • • • un'informazione adeguata per promuovere le focus aree per la sostenibilità e per le risorse naturali. Si propone che la promozione di sistemi innovativi di gestione delle aree agricole e gli strumenti per la creazione di filiere corte tenga conto degli obiettivi di biodiversità e dell'applicazione delle norme più avanzate e non ancora attuate sul territorio regionale. A tale proposito si ricorda l'opportunità offerta dal decreto legislativo 14.08.2012 n.148 che consente la commercializzazione delle miscele di sementi di piante foraggere di vari generi, specie e se del caso sottospecie, destinate a essere utilizzate per la preservazione dell'ambiente naturale, con alcuni vincoli, fra i quali quello di individuare le zone fonte all’interno dei siti della rete Natura 2000. Il PSR ed in particolare il Partenariato Europeo per l'Innovazione possono essere gli strumenti più idonei per favorire l'attuazione di tale opportunità. Si chiede ove possibile e se funzionale al raggiungimento degli obiettivi, di consentire l'accesso ai finanziamenti anche da parte di beneficiari diversi dagli agricoltori: enti pubblici, aree protette associazioni naturalistiche, proprietari, ecc. Le associazioni naturalistiche possano continuare, come nel PSR precedente, ad essere beneficiare di contributi per interventi di conservazione e di fruizione, ma sarebbe opportuno predisporre i bandi affinché questi possano essere funzionali non solo agli ambiti strettamente agricoli ma anche a quelli forestali, dal momento che le aree protette di collina e di montagna sono mosaici di ambienti entro i quali la distinzione tra i due tipi di copertura risulta artificiosa e non idonea a varie tipologie di progetto (per fare un esempio, la sistemazione di un sentiero dovrebbe essere resa possibile per l'intero sviluppo del percorso e non solo dove questo attraversa un'area agricola. I dati del monitoraggio effettuato da Agriconsulting sul programma in via di chiusura, pur evidenziando il non raggiungimento completo degli obiettivi riguardanti la biodiversità, non entrano nel dettaglio delle singole misure e degli eventuali nodi che non hanno consentito di impiegare tutte le risorse disponibili. Si auspica che tale analisi sia effettuata nella definizione dei bandi, così da superare gli ostacoli e garantire una migliore riuscita, sulla base dell'esperienza acquisita con il programma 2007-2013. L'approvazione dei Piani di Gestione e delle Misure di Conservazione dei siti della rete Natura 2000, oggi in fase di conclusione dopo un lungo percorso nel quale il WWF ha avuto la possibilità di partecipare con le proprie proposte ed osservazioni, impegna le amministrazioni provinciali, la Regione e gli enti per la biodiversità alla realizzazione di diverse azioni (regolamentari e contrattuali), che dovranno essere tradotte nel PSR a vari livelli: condizionalità, indennità natura 2000 e misure volontarie. L'ingente lavoro conoscitivo, di analisi e di elaborazione delle misure di conservazione, effettuato dalla Regione e dalle Province, rende oggi disponibile un quadro dettagliato delle esigenze di conservazione. Si ritiene quindi indispensabile una stretta collaborazione all'interno della Regione, nonché tra Regione e Province, affinché gli interventi previsti dai Piani di Gestione e dalle Misure di Conservazione trovino un'effettiva rispondenza nelle misure del PSR. Si propone un coinvolgimento diretto degli enti competenti nella fase di pubblicazione dei bandi, di promozione del piano e di selezione delle domande, in particolare gli enti per la gestione dei parchi e della biodiversità, con l'auspicio che a • • • • • • questi sia affidata anche la gestione dei siti Natura 2000. Lo strumento degli accordi agroambientali potrebbe trovare in tali soggetti pubblici l'azione di coordinamento necessaria per azioni diffuse sul territorio. Si apprezza il riferimento esplicito al contenimento delle specie alloctone e si propone di considerare la possibilità di pagamenti non solo come indennizzi derivanti da vincoli, ma anche come azioni volontarie, oltre che come impegni nell'ambito dei vari interventi previsti. In vista della definizione di dettaglio delle focus area, si ricordano sinteticamente alcune tipologie di azioni che si ritengono importanti per la conservazione della biodiversità, con la disponibilità a fornire indicazioni di maggior dettaglio nella fase di predisposizione delle misure: mantenimento di prati e pascoli abbandonati nelle aree montane, pascolo estensivo, conversione dei seminativi in prati stabili/permanenti, mantenimento dei prati magri, mantenimento e ripristino di bacini, zone umide, aree per l'esondazione, casse di espansione, fasce tampone, gestione naturalistica dei pioppeti e conversione in boschi misti, tutela del legno morto, realizzazione di pozze forestali, gestione naturalistica delle sponde dei corsi d'acqua (anche oltre quanto previsto dal disciplinare tecnico regionale, mantenimento di un livello idrico minimo in alcuni tratti dei canali di bonifica. Nel documento strategico si fa riferimento alla biodiversità di interesse comunitario. Non va dimenticato che alla biodiversità degli ambienti dell'Emilia-Romagna concorrono anche molte specie di interesse locale o regionale, il cui valore va riconosciuti, anche in quanto oggetto di tutela da parte di norme specifiche (es. LR n. 2/77 e L/R n. 15/2006). Per quanto riguarda i pesticidi, i dati che emergono non sono da sottovalutare, anche considerando la criticità evidenziata per la biodiversità della regione. È necessario intervenire per limitare maggiormente l’uso dei pesticidi a livello regionale. Per quanto riguarda gli interventi per la riduzione dei consumi idrici si chiede di promuovere solo interventi che non contrastino con gli obiettivi fissati per la biodiversità, evitando ad esempio interventi di impermeabilizzazione delle sponde fluviali. In relazione alle “bioenergie”, sia per quanto riguarda la realizzazione di nuovi impianti in ambito planiziale, sia per lo sfruttamento del patrimonio boschivo di collina e montagna, ci si attende tutta la cautela necessaria a valutare attentamente in termini complessivi (compresi tutti gli impatti sull'ambiente e sulla biodiversità) gli interventi da incentivare, tenendo conto della forte pressione che oggi il settore esercita sull'economia, sull'ambiente e sulle scelte politiche locali. Bologna, 27.01.2014
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