Osservazioni al documento strategico: verso il PSR 2014-2020

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DOCUMENTO STRATEGICO DEL NUOVO PSR 2014-2020
OSSERVAZIONI DEL WWF EMILIA-ROMAGNA
Premessa
L'agricoltura può avere un ruolo chiave oggi per uscire dalla crisi economica ed ecologica che
stiamo attraversando. Proprio il consumo dei terreni agricoli, spinto da forze speculative sempre
più lontane dall'economia reale e responsabile della perdita di servizi ecosistemici alla base della
qualità della vita, rappresenta il paradigma di una crescita da riportare rapidamente entro il limiti
della sostenibilità. Si tratta di un problema noto fino a pochi anni fa ad ambientalisti ed
agricoltori, ed oggi condiviso da una porzione sempre maggiore dell'opinione pubblica.
Per questo il WWF, insieme ad altre associazioni ambientaliste e rappresentative del mondo
agricolo, ha posto particolare attenzione al processo di elaborazione degli strumenti finanziari per
la politica agricola comune per il periodo 2014-2020, non senza una certa delusione per un esito
piuttosto appannato rispetto alle aspettative degli ambientalisti e del mondo agricolo più
favorevole all'affermarsi di un'agricoltura multifunzionale, in particolare nel primo pilastro.
Tuttavia il PSR, grazie anche ad un regolamento europeo che offre varie opportunità, è uno
strumento fondamentale e, se ci guardiamo attorno, uno dei pochi che restano per l'attuazione di
varie politiche ambientali in Italia. A tale proposito è il caso di sottolineare come la stessa
Regione Emilia-Romagna individua l'attuazione delle proprie politiche in vari campi (ambiente,
paesaggio, biodiversità, gestione delle risorse idriche, conservazione della natura ecc.) proprio nel
PSR, che in questo momento è chiamato a rispondere a quanto atteso.
Rispondendo alle occasioni di partecipazione a cui il WWF ha sempre risposto e nell'auspicio che
la consultazione possa continuare nelle fasi successive di definizione del programma e delle
misure, nonché della sua attuazione, si riportano di seguito per punti le principali osservazioni
dell'Associazione.
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Si chiede se e in quale modo sia prevista una procedura partecipativa per la definizione
di dettaglio delle misure e quali saranno i tempi per le procedure di Valutazione
Ambientale Strategica e di Valutazione d’Incidenza, di cui non si fa menzione nella
documentazione presentata.
Si chiede di chiarire in quali termini sono da “valutare” gli Art 35 (Servizi silvoclimatico-ambientali e salvaguardia delle foreste) e 31 (Indennità Natura 2000 e
indennità connesse alla direttiva quadro dell’acqua, limitatamente alla parte relativa
alla direttiva quadro delle acque).
Si propone di introdurre un preciso riferimento ai servizi ecosistemici, indicando in
quali termini il PSR intende supportarli e promuovere il riconoscimento anche
economico del loro valore.
La tutela della biodiversità e il trasferimento delle conoscenze sulla sostenibilità
ambientale devono trovare spazio adeguato nelle attività formative. È necessaria
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diritto
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un'informazione adeguata per promuovere le focus aree per la sostenibilità e per le
risorse naturali.
Si propone che la promozione di sistemi innovativi di gestione delle aree agricole e gli
strumenti per la creazione di filiere corte tenga conto degli obiettivi di biodiversità e
dell'applicazione delle norme più avanzate e non ancora attuate sul territorio regionale.
A tale proposito si ricorda l'opportunità offerta dal decreto legislativo 14.08.2012
n.148 che consente la commercializzazione delle miscele di sementi di piante
foraggere di vari generi, specie e se del caso sottospecie, destinate a essere utilizzate
per la preservazione dell'ambiente naturale, con alcuni vincoli, fra i quali quello di
individuare le zone fonte all’interno dei siti della rete Natura 2000. Il PSR ed in
particolare il Partenariato Europeo per l'Innovazione possono essere gli strumenti più
idonei per favorire l'attuazione di tale opportunità.
Si chiede ove possibile e se funzionale al raggiungimento degli obiettivi, di consentire
l'accesso ai finanziamenti anche da parte di beneficiari diversi dagli agricoltori: enti
pubblici, aree protette associazioni naturalistiche, proprietari, ecc. Le associazioni
naturalistiche possano continuare, come nel PSR precedente, ad essere beneficiare di
contributi per interventi di conservazione e di fruizione, ma sarebbe opportuno
predisporre i bandi affinché questi possano essere funzionali non solo agli ambiti
strettamente agricoli ma anche a quelli forestali, dal momento che le aree protette di
collina e di montagna sono mosaici di ambienti entro i quali la distinzione tra i due tipi
di copertura risulta artificiosa e non idonea a varie tipologie di progetto (per fare un
esempio, la sistemazione di un sentiero dovrebbe essere resa possibile per l'intero
sviluppo del percorso e non solo dove questo attraversa un'area agricola.
I dati del monitoraggio effettuato da Agriconsulting sul programma in via di chiusura,
pur evidenziando il non raggiungimento completo degli obiettivi riguardanti la
biodiversità, non entrano nel dettaglio delle singole misure e degli eventuali nodi che
non hanno consentito di impiegare tutte le risorse disponibili. Si auspica che tale
analisi sia effettuata nella definizione dei bandi, così da superare gli ostacoli e
garantire una migliore riuscita, sulla base dell'esperienza acquisita con il programma
2007-2013.
L'approvazione dei Piani di Gestione e delle Misure di Conservazione dei siti della
rete Natura 2000, oggi in fase di conclusione dopo un lungo percorso nel quale il
WWF ha avuto la possibilità di partecipare con le proprie proposte ed osservazioni,
impegna le amministrazioni provinciali, la Regione e gli enti per la biodiversità alla
realizzazione di diverse azioni (regolamentari e contrattuali), che dovranno essere
tradotte nel PSR a vari livelli: condizionalità, indennità natura 2000 e misure
volontarie. L'ingente lavoro conoscitivo, di analisi e di elaborazione delle misure di
conservazione, effettuato dalla Regione e dalle Province, rende oggi disponibile un
quadro dettagliato delle esigenze di conservazione. Si ritiene quindi indispensabile una
stretta collaborazione all'interno della Regione, nonché tra Regione e Province,
affinché gli interventi previsti dai Piani di Gestione e dalle Misure di Conservazione
trovino un'effettiva rispondenza nelle misure del PSR.
Si propone
un coinvolgimento diretto degli enti competenti nella fase di
pubblicazione dei bandi, di promozione del piano e di selezione delle domande, in
particolare gli enti per la gestione dei parchi e della biodiversità, con l'auspicio che a
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questi sia affidata anche la gestione dei siti Natura 2000. Lo strumento degli accordi
agroambientali potrebbe trovare in tali soggetti pubblici l'azione di coordinamento
necessaria per azioni diffuse sul territorio.
Si apprezza il riferimento esplicito al contenimento delle specie alloctone e si propone
di considerare la possibilità di pagamenti non solo come indennizzi derivanti da
vincoli, ma anche come azioni volontarie, oltre che come impegni nell'ambito dei vari
interventi previsti.
In vista della definizione di dettaglio delle focus area, si ricordano sinteticamente
alcune tipologie di azioni che si ritengono importanti per la conservazione della
biodiversità, con la disponibilità a fornire indicazioni di maggior dettaglio nella fase di
predisposizione delle misure: mantenimento di prati e pascoli abbandonati nelle aree
montane, pascolo estensivo, conversione dei seminativi in prati stabili/permanenti,
mantenimento dei prati magri, mantenimento e ripristino di bacini, zone umide, aree
per l'esondazione, casse di espansione, fasce tampone, gestione naturalistica dei
pioppeti e conversione in boschi misti, tutela del legno morto, realizzazione di pozze
forestali, gestione naturalistica delle sponde dei corsi d'acqua (anche oltre quanto
previsto dal disciplinare tecnico regionale, mantenimento di un livello idrico minimo
in alcuni tratti dei canali di bonifica.
Nel documento strategico si fa riferimento alla biodiversità di interesse comunitario.
Non va dimenticato che alla biodiversità degli ambienti dell'Emilia-Romagna
concorrono anche molte specie di interesse locale o regionale, il cui valore va
riconosciuti, anche in quanto oggetto di tutela da parte di norme specifiche (es. LR n.
2/77 e L/R n. 15/2006).
Per quanto riguarda i pesticidi, i dati che emergono non sono da sottovalutare, anche
considerando la criticità evidenziata per la biodiversità della regione. È necessario
intervenire per limitare maggiormente l’uso dei pesticidi a livello regionale.
Per quanto riguarda gli interventi per la riduzione dei consumi idrici si chiede di
promuovere solo interventi che non contrastino con gli obiettivi fissati per la
biodiversità, evitando ad esempio interventi di impermeabilizzazione delle sponde
fluviali.
In relazione alle “bioenergie”, sia per quanto riguarda la realizzazione di nuovi
impianti in ambito planiziale, sia per lo sfruttamento del patrimonio boschivo di
collina e montagna, ci si attende tutta la cautela necessaria a valutare attentamente in
termini complessivi (compresi tutti gli impatti sull'ambiente e sulla biodiversità) gli
interventi da incentivare, tenendo conto della forte pressione che oggi il settore
esercita sull'economia, sull'ambiente e sulle scelte politiche locali.
Bologna, 27.01.2014