All. 4 - Provincia di Torino

PREMESSA
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Intervento in progetto
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Materiale bibliografico consultato
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Specifiche indagini geologiche realizzate e indagini bibliografiche
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Individuazione dei vincoli
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO
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Formazioni presenti in situ, assetto litostratigrafico, struttura e caratteri fisici del sottosuolo
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Assetto geomorfologico e acque superficiali
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Assetto idrogeologico
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SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E CONSIDERAZIONI
GEOLOGICO – TECNICHE SULLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
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PREMESSA
Intervento in progetto
La Provincia di Torino intende adeguare l’intersezione a raso tra la Sp 22 e la SP 22 dir 1
situata in Comune di Grosso, mutandone la geometria attuale con un assetto a rotatoria.
L’intervento in progetto sarà realizzato parte su attuale sedime stradale parte su terreno
coltivo adiacente alla zona attualmente pavimentata, comportando minimi movimenti terra di
scotico e preparazione del piano di fondazione stradale e una nuova regimazione delle acque
di precipitazione meteorica in corrispondenza dell’incrocio.
Materiale bibliografico consultato
Il materiale bibliografico consultato per la redazione del presente inquadramento geologico
corrisponde alla cartografia tecnica e geologica di seguito elencata:
-
Foglio CGI 56 Torino;
-
Tavolette IGM levate 1880, 1921 e 1969;
-
Sezione CTR 134110 scala 1:10.000;
-
Elemento CTP 134112 scala 1:5.000;
-
PTC2;
-
Geoportale Arpa Piemonte da http://webgis.arpa.piemonte.it/geoportale/;
-
Banca dati geotecnica da http://webgis.arpa.piemonte.it/geoportale/;
-
Banca dati geologica scheda Grosso 001119 da http://webgis.arpa.piemonte.it/bdge/;
-
Adeguamento al PAI del PRG del comune di Grosso approvato con DGR 3 ottobre
2011, n. 41-2685;
-
PTA http://www.regione.piemonte.it/acqua/pianoditutela/tutela.htm.
Specifiche indagini realizzate e indagini bibliografiche
Non sono state realizzate indagini geognostiche a supporto della progettazione preliminare
dell’intervento.
Si è proceduto alla consultazione delle stratigrafie semplificate delle indagini geognostiche
effettuate nell’area della discarica per RSU in località Vauda Grande del Comune di Grosso.
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Individuazione dei vincoli
Si è proceduto alla consultazione del Sistema Informativo Territoriale della Provincia di
Torino, per individuare potenziali vincoli ambientali e/o zone d’interferenza con l’intervento
in progetto. Gli esiti della consultazione vengono esposti in forma tabellare come di seguito
esposto:
tematismi ambientali valutati
SI
NO
Parchi/ aree protette nazionali
X
Parchi/ aree protette regionali
X
Parchi/ aree protette provinciali
X
Aree di pregio e tutela ambientale individuate su strumenti pianificatori vigenti
X
Siti di importanza comunitaria e Biotopi
X
Territori inclusi all'interno delle fasce fluviali (PSFF e PAI)
X
Territori inclusi all'interno di aree in dissesto PAI
X
Zona censita all’IFFI
X
Altri dissesti (vedi cartografia allegata all’adeguamento al PAI del PRGC)
X
Interferenza con zone soggette a vincolo idrogeologico ex LR 45/1989
X
Abitati da trasferire e consolidare
X
Zone di ricarica della falda (PTR art. 37)
X
verifiche ex art. 142 - D.Lgs. 22-1-2004 n. 42:
SI
NO
a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di
battigia, anche per i terreni elevati sul mare;
X
b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri
dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
X
c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11
dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150
metri ciascuna;
X
d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena
alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole;
X
e) i ghiacciai e i circhi glaciali;
X
f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei
parchi;
X
g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco,
e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2
e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227;
X
h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici;
X
i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della
Repubblica 13 marzo 1976, n. 448;
X
l) i vulcani;
X
m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del
presente codice;
X
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INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Formazioni presenti in situ, assetto litostratigrafico, struttura e caratteri fisici del
sottosuolo
L’intervento in progetto interesserà come volume significativo gli strati più superficiali della
colonnina litostratigrafica e comporterà movimentazioni di terreno modeste.
In particolare l’area in esame o è già occupata dalla pavimentazione stradale o da suolo
coltivo derivante dalla coltre d’alterazione dei depositi fluviali censiti al Foglio 56 Torino
della CGI, come flM Fluviale Mindel.
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In dettaglio il Fluviale Mindel è descritto alla cartografia geologica come deposito fluviale
dell’alto terrazzo ondulato a paleo suolo argilloso rosso- bruno completamente decalcificato
(ferretto) per uno spessore di oltre 5 m costituente lembo di antica conoide del Fiume Stura di
Lanzo.
La descrizione regionale fornita nella carta geologica trova riscontro nelle indagini
geognostiche, consultabili on line alla Banca dati geotecnica dell’Arpa Piemonte, eseguite
presso la discarica di grosso in località, localizzate ad EST dell’area d’intervento, sempre sul
terrazzo mindelliano per quanto a quote più elevate di circa 3 - 4 m, a distanza di circa un
chilometro.
Assetto geomorfologico e acque superficiali
L’intervento si localizza nell’ambito dell’alta pianura torinese, al margine dei rilievi alpini, tra
lo sbocco del T. Stura di Lanzo e del T. Malone.
Più precisamente, l’area in esame è localizzata nell’ambito del bacino idrografico del T. Fisca,
in sinistra idrografica; il T. Fisca, a sua volta, è affluente di destra del T. Malone.
Dal punto di vista geomorfologico l’intervento è situato su un terrazzo alluvionale antico; tale
terrazzo borda, delimitandola a EST, la media pianura su cui scorre, in direzione SUD EST, il
T. Stura di Lanzo.
Dagli episodi deposizionali ed erosivi del conoide del T. Stura di Lanzo e del T. Malone si
sono generate queste superfici di media pianura e dei terrazzi fluviali antichi, impostate su
depositi alluvionali di taglia granulometrica prevalente grossolana con suoli di copertura
piuttosto potenti e caratterizzati da un elevato grado d’alterazione.
L’idrografia superficiale che ha determinato l’assetto geomorfologico è legata al sistema
Stura di Lanzo – Malone.
I sedimenti costituenti il paleoconoide del T. Stura di Lanzo hanno determinato la
sedimentazione dei depositi erosi attualmente dal T. Stura di Lanzo e dal T. Malone e dai loro
affluenti.
Pertanto, la Stura di Lanzo ha determinato la scarpata che delimita a OVEST l’area
d’intervento sopraelevandola rispetto ai depositi Fluviali recenti (fl R) del T. Stura di Lanzo;
mentre la scarpata che delimita a EST l’area d’intervento è ascrivibile all’attività del reticolo
minore, affluente di destra in testata del Malone.
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Per la potenziale influenza sull’area ove insisterà la rotonda e per la corretta gestione delle
acque di precipitazione nell’ambito del progetto si può concentrare l’attenzione sul
sottobacino di terz’ordine del T. Fisca, chiuso immediatamente a valle dell’incorcio oggetto
d’adeguamento.
Tale bacino, seguendo la gerarchizzazione di Strhaler, è di quint’ordine con deflusso delle
acque prevalente a SUD – SUS EST, in direzione della pendenza regionale della superficie
del terrazzo fluviale antico (fl M), il quale immerge a SUD EST.
Assetto idrogeologico
Per delineare l’assetto idrogeologico dell’area in esame si ritiene opportuno partire dalla
descrizione fornita nell’ambito del PTA della regione Piemonte per poi passare, dal dato
regionale alle considerazioni di maggior dettaglio che si possono formulare sulla scorta dei
dati disponibili.
L’area in esame appartiene alla macroarea idrogeologica superficiale MS6 e alla macroarea
idrogeologica profonda MP2 o della Pianura Torinese Settentrionale.
In particolare nell’ambito della macroarea idrogeologica superficiale MS6, si riconoscono
delle aree idrogeologiche omogenee più limitate; l’area di che trattasi s’inserisce nell’area
idrogeologica superficiale TE07 descritta come “Terrazzo dell’Alta Pianura torinese tra
Malone e Stura di Lanzo” e corrispondente all’antico terrazzo fluvioglaciale generato sul
paleoconoide della Stura di Lanzo, reinciso e colmato dai depositi fluviali più recenti,
degradante verso il F.Po con ricarica meteorica, deflusso dalle zone pedemontane, dalle
perdite dei corsi d'acqua sospesi sulla piezometrica.
A livello regionale lo sviluppo verticale degli acquiferi vede la superficie basale del primo
acquifero collocarsi prevalentemente nell'intervallo di profondità tra 50 – 75 m ed oltre in
corrispondenza delle superfici terrazzate antiche, quali quella delle Vaude.
Tuttavia non si può escludere la formazione di falde sospese più superficiali e di importanza
locale (con soggiacenza variabile tra i 10 e i 50 m).
Non sono presenti pozzi utili all’osservazione della superficie freatica nelle immediate
vicinanze dell’area in esame e i punti d’osservazione più vicini sono rappresentati dai pozzi di
monitoraggio della discarica sita a circa un chilometro ad EST del sito in esame.
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SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E CONSIDERAZIONI
GEOLOGICO – TECNICHE SULLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Ai precedenti paragrafi è stato anticipato che non sono state realizzate specifiche indagini
geognostiche; pertanto l’inquadramento geologico – tecnico proposto si basa sulle
informazioni bibliografiche.
Il modello proposto è semplificato e, in una scala d’attendibilità compresa tra 1 (scarso) e 5
(ottimo), si può ragionevolmente collocare ad un livello di attendibilità 2, che corrisponde a
mediocre.
La colonnina litostratigrafica vede, pertanto uno spessore variabile di suolo coltivo su alcuni
metri di depositi argillificati (corrispondenti al ferretto) per poi passare in profondità a
depositi fluviali medio grossolani ascrivibili al paleo conoide, e piuttosto alterati.
Dai dati bibliografici la soggiacenza della falda è localizzabile sui 10 m da p.c..
Le maggiori criticità dal punto di vista geologico – tecnico sono individuabili nei seguenti
punti:
-
stima della potenza dello scotico;
-
indicazione della quota di uno strato di fondazione con adeguate caratteristiche di
capacità portante.
Le summenzionate criticità sono state affrontate nelle previsioni progettuali inserendo,
comunque, un geotessuto atto a migliorare ed omogeneizzare le caratteristiche della
fondazione.
Inoltre, per le successive fasi di progettazione e d’esecuzione dei lavori si evidenziano le
seguenti potenziali problematiche dal punto di vista geologico – geomorfologico:
-
problemi di drenaggio e di allontanamento delle acque di precipitazione meteorica e di
ristagno;
-
difficoltà nello stimare la potenza dello scotico necessario per la realizzazione
dell’opera nonché le caratteristiche geotecniche del piano di fondazione del rilevato.
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