PREMESSA 2 Intervento in progetto 2 Materiale bibliografico consultato 2 Specifiche indagini geologiche realizzate e indagini bibliografiche 2 Individuazione dei vincoli 3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO 4 Formazioni presenti in situ, assetto litostratigrafico, struttura e caratteri fisici del sottosuolo 4 Assetto geomorfologico e acque superficiali 5 Assetto idrogeologico 6 SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E CONSIDERAZIONI GEOLOGICO – TECNICHE SULLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO 7 1 di 7 PREMESSA Intervento in progetto La Provincia di Torino intende adeguare l’intersezione a raso tra la Sp 22 e la SP 22 dir 1 situata in Comune di Grosso, mutandone la geometria attuale con un assetto a rotatoria. L’intervento in progetto sarà realizzato parte su attuale sedime stradale parte su terreno coltivo adiacente alla zona attualmente pavimentata, comportando minimi movimenti terra di scotico e preparazione del piano di fondazione stradale e una nuova regimazione delle acque di precipitazione meteorica in corrispondenza dell’incrocio. Materiale bibliografico consultato Il materiale bibliografico consultato per la redazione del presente inquadramento geologico corrisponde alla cartografia tecnica e geologica di seguito elencata: - Foglio CGI 56 Torino; - Tavolette IGM levate 1880, 1921 e 1969; - Sezione CTR 134110 scala 1:10.000; - Elemento CTP 134112 scala 1:5.000; - PTC2; - Geoportale Arpa Piemonte da http://webgis.arpa.piemonte.it/geoportale/; - Banca dati geotecnica da http://webgis.arpa.piemonte.it/geoportale/; - Banca dati geologica scheda Grosso 001119 da http://webgis.arpa.piemonte.it/bdge/; - Adeguamento al PAI del PRG del comune di Grosso approvato con DGR 3 ottobre 2011, n. 41-2685; - PTA http://www.regione.piemonte.it/acqua/pianoditutela/tutela.htm. Specifiche indagini realizzate e indagini bibliografiche Non sono state realizzate indagini geognostiche a supporto della progettazione preliminare dell’intervento. Si è proceduto alla consultazione delle stratigrafie semplificate delle indagini geognostiche effettuate nell’area della discarica per RSU in località Vauda Grande del Comune di Grosso. 2 di 7 Individuazione dei vincoli Si è proceduto alla consultazione del Sistema Informativo Territoriale della Provincia di Torino, per individuare potenziali vincoli ambientali e/o zone d’interferenza con l’intervento in progetto. Gli esiti della consultazione vengono esposti in forma tabellare come di seguito esposto: tematismi ambientali valutati SI NO Parchi/ aree protette nazionali X Parchi/ aree protette regionali X Parchi/ aree protette provinciali X Aree di pregio e tutela ambientale individuate su strumenti pianificatori vigenti X Siti di importanza comunitaria e Biotopi X Territori inclusi all'interno delle fasce fluviali (PSFF e PAI) X Territori inclusi all'interno di aree in dissesto PAI X Zona censita all’IFFI X Altri dissesti (vedi cartografia allegata all’adeguamento al PAI del PRGC) X Interferenza con zone soggette a vincolo idrogeologico ex LR 45/1989 X Abitati da trasferire e consolidare X Zone di ricarica della falda (PTR art. 37) X verifiche ex art. 142 - D.Lgs. 22-1-2004 n. 42: SI NO a) i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare; X b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi; X c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna; X d) le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole; X e) i ghiacciai e i circhi glaciali; X f) i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi; X g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227; X h) le aree assegnate alle università agrarie e le zone gravate da usi civici; X i) le zone umide incluse nell'elenco previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448; X l) i vulcani; X m) le zone di interesse archeologico individuate alla data di entrata in vigore del presente codice; X 3 di 7 INQUADRAMENTO GEOLOGICO Formazioni presenti in situ, assetto litostratigrafico, struttura e caratteri fisici del sottosuolo L’intervento in progetto interesserà come volume significativo gli strati più superficiali della colonnina litostratigrafica e comporterà movimentazioni di terreno modeste. In particolare l’area in esame o è già occupata dalla pavimentazione stradale o da suolo coltivo derivante dalla coltre d’alterazione dei depositi fluviali censiti al Foglio 56 Torino della CGI, come flM Fluviale Mindel. 4 di 7 In dettaglio il Fluviale Mindel è descritto alla cartografia geologica come deposito fluviale dell’alto terrazzo ondulato a paleo suolo argilloso rosso- bruno completamente decalcificato (ferretto) per uno spessore di oltre 5 m costituente lembo di antica conoide del Fiume Stura di Lanzo. La descrizione regionale fornita nella carta geologica trova riscontro nelle indagini geognostiche, consultabili on line alla Banca dati geotecnica dell’Arpa Piemonte, eseguite presso la discarica di grosso in località, localizzate ad EST dell’area d’intervento, sempre sul terrazzo mindelliano per quanto a quote più elevate di circa 3 - 4 m, a distanza di circa un chilometro. Assetto geomorfologico e acque superficiali L’intervento si localizza nell’ambito dell’alta pianura torinese, al margine dei rilievi alpini, tra lo sbocco del T. Stura di Lanzo e del T. Malone. Più precisamente, l’area in esame è localizzata nell’ambito del bacino idrografico del T. Fisca, in sinistra idrografica; il T. Fisca, a sua volta, è affluente di destra del T. Malone. Dal punto di vista geomorfologico l’intervento è situato su un terrazzo alluvionale antico; tale terrazzo borda, delimitandola a EST, la media pianura su cui scorre, in direzione SUD EST, il T. Stura di Lanzo. Dagli episodi deposizionali ed erosivi del conoide del T. Stura di Lanzo e del T. Malone si sono generate queste superfici di media pianura e dei terrazzi fluviali antichi, impostate su depositi alluvionali di taglia granulometrica prevalente grossolana con suoli di copertura piuttosto potenti e caratterizzati da un elevato grado d’alterazione. L’idrografia superficiale che ha determinato l’assetto geomorfologico è legata al sistema Stura di Lanzo – Malone. I sedimenti costituenti il paleoconoide del T. Stura di Lanzo hanno determinato la sedimentazione dei depositi erosi attualmente dal T. Stura di Lanzo e dal T. Malone e dai loro affluenti. Pertanto, la Stura di Lanzo ha determinato la scarpata che delimita a OVEST l’area d’intervento sopraelevandola rispetto ai depositi Fluviali recenti (fl R) del T. Stura di Lanzo; mentre la scarpata che delimita a EST l’area d’intervento è ascrivibile all’attività del reticolo minore, affluente di destra in testata del Malone. 5 di 7 Per la potenziale influenza sull’area ove insisterà la rotonda e per la corretta gestione delle acque di precipitazione nell’ambito del progetto si può concentrare l’attenzione sul sottobacino di terz’ordine del T. Fisca, chiuso immediatamente a valle dell’incorcio oggetto d’adeguamento. Tale bacino, seguendo la gerarchizzazione di Strhaler, è di quint’ordine con deflusso delle acque prevalente a SUD – SUS EST, in direzione della pendenza regionale della superficie del terrazzo fluviale antico (fl M), il quale immerge a SUD EST. Assetto idrogeologico Per delineare l’assetto idrogeologico dell’area in esame si ritiene opportuno partire dalla descrizione fornita nell’ambito del PTA della regione Piemonte per poi passare, dal dato regionale alle considerazioni di maggior dettaglio che si possono formulare sulla scorta dei dati disponibili. L’area in esame appartiene alla macroarea idrogeologica superficiale MS6 e alla macroarea idrogeologica profonda MP2 o della Pianura Torinese Settentrionale. In particolare nell’ambito della macroarea idrogeologica superficiale MS6, si riconoscono delle aree idrogeologiche omogenee più limitate; l’area di che trattasi s’inserisce nell’area idrogeologica superficiale TE07 descritta come “Terrazzo dell’Alta Pianura torinese tra Malone e Stura di Lanzo” e corrispondente all’antico terrazzo fluvioglaciale generato sul paleoconoide della Stura di Lanzo, reinciso e colmato dai depositi fluviali più recenti, degradante verso il F.Po con ricarica meteorica, deflusso dalle zone pedemontane, dalle perdite dei corsi d'acqua sospesi sulla piezometrica. A livello regionale lo sviluppo verticale degli acquiferi vede la superficie basale del primo acquifero collocarsi prevalentemente nell'intervallo di profondità tra 50 – 75 m ed oltre in corrispondenza delle superfici terrazzate antiche, quali quella delle Vaude. Tuttavia non si può escludere la formazione di falde sospese più superficiali e di importanza locale (con soggiacenza variabile tra i 10 e i 50 m). Non sono presenti pozzi utili all’osservazione della superficie freatica nelle immediate vicinanze dell’area in esame e i punti d’osservazione più vicini sono rappresentati dai pozzi di monitoraggio della discarica sita a circa un chilometro ad EST del sito in esame. 6 di 7 SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA E CONSIDERAZIONI GEOLOGICO – TECNICHE SULLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Ai precedenti paragrafi è stato anticipato che non sono state realizzate specifiche indagini geognostiche; pertanto l’inquadramento geologico – tecnico proposto si basa sulle informazioni bibliografiche. Il modello proposto è semplificato e, in una scala d’attendibilità compresa tra 1 (scarso) e 5 (ottimo), si può ragionevolmente collocare ad un livello di attendibilità 2, che corrisponde a mediocre. La colonnina litostratigrafica vede, pertanto uno spessore variabile di suolo coltivo su alcuni metri di depositi argillificati (corrispondenti al ferretto) per poi passare in profondità a depositi fluviali medio grossolani ascrivibili al paleo conoide, e piuttosto alterati. Dai dati bibliografici la soggiacenza della falda è localizzabile sui 10 m da p.c.. Le maggiori criticità dal punto di vista geologico – tecnico sono individuabili nei seguenti punti: - stima della potenza dello scotico; - indicazione della quota di uno strato di fondazione con adeguate caratteristiche di capacità portante. Le summenzionate criticità sono state affrontate nelle previsioni progettuali inserendo, comunque, un geotessuto atto a migliorare ed omogeneizzare le caratteristiche della fondazione. Inoltre, per le successive fasi di progettazione e d’esecuzione dei lavori si evidenziano le seguenti potenziali problematiche dal punto di vista geologico – geomorfologico: - problemi di drenaggio e di allontanamento delle acque di precipitazione meteorica e di ristagno; - difficoltà nello stimare la potenza dello scotico necessario per la realizzazione dell’opera nonché le caratteristiche geotecniche del piano di fondazione del rilevato. 7 di 7
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