Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 ANDAMENTO METEO NORD - AUTUNNO CALDO, INVERNO NON FREDDO E MOLTO PIOVOSO Le costanti piogge che si sono susseguite dalle fine del mese di ottobre, unite ad un generale ritardo della raccolta di specie primaverili come mais e soia, hanno reso impossibile, per molti produttori, il completamento dei programmi si semina dei cereali a paglia che in autunno si stimavano in aumento. Una finestra di bel tempo che si è aperta tra fine novembre e i primi di dicembre ha permesso di recuperare almeno parzialmente in molte aree del nord - est. Le precipitazioni dell’inverno, fino al 25 febbraio, sono state da 2 a 3 volte superiori alla media registrata fra 1990-2012. Le temperature minime sono state significativamente superiori alle medie grazie alla presenza di nuvolosità ha spesso limitato il calo notturno. Nel complesso le temperature minime stagionali sono state tra i 2° e i 3°C superiori alle medie recenti; le massime sono risultate appena sopra la media (+0.5°C - 1°C). CENTRO - AUTUNNO E INVERNO CON TEMPERATURE MITI E PIOGGE ”MONSONICHE” Dopo un autunno caratterizzato da precipitazioni a tratti violente che localmente hanno causato problemi non solo all’agricoltura, c’è stato un inizio inverno asciutto che il molte aree ha ritardato l’emergenza dei seminati. Nei mesi di gennaio e febbraio le precipitazioni sono state decisamente sopra le medie storiche e le temperature generalmente miti, con sporadiche gelate. Malgrado le insistenti perturbazioni, gli agricoltori hanno portato a termine il loro programma di semina con incrementi delle superfici seminate a cereali rispetto al precedente anno. SUD - TEMPERATURE SOPRA LA MEDIA , PRECIPITAZIONI “ALTALENANTI” In Puglia il mese di novembre è stato piuttosto piovoso in concomitanza con il periodo delle semine che hanno pertanto subito un certo ritardo o, in alcuni casi, non sono state realizzate. I mesi di Gennaio e Febbraio sono stati invece piuttosto aridi. Le regioni Calabria e Sicilia hanno registrato un inizio degli eventi piovosi a partire dal mese di Dicembre, di diversa tipologia ed intensità. Le temperature costantemente sopra la media hanno accentuato l’intensità delle piogge trasformandole in eventi temporaleschi. In alcune zone le semine sono terminato solo a Gennaio. Semine di fine inverno e primaverili Nelle prossime settimane, se le condizioni pedo - climatiche lo consentiranno, è ancora possibile completare i programmi di semina , facendo attenzione alla scelta di varietà completamente alternative che, almeno al CentroNord, possono essere seminate senza eccessive riduzioni di produzione fino alla fine del mese di Marzo Duri : CASANOVA, TIREX, PITAGORA Teneri : ADELAIDE, ARABIA, AZUL Orzo : ALDEBARAN Triticale : CICLONE, OCEANIA 1 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 SITUAZIONE GENERALE DELLE COLTURE In seguito all’andamento climatico, le colture seminate in Ottobre-Novembre sono in uno stadio di sviluppo molto avanzato rispetto alla norma (da fine accestimento a piena levata nel centro sud), mentre quelle seminate a Dicembre sono allo stadio di 2-3 foglie ed in molti casi hanno risentito maggiormente dei ristagni idrici. Nel primo caso è possibile osservare sensibili differenze di sviluppo fra le varietà alternative e le varietà strettamente invernali (foto sotto a sinistra) Le temperature miti dell’inverno hanno permesso un notevole sviluppo delle varietà che non necessitano di freddo per passare dalla fase vegetativa a quella riproduttiva. Attualmente le varietà alternative, anche se seminate in Novembre, si trovano ben oltre la fase di “spiga ad un cm” ed in alcuni casi è già possibile osservare il secondo nodo. Le varietà invernali, invece, risultano avere uno sviluppo molto contenuto e permangono nella fase di accestimento. Nella foto sotto a destra, dalle sezioni di culmi, si osserva che le piante della varietà (alternativa) Blasco hanno la spiga in formazione visibile spora il primo nodo, mentre quelle di Antille (invernale) hanno gli abbozzi della fiorali ancora alla base del culmo. Posizione della spiga Primo nodo --------------- Blasco Antille Blasco Antille 2 Circolare tecnica n. 1 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 Perché è importante avere bene chiaro lo stadio di sviluppo? La fase di “spiga a 1 cm” è il momento in cui la pianta programma la dimensione della spiga e quindi la produzione. Se avrà una buona disponibilità di azoto costruirà una spiga più grande, se l’azoto manca l’impostazione della spiga sarà più piccola. È chiaro che tutte quelle varietà che si sono trovate in questo stadio nei mesi di invernali quando non era possibile distribuire l’azoto per causa meteorologiche ed anche per limitazioni regolamentari (PSR), potranno essere penalizzate dal punto di vista produttivo. Inoltre un eccessivo sviluppo le espone molto di più a problemi di allettamento e ad eventuali ritorni di freddo. Nel caso delle semine precoci, l’utilizzo di varietà invernali ha consentito di mantenere la fase fenologica vegetativa nonostante le temperature miti, consentendo un buon accestimento. Sono quindi diffusamente tangibili i vantaggi per chi ha utilizzato il “Progetto Semine Precoci” Progetto Semine Precoci (PSP) E’ un per percorso agronomico che permette di anticipare la semina di 2-3 settimane rispetto alla data normale in totale sicurezza. Si basa su 3 elementi chiave : la scelta delle varietà adatte, la corretta dose di semina e la migliore difesa del seme, attraverso l’innovativa concia con la tecnologia Silver X (fungicida Systiva + biostimolante Teprosyn + pellicolante Silver) In tutta gli areali si può osservare che gli appezzamenti seminati a PSP manifestano: • utilizzo di varietà invernali >> corretto stadio vegetativo • concianti di alta qualità Scenic e Systiva >> piante più sane • biostimolante Teprosyn >> maggiore sviluppo delle radici e foglie più verdi 3 Circolare tecnica n. 1 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 CONCIMAZIONE All’uscita dell’inverno i cereali autunno - vernini mostrano in molti casi ingiallimenti, alterazioni cromatiche, necrosi e marciumi da ristagno ecc., ed in particolare quest’anno in cui forti piogge hanno creato dilavamenti di azoto e situazioni asfittiche. Normalmente la pianta supera queste sintomatologie con la prima concimazione azotata e l’innalzamento delle temperature. Come abbiamo visto però, lo stadio si sviluppo è mediamente più avanzato del solito e la situazione meteo non ha ancora permesso di completare il primo intervento. La gestione dell’azoto deve essere dinamica e quindi adattarsi alle precessioni colturali, all’andamento meteo e alla scelta della varietà. Per programmare la concimazione occorre aver ben chiari 3 fattori: 1) fabbisogno 2) momento di applicazione 3) frazionamento Il fabbisogno medio di azoto per tonnellata di granella prodotta varia a seconda della specie e della classe qualitativa (tab. A). Determinando la produzione attesa, sarà possibile calcolare la quantità di azoto totale necessaria. Fabbisogno medio di azoto per tonnellata di granella prodotto Specie o classe qualitativa Fabbisogno di azoto (kg/ton) Frumento duro / tenero di forza 31 Frumento tenero panificabile e superiore 25 Frumento tenero biscottiero 21 Orzo, Avena, Triticale 18 Esempio : una varietà di frumento panificabile con un potenziale produttivo di 7 t/ha necessiterà di circa 180 unità di azoto totale. In funzione del precedente colturale possiamo considerare di avere dalle 15 a 35 unità di azoto nel terreno. Quindi dovremmo apportare tra le 145 e 165 kg di azoto per ettaro. ATTENZIONE ALLE ABBONDANTI PIOGGE Nei molti areali dove è stata registrata un’eccezionale piovosità, che ha sicuramente creato delle perdite di azoto per dilavamento, è necessario aumentare la dose totale di azoto del 10-15%. 4 Circolare tecnica n. 1 Conoscere il fabbisogno di azoto durante lo sviluppo della pianta è fondamentale per decidere il momento di applicazione: ciò consente di massimizzare l’efficienza nei periodi dove viene maggiormente richiesto ed evitare sprechi. Il grafico soprastante evidenzia che, a partire dall’accestimento, il fabbisogno di azoto cresce fino alla fase di fioritura. Occorre pertanto garantire la disponibilità dell’elemento lungo tutte le fasi del ciclo. Le quantità indicative di unità di azoto da apportare indicate nei box del grafico si possono riassumere in questi momenti di intervento: 1° apporto : dopo la 2-3 foglia, da valutare solo su colture in forte carenza di azoto . Quest’anno, per la maggior parte degli appezzamenti, questo stadio è già stato superato e non ci sono state le condizioni per poter operare al momento opportuno. E’ da considerare che in questa fase il consumo di azoto è molto basso, quindi c’è un forte rischio di perdite di azoto per causa di piogge liscivianti. In questa fase, l’azoto spinge la produzione di biomassa e quindi può favorire gli allettamenti 5 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 2° apporto : in pieno accestimento, fondamentale per tutte le specie. E’ l’apporto prima dello stadio “spiga a 1 cm” , quando l’azoto non può mancare. In questa fase ci si può spingere ad apportare sino al 60% della quantità totale. Comunque va sempre valutato lo stato della coltura poiché anche in questa fase l’azoto favorisce lo sviluppo della parte vegetativa e quindi, potenzialmente, gli allettamenti. ATTENZIONE ALLE PRECESSIONE CON LEGUMINOSE Nel Nord su soia e pisello e nel Centro- Sud dopo favino o cece è facile vedere frumenti più ingialliti seminati in successione alle colture prima elencate rispetto a quelli seminati su mais o sorgo. La spiegazione è semplice : tutte queste leguminose sono azoto fissatrici e quindi non vengono concimate con azoto. L’azoto fissato dai batteri è presente nel terreno ma comincerà ad essere disponibile più tardivamente per il frumento. Mentre nel caso del mais o di qualsiasi altra coltura che sia stata concimata con azoto, l’anno precedente, ne rimane a disposizione un certa quantità che è prontamente disponibile per il cereale. Quindi è bene aumentare la quantità e anticipare il primo intervento azotato se il precedente era una leguminosa. Viceversa nel secondo apporto potremo ridurre dello stesso quantitativo. 3° apporto : in fase di levata o comunque dopo 3 / 4 settimane dal precedente intervento. Nella maggior parte dei casi, in questa fase si completa l’approvvigionamento apportando la quota residua della dose programmata. Nei casi in cui sia importante che la granella raggiunga il massimo contenuto proteico, è bene riservare una parte da somministrare con un successivo apporto. 4° apporto : in fase di botticella. L’azoto somministrato durante questa fase viene traslocato alla granella dove viene accumulato sottoforma di proteine di riserva. Questo intervento si rende strettamente necessario per la coltivazione dei frumenti duri e dei frumenti teneri dai alta qualità. 6 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 DANNI DA INSETTI In alcune zone sono state segnalate infestazioni di insetti terricoli, probabilmente favoriti dal clima particolare mite di questo inverno: lo Zabro Gobbo in Pianura Padana, favorito da rotazioni strette con graminacee, gli Elateridi in Toscana e altre zone del Centro- Sud. La difesa si basa principalmente sulla lotta agronomica attraverso arature estive e rotazioni in quanto trattamenti in vegetazione, oltre a non essere ammessi dai disciplinari, hanno una scarsa efficacia. Zabro gobbo: è un coleottero della specie Zabrus tenebrioides ed esce dal suolo durante la notte per divorare le foglie delle giovani piante. Le lamine delle foglie vengono masticate e rimangono solo le nervature. Gli attacchi sono più frequenti in caso di rotazioni strette e lavorazione minima. Le larve vivono a 10-15cm di profondità.Hanno solitamente dimensioni di circa 3-4 cm. Elateridi: sono insetti le cui larve vivono nel suolo alimentandosi di giovani plantule. Gli attacchi sono visibili in autunno e all’uscita dell’inverno. Si sviluppano in particolare in terreni leggeri e ricchi in sostanza organica nei primi centimetri di suolo. Sono di colore giallo lucido e misurano circa 20mm. In seguito agli attacchi si osserva la presenza di piante con rosure al di sotto del colletto. Sfilando dal terreno la pianta, si evidenzia lo sfibramento del tessuto colpito. Zabrus tenebrioides Attacco da elateridi su frumento 7 Circolare tecnica n. 1 – Febbraio 2014 LE AVVERSITÀ DELLE LEGUMINOSE Su alcune leguminose quali pisello, favino e veccia, si segnala la presenza di un coleottero della specie Sitona lineatus, che si ciba in modo molto vorace delle giovani foglie, provocando ingenti danni. L’adulto ha una lunghezza di 4-5 mm, è di colore scuro e presenta elitre striate marroni. Normalmente riprende l’attività nel mese di aprile, ma le elevate temperature ne hanno consentito una forte diffusione anche nei mesi invernali. La lotta chimica prevede l’utilizzo di prodotti a base di piretroidi. In tutto il Centro - Sud sono segnalati anche diffusi attacchi di Antracnosi, la malattia fungina più dannosa per questa specie e per altre leguminose da granella. Si manifesta con ampie necrosi circolari simili a bruciature da sigaretta. Essendo di origine crittogamica, la malattia ha ampiamente proliferato in condizioni di elevate temperature e umidità. Su favino non sono disponibili prodotti registrati ma positive esperienze in altri paesi sono state fatte con applicazioni di Tebuconazolo solo o in miscela con strobilurine . Danno provocato da Sitona lineatus su pisello Sintomi di Antracnosi su favino 8
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