Circolare Reg.le n. 1192 del 04/02/2014

REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Atti amministrativi
GIUNTA REGIONALE
Atto del Dirigente a firma
unica:
DETERMINAZIONE n° 1192 del 04/02/2014
Proposta:
DPG/2014/1156 del 28/01/2014
Struttura proponente:
SERVIZIO TUTELA E RISANAMENTO RISORSA ACQUA
DIREZIONE GENERALE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO E DELLA COSTA
Oggetto:
"PRECISAZIONI E ULTERIORI NORME TECNICHE IN MATERIA DI
UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI D'ALLEVAMENTO E DELLE
ACQUE REFLUE DERIVANTI DA AZIENDE AGRICOLE E PICCOLE AZIENDE
AGROALIMENTARI - REGOLAMENTO DI GIUNTA REGIONALE 28 OTTOBRE
2011, N.1".
Autorità emanante:
IL DIRETTORE - DIREZIONE GENERALE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO E
DELLA COSTA
Firmatario:
GIUSEPPE BORTONE in qualità di Direttore generale
Luogo di adozione:
BOLOGNA
data: 04/02/2014
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Testo dell'atto
DIREZIONE GENERALE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO E
DELLA COSTA
IL DIRETTORE
Visti:
la Direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 Dicembre
1991 relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento
provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole;

l’art. 112 ”Utilizzazione agronomica”
legislativo
3
aprile
2006
n.152
“Norme
ambientale”;

del
in
Decreto
materia
il Decreto del Ministro delle Politiche Agricole e
Forestali del 7 aprile 2006 “Criteri e norme tecniche per la
disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli
effluenti di allevamento”;


la Legge Regionale 6 marzo 2007 n.4 “Adeguamenti
normativi
in
materia
ambientale.
Modifiche
a
Leggi
Regionali”, Capo III (dall’art. 6 all’art. 14) “Disposizioni
in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di
allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende
agricole e piccole aziende agro-alimentari”;

il Regolamento di Giunta Regionale n.1 del 28 Ottobre
2011 recante “Regolamento regionale ai sensi dell’articolo 8
della Legge Regionale 6 Marzo 2007, n.4. Disposizioni in
materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di
allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende
agricole e piccole aziende agro-alimentari”;
Dato atto che ai sensi dell’art. 8, comma 1, della L.R.
n.4 del 6 marzo 2007, le specifiche norme tecniche relative
all’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e
delle acque reflue derivanti da aziende agricole e piccole
aziende
agro-alimentari
sono
stabilite
con
atto
del
competente Direttore Generale;
Dato atto altresì che l’art. 1, comma 2 del succitato
Regolamento regionale n.1/2011 precisa che le ulteriori e
specifiche norme tecniche sono relative a:
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a) comunicazione per l’utilizzazione
effluenti di allevamento;
agronomica
degli
b) comunicazione per l’utilizzazione agronomica di altri
fertilizzanti azotati;
c) criteri tecnici per l’utilizzazione agronomica;
d) requisiti tecnici e di salvaguardia ambientale dei
contenitori per lo stoccaggio degli effluenti di
allevamento e di altre biomasse destinate all’utilizzo
agronomico;
Considerato che:
ai fini di favorire la conoscenza e l’applicazione
del sopraccitato Regolamento di Giunta regionale n.1 del 28
ottobre 2011, la Direzione Generale Agricoltura e la
Direzione Generale Ambiente hanno organizzato specifici
incontri con tutti i Soggetti interessati quali imprenditori,
tecnici ed amministratori, in ciascuna provincia della
regione;


da tale diretta interazione
settore è emersa la necessità di
precisazioni, nonché ulteriori norme
assicurare la corretta utilizzazione
di allevamento ed altri fertilizzanti
con gli operatori del
fornire chiarimenti e
tecniche necessarie per
agronomica di effluenti
azotati;
Ritenuto pertanto opportuno predisporre il documento
allegato, quale parte integrante e sostanziale alla presente
Determinazione, contenente:
1.
le precisazioni e i chiarimenti che si
necessari
a
seguito
dei
primi
due
applicazione del Regolamento sopracitato;
sono resi
anni
di
2.
le ulteriori specificazioni/norme tecniche necessarie
per assicurare la corretta utilizzazione agronomica
di effluenti di allevamento ed altri fertilizzanti
azotati;
Richiamata la Legge regionale 6 marzo 2007, n.4, in
particolare
l’art.
8
“Disciplina
dell’utilizzazione
agronomica” comma 1, dove si prevede che le specifiche norme
tecniche sono stabilite con atto del competente direttore
generale e pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione
Emilia-Romagna;
Sentito il Direttore Generale Agricoltura,
ittica, Attività faunistico-venatorie;
Economia
Attestata la regolarità amministrativa;
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D E T E R M I N A
1)
di adottare il documento allegato che costituisce parte
integrante e sostanziale del presente atto, recante
“Precisazioni e ulteriori norme tecniche in materia di
utilizzazione agronomica degli effluenti d’allevamento e
delle acque reflue derivanti da aziende agricole e
piccole aziende agroalimentari – Regolamento di Giunta
Regionale 28 ottobre 2011, N.1”;
2)
di pubblicare la presente determinazione completa del
documento allegato sul Bollettino Ufficiale della Regione
Emilia-Romagna.
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Allegato parte integrante - 1
Precisazioni e ulteriori norme tecniche in materia di utilizzazione agronomica degli
effluenti d’allevamento e delle acque reflue derivanti da aziende agricole e piccole
aziende agroalimentari
REGOLAMENTO DI GIUNTA REGIONALE 28 OTTOBRE 2011, N.1
(ai sensi della L.R. 04/2007)
Gennaio 2014
pagina 5 di 43
I N D I C E
1. PREMESSA ...............................................................................................................................3
2. PRECISAZIONI AL REGOLAMENTO DI GIUNTA REGIONALE N. 1/2011 E
ULTERIORI NORME TECNICHE.........................................................................................3
2.1
2.2
2.3
2.4
ARTICOLATO ....................................................................................................................................3
ALLEGATO I....................................................................................................................................10
ALLEGATO II...................................................................................................................................18
ALLEGATO III .................................................................................................................................23
APPENDICE N. 1........................................................................................................................28
Facsimile contratto cessione effluenti
APPENDICE N. 2........................................................................................................................30
Stima del carico annuo di azoto di origine zootecnica nei comuni della Regione Emilia-Romagna,
per orientare gli interventi di accompagnamento al Piano d’Azione ed i controlli
pagina 6 di 43
1.
PREMESSA
Il documento fornisce i chiarimenti e le precisazioni che si sono rese necessarie a seguito dei
primi due anni di applicazione del Regolamento di Giunta Regionale n. 1 del 28 Ottobre 2011 (di
seguito Regolamento) in ordine sia agli articoli richiamati, sia agli allegati del Regolamento
medesimo.
Si forniscono, altresì, ulteriori specifiche norme tecniche relative ai criteri di utilizzazione
agronomica, emanate con il presente atto dal Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e
della Costa, sentito il Direttore Generale Agricoltura, Economia ittica, Attività faunisticovenatorie, ai sensi dell’art. 8, comma 1 della Legge Regionale n. 4, del 6 marzo 2007 e dell’art.
1, comma 2 del Regolamento Regionale n. 1, del 28 ottobre 2011 (di seguito Regolamento).
Il presente documento contiene, anche, due appendici:
-
Appendice n. 1: facsimile del contratto di cessione effluenti, previsto dagli artt. 24 e 42
del Regolamento;
-
Appendice n. 2: studio relativo alla “Stima del carico annuo di azoto di origine zootecnica
nei comuni della Regione Emilia-Romagna, per orientare gli interventi di
accompagnamento al Piano d’Azione ed i controlli”.
2.
PRECISAZIONI AL REGOLAMENTO DI GIUNTA REGIONALE N. 1/2011 E
ULTERIORI NORME TECNICHE
2.1
ARTICOLATO
−
Definizioni (art.2, comma 1, lettera j.3))
Fra i fertilizzanti ai sensi del D.lgs. 29 aprile 2010, n.75 vengono presi in considerazione non
solo propriamente i concimi, ma tutti i fertilizzanti azotati con un titolo in azoto significativo
(superiore all’1%) ed inclusi negli allegati 1 “Concimi” e 2 “Ammendanti” del Decreto
stesso
−
Definizioni (art.2, comma 1, lettera h) e lettera i))
Alla lettera h) si precisa che sono assimilati ai liquami anche le frazioni palabili da destinare
all’utilizzazione agronomica, derivanti dal trattamento di sole biomasse di origine agricola o
agroindustriale.
−
Superfici vietate all’utilizzazione di effluenti di allevamento e di fertilizzanti azotati (art.4,
comma 1, lettera c) e art.31, comma 1, lettera c))
Per terreni con frane in atto sono da intendersi quelli interessati da movimenti di massa tali
da non consentirne la coltivazione.
−
Limiti all’utilizzazione dei liquami e dei letami per superfici in pendenza (art.5, comma 2) e
art.32, comma 2)
Con la dicitura “entro il giorno seguente” si intende entro le 24 ore successive.
−
Criteri di gestione nelle aree di divieto o con limiti di utilizzazione (art.6, comma 1) e art.33,
comma 1)
Si precisa che, nelle fasce di divieto di cui all'art.4, commi 3 e 4, è sviluppata una copertura
erbacea permanente, anche spontanea, ed è raccomandata la costituzione di siepi e di
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superfici boscate, così come previsto dal Decreto 7 aprile 2006 agli artt. 22 e 23 e
all’Allegato II.
−
Accumulo temporaneo di letami (art. 9)
In relazione all’accumulo temporaneo in campo di materiali palabili qualificati come
ammendanti commerciali e correttivi, a norma del D.lgs.75/2010, si ritiene ammissibile un
periodo massimo di accumulo temporaneo in campo di tre mesi, per analogia con quanto
previsto per i letami (art. 9 del Regolamento), i quali appartengono sotto il profilo funzionale
alla categoria degli ammendanti. I criteri operativi dovranno essere conformi a quelli già
stabiliti per i letami riportati nell’Allegato III del Regolamento.
−
Accumulo temporaneo e stoccaggio di letami (art. 8, art. 9 e art. 35)
In riferimento agli allevamenti avicoli con cicli di oltre 90gg (es. pollastre a terra aventi un
ciclo di circa 120 giorni), si ritiene ammissibile, considerato il livello di umidità della lettiera
a fine ciclo, l’accumulo temporaneo in campo della lettiera stessa, sino ad un massimo di 9
mesi, come previsto per allevamenti con cicli di durata inferiore (art. 8 comma 5, art. 9
comma 4 e art. 35 comma 4 del Regolamento), a condizione che siano adottate misure atte ad
evitare infiltrazioni di acque meteoriche attraverso i cumuli e la generazione di acque di
percolazione e comunque nel rispetto delle modalità operative definite nell’Allegato III del
Regolamento.
−
Divieto di accumulo (art.10, comma 1, lettera e) e art.35, comma 7, lettera e))
Si precisa che l’accumulo ad una distanza inferiore a 50 m dagli edifici ad uso abitativo e/o
produttivi di terzi, se utilizzati in zona agricola, è ammesso soltanto se tali edifici sono in uso
ai soggetti che hanno reso disponibili i medesimi terreni allo spandimento, fatto salvo quanto
disposto dai regolamenti comunali di cui al comma successivo.
−
Stoccaggio dei liquami e materiali assimilati (art.11, comma 5) e art. 34, comma 1, lettera c))
Si precisa che tra i prati di media e lunga durata a cui si fa riferimento, sono ricompresi i
medicai dal 3° anno di impianto; inoltre la superficie totale richiamata è da intendersi come
SAU totale.
−
Trasporto finalizzato all’utilizzazione agronomica (art.14, comma 3)
Si specifica che il trasporto di effluenti deve essere accompagnato dalla fotocopia della
comunicazione recante il numero di protocollo della Provincia o, alla luce della procedura di
Autorizzazine Unica Ambientale prevista dal D.P.R. n.59 del 13 marzo 2013, del competente
Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP); in alternativa al numero di protocollo è
sufficiente che la copia della comunicazione abbia il timbro o il codice PEC di ricevimento.
−
Criteri per l’utilizzazione agronomica (art.15 , comma 7 e 8)
Si ribadisce che, come già indicato nell’Allegato 1 paragrafo 1, tra le aziende tenute ad
elaborare un Piano di Utilizzazione Agronomica annuale (PUA) ci sono, oltre a quelle che
producono e utilizzano oltre 3.000 kg/anno di azoto da effluenti di allevamento e da altri
fertilizzanti azotati, anche le aziende soggette ad autorizzazione integrata ambientale e quelle
di allevamenti bovini con più di 500 Unità Bestiame Adulto (UBA).
Si precisa, inoltre, che gli altri fertilizzanti azotati richiamati nel presente comma,
corrispondono alle biomasse anche trattate o eventualmente in miscela con effluenti
d’allevamento.
In riferimento ai coefficienti di efficienza media aziendale dell’azoto di cui all’art. 15 comma
8 e all’Allegato II del Regolamento, si ritiene opportuno riportare anche quelli relativi ai
digestati, ovvero:
pagina 8 di 43
−
§
60% per liquami suinicoli e avicoli, frazioni chiarificate di digestati di qualsiasi
provenienza e digestato da liquami suini;
§
50% per liquami bovini, digestati da liquami bovini da soli o in miscela con altre
biomasse e digestati da biomasse;
§
40% per letami e sostanze palabili assimilate.
Periodi di divieto della distribuzione (art.17, commi 2, 4 e 7 lettera a))
Entro il 15 ottobre di ogni anno, con atto dirigenziale, la Regione può disporre una diversa
decorrenza dei periodi di divieto previsti al presente articolo, in caso di situazioni
pedoclimatiche tali da garantire un’attività microbiologica nel suolo e lo sviluppo vegetativo
delle colture, sulla base dei dati forniti da ARPA (condizioni meteo-climatiche, bollettini
agro-meteorologici, contenuto d’acqua nel suolo).
In relazione al periodo minimo di divieto di cui al presente comma 2, si precisa che la sua
decorrenza va, di norma, dal 1 novembre al 31 gennaio.
Relativamente al comma 4 si precisa che le Province possono consentire in Zona Vulnerabile da
Nitrati, ad esclusione del periodo dal 15 dicembre al 15 gennaio, su terreni in condizioni di non
saturazione idrica, anche l’applicazione di letame ed ammendante compostato misto,
corrispondenti ai requisiti qualitativi previsti, su prati con prevalenza di graminacee ed in preimpianto su colture orticole. Questo vale anche per l’art.39 comma 3, ovvero le Province
possono consentire, nel periodo di divieto in Zona Non Vulnerabile, l’applicazione degli
effluenti ivi richiamati su prati con prevalenza di graminacee ed in pre-impianto su colture
orticole.
Le eventuali sospensioni di cui al comma 7 lettera a) possono riguardare soltanto i terreni
utilizzati per colture a semina primaverile precoce. Infatti al punto a) sono citati ‘prati, cereali
autunno-vernini, colture arboree con inerbimento permanente’ ma si sottolinea che la
distribuzione del liquame su queste colture è regolata esclusivamente dal comma 2 del
medesimo art. 17.
−
Modalità di distribuzione degli effluenti di allevamento e altri fertilizzanti azotati (art.18,
comma 2, lettera b))
Sono esclusi da tale modalità gli appezzamenti con copertura vegetale in atto.
−
Modalità di distribuzione degli effluenti di allevamento e altri fertilizzanti azotati (art.18,
comma 3, lettera b) e art. 38, comma 5 lettera b))
Si precisa che per spandimento superficiale a bassa pressione si intende il rilascio al suolo del
liquame per semplice caduta, per esempio su piatto deviatore per spargimento laterale o a
ventaglio, o da ugelli montati su ali distributrici e muniti di dispositivo rompigetto, ecc.
−
Modalità di distribuzione degli effluenti di allevamento e altri fertilizzanti azotati (art.18,
comma 4 e art. 38, comma 6)
In riferimento all’art. 18 comma 4 e all’art. 38 comma 6, sono confermate le seguenti zone
di rispetto all’uso degli effluenti zootecnici e di altri fertilizzanti azotati:
§
metri 100 dalla delimitazione dell’ambito urbano consolidato come individuato dallo
strumento urbanistico vigente;
§
metri 50 dagli edifici ad uso abitativo e/o produttivo di terzi se utilizzati in zona agricola.
Le suddette zone di rispetto sono ridotte a 50 m dalla delimitazione dell’ambito urbano
consolidato ed a 30 m dagli edifici ad uso abitativo e/o produttivo di terzi se utilizzati in zona
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agricola, purché l’uso degli effluenti zootecnici e di altri fertilizzanti azotati venga effettuato
esclusivamente con le seguenti tecniche di utilizzazione agronomica:
−
§
per i materiali non palabili: iniezione diretta al suolo (in questa tipologia è compresa
anche la scarificazione con contemporaneo deposito del liquido nei solchi);
§
per i materiali palabili: spandimento superficiale e interramento entro le 12 ore dall’inizio
delle operazioni. Non essendo possibile l’interramento entro le 12 ore su appezzamenti
con inerbimento (foraggere temporanee in atto, prati permanenti-pascoli, frutteti e vigneti
mantenuti inerbiti), su tali appezzamenti la suddetta riduzione delle zone di rispetto è
ammessa purché sia garantito l’utilizzo di letame sottoposto ad un periodo di maturazione
(stoccaggio e accumulo) non inferiore a 6 mesi.
Registro di utilizzazione delle fertilizzazioni e cessione dei fertilizzanti (art.20, comma 1,
lettera a) e art.40, comma 1, lettera a))
La prescrizione relativa all’annotazione degli appezzamenti per coltura praticata, si ritiene
assolta se al registro viene allegato uno schema esplicativo con gli appezzamenti e le
particelle che li costituiscono.
−
Registro di utilizzazione delle fertilizzazioni e cessione dei fertilizzanti (art.20, comma 6)
Analogamente a quanto previsto per le aziende senza allevamento che applicano i
Disciplinari di Produzione Integrata, le aziende biologiche senza allevamento che utilizzano
effluenti di allevamento, possono registrare gli interventi di fertilizzazione nel Registro delle
operazioni colturali, purchè siano riportate tutte le informazioni di cui al comma 1 del
medesimo art. 20 e il Registro sia accompagnato dalla cartografia di cui al comma 2 punto
b).
−
Disposizioni relative all’utilizzazione dei fanghi di depurazione (art. 22)
Il divieto relativo alla distribuzione nello stesso anno di effluenti di allevamento e fanghi di
depurazione riguarda anche i correttivi ottenuti dal trattamento di materiali biologici, così
come definiti nel D.lgs.75/2010.
−
Comunicazione alla Provincia (art.23, commi 5 e 9)
Si conferma l’esenzione dal Registro di utilizzazione prevista per i casi individuati al comma
5 dell’ art.20, ovvero:
§
§
le aziende con allevamenti con produzione annua di azoto al campo non superiore a
1.000 kg;
le aziende senza allevamento con superficie in zona vulnerabile non superiore a 6 ettari
di SAU.
Si precisa che la documentazione (Registro di utilizzazione e PUA) di cui al comma 5 non è
richiesta alle aziende senza allevamento con superficie in zona vulnerabile non superiore a 6
ettari di SAU.
Si precisa che tra la documentazione tecnica da conservare in azienda vi è anche la copia della
sezione o tavola della Carta Tecnica Regionale (C.T.R.), in scala 1:5.000 o 1:10.000, recante
l’individuazione degli appezzamenti con codice numerico progressivo o, in alternativa,
l’individuazione delle particelle catastali mediante la copertura cartografica fornita dal sistema
informativo geografico dell’anagrafe delle aziende agricole regionale, così come specificato
all’art.40, comma 2, lettera b).
−
Comunicazione alla Provincia (art.23 comma 4 e art. 41 comma 4)
Ai sensi del comma 4 dell’art. 23 e del comma 4 dell’art. 41, si intendono rinnovate le
Comunicazioni inviate come aggiornamento/modifica a decorrere dall’entrata in vigore del
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Regolamento regionale n. 1/2012. Tale criterio deve essere considerato nell’applicazione del
procedimento di Autorizzazione Unica Ambientale previsto dal DPR.59/2013.
−
Cessione a terzi degli effluenti di allevamento e di altri fertilizzanti azotati per l'espletamento
delle fasi di utilizzazione agronomica (art. 24 e art. 42)
Gli articoli 24 e 42 del Regolamento prevedono che “Il titolare dell'azienda agricola può
cedere gli effluenti ad un soggetto terzo, detentore, formalmente incaricato e vincolato da un
rapporto contrattuale per l'espletamento dell’utilizzazione agronomica”. Il “detentore” è
chiaramente definito all’art. 2 del Regolamento come “il soggetto che subentra al produttore
di effluenti nell’utilizzazione agronomica e ne assume la responsabilità”.
La catena, così come è prefigurata, è chiaramente limitata a due soggetti: il produttore di
effluenti che li cede ed il detentore, cioè il soggetto che ne assume la responsabilità
dell’utilizzo agronomico.
Le parti contraenti devono essere iscritte al Sistema dell’anagrafe agricola della Regione
Emilia-Romagna ed i contratti dovranno far riferimento ad un periodo di attività non inferiore
a 12 mesi. Copia di tali contratti dovrà essere inviata alle Province competenti nel rispetto
delle seguenti modalità/procedure:
§
PRODUTTORE: invia il/i contratto/i di cessione degli effluenti, in allegato alla
Comunicazione, alla Provincia in cui è ubicato l’allevamento; tale contratto dovrà
riportare le informazioni relative all’azienda, alla produzione e al materiale ceduto (come
da quadro 12 del modulo di Comunicazione). Le aziende zootecniche esonerate dalla
Comunicazione, devono inviare alla medesima Provincia il contratto contenente i dati
identificativi dell’azienda (CUAA, sede legale), i codici dell’anagrafe zootecnica, la
consistenza media dell’allevamento e la quantità di letame e/o liquame ceduto
annualmente.
§
AZIENDE AGRICOLE UTILIZZATRICI (DETENTORE): sono tenute a presentare la
Comunicazione alla/e Provincia/e territorialmente competente/i per l’ubicazione dei
terreni di spandimento (ad esclusione di quelle che utilizzano quantitativi di azoto per cui
non è prevista la Comunicazione), contenente le informazioni relative alla natura
dell’effluente ritirato, ai quantitativi e al relativo contenuto in azoto; esse sono tenute
altresì a produrre e conservare in azienda la documentazione prevista (PUA se richiesto,
registro delle fertilizzazioni, ecc).
Si precisa che, al fine di garantire la tracciabilità degli effluenti ceduti, il detentore dovrà
fornire la Comunicazione anche alla Provincia nella quale risiede l’allevamento da cui ritira
gli effluenti o l’impianto di trattamento anaerobico: in tale scenario si prevede, infatti, la
cessione anche del digestato.
La trasmissione delle Comunicazioni dovrà avvenire obbligatoriamente per via telematica
tramite l’applicativo Gestione effluenti della Regione Emilia-Romagna.
In Appendice 1 si riporta, a titolo esemplificativo, un modello di contratto di cessione di
effluenti zootecnici o altri fertilizzanti azotati per l’espletamento delle fasi di utilizzazione
agronomica.
−
Stoccaggio degli effluenti d’allevamento e di altri fertilizzanti azotati ottenuti da biomasse
agricole e agroindustriali (art.34)
Si precisa che devono essere dotati di contenitori per lo stoccaggio, in relazione alla
tipologia, per il periodo minimo indicato, gli allevamenti e gli impianti che producono
quantità annue di azoto al campo superiori a 1.000 kg. In riferimento agli allevamenti con
stabulazione su lettiera, occorre far riferimento a quanto stabilito per le ZVN all’art.8 commi
5 e 6.
pagina 11 di 43
Relativamente al comma 1 lettera b), si precisa che il periodo minimo di stoccaggio ivi indicato
vale anche per gli allevamenti avicunicoli le cui deiezioni sono essiccate con processo rapido a
tenori di sostanza secca superiori al 65%.
Si precisa, che i requisiti tecnici e di salvaguardia ambientale dei contenitori per lo stoccaggio
sono contenuti nell’Allegato III al Regolamento.
Si sottolinea che, così come previsto dal Decreto 7 aprile 2006 art. 8 comma 8 e art. 24 comma
2, per gli allevamenti costruiti dopo il 2 febbraio 2007 non sono considerate utili al calcolo dei
volumi di stoccaggio le fosse sottostanti i pavimenti fessurati e grigliati. La norma si applica
anche per gli ampliamenti di allevamenti esistenti effettuati dopo il 2 febbraio 2007
limitatamente alla parte ampliata. Per i contenitori esistenti alla data del 2 febbraio 2007
l’adeguamento alle capacità previste dal presente articolo doveva avvenire entro il 1 febbraio
2012.
−
Criteri di utilizzazione agronomica e modalità di distribuzione (art.38, comma 1)
Relativamente al comma 1, si ribadisce che la redazione del PUA deve avvenire secondo le
disposizioni dell’Allegato II.
Inoltre, al fine di garantire una efficiente distribuzione, analogamente a quanto previsto per le
aziende soggette ad AIA e per quelle di allevamenti bovini con più di 500 UBA, sono tenuti
all’elaborazione del PUA, anche gli utilizzatori di digestato, con quantitativi di azoto
superiori a 6.000 kg/anno.
−
Periodi di divieto alla distribuzione (art. 39 commi 1 e 3)
Entro il 15 ottobre di ogni anno, con atto dirigenziale, la Regione può disporre una diversa
decorrenza dei periodi di divieto previsti al presente articolo, in caso di situazioni
pedoclimatiche tali da garantire un’attività microbiologica nel suolo e lo sviluppo vegetativo
delle colture, sulla base dei dati forniti da ARPA (condizioni meteo-climatiche, bollettini
agro-meteorologici, contenuto d’acqua nel suolo).
Relativamente al comma 1 si precisa che sono esclusi dal divieto di cui al presente comma, i
fertilizzanti commerciali, così come normati dal D.lgs 75/2010.
Relativamente al comma 3 si sottolinea che, fermo restando quanto previsto dall’art. 31 del
presente regolamento, le Province possono consentire, nel periodo di divieto, l’applicazione
su prati con prevalenza di graminacee e colture orticole in preimpianto esclusivamente per
il letame bovino e ovicaprino, con contenuto di sostanza secca pari almeno al 20% ed
assenza di percolati.
−
Comunicazione alla Provincia: criteri generali (art.41, comma 7)
Si precisa che tra la documentazione tecnica da conservare in azienda vi è anche la copia
della sezione o tavola della Carta Tecnica Regionale (C.T.R.), in scala 1:5.000 o 1:10.000,
recante l’individuazione degli appezzamenti con codice numerico progressivo, o, in
alternativa, l’individuazione delle particelle catastali mediante la copertura cartografica
fornita dal sistema informativo geografico dell’anagrafe delle aziende agricole regionale, così
come specificato all’art.40, comma 2, lettera b).
−
Cessione a terzi degli effluenti di allevamento e di altri fertilizzanti azotati per l’espletamento
delle fasi di utilizzazione agronomica (art.42, comma 5)
Si precisa che, poiché l’art.42 è inserito nel Capo II, relativo alle Zone NON vulnerabili,
sono esentati dalla presentazione della comunicazione i detentori che si configurano come
aziende agricole senza allevamento, ubicate o con terreni in zona NON vulnerabile ai nitrati,
che rispettano le condizioni specificate.
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−
Ambito di applicazione ( art.44, comma 1)
Si precisa che, così come previsto dal Decreto 7 aprile 2006 art. 17, possono essere destinate
all'utilizzazione agronomica senza necessità di specifiche determinazioni analitiche le acque
reflue di aziende agricole, come definite dall’art. 101, comma 7, lett. a), b) e c) del D. Lgs.
n. 152 del 2006, e di aziende agroalimentari lattiero-casearie, vitivinicole e ortofrutticole che
producono quantitativi di acque reflue non superiori a 4.000 metri cubi all'anno, contenenti
sostanze naturali e non pericolose e quantitativi di azoto non superiori a 1.000
chilogrammi/anno prima della fase di stoccaggio.
−
Superfici in pendenza e colture: limiti all’utilizzazione delle acque reflue ( art.47, comma 1)
Si precisa che l’utilizzazione delle acque reflue è vietata su terreni con pendenza media
superiore al 30%.
−
Periodi di divieto alla distribuzione (art.48, comma 3):
Per le procedure relative alla sospensione dei periodi di divieto all’utilizzazione agronomica
delle acque reflue, si fa riferimento all’art.17, commi 7 e 8, per le Zone Vulnerabili e
all’art.39, commi 5 e 6, per le Zone Non Vulnerabili.
−
Contenuti della Comunicazione delle imprese che producono acque reflue ( art.55, comma 1)
Si chiarisce che nella Comunicazione alla Provincia devono essere contenute solo le
informazioni relative alle voci di seguito specificate:
a) anagrafica dell’impresa e del Titolare;
b) tipologia dell’azienda agricola e agroalimentare e consistenza della produzione;
c) produzione di acque reflue, stoccaggio e altri trattamenti aziendali, azoto contenuto;
d) dati sulle superfici destinate all’utilizzazione agronomica;
e) documenti amministrativi ed elaborati tecnici relativi all'utilizzazione agronomica da
conservarsi presso sede aziendale.
pagina 13 di 43
2.2
ALLEGATO I
L’Allegato I “Comunicazione per l’utilizzazione agronomica” riporta il Quadro sinottico degli
adempimenti previsti dal Regolamento regionale n. 1/2011 e le Linee Guida alla Comunicazione
per l’utilizzazione agronomica.
Per quanto attiene il Quadro sinottico degli adempimenti, si precisa che è stato aggiornato come
segue, in base alle precisazioni ed alle ulteriori norme tecniche sopra riportate.
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Quadro sinottico degli adempimenti previsti dal Regolamento regionale n. 1/2011
ZONE VULNERABILI ED ASSIMILATE
Tipologia di azienda (1)
Azienda con allevamento
(pari o inferiore a
1.000 kg azoto/anno)
Aziende senza allevamento con superficie
in ZVN non superiore a 6 ha di SAU
Azienda con allevamento
(superiore a 1.000 fino a
3.000 kg azoto/anno)
Documentazione da trasmettere alla
Provincia
Comunicazione
Eventuale contratto fornitura effluenti
Comunicazione
Eventuale contratto fornitura effluenti
Aziende IPPC e Aziende di bovini con
oltre 500 UBA
Comunicazione
Contratto eventuale fornitura effluenti.
Azienda senza allevamento che usa
effluenti - DETENTORE
(pari o superiore a
3.000 kg azoto/anno)
Azienda senza allevamento che non usa
effluenti
(1)
(2)
(3)
(*)
Condizioni Operative (2)
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
Azienda con allevamento
(superiore a 3.000 kg azoto/anno)
Azienda senza allevamento che usa
effluenti - DETENTORE
(superiore a 1.000 fino a 3.000 kg
azoto/anno)
Documentazione presso l’azienda
Se non effettuata stoccaggio in azienda:
− Contratto fornitura effluenti
Se effettua stoccaggio:
− Comunicazione
− Contratto fornitura effluenti
Comunicazione
Contratto fornitura effluenti
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
contratti terreni in concessione; (*)
PUA (3);
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
contratti terreni in concessione; (*)
PUA
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
contratti terreni in concessione; (*)
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
contratto fornitura effluenti
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
PUA
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
contratto fornitura effluenti
N zootecnico 170 kg/ha/a; MAS
Registro fertilizzazioni e relativa cartografia;
(nel caso di aziende con superficie in zona
vulnerabile superiore a 6 ettari)
MAS
Gli adempimenti valgono anche per le aziende che producono altri fertilizzanti azotati derivanti dal trattamento di biomasse di origine agricola da sole o in miscela con EA.
Il limite di 170 kg/ettaro/anno di azoto di origine zootecnica è inteso come media aziendale.
Il PUA è richiesto solo se si UTILIZZANO più di 3.000 kg di azoto per anno.
Eventuali visure catastali se richieste dalla Provincia
pagina 15 di 43
ZONE ORDINARIE
Tipologia di azienda (1)
Documentazione da trasmettere alla Provincia
Documentazione presso l’azienda
Azienda con allevamento
(fino a 3.000 kg azoto/anno)
Azienda con allevamento
(superiore a 3.000 kg azoto/anno)
−
−
−
Aziende IPPC
Aziende di bovini con oltre 500 UBA
Impianti trattamento biomasse
(Biogas) per quantità maggiori di
6.000 kg di azoto anno
Condizioni Operative (2)
N zootecnico 340 kg/ha/a; MAS
Comunicazione
Eventuale contratto fornitura effluenti
Registro fertilizzazioni e relativa
cartografia;
contratti terreni in concessione (*)
N zootecnico 340 kg/ha/a; MAS
Comunicazione
Eventuale contratto fornitura effluenti.
PUA (3);
Registro fertilizzazioni e relativa
cartografia;
contratti terreni in concessione (*)
N zootecnico 340 kg/ha/a; MAS
Azienda senza allevamento che usa
effluenti - DETENTORE
(superiore a 3.000 fino a 6.000 kg
azoto/anno)
Se non effettuata stoccaggio in azienda:
− Contratto fornitura effluenti
Se effettua stoccaggio:
− Comunicazione
− Contratto fornitura effluenti
Registro fertilizzazioni e relativa
cartografia;
contratto fornitura effluenti
N zootecnico 340 kg/ha/a; MAS
Azienda senza allevamento che usa
effluenti - DETENTORE
(superiore a 6.000 kg azoto/anno)
Comunicazione
Contratto fornitura effluenti
Registro fertilizzazioni e relativa
cartografia;
contratto fornitura effluenti
N zootecnico 340 kg/ha/a; MAS
(1)
(2)
(3)
(*)
Gli adempimenti valgono anche per le aziende che producono altri fertilizzanti azotati derivanti dal trattamento di biomasse di origine agricola da sole o in miscela con EA.
Il limite di 340 kg/ettaro/anno di azoto di origine zootecnica è inteso come media aziendale.
Il PUA è richiesto solo se si UTILIZZANO più di 6.000 kg di azoto per anno.
Eventuali visure catastali se richieste dalla Provincia
pagina 16 di 43
Per quanto attiene le “LINEE GUIDA ALLA COMUNICAZIONE PER L’UTILIZZAZIONE
AGRONOMICA” si precisa che i principi di carattere generale richiamati nel presente Allegato
fanno riferimento anche all’utilizzazione agronomica di effluenti di allevamento in Zone Non
Vulnerabili.
− Par.2 SOGGETTI ESONERATI DALLA COMUNICAZIONE
Si precisa che le aziende agricole o agroalimentari, con superficie in Zone Vulnerabili ai Nitrati
superiore a 6 ettari, senza allevamento che non usano effluenti sono escluse dall’obbligo di
comunicazione, ma devono tenere il Registro di utilizzazione.
−
Par.3 QUANDO
Si precisa che tra le informazioni che comportano l’aggiornamento della Comunicazione
(variazione della superficie complessiva utilizzata, disponibilità dei terreni e/o i quantitativi
complessivi di effluenti) è inclusa anche la eventuale modifica della dieta di alimentazione
degli impianti di digestione anaerobica.
−
Par. 5 CHE COSA
Si precisa che i contenuti della Comunicazione alla Provincia e la documentazione da
conservarsi presso la sede aziendale, di cui ai paragrafi successivi, si riferiscono alle aziende
con produzione annua di azoto al campo superiore a 1.000 kg in ZVN e a 3.000 kg in Zone
Non Vulnerabili, così come indicato agli artt. 23 comma 8 e 41 comma 9.
−
Par. 5.2. Attività relative alla produzione di effluenti di allevamento (v. tabelle 1, 3 e 4)
Le fatture a cui si fa riferimento alla lettera g), sono da intendersi come fatture di vendita.
−
Par 5.5 Documenti ed elaborati tecnici sull’utilizzazione agronomica da conservarsi presso
una sede aziendale
Si ribadisce che il Registro di utilizzazione annuale degli effluenti di allevamento e degli altri
fertilizzanti azotati deve essere conservato in azienda; è implicito che questa disposizione vale
per le aziende tenute alla compilazione del Registro.
Tra la documentazione che il titolare dell'azienda o il detentore degli effluenti è tenuto a
predisporre ed a conservare presso una sede aziendale da indicarsi nella comunicazione alla
Provincia vi è anche il Piano di Utilizzazione Agronomica, da redigere entro il 31 marzo di
ogni anno, per i casi previsti dagli artt.15 e 38, qui richiamati:
−
−
imprese che, in ZVN, utilizzano oltre 3.000 kg/anno di azoto;
−
imprese che, in Zona NON Vulnerabile, utilizzano oltre 6.000 kg di azoto da digestato di
qualsiasi origine;
−
allevamenti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale e gli allevamenti bovini
con oltre 500 UBA.
Par. 6 TABELLE STANDARD E INDICAZIONI PER LA DETERMINAZIONE DI:
quantitativi di effluenti d’allevamento e di azoto prodotti in fase di stabulazione e di
trattamento; volumi e quantità di azoto acque reflue dalle sale mungitura
La tabella 1 è aggiornata come segue:
pagina 17 di 43
Azoto al campo
Specie
Categoria animale (kg/t pv)
ovaiole e
riproduttori (capo
leggero)
230,0
ovaiole (capo
leggero)
ovaiole e
riproduttori (capo
pesante)
Avicoli
230,0
polli da carne
faraone
tacchini maschi
tacchini femmine
0,41
1,8
fattrice
288,0
250
240,0
118,0
118,0
143,0
fattrice con
corredo
agnello (0_3
mesi)
agnellone (3_7
Ovicaprini
mesi)
99,0
pecora o capra
Puledri da
ingrasso
Stalloni e fattrici
Tipo di Stabulazione
a terra
in batteria di gabbie
0,46
2,0
a terra
in batteria di gabbie
coniglio da carne
Equini
(kg/capo) (kg/capo)
ovaiole (capo
pesante)
pollastra
Cunicoli
Peso vivo
69,0
0,23
0,8
0,8
in batteria di gabbie
0,25
0,19
1,06
0,53
0,8
1,0
0,8
9,0
4,5
0,24
1,7
0,50
3,5
2,37
16,6
1,49
15,0
3,47
35,0
4,95
50,0
11,73
37,95
a terra
170,0
550,0
a terra
in gabbia
Dettaglio Stabulazione
con fessurato (posatoio ) totale o parziale e
disidratazione della pollina nella fossa sottostante
predisidratazione con nastri ventilati
predisidratazione con fossa profonda e tunnel
senza predisidratazione
con fessurato (posatoio ) totale o parziale e
disidratazione della pollina nella fossa sottostante
predisidratazione con nastri ventilati
predisidratazione con fossa profonda e tunnel
senza predisidratazione
numero di cicli /anno : 2,8
senza predisidratazione
predisidratazione con nastri ventilati (2,8
cicli/anno)
con uso di lettiera (numero di cicli /anno : 4,5)
con uso di lettiera
con uso di lettiera ; n° di cicli/anno : 2
con uso di lettiera ; n° di cicli/anno : 3
asportazione con raschiatore delle deiezioni
con predisidratazione nella fossa sottostante e
asportazione con raschiatore
asportazione con raschiatore delle deiezioni
con predisidratazione nella fossa sottostante e
asportazione con raschiatore
asportazione con raschiatore delle deiezioni
con predisidratazione nella fossa sottostante e
asportazione con raschiatore
liquame
m3
t
palabile
m3
liquame
palabile
0,15
0,05
0,1
22
9
9,5
7
18
19
17
0
0,2
0,1
0,2
230,0
229,8
229,9
229,8
0,0
0,15
0,05
0,1
22
0,6
22
9
9,5
7
18
19
17
0
18,7
0
0,2
0,1
0,2
230,0
2,0
288,0
229,8
229,9
229,8
0,0
286,0
0,0
0,05
0,6
0,8
0,4
0,4
20
9,5
6,2
8
4,5
4,5
19
9,5
13
6,2
6,2
0
0,1
2,0
2,8
1,0
1,0
143,0
287,9
248,0
237,2
117,0
117,0
0,0
0
20
8
13
0
0,0
143,0
143,0
0,0
13
0
0,0
143,0
143,0
0,0
13
24,4
0
24,4
0
24,4
0
0,0
44,0
99,0
44,0
99,0
44,0
99,0
143,0
55,0
0,0
55,0
0,0
55,0
0,0
24,4
24,4
21,0
21,0
48,0
48,0
14
0
20
in recinti
su grigliato o fessurato
in recinti
su grigliato o fessurato
in recinti
su grigliato o fessurato
individuali o collettivi
nessun dettaglio
individuali o collettivi
nessun dettaglio
individuali o collettivi
nessun dettaglio
0
7
16
7
16
7
16
in recinti
individuali o collettivi
individuali o collettivi
5
5
15
15
15
15
15
pagina 18 di 43
−
Par. 7.1. Quadro riassuntivo su: procedura di “comunicazione” e criteri di utilizzazione
agronomica del digestato
Le disposizioni relative a questo paragrafo si applicano a tutte le tipologie di digestato, così
come definito alla lettera t) dell’art. 2 del Regolamento. In riferimento a quanto enunciato alla
lettera b), vale quanto già stabilito all’art. 20 e all’art. 40 del Regolamento in merito alla
conservazione del registro di utilizzazione delle fertilizzazioni.
Relativamente alla lettera a) si specifica che l’utilizzazione agronomica di qualunque tipologia
di digestato è soggetta alla comunicazione all’amministrazione provinciale competente.
Relativamente alla lettera b) l’utilizzazione agronomica comporta l’elaborazione di un Piano
di Utilizzazione Agronomica (PUA):
- per quantitativi di azoto superiori a 3.000 kg/anno, in terreni in Zone Vulnerabili da Nitrati;
- per quantitativi di azoto superiori a 6.000 kg/anno, in terreni in Zona Non Vulnerabile.
-
Par. 8.3 Quota di azoto da altre biomasse vegetali
La “Tabella 5: Contenuto di azoto per colture erbacee” è stata dettagliata ed integrata con i
valori relativi ai cereali a paglia come trinciato. Si riporta la tabella completa di seguito:
pagina 19 di 43
parte utile
Coltura
Aglio
Asparago verde
Avena
Barbab. da zuc.
Basilico
Bietola da coste
Bietola da foglie
Broccolo
Cappuccio
Carota
Cavolfiore
Cece
Cetriolo
Cicoria a foglie verdi
Cipolla
Cocomero
Colza
Endivie (indivie riccia e scarola)
Erba mazzolina
Erba medica
Erbai aut. Prim. Estivi o Prato avv. Graminacee
Erbai aut. Prim. Misti o Prato avv. Polifita
Fagiolino da industria
Fagiolino da mercato fresco
Fagiolo
Fagiolo secco
Farro
Festuca arudinacea
Finocchio
Fragola
Girasole
Grano duro
Grano tenero
Grano tenero biscottiero
Grano tenero FF/FPS
Lattuga
Loglio da insilare
Loiessa
Mais da granella
Mais dolce
Mais trinciato
Melanzana
Melone
Orzo
Patata
Peperone
Pisello
Pisello proteico
Pomodoro
Prati di trifoglio
Prati pascoli in collina
Prati polifiti >50% leguminose
Prati polifiti artificiali_collina
Prati stabili in pianura
Prezzemolo
Radicchio
Ravanello
Riso
Scalogno
Sedano
Segale
Soia
Sorgo da foraggio
Sorgo da granella
Spinacio
Triticale
Triticale trinciato ed altri cereali autunno vernini
Verza
Zucca
Zucchino
bulbi
turioni
granella
radici
foglie
coste
foglie
parte aerea
parte aerea
radici
parte aerea
granella
frutti
cespi
bulbi
frutti
granella
cespi
fieno
fieno
fieno
fieno
bacelli
bacelli
bacelli
granella
granella
fieno
parte aerea
frutti
acheni
granella
granella
granella
granella
cespi
trinciato
fieno
granella
spighe
trinciato
bacche
frutti
granella
tuberi
bacche
granella
granella
bacche
fieno
fieno s.s.
fieno s.s.
fieno s.s.
fieno s.s.
parte aerea
parte aerea
radice
granella
bulbi
parte aerea
granella
granella
pianta intera
granella
parte aerea
granella
trinciato
Parte aerea
frutti
frutti
Contenuto di azoto (1)
residuo della pianta
%
%
1,08
nessuno
1,41
rami_foglie
1,15
1,91
paglia
0,26
0,22
colletti_foglie
0,45
0,37
nessuno
0,27
nessuno
0,54
nessuno
0,52
nessuno
0,53
nessuno
0,41
nessuno
0,47
nessuno
3,68
nessuno
0,16
nessuno
0,44
nessuno
0,31
nessuno
0,19
nessuno
3,39
steli foglie
2,26
0,47
nessuno
1,89
nessuno
2,06
nessuno
2,07
nessuno
1,79
nessuno
0,75
nessuno
0,75
nessuno
3,84
nessuno
6,6
nessuno
2,57
paglia
0,30
2,04
nessuno
0,58
nessuno
0,45
nessuno
2,8
stocchi
0,76
2,28
paglia
0,83
2,1
paglia
0,61
1,7
paglia
0,75
2,41
paglia
0,69
0,31
nessuno
0,9
nessuno
1,53
nessuno
1,56
stocchi
0,59
0,85
stocchi
0,48
0,39
nessuno
0,52
nessuno
0,39
nessuno
1,81
paglia
0,43
0,42
nessuno
0,38
nessuno
0,99
nessuno
3,42
paglia
1,41
0,26
nessuno
2,07
nessuno
2,27
nessuno
2,48
nessuno
2,25
nessuno
1,83
nessuno
0,24
nessuno
0,46
nessuno
0,46
nessuno
1,38
paglia
0,65
0,27
nessuno
0,54
nessuno
1,93
paglia
0,85
5,82
residui
0,48
0,3
nessuno
1,59
stocchi e foglie
0,63
0,59
nessuno
1,81
paglia
0,88
0,45
nessuno
0,55
nessuno
0,39
nessuno
0,44
nessuno
biomassa Rapporto (2)
%
utile/residuo
1,08
1,28
1,00
1,18
1,25
0,26
5,00
0,37
0,27
0,54
0,52
0,53
0,41
0,47
3,68
0,16
0,44
0,31
0,19
2,76
0,80
0,47
1,89
2,06
2,07
1,79
0,75
0,75
3,84
6,60
1,49
1,10
2,04
0,58
0,45
1,44
0,50
1,63
1,25
1,44
1,25
1,28
1,25
1,64
1,25
0,31
0,90
1,53
1,03
0,83
0,65
0,83
0,39
0,52
0,39
1,12
1,00
0,42
0,38
0,99
2,53
1,25
0,26
2,07
2,27
2,48
2,25
1,83
0,24
0,46
0,46
1,02
1,00
0,27
0,54
1,39
1,00
3,15
1,00
0,30
1,03
0,71
0,59
1,39
1,20
0,45
0,55
0,39
0,44
pagina 20 di 43
Note:
1)% riferita al prodotto tal quale
2) E' il rapporto tra le masse di prodotto utile raccolto ed il residuo; nel caso del frumento tenero ad
es. si stima che mediamente per ogni 100 kg di granella si abbiano 80 kg di paglia.
La “Tabella 6: Esempio di calcolo dell'azoto contenuto nel frumento tenero” è stata
dettagliata come segue:
Esempio di calcolo dell'azoto contenuto nel frumento tenero
Pianta intera
Massa
Azoto
q
kg
90
130
108
155
126
181
144
207
162
233
180
259
Paglia
Massa
Azoto
q
kg
40
25
48
29
56
34
64
39
72
44
80
49
Granella
Massa
Azoto
q
kg
50
105
60
126
70
147
80
168
90
189
100
210
Il calcolo dell’N, riportato come esempio, è riferito al contenuto di azoto percentuale per
coltura indicato nella tabella 5.
− Par. 9 AZOTO AL CAMPO DI SOSTANZE VEGETALI DI ORIGINE AGRICOLA E
AGROINDUSTRIALE UTILIZZATE IN AGRICOLTURA ED ESCLUSE DALLA
NORMATIVA RIFIUTI, COMPRESI I COMPOST, TRATTATI DA SOLI OD IN MISCELA
TRA LORO
Si precisa che il riferimento normativo per i sottoprodotti nei punti sottoriportati è il
medesimo art.184 bis del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152:
-
biomasse costituite da residui delle lavorazioni industriali di sostanze vegetali di origine
agricola (orticole, frutta, uva, colture industriali, coltivazione funghi, ecc.) conferiti come
sottoprodotti ai sensi dell’art. 184 bis del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 all’azienda, per
essere utilizzati su terreni arativi come ammendanti dopo periodo di accumulo a piè di
campo inferiore a 30 giorni.
-
compost derivati dalle biomasse di cui ai punti precedenti e conferiti all’azienda
utilizzatrice come sottoprodotti ai sensi dell’art. 184 bis del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152 per
essere utilizzati su terreni arativi come ammendanti. Per il calcolo dell’N si fa riferimento
ai tenori in kg/t dichiarati dal conferente sulla base di referti analitici probanti.
pagina 21 di 43
2.3
ALLEGATO II
Per quanto riguarda l’Allegato II “Utilizzazione agronomica: criteri generali”, si precisa quanto
segue.
− Par. 1.1 PUA impostato rispettando i limiti di Massima Applicazione Standard (MAS)
Trattandosi di un piano per l’utilizzazione agronomica, si intende che sono tenute alla sua
elaborazione le aziende con terreni in ZVN che utilizzano oltre 3.000 kg/anno di azoto da
effluenti di allevamento e da altri fertilizzanti azotati, le aziende suinicole e avicole in AIA,
nonché le aziende bovine con più di 500 UBA che utilizzano effluenti zootecnici anche in
Zone non Vulnerabili.
Vincoli da rispettare:
Relativamente ai termini dell’equazione di bilancio semplificata (MAS >= Fo*Ko + Fc) si
precisa che:
−
-
il fattore Fo rappresenta l’apporto di azoto organico
-
l’apporto di azoto organico di origine zootecnica non può superare i 170 kg/ha anno
nelle zone vulnerabili (ZVN) e i 340 kg/ha anno nelle zone non vulnerabili
-
il coefficiente di efficienza Ko, nel caso di utilizzazione di acque reflue di aziende
agricole, di piccole industrie agroalimentari e dei frantoi oleari, non è soggetto al
rispetto di alcun valore minimo, dato che il titolo in azoto non è sempre rilevante. Lo
stesso coefficiente Ko deve assumere, in riferimento all’anno solare, valori non
inferiori a 40% per i letami e le sostanze palabili assimilate.
Par. 1.2 PUA impostato in base ad un bilancio dell’azoto specifico dell’azienda
Relativamente ai coefficienti di efficienza (Ko), si fa riferimento a quanto riportato all’art. 15,
comma 8 del Regolamento. Inoltre, i valori minimi di efficienza media aziendale di azoto da
allevamenti sono previsti soltanto per le ZVN.
Vincoli da rispettare: per quanto attiene al coefficiente di efficienza Ko si rimanda alle
precisazioni sopra riportate.
− PAR. 2. COEFFICIENTI PER L’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA
In tabella 5a è aggiornato il valore del coefficiente in caso di bassa efficienza d’impiego dei
liquami bovini
Tabella 5a:
Coefficienti di efficienza dei liquami provenienti da allevamento (Ko)
Dose
Efficienza
Alta
Media
Bassa
(1)
Avicoli
alta
bassa
[%]
[%]
75
82
55
60
36
38
Suini
alta
bassa
[%]
[%]
65
71
48
52
31
33
Bovini
alta
bassa
[%]
[%]
55
60
41
44
26
28
pagina 22 di 43
Tabella 5b
agronomico
Coefficienti di efficienza dell’azoto da digestati destinati all’utilizzo
1
2
3
4
5
Da effluenti
avicoli
Da liquami bovini da
Frazioni
soli o in miscela con Da liquami (stessa efficienza
chiarificate di
Livello di
anche per le
suini
altre biomasse
digestati
efficienza
frazioni
vegetali
[%]
chiarificate del
[%]
[%]
digestato)
Da
biomasse
vegetali
[%]
[%]
Alta
55
65
75
65
55
Media
41
48
55
48
41
Bassa
26
31
38
31
26
Note:
−
−
I coefficienti di efficienza delle frazioni palabili di digestati si assumono uguali a quelli dei
digestati medesimi.
In caso di dosi inferiori a 125 kg/ha di N, i suddetti coefficienti di efficienza possono essere
incrementati di un 15% rispetto al valore riportato in tabella.
Relativamente ai coefficienti di efficienza dell’azoto da digestati destinati all’utilizzo
agronomico, nel caso di digestati derivanti da liquami suini in miscela con biomasse si
devono considerare i livelli di efficienza relativi ai liquami suini tal quali, quando risulta
prevalente (> 51%) l’N da effluente suino; viceversa, quando l’N prevalente è quello delle
biomasse, occorre far riferimento ai coefficienti di efficienza riportati nella colonna 5 della
tabella 5b.
pagina 23 di 43
Tabella 6a Limiti di Massima Applicazione Standard (MAS) (i valori riportati sono quelli
mediamente ottenibili in situazioni di campo nelle aree agricole del bacino padano)
Coltura
N efficiente
Frumento tenero
Frumento duro e grani di forza
Orzo
Avena
Segale
Triticale
Riso
Silomais (irriguo)
Silomais (non irriguo)
Mais da granella (irriguo)
Mais da granella (non irriguo)
Sorgo granella
Sorgo da insilato
Erbaio invernale di loiessa
Erbaio estivo di panico
Prati avvicendati o permanenti
Prati avvicendati di sole leguminose (*)
Leguminose da granella (pisello, soia)
Colza
Girasole
Barbabietola da seme
Barbabietola da zucchero
Tabacco
Patata
Pomodoro
kg N/ha
180
190
150
110
120
150
160
280
210
280
210
220
220
120
110
300
170
30
150
120
180
160
200
190
180
Resa
t/ha
6,5
6,0
6,0
4,5
4,5
6,0
7,0
23
18,4
13
10,4
7,5
16,0
7,0
7,0
13,0
gran
gran
gran
gran
gran
gran
gran
s.s.
s.s.
gran
gran
gran
s.s.
s.s.
s.s.
s.s.
4,0
3,5
gran
gran
60,0
4,4
48,0
80,0
tq
tq
tq
tq
Arboree
Actinidia
Albicocco
Ciliegio
Melo
Nocciolo
Noce
Pero
Pesco
Susino
Vite lavorata
Vite alta produzione
Pioppo
Pioppo da biamassa
150
135
120
120
100
120
120
175
120
70
100
120
130
25
13
9
35
2
4
30
25
20
9
18
20
15
Orticole
Aglio
Asparago verde
170
210
9
7
pagina 24 di 43
Basilico
Bietola da coste
Biet. Rosse
Bietola da foglie
Broccolo
Cavolo cappuccio
Carota
Cavolfiore
Cavolo verza
Cece
Cetriolo
Cicoria
Cipolla
Cocomero
Endivie
Fagiolino da industria
Fagiolino da mercato fresco
Fagiolo
Finocchio
Fragola
Lattuga
Mais dolce
Melanzana
Melone
Peperone
Porro
Prezzemolo
Radicchio Chioggia
Radicchio
Ravanello
Ravanello da seme
Scalogno
Sedano
Spinacio da industria
Spinacio da mercato fresco
Verza
Verza da industria
Verza da seme
Zucca
Zucchino da industria
Zucchino da mercato fresco
NOTA 1:
110
190
90
280
180
250
195
225
165
80
225
210
160
130
130
70
50
70
240
160
130
170
175
140
200
126
100
161
190
80
160
120
250
190
125
150
150
160
210
190
190
20
35
40
25
20
27
55
35
30
3
25
32
35
60
35
9
9
4
38
35
30
16
70
35
50
35
20
35
20
30
n.d.
8
80
20
13
35
35
n.d.
40
50
50
Gli apporti massimi di azoto della tabella 6a devono essere ridotti nei seguenti casi:
a) coltura che segue l’aratura di un prato avvicendato di almeno 3 anni = - 40 kg N/ha;
b) coltura che segue l’aratura di un medicaio di almeno 3 anni = - 60 kg N/ha.
NOTA 2:
(*)
Gli apporti massimi di azoto della tabella 6a possono essere superati qualora l’azienda
giustifichi e dimostri nel PUA, sulla base di opportuna documentazione (fatture di vendita
o analoga documentazione), che il livello produttivo raggiunto negli ultimi 3 anni supera
quello medio tabellare.
La fertilizzazione è ammessa solo alla preparazione del terreno per la semina o alla semina
pagina 25 di 43
−
Par. 3 DISTRIBUZIONE DI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO IN TERRENI IN PENDENZA
Per pendenza media si intende il rapporto percentuale tra variazione di altitudine e distanza
tra i due vertici dell’appezzamento considerato. Inoltre per appezzamenti si intendono
superfici della stessa coltura senza soluzioni di continuità, come ad esempio: fossi,
capezzagne, ecc.
− Par. 3.3 Distribuzione del letame e assimilati in terreni con pendenza media superiore al 10%
Si precisa che, così come previsto agli artt. 5 comma 2 e 32 comma 2, sui terreni arativi in
fase di preparazione del terreno, il letame deve essere incorporato al terreno entro 24 ore dalla
distribuzione in campo o dalla rottura del cumulo, con una lavorazione superficiale.
pagina 26 di 43
2.4
ALLEGATO III
Per quanto riguarda l’Allegato III si precisa quanto segue.
La tabella 1 è aggiornata come segue:
pagina 27 di 43
Tabella 1 Valori indicativi delle altezze funzionali al calcolo della superficie delle platee
Altezza in metri
Tipo di stoccaggio per palabile
Materiale stoccato
2
Platea
Letame
2
Platea
Lettiere esauste degli allevamenti cunicoli
2
Platea
Lettiere esauste degli allevamenti avicoli
2,5
Platea
Deiezioni di avicunicoli rese palabili da processi di disidratazione
1,5
Platea
Frazioni palabili risultanti dal trattamento termico e/o meccanico di liquami, per le frazioni solide
derivanti da separazione di digestati e per le sostanze vegetali naturali non pericolose di
provenienza agricola o da industrie connesse
1
Platea
Fanghi palabili di supero da trattamento aerobico e/o anaerobico di liquami da destinare
all’utilizzo agronomico
1,5
Platea
Letami e/o materiali ad essi assimilati sottoposti a processi di compostaggio e per i compost
non appartenenti alla categoria dei fertilizzanti commerciali
3,5 e oltre
Platea
Materiali palabili, risultanti da processi di essiccazione con sostanza secca maggiore del 65% per
tali materiali lo stoccaggio può avvenire anche in strutture di contenimento verticali, senza limiti
di altezza
0,60
Zone a lettiera permanente
0,15
Zone a lettiera permanente di
avicunicoli
0,30
Zone a lettiera permanente
Letame di allevamento bovino
Lettiera di avicunicoli
Altre specie
pagina 28 di 43
−
Par. 1.1 Stoccaggi per insediamenti esistenti; Par. 1.2 Nuovi stoccaggi
Come indicato all’art. 8 comma 7, per “contenitori di stoccaggio esistenti” si intendono quelli
in esercizio alla data del 2 febbraio 2007, per i quali era ammesso un adeguamento alle
capacità minime entro febbraio 2012.
Gli “insediamenti esistenti” sono considerati quelli in esercizio alla data di entrata in vigore
del Regolamento (1 gennaio 2012). Per quanto concerne la riattivazione di insediamenti, si
ritiene che essi debbano essere considerati come nuovi insediamenti.
Le disposizioni attinenti al Par. 1.2.1 fanno riferimento esclusivamente a “nuovi stoccaggi”,
ovvero quelli “autorizzati” a partire dal 1° Gennaio 2012.
In tale contesto si precisa che anche i serbatoi flessibili di materiale elastomerico o
plastomerico, purché installati con modalità atte ad evitare la dispersione dei liquami ivi
contenuti in caso di rotture accidentali, rispettano le prescrizioni previste per i nuovi
contenitori di stoccaggio (All. III par. 1.2).
−
Par 1.1.1 Letami, materiali ad essi assimilati ed altri materiali palabili
Si precisa che nel paragrafo “Caratteristiche di materiali palabili e calcolo delle dimensioni
dei cumuli” le caratteristiche dei materiali palabili e il calcolo delle dimensioni dei cumuli,
così come l’“Esempio di calcolo delle dimensioni di un cumulo” hanno valore di
raccomandazioni e non di prescrizioni. Si tratta di informazioni aggiuntive per l’allevatore
interessato alle procedure da seguire per minimizzare il rischio di percolazioni o di
ruscellamenti dal cumulo. Gli unici aspetti prescrittivi riguardano la forma del cumulo nella
cui realizzazione deve essere accuratamente evitata la formazione di avvallamenti nella parte
superiore, onde evitare la penetrazione diretta nel cumulo delle acque meteoriche.
− Par .1.1.2 Liquami e materiali ad essi assimilati
Si precisa che, così come previsto al Titolo III del Decreto 7 aprile 2006, le disposizioni di
cui al presente paragrafo non si applicano alle acque reflue derivanti da aziende agricole e da
piccole aziende agroalimentari; si applicano, invece, a:
- liquami di allevamento e materiali assimilati;
- sostanze vegetali naturali non pericolose, non palabili, di provenienza agricola o da
industrie connesse;
- percolati da foraggi insilati.
Per le disposizioni relative allo stoccaggio delle acque reflue derivanti da aziende agricole e
da piccole aziende agroalimentari si rimanda all’art. 49.
Autonomia di stoccaggio (lettera a)
La capacità minima di stoccaggio per liquami di allevamento e materiali ad essi assimilati,
così come riportato all’art.11 comma 3 del Regolamento, è pari a 180 gg nelle ZVN. Per
quanto riguarda le Zone Non Vulnerabili detta capacità è pari a 120 gg così come indicato
all’art. 34 comma 1 lettera b).
Criteri costruttivi dei contenitori di stoccaggio (lettera b)
Nelle aziende che hanno paddok esterni in terra battuta, è consentito l’accesso degli animali
agli stessi anche nei periodi di divieto di spandimento, purché sia garantita la pulizia dell’area
scoperta con cadenza almeno settimanale, fermo restando che l’accesso è precluso agli
animali in caso di pioggia o con terreno saturo d’acqua.
Requisiti tecnici e norme di salvaguardia ambientale per stoccaggi esistenti (lettera c punti 8
e 13)
Relativamente al punto 8 si intende che qualora il terreno su cui è costruito il contenitore in
terra presenti un coefficiente di permeabilità K<1.10-6 cm/s e lo spessore degli strati
pagina 29 di 43
impermeabili sottostanti sia tale da assicurare un adeguata protezione del corpo acquifero
sottostante, il limite del coefficiente di permeabilità di cui al precedente punto 7 potrà essere
elevato a 1.10-6 cm/s purché lo spessore del fondo e delle pareti sia tale impedire la
permeazione del liquame per almeno 10 anni.
Relativamente al punto 13 si intende che la verifica, mediante collaudo, degli stoccaggi,
dovrà essere effettuata periodicamente ogni dieci anni dalla loro entrata in esercizio.
−
Par. 1.2 Nuovi stoccaggi
Si chiarisce che in caso di nuovi stoccaggi, sia in insediamenti esistenti che in nuovi
insediamenti, non sono ammessi i contenitori in terra (lagoni). Tra i requisiti tecnici dei
nuovi stoccaggi, infatti, non si fa mai espressamente riferimento ai contenitori in terra, né vi
sono rimandi ai paragrafi in cui questi sono previsti.
−
Par. 1.2.1 Nuovi stoccaggi in insediamenti esistenti
Le disposizioni relative ai nuovi stoccaggi in insediamenti esistenti sono relative non solo
allo stoccaggio di biomasse ma anche degli effluenti d’allevamento.
Criteri costruttivi dei contenitori di stoccaggio (lettera b)
Per i materiali palabili valgono i Criteri costruttivi e gestionali previsti per gli stoccaggi in
insediamenti nuovi, di cui al par. 1.2.2 lettera b) punto b2.
Requisiti tecnici e norme di salvaguardia ambientale (lettera c)
Per i materiali palabili devono essere rispettati i Requisiti tecnici e di salvaguardia
ambientale di cui alla lettera c) del par. 1.1.1 ed i Criteri costruttivi relativi all’accumulo in
campo di cui alla lettera d) del par. 1.1.1.
Per i materiali non palabili valgono le disposizioni elencate nei punti da 1 a 7.
Relativamente al punto 6, si precisa che la verifica, mediante collaudo, degli stoccaggi, dovrà
essere effettuata periodicamente ogni dieci anni dalla loro entrata in esercizio.
-
Par. 1.2.2 Stoccaggi per nuovi insediamenti
Autonomia di stoccaggio (lettera a)
Nel caso di sostanze vegetali naturali non pericolose provenienti da aziende agricole o da
agro industrie connesse, la cui produzione sia limitata a brevi periodi stagionali (lavorazione
di uve, frutta, pomodoro, …) si ritiene opportuno uniformare questa disposizione a quanto
previsto al paragrafo 1.1.1 lettera a, consentendo l’accumulo temporaneo in campo, nel
periodo dal 1 di marzo al 31 ottobre per non più di 72 ore, in attesa del loro spandimento
seguito da interramento immediato con aratura.
Criteri costruttivi e gestionali (lettera b1)
Per gli effluenti di allevamento non palabili la verifica, mediante collaudo, degli stoccaggi,
dovrà essere effettuata periodicamente ogni dieci anni dalla loro entrata in esercizio.
Si riporta la tabella 3 aggiornata.
Tabella 3 Tecniche abbattimento emissioni di ammoniaca
Tecnica di abbattimento delle emissioni di NH3 da liquami ed altre
biomasse non palabili in stoccaggio
Contenimento in serbatoi flessibili di materiale elastomerico o
plastomerico
Copertura con solaio, tenda,etc.
Coperture flottanti (plastic sheets, leca, etc.)
Rapporto S/V (Superficie libera/ Volume del contenitore) • 0.2
pagina 30 di 43
Criteri costruttivi e gestionali (lettera b2)
Per le biomasse palabili (letami e materiali assimilati; sostanze vegetali naturali palabili non
pericolose di provenienza agricola o da industrie connesse; frazioni palabili di digestati
derivanti di tali materiali, trattati da soli od in miscela tra loro; i compost ottenuti da tali
materiali, trattati da soli od in miscela tra loro, e non appartenenti alla categoria dei
fertilizzanti commerciali), la copertura dell’area di stoccaggio e le tamponature laterali sono
obbligatorie e sono previste per evitare la dispersione e trasporto in atmosfera del particolato
che si può formare nel materiale stoccato. Si sottolinea che le tamponature dovranno essere
realizzate solo su 3 lati per consentire l’accesso alla platea con opportuni mezzi meccanici e
potranno essere costituite anche da elementi mobili.
Per le biomasse palabili, inoltre, devono essere rispettati i Requisiti tecnici e di salvaguardia
ambientale di cui alla lettera c) del par. 1.1.1 ed i Criteri costruttivi relativi all’accumulo in
campo di cui alla lettera d) del par. 1.1.1.
pagina 31 di 43
APPENDICE N. 1
FACSIMILE CONTRATTO CESSIONE EFFLUENTI
Legge Regionale n. 4/2007
Accordo per la cessione a terzi di quote di effluenti zootecnici e di altri
fertilizzanti azotati per l’espletamento delle fasi di utilizzazione agronomica
Premesso
- che ai sensi del Regolamento Regionale 1/2011 articoli 24 e 42 i produttori di effluenti zootecnici o di altri
fertilizzanti azotati possono cederli ad un soggetto terzo (detentore) per le successive fasi di utilizzazione
agronomica.
Con la presente scrittura privata tra il produttore e il detentore di seguito identificati:
PRODUTTORE
________________________________, nato a _________________ (__) il ___________, residente a
___________________ (__), Via ______________________________n. ___ Codice Fiscale/Partita IVA
______________________________ in qualità di legale rappresentante della Azienda Agricola
_____________________________________________ produttore di (inserire una x nella riga corrispondente):
Effluenti zootecnici presso l’allevamento (specificare specie) _______________ posto in Comune di
______________________ via _____________________________________ codice allevamento AUSL
_________________.
Altro fertilizzante azotato (specificare) _________________ presso l’azienda posta in Comune di
_________________________ via ___________________________________
in regola con la normativa regionale in vigore sull’utilizzazione degli effluenti zootecnici.
DETENTORE
__________________________________, nato a _______________________ (__) il _________, residente a
_____________________ (__), Via _______________________n. _________ Codice Fiscale
______________________________.
Il detentore dichiara di avere una o più delle seguenti condizioni:
E’ il legale rappresentante di un azienda agricola senza/ con allevamento e utilizzerà gli effluenti zootecnici o i
fertilizzanti azotati in zona non vulnerabile
(inserire
la
ragione
sociale
e
la
partita
iva
dell’azienda
agricola)___________________________________________________________
E’ il legale rappresentante di un azienda agricola senza/ con allevamento e utilizzerà gli effluenti zootecnici o i
fertilizzanti azotati in zona vulnerabile
(inserire
la
ragione
sociale
e
la
partita
iva
dell’azienda
agricola)___________________________________________________________
Ha altri contratti di detenzione in corso di validità (allegare elenco dei contratti di detenzione)
Non ha altri contratti di detenzione in corso di validità.
Si conviene e si stipula quanto segue:
il Sig. ___________________________________________, in qualità di produttore cede al Sig.
_________________________________________ in qualità di detentore quote dei seguenti effluenti o altri fertilizzanti
azotati:
Tipologia di effluente/altro
Volume ceduto
Azoto ceduto
Titolo dell’azoto nei materiali
fertilizzante
m³
Kg
ceduti kg/ m³
Liquame o materiali assimilati
Letame o materiali assimilati
Altro fertilizzante azotato
Durata dell’accordo dal _______________ al____________
il Detentore è responsabile della corretta attuazione delle fasi di seguito indicate (inserire una x nella cella a fianco
della fase seguita dal detentore) :
Trasporto
Stoccaggio
Trattamento
Distribuzione
pagina 32 di 43
ed è tenuto a comunicare le relative informazioni alla Provincia territorialmente competente ed a produrre la
documentazione prevista.
Firma delle parti
Il Produttore _____________________
(allegare fotocopia documento di riconoscimento)
Il Detentore _____________________
(allegare fotocopia documento di riconoscimento)
Il contratto di detenzione è valido dalla data di invio alla Provincia territorialmente competente.
L’invio alla Provincia deve essere effettuato dal produttore.
pagina 33 di 43
APPENDICE N. 2
STIMA DEL “CARICO” ANNUO DI AZOTO DI ORIGINE ZOOTECNICA NEI COMUNI
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA PER ORIENTARE GLI INTERVENTI DI
ACCOMPAGNAMENTO AL PIANO D'AZIONE ED I CONTROLLI
Con i dati del censimento dell’agricoltura 2010 si è proceduto ad aggiornare il “carico” annuale di
azoto, espresso in kg di elemento per ettaro di SAU (Superficie Agraria Utile), contenuto negli
effluenti di origine zootecnica.
Il DM 7 aprile 2006, prevede (art.21, comma 3) azioni del PSR ad integrazione del Piano d'azione
nelle zone vulnerabili.
La stima del carico di azoto di origine zootecnica nei comuni della regione costituisce il riferimento
per l'attuazione dell'azione 4 ”Incremento della sostanza organica nel suolo”, intervento 1, Misura
214 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013.
Inoltre, l'art. 27, comma 4 del Regolamento Regionale 1/2011 prevede un incremento percentuale
dei controlli nelle aree a maggior densità di aziende agro-zootecniche.
Metodologia
Si è partititi dalla consistenza di capi animali distinta per specie e categoria così come indicate nel
rilevamento censuario, ed attribuendo a ciascuna di esse un peso per capo ed una “produzione” di
azoto per kg/t di peso vivo; vedi tab. 1.
Tab. 1 – Pesi dei capi animali e produzione di azoto al campo .
Specie
Età/indirizzo prod.
Categoria
Bovini
Inferiore ad 1 anno
Da 1 a meno di 2 anni
Di 2 anni e più
Bufalini
Equini
Ovini
Caprini
Suini
Da ingrasso
Maschi
Femmine
Maschi
Femmine
Maschi
Giovenche da allevamento
Vacche da carne e/o da lavoro
Giovenche da macello
Vacche da latte
Annutoli (vitelli bufalini)
Bufale
Altri bufalini
Cavalli
Altri equini (asini, muli, borlotti)
Pecore da latte
Altre pecore
Altri ovini
Capre
Altri caprini
Con Peso inferiore a 20 kg
Con peso da 20 a meno di 50 kg
Con peso da 50 a meno di 80 kg
Con peso da 80 a meno di 110 kg
Peso
(kg)
214
214
557
405
700
540
590
540
600
130
650
400
550
400
50
50
35
50
35
10
35
65
95
N
(kg/t pv)
120
120
84
84
84
120
73
120
138
67
81,5
75-103
69
69
99
99
99
99
99
111,2
110
110
110
pagina 34 di 43
Da riproduzione
Avicoli
Cunicoli
Con peso da 110 kg e più
Scrofe montate
Verri
Altre scrofe
Polli da carne
Faraone
Galline da uova
Tacchini
Oche
Altri avicoli
Fattrici
Altri conigli
135
180
250
172
1
0,8
1,9
7
3,3
0,8
3,5
1,7
110
Struzzi
110
93,5
110
110
250
240
230
118
118
288
143
143
118
I coefficienti di produzione di azoto al campo (al netto delle perdite in fase di stoccaggio e
rimozione dalla stalla) per tonnellata di peso vivo sono stati ripresi dai parametri riportati nel
Regolamento Regionale n°1 del 28 ottobre 2011.
Non essendoci corrispondenza tra le categorie animali indicate nel Regolamento sopracitato e quelle
censite dall’ISTAT il peso per capo è stato attribuito sulla base dei valori più frequentemente
riscontrabili negli allevamenti.
Il carico complessivo di azoto al campo è stato quindi calcolato moltiplicando il peso vivo di
ciascuna categoria animale per la corrispondente produzione di azoto. Sono state prese in
considerazione tutte le categorie animali riportate in tab. 1 tranne gli struzzi. Il carico totale in
ambito comunale è stato successivamente rapportato alla Superficie Agricola Utilizzata.
Nella tabella sotto riportata i Comuni sono elencati in ordine decrescente in base al carico unitario
(kg/ha SAU) con una nota che precisa se detto carico è superiore ai 127 kg/ha, valore preso a
riferimento in alcuni impegni delle misure agroambientali.
Carico stimato di Azoto al campo di origine zootecnica
Cod
comune
035043
040043
037038
035010
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Cesena
Gambettola
Carpineti
Palagano
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Castelnovo di Sotto
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Noceto
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Rubiera
Castelnovo ne' Monti
Pavullo nel Frignano
Bagnolo in Piano
San Secondo Parmense
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Galeata
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Scandiano
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Busseto
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Roccabianca
Collecchio
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Parma
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San Martino in Rio
Montese
Neviano degli Arduini
Cadeo
Quattro Castella
Soragna
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Castelvetro Piacentino
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Bore
Borgonovo Val Tidone
Verghereto
Bertinoro
Castello di Serravalle
Guiglia
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Castellarano
Verucchio
San Prospero
Borghi
Predappio
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RA
RN
BO
RA
FE
FE
BO
FE
FE
FE
FE
PC
Solarolo
Montegridolfo
Malalbergo
Sant'Agata sul Santerno
Vigarano Mainarda
Sant'Agostino
Castel Maggiore
Voghiera
Massa Fiscaglia
Goro
Mirabello
Zerba
0,8
0,7
0,7
0,6
0,6
0,5
0,4
0,4
0,2
0,1
0,1
0,0
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Parere di regolarità amministrativa
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Atti amministrativi
GIUNTA REGIONALE
Giuseppe Bortone, Direttore generale della DIREZIONE GENERALE AMBIENTE E DIFESA
DEL SUOLO E DELLA COSTA esprime, contestualmente all'adozione, ai sensi della
deliberazione della Giunta Regionale n. 2416/2008, parere di regolarità amministrativa in
merito all'atto con numero di proposta DPG/2014/1156
IN FEDE
Giuseppe Bortone
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