Dossier PUP 18 giugno 2014 sito

VOGLIAMO REGOLE, legalità e
trasparenza
anche per gli INTERVENTI
del PIANO Urbano PARCHEGGI
A cura di Carteinregola, Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Coordinamento
dei Comitati NO PUP/Sostasostenibile, Mobilitiamoci
18 giugno 2014
1 Era il 12 luglio 2011, quando abbiamo presentato il nostro libro
dossier “Non chiediamo la luna – 30 proposte al Sindaco”, da
cui abbiamo ricavato la maggior parte delle considerazioni e
dei materiali inseriti in questo dossier.
Tre anni fa.
E ancora siamo qui a parlarne…
INDICE
Premessa: Perché l’ennesimo dossier
Un po’ di storia
I motivi del fallimento del PUP
I quesiti giuridici da risolvere a monte
La pertinenzialità
Una sentenza della Cassazione
Le nostre domande
Nota sulla bozza di memoria di Giunta
Alcuni casi concreti:
I mercati rionali
Via Giulia
Via Fermi
Piazza San Saturnino
Via Cesena
Piazzale della Radio: Cosa succede sopra il PUP?
Tenuta della Chiavichetta: la legge Tognoli in mezzo al nulla (vincolato)
a Centocelle, in Via dei Noci
Tutti i PUP da cancellare (anche dalla bozza di memoria di giunta)
2 PERCHE’ L’ENNESIMO DOSSIER
A quasi un anno dal'insediamento della nuova Giunta, non si sa ancora il destino di tutti gli
interventi del Piano urbano Parcheggi 2008, tuttora vigente. Alcune bozze di Delibera di Giunta,
che ci risultano mai approvate, hanno ridotto notevolmente il numero dei parcheggi privati previsti
su aree pubbliche, mantenendo tuttavia una scarsa chiarezza sul futuro di tutti gli altri.
Il Coordinamento dei Comitati NO PUP/sosta sostenibile, Carteinregola e Cittadinanzattiva Lazio
Onlus, da anni si battono per riportare il Piano parcheggi nel perimetro dell'interesse pubblico e
delle regole certe e uguali per tutti.
Un segnale positivo era giunto dal programma del Sindaco Marino che prometteva di “Avviare
insieme ai cittadini e ai comitati un nuovo Piano urbano parcheggi per ripensare i criteri di
localizzazione, di gestione nonché degli effetti di riqualificazione che devono rispondere alle
esigenze effettive della collettività e dell’accessibilità garantita al trasporto pubblico”. Intenzione
confermata anche dalle linee programmatiche 2013-2018 approvate dall’Assemblea Capitolina:
“Sarà studiato un nuovo piano per i parcheggi, aprendone nuovi medio-piccoli, diffusi nella città e
collegati alle linee di trasporto pubblico”.
Tuttavia, a oggi, i comitati e i cittadini non sono stati coinvolti nella ricerca di soluzioni, nè
nell'elaborazione delle nuove regole (in proposito come Coordinamento dei Comitati No PUP
abbiamo consegnato a questa e alla passata amministrazione la proposta di nuovo schema di
convenzione), e neppure ci risulta sia stato dato seguito alle richieste più volte avanzate di un
approfondimento su alcune questione giuridiche da dirimere "a monte", prima di prendere
qualunque decisione.
La più importante di queste riguarda la legittimità delle procedure adottate finora, con
l'assegnazione di aree pubbliche a privati senza alcuna gara di evidenza pubblica (come invece
è sempre avvenuto in altre città) e gli eventuali "diritti acquisiti" dei cosiddetti "proponenti" sulla
realizzazione di box, anche senza aver ancora sottoscritto alcuna convenzione con il Comune di
Roma. Risposte indispensabili, che possono avere pesanti ricadute, da un lato sulle casse comunali
(per i rischi di contenzioso con le ditte) dall'altro sull'ambiente e sui cittadini.
Per questo il 20 gennaio 2014 Carteinregola, Cittadinanzattiva, Mobilitiamoci e i Comitati NO
PUP hanno chiesto un’audizione alla Commissione Speciale sulla Metro C e per il monitoraggio
delle relative infrastrutture della mobilità di Roma Capitale e alla Commissione Mobilità per
consegnare il presente dossier e porre una serie di quesiti giuridici che riguardano decine di
interventi del Piano Parcheggi, quesiti a cui riteniamo sia un preciso dovere
dell’amministrazione rispondere prima di approvare qualunque nuovo atto relativo al Piano
parcheggi.
3 Un po’ di storia
Più di vent’anni fa, partendo dalla
constatazione che le grandi città
erano ingolfate dalle automobili,
l’allora ministro per i problemi
delle aree urbane Tognoli vara la
Legge N.122/1989 (la “legge
Tognoli”) con l’obiettivo di
promuovere la realizzazione di
parcheggi e rendere più fluida la
viabilità. Molti Comuni italiani, tra
cui il Comune di Roma, sono
chiamati alla realizzazione del
Programma Urbano Parcheggi
“sulla base di una preventiva
valutazione del fabbisogno e
tenendo conto del piano urbano del
traffico” e a redigere un programma
“indicando, tra l'altro, le
localizzazioni, i dimensionamenti, le priorità di intervento nonché le opere e gli interventi da
realizzare in ciascun anno1” La legge prevede agevolazioni fiscali ed economiche, grazie a
finanziamenti statali2, e anche urbanistiche, in quanto il PUP, una volta approvato, “costituisce
automaticamente variante qualora contenga previsioni in contrasto con le pianificazioni
urbanistiche in vigore” in quanto “l’atto di approvazione del programma costituisce dichiarazione
di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità delle opere da realizzare”3.
Ma l’aspetto più gravido di conseguenze della Legge Tognoli è che viene incentivata la
realizzazione di parcheggi al servizio degli edifici che non ne sono adeguatamente provvisti, sia in
aree di pertinenza condominiale 4 sia su suolo pubblico, tramite la concessione delle aree ai privati
per un massimo di novant’anni5. Tuttavia, per evitare speculazioni, a fronte delle facilitazioni, la
Legge Tognoli inserisce il vincolo di pertinenzialità, specificando che tali parcheggi non possono
essere “ceduti separatamente dall'unità immobiliare alla quale sono legati da vincolo
pertinenziale” e che “ I relativi atti di cessione sono nulli.”6 In pratica i box possono essere
1
Legge N.122/89 Titolo I ART.3 comma 1: “Tale programma deve tra l'altro indicare le localizzazioni ed i
dimensionamenti, le priorità di intervento ed i tempi di attuazione privilegiando le realizzazioni volte a
favorire il decongestionamento dei centri urbani mediante la creazione di parcheggi finalizzati
all'interscambio con sistemi di trasporto collettivo e dotati anche di aree attrezzate per veicoli a due ruote,
nonché le disposizioni necessarie per la regolamentazione della circolazione e dello stazionamento dei
veicoli nelle aree urbane.”
2
Legge N.122/89 Art 2 comma 3.
3
Legge N.122/89 Titolo I ART.3 comma 7
4
Legge N.122/89 Titolo III Art.9. 1.
5
Legge N.122/89 Titolo III Art.9 4.
6
Legge N.122/89 Titolo III Art.9 5.
4 acquistati solo da proprietari di immobili nella “zona d’influenza del parcheggio”7 e possono essere
rivenduti solo a eventuali nuovi acquirenti degli stessi immobili.
Una ulteriore fortissima spinta per la realizzazione di parcheggi nella Capitale viene poi
impressa da due ordinanze del neo Presidente del Consiglio dei Ministri Romano Prodi, che
seguendo la strada tracciata da Silvio Berlusconi nel 2001 per la città di Milano8, nel 2006 dichiara
«lo stato di emergenza per la situazione determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nella
città di Roma»9 e, un mese dopo, attribuisce al Sindaco di Roma10 la funzione di “Commissario
delegato per l’attuazione di interventi volti a fronteggiare l’emergenza traffico nel territorio della
Capitale» con poteri speciali.11
A 25 anni dalla Legge Tognoli e a quasi otto dai Decreti Prodi, la situazione del traffico a
Roma è rimasta invariata, se non peggiorata, anche perché non ci sono stati miglioramenti
sensibili negli altri settori contemplati dalle normative speciali12: l’incremento della polizia
municipale sul territorio e soprattutto il potenziamento e la razionalizzazione del trasporto
pubblico. Si potrà obiettare che i vantaggi sono limitati anche perché finora si è realizzato un
numero limitato di interventi, rispetto a quelli previsti, ma basta vedere il paesaggio che circonda
i “PUP” già realizzati - macchine in terza e quarta fila, sotto cartelli che da anni raccomandano di
affrettarsi ad acquistare gli “ultimi box in vendita” – per rendersi conto che il problema della
mobilità è molto più complesso di quello che si vuole far credere. E che, con l’esclusione dei nodi
di scambio lungo il perimetro esterno della città, se non si risolvono i problemi a monte con un
articolato piano strategico, qualunque parcheggio sotterraneo sarà sempre e solo un
7
La determinazione dell’”area di influenza”(cioè quel cerchio con un raggio che parte dal centro del
parcheggio, all’interno del quale si trovano gli edifici i cui condomini hanno diritto all’acquisto dei box con
le relative facilitazioni di legge) non è specificata dalla Legge 122, in quanto – soprattutto leggendo la
relazione che la accompagna- si dà per scontata la “prossimità” dei box agli immobili di cui diventano
pertinenza. Tuttavia a Roma e in altre città verrà introdotta la clausola dell’area di influenza: nella Capitale,
come vedremo, prima 500 mt, poi 1000 e infine tutta l’area urbana; a Milano 300 metri pedonali.
8
anche Catania, Firenze e Venezia
9
DPCM 4 agosto 2006
10
all’epoca Veltroni; l’emergenza è proclamata fino al 31 dicembre 2008 e poi prorogata di anno in anno
fino al 31 dicembre 2012.
11
OPCM 26 settembre 2006 Interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare l'emergenza
determinatasi nel settore del traffico e della mobilita' nel territorio della Capitale della Repubblica.
(Ordinanza n. 3543).
12
Oltre alla predisposizione di un apposito piano per la realizzazione di parcheggi pertinenziali, a rotazione,
sostitutivi e di scambio, l’ Ordinanza n. 3543 prescrive che il Sindaco si adoperi per la realizzazione di aree
pedonali, piste ciclabili, strade e corsie riservate al trasporto pubblico con zone a traffico limitato, interventi
di riqualificazione delle infrastrutture viarie e nodi di interscambio facilmente accessibili dalle reti viarie in
corrispondenza dei terminali delle linee di trasporto pubblico. Il Sindaco dovrà assicurare anche il
potenziamento del trasporto pubblico locale e del corpo di Polizia municipale (nonché il compimento delle
attività conseguenti alla rimozione dei veicoli).
5 palliativo: per quante vetture si toglieranno dalla strada, ne arriveranno sempre altrettante a
prenderne il posto, secondo il noto principio dei vasi comunicanti13.
I motivi del fallimento del PUP
Uno degli elementi principali del totale fallimento del Piano parcheggi – riconosciuto persino dai
suoi fautori che si sono alternati in questi anni, di centrosinistra e di centrodestra – è che il Piano
urbano parcheggi, in tutte le sue versioni successive, non è mai stato un “piano”.
Tutta la vicenda romana comincia con un avviso pubblicato su alcuni quotidiani, il 29 luglio 1990
(e ancora l’8 luglio 1991), in cui si invitano ditte private ad avanzare proposte per la realizzazione
di garages sotterranei pertinenziali indicando le localizzazioni desiderate. Arrivano centinaia di
proposte, una commissione (non si sa composta da chi e con quali criteri) ne elimina un certo
numero, quelle che restano (qualche centinaio) vengono inserite nel primo Piano Urbano Parcheggi,
sparpagliate nella città con l’unico criterio della richiesta degli operatori privati. Questi primi
Piani oggi ci appaiono una matassa oscura e ingarbugliata, di cui è difficile ricostruire i percorsi e
le dinamiche, perché da subito gli interventi cominciano a passare di mano (da una ditta all’altra
attraverso discutibili “cessioni di rami aziendali”) e a saltellare per tutta la città, in alcuni casi su
richiesta degli uffici comunali, in altri – più frequenti – per andare incontro alle richieste dei
“proponenti” in cerca di localizzazioni economicamente più appetibili (e più centrali), in altri
ancora per accontentare le esigenze elettorali di qualche politico14.
Nel 2006, con l’istituzione dell’ “emergenza traffico” e dei poteri straordinari del Sindaco,
l’Amministrazione avrebbe potuto fare un vero salto di qualità e utilizzare la gestione
commissariale per rimettere mano al Piano parcheggi facendo tesoro degli errori compiuti - di cui
era ampiamente consapevole15 - riportando al centro del piano l’interesse pubblico. Invece
13
Si calcola che, se anche fossero realizzati tutti i parcheggi previsti dal Piano, l’incidenza sulla percentuale
del parco di vetture private della Capitale senza posto auto per parcheggiare non raggiungerebbe le due cifre
14
A Roma le collocazioni e le tipologie dei parcheggi non sono mai state stabilite da un soggetto pubblico
“terzo” (ad esempio a Milano il Comune ha mandato per mesi i vigili urbani di notte nei vari quartieri a
rilevare la situazione della sosta illegale sostitutiva) ma, di fatto, dai “proponenti” stessi.
15
A FUTURA MEMORIA: “L’enorme mole di atti prodotti per l’attuazione del PUP rende conto di
tutta una serie di criticità che l’hanno caratterizzata: criticità che per taluni aspetti ancora permangono, e
per altri di tipo del tutto nuovo, e che si rende necessario affrontare (…) si descrivono quelle più
significative: 1) L’enorme e complessa quantità di passaggi e procedure(…) 2) La scarsa rispondenza dei
modelli di gestione delle strutture per la sosta alle esigenze funzionali del sistema mobilità. Tale
problematica riguarda, in modo diverso, tutte le tipologie inserite nel PUP (…) Per la tipologia
pertinenziale (…) attraverso tali realizzazioni: a) non si è contribuito a limitare i posti auto presenti in
superficie sul suolo pubblico (e quindi a produrre effetti “benefici” sull’intero sistema della Mobilità (…)
aggiungendo al contrario offerta di sosta rispetto all’esistente.La localizzazione sul territorio di tale
tipologia deve essere dunque oggetto di massima attenzione al fine di offrire posti auto per lo standard
edilizio necessario solo ed esclusivamente in quelle zone che ne risultano carenti, evitando assolutamente di
offrire offerta aggiuntiva. b) sono stati costruiti box che restano di fatto non usati quando il proprietario li
lascia liberi dalla propria automobile, ciò significa che lo spazio realizzato resta inutilizzato per una
percentuale (stimata nel 40%) dell’arco del tempo (…). In un’ulteriore percentuale, inoltre, i box realizzati
vengono impropriamente utilizzati dal proprietario (ad esempio come cantine, magazzini etc) 3) la
eccessiva e ormai insostenibile conflittualità di tipo sociale, politico, tecnico, imprenditoriale, giuridico, ed
economico finanziaria, correlata in particolare alla realizzazione delle tipologie pertinenziali e
sostitutive. Da parte della collettività sono state soprattutto poste in evidenza le problematiche connesse
ad una scarsa partecipazione ai procedimenti e di carenza di informazione, quelle legate ai
fabbricati limitrofi e sulle attività presenti, in particolare in fase di costruzione, quelle infine, correlate al
6 preferisce continuare sulla linea precedente, rimodulando il piano e accorpando gli interventi16,
facendoli ancora una volta rimbalzare da un angolo all’altro della città senza alcuna strategia
trasportistica, ma sotto l’influsso di spinte e controspinte destinate ad annientare anche le pur
timide intenzioni pianificatrici. E accorpando e scomputando posti auto, calcolando i cosiddetti
“resti” da restituire alle imprese fino all’ultimo box, arrivando addirittura a mettere insieme 2-3
società diverse per realizzare un unico garage, frutto della fusione dei 2-3 interventi assegnati
precedentemente alle singole ditte.
Il secondo motivo nasce dalle caratteristiche stesse dei garages, che in ben pochi casi assolvono al
loro compito di liberare le strade cittadine dalla sosta selvaggia: costruire dei box chiusi in una
città sempre affamata di cubature in cui stipare oggetti e materiali perché gli appartamenti,
gli uffici e i locali commerciali hanno costi esorbitanti, ne ha provocato inesorabilmente la
trasformazione in cantine e magazzini. Infatti, anche se non esistono statistiche in questo senso,
perché non risulta a memoria d’uomo che sia mai stato fatto un controllo, possiamo affermare che la
maggior parte dei box venduti a Roma tutto contiene tranne che automobili. E nonostante le
minacce di sanzioni, messe nero su bianco nei contratti, per chi cambia la destinazione dei box o ne
fa un uso improprio, non è stato neanche previsto un soggetto con il compito di operare delle
verifiche sistematiche.
Il terzo motivo, che in questi ultimi anni di crisi economica ha decretato il fallimento non solo del
Piano Parcheggi ma anche di molte ditte del settore, è il prezzo di vendita dei box, a Roma
esorbitante anche in periferia, in molti casi paragonabile a quello di un appartamento qualche
chilometro fuori città, che ha causato un alto tasso di invenduto. Un prezzo stabilito dal
mercato, sganciato dai costi di costruzione e molto più alto delle altre città, per motivi che le
maggiori spese per le indagini archeologiche e geologiche non bastano a giustificare. All’inizio è
stato calmierato con detrazioni fiscali e addirittura con incentivi economici a spese della collettività
(ci risulta che in passato siano stati dati dal Comune di Roma anche 6 milioni di lire ai primi
acquirenti dei box). Ma basta fare il confronto con Milano, dove il prezzo finale per l’acquirente fa
parte dei criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto, per cui il residente può acquistare il garage
modello della tipologia pertinenziale, che viene visto come modello eccessivamente oneroso (l’acquisto dei
box) non alla portata di tutti e quindi socialmente “discriminatorio” (…) del quale non viene apprezzata
l’utilità, non sembrando in grado di fornire adeguato contributo alle problematiche del traffico e della
circolazione. 4) Il ruolo dei Municipi. La logica volontà dei Municipi di partecipazione attiva (…) ha
frequentemente determinato la messa in discussione di localizzazioni (già assentite con
l’approvazione originaria del PUP), di progetti (…), di interventi già muniti di autorizzazione (…) e del
quadro di insieme degli interventi previsti (…)[generando] un continuo e ininterrotto e numericamente
rilevante procedimento per la rilocalizzazione degli interventi originari (…)ma il loro trasferimento da un
sito all’altro non può essere effettuato in modo indifferente alle caratteristiche ed alle esigenze del
contesto da cui vengono sottratti e di quello in cui vanno a essere ricollocati…”da “Patto della Mobilità Dalla città dell’automobile alla città del pedone” a cura del Dip. VII del Comune di Roma
Deliberazione C.C. n. 231 -10 dicembre 2004 (Sindaco Valter Veltroni)
16
Nella prima Ordinanza (OC n.2 del 2006) del sindaco neocommissario Veltroni, sono inseriti, tra gli
interventi dell’emergenza, 7 parcheggi di scambio e 53 parcheggi con finanziamento privato,
presumibilmente interventi urgenti e prioritari. Pochi mesi dopo, tutti gli interventi previsti dal Piano Urbano
Parcheggi vengono trasferiti sotto la direzione e il controllo dell’Ufficio ETM (Emergenza Traffico e
Mobilità), appositamente istituito, che da quel momento diventa il gestore assoluto del Piano. Il nuovo PUP
del luglio 2007 infatti, rimodula i precedenti 352 interventi relativi a 44.771 posti auto, trasformandoli in
209, per un totale di 41.155 posti auto.
7 a un prezzo dimezzato rispetto ai valori immobiliari della zona (e il Comune resta il garante con i
cittadini del suo rispetto), per capire la siderale distanza delle diverse amministrazioni capitoline
dalle intenzioni della Legge Tognoli: invece la nuova giunta Pisapia, pochi mesi dopo
l’insediamento, ha costretto una società a diminuire il prezzo dei box ingiustamente lievitato17 e ha
rimodulato tutti gli interventi al’insegna dell’interesse pubblico18.
I quesiti giuridici da risolvere a monte
I “diritti acquisiti”
A Roma tutte le rimodulazioni sono sempre state effettuate mantenendo la centralità
dell’interesse privato, in nome di presunti “diritti acquisiti” dei primi proponenticostruttori (e ai loro “subentranti”), indipendentemente dallo stato delle procedure e delle
concessioni o permessi di costruire eventualmente già attribuiti, appellandosi al rischio di
risarcimenti milionari da parte del Comune ai “concessionari”. “Diritti acquisiti” che se in un caso
sono stati effettivamente riconosciuti e messi all’asta dal Tribunale in seguito al fallimento di una
società proponente (e accaparrati da un’altra ditta sulla base di un’offerta economica) dall’altro
potrebbero essere messi in discussione da una serie di argomentazioni giuridiche altrettanto valide.
Quesiti che a nostro avviso debbono essere chiariti una volta per tutte, prima di procedere
all’ennesima rimodulazione più o meno minimalista degli interventi, per individuare correttamente
- e condividere con i cittadini – le soluzioni migliori e anche gli eventuali rischi economici per la
città.
L’assegnazione tramite gara di evidenza pubblica
Per prima cosa occorre ricordare che, contrariamente ad altre città –Milano, ma anche Torino - a
Roma gli interventi sono sempre stati “assegnati” senza alcuna gara di evidenza pubblica,
quindi senza alcuna forma di concorrenza, nonostante le direttive europee prescrivessero il
contrario19.
Lo stato di emergenza del 2006, in qualche modo ha “sanato” questa situazione, inglobando nel
perimetro della gestione commissariale e delle deroghe a ben 36 norme e leggi statali e regionali
17
Si veda l’articolo e l’intervista all’assessore Castellano
http://sostasostenibile.wordpress.com/2012/12/23/piano-urbano-parcheggi-milan-le-un-gran-milan/
http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/comunicati.nsf/weball/DF032C0D3C259300C1257ADB00
4D0461
18
La giunta Pisapia ha avviato un’opera di ricalibratura del Piano Parcheggi, verificando quali interventi
servono oggi alla città, restituendo le aree dei cantieri abbandonati, concordando con i costruttori un’ “exit
strategy” per i progetti inutili e controversi. E continuando comunque a programmare parcheggi, ma dove
servono davvero (soprattutto di scambio) e con criteri più rispondenti al Bene Pubblico
19
Alla scarsa trasparenza sull’assegnazione degli interventi si aggiunge a nessuna garanzia sui requisiti
delle ditte assegnatarie: mentre , come previsto dalla legislazione dei lavori pubblici, in altre città (ma
anche a Roma per altri lavori pubblici anche analoghi) ogni bando prevede (e prevedeva) che possano
concorrere solo ditte con un capitale sociale minimo proporzionale all’entità economica dell’intervento19, a
Roma la maggior parte delle ditte concessionarie ha capitali di qualche migliaio di euro (la più grossa società
con il maggior numero di posti auto assegnati – 6500 - raggiunge i 100.000€), ditte che secondo le
normative dovrebbero aver eseguito un certo numero di lavori analoghi negli anni precedenti, che
dovrebbero avere certificazioni etc
8 (tra cui il Codice dei contratti e alcune normative di tutela paesaggistica e ambientale) tutti gli
interventi del Piano Urbano Parcheggi, sottraendoli così al rispetto delle regole vigenti.
Tuttavia la decadenza del regime commissariale, avvenuta il 31 gennaio 2012, e la conclusione
della fase di passaggio al regime ordinario, nel giugno 2013, dovrebbero aver indotto
l’amministrazione a una attenta disamina di tutte le “eccezioni” non più praticabili per quegli
interventi in itinere o mai avviati, che potrebbero richiedere ulteriori istruttorie o addirittura dover
“ripartire da zero” per sottostare alle normative vigenti (in particolare quelle europee)
La pertinenzialità
Come già ricordato, la Legge Tognoli stabiliva un vincolo indissolubile tra il parcheggio e
l’immobile di pertinenza, che vuol dire che l’unico acquirente che poteva subentrare nella proprietà
di un box pertinenziale era l’acquirente dell’appartamento o locale collegato. Ciò nonostante ci
risulta che per anni l’Ufficio parcheggi abbia rilasciato dei “nulla osta” con una formulazione
sibillina che ha permesso ai proprietari di cedere il box ad altri proprietari di immobili con gli
stessi requisiti, e a notai distratti di non accorgersi della conseguente nullità di quegli atti. Questa
situazione è stata in qualche modo regolarizzata con il Decreto varato dal Governo Monti
diventato legge n. 35 il 4 aprile 2012, contenente ‘‘Disposizioni urgenti in materia di
semplificazione e di sviluppo”, che ha notevolmente ridimensionato quella che era una delle
poche limitazioni poste dalla Legge 122/89 (Legge “Tognoli”) a garanzia delle finalità
pubbliche delle deroghe e soprattutto delle facilitazioni economiche previste per la
realizzazione dei box privati su suolo pubblico20. In pratica il proprietario di un box pertinenziale
oggi può venderlo separatamente a un altro soggetto, purchè anche questo sia proprietario di un
immobile (e sia autorizzato dal Comune che verifica i requisiti del subentrante) di cui il garage può
diventare pertinenza. Quanto alla prossimità dell’abitazione o del locale con l’immobile di
pertinenza, un’ordinanza commissariale del 2010 ha esteso la pertinenzialità a tutta l’area
cittadina. In pratica, dopo una prima raccolta di prenotazioni dei proprietari di immobili nell’area
con un raggio di 1000 mt, allo scadere di 270 giorni dal rilascio del Nulla Osta all'inizio dei lavori
(cioè più di un anno prima dell’ultimazione del parcheggio), il concessionario può cedere i box a
qualunque proprietario di immobile nell'area della Capitale.
Tuttavia, decaduta l’emergenza traffico, sembrerebbe ovvio il ripristino delle regole
preesistenti, cioè dell’unica Legge Nazionale, la 122/89. E se si riparte dalla Legge Tognoli, tanti
aspetti dovrebbero essere urgentemente ridefiniti: intanto se la quota di posti rotazionali inseriti a
partire dal 2006 proprio grazie ai poteri straordinari del Sindaco può continuare a far parte dei
progetti che non sono ancora stati presentati o approvati nel momento della decadenza del regime
commissariale, dato che la Tognoli prevede solo parcheggi pertinenziali. In secondo luogo
dovrebbero essere rivisti anche i criteri che regolano la prossimità dei parcheggi e
l’individuazione “ a monte” degli edifici di cui sono destinati ad essere pertinenza. Su questo
aspetto la Cassazione si è espressa per un parcheggio in costruzione in Via Panama, a Roma.
Cosa dice la Cassazione
20 Secondo il D.L. del 9 febbraio 2012 conv., con mod., nella L. 4 aprile 2012 n. 35, contenente
‘‘Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo’’ i parcheggi realizzati in diritto di
superfiche ed in convenzione di cui al comma 4 (sempre, art. 9 legge Tognoli) non possono essere ceduti
separatamente dall’unita` immobiliare alla quale sono legati da vincolo pertinenziale e i relativi atti di
cessione sono nulli, ad eccezione di espressa previsione contenuta nella convenzione stipulata con il
comune, ovvero quando quest’ultimo abbia successivamente autorizzato l’atto di cessione.
9 La sentenza, del 16 novembre 2011, a nostro avviso, rimette in discussione la legittimità delle
procedure non solo del parcheggio di Via Panama su cui si esprime, un intervento su suolo
privato realizzato con la semplice DIA avvalendosi delle agevolazioni della legge 122 , ma, per
certi aspetti, di tutti gli interventi inseriti nel Piano Urbano Parcheggi della Capitale, perché
collega definitivamente il concetto di “pertinenzialità” a quello di “prossimità”.
La Cassazione infatti contraddice l’interpretazione del Comune di Roma della Legge Tognoli
rispetto alla definizione di “area di influenza” (e la Corte si riferisce all’area dal raggio di 1000 mt)
dichiarando esplicitamente che le norme attuative della legge, scritte dal Campidoglio (delibera 164
del 1997), «non rispondono ai requisiti fissati dalla legge e dall'interpretazione che di questa ha
fornito la Cassazione”
Per la Corte il tema che va affrontato è “se la legge possa dirsi interamente rispettata dalla
definizione del perimetro dell’area di prossimità e dalla previsione dell’obbligo per il costruttore,
garantito dall’impegno contrattuale assunto verso il Comune, di destinare in futuro i box e gli
spazi di parcheggio esclusivamente a titolari di diritti sugli immobili ricompresi nell’area di
prossimità. La Corte ritiene che la risposta debba essere negativa. L’esame che è stato effettuato in
precedenza (…) rende evidente che non esiste alcuna garanzia che gli spazi del parcheggio
troveranno una effettiva destinazione nei termini previsti dal progetto e, inoltre che difetta una
relazione tra gli spazi destinati a parcheggio e specifici immobili ricompresi nell’area individuata”.
Si tratta per la Corte di uno “snaturamento della legge Tognoli e si fonda su un’interpretazione
estensiva dell’art.9 citato [ma potrebbe essere lo stesso per l’art.6 che si fonda sugli stessi
presupposti] non consentita in presenza di una norma a carattere derogatorio nei termini sopra
richiamati” perché il rapporto di pertinenza “finisce per porre in relazione i parcheggi in
modo indifferenziato con l’intera area servita” . La Cassazione ritiene anche che “un chilometro
di distanza è eccessivo perchè si possa configurare il necessario rapporto di «pertinenzialità» tra
abitazioni e garage così come stabilito dalla legge Tognoli”21. In particolare, secondo la
Cassazione, il progetto del megaparking di Via Panama avrebbe dovuto indicare quali fossero gli
immobili ai quali era destinata la vendita. Altrimenti si versa «in ipotesi di iniziativa speculativa».
E’ pur vero che nel caso dei parcheggi su suolo pubblico l’approvazione della pubblica
amministrazione dovrebbe in qualche modo essere garanzia di pubblica utilità; però ci si chiede se
sia corretto anche da parte della pubblica amministrazione deformare fino a questo punto una
legge che aveva come obiettivo e fondamento la necessità di fornire di box auto i palazzi che ne
erano sprovvisti .
Riteniamo quindi che sia urgente approfondire sul piano giuridico se l’Ordinanza
commissariale che estende la pertinenzialità a tutta l’area cittadina sia – con il ritorno alla
Legge 122/89 - ancora vigente e se sia possibile inserire quote di parcheggi rotazionali in
interventi realizzati ai sensi della legge medesima. Infine sarebbe auspicabile, a tutela di coloro
che hanno acquistato irregolarmente i box prima del decreto Monti, appurare se l’introduzione
della nuova legge Monti allontani automaticamente il rischio di nullità degli atti di
compravendita sottoscritti in precedenza.
21 La
sentenza cita anche un’altra sentenza della Cassazione, la 14940 del 2009, che “indica con chiarezza
come possa ipotizzarsi un rapporto di pertinenzialità far i parcheggi e gli edifici serviti solo qualora “i box
si trovino in un ragionevole raggio di accessibilità pedonale” NOTA BENE: la deroga alla pertinenzialità
deve essere oggetto di specifica ordinanza commissariale, che deve indicare le motivazioni per cui “quei”
box di “quel” parcheggio rimasti invenduti possono essere ceduti anche a semplici affittuari.
10 Le nostre domande
Chiediamo quindi che venga richiesto e messo a disposizione dei cittadini un parere
circostanziato dell’Avvocatura sui seguenti punti:
‐ Quale validità abbiano ancora le norme introdotte dalle ordinanze commissariali (emesse in
regime di emergenza traffico) e quali conseguenze abbia sui progetti il ritorno alla vigenza
delle norme pre-emergenza (Legge Tognoli)
‐ Quali siano i diritti pregressi dei cosiddetti “proponenti” di progetti del PUP in base ai diversi
livelli procedurali raggiunti: se possa essere considerato un titolo il semplice inserimento nel
Piano, o se faccia fede solo la Convenzione stipulata o il PDC rilasciato
‐ Quali siano i rischi per la pubblica amministrazione in caso di contenzioso con i proponenti
rispetto ai vari livelli procedurali raggiunti (e come debbano essere valutati gli eventuali
risarcimenti)
‐ Quali interventi debbano seguire le procedure pregresse legate alla modalità commissariale,
quali richiedano un adeguamento alla gestione ordinaria con la riapertura delle conferenze dei
servizi, la revisione dei pareri e la sottoposizione alle procedure anteriori alla vigenza della
emergenza traffico e quali possano invece essere cancellati “tout court”.
In generale:
‐ Se i parcheggi privati pertinenziali debbano considerarsi “opera pubblica” oppure opera “di
interesse pubblico” e quali differenze preveda la legge nei due casi, soprattutto rispetto
all’obbligo di procedure di evidenza pubblica per la loro assegnazione.
‐ Quali limiti temporali possano decretare la decadenza degli interventi e quale potere
decisionale abbia il Comune per cancellare progetti anche già convenzionati in base ad una
valutazione della effettiva pubblica utilità dei parcheggi
Se, come pensiamo, tale parere mettesse in evidenza l’estrema fragilità amministrativa di tutto
l’impianto del PUP, siamo convinti che sia possibile azzerarlo completamente, elaborandone
eventualmente uno nuovo, fondato – finalmente - sulla programmazione a medio e lungo termine
degli interventi necessari all’intermodalità e all’incentivazione del trasporto pubblico e dei mezzi
alternativi all’auto privata, almeno per quanto riguarda la città consolidata.
E naturalmente – laddove si decidesse di realizzare ancora interventi in sotterraneo – riteniamo
indispensabile intervenire sulle regole poste a tutela dei residenti, dall’adozione delle linee
guida dei Geologi del Lazio e del Comune di Roma, alla modifica dello Schema di
Convenzione, alla previsione di assicurazioni più congrue, alla messa a punto di regole per le
sistemazioni superficiali che prevedano la partecipazione dei cittadini. E dovrebbe in ogni caso
essere finalmente introdotto l’obbligo dell’archeologia preventiva (diversa dalle pratiche finora
utilizzate), e la predisposizione di un costante controllo da parte degli uffici tecnici comunali e
municipali preposti (finora praticamente inesistente, se non in seguito a esasperate sollecitazioni dei
residenti) anche sui collaudi e sul versamento degli oneri concessori, che ci risultano in molti casi
mai effettuati e versati.
11 Nota sulla bozza di memoria di Giunta
Premettiamo che riteniamo la formulazione del testo della bozza di Memoria poco chiaro, in quanto
ribadisce che “gli interventi individuati sono quelli “prioritari” ( cioé che vengono “prima” degli
altri, che quindi restano tutti?), aggiungendo che “sono state selezionate ulteriori localizzazioni tra
quelle segnalate direttamente dagli operatori dopo la richiesta del Comune di una definizione di
prioritá degli interventi di competenza di ognuno, al fine di calibrare un piano operativo di breve medio periodo incentrato sui progetti cantierabili”. Dal testo quindi si potrebbe dedurre che
nessuna decisione sia stata presa sul futuro del Piano Urbano Parcheggi, limitandosi a individuare
una rosa di interventi nel breve-medio periodo, come a suo tempo (4 aprile 2012) ha fatto la Giunta
Alemanno.Affrontando in particolare gli interventi indicati nella bozza, desideriamo fare presente
alcune problematiche che a nostro avviso andrebbero preliminarmente affrontate:
Via dei Noci (V Municipio) ( (vedi scheda nel capitolo successivo con le richieste inviate dal
Comitato NO PUP Via dei Noci all’assessore Improta)
Piazza della Radio (XII Municipio) ( (Vedi scheda capitolo successivo)
Pzza S.Saturnino (II municipio) (B1.1-067) (Vedi scheda capitolo successivo)
Viale Tito Labieno (VII Municipio) (P.F.) (B1.4-005) PA 468 Ricollocazione a causa della
prevista rimozione di numerose alberature nello spartitraffico e lungo i marciapiedi, anche in
considerazione del fatto che nella zona esistono già numerosi parcheggi chiusi o sottoutilizzati.
L’intervento è un project financing che prevede la realizzazione di 240 posti auto rotazionali in
cambio della concessione per 228 box. Per questo il Comitato Viale Tito Labieno da tempo propone
la collocazione del Pup all’ inizio di Viale Palmiro Togliatti, a ridosso della fermata Metro
Subaugusta, come parcheggio di scambio utilizzabile anche in occasione della chiusura al traffico
per inquinamento da polveri sottili (il viale è la prima strada chiusa al traffico all’interno dell’”anello
verde)
Viale Bruno Buozzi (II municipio) (B1.4-048) PA 188 Il Comitato Viale Bruno Buozzi segnala le
mancate verifiche preliminari sui numerosi edifici interessati e le caratteristiche stesse del
progetto, che determinano rischi per la stabilità e la sicurezza degli edifici, a fronte di una domanda
di sosta evidentemente sovrastimata (come dimostrano altri interventi nel quartiere), chiedendo
l’espunzione/ricollocazione del progetto o la riduzione dell’intervento nei limiti di ragionevolezza,
anche in considerazione delle mutate condizioni del mercato immobiliare.
Piazza Monteleone da Spoleto (XV Municipio) Nella piazza sono presenti numerose alberature di
pregio di cui chiediamo la tutela o l’espianto con ripiantumazione nella stessa zona.
Interventi collegati ai mercati rionali (Vedi scheda capitolo successivo)
Ci riserviamo di presentare ulteriori approfondimenti sui seguenti interventi in P.f. : Galoppatoio
(II Municipio), Nodo Marconi (VIII Municipio) Inoltre vorremmo chiedere che venga
ulteriormente evidenziata l’utilità trasportistica degli interventi selezionati nella Memoria, non solo
in base al parere degli uffici, ma rispetto al PGTU In proposito chiediamo che la stessa procedura
per la partecipazione dei comitati, dei cittadini e dei soggetti interessati a vario titolo, venga
applicata agli interventi del PUP, come del resto promesso dal programma elettorale del Sindaco
Marino, sulla base delle regole uguali per tutti, dell’interesse pubblico e dei diritti collettivi.
12 I casi concreti:
Parcheggi sotto i mercati rionali: per non ricominciare daccapo…
Cittadinanzattiva Lazio onlus, Carteinregola e il Coordinamento dei
Comitati No PUP/Sosta sostenibile, che da tempo si occupano delle
problematiche legate al PUP e ai mercati rionali, intendono portare a
conoscenza della nuova amministrazione della città alcune
osservazioni sui progetti, che secondo il Piano Urbano Parcheggi
prevedono solo la realizzazione o l’ampliamento di parcheggi
sotterranei, ma che, da quanto riferito dall’assessore Improta in
Commissione, potrebbero interessare anche gli edifici mercatali.
Mercati Metronio di Via Magna Grecia (VII municipio), Pinciano
di Via Antonelli e Trieste
di via Chiana (II municipio):
• Nella passata consiliatura per due volte sono state predisposte Delibere per uno scambio
immobiliare da attuarsi con la CAM edilizia – indicata nel Piano Urbano Parcheggi della
Ordinanza Commissariale del 2007 come proponente di ampliamenti dei parcheggi esistenti sotto i
tre mercati – che avrebbe dovuto fornire al Comune un imprecisato numero di alloggi in cambio di
parti dei mercati rionali (anche con l’ipotesi di abbattimento/ricostruzione e aumento di cubature,
vedi Delibera 129).
• Entrambe le delibere non sono mai arrivate al voto dell’Assemblea a causa di un’opposizione
trasversale in Aula e anche della forte contrarietà dei comitati cittadini, che in alcuni casi hanno
creato un fronte comune con gli operatori dei mercati e movimenti in difesa dell’architettura
contemporanea (soprattutto per quanto riguarda il Mercato Metronio, edificio di rilevante interesse
architettonico dell’ingegnere Riccardo Morandi. Si veda, in proposito, l’Appello dell’Ordine degli
Architetti di Roma del 5 marzo 2012)
• Ci risulta, inoltre, che la società CAM srl, che avrebbe dovuto realizzare i tre interventi, non abbia
ottenuto a oggi, da parte dell’Amministrazione, il rilascio di alcuna convenzione o titolo che le
attribuisca un effettivo diritto a intervenire sugli immobili dei mercati, o sulla gestione della sosta o
sulla realizzazione degli ampliamenti dei parcheggi esistenti.
• In merito all’ipotesi di interventi di ampliamento dei parcheggi attraverso lo scavo di un ulteriore
piano sotterraneo, bisogna anche tener presente che esistono perizie giurate che affermano
l’impossibilità di realizzazione – o l’ insostenibilità economica – a causa della tipologia costruttiva
di edifici della seconda metà degli anni ’50. La stessa ditta, in un protocollo d’intesa siglato con gli
operatori del mercato di Via Chiana nel gennaio 2012, dichiara che “la struttura portante
dell’attuale edificio [del mercato di Via Chiana ndr] non è stata progettata per ospitare né ulteriori
piani interrati, né ulteriori piani sovrastanti e quindi si opererebbe con un costante pericolo di
cedimenti o crolli…”
• Inoltre ci preme sottolineare che – a maggior ragione dopo la fine della gestione commissariale
della mobilità per la decadenza dell’Emergenza Traffico e relativi poteri speciali di deroga –
qualsiasi affidamento e/o intervento su proprietà pubbliche devono, a nostro avviso, essere
assegnati in seguito a gare di evidenza pubblica.
13 • Facciamo infine presente che i Municipi interessati si sono espressi sfavorevolmente: il II
Municipio, il 12 aprile 2012 , con un ODG (Relativo ai Mercati di via Chiana e Via Antonelli)
votato dal centro e dal centrosinistra che invitava la Presidente a “intervenire presso il Sindaco per
bloccare l’iter di approvazione della delibera di scambio”, il Consiglio del Municipio VII votando
il 19 dicembre 2013 una risoluzione, presentata dal Partito Democratico, per l’espunzione, dal
Piano Urbano Parcheggi, del parcheggio previsto sotto il mercato Metronio
Mercato Vittoria di via Montesanto (I Municipio, Prati). L’intervento dovrebbe essere effettuato
sotto una struttura degli anni ’50, priva di parcheggi. Nel corso di una conferenza stampa in
Campidoglio, il 30 ottobre 2012, l’allora delegato ai parcheggi Vannini comunicò ufficialmente
che la Progepar, gruppo Cogeim, titolare degli interventi per realizzare parcheggi sotto i mercati
dei Fiori e Vittoria (costruiti più o meno nello stessa epoca dei tre mercati della Delibera 129)
aveva accettato di ricollocare i posti auto previsti in un parcheggio pubblico in abbandono della
Stazione Cornelia, a causa di “difficoltà emerse durante gli approfondimenti tecnico progettuali, ed
in particolare riguardo l’applicazione della normativa VVFF riferita al numero dei piani interrati”
(la citazione è presa dalla relativa OC 442 del 28 giugno 2012). Ci chiediamo in base a quali
successivi passaggi amministrativi e permessi lo scavo sotto il mercato Vittoria sia stato
nuovamente inserito nell’elenco degli interventi “fattibili
La vicenda di Via Giulia
L’area di Via Giulia - Largo Perosi -Via Bravaria è stata destinata con ordinanza del Sindaco n. 96
del 12 febbraio 2008 alla realizzazione di un parcheggio interrato (P.U.P. n. 138/1991 ai sensi della
Legge 122/1989).
Il 24 maggio 1991, in seguito alla Legge Tognoli, la I.C.B. Industria Conglomerati Bituminosi
S.r.l. presenta istanza per la realizzazione di un parcheggio pertinenziale in Piazza di Novella,
successivamente (ottobre 2003) traslato, su richiesta della ditta, in via G.Marconi e infine, sempre
su richiesta della ditta, atterrato (2005) in Largo Perosi - via San Filippo Neri – via Giulia. Nel
gennaio 2007 la ICB cede il proprio ramo d’azienda, relativo ad alcuni parcheggi del P.U.P. del
Comune di Roma, tra i quali la rilocalizzazione di Piazza Novella, alla Società CAM s.r.l.
In data 14.04.2008 viene stipulata la convenzione per la concessione del diritto di superficie
sull’area di proprietà comunale e/o relativo sottosuolo. Il progetto di parcheggio prevede tre piani
interrati per la realizzazione di 336 box auto pertinenziali e 30 a rotazione in Largo Perosi e 39 in
via Bravaria.
Il progetto viene sottoposto secondo le leggi vigenti alla V.I.A. Regionale e Comunale.
Dall’esame dei dati risulta che la scelta dell’area fatta dalla ditta concessionaria presenta notevoli
problematicità idrogeologiche che determinano rischi in merito alle caratteristiche costruttive.
Queste problematicità vengono messe in evidenza dall’Area Difesa Suolo della Regione Lazio con
parere del 19 gennaio 2009 indicando tra l’altro che :
1) lo sviluppo verticale del parcheggio andrà ad interessare la falda nelle sue fasi di piena,
2) le fondazioni previste si attestano su terreni di riporto.
Da ciò sono derivati 13 punti di prescrizioni che hanno snaturato completamente il progetto
riducendo i piani da tre a due e attestando le fondazioni al di sotto di 20 m dal piano di campagna
dove si raggiungono i livelli di roccia compatta.
In data 20 maggio 2010 la CAM presenta al riesame dell’Area Valutazione Impatto Ambientale una
modifica di progetto, identico progettualmente e strutturalmente al precedente ma con integrazioni
al S.I.A. per gli aspetti riguardanti le componenti geologia e rumore.
Il 27 settembre 2010 viene resa la pronuncia positiva di Valutazione d’Impatto Ambientale. L’Area
Difesa Suolo pur riconoscendo che “l’area è particolarmente sensibile per problematiche di natura
idraulica, idrogeologica, geotecnica e per la vulnerabilità e la criticità del settore limitrofo al
Tevere stesso “ e ricordando che il precedente parere aveva escluso il terzo piano sotterraneo di
parcheggio poiché “le relazioni tecniche di natura geologica e idrogeologica risultavano essere
14 confuse, contraddittorie e insufficienti, preso atto di quanto prescritto e delle nuove e più dettagliate
indagini tecniche eseguite in conformità alle prescrizioni, esprime parere condizionato, alla
costruzione dei tre piani, con una serie di prescrizioni.
In data 1 Luglio 2010 viene presentata dal Comitato dei Genitori del Liceo Virgilio, presso la
Regione Lazio, una memoria controdeduttiva alla Pronuncia di Valutazione d’Impatto Ambientale.
Alla luce delle osservazioni, l’Area Valutazione Impatto Ambientale riconosce l’introduzione di
alcune nuove prescrizioni ma non rivede la pronuncia positiva sull’opera.
Nel frattempo vengono intraprese dal Comitato dei Genitori del Liceo Virgilio varie iniziative a
difesa della sicurezza del Liceo Virgilio e delle sue componenti, mettendo in discussione anche la
inopportuna sottrazione del cortile esterno del liceo stesso a seguito dell’apertura dell’area di scavo,
quali: lettere al sindaco e all’assessore alla mobilità, incontro con funzionari del Comune, del
Municipio etc, manifestazioni di protesta, lettere ai giornali/conferenza stampa/servizi
radiotelevisivi, convegno scientifico con personalità di
cultura ed esperti di settore organizzato insieme al
Coordinamento Residenti Città Storica; iniziative legali:
ricorso al TAR, esposto alla Procura, esposto ad altri
organi competenti.
Iniziati gli scavi archeologici vengono alla luce
importantissimi reperti. La Soprintendenza dei Beni
Archeologici di Roma individua un quartiere composto
essenzialmente da due complessi, dei quali uno, di
impianto monumentale con imponenti costruzioni con
archi di travertino tamponati in opera reticolata,
identificato come uno degli stabula, le scuderie
delle factiones degli Aurighi che correvano nel Circo
Massimo. Verso il fiume, lo scavo individua una strada lastricata su cui si affaccia un bel
complesso termale (un balneum) connesso ad ambienti con pavimenti a mosaico in bianco e nero.
A questo punto, su parere della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Roma, si rende necessaria
una revisione del progetto del parcheggio, dovendo tener conto che non è più possibile costruire
piani di parcheggio sotto le rovine.
La CAM s.r.l., anzichè rimodulare il vecchio progetto, presenta, invece, un nuovo progetto di
finanza, firmato dall’Arch. Cordeschi, con sistemazione di superficie, albergo a 5 stelle, 28
appartamenti e urban center, tre piani di parcheggio nella porzione nord est dell’area dove al
momento non sono emersi resti archeologici non asportabili, un piano di parcheggio sopra l’area
archeologica, per un totale di 348 posti auto. Area archeologica, quindi, sepolta tra fondazioni e
piani di parcheggio.
15 Il progetto inizia il suo iter approvativo incassando il parere positivo della Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici e la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma,
quest’ultima condizionandolo a trovare una “soddisfacente integrazione con le strutture
archeologiche rinvenute e la loro migliore sistemazione pubblica”.
Umberto Broccoli, Sovrintendente ai Beni Culturali di Roma Capitale, dichiara nel corso di una
riunione con alcuni comitati cittadini (8 marzo 2013) che il problema fondamentale per la
Soprintendenza è la mancanza di fondi e che quindi l’iniziativa privata va premiata e soprattutto
che si devono ridurre i tempi di approvazione per consentire di avviare il piano di recupero di Via
Giulia.
Bisogna ricordare che Roma Capitale aveva presentato il 2 febbraio 2011 le proposte di 7
architetti, scelti dal Comune stesso, per lo studio e la progettazione dell’area di Via Giulia - Largo
Perosi - via Bravaria. Tra queste proposte c’era anche quella dell’Arch. Cordeschi che però non è
stata scelta, a seguito di un procedimento pseudo partecipativo, dai cittadini romani.
Pseudopartecipativo perché non opportunamente pubblicizzato e perché l’esposizione delle tavole
di progetto è stata fatta in uno spazio inadeguato presso l’Auditorium della Musica, che tra l’altro
non riportava sul proprio sito l’esistenza della mostra espositiva.
In seguito alle proteste di cittadini, dei comitati e di molti esponenti della cultura, non solo
romana, il project financing è stato “congelato”. Nel frattempo la Soprintendenza ha dichiarato
concluso lo scavo archeologico e a breve dovrebbe esprimere un parere definitivo sulla destinazione
dell’area, sulla tipologia dell’intervento di musealizzazione e sulla compatibilità della realizzazione
del parcheggio sotterraneo con il recupero e la valorizzazione delle emergenze archeologiche messe
alla luce.
Piazza San Saturnino 298 14 B1.1-067
L’Associazione Artù richiede l’espunzione del parcheggio a causa del potenziale pericolo alla
stabilità degli edifici circostanti per la presenza di falde acquifere a 9 metri di profondità e per la
distanza troppo ravvicinata dello scavo agli edifici (2 metri dai palazzi di via Topino, con
fondamenta antiche e svasate.
L’Associazione fa presente che le prospezioni geologiche effettuate nel novembre 2009, non hanno
tenuto conto della nuova normativa entrata in vigore nel maggio 2009, relativa alle modalità di
effettuazione delle stesse, ai contenuti della ricerca, alla presenza delle cavità, alla qualificazione
delle aziende incaricate.
Si rileva inoltre la illegittima localizzazione del parcheggio anche in via Topino, dato che nel Pup
deliberato dal Comune di Roma la localizzazione era e resta la sola piazza San Saturnino.
Anche le relazioni ambientali che accompagnano il parcheggio sono obsolete (ad es: il numero
degli autobus che attraversano la piazza è salito a 3) e nessun peso viene dato allo spostamento di
tutti i servizi interrati, in particolare fognature, che sarebbero costrette ad attraversare per un lungo
tratto in orizzontale il terreno proprietà della Chiesa.
Le proposte dei cittadini di confrontarsi su tutte queste evidenti criticità sono state ignorate dal
Comune che ha invece deliberato l’intervento con atto di Giunta del 13 marzo 2013, costringendo i
cittadini a ricorrere al Tar per l’annullamento di tale delibera nel luglio 2013.
Via Cesena: quando diventerà un giardino pubblico?
Gli abitanti di San Giovanni chiedono, da oltre 25 anni, la realizzazione di un Giardino pubblico
all’interno dell’Area di Via Cesena , unica area verde non costruita in una zona densamente
popolata. L’area, di proprietà demaniale, venne “erroneamente” inserita nel PUP. Il Comune ne sta
16 perfezionando l’acquisizione per destinarla a verde pubblico (Giardino con Parco giochi per
bambini) ma non ha ancora formalizzato l’espunzione dal PUP, così che ne risulta rallentato l’iter di
acquisizione dell’area e la sua riqualificazione.
Cronistoria
L’Area di Via Cesena è costituita da un piccolo spazio verde, abbandonato e inaccessibile perché di
proprietà demaniale, circondato da edifici ad uso abitativo. Il Piano Regolatore Generale prevede
per questa Area una destinazione a verde pubblico. Il quadrante Appio-Tuscolano di San Giovanni
(da piazzale Appio al vallo ferroviario) presenta una carenza drammatica di verde pubblico: la
dotazione minima di aree verdi per abitante, che secondo gli standard urbanistici dovrebbe essere di
22 mq/ab, qui è di fatto pari a zero, anche a causa della scomparsa dei vicini giardini di Largo
Brindisi e di Via Sannio, distrutti per far posto ai cantieri della metro C. Gli abitanti di San
Giovanni chiedono formalmente, da oltre 25 anni, la riqualificazione dell’Area e la realizzazione al
suo interno di un Giardino pubblico, anche come forma di compensazione per gli enormi disagi
subiti a causa della presenza a poca distanza di decine di cantieri (PUP e Metro C) che hanno
prodotto negli ultimi anni un netto peggioramento della qualità della vita.
Nonostante ciò, l’Area è stata oggetto di numerosi tentativi di cementificazione, sventati grazie alla
vigilanza del Comitato San Giovanni, a cominciare dal 1988, quando venne bloccata la costruzione
di un edificio di 8 piani (3 interrati e un eliporto sul tetto) ad uso della polizia di stato, per finire nel
2010, quando venne bloccata la proposta di realizzare il PUP B1.4-108.
Il 14 giugno 2010, i residenti dovettero chiedere l’intervento delle forze dell’ordine per sventare il
tentativo della società proponente il PUP di introdursi all’interno dell’Area per prenderne possesso
e depositarvi macchinari di scavo, forzando la serratura del cancello d’ingresso. Il tentativo fu
perpetrato in orario serale extra-lavorativo, mentre era in corso una partita della nazionale di calcio.
La società Parkroi srl (cap. soc. 7.900 euro) non era concessionaria ma, nonostante ciò, aveva
stipulato un contratto di affitto con l’Ufficio Parcheggi del Comune. Non essendo il Comune
proprietario dell’area, a sua volta questo ufficio aveva stipulato un contratto di affitto con l’Agenzia
del Demanio, proprietario dell’area.
A seguito di forti proteste e mobilitazioni, il Comune decise di annullare il contratto, negando alla
società l’accesso nell’Area. In pochi giorni, il Comitato San Giovanni raccolse 4.500 firme di
residenti a sostegno di una Petizione che chiedeva la realizzazione nell’Area del “Giardino Marcello
Mastroianni” (Foto 3). Il Comune prese atto della richiesta dei cittadini, acquisendo gli esiti della
Petizione.
L’espunzione dal PUP e la realizzazione del Giardino venne annunciata nel luglio 2010
dall’assessore Marchi; venne confermata dall’assessore Aurigemma (lettera 15 ottobre 2010) e
definitivamente disposta dal Consiglio comunale di Roma Capitale nella seduta del 28 dicembre
2012, con la Delibera 75/2012 (> vai alla pagina), e nuovamente confermata dalla Commissione
congiunta Ambiente-Patrimonio-Mobilità di Roma Capitale del 13 dicembre 2013, nonché richiesta
urgentemente dal Municipio VII con la Risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio
municipale del 17 dicembre 2013 (> vai al sito per scaricare la risoluzione).
La Commissione capitolina del 13 dicembre 2013 ha dato mandato al Dipartimento Patrimonio del
Comune di procedere con l’acquisizione, vincolata a verde pubblico (come disposto dalla delibera
75/2012) e finalizzata alla realizzazione del Giardino, e ha chiesto all’Assessore alla Mobilità di
formalizzare l’espunzione dal PUP.
17 Le criticità
L’acquisizione dell’area da parte del Comune avviene nell’ambito di un Protocollo d’Intesa più
ampio di scambio di beni pubblici con l’Agenzia del Demanio (Protocollo d’Intesa approvato con
Deliberazione di C.C. n. 100 dell’8 aprile 2009 e sottoscritto dal Sindaco di Roma e dal Direttore
dell’Agenzia del Demanio il 29 aprile 2009). L’area è quindi diventata oggetto di permuta e ciò ha
favorito ma anche rallentato l’iter di acquisizione. Ad oggi, il ritardo accumulato ammonta a circa 1
anno, in quanto da luglio 2013 gli atti sono pronti per la stipula dell’atto fra Comune e Agenzia del
demanio.
ll trasferimento dal demanio al patrimonio comunale è fermo da un anno al Dipartimento
Patrimonio di Roma Capitale. Quando infatti stava per procedere alla stipula del contratto di
acquisto dell’area, il Dipartimento Patrimonio scopre un atto in cui l’area viene incredibilmente
definita semplice “sede stradale” (mentre il PRG da sempre la classifica come Area verde, non
essendo fra l’altro mai stata utilizzata come sede stradale), evidentemente per creare le condizioni di
un suo reinserimento nel Piano Urbano Parcheggi. Infatti, il Dipartimento chiede all’Ufficio
Parcheggi se l’area è ancora di suo interesse e il dirigente di questo ufficio – pochi giorni prima di
essere trasferito ad altro incarico – risponde che l’espunzione dell’Area dal PUP non è stata mai
formalizzata e che è necessaria una pronuncia ufficiale dell’Assessore alla mobilità.
Il processo di acquisizione viene sospeso ma i cittadini lo vengono a scoprire solo nell’ottobre
2013, quando a seguito della pubblicazione di una memoria di giunta riemerge il PUP B1.4-108VIA CESENA nell’elenco dei PUP da realizzare.
I cittadini, chiedono la convocazione urgente di una Commissione congiunta di Roma Capitale
(Ambiente-Patrimonio-Mobilità), per fare luce sui lati oscuri di questa vicenda e per mettere tutti gli
interlocutori intorno al tavolo e di fronte alle loro responsabilità.
La Commissione capitolina del 13 dicembre 2013 ha dato infine mandato al Dipartimento
Patrimonio di procedere con l’acquisizione dell’area, vincolandola a verde pubblico (come disposto
dalla delibera 75/2012) e alla realizzazione del Giardino, e ha chiesto all’Assessore alla mobilità di
formalizzare l’espunzione definitiva dal PUP.
Nel corso della Commissione, i cittadini hanno anche appreso che sono state avviate trattative per
ridefinire il valore della permuta, per avvicinare le posizioni di Agenzia del Demanio (secondo cui
il valore di scambio sarebbe troppo basso) e il Comune, che ritiene che il prezzo sia invece “troppo
alto” per una destinazione a verde pubblico (mentre in caso di cementificazione i valori
evidentemente crescono).
Rimane il ritardo, ad oggi di ben 6 mesi, da parte dell’Assessore Improta per apporre una semplice
firma.
Le soluzioni/richieste/proposte avanzate dal Comitato San Giovanni
Il Comitato San Giovanni ritiene molto grave il fatto che il Dipartimento Patrimonio, l’Assessorato
alla mobilità e l’Ufficio parcheggi del Comune, da un alto, e l’Agenzia del Demanio, dall’altro,
continuino a rallentare da oltre un anno un iter amministrativo, avviato a seguito di una decisione
presa da tutti i livelli istituzionali e che rappresenta l’espressione democratica della volontà
popolare e di decenni di mobilitazioni dei cittadini.
18 E’ bene ricordare che l’Area di Via Cesena è un BENE PUBBLICO (demaniale o comunale che sia
la proprietà) e, in quanto tale, le decisioni sulla sua destinazione sono assunte dalla collettività, che
la esprime attraverso i suoi organi democratici. E’ evidentemente all’opera una vera e propria
“lobby dei PUP”, che rallenta l’attuazione delle decisioni di legge, in spregio alla volontà popolare
democraticamente espressa, al fine di favorire ben identificati interessi privati.
Il Comitato San Giovanni chiede
1. al Sindaco di Roma, On. Ignazio Marino, che il Dipartimento Patrimonio riceva un sollecito
per predisporre gli atti e pervenire all’acquisizione dell’Area Verde, facendo proprio quanto
disposto dalla Delibera del C.C. n. 75 del 28 dicembre 2012 e chiaramente riaffermato dalla
Commissione congiunta Ambiente-Patrimonio-Mobilità di Roma Capitale del 13 dicembre
2013;
2. all’Assessore alla Mobilità IMPROTA di firmare l’atto di espunzione dal PUP per Via
Cesena, annullando a tutti gli effetti di legge l’intervento B1.4-108.
Il Comitato San Giovanni chiede al Sindaco di Roma, all’Assessore al Bilancio e all’Assessore
all’Ambiente di provvedere all’inserimento nel Bilancio di Roma Capitale di un congruo
stanziamento che consenta la presa in carico del progetto di realizzazione del Giardino da parte del
Servizio Giardini di Roma Capitale;
Il Comitato San Giovanni chiede all’Assessore all’Ambiente di coinvolgere i residenti nella fase
di progettazione e di successiva gestione del Giardino di Via Cesena, per il tramite del Comitato
San Giovanni.
Il Comitato San Giovanni chiede all’Assessore all’Ambiente e all’Assessore al Bilancio di
provvedere all’inserimento nel Bilancio di Roma Capitale di un congruo stanziamento finalizzato
alla bonifica e alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’Area (ivi compresa la pulizia e il
taglio dell’erba), rese necessarie a causa dello stato di abbandono e di degrado in cui versa a causa
della pessima gestione dell’Agenzia del Demanio e del completo disinteresse manifestato dal
Municipio VII, entrambi del tutto assenti da anni e responsabili del degrado igienico e della pessima
immagine che restituisce alla collettività (appena 2 tagli del manto erboso dal 2005 ad oggi, a cura
della Protezione civile; prima veniva realizzato a cadenza semestrale dal Demanio).
19 Piazzale della Radio: Cosa succede sopra il PUP?
Parcheggio sostitutivo “P.le della Radio” (intervento del Piano Urbano Parcheggi B1.4-001 521)
Posti Auto 521. Per tale intervento, che nel progetto iniziale del proponente prevedeva in parte la
rimozione e in parte la distruzione delle alberature
dell’attuale giardino e la successiva realizzazione di
un’arena per spettacoli all’aperto con vasca
acquatica, fortunatamente bloccato dalle iniziative
dei comitati di quartiere, si richiede la consultazione
preventiva dei cittadini sull’intervento e l’avvio di
un eventuale progetto partecipato per la sistemazione
superficiale.
Inoltre si chiede all’amministrazione di impegnarsi a
non rilasciare alcuna autorizzazione alla
realizzazione del parcheggio sotterraneo senza aver
prima contestualmente stabilito la definitiva
sistemazione superficiale della piazza, con la precisa
indicazione delle opere da realizzare e i relativi costi,
per evitare che si ripeta la spiacevole situazione già
verificatasi per il PUP di Via Como.
Per questo chiediamo che l’amministrazione metta a disposizione i dati sulle reali condizioni delle
alberature e si impegni all’eventuale trapianto di quelle in buona salute, verificando prima i punti
esatti in cui tali alberature potranno essere collocate.
Facciamo inoltre presente che – nel caso che si voglia mantenere a giardino pubblico alberato la
sistemazione sopra il parcheggio sotterraneo – dovrà essere prevista una zolla di terreno pari ad
almeno 1,50 mt di profondità, per permettere l’attecchimento di alberi di prima e seconda grandezza
(come quelli attuali). Ciò dovrà essere considerato nell’elaborazione del progetto strutturale del
parcheggio, nonchè del piano economico dell’opera.
20 Tenuta della Chiavichetta: la legge Tognoli in
mezzo al nulla (vincolato)
Tenuta della Chiavichetta (B1.4-026) Posti auto
960 L’ intervento è inserito nel Piano Urbano
Parcheggi e prevede la realizzazione di quasi
mille posti auto su due livelli interrati e un livello
stradale (ma è stato avanzato contestualmente un
progetto per costruire anche tre manufatti di tipo
turistico-ricettivo e commerciale e una stazione di
servizio) in un’area interessata da numerosi
vincoli paesaggistici: Fascia di rispetto del
Fosso della Breccia (Protezione di corsi delle
acque pubbliche), Zona di interesse archeologico
e Riserva Naturale Statale del Litorale
Romano[1]. Inoltre non è chiara l’utilità
pubblica di un intervento, su suolo privato[2],
che si avvale delle facilitazioni della Legge
Tognoli finalizzate a “promuovere la
realizzazione di parcheggi nelle città per
rendere più fluida la viabilità” inserito fuori dal
contesto urbano, con posti auto che rischiano di essere al servizio degli edificandi albergo e
centro commerciale, piuttosto che di edifici di cui dovrebbero diventare pertinenza.
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[1] (Pup Tenuta della Chiavichetta) Nota della Regione Lazio, Area urbanistica e beni Paesaggistici del Comune di
Roma e progetti speciali (prot. 45171 del 30 novembre 2010) vincoli del PTPR che assoggetta l’area anche alla
disciplina del “Paesaggio Naturale Agrario” (che non consente realizzazione di cubatura non residenziale ma solo
interventi di adeguamento della rete viaria esistente) e “Reti infrastrutture e servizi”
[2 Non è chiaro neanche perché l’OC 129 del 2008 inserisce l’intervento nella sezione “C”, insieme agli interventi su
suolo pubblico, e non nella sezione “D”, interventi su suolo privato
21 A Centocelle, in Via dei NocI
(dalla lettera inviata all’ assessore Improta dal Comitato NO PUP Via dei Noci)
In merito alla realizzazione del PUP di Via dei Noci chiediamo che:
il Comune si impegni insieme al Municipio V per la ricollocazione di tale PUP in una diversa
zona di Roma.
Nel farle questa richiesta consideriamo opportuno metterla a conoscenza del fatto che le perplessità
che tale opera suscita nei cittadini hanno trovato riscontro in due pronunciamenti delle giunte
municipali che hanno guidato e guidano tutt’ora il nostro Municipio.
Già il 13 marzo 2012, infatti, il Consiglio Municipale dell’allora municipio Roma VII ha votato
all’unanimità un o.d.g. per la revoca della convenzione e il non rilascio del permesso a costruire.
L’attuale giunta municipale ha confermato questo indirizzo durante l’assemblea pubblica del 9
dicembre 2013, alla presenza del presidente Giammarco Palmieri, degli assessori all’Ambiente
Giulia Pietroletti, della Mobilità Giovanni Assogna, dei Lavori Pubblici Stefano Veglianti e di vari
consiglieri municipali.
In quell’occasione il Presidente Palmieri, venendo incontro alle richieste delle numerose persone
presenti all’assemblea, si è pubblicamente impegnato a portare avanti una trattativa con il
costruttore che ha ottenuto la licenza per il PUP di via dei Noci (sig. Mazzuca) per ricollocare
lo stesso PUP in un luogo più adeguato e utile alla cittadinanza.
In particolare, come sottolineato dal Presidente Palmieri, la ricollocazione del PUP di via dei Noci
potrebbe essere utile a sanare una triste situazione di degrado generata dalla ditta Abbondanza nel
nostro territorio (nel quartiere limitrofo di Tor Tre Teste). Tra l’altro la ditta Abbondanza è la
stessa che ha generato la scandalosa situazione del PUP/Mercato di viale della Primavera,
dove per una buona parte si è costruito, nella più completa illegalità e con la complicità di molti, su
di un’area privata, la cui proprietà oggi si sta rivalendo sui cittadini titolari dei box e vittime ignare
della cattiva gestione delle opere pubbliche. E’ questa una vicenda di cui lei sarà di certo a
conoscenza e che a noi fa sorgere la richiesta di un impegno preciso da parte del Comune per un
supporto costante al Municipio nella gestione delle opere pubbliche, soprattutto nelle fasi di
controllo e gestione delle controversie.
In chiusura ci preme sottoporle brevemente le motivazioni che ci portano a chiedere la
ricollocazione del PUP di Via dei Noci
Anzitutto va detto che il progetto del PUP di Via dei Noci nasce non con una sua specifica
progettualità ma come ricollocazione di PUP previsti altrove. Infatti in esso convergono posti
auto (box) per PUP progettati ma risultati non realizzabili sia in quartieri limitrofi (Via Ferraironi,
piazza Gerardo Maiella) sia in zone di Roma molto lontane (Via M. Drago Mazzini alla Garbatella).
Se a ciò si aggiunge che esiste già un PUP a meno di 100 metri (Via dei Frassini) che ha box ancora
invenduti dopo diversi anni dalla sua apertura e che contestualmente dei privati hanno recuperato e
stanno mettendo in vendita una serie di box in uno stabile limitrofo alla zona del PUP di via dei
Noci (a circa 50 metri), ci pare di poter affermare che questo PUP non risponda ad una valutazione
di una reale esigenza degli abitanti della zona.
A fronte di questa carenza di progettualità che ci fa pensare al PUP di via dei Noci come ad
un’opera inutile (come abbiamo sottolineato basta analizzare la situazione della zona e le carte del
progetto) vi sono gli aggravi che esso comporta tra cui:
1. l’espianto di 7 dei 13 platani pluridecennali che costituiscono un pregio della nostra via, che
verrebbero sostituiti con piccoli alberi (che non gravino sui box interrati);
2. la riduzione del reale numero di posti auto della zona insistendo il PUP anche su una serie di
parcheggi auto regolamentati e non prevedendo posti a rotazione ma solo box privati;
3. gli inevitabili disagi creati dalla cantierizzazione della zona (la cui durata sarebbe
difficilmente quantificabile visto che per l’adiacente PUP di via dei Frassini i cantieri sono
stati aperti circa 8 anni) che andrebbero a sommarsi ai disagi già subiti dai cittadini di via
22 dei Noci prima per la presenza del mercato di Piazza dei Mirti poi per quella dei cantieri
della Metro C aperti nel 2007 e non ancora chiusi.
Le segnaliamo infine che i cittadini di Via dei Noci e delle strade limitrofe, ma anche del quartiere
tutto, si sono impegnati affinché, una volta ricollocato altrove il PUP, la strada venga riqualificata e
trasformata in una piazza (il che sarebbe possibile in virtù delle sue ampie dimensioni),
trasformazione tanto più necessaria per la carenza in zona di simili spazi di socializzazione. In tal
senso, attraverso un percorso di progettazione partecipata, è stato realizzato e presentato alle
istituzioni Municipali un progetto di massima della futura piazza.
23 Perché non succeda mai più
Pdc al parcheggio privato in deroga alla salvaguardia del Parco dell’Appia Antica
I lavori riguardano
la costruzione di 60
box privati nel
comprensorio di
una parrocchia (con
annessi B&B, centri
sportivi e asilo, tutti
a pagamento) in
deroga alle “Misure
di salvaguardia del
Parco Regionale
dell’Appia Antica”
grazie ai poteri
straordinari del
Sindaco per
l’emergenza traffico,
ora decaduti, ma ancora vigenti all’inizio dell’iter del progetto. Poteri che hanno permesso di
considerare anche questo un intervento, che insiste su un’area che lambisce il Parco, “di interesse
pubblico” “in quanto indispensabile per affrontare l’emergenza determinatasi nel settore del
traffico e della mobilità nella città di Roma Capitale”…
Il Comprensorio della parrocchia del SS nome di Maria
L’intervento, inserito nel Piano Urbano Parcheggi 2007 di Veltroni (1), ha avuto parere favorevole
del Dipartimento Urbanistica Ufficio Permessi di costruire (2) e anche dell’Ente Parco Regionale
dell’Appia Antica, che il 25 luglio 2011 ha dato parere positivo “all’attivazione delle previste
procedure di deroga” (3); il 14 dicembre 2012 la presidente Polverini ha dato parere positivo in
quanto il parcheggio rientra negli interventi che rivestono “carattere di interesse pubblico e di
necessità e di urgenza, in quanto indispensabile per affrontare l’emergenza determinatasi nel
settore del traffico e della mobilità nella città di Roma Capitale” (sic!) (4) e la Giunta Alemanno
l’ha approvato il 5 aprile 2013, 5 cinque giorni prima dell’inizio del periodo in cui sono consentite
solo deliberazioni di ordinaria amministrazione.
24 Il primo agosto 2013, il Dipartimento Mobilità – Ufficio Parcheggi del Comune ha dato il
Permesso di costruire al Vicariato (5), che vuol dire che dopo il parere definitivo della
Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma, legato all’esito delle indagini archeologiche
preliminari, potrà partire il cantiere.
Il progetto del parcheggio inizialmente prevedeva anche la “demolizione e ricostruzione di
fabbricati a servizio degli impianti sportivi della Parrocchia ricadenti nell’impianto di intervento“,
che nel documento rilasciato il 1 agosto dal Dipartimento Mobilità vengono esclusi dal Permesso di
costruire, ma che sono comunque citati in uno dei punti delle “prescrizioni”: “Prima dell’inizio dei
lavori del parcheggio, dovrà essere trasmesso al Dipartimento Mobilità e Trasporti- Dipartimento
Direzione Programmazione e attuazione Piano Parcheggi, Strategie della Mobilità e collegati
interventi emergenziali, ed a Municipio Roma VII, il titolo abilitativo previsto dalla normativa
urbanistica vigente, da richiedere presso i competenti Uffici di Roma Capitale, in merito alla
demolizione e ricostruzione di fabbricati a servizio degli impianti sportivi della Parrocchia
ricadenti nell’impianto di intervento”.
Nell’auspicare che l’assessore Improta, prima di autorizzare la conclusione di procedure di
interventi in corso, che potrebbero diventare “punti di non ritorno” a causa del contenzioso che
nascerebbe da successivi passi indietro dell’amministrazione, faccia un’attenta verifica della
situazione, soprattutto degli interventi previsti in aree tutelate, bypassate grazie alla gestione
commissariale della mobilità e dei parcheggi, gli poniamo alcune domande:
1) Il Permesso di Costruire non dovrebbe essere dato soltanto dopo le indagini archeologiche,
soprattutto in un’area che confina e in parte si sovrappone a un Parco archeologico di importanza
mondiale?
2) A cosa si riferisce la “demolizione e ricostruzione di fabbricati a servizio degli impianti sportivi
della Parrocchia ricadenti nell’impianto di intervento”? Sono previsti aumenti di cubature e/o
costruzioni fuori terra?
2) Come è possibile che si classifichi come opera di interesse pubblico la realizzazione di box
privati al servizio di attività commerciali come Bed & breakfast, centri sportivi e asilo a pagamento,
seppure di proprietà ecclesiastica?
3) Il Sindaco Marino ha fatto del Progetto Fori, ma anche dell’ipotesi di un grande Parco
dell’Appia Antica, una delle colonne della sua campagna elettorale. Affrettare i tempi di un’ opera
del genere, che va in deroga alla tutela del Parco dell’Appia, non le sembra una notevole
contraddizione e un pericoloso precedente?
4) Non è questo un esempio abbastanza clamoroso dell’uso distorto che si può fare dei poteri
speciali e un motivo per accantonare per sempre la gestione commissariale della mobilità della
Capitale?
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(1) codice intervento B1.1 -035 dell’OC 52 del 27 luglio 2007
(2) primo agosto 2011 e 17 agosto 2012
(3) Il parco regionale dell’Appia Antica era guidato, dal 13 agosto 2010, dal geologo Federico Berardi,
nominato commissario straordinario dopo le dimissioni del Consiglio presieduto da Adriano La Regina. Il
25 27 luglio 2013 il presidente Zingaretti ha nominato commissario del Parco Mario Tozzi, un altro geologo
(Dottore di Ricerca in Scienze della Terra, attualmente Primo Ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle
Ricerche, che si occupa dell’evoluzione geologica del Mediterraneo), popolare protagonista di numerosi
programmi televisivi su materie naturalistico/scientifiche.
(4) la ex governatrice del Lazio aveva dato le dimissioni a settembre 2013 Scarica il Decreto del Presidente
della regione Lazio per la parrocchia SS Nome di Maria Decreto Presidente Regione Lazio SS.Nome di
maria
(5) Scarica il Permesso di Costruire ss nome di maria 17768164-doc20130802085743
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CARTEINREGOLA Laboratorio di 130 comitati e associazioni di RomaMetropolitana https://carteinregola.wordpress.com [email protected] Tel. 3661347079* @carteinregola Fb carteinregola laboratoriocarteinregola ADP Ass. Diritti dI Pedoni Roma e Lazio - amate l’architettura - Casa dei diritti sociali - CILD Centro
d'Iniziativa per la Legalità Democratica- Cittadinanzattiva Lazio Onlus - Comitato per l’uso pubblico delle
caserme -Comunità Territoriale del VII Municipio - Coord. Comitati NO PUP - Coord. Residenti Città Storica Corvialedomani - Difendiamoimercatirionali - Equorete - Mobilitiamoci - PSP Ass.Progettazione Sostenibile
Partecipata - Rinascimento di Roma - Urban Experience - Zero Waste Lazio
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