Zingari, Rom, Gitani o “Piripalli” Chiamateli come

Zingari, Rom, Gitani o “Piripalli”
Chiamateli come volete, il risultato non cambia
di Ettore Collini
Non sono preoccupato per il fatto che questo è il terzo Governo tenuto da persone che mai sono state
elette dal Popolo, al limite ne sono disgustato. La preoccupazione arriva quando sento parlare questi
non eletti, in special modo quando a dire una massa di stupidità e assurdità è colei che tiene le redini
della Camera: la signora Laura Boldrini. Mai sentita una massa di sciocchezze come quelle
proveniente da colei che, di certo, non è una nostra rappresentante, semmai lo è dell’ineffabile mister
quarantapercento Matteo Renzi.
Tralasciando le infinite scemenze dette finora dalla Signora della Camera sui più vari argomenti,
preferisco soffermarmi sulla questione Rom. A proposito, signora Boldrini, e chiamiamoli zingari,
caspita, perché questo sono e di offensivo c’è proprio nulla. Anche perché se dare a qualcuno dello
“zingaro” è un’offesa, lo sarà anche dandogli del Rom, quindi come la mettiamo? Da domani diventa
tabù anche la parola Rom e cominceremo a chiamarli Gitani? E poi, se dovessi dare del “gitano” a
qualcuno sarebbe sempre un’offensa? Passiamo a “Piripallo” se vuole, ma il risultato non cambia.
Signora, ce lo consenta: ma ci faccia il piacere!
Torniamo a bomba sulla questione zingari, che secondo la signora di cui sopra non sono valorizzati,
sono emarginati, non sono ladri (forse qualcuno lo sarà pire, ma non sarà solo perché ancora non è
stato pescato dalla polizia?), vanno integrati nel tessuto sociale e si sta facendo troppo poco per loro.
Colpito da un fenomenale senso di colpa, mi sono accasciato sul pavimento in preda allo sconforto e
alla commozione per questi poveri emarginati ai quali: diamo gratuitamente case, paghiamo ogni
utenza esistente e futura, paghiamo la scuola e la mensa che poi non frequentano, paghiamo la sanità,
diamo la precedenza nelle graduatorie per l’assegnazione di eventuali alloggi, alla faccia degli anziani
e dei nostri veri poveri, permettiamo di rovistare nell’immondizia e di certo non per cercare un tozzo
di pane, permettiamo di lasciare i bambini per ore ed ore sotto sole o pioggia solo per estorcere
denaro dai passanti.
Strano, il mio senso di colpa cominciava a scemare a velocità crescente. Ho deciso di uscire a fare
una passeggiata in questa domenica romana, fatta di pioggia e neri nuvoloni, fatta di un inutile quanto
assurdo blocco totale del traffico solo perché abbiamo un Sindaco che nulla ha da invidiare al genio
della Boldrini. Nell’assoluta desolazione di una città che dovrebbe essere un’esplosione di vita per il
suo ruolo di Urbe nonché per la sua magnificenza storica, un rombo di tuono mi ha messo in allarme:
eccola che arriva, ho pensato, e già sentivo i goccioloni di pioggia scendermi lungo la “pelata” e
scivolare vigliacchi lungo la schiena. Ma mi sbagliavo, il rombo era quello di una Marcedes 500 Sec
e una BMW di modello a me sconosciuto con a bordo quattro più quattro zingari (riconoscibilissimi
dalle fattezze e dal modo di guida, non ci si può sbagliare) che sfrecciavano a velocità inusitata lungo
la strada che da Ponte Milvio porta al viale di Tor di Quinto. Praticamente erano più di un paio di
centomila euro montati su gomme. Poveracci, ho pensato, chissà quanta fatica avranno fatto per
permettersi simili vetture, meno male che c’è la Boldrini a difenderli.
Sempre più strano, il senso di colpa era magicamente scomparso mentre al suo posto un’onda di
rabbia, di orgoglio da romano e di nausea generalizzata stava prendendo il sopravvento. E l’immagine
della Boldrini mi è apparsa davanti agli occhi, improvvisa e angosciante: l’ho guardata fissa negli
occhi, nei suoi occhi tristi e un po’ spenti, e un violento, improvviso, irrefrenabile, poderoso e
romanissimo “A Boldrì ma va…!” è sgorgato liberatorio dalla mia bocca.
La sensazione di leggerezza è purtroppo durata lo spazio di un pensiero, la Boldrini si stava
vendicando: “l’Islam è una religione di Pace”. E qui ho avuto la certezza assoluta che l’inenarrabile
signora non solo vive in un altro Paese, ma non ha mai letto il Corano con la dovuta attenzione. I
decapitatori, violentatori, aguzzini dell’ISIS ringraziano sentitamente. E il resto dell’Islam, pur con
qualche dovuto distinguo, anche.