akhtamar numero 186 (1 ott).pub

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Anno 9, Numero 186
Akhtamar on line
WWW.COMUNITAARMENA.IT
1 ottobre 2014—XCIX M.Y.
Akhtamar on line
L’autunno, Armenia
Meravigliosi colori di un Paese meraviglioso
Chi ha avuto modo di seguire le vicende dell’estate appena passata ed ha avuto la bontà di
rileggerci dopo la sosta di stagione, sa che sono tanti gli argomenti di politica internazionale
che hanno occupato non solo le pagine degli organi di informazione ma anche e soprattutto i
nostri cuori.
Abbiamo dovuto spesso parlare di gravi notizie, di una sovranità armena financo minacciata
dal dittatore azero. I momenti più bui sembrano passati ma i temi di politica estera dovrebbero
comunque occuparci quasi a tempo pieno.
Ciò nonostante, non possiamo dimenticare la bellezza dell’Armenia che in queste settimane
l’autunno colora di oro e porpora rendendo ancora più affascianti i paesaggi.
Abbiamo dunque voluto dedicare la foto di copertina di questo secondo numero dopo la pausa
estiva proprio alla bellezza autunnale della nostra amata terra.
Le preoccupazioni politiche sono lontane, decine di migliaia di turisti continuano a visitarla,
questa stagione la rende ancora più affascinante; le sacre pietre dei monasteri si rincorrono tra
fitte foreste dove la tavolozza dei colori si è superata in meravigliose variazioni cromatiche.
Sommario
Un comune sentire
2
Il parlamento basco riconosce l’Artsakh
3
Quando i ricordi riemergono…
4
La voce dell’Artsakh
5
Nuove targhe auto
6
Qui Armenia
6
Ceramica armena ed italiana
7
Bollettino interno
di
iniziativa armena
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Un comune sentire
La visita in Italia del presidente dell’Armenia Serzh Sargsyan, avvenuta alla vigilia del ventitreesimo anniversario dell’indipendenza, ha assunto un significato
particolare e l’ha differenziata da tutte le
altre che in questi anni hanno suggellato
gli stretti legami tra la repubblica caucasica, l’Italia e il Vaticano.
Incentrata sul ruolo che gli armeni, in
quanto popolo cristiano, hanno avuto nella storia dell’umanità è stata una sorta di
preambolo alla ricorrenza del centenario
del Metz Yeghern.
L’apertura della mostra “Parabole d’oriente” al Vittoriano e l’incontro con Papa
Francesco hanno suggellato un comune
sentire che ha trovato piena rispondenza
nell’invito—accolto—fatto dal presidente
armeno al Sommo Pontefice di visitare
l’Armenia nel 2015, anno del centenario
del Metz Yeghern.
Ed è proprio questa identità cristiana del
popolo armeno che risalta ancor di più al
termine dei tre giorni di permanenza romana di Sargsyan che ha comunque anche
incontrato il presidente Napolitano ed
esponenti politici italiani.
La visita alla chiesa di san Bartolomeo
all’Isola con Marco Impagliazzo della
Comunità di sant’Egidio, il braccialetto
bianco (contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo) donato dal deputato Meloni
testimoniano ancor di più quanto sia importante che le istituzioni armene, laiche e
religiose, in sintonia fortifichino questo
messaggio di cristianità; cosa che purtroppo, aggiungiamo noi, non sempre avviene
giacché alcune tonache dimenticano la
componente politica del loro mandato
spirituale e si limitano a fare gli uomini di
chiesa tralasciando quel messaggio politico che, sia pure non prevalente, deve essere comunque sempre presente nel lavoro di ogni prete armeno.
Le parole del presidente armeno sono
state particolarmente significative ed improntate tutte a rendere chiaro il messaggio di spiritualità che caratterizza la lotta
di sopravvivenza del popolo armeno.
ANNO 9, NUMERO 186
“Fra pochi mesi commemoreremo il centesimo anniversario del genocidio, un
crimine contro l’umanità che purtroppo
non ha avuto a tutt’oggi un equo giudizio
e giusta condanna. Non ci sono alternative. Questo giudizio prima o poi giungerà
e sarà chiaro ed inequivocabile.
La verità è che noi non possiamo assicurarci un futuro di pace e sicurezza senza
che prima non siano stati condannati i
crimini del passato. Non riuscendo a
dare una caratterizzazione chiara ed
inequivocabile di genocidi, della diffusione di sentimenti xenofobi, della distruzione barbarica dei valori culturali e di tutte
le altre atrocità di questo tipo, si assiste
nel tempo ad una ripetizione di tutto ciò.
Posso darvi un sacco di esempi al riguardo.
Vi darò solo uno di loro. Qualche tempo
fa abbiamo visto le croci di pietra armene medievali di Jugha (Julfa, NdR), i monumenti di spicco della identità, la cultura e la fede del popolo armeno, deliberatamente devastati. La distruzione negli
ultimi due decenni del secolare cimitero
di Jugha con le sue migliaia di croci armene finemente lavorate, datate tra il 9°
ed il 16° secolo, è la brutale manifestazione della politica volta a completo sterminio del patrimonio culturale cristiano
armeno su tutto il territorio del Nakhchivan e dell’Azerbaigian, misfatto ancora
non adeguatamente evidenziato dalla
comunità internazionale.
Ciò potrebbe portare migliaia di persone a credere che la distruzione di monumenti secolari di un intero popolo possa
rimanere impunita. E così molte di loro
lo hanno fatto. In tal caso perché non
ripetere un tal atto facilmente realizzato
in Iraq, Siria e in qualche altro posto?
Una cosa è certa: non c’è un momento
da perdere se vogliamo inculcare la
tolleranza, compresa la tolleranza religiosa.”
PARABOLE D’ORIENTE
La mostra, promossa al Vittoriano dall’ambasciata armena presso la Santa Sede e
dalla comunità di sant’Egidio, documenta
la difficile situazione delle varie comunità
cristiane del Medio Oriente.
Gipsoteca del Vittoriano
fino al 4 ottobre
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Il Parlamento basco riconosce l’Artsakh
Uno storico riconoscimento, il primo in Europa
Il 12 settembre il Parlamento dei Paesi
Baschi ha ufficialmente riconosciuto l’Artsakh e ha dato pieno appoggio alla lotta di
autodeterminazione del suo popolo.
Possiamo dire, a ragione, che quella di
quindici giorni or sono è stata una votazione storica.
Dopo, infatti, alcune analoghe pronunce
arrivate da stati membri degli USA e dell’Australia, è la prima volta che un Parlamento europeo, sia pure di secondo livello,
si esprime a favore della repubblica del
Nagorno Karabakh.
In precedenza solo alcune municipalità di
cittadini francese avevano votato mozioni
analoghe.
Il parlamento basco non è una semplice
assemblea regionale: i Paesi Baschi sono, al
pari delle altre entità all’interno dei confini
della Spagna, una “Comunità Autonoma”
dotata di ampia autonomia; e fra tutte le
comunità iberiche sono, alla stregua della
Catalogna, quella che maggiormente ha
lottato per la propria indipendenza.
Questa comunanza di intenti, questo co-
mune sentire, hanno creato legami che si
sono concretizzati nel voto del parlamento
di Vitoria/Gasteiz preceduto a sua volta da
analoga pronuncia della Assemblea della
provincia di Guipuzcoa (capoluogo Donostia/San Sebastian).
Le votazioni sono state salutate con viva
gratitudine da Karen Mirzoyan, ministro
degli affari esteri del Karabakh in visita
nella regione (nella foto a fianco a colloquio
con la presidente del parlamento Bakartxo Tejeria Otermin ) .
Quello basco è, a tutti gli effetti, un virus
che lentamente si diffonderà in tutta Europa. Mese dopo mese, riconoscimento dopo
riconoscimento, sarà inevitabile prendere
atto della statualità della repubblica del
Nagorno Karabakh.
Alle minacce guerrafondaie di Aliyev, gli
armeni rispondono con le armi della democrazie e della legalità. Le stesse che hanno
permesso di creare dalle ceneri
dell’Unione Sovietica la piccola repubblica
dell’Artsakh.
Ad oggi, essa è stata riconosciuta dagli
stati di Rhode Island, Maine, Massachusetts,
Luisiana, Nuovo Galles del Sud (Australia),
contea di Fresno (California), Municipalità
di Los Angeles, oltre che da alcune municipalità in Francia e California.
I Paesi Baschi (in euskara ossia in lingua
basca Euskadi), come detto, sono i primi in
Europa: poco più di due milioni di abitanti
nella parte spagnola in tre province (Alava
con capoluogo Vitoria, Vizkaya con capoluogo Bilbao e Guipuzcoa con capoluogo
Donostia).
ORRIBILE BARBARIE
La notizia è purtroppo confermata. La chiesa eretta a Deir Ez Zor (Siria) nel 1990 a
ricordo delle centinaia di migliaia di armeni che in quei luoghi furono mandati a morire dai turchi genocidiari è stata distrutta dai miliziani fondamentalisti dell’ISIS.
Una “orribile barbarie” l’ha definita il ministro degli esteri armeno Nalbandian giacchè non è stato solo profanato un tempio cristiano ma un luogo simbolico a ricordo
dell’orrore del Metz Yeghern.
Purtroppo la follia di questi “combattenti”, troppo a lungo ignorati (o peggio alimentati) dall’Occidente, si mostra ora in tutto il suo orrore.
COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIO PER LA COMUNITA’ ARMENA DI ROMA
CONDANNARE CON FERMEZZA LA DISTRUZIONE IN SIRIA DA PARTE DELL’ISIS DELLA CHIESA ARMENA INNALZATA NEL LUOGO DEL MARTIRIO DELLE VITTIME DEL GENOCIDIO
La chiesa armena di Deir el-Zor, eretta nel 1990 a ricordo delle centinaia di migliaia di armeni che in tale località trovarono la morte al termine
della marcia di deportazione imposta dal governo turco nell’ambito del piano genocidiario del 1915, è stata fatta saltare in aria dai miliziani dell’Isis. Il crimine è stato perpetrato il giorno 21 settembre, anniversario della indipendenza della repubblica di Armenia.
Ne ha dato notizia il ministro degli Affari Esteri dell’Armenia, Edward Nalbandian che ha definito tale azione una “orribile barbarie”.
Il crimine commesso da miliziani fondamentalisti dell’Isis è ancor più grave giacché avviene proprio alla vigilia dell’anniversario del centenario
del genocidio.
A Deir el-Zor (anche Deir ez-Zor, Dayr az-Zawr, Deir al-Zur), in pieno deserto siriano, terminavano le carovane della morte del 1915; i sopravvissuti o furono gettati vivi nelle cavità carsiche del luogo o vennero lasciati morire di fame e di malattie nel deserto.
L’opinione pubblica armena ha chiesto alla Turchia, recentemente accusata di “sostenere” l’Isis, di condannare la devastazione della chiesa, ma
ad oggi nessun comunicato ufficiale è pervenuto da Ankara.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma nel denunciare l’ennesimo atto di violenza contro il popolo armeno, chiede ai media ed alle istituzioni italiane di condannare con fermezza la distruzione della chiesa (dedicata ai “Santi Martiri”) edificata in quella che è stata definita la
“Auschwitz degli armeni”, meta di pellegrinaggio ogni anno, il 24 aprile, in occasione della commemorazione del Metz Yeghern (il “Grande
Male”).
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Quando i ricordi
riemergono…
Quando i ricordi riemergono…
e le tue lontane origini armene si risvegliano, senti il bisogno di ricostruire
fatti, emozioni, conquiste: in poche parole fare ordine.
Sfoglio “Akhtamar on line” del 15 giugno 2014 quando, a pagina 3, vedo l’articolo dedicato al Cardinale Aghagianjan
e la sua foto.
I ricordi della mia giovinezza riemergono con forza; riesco a leggere qualche
frase in armeno… che emozione!
E’ il lontano 1963, dicembre, Assisi. A
seguito di un concorso di Arte Sacra,
indetto dalla Pro Civitate Christiana,
ricevo il primo premio con l’opera
“Cristo Deriso” dalle mani del Cardinale
Aghagianjan. Rivivo l’emozione di quel
momento, rivedo l’affascinante volto del
Religioso, risento l’eco della sua voce
dai toni pacati, penetranti.
Metto mano alle mie vecchie carte…
cerco tracce, documenti dell’evento…
non trovo nulla.
Chiamo l’amico Emanuele Aliprandi per
avere qualche notizia; magari negli archivi del Cardinale c’è qualche testimonianza… mi consiglia di contattare Assisi.
Lo faccio.
Nel giro di pochi giorni ricevo le copie
del quindicinale “Rocca” della Pro Civitate Christiana che contengono il discorso di Aghagianjan fatto a noi giovani
(Siate Santi), i risultati del concorso e un
articolo sul Cardinale, moderatore del
Concilio Vaticano II.
A voi lettori di Akhtamar voglio offrire
la possibilità di cogliere un aspetto, forse
non conosciuto, di questo grande personaggio.
Ora la mia creatività è rivolta ai giovani
e non ho abbandonato il tema Sacro; con
il mio gruppo di teatro racconto dell’Armenia, perché Sacro è il suo Popolo.
Ringrazio la dottoressa Anna Nabot e la
dottoressa Laura Borgognoni responsabili della galleria d’arte della Pro Civitate Christiana di Assisi per il prezioso
lavoro di ricerca d’archivio.
TERESA TENTORI
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la voce dell’Artsakh
L’ARTSAKH LANCIA GLI ECO-VILLAGGI
Il
progetto
si
chiama
“Ekhokhndzoristan” ed è stato presentato recentemente dalla associazione
dei giovani biologhi armeni, Arsen
Gasparyan.
Si tratta, in poche parole, di una campagna volta a sensibilizzare le comunicatà in un tentative di sviluppare un
turismo ecologico e agricolo, nonché
attuare nuove risorse per una più corretta gestione dei rifiuti organici.
"La produzione agricola deve essere
senza veleni chimici qui, e cercheremo
di garantire l'illuminazione attraverso
l'energia solare. Dobbiamo fare il trattamento dei rifiuti possibilmente proprio nel territorio e cercare di promuovere lo sviluppo di standard di vita in
Artsakh per impedire alle persone di
lasciare il Paese” ha sottolineato Gasparyan che considera lo sviluppo ecologico e sostenibile una possibilità di
creare fonti alternative di reddito.
Parole che suonano “strane” in un Paese costretto a fare i conti, non per sua
scelta, con difficoltà economiche speice nelle zone rurali e con la minaccia
quotidiana del guerrafondaio vicino
azero.
È però questa la scelta vincente per una
nazione piccola e senza importanti
QUASI PRONTA LA NUOVA
STRADA DA MARTUNI
ALLA CAPITALE
Sarà pronta nel 2015 la nuova strada di
collegamento tra la cittadina di Martuni
(sud est della repubblica) e la capitale
Stepanakert.
Quaranta chilometri di asfalto per un
progetto iniziato tre anni or sono ed
interamente finanziato dal governo dell’Artsakh.
L’attuale arteria esistente non è conforme agli standard di una strada di collegamento comodo e veloce. Di qui la necessità di intervenire per agevolare la comunicazione tra il centro e la periferia del
Paese.
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risorse minerarie ed energetiche: avere
cura del territorio, salvaguardarlo per
riceverne un utile ritorno dalla bellezza
del paesaggio e dalla natura incontaminata.
Niente sostanze chimiche nella coltivazione della terra, energia solare per l’illuminazione e riciclo dei rifiuti.
I primi villaggi a sperimentare il nuovo
progetto dovrebbero essere quelli di
Khndzoristan (da cui il nome), di Patara
e di Astghashen tutti nella regione di
Askeran.
Tra Armenia ed Artsakh hanno già dato
la loro adesione al progetto più di venti
organizzazioni non governative ed una
settantina di esperti.
Secondo Susanna Petrosyan, presidente
dell’Artsakh Development Center sono
in corso trattative per acquisire i fondi
necessari (circa centomila euro) ed il
governo della repubblica ha dichiarato
la disponibilità a collaborare
al progetto ed ha fornire la massima
assistenza impossibile.
Il progetto Ekhokhndzoristan dovrebbe essere in futuro un modello di sviluppo per tutto l’Artsakh; una scommessa ambientalista, unica arma vincente per un piccolo Paese che vuole
vivere meglio e diventare un richiamo
per i turisti.
Il presidente della repubblica ha incontrato a fine settembre a Stepanakert il
sindaco della capitale dell’Armenia,
Taron Margaryan.
Al centro dell’incontro la collaborazione
tra le due capitali armene.
Presente alla riunione anche il sindaco
della capitale dell’Artsakh Suren Grigoryan ed il Primate della Diocesi dell’Artsakh Martirosyan.
DELEGAZIONE KARABAKHA IN ABKHAZIA
Una delegazione della repubblica del Nagorno Karabakh si è recata in Abkhazia per
partecipare alle cerimonie di insediamento del nuovo presidente Raul Khadzhimba.
Il Primo Ministro, Ara Harutyunyan, ha tenuto una riunione di lavoro per discutere il bilancio di previsione dello stato nel triennio 2015-17. Per il ministro delle
Finanza, Spartak Tevonyan, le entrate previste per il 2015 saranno inferiori a causa di una riduzione del finanziamento interstatale fornito dall’Armenia. Ciò nonostante il bilancio dello stato avrà un indirizzo spiccatamente sociale con un aumento di stipendi e pensioni tra il 10 ed il 18%. Per il 2016 sono previste invece
maggiori entrate dal comparto minerario. Da parte sua, il premier ha invitato tutti
i dicasteri competenti a ridurre il deficit di bilancio fatto salvo l’ambito sociale per
il quale è previsto un budget di circa duecento milioni di euro.
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Arrivano le nuove targhe auto
Da agosto è cominciata la distribuzione
delle nuove targhe automobilistiche dell’Armenia che si contraddistinguono, rispetto al
precedente formato, dalla rappresentazione
della bandiera armena.
L’impianto di codificazione rimane comunque uguale: oltre alla sigla nazionale (AM)
vi sono tre serie alfa numeriche di due o tre
caratteri.
I primi due rappresentano il codice della
regione di immatricolazione; tuttavia è necessario sottolineare che ogni regione ha a
disposizione più codici, ciascuno dei quali a
sua volta riferibile ad un distretto interno.
Inoltre alcuni codici (come ad esempio il 77
riprodotto qui a lato) non hanno alcuna appartenenza geografica.
I codici 22 e 90 sono usati nella repubblica
del Nagorno Karabakh.
La sequenza successiva (lettere e numeri)
rappresenta la progressione della targa; le
lettere sono quelle dell’alfabeto armeno che
sono più simili a quelle latine (L,N,U S,O).
Il nuovo formato delle targhe armene è
quello europeo; il ministero dei trasporti ha
voluto precisare che non è necessario sostituire le vecchie targhe con le nuove e che
comunque nessun costo aggiuntivo è previsto nel passaggio.
Gli azeri alzano bandiera bianca
È successo nel villaggio di Mezem prossimo al confine oltre il quale c’è il villaggio
armeno di Berkaber (Tavush). Preoccupati
dalle escalation della tensione gli abitanti
azeri ad agosto hanno letteralmente alzato
bandiera bianca e sono fuggiti dalle loro
case temendo risposte armene agli atti di
sabotaggio dell’esercito di Baku . Di qua
gli armeni, però, vogliono solo vivere in
pace...
Qui Armenia
ARMENIA E IRAN
Lo scambio energetico tra i due Paesi è
sempre molto attivo. Dal 2007, anno in
cui fu inaugurato il gasdotto di collegamento e partì l’accordo commerciale tra
Yerevan e Teheran, l’Armenia ha esportato in Iran oltre sei miliardi di kilovattora ottenendo in cambio due miliardi di
metri cubi di gas. Solo nei primi sei
mesi del 2014 l’Armenia ha esportato
670 milioni di Kwh ricevendo in cambio
circa duecento milioni di metri cubi di
gas naturale.
GIOVANI GIOIELLIERI ARMENI
La Fondazione della Gioielleria armena
ha deciso di istituire cinque borse di
studio destinate ad altrettanti giovani
armeni che vogliano specializzarsi nel
settore della classificazione dei diamanti. I giovani saranno scelti da cinque
diverse aree geografiche (Yerevan, resto
dell’Armenia, Artsakh, Siria e comunità
Diaspora).
CENTRALE NUCLEARE
Importanti interventi di manutenzione,
dal costo stimato di circa 250 milioni di
euro, sono previsti a partire dal 2017;
queste operazioni consentiranno il prolungamento della vita della centrale fino
al 2026 in attesa che possa essere costruito il nuovo impianto il cui varo è al
momento bloccato dal costo stimato di
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oltre quattro miliardi di euro, secondo
uno studio di fattibilità realizzato negli
Stati Uniti. L’attuale impianto di Metzamor è stato costruito nel 1970 e recentemente riammodernato; esso contribuisce
da solo al 40% del fabbisogno energetico dell’Armenia. La nuova centrale dovrebbe avere una capacità doppia rispetto all’attuale.
In passato l’Unione Europea ha sollecitato l’Armenia a prendere la decisione di
chiudere il vecchio impianto ancora in
uso; da Yerevan è arrivata la inevitabile
risposta che una tale decisione non può
essere presa fin tanto che rimane il blocco energetico alle frontiere.
IRRIGAZIONE
È stata un’estata calda e non solo dal
punto di vista politico. Per il fabbisogno
dell’irrigazione il governo ha autorizzato
a pompare dal Sevan 245 milioni di
metri cubi di acqua, 75 milioni in più di
quelli preventivamente autorizzati. Il
livello del Sevan, come abbiamo già
avuto modo di scrivere altre volte, è
comunque in crescita e il maggior consumo del 2014 non rappresenta un problema.
PETROLIO ARMENO
C’è petrolio sotto l’Armenia? Secondo
la US Geological Survey la risposta è
positiva. Il sottosuolo armeno potrebbe
garantire (condizionale d’obbligo) un
milione di barili di oro nero e sei miliardi di metri cubi di gas naturale. Di qui a
trasformare l’Armenia in una potenza
petrolifera ce ne corre...
Però pensare che un domani potrebbe
essere energeticamente autosufficiente
non ci dispiace.
SINCROTONE
Un n uo vo cen tro acce lerato re
"AREAL" (Advanced Research Electron
Accelerator Laboratory) è stato inaugurato al "Synchrotron Research Institute di
Yerevan. AREAL è un acceleratore lineare-driven laser per la generazione di fasci
di elettroni ultracorti nella ricerca sperimentale avanzata nel campo delle tecnologie di accelerazione, nuove fonti di radiazioni e le dinamiche dei processi ultraveloci a livello atomico e molecolare. E’
stato progettato e costruito tra il 2011 ed
il 2013 come prima fase di un progetto
sincrotrone di terza generazione in Armenia. Il progetto incorpora tecnologie avanzate nel campo della fisica dei laser, tecnologia ad alta frequenza, attrezzature
ultra vuoto, sistemi diagnostici di alta
precisione, il controllo e la sincronizzazione dei diversi processi. Il primo raggio del
nuovo acceleratore è stata ottenuto il 20
dicembre 2013. Nel maggio 2014 la messa
in esercizio del nuovo impianto è stato
completata ed i risultati presentati in ambito internazionale.
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Ceramica armena ed italiana
L’annuncio, all’inizio dell’estate, è una
buona notizia nel segno dei rapporti commerciali e culturali tra Armenia ed Italia.
È stato lo stesso Primo Ministro armeno,
Hovik Abrahamyan, da poco insediatosi,
a comunicare la nascita di “Ceramisia”.
Tecnologia e know how italiana nel
settore delle ceramiche.
La nuova società, operativa dal prossimo
novembre, nasce con il preciso obiettivo
di riportare la produzione ceramica armena ad altissimi livelli con un impatto ambientale minimo.
Con una dirigenza prevalentemente
italiana, “Ceramisia” garantirà occupazione per circa trecento addetti. La scelta
di una partnership con l’Italia nasce dalla
consapevolezza della esperienza italiana
nel settore.
Bollettino interno a cura di
comunitaarmena.it
Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A
CON IL FAVORE DEL
MINISTERO DELLA DIASPORA
Ma lo scambio di conoscenze sarà reciproco e non si esclude in un prossimo
futuro di impiantare in Italia una fabbrica
con manovalanza italiana e dirigenza armena.
“Ceramisia” vuole riportare la ceramica
armena ai fasti di mille anni or sono quando la produzione faceva bella mostra nelle
più importanti corti d’Europa. Poi la tradizione, anche per le vicende storiche, si è
andata perdendo, ad uno ad uno i forni si
sono spenti e la tradizione è andata svanendo.
Ne rimane una traccia (moderna) nel
quartiere armeno di Gerusalemme dove
alcuni artigiani si dedicano con passione
all’arte ceramica; le targhe stradali del
quartiere sono realizzate con tale materiale.
ՀՀ Սփիւռքի նախարարը պարգեւատրեց Տիար Միքայէլ
Ճենճեանը ''Մայրենիի
''Մայրենիի Դեսպան''
Դեսպան ի շքանշանով։
Հայաստան-Սփիւռք 5-րդ համագումարի
աւարտին, 23 Սեպտեմբերին, ՀՀ Սփիւռքի
նախարար՝ տիկին Հրանուշ Յակոբեան
''Մայրենիի
Դեսպան''
ի
մետալով
պարգեւատրեց Ռատիովատիկանի հայկական
բաժնի նախկին տնօրէն՝ Տիար Միքայէլ
Ճենճեանը, գնահատելով անոր լրագրողական,
հասարակական, ընկերային եւ մայրենի լեզուի
պահպանման եւ սերունդներուն հայեցի
կրթութեան տարած գործն ու ՀայաստանՍփիւռք գործակցութեան զարգացման աշխատանքները:
Իր խօսքին մէջ տիկին նախարարը խօսեցաւ Վատիկանի
Ձայնասփիւռի հայկական բաժնի առաքելութեան կարեւորութեան
մասին, յիշելով որ տիար Ճենճեան աւելի քան 25 տարի տնօրէնը
եղած է սոյն բաժնին։ Նաեւ յիշեց թէ ան արդէն արժանացած է
քահանայապետական ''Ս. Սեղբեստրոս Պապի հրամանատարի՝՝
շքանշանին, ու նաեւ Տանն Կիլիկիոյ Կաթողիկէ Հայոց` կաթողիկոս Պատրիարքի՝ ''Ս. Գրիգոր Նարեկացի'', շքանշանին։
il numero 187 esce il
15 ottobre 2014
w w w. k a ra b a k h. i t
I nf or m az i one q uot i di a na
i n i t al i an o s ul l ’ Ar t s ak h
Ա յ ս ա ռ թ ի ւ Պ ր ն Ճ են ճ ե ա ն
երախտագիտական
ու
շնորհակալական իր խօսքը
ուղղեց Սփիւռքի նախարարին
յայտնելով, որ ինք նոյն ոգիով ու
սէրով պիտի շարունակէ
աշխատիլ ու ծառայել ազգին ու
եկեղեցւոյ։