Dante Delivery of AdvaNced TEchnology Anno X - n. 3 – Dicembre 2011 In questo numero: • Bar code 2D in anatomia patologica • Patologo-ingegnere nell’analisi d’immagine • Rassegna stampa • Leggi e Professione Applicazione della tecnologia bar code 2D in Anatomia Patologica L’esperienza della U.O. di Anatomia Patologica dell’Azienda USL di Rimini Giovanna Fabbretti U.O. di Anatomia Patologica e Citologia Ospedale “Infermi” Rimini Introduzione e razionale del progetto L’articolo descrive il percorso effettuato dalla U.O. di Anatomia Patologica dell’Azienda USL di Rimini per la corretta identificazione del paziente e dei suoi campioni e la loro completa tracciabilità durante tutto il flusso lavorativo, dall’accettazione dei campioni fino all’invio del referto in formato elettronico. Il processo lavorativo che caratterizza l’Anatomia Patologica coinvolge più figure professionali ed essendo molto complesso e suddiviso in più fasi è soggetto a rischio di errore [1-3]. Nel 2007 ha preso avvio presso la nostra U.O. un’attività di analisi del flusso lavorativo con l’obiettivo di identificare i punti critici dell’intero processo. Sono stati di conseguenza attuati interventi di tipo procedurale e tecnologico. Attualmente l’intero processo lavorativo, dall’accettazione fino all’invio del referto, utilizza in tutte le fasi la tecnologia informatica e si avvale del bar code 2D. Le fasi iniziali In un primo step [4], avviato nel 2008, ci si è concentrati sulla fase di accettazione, nella quale si verificano errori dovuti all’interpretazione dei dati scritti a mano sulle richieste e sulle etichette dei contenitori e alla loro trascrizione. Sono state di conseguenza eliminate le richieste tradizionali scritte a mano così come le etichette per i contenitori e si è provveduto a integrare con un messaggio HL7 il sistema informatico della U.O. (LIS, Armonia Dedalus, Italia) e quello aziendale (HIS, Trak, Australia). Da maggio 2008 la nostra U.O. riceve le richieste di esame istologico/citologico via web, con eliminazione completa della richiesta cartacea tradizionale. I campioni sono accompagnati da una stampa della richiesta web (effettuata nel luogo dove viene eseguito il prelievo: sale operatorie, reparti, ambulatori ecc.), che fornisce contestualmente le etichette adesive da apporre sui contenitori. Richiesta ed etichette riportano informazioni in chiaro e in bar code. Al momento di effettuare la richiesta informatica i dati anagrafici del paziente vengono raccolti direttamente dall’anagrafe aziendale, mentre la sede anatomica corredata di lateralità viene acqui- sita da tabelle predeterminate. Le notizie cliniche sono obbligatorie e medico e reparto richiedenti sono sempre chiaramente indicati. L’elevata automazione nel rispetto delle linee guida La realizzazione di questo progetto fortemente innovativo che ha coinvolto tutte le sale operatorie e i reparti dei presidi dell’Azienda (Ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo e Novafeltria), oltre ad altri utenti esterni, fa sì che il paziente e i suoi cam(Continua a pag. 2) Anno X - n. 3 – Dicembre 2011 Reg. Trib. di Milano n. 32 del 28/01/2003 Editore Springer-Verlag Italia Srl via Decembrio 28 - 20137 Milano Realizzazione a cura di Medicom divisione di Springer-Verlag Italia Srl Direttore Responsabile Antonella Cerri Stampa Geca SpA - via Magellano 11 Cesano Boscone (MI) Contiene IP Dante Delivery of AdvaNced TEchnology (Segue da pag. 1) pioni siano identificati al momento e nel luogo stesso in cui avviene la procedura medica e soprattutto direttamente dal medico che l’ha effettuata. Questo è un punto cruciale per la sicurezza del paziente, ribadito anche nelle recenti raccomandazioni del Ministero della Salute sulla sicurezza in sala operatoria [5], dove vengono chiaramente indicate le modalità di identificazione dei campioni del paziente. Il LIS è stato inoltre contestualmente integrato con le stampigliatrici di blocchetti e vetrini (Leica e Slide Mate, Fisher Ther mo Scientific) e con il sistema automatizzato per immunoistochimica (Bond III ®- Leica, A. Menarini Diagnostics) per la gestione integrata delle indagini immunoistochimiche. Nel 2010 il sistema è stato potenziato con l’introduzione del bar code 2D stampato sulle etichette di contenitori, sulle biocassette e sui vetrini, allo scopo di evitare gli errori di trasposizione di materiali di pazienti diversi o di campioni diversi dello stesso paziente. sparmio in termini di tempo e materiali. Da “accettato”, dopo l’effettuazione della fase macroscopica il caso cambia fase in “macro inserita”, mentre le relative cassette da “inserite” passano di stato in “ridotte”. Il sistema provvede inoltre automaticamente alla stampa di cassette di colore diverso in base al tipo di tessuto o di esame richiesto (per esempio azzurro per i linfonodi, arancio per i casi urgenti ecc.) ed è stato implementato con pannelli di colorazione per alcune tipologie di esame (per esempio linfonodo sentinella, midollo osseo ecc.). Questi dati impostati di “default” possono essere modificati in ogni momento in maniera rapida. Nella fase di inclusione il blocchetto, che reca il codice identificativo in chiaro e in bar code 2D, viene letto dallo scanner e sul monitor (Figura 1) il LIS presenta, oltre al codice identificativo, il tipo di materiale, il numero dei frustoli e le eventuali note segnalate durante la fase macroscopica. Lo stato del blocchetto che dopo la fase macroscopica era “ridotto” diventa “incluso”; quando tutte le cas- sette di un caso sono state incluse, la fase dell’esame passa da “macro inserita” ad “incluso”. Nella fase di taglio (tutte le postazioni sono dotate di monitor, PC e scanner) il blocchetto viene letto dallo scanner prima di essere inserito sul microtomo e il LIS provvede alla stampa di tutti i vetrini previsti per quel blocchetto. Il vetrino viene letto dallo scanner prima di distendervi le sezioni, a questo punto il vetrino cambia il suo stato in “verificato”. In caso di incongruenza tra il numero del blocchetto e quello sul vetrino il sistema allerta l’operatore dell’errore e consente di passare al blocchetto successivo solo quando vi è assenza di errore (Figura 2). Questo controllo elettronico è un metodo efficace e sicuro per evitare di porre sezioni di un paziente sul vetrino di un altro paziente o di scambiare materiali di campioni diversi dello stesso paziente. Quando tutti i vetrini di un singolo blocchetto sono stati verificati, il blocchetto da “incluso” diventa “tagliato”. La stampa dei vetrini avviene direttamente al momento della let- Il flusso di lavoro: dall’accettazione del campione all’allestimento del vetrino A seguire si illustra brevemente il nuovo flusso lavorativo nelle diverse fasi di laboratorio. Durante la fase macroscopica il singolo caso viene richiamato tramite lettura del bar code 2D sul contenitore/i. La stampa delle biocassette avviene contestualmente in modo rapido e semplice, evitando così la loro preparazione in anticipo impedendo che si utilizzino per errore cassette appartenenti a un altro paziente o a un altro campione dello stesso paziente; in questo modo si determina anche un ri- Figura 1. Lettura del bar code 2D del blocchetto da parte dello scanner in fase di inclusione fase lo scanner e cioè “leggendo” il vetrino. La fase di refertazione termina con la stampa del referto e l’invio dello stesso in formato elettronico al reparto richiedente. Figura 2. Controllo della corrispondenza tra blocchetto e vetrino da parte del sistema per la conferma della correttezza della procedura Step Fasi esame Accettazione Accettato Descrizione macroscopica Stato dei preparati Macro inserita • Vetrino • Blocchetto • Vetrino • Blocchetto Richiesto Richiesto In lavorazione Ridotto Processazione Allestimento/ processazione • Vetrino • Blocchetto In lavorazione Eseguito Inclusione Incluso Taglio Tagliato • Vetrino • Blocchetto • Vetrino • Blocchetto In lavorazione Eseguito Validato Eseguito Uscita laboratorio Consegna preparati • Vetrino • Blocchetto Check-out Eseguito Presa in consegna dei casi Presa in carico • Vetrino • Blocchetto Letto Eseguito Refertazione/stampa Refertato/ stampato • Vetrino • Blocchetto Letto Eseguito Invio referto elettronico firma digitale Firmato Figura 3. Tracciabilità continua del materiale nel corso dell’intero iter lavorativo per una superiore qualità dei risultati tura del bar code 2D sul blocchetto; su ogni vetrino sono stampigliati – perfettamente leggibili – l’intestazione della U.O., il bar code 2D, il numero identificativo completo del preparato e cognome e nome del paziente. In fase di consegna dei preparati vi è un ulteriore controllo finale sul processo lavorativo effettuato. Mediante lettura del bar code 2D sul vetrino si effettua il check-out del caso, con passaggio dalla fase di “tagliato” a quella di “consegnato”. I preparati isto-citologici vengono poi presi in carico dal personale laureato utilizzando anche in questa Automazione e garanzia di tracciabilità di tutto l’iter lavorativo Indiscussi sono i vantaggi dell’introduzione del bar code 2D anche in fase di refertazione: la lettura del bar code 2D sul vetrino, infatti, permette di richiamare a video il caso che si sta effettivamente esaminando, eliminando così il rischio di effettuare la diagnosi su un preparato istologico diverso da quello che appartiene al paziente. In conclusione, l’utilizzo della tecnologia 2D, integrata nel software gestionale, consente di effettuare efficaci controlli incrociati tra contenitori e biocassette e tra inclusioni e vetrini e permette di assicurare la tracciabilità completa e costante del materiale durante tutto l’iter lavorativo (Figura 3). Bibliografia di riferimento 1) Nakhleh RE. Error reduction in surgical pathology. Arch Pathol Lab Med 2006; 130: 630-2 2) Zarbo RJ et al. The Henry Ford Production System: reduction of surgical pathology in-process misidentification defects by bar code-specified work process standardisation. Am J Clin Pathol 2009; 131: 468-77 3) Layfield LJ, Anderson GM. Specimen labelling errors in surgical pathology: an 18-month experience. Am J Clin Pathol 2010; 134: 466-70 4) Fabbretti G. Risk management: correct patient and specimen identification in a surgical pathology laborator y. The experience of Infermi Hospital, Rimini, Italy. Pathologica 2010; 102: 96-101 5) Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali: raccomandazioni per la sicurezza in sala operatoria – ottobre 2009 Dante Delivery of AdvaNced TEchnology Collaborazione patologo-ingegnere nello sviluppo e di uno strumento per l’analisi d’immagine. Il punto Luca Molinaro Dipartimento di Scienze Biomediche e Oncologia Umana, III Servizio di Anatomia Patologica, AOU San Giovanni Battista, Università di Torino Premessa Il nostro Centro universitario partecipa, insieme allo staff tecnico Menarini e al gr uppo Hesp Technology, al progetto di sviluppo e validazione dell’apparecchiatura di analisi digitale automatizzata A. Menarini Diagnostics D-Sight®, che utilizza i risultati ottenuti nell’analisi in campo chiaro dell’espressione di HER2 per ottimizzare e rendere più precisa la lettura in campo scuro dello stesso preparato anatomico. Struttura del progetto La collaborazione scientifica in atto tra A. Menarini Diagnostics e l’Università di Torino prevede il lavoro coordinato di un gruppo di ingegneri esperti nella programmazione informatica (Hesp Technology S.r.l.) e di un Centro universitario-ospedaliero (AOU San Giovanni Battista-Molinette). La collaborazione del patologo con il personale ingegneristico è importante non solo nella selezione dei tessuti, ma anche nella fase di implementazione dello strumento per indicare problematiche relative all’uso di un’apparecchiatura complessa da parte di personale medico. Casistica utilizzata Trenta casi di carcinoma mammario con score 2+ di HER2 sono stati validazione di vista del patologo R selezionati dall’archivio dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista-Molinette di Torino e metà di questi amplificati con indagine FISH (Abbott Vysis HER/CEP17 probes). Tutti i casi sono stati sottoposti più volte e in fasi di sviluppo successive all’analisi automatizzata dello strumento A. Menarini Diagnostics D-Sight® (Figure 1 e 2), allo scopo di ottenere un algoritmo in grado di fornire dei risultati riproducibili nei casi di espressione eterogenea di HER2. Risultati ottenuti Figura 1. Identificazione automatica del segnale in campo scuro mediante segmentazione dei nuclei Insieme al gruppo di ingegneri addetti allo sviluppo si è proceduto a: • creare un’immagine FISH digitale in formato JPEG2000 navigabile che permette la deselezione delle aree da non includere nell’analisi (per es. stroma); • discutere e ottimizzare le problematiche relative al tempo di scansione e processazione; • pianificare una mappatura dei vetrini, in modo da permettere l’analisi di più preparati in sequenza senza intervenire manualmente sullo strumento. Conclusioni Figura 2. Valutazione automatizzata dell'intensità di espressione immunoistochimica di HER2 La collaborazione con lo staff ingegneristico è un’esperienza sicuramente stimolante che permette al patologo di comprendere quanto si possa ottenere da uno strumento e quali siano i limiti tecnici attuali. Dall’altro lato l’ingegnere può comprendere meglio gli obiettivi diagnostici e la variabilità biologica dei preparati. R R RassegnaStampa IMMUNOISTOCHIMICA E TECNICHE ANCILLARI NELLA DIAGNOSI DELLE LESIONI EPATOCELLULARI BEN DIFFERENZIATE La considerevole sovrapposizione delle caratteristiche morfologiche nelle lesioni epatocellulari ben differenziate richiede costantemente l’utilizzo di immunoistochimica e di altre tecniche per dirimere i quesiti diagnostici. Diverse, interessanti e per certi versi innovative le proposte di iter diagnostico suggerite in questo articolo, tra cui map-like pattern con glutamina sintetasi nell’iperplasia nodulare focale e dimostrazione del glypican-3 e di alterazioni citogenetiche a carico dei cromosomi 1 e 8 nella diagnosi differenziale tra carcinoma epatocellulare differenziato e adenoma epatocellulare infiammatorio. Shafizadeh N. et al. Adv Anat Pathol 2011; 18: 438-45 SOVRAESPRESSIONE DI TLR3;4;7 E 9: PATOGENESI E TARGET TERAPEUTICO NELL’ESCC? Nel carcinoma esofageo a cellule squamose (ESCC), l’espressione e la sovraespressione di Toll-Like Receptor (TLR) 3; TLR4; TLR7 e TLR9, analizzate mediante specifiche metodiche immunistochimiche, sono risultate di estremo interesse sia nella definizione della patogenesi biologica, sia come eventuale target terapeutico del trattamento. Inoltre la sovraespressione di TLR3 o di TLR4 è risultata associata a più elevata probabilità di metastasi linfonodali e ad aumento dell’invasività. Nessuna differenza di sovraespressione è stata invece riscontrata tra i diversi gruppi etnici. Sheyhidin I. et al. World J Gastroenterol 2011; 17: 3745-51 RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE: NUOVI SCENARI? (2a parte) La prima parte di questo articolo, pubblicata nel precedente numero di D.A.N.T.E., poneva l’attenzione sull’obbligo di informazione al paziente da parte del Medico sullo stato di efficienza e sul livello delle dotazioni della Struttura sanitaria in cui il Medico presta la propria attività e si concludeva con un quesito su difficoltà tecniche della prestazione e rapporto con eventuale imputazione di responsabilità. La risposta, con la presentazione di alcune situazioni pratiche esplicative, viene riportata di seguito. ART. 2236: DANNI RICONOSCIUTI SOLO PER DOLO O COLPA GRAVE? In talune situazioni, in tema di responsabilità professionale, a discolpa del medico potrebbe essere richiamato l’art. 2236 cod. civ. che recita “se la prestazione implica la soluzione di problemi tecnici di particolare difficoltà, il prestatore d’opera non risponde dei danni se non in caso di dolo o di colpa grave”. Si potrebbe quindi credere che, a fron- QUALI SONO LE PRESTAZIONI DI PARTICOLARE DIFFICOLTÀ Le sole condizioni che legislativamente possono ricorrere come “prestazioni di particolare difficoltà” sono: 1) il caso non risulta ancora studiato o sperimentato a sufficienza; 2) il caso non risulta ancora dibattuto con riferimento ai metodi terapeutici da eseguire. Non quindi il cosiddetto “caso difficile”! Inoltre la limitazione di responsabilità professionale ai soli casi di dolo o colpa grave attiene esclusivamente alla perizia giacché un danno cagionato per negligenza o imprudenza mai potrà avvalersi della limitazione di responsabilità dal momento che la diligenza e la prudenza devono costituire l’ordinario modus operandi del professionista. corso di una procedura diagnostica o terapeutica condotta scorrettamente, insorgano dei problemi tecnici di particolare difficoltà secondo la definizione data dalla Cassazione. Fino a che momento opera la responsabilità “ordinaria”e quando subentra una “limitazione” di responsabilità al solo dolo o colpa grave per intervenuto problema tecnico? A tale proposito la Corte di Cassazione (Sez. III Civile sent. n. 583/ 2005) ha affermato che “se l’opzione adottata è errata già all’origine, e quindi il medico è già in colpa per tale scelta, che non era di difficile soluzione e quindi sfuggiva alla limitazione di responsabilità ex art. 2236 cod. civ., a lui è imputabile, senza la delimitazione alla sola colpa grave o dolo, la mancata soluzione dei problemi tecnici di speciale difficoltà insorti proprio per l’adozione di tale tecnica errata, indipendentemente dalla prevedibilità degli stessi, in quanto la colpa iniziale connota tutta l’attività successiva e i problemi tecnici causati da detta scelta costituiscono rischio che rimane a suo carico”. PRESTAZIONI DI PARTICOLARE DIFFICOLTÀ INSORTE A CAUSA DI CONDOTTA ERRONEA AB INITIO Può tuttavia darsi il caso che, nel Marco Carucci Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, specialista in Anatomia Patologica te di un caso “difficile”, il medico sia tenuto a rispondere solo in caso di dolo o colpa grave. Le cose stanno ben diversamente in quanto già nel 1995 la Corte di Cassazione ha determinato i “confini” entro i quali ricade la prestazione di particolare difficoltà. ✃ Nome Cognome Via/Piazza CAP e Città Telefono Fax E-mail Desidero ricevere la News Letter Non desidero ricevere la News Letter Le saremmo grati se, in entrambi i casi soprariportati, volesse fornirci i Suoi commenti sull’iniziativa Spedire, in busta chiusa, a: A. MENARINI Diagnostics, via Lungo l’Ema 7 - 50012 Bagno a Ripoli (FI) oppure inviare via posta elettronica all'indirizzo: [email protected] Ai sensi e per gli effetti di cui al D.Lgs. n°196/2003, il sottoscritto……………………………………………………………… dichiara espressamente di prestare il consenso all’intero trattamento dei propri dati da parte di Medicom - Divisione di Springer-Verlag Italia Srl. Ai sensi dell’art. 7 del medesimo D. Lgs. n°196/2003, potrà esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, rettificare e cancellare i propri dati scrivendo a Medicom - Divisione di Springer-Verlag Italia Srl, Via Decembrio 28-20137 Milano
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