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REPUBBLICA CENTRAFRICANA
La Repubblica Centrafricana è un paese dell’Africa Centrale grande il doppio dell’Italia ma
piccolo in confronto a Sudan, Sud Sudan, Chad e Congo, alcuni tra i suoi vicini. La Repubblica
centroafricana, nata nel 1960 in seguito alla dichiarazione di indipendenza dalla Francia, è uno dei
paesi più poveri del mondo, con un prodotto interno lordo pro-capite di appena 482 dollari nel
2012 secondo dati della Banca Mondiale (consultabili qui) ed è anche il 5° per mortalità infantile e
il 4° per quella materna secondo i dati del World Factbook della CIA (consultabili qui). La
composizione etnica della popolazione è variegata, così come quella religiosa; infatti, secondo i dati
della CIA vi sono sette gruppi etnici principali (Baya 33%, Banda 27%, Mandjia 13%, Sara 10%,
Mboum 7%, M’Baka 4%, Yakoma 4%, altri 2% ) e non vi è un gruppo religioso predominante ma
anzi il 35% della popolazione è legato a miti indigeni, il 25% è protestante, un altro 25% cattolico e
infine il 15% è musulmano. Si estende per 623.000 Km ed è scarsamente popolata: 4,6 milioni di
abitanti di cui il 83% concentrato in aree urbane e il 40,3% ha meno di 14 anni. Il tasso
annuale di crescita demografica è di 1,8% (2010). Il Paese non ha sbocchi sul mare e i porti più
vicini sono quelli di Douala, in Camerun, a 1.500 km dalla capitale, Bangui, e di Pointe Noire, nel
Congo Brazzaville, dai quali l’economia del paese dipende fortemente.
Dal punto di vista umanitario, la RCA è uno dei paesi più poveri al mondo e si colloca al 179°
posto su 187 Paesi, secondo l’ultimo Rapporto sullo Sviluppo Umano dell'UNDP (2013), con
l’86,4% della popolazione che vive in condizioni di estrema povertà e il 68,5% con meno di
1,25 dollari al giorno (2011). Grazie all’attuale piano nazionale di sviluppo sanitario, Plan
National de Développement Sanitaire PNDS 2 - 2006-15, finalizzato a rafforzare il sistema
sanitario nazionale e le relative strutture, migliorare e rendere più accessibile l’assistenza sanitaria
di base, ridurre la mortalità infantile e materna e la diffusione di malattie endemiche, in particolare
l'HIV, incoraggianti passi in avanti sono stati compiuti; tuttavia numerose sfide devono ancora
essere superate.
Colonia francese fino al 1960, la RCA ha assunto il nome attuale all'atto dell'indipendenza. Il
primo governo civile è riuscito a formarsi solo nel 1993, dopo trent’anni di governi prevalentemente
militari. Tuttavia, proprio in questi anni, il Paese ha conosciuto dei disordini socio-politici molto
gravi che si sono ripetuti nel tempo e che hanno comportato la distruzione di buona parte del tessuto
economico. Il generale François Bozizé, salito al potere con un colpo di stato nel 2003 e poi eletto
ufficialmente presidente nel 2005 e riconfermato nelle elezioni del 2011, sembra aver acquietato,
almeno in parte, le precedenti ostilità. La sua ultima vittoria elettorale, internazionalmente
riconosciuta come democratica, ha permesso al Paese di attirare degli investimenti stranieri facendo
rapidamente intravedere un possibile miglioramento della fragile situazione economica nonché
un consolidamento della scena politica.
Il conflitto attuale – Questo consolidamento non è durato affatto: già a dicembre 2012 è
cominciato il nuovo conflitto. Nacque il gruppo Séléka che, accusando il governo di non aver
rispettato i trattati di pace, ha dato inizio ad una campagna di occupazione di molte delle principali
città delle regioni centrali e dell’est del paese. Il governo di Bozizé ha avuto l’appoggio della
comunità internazionale africana, e paesi come il Cameroon, l’Angola e il Sud Africa hanno inviato
truppe in difesa della capitale. Un “cessate il fuoco” era già stato firmato a gennaio, ma è stato
violato dopo pochi giorni. Il 22 marzo 2013 le truppe di Séléka hanno così raggiunto Bangui e
preso la capitale. Da quel momento ufficialmente al potere ci sarebbe dovuto essere Michel
Djotodia, leader del gruppo di ribelli Seleka. Il paese è così caduto nel caos più totale. Benché
attualmente nella Repubblica Centrafricana siano presenti forze francesi e altre di peacekeeping la
situazione sembra peggiorare di giorno in giorno, acutizzate anche dalle dimissioni di Djotodia che
ha ceduto alle forti pressioni internazionali e dal risvolto religioso degli scontri. Ad oggi l’attuale
conflitto ha causato 1000 morti solo nel dicembre 2012 e quasi 1 milione di profughi (un
quinto della popolazione).
La storia della Repubblica Centrafricana è dunque ricchissima di violenza, divisioni interne ed
instabilità politica. La comunità internazionale si è interessata della zona in maniera troppo
marginale e la situazione socio-politica ha allontanato il Paese dalla maggior parte degli aiuti delle
organizzazioni internazionali. Quelle attualmente presenti sono concentrate nel campo
dell’emergenza. Gli aiuti della Cooperazione Italiana si sono concentrati essenzialmente nella
concessione di contributi ad organismi non governativi di volontariato operanti nei settori
dell’assistenza, formazione ed animazione sociale ed in programmi di emergenza. Gli interventi
della Fondazione si concentrano nella prefettura della Lobaye e a Berberati, al confine col
Camerun.
15/01/2014