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23 luglio 2014
Alitalia: al via referendum su taglio a costo
lavoro, ma la Uil lo boicotta e ne indice un altro
con un articolo di Gianni Dragoni
Al via oggi il referendum tra i lavoratori di Alitalia sull'integrativo aziendale al contratto nazionale di
lavoro per il trasporto aereo che prevede anche la riduzione del costo del lavoro da 31 milioni
concordata con l'azienda. Il referendum (dalle 16 di oggi alle 8 di venerdì 25 luglio) è stato indetto da
Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl Trasporti. La Uil Trasporti, che aveva deciso di non firmare nè il contratto
nazionale nè l'integrativo (siglato invece da Cgil, Cisl e Ugl) ha invitato però i lavoratori di Alitalia a
«non partecipare a questo referendum farsa». E ha comunicato di aver indetto il referendum da
lunedì 28 luglio fino a venerdì 1 agosto. Si allarga la spaccatura tra i sindacati sull'Alitalia, a due giorni
dall'assemblea dei soci che dovrebbe approvare il contratto di accordo con Etihad. Ieri l'ad di Alitalia
Gabriele Del Torchio aveva indicato la necessità che l'esito della consultazione arrivi entro venerdì 25
alle ore 9, quando inizierà l'assemblea dei soci.
Cgil, Cisl e Uil lanciano referendum oggi
Filt-Cgil, Fit-Cisl e Ugl, i tre sindacati che hanno sottoscritto l'intesa su contratto nazionale e costo del
lavoro, hanno scritto in una nota che «l'unico modo per fare chiarezza, prima dell'assemblea dei soci
del 25 luglio, è fare esprimere attraverso un referendum tutti i lavoratori del gruppo Alitalia».
Uilt: non partecipare a referendum farsa. E indice altra consultazione
Nonostante la validità degli accordi su integrativo aziendale e contratto collettivo del trasporto aereo
sezione vettori, in quanto sottoscritti da un insieme di sindacati che rappresentano più del 50% dei
lavoratori di Alitalia, la Uiltrasporti che non ha firmato gli accordi, ha chiesto un referendum in
azienda sulla base del testo unico del 10 gennaio del 2014. Ma la stessa Uiltrasporti ha invitato i
lavoratori di Alitalia a «non partecipare al «referendum farsa» indetto da Cgil, Cisl e Ugl. E ha fatto
sapere di aver indetto un'altra consultazione, da lunedì 28 luglio fino a venerdì 1 agosto. La
Uiltrasporti parla di «preavviso di poche ore per la convocazione dei seggi», prevedendo «tempi
limitatissimi, che precludono alla gran parte dei lavoratori turnisti e fuori sede la possibilità di
partecipare».
Il merito dell'accordo
Nel merito, per effetto del taglio del costo del lavoro, tra luglio e dicembre il personale Alitalia avrà
una riduzione dello stipendio da un minimo di 85 euro al mese (per i lavoratori di terra) fino ad oltre
1.300 euro (per comandanti più anziani e dirigenti). Gli assistenti di volo avranno circa 300 euro in
meno al mese. Il contributo straordinario non interviene per le retribuzioni sotto i 20mila euro
(impiegati, tecnici e addetti di terra) e va dal 4% (fino a 30mila euro lordi di reddito) al 17% (oltre
100mila). Al personale navigante non verrà corrisposta la tredicesima a dicembre. Nessun aumento
per il 2014, mentre nel biennio successivo scatterà un incremento del 6% per il personale di terra (in
media 120 euro) che diventano 7% per il personale navigante, distribuiti in due tranche.
Caio (Poste): sì al piano Alitalia-Etihad con criteri di mercato
Intanto l'ad Francesco Caio ha ribadito che Poste dirà di sì al piano Alitalia solo in presenza di criteri
di mercato finanziari e industriali. «La nostra analisi del piano Alitalia ci ha portato a formulare una
proposta che consideriamo ben strutturata in termini industriali e di ritorno per la nostra azienda - ha
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detto Caio -. Aderiamo ad un progetto che ci convince molto se seguirà questi presupposti, criteri di
mercato finanziari e industriali». E ancora, definendo i paletti: «è imprescindibile un forte
orientamento al futuro». Caio pone condizione quella di puntare su una newco libera da pesi del
passato: solo così sarebbe un passo «coerente anche con la privatizzazione di Poste»
Gros Pietro: escluso altro impegno banche
Intanto le banche escludono un'ulteriore impegno finanziario nell'ipotesi che le Poste non entrino
nella partita Alitalia. «È escluso assolutamente un ulteriore impegno degli istituti di credito», ha
dichiarato il presidente del consiglio di gestione di Intesa (azionista Alitalia), Gian Maria Gros Pietro
a margine dell'inaugurazione della Brebemi. «Le banche hanno fatto quello che dovevano fare», ha
aggiunto
Ricapitalizzazione senza Poste
Non a caso è allo studio un'ipotesi senza Poste Italiane per realizzare la ricapitalizzazione di Alitalia,
necessaria per la continuità aziendale della compagnia – altrimenti dovrebbe portare i libri in
Tribunale – e per l'intesa con Etihad. È in corso una conta tra gli azionisti della compagnia presieduta
da Roberto Colaninno per vedere chi, oltre alle banche, sottoscriverà l'aumento da almeno 200
milioni di euro, ma la cifra potrebbe salire, e soprattutto chi potrebbe coprire la quota che Poste,
azionista di Cai con il 19,48%, non intende sottoscrivere: sono almeno 40 milioni che mancano
all'appello. Si cerca tra i soci Cai ma anche fuori.
La dead line del 25 luglio
«Dopo settimane, mesi di duro lavoro stiamo ormai a un passo dal punto di svolta per Alitalia»,
hanno detto in una lettera ai dipendenti il presidente Colaninno e l'a.d. Gabriele Del Torchio,
precisando che «non c'è più tempo». Un accordo va trovato entro dopodomani, quando l'assemblea di
Alitalia chiamata ad approvare il bilancio 2013, con 568,6 milioni di euro di peridta consolidata e 27
milioni di patrimonio netto negativo, dovrà approvare anche la ricapitalizzazione, come «equity
commitment». Altrimenti addio continuità aziendale. E, forse, addio Etihad.
23 luglio 2014
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