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A cura del
Dott. Simone Rota
Medico Veterinario
[email protected]
www.veterinarioanimaliesotici.it
Scheda di Gestione della Testudo hermanni
Requisiti per la detenzione in cattività: idealmente le tartarughe terrestri
dovrebbero essere allevate all’esterno per tutto l’anno. Quando non è
possibile per mancanza di spazio o perché si tratta di animali molto giovani
(come vedremo dopo), è necessario allestire un terrario ideato appositamente
per questa specie.
Innanzitutto nella costruzione del terrario è importante tenere conto delle
dimensioni che questi animali raggiungono in età adulta (anche 25 cm).
Pertanto se quando sono neonate un piccolo terrario può essere adatto, da
adulte queste tartarughe hanno bisogno di un terrario molto ampio dove
possano muoversi liberamente, con dimensioni anche di 1 m x 1 m. Una
soluzione per chi ha un balcone ma non ha un giardino potrebbe essere
quella di allestire a terrario un balcone esposto al sole con numerosi
nascondigli e un contenitore per l’acqua. La ciotola per l’acqua deve essere
abbastanza profonda da permettere alla tartaruga sia di bere sia di
immergersi. Per favorire l’accesso all’acqua bisogna aggiungere una rampa
che possa essere usata per entrare o per uscire. Il bagno è importante perché
favorisce la defecazione e l’urinazione; si consiglia di cambiare l’acqua
quotidianamente.
Per un’appropriata ventilazione in caso di tartarughe in terrario, bisogna
posizionare due prese d’aria sulle pareti opposte e ad altezze diverse.
Ogni terrario deve un gradiente di temperature che consenta la
termoregolazione degli animali. Il punto più freddo dovrà avere una
temperatura che oscilla intorno ai 22-23°C sia durante il giorno che la notte,
mentre l’area di basking (dove le tartarughe prendono “il sole”) la
temperatura dovrà oscillare intorno ai 30 °C. E’ importante rispettare questi
valori relativi a umidità, temperatura, ventilazione ed esposizione ai raggi
UVB per favorire lo svolgimento fisiologico delle funzioni organiche che
includono la digestione, il sistema immunitario e il metabolismo. Qualora
non si possa alloggiare le tartarughe in giardino o su un balcone, bisogna
fornire i raggi UVB utilizzando apposite lampade che sono ormai
diffusissime nei negozi di animali o su internet. Il fine della lampada UVB è
quello di stimolare la produzione di vitamina D3, l’appetito e la
riproduzione.
Alimentazione: la dieta delle testuggini terrestri dovrebbe essere costituita
principalmente da piante a foglie verdi dando ampio spazio alle erbe di
campo come il tarassaco, il trifoglio, la malva, la cicoria selvatica. Questi
prodotti possono essere integrati con verdura che si trova nei supermercati
(radicchio, cicoria, rughetta) senza eccedere nelle quantità; si possono dare
anche carote, zucche, broccoli e fagiolini, ma questi prodotti dovrebbero
costituire solo un 10% della dieta. Evitare eccessive quantità di frutta (solo
un 5% della dieta) perché in natura le tartarughe difficilmente vi hanno
accesso. Può essere utile invece somministrare del fieno perché molto simile
all’erba che si trova in natura nei periodi estivi. L’acqua deve essere sempre
disponibile e bisognerebbe fornire calcio (o in polvere o ricorrendo all’osso
di seppia) senza l’aggiunta di vitamine. Se si possiede un giardino, nella
maggior parte dei casi il chelone provvederà da se alla propria alimentazione
ed è preferibile non integrare la dieta con prodotti di supermercato. Evitare
assolutamente prodotti di origine animale o cereali come la pasta.
Malattie più comuni e controlli veterinari: le malattie più frequenti sono
la MOM (malattia osseo metabolica), l’insufficienza renale e le distocie
(ovvero problemi di vario tipo nell’ovodeposizione). Si raccomanda una
visita di controllo dal veterinario due volte all’anno per controllare lo stato
di salute dell’animale. Infatti tutti i rettili tendono a mostrare sintomi solo in
fasi di malattia già avanzata, mentre scoprire una patologia in fase iniziale ci
consente di intervenire con più efficacia e avere una prognosi migliore.
Herpesvirus: È un’infezione virale causata da un alpha herpesvirus diffusa
in tutto il mondo e colpisce numerose specie di tartaruga, tra le quali anche
la testudo hermanni. La via di trasmissione non è ben conosciuta, ma si
suppone che le particelle virali vengano eliminate con gli essudati del cavo
orale e poi ingeriti da altri conspecifici. I segni clinici sono rappresentati da
congiuntivite, da lieve a grave, glossite necrotizzante-difteroide, faringite,
rinite e tracheite, spesso polmonite ed encefalite. Le placche difteriche sono
spesse osservate sulla faccia dorsale della lingua e sul palato duro (coane).
Altri segni sono l’anoressia, la letargia e spesso la morte.
Applicazione del microchip: L’applicazione del microchip che serve per
l’identificazione degli esemplari di tartaruga ai fini CITES, segue delle
procedure standard:
• Disinfezione dell’area di applicazione che in genere è la fossa
prefemorale di sinistra
• Applicazione sottocutanea del microchip con o senza l’uso
dell’anestesia
• Chiusura della piccola ferita che si crea per l’applicatore mediante filo
da sutura, pena la fuoriuscita del microchip