“Per un’Europa dei diritti” COME DIFENDERE LE CITTÀ EUROPEE: LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA E LA PREVENZIONE DELL’EMERGENZE 4 aprile 2014 Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università degli Studi di Catania Ph.D Ing. Pier Francesco Scandura Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Catania 1 EMERGENZA CAMBIAMENTI CLIMATICI LE ISTITUZIONI PREPOSTE AL MONITORAGGIO LA PREVENZIONE DELL’EMERGENZA IL PATTO DEI SINDACI DA UN PROBLEMA A UNA RISORSA 2 CAMBIAMENTI CLIMATICI PREMESSA Con la seconda rivoluzione industriale si ha l’introduzione dell’elettricità , dei prodotti chimici e del petrolio l’utilizzo intenso dei combustibili fossili ha generato squilibri nell’ecosistema Variazione della temperatura globale (in rosso) e dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera (in blu) 3 4 GAS SERRA Gas serra naturalmente presenti nell’atmosfera: CO2, N2O, H2O, CH4 Funzionano da filtri: lasciano passare i raggi solari (visibile) e trattengono il calore sulla superficie terrestre (infrarosso) 5 6 7 PREMESSA Lo squilibrio dell’ecosistema ha generato i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale Conseguenze irreversibili sul pianeta: uragani, alluvioni e scioglimento dei ghiacciai. 8 DISASTRI AMBIENTALI RECENTI Tornado Taranto presso ILVA 28/11/2012 Uragano Sandy New York 30/10/2012 9 http://www.ipcc.ch/ 10 L'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ente internazionale che esamina e valuta la scienza correlata ai cambiamenti climatici. •fondato nel 1988 dall'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO - World Meteorological Organization) e dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP - United Nations Environment Programme) •Obiettivo: fornire ai decisori politici regolari valutazioni delle basi scientifiche dei cambiamenti climatici, dei loro impatti e dei rischi futuri, passando inoltre in rassegna le possibilità di adattamento e le misure di mitigazione. l’IPCC non svolge una propria attività di ricerca, ma analizza e valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche, socio-economiche prodotte nel mondo e rilevanti per la comprensione dei cambiamenti climatici. 11 I rapporti dell’IPCC sono rilevanti per la politica (policyrelevant), ma non prescrittivi (no policy-prescriptive). Il ruolo dell’IPCC è quello di fornire ai governi una valutazione esaustiva e più aggiornata possibile delle conoscenze scientifiche, tecniche, socioeconomiche sui temi legati ai cambiamenti climatici. 12 CAMBIAMENTI CLIMATICI Con cambiamenti climatici ci si riferisce ad ogni cambiamento del clima nel tempo, dovuto sia alla variabilità naturale sia come risultato dell’attività umana. Un cambiamento di stato del clima che può essere identificato (ad esempio, utilizzando test statistici) da cambiamenti della media e/o della variabilità delle sue proprietà e che persiste per un lungo periodo, tipicamente decenni o più. Il cambiamento climatico può essere dovuto a processi naturali interni o forzanti esterni, o a cambiamenti persistenti di origine antropica 13 della composizione dell’atmosfera o dell’uso del suolo. Questa interpretazione differisce da quella della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) dove per cambiamenti climatici s’intende ogni cambiamento del clima che sia direttamente o indirettamente attribuito all’attività umana che altera la composizione dell’atmosfera globale e che è addizionale alla variabilità naturale del clima osservata su un periodo di tempo confrontabile. [IPCC, 2007] 14 VULNERABILITA’ La vulnerabilità è il grado al quale un sistema è propenso o predisposto ad essere impattato dagli effetti negativi dei cambiamenti climatici. RISCHIO Il rischio è rappresentato come la probabilità di accadimento di un disastro ed è funzione della vulnerabilità. Esposizione e il tipo e frequenza di disastri. In questo rapporto il rischio è principalmente inteso come rischio di impatti provocati dai cambiamenti climatici. 15 ADATTAMENTO L’adattamento è la modifica dei sistemi naturali o umani in risposta a stimoli climatici in atto o attesi o ai loro effetti. L’adattamento cerca di ridurre i danni o sfrutta le opportunità vantaggiose. L’adattamento può comprendere strategie nazionali, regionali e locali. 16 KEY MESSAGES •Le attività umane stanno interferendo con il Sistema climatico. Questa interferenza pone seri rischi per la società e i sistemi naturali, che già ne subiscono gli impatti negli ultimi decenni. •In molte regioni del pianeta le modifiche nella precipitazione piovosa e nevosa e nel ghiaccio stanno provocando alterazioni nei sistemi idrologici impattando sulle risorse idriche (qualità e quantità). •Sono più comuni nel pianeta gli impatti negativi che quelli positivi sulle coltivazioni agricole. • Gli impatti di recenti eventi estremi climatici (onde di calore, siccità, inondazioni, nubifragi e incendi boschivi) hanno mostrato una grande vulnerabilità della nostra società e di alcuni ecosistemi. 17 •Adattamento sta ormai entrando in alcuni processi di pianificazione, ma non è ancora attuato in maniera estensiva. •I cambiamenti climatici potrebbero aumentare l’immigrazione. 18 FOCUS EUROPA La regione mediterranea / sud europea viene individuata come la regione più a rischio dai cambiamenti climatici in Europa, a causa dei molteplici settori che vengono impattati: turismo, agricoltura, attività forestali, infrastrutture, energia, salute della popolazione. I cambiamenti climatici possono introdurre disparità economiche all'interno dell'Europa favorendo regioni meno affette ed aggravando quelle più esposte, come quella mediterranea 19 Le proiezioni climatiche per il futuro mostrano un possibile aumento di temperature in tutte le regioni europee, un possibile aumento di precipitazione nell’Europa Settentrionale e un possibile calo di precipitazione nell’Europa Meridionale. Gli eventi estremi meteorologici hanno provocano significativi impatti in Europa in molti settori economici, provocando effetti sui sistemi sociali. Il rischio di inondazioni costiere e fluviali potrà aumentare in Europa a causa dell’aumento del livello marino e l’aumento degli eventi di intensa precipitazione; senza misure di adattamento i danni cresceranno in maniera sostanziale. 20 cambiamenti climatici molto probabilmente provocheranno delle modifiche negli habitat delle specie, con estinzioni locali in Europa. • In Europa, le politiche di adattamento sono state sviluppate su tutti i livelli di governo, alcuni piani di adattamento integrati nella gestione delle coste e delle risorse idriche, nei sistemi di protezione ambientale e pianificazione territoriale, nei sistemi di gestione dei rischi connessi ai disastri. • In Europa, i costi relativi a misure di adattamento per gli edifici e a rinnovare le difese da inondazioni aumenteranno in tutti gli scenari e alcuni impatti saranno inevitabili. 21 Povertà più colpita. I pericoli derivanti dalle calamità naturali connesse ai cambiamenti climatici agiscono soprattutto sulle popolazioni che vivono in particolari condizioni di povertà, come amplificatori di minacce che inaspriscono altri fattori di stress sui sistemi sociali e ambientali, con risultati negativi sulle fonti di sostentamento. 22 23 Lo Sviluppo sostenibile è uno sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri (rapporto Brundtland 1987) Il protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientale riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di Kyoto l'11 dicembre 1997 da più di 160 Paesi in occasione della Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica anche da parte della Russia. 24 IL PATTO DEI SINDACI Il Patto dei Sindaci è un impegno formale a superare gli obiettivi europei 20-20-20 in termini di riduzione delle emissioni di CO2. Il pacchetto europeo “Energy for a Changing World”, adottato nel 2007, impegna l’Europa a ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, attraverso: Un incremento del 20% dell’ efficienza energetica e una quota del 20% di energia rinnovabile. 25 IL PATTO DEI SINDACI Il Patto dei Sindaci (Convenant of Mayors) è un’iniziativa promossa dalla Commissione europea per coinvolgere attivamente le città europee nella strategia europea verso la sostenibilità energetica ed ambientale. L’iniziativa é stata lanciata dalla Commissione il 29 Gennaio 2008, nell’ambito della seconda edizione della Settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2008). 26 http://www.pattodeisindaci.eu/index_it.html 27 28 2 0 1 2 2 0 1 4 29 Qualcosa si muove…. 30 FIRMARE IL PATTO SIGNIFICA… Preparare un inventario delle emissioni Redigere un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile – PAES (Sustainable Energy Action Plan - SEAP) Attuare il proprio Piano d’Azione (SEAP) e riferire ogni 2 anni sui progressi fatti Coinvolgere i cittadini e tutte le parti interessate Condividere le esperienze e le buone pratiche con gli altri firmatari Incoraggiare altre città a partecipare 31 PERCHE’ ADERIRE AL PATTO DEI SINDACI… Sistematica revisione delle attività connesse con l’energia Identificazione delle misure più efficaci in termini di efficienza energetica e di risparmio Pianificazione ed attuazione delle attività Ottimizzazione delle strutture amministrative interne e dei processi nei settori inerenti l’energia Regolare monitoraggio dei successi ottenuti 32 OBIETTIVI… La visione di un futuro energetico sostenibile è il principio guida per tutti i firmatari del Patto. Serve come il componente che unisce tutte le parti interessate, da politici di primo piano ai cittadini e ai gruppi di interesse. La visione a lungo termine deve essere adatta al contesto geopolitico e socioeconomico: l’obiettivo deve essere chiaro, adeguato e al contempo ambizioso poiché deve anche essere compatibile con il target minimo del Patto dei Sindaci (>20% di riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2020). 33 LA BASELINE DELLE EMISSIONI.. il punto di partenza offre un quadro chiaro della situazione in termini di consumi energetici ed emissioni di CO2 (Dove siamo?) e costituisce una buona base per la creazione delle priorità per i futuri lavori (Dove si vuole arrivare?). L'anno di riferimento è l'anno rispetto al quale l’obiettivo per il 2020 deve essere confrontato: l'anno di riferimento raccomandato per tutti i firmatari è il 1990 (Protocollo di Kyoto). Tuttavia, se non si dispone di dati per compilare un inventario per il 1990, allora si dovrebbe scegliere l’anno più prossimo al ‘90 per il quale è possibile ottenere dati completi e affidabili. 34 Il PAES deve essere approvato dal consiglio comunale Il PAES deve contenere un chiaro riferimento all’obiettivo di riduzione di CO2 al 2020 (20% come minimo) Devono essere forniti (ed illustrati ) i risultati della BEI Il PAES deve comprendere un credibile set di azioni 35 36 37 38 39 40 GRAZIE ! 41
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