IL CAFFÈ 14 dicembre 2014 26 Il periscopio Di recente si è parlato nuovamente di coesione nazionale. La questione di fondo è sempre la stessa: cosa lega, in fin dei conti, le varie parti linguistiche e culturali di questo Paese? Cosa succederebbe se la Svizzera fosse meno ricca? Il dibattito s’infiamma, in particolare quando si discute quale lingua straniera – inglese oppure francese - sia meglio imparare come prima lingua nelle scuole della Svizzera tedesca. Il confronto sembrava chiuso dopo il compromesso trovato con il concordato intercantonale HarmoS. Eppure la volontà di abbandonare il francese nelle scuole elementari in qualche cantone svizzero tedesco ha messo in allerta pure il ministro della cultura e consigliere federale Alain Berset. Intanto il Ticino cerca di difendere la lingua italiana negli istituti di oltre Gottardo, messa sempre più all’angolo. Personalmente però sono convinto che la coesione nazionale non dipenda in primo luogo dalla scelta della prima lingua straniera nella scuola dell’obbligo. La coesione dipende piuttosto dalla volontà delle diverse componenti della Svizzera di mantenere vivo un interesse reciproco per le altre regioni. E questo vale per tutta la popolazione. Proprio in quest’ottica si dovrebbe fare molto di più per favorire gli scambi fra le realtà linguistiche. Non solo per gli studenti (scambi scolastici), ma anche per il mondo degli adulti. Come pure per le associazioni sportive, cori parrocchiali, e via dicendo. Esiste, ad esempio, uno strumento molto utile per favorire questi scambi: il gemellaggio fra comuni, purtroppo poco utilizzato in Ticino. Eppure sarebbe importante che ogni comune ticinese avesse almeno un comune “gemello” nella Svizzera tedesca o nella Svizzera francese. In Ticino si sono creati vari delegati, un delegato del Cantone per i rapporti con la Confederazione e un altro per i rapporti transfrontalieri, la Camera di commercio dispone di un delegato per le relazioni esterne a Berna e Milano. Sono funzioni importanti, ma molto istituzionali. Sarebbe auspicabile, invece, avere un delegato che si occupasse dei gemellaggi e aiutasse i comuni ad intraprendere queste relazioni. La Svizzera, Paese multiculturale con quattro lingue ufficiali, in questo caso potrebbe competere con gli Stati vicini: Germania, Francia e anche Italia. Perché in questi Paesi i gemellaggi comunali hanno una lunga tradizione. Un esempio? Verbania, sul Lago Maggiore, è gemellata con ben nove comuni europei, fra questi anche due italiani, uno in sud Italia e l’altro nell’Alto Adige. La “Giungla” era nel cuore della Silicon Valley: 250mila metri quadrati, il più vasto accampamento di homeless degli Stati Uniti, smantellato nel cuore di una notte sotto i flash dei fotografi. La baraccopoli californiana inquinava, ha detto il sindaco di San Jose, spiegando l’intervento dei bulldozer, camion della spazzatura e di personale in tuta “hazmat”, materiali pericolosi, ma intanto oltre metà dei 300 ex residenti non ha più dove ripararsi. Sulla West Coast in questi giorni piove a torrenti, la tempesta peggiore degli ultimi cinque anni. Lo sfratto di mas- sa nella mecca dell’industria dei computer ha seguito una lunga ricerca da parte della città per trovare casa al numero più alto possibile di residenti della “Giungla”. Impresa non facile: case a prezzo politico in quella zona semplicemente non esistono. “Sto cercando di decidere cosa è veramente importante”, ha detto di fronte alle ruspe Grace Hil- dall’Europa LORENZO ROBUSTELLI Bruxelles Lavorare per le istituzioni dell’Unione europea è un sacrificio, se non addirittura una disgrazia, e chi sente il dovere civile di farlo ha poi diritto ad essere assistito economicamente per anni, per potersi reinserire nel mondo del lavoro. Questi “eroi” del progetto europeo sono i commissari e il presidente del Consiglio europeo, che vengono indennizzati con centinaia di migliaia di euro quando lasciano le loro poltrone (hanno guadagnato 20mila/25mila euro al mese). Lo scandalo è scoppiato quando si è scoperto che l’ex presidente del Consiglio europeo, il belga Herman Van Rompuy (nella foto), che da inizio dicembre è tornato ad essere un semplice nonno, continuerà a ricevere dall’Ue cifre da capogiro. Per i prossimi tre anni, van Rompuy intascherà poco meno di 350mila euro di “indennità transitoria”, un aiuto a “reinserirsi nel dall’Asia ANTONIO FATIGUSO Tokyo La Corea del Sud dichiara guerra al tabacco e approva un rialzo medio dell’80% dei prezzi del pacchetto di sigarette. Obiettivo: tagliare i consumi in un Paese che vanta il record di percentuale più alta di fumatori tra la popolazione maschile nell’ambito Ocse: il 44%, sufficiente a staccare Turchia, Grecia, Estonia e Giappone. La misura ha trovato il voto bipartisan in parlamento (malgrado le critiche delle opposizioni sull’onere finanziario destinato a pesare sulle persone a basso reddito) e prevede l’aumento unitario dagli attuali 2.500 won (circa 2,25 dollari) ai 4.500 fissati a partire dal primo gennaio. Il ministero della Sa- Reuters Unità e coesione da sviluppare con i gemellaggi Gli sfratti americani dei ricchi e dei poveri Ai burocrati dell’Ue anche 350mila euro per “reinserirsi” liard, residente di 15 anni della Giungla e una dei fortunati: problemi di salute cronica le hanno garantito il letto all’ospizio. Due Americhe, i troppo ricchi e i troppo poveri. Non una sorpresa nella Valle del Silicio, ma è un problema anche per altre città degli Usa che cercano di rispondere con troppi bastoni - lo sfratto - e troppe poche carote. “La cacciata degli homeless funziona quando ci sono tetti sotto cui mettere chi non ha casa”, ha suggerito il New York Times, ma dove gli affitti sono alti, l’occupazione è in crisi e manca il sostegno del governo, la condizione del senza tetto diventa cronica: tollerata solo fino a che le municipalità, come è successo a San Jose, non perdono la pazienza. mondo del lavoro” dopo la fine del proprio incarico (tralasciando di considerare che, avendo 67 anni, van Rompuy ha da tempo superato l’età della pensione). Il belga riceverà 9mila euro al mese fino al 2017, quando l’indennità cesserà di essere versata. Ma neppure lì l’ex presidente verrà lasciato solo dall’Ue, che gli verserà una pensione di 4’700 euro al mese. In più il caro vecchietto prenderà la pensione da premier belga, da presidente della Camera belga, da ministro e da parlamentare. Bisogna motivarli i politici europei! Il bello è che questo aiuto, che ricevono tutti gli ex commissari, spetta anche se si è eletti al Parlamento europeo, dove non si riceve uno “stipendio” per un “lavoro”, ma un’indennità. Unico a rinunciare, per quanto si sa, è stato l’italiano Antonio Tajani, che ha lasciato a Bruxelles circa 450mila euro. Stop al fumo e Seul rincara dell’80% le sigarette nità di Seul spera di ridurre al 35% la quota di fumatori entro fine 2016, contando di centrare l’ambizioso target anche con iniziative di contorno quali il divieto di accendere la sigaretta in luoghi pubblici, l’indicazione sui pacchetti dei danni provocati alla salute con tanto di “immagini forti” e lo stop alla pubblicità nelle rivendite. Il fumo e l’impatto sulla salute pubblica sono da anni ar- Reuters ALESSANDRA BALDINI New York Reuters dalleAmeriche VIZI E VIRTÙ GERHARD LOB gomento di dibattito pubblico e di aspre controversie (soprattutto legali) in Corea del Sud. La Corte suprema, ad esempio, ha bocciato lo scorso aprile la richiesta di indennizzi presentata da 30 pazienti affetti da cancro ai polmoni contro Ktgg, il colosso che controlla oltre il 60% del mercato del tabacco nazionale il cui valore annuo è stimato in oltre 9 miliardi di dollari. Le assicurazioni sanitarie statali, a loro volta, hanno promosso azioni legali contro tre produttori di tabacchi domestici ed esteri chiedendo (almeno per ora) risarcimenti per 53,7 miliardi di won a compensazione delle spese sostenute per curare le patologie legate al fumo. Le stime di settore quantificano in ben 1.700 miliardi di won all’anno gli oneri legati al trattamento delle patologie del tabagismo. 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