Data: 28/01/2015 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 2 | Autore: di Luca Tommasini | Categoria: unibz il ritaglio del contenuto e' nella pagina seguente per migliorarne la visualizzazione Documento generato da Marta Colasanti il 28/01/2015 alle 08:15:15 Pagina 1/2 Data: 28/01/2015 | Fonte: Corriere dell'Alto Adige | Pagina: 2 | Autore: di Luca Tommasini | Categoria: unibz Giornata della memoria Le cerimonie L’impegno di Luca Tommasini BOLZANO No alle commemorazioni distinte, no alle diverse letture della storia. Si è mosso sul filo della «cerimonia condivisa» il corteo che ieri in quattro tappe ha ricordato le vittime dell’Olocausto e del nazifascismo nella Giornata della memoria. Al muro del lager di via Resia, a Bolzano, c’era anche il presidente della Provincia Arno Kompatscher. Una presenza, quella del Landeshauptmann, non di certo scontata. «Avevo già annunciato che sarei venuto e per quanto mi riguarda ho sempre partecipato a queste cerimonie – ha spiegato Kompatscher – è un dovere istituzionale essere presenti il Giorno della memoria, per ricordare le vittime dell’Olocausto, delle dittature, del nazionalsocialismo, del fascismo e del razzismo, di tutte quelle ideologie che fanno differenza tra essere umano ed essere umano. Qui, fortunatamente, sono state superate – ha aggiunto – ma sappiamo che tuttora in varie zone del mondo continuano ad esistere pensieri di questo tipo: questa giornata dev’essere quindi certamente di ricordo, ma anche un monito per il futuro. Per questo dobbiamo impegnarci ogni giorno». Kompatscher ha escluso ogni altro tipo di giornata di commemorazione: «Non facciamo questo errore – ha detto il presidente altoatesino – è un momento da celebrare insieme, non vogliamo letture diverse della storia, vogliamo invece condividere i valori che ci uniscono». A sottolineare l’importanza della presenza del presidente della Provincia, così come del Commissario del Governo Elisabetta Margiacchi, ci pensa il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli. «Le sofferenze si ricordano in quanto tali – ha affermato il primo cittadino – ogni persona che ha sofferto merita una memoria condivisa, soltanto così si costruiscono le basi per un futuro comune di una comunità eterogenea come la nostra». Infatti al muro nel lager, nel 27 gennaio che corrisponde al settantesimo anniversario della riapertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa, sono stati ricordati anche i sinti tragicamente scomparsi a causa dell’Olocausto. Non solo: il corteo si è spostato anche al cimitero di Oltrisarco, con la deposizione di due corone nel cimitero ebraico prima e presso il monumento a Manlio Longon poi. La giornata era però iniziata tra via Rovigo e via Bergamo, dove è stata scoperta la targa in memoria di Don Daniele Longhi, il sacerdote operante in zona industriale che durante il periodo della guerra fu internato nel lager di Bolzano: «Riuscì nella grande impresa di supportare psicologicamente i deportati – ha sottolineato il presidente del consiglio Europa-Novacella, Carlo Visigalli – poi, al termine del conflitto, contribuì alla nascita del Comune di Bolzano come primo assessore alla cultura e alla scuola». Nel 2010 era già stato inaugurato un passaggio in suo no- Cordoglio unanime Sopra, la cerimonia al muro del Lager, in via Resia. A sinistra, l’inaugurazione della targa a Don Longhi. A destra, le delegazioni al cimitero ebraico MURO-SIMBOLO IL MESSAGGIO Kompatscher al Lager «Uniamoci nel ricordo» me, ieri è stata la volta della targa: «Perché è giusto che la città si ricordi di questi nostri concittadini», ha concluso Visigalli. A cerimonia conclusa, al muro del lager resta un anziano, con il volto provato dal dolore del ricordo: «Mi tornano in mente solo tan- te croci – ha spiegato – di quelli che morivano di stenti e di quelli che venivano falcidiati dai bombardamenti. Lavoravo in un centro minerario in Boem i a , d a l q u a l e ve n i va estratto il carbone, poi usato per benzina sintetica: gli angloamericani lo agli studenti che alla popolazione. Il programma prevedeva in mattinata, in piazza Fratelli Scholl, all’ingresso dell’ateneo, l’iniziativa «Se non ricordiamo, non possiamo comprendere», un’ontensa lettura di documenti sulla Shoah con ac- © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzo Ducale, note di pace Kronbichler: colpe perenni «La bellezza contro l’orrore» Urzì: fermare gli integralismi BOLZANO Sempre per il Giorno della Me- moria, momento musicale intenso ieri pomeriggio al Palazzo Ducale, dove a partire dalle 17 si è esibita la celebre violoncellista di origini polacche Rachele Wasilewska che per l’occasione è stata accompagnata dal gruppo «Monteverdi Cello Octet». Tante le personalità presenti come l’assessore Christian Tommasini, il sindaco Luigi Spagnolli, gli assessori Florian Mussner e Patrizia Trincanato, il procuratore Guido Rispoli e il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan. «Ho pensato che la scelta migliore fosse quella di contrapporre all’orrore la bellezza, e la musica è bellezza – ha spiegato la commissaria di governo, Elisabetta Margiacchi – si può ricordare la barbarie e il buio della mente attraverso l’armonia delle note, una fra le espressioni più elevate dell’anima». Un’impiegata del Commissariato ha letto un discorso del rabbino di Merano, Elia Richetti: «Gli esseri umani sono tutti uguali – è stato il messaggio – ma per Armonia Il concerto a Palazzo Ducale quanto riguarda i loro diritti; anzi, per meglio dire, per quanto riguarda il loro diritto ad essere tutti diversi, cioè ad essere ognuno sé stesso, con la propria individualità, la propria lingua, la propria cultura, civiltà, religione... non si possono considerare uguali le vittime e gli oppressori, coloro che vogliono esistere e coloro che negano ai primi questa possibilità». Rosanna Oliveri Documento generato da Marta Colasanti il 28/01/2015 alle 08:15:15 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) sapevano e bombardavano a tappeto anche se nei dintorni c’erano più di 70mila prigionieri». La Libera Università ha celebrato la Giornata della Memoria nella sua sede di Bressanone con due momenti di riflessione e approfondimento, aperti sia compagnamento musicale di Diego Baruffaldi, alla presenza del rettore della Lub, Walter Lorenz, del preside della Facoltà, Liliana Dozza, di sindaco e vice – rispettivamente Albert Pürgstaller e Gianlorenzo Pedron, oltre che di Gianluca Iocolano, dell’Associazione Centro Giovani di Bressanone. Nel pomeriggio il programma prevedeva anche alla Casa Missionaria una tavola rotonda su «Antisemitismo in Tirolo e in Trentino» con don Mario Gretter, referente diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, Mirko Wenter, vicepresidente della Comunità ebraica di Merano, Orfeo Donatini, presidente dell’Anpi di Bolzano, e i professori Gerwald Wallnöfer e Nicola Lupoli, docenti della locale Facoltà universitaria di Scienze della Formazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA BOLZANO «Il 27 gennaio in Germania è giornata di lutto ma in Italia non lo è, e tanto meno nel Sudtirol, ed è un peccato – è l’ammonimento del deputato Florian Kronbichler (Sel-Verdi) – ci andrebbe bene un po’ più di memoria, più senso di colpa, davanti per esempio allo studio della Fondazione Bertelsmann: risulta che l’81% dei tedeschi di oggi sono del parere che sarebbe ora di “lasciare stare” la storia dell’annientamento degli ebrei». Il consigliere provinciale Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) spiega che avverte «come vivo e presente il monito che ci viene da chi ha sacrificato la vita sull’altare della follia umana» e che «difronte all’insorgenza di nuovi razzismi e nuovi integralismi la società occidentale, il pensiero libero, deve fare fronte comune, ad ogni costo, senza sconfinare nel pregiudizio, ma rafforzando i presidi di libertà e democrazia che rendono giusto e civile il mondo che ci è stato consegnato e che siamo chiamati a difendere». Sel in una nota ricorda che il sonno della ragione genera mostri: «Il giorno della memoria non deve essere un rito vuoto, fine a se stesso, ma un terminale di tutti gli altri giorni normali per ricordare, riflettere e agire affinché la ragione dei singoli e delle istituzioni rimanga vigile contro i rigurgiti del passato, i nuovi razzismi e fanatismi». Secondo l’Obmann Svp, Philipp Achammer, «Il ricordo della Shoah va mantenuto vivo, specie tra i giovani: da quanto accaduto 70 anni fa -occorre trarre l’insegnamento che va respinta ogni forma di estremismo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Idee Dall’alto, il deputato Kronbichler, il consigliere Urzì e l’Obmann Svp Achammer Pagina 2/2
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