Eva Mikula c/o Avv. Antonio Cappuccio Piazza dei

Eva Mikula
c/o Avv. Antonio Cappuccio
Piazza dei Tribunali 6 Bologna
Tel. 051584405
c/a
All'Associazione Vittime Uno Bianca
Presidente dell’ Associazione Sig.ra Zecchi
Mi rivolgo nuovamente a voi nonostante non aver ricevuto
risposta alle mie lettere del 2005.
Leggendo sui giornali, mi ritenente per sempre colpevole
moralmente e siete indignati di ogni mio tentativo di
avvicinamento.
Oramai sono passati 20 anni da quando è stata fatta luce sui
misfatti della “Uno Bianca”. Sicuramente ricordate i particolari di
quei momenti. Le prime notizie sui giornali. In che modo sono stati
catturati? Del perché io
sia entrata alla ribalta giudiziaria e
mediatica? Io mi ricordo tutto come se fosse ieri, stavo tra la vita e
la morte come nei 2 anni precedenti di convivenza, picchiata e
segregata nelle mani di poliziotti killer. Vi allego alcuni dei primi
articoli e chi meglio dell'ispettore Luciano Baglioni e sovrintendente
Pietro Costanza vi possono confermare in quanto sono stati i primi a
verbalizzare le mie prime
dichiarazioni, un fiume in piena durate
48 ore con l'arrivo di 3 Pubblici Ministeri da varie procure anche alle
3 di notte. In che condizioni psicologiche mi hanno trovata? Una
bambina, clandestina, minacciata e terrorizzata
di morte, ho
iniziato ad aiutare a fare luce sulla vicenda, quando Roberto Savi,
appena arrestato, stava per essere rilasciato in quanto non c'erano
sufficienti prove a suo carico. Gli altri componenti erano a piede
libero mentre gli inquirenti si trovavano solo all'inizio della
ricostruzione dei crimini da attribuire alla banda. In carcere c'erano
4 persone “i Santagata”, già condannati e scontavano da anni una
pena per reati non a loro imputabili e scarcerati immediatamente
dopo le mie confessioni. Sono stata portata via e messa sotto
protezione dallo Stato in un posto lontano e secreto, guardata a
vista per 8 mesi in attesa che si facesse chiarezza su tutto in base
alle mie confessioni cercando altre persone coinvolte di cui io non
ero a conoscenza. Una volta che le indagini a carico della banda si
sono concluse e i Savi erano imputati per i loro crimini, sono stata
da loro accusata, per vendetta, di concorso in omicidio in 2 casi ed
altri reati gravi, accuse poi ritrattate. Intanto io ho subito 7 processi
in vari gradi di giudizio ed assolta con formula piena. Sono stata
costretta a fare comparse televisive per pagarmi gli avvocati, per
difendermi.
Ho lottato da sola contro tutti, avevo solo Dio, i miei 19 anni e la
coscienza pulita come guida verso una giustizia che poi è arrivata
per tutti.
No ho mai cercato riconoscimenti e ringraziamenti da nessuno, ho
messo da parte le polemiche lasciando sfogo al vostro insindacabile
dolore. Mi consolava la soddisfazione e tristezza che mi avvolgeva
ogni volta che seguivo la Vostra commemorazione. Avrei voluto
essere presente, in ultima fila ma esserci.
Purtroppo, di fatto questo non è mai avvenuto ma il peggio si.
L'opinione pubblica è stata subdolamente portata a screditarmi, a
discriminarmi al punto di farmi diventare un icona del crimine, un
personaggio da calpestare che fa notizia soltanto nella cronaca nera
come è successo nel 18 giugno del 2010 quando si è usato il mio
nome per dare rilevanza ad un arresto di una persona sconosciuta
da tutti, anche da me, in quanto divorziata da 10 anni quando era
incensurato e senza conservare alcun legame, non sapevo più nulla
di lui e delle sue scelte di vita. La notizia a preso il volo su tutti i
notiziari nazionali e testate giornalistiche. Le mie richieste di
correzione nemmeno sono state prese in considerazione. Nessun
organo mi ha contattata, nessuno a corretto la notizia che per
effetto a avuto soltanto una forte pressione discriminatoria su di me
e famiglia. Sono incensurata, senza carichi pendenti e conduco una
vita normale, modesta e onesta nonché madre di 2 bambini.
Ad oggi, alcune persone nel mio ambito lavorativo, dopo aver letto
le notizie in evidenza sul web, spinti da un forte pregiudizio, mi
hanno insultata e diffamata in pubblico ritenendomi una persona
coinvolta nei crimini, pregiudicata e colpevole nel frequentare
ambienti malavitosi. Mio malgrado, ho dovuto esporre querela.
Dovranno pagare pene e danni come per legge, loro di chi sono
vittime? … non è un caso isolato.
Da 20 anni sono rimasta nell'ombra e nella balia dei media ma
sempre a sostegno della verità e vicina al Vostro pensiero e dolore.
I Savi scontano l'ergastolo come confermato anche di recente, in
gran parte grazie a me, per la mia tempestiva, assidua e preziosa
collaborazione. Diversamente, sarei morta prima di vedere le
manette ai polsi di Fabio Savi.
Con il Vostro permesso e comprensione, gradirei che mi
permetteste di far parte della Associazione vittime Uno Bianca
oppure, vi prego, almeno di accettate la mia presenza silenziosa e
sentita alle commemorazioni del 13 ottobre in quanto vittima
sopravvissuta di una feroce, assurda e indimenticabile storia.
In attesa di una vostra approfondita valutazione e comprensibile
risposta, rinnovo i miei più cordiali saluti.
Eva Mikula.
Roma, 28 gennaio 2015