Usl, pagelle ai dg: 12 insufficienti In vetta Treviso

Usl, pagelle ai dg: 12 insufficienti
In vetta Treviso, in coda Padova
La Regione dà i voti ai manager sul rispetto degli obiettivi fissati
di Michela Nicolussi Moro
VENEZIA A dieci mesi dalla scadenza del contratto, la Regione dà i voti ai direttori
generali. E 12 su 23 rimediano l'insufficienza. Il che, volendo attenersi alle
disposizioni della legge regionale 14 del 1994 che vede appunto i dg «soggetti a
valutazione annuale con riferimento agli obiettivi assegnati dalla giunta e in
relazione all'azienda gestita», prevedrebbe la loro rimozione in caso di non rispetto
dei paletti fissati da Palazzo Balbi. Ma così non sarà, mai nessuno è stato cacciato,
nemmeno quando non è stato rispettato il budget, prima mission del loro incarico.
Tanto è vero che ogni anno la Regione ripiana i debiti delle Usl con una manovra di
bilancio. Come «punizione», per i manager resta dunque solo il fastidio di vedersi
dietro la lavagna (e, conoscendoli, non è poco). Le pagelline vengono redatte per le
21 Usl secondo i seguenti parametri: garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel
rispetto dei vincoli di bilancio. La valutazione è di competenza della giunta e vale il
75% del giudizio finale; rispetto della programmazione regionale, di competenza
della V commissione Sanità, il cui responso pesa per il 5%; qualità ed efficacia
dell'organizzazione dei servizi sociosanitari sul territorio delle Usl, di competenza della
Conferenza dei sindaci, che vale il 20%. Poiché lo Iov e le due Aziende ospedaliere
sono esclusi dalla valutazione sulla qualità ed efficacia dell'organizzazione dei
servizi sociosanitari sul territorio, per loro il voto deve tenere in considerazione: la
garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel rispetto dei vincoli di bilancio, il cui
giudizio è a carico della giunta Zaia per 1'80%; e il rispetto della programmazione
regionale, sulla quale il parere della commissione Sanità contribuisce per il 20%. Ogni
soggetto deputato a dare i voti «opera in autonomia» e gli obiettivi di salute e il
funziona mento dei servizi assegnati ai dg vengono considerati raggiunti in modo
soddisfacente se si consegue un punteggio di almeno il 6o% in relazione alla totalità
dei giudizi espressi dai soggetti chiamati alla valutazione. In base a tale indicatore, i
primi della classe sono Giorgio Roberti dell'Usl 9 di Treviso (72%); Gian Antonio Dci
Tos, a capo dell'Usl 7 di Pieve di Soligo (69,40%); Giuseppe Dal Ben, guida dell'Usl
12 Veneziana (68,50); Pietro Girardi, dg dell'Usl 19 di Adria (66,63%); Ermanno
Angonese, dell'Usl 6 di Vicenza (65,47%). Dall'altra parte della classifica, all'ultimo
posto Urbano Brazzale, direttore generale dell'Usl 16 di Padova, la più grande del
Veneto (47,40%); segue lo Iov, che però è commissariato da Domenico Mantoan
(52,60%); terz'ultimo Gino Gumirato, guida dell'Usl 13 di Mirano (53,80%); a poca
distanza l'ormai ex dg dell'Azienda ospedaliera universitaria di Verona Sandro Caffi
(non si può giudicare il successore Francesco Cobello, nominato a fine dicembre),
fermo a 55,04%; e poi c'è Claudio Dario, a capo dell'Azienda ospedaliera di Padova e
uomo di Zaia (55,30%). Se le pagelle peseranno sulla riconferma dei dg è da vedere,
perché a contare davvero è la solita spartizione partitocratica delle poltrone.
Corriere del Veneto
10/02/2015