Ca,rceri eIslont,càchifa propagundn soltanto diArigo Cavaltina' | / articoto "Servono più strumentipermonitoI lrare il canrere". sull' Arena del 24, gennaio, apre prendendo ingenuamente per buona laversione degli incidenti nella casadi reclusione di Padovadata dal Sappe, sindacato della polizia penitenziaria Sceltacomprensibiìe: perché dubitare di quella fonte? Riprendo le affermazioni virgolettate del segretario del Sappe:<Quel che è accaduto giovedìseraè gravissimo, anche in relazione all'atteggiarnento assunto da molti detenuti di nazionalitàaraba Nella sezionesi respirava alta tensione, mn attryiamenti palesemente provocÍrbri da parte di buona parte dei detenuti rrersoi poliziotti. All'atto dell'ingresso nel Reparto detentirro di due potiziofti penitenziari questi so. no stati aggxediti e feriti senza alcuna giustificazione e le mse sono drammaticam€ r.te degenerate con urla e gnja Molti dei detenuti, di origine araba,inneggiavano ad Allah e allf sis.Era comunque qualssa di oqganizzatovisto che sono stati rinvenutibasooni e colteli artigiandi. Le rnanifestazioni di solidarietà e sostegno al gruppo islamista dell Isis daparte dei detenutiarabi sonoinquietanti e preoccr.rpanti>. lànto è bastato per scatenare le reaaioni degli esponenti leghisti dal sindacodi Padova Bitoncl al capogruppo alla Camera Fedrig4 d deputato Caon. L'ispezione compiuta congiuntarnente dal magistrato inquirente e dal capo della squadra mobile ha accefiato chei fatti si sonosvolti in modo completamente diverso e chel'assist del Sappe ai leghisti si basavasu notizie frlse. Abbiamo poi appreso che nel reparto dove è scoppiata una rissatra detenuti sono alloggiate solo persone prove. nienti dall'est europeo,non ci sono arabi, detenuti in un altro reparbo separato. Non Cerané provocazionené pre. ordinazione; gli agenti intervenuti per seda^re la rissasono stati a loro volta aggrediti. E nessunosi è sognatodi inneggiare adAllah o all'Isis, che al- meno in qresta occasione non Centrano proprio. Resta la ragionwole preoccupazione chedovele condizioni divita e tanto più sedi vita incarcerata, costringono ai margini, all'esclusione, alla compressionedei diritti alla scarsacomunicazionecon la socie Là circostante, lì potrebbero aprirsi un larco la lethrra di- , sorta e mbbiosa della religione e l'esempio terroristis. Ci chiediamo come frr emergs. re questr rischio einntualg come prevenirlo o sanarlo. Probabilmente proprio chi ha la possibilità di pregare in libertà nelle moscheericone sciute,chi conoscee praticala cultura islamic4 chi è capace di guidare pubblicamente le letture religiose,chi già parte cipa al pacifico confronto tra le fedi, ha la competenzaeI'intuito, più di noi, di mgliere i segnalioscuri e di operaresul piano efficacedeltespiegazio ni, e non solo su quello dell'ulteriore irrigidimento. Si tratterebbe quindi, per esempiq di intensificare la mllaborazione con gli esponenti della omunità islamic4 le cui posizioni sono state ampiamente esposte anche in predentt,. articoli dell'ArenaGridaxe al., lupo dove non c'i per farne strumentalizzaeione politica, e propagandare prowedimenti che andrebbero verso I'esasperazione,è il inodo più certo per aggravarei fattori di rischio senzarndere e capirg. dove un'evenhrale minaccia.: potrebbe invece annidarsi e in checosapotrebbecortsisùF:. rs,In guestosensosono mol*'. to apprezzabili gli interventi, cita.ti nefafiicolo dell'Aren4 : di due personeperfettamenbe irrformate srrlìarealtà del carceredi Montoriq la Direttrice MariaGrazia Bregoli e la Ga-, rante dei diritti dei detenuti Marsherita Forestan. Anche I'associazioneIa Fratemità ri- .: tiene di aver dato un qualche contribuito allia costruzione di questo clima organizzandq negli anni smrsi, gruppi,. di'ilialogo ir*erculturale. In.; proposito è doverosofare me moria riconoscente di Siha-:: na Pozzerle,che ci ha lasciati proprio un anno fa e che per Prima averraPensatoeParteeì.'l pato a quell'esperienza * Volsntnrin dnll:AssocinzinnnLo,Fraternità
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